Archivio per Primarie

ROMAGEDDON (III) – Panem et Cichorium

Posted in Roma mon amour with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 11 marzo 2016 by Sendivogius

The PriestAppassionanti come una pantegana agonizzante all’imbocco di un tombino, utili come un herpes genitale, si conclude finalmente la farsa indegna delle primarie all’italiana. O per meglio dire, si macera nei suoi stessi liquami questa loro variante improvvisata ad cazzum dell’originale USA, subito riadattata alle solide tradizioni italiche, divenendo lo specchio di vizi antichissimi: clientelismo elettorale, compravendita del voto di scambio, e galvanizzazione del notabilato locale, con la riesumazione degli antichi cacicchi democristiani resuscitati nei cimiteri viventi del partito bestemmia, con tanto di “party raiding” annesso ed espanso all’ibrido nostrano. Walter VeltroniImportate a suo tempo da Water l’Amerikano (a Roma), quello che non ha mai superato l’infantile complesso di identificazione con l’oggetto mitologico dei suoi scimmiottamenti, le ‘primaries’ de Noantri servivano soprattutto a far sentire politicamente partecipi, e socialmente aggregati, una massa di boccaloni intruppati dietro ad un seggio improvvisato per giocare alle elezioni per finta, nell’illusione di scegliersi il proprio candidato versando un piccolo obolo.
the-following-featuredPoi è arrivata la buffonata on line della Casaleggio Associati: un modo perfetto per incrementare i clic della congrega e fornire un intrattenimento esclusivo per i selezionatissimi followers della setta digitale.
-silvio-berlusconi-sundayE ovviamente, da buon ultimo, in un contorno ceronato di pompette e pompXXX (vabbé! Ci siamo capiti), non poteva mancare il Pornonano (o quel che ne rimane) col suo candidato unico su modello plebiscitario.
SalviniIl problema invece non si pone minimamente per quello sbavante cinghialotto della pedemontana che si fa chiamare Matteo Salvini: emblematico caso mediatico di parassita in conto pubblico, dalla ciarliera inutilità ambulante, col suo codazzo di fobici psicopatici a mano armata. Ma qui siamo nell’ambito degli argomenti intoccabili, non foss’altro perché trattare delle deiezioni salviniane è un po’ come strizzare la diarrea sperando che diventi solida, nell’invariabilità di sostanza.
n-SALVINI-RETWEET-large570In tempi di aspiranti reucci e ducetti d’accatto con le fregole decisioniste, che si agitano nel pentolone vuoto di vacue promesse e propaganda all’ingrosso, il rituale farlocco delle primarie serve innanzitutto per simulare una qualche investitura ‘democratica’ ai proconsoli su nomina del Capo, con città da occupare prima ancora che amministrare, e galvanizzare truppe sempre più raccogliticce. Non è un caso che nei gazebo semivuoti, i candidati ‘scelti’ provengano tutti dalla corte del Piccolo Principe fiorentino, nella totale sicurezza della loro designazione, senza sorprese (brogli inclusi) proprio come da copione.
Il caso Roma parla da sé. Tra i moltissimi problemi oggettivi, la città ne aveva uno massimamente soggettivo…
Ma te prego!Nella rete di alleanze trasversali, intrecci di interessi privati e consorterie politiche, l’organigramma renziano passa attraverso l’occupazione fisica del potere, cominciando dalle grandi città, dove il radicamento sociale della sua corte di provincia è minimo. Roma costituisce il pezzo pregiato della scacchiera; il controllo della Capitale è il passepartout fondamentale per accedere alle profane stanze della Curia vaticana ed ai salotti che contano, dove si muove quel generone capitolino che al chiuso dei propri circoli sportivi già sogna la grande greppia delle olimpiadi. È ovvio che al netto delle criticità, con tutti i suoi limiti (e non erano pochi), un alieno incontrollabile come Ignazio Marino era, prima ancora che un problema, un intralcio da eliminare quanto prima. Come rimuovere un sindaco sgradito, per sostituirlo con un proprio ubbidiente replicante?!? Be’ innanzitutto si soffoca un’amministrazione comunale, negandogli i trasferimenti dovuti e lesinandogli al minimo i fondi per la conduzione ordinaria, salvo poi gridare alla paralisi istituzionale di una gestione inefficiente e organizzare campagne a tambur battente sul “degrado” (che gli appassionati di questo sottogenere pulp li troverete sempre). Poi si tira dentro ad uno scandalo inesistente un sindaco logorato e scientificamente screditato da una campagna mediatica ostile, tanto per essere certi di stroncarne ogni velleità di resistenza ed infamarne la persona. Quindi si procede al commissariamento del sindaco legittimo, ma non prima di una character assassination pompata a livello virale sui giornaletti amici, peraltro in ottima compagnia con fascisti e grillini. E se proprio il sindaco non si vuole dimettere, si formalizzano privatamente le dimissioni della giunta dal notaio con un atto che non ha precedenti.
renzi bilancioD’altronde, il Pittibullo di Pontassieve voleva un suo fedelissimo da mettere alla guida della Capitale. Detto-Fatto. E siccome tutti i pianeti ruotano attorno al Re Sole, niente devo oscurare l’astro nascente del Bambino Matteo che evidentemente non aveva a disposizione niente di meglio che un Roberto Giachetti, da candidare a sindaco della città. Lo stesso che fino al Dicembre del 2015 ha spergiurato di non volersi mai e poi mai candidare, in ossequio al valore della coerenza che segna la rispettabilità della politica italiana.
RobertoGiachettiEsperto in cambio multiplo di casacche, il Robertino nazionale ha praticamente attraversato mezzo arco istituzionale: Partito Radicale, Verdi, Margherita, PD… sempre irrilevante come i suoi scioperi della fame per le cause più improbabili: la calendarizzazione della legge sul conflitto di interessi; lo svolgimento dell’assemblea costituente del partito; per la legge elettorale… e così via digiunando, secondo i rigori della dieta “radicale” da cui proviene.
L’esperienza lui la racconta così:

«Nel 2002 ho affiancato Marco Pannella nello sciopero della sete per sollecitare il Parlamento a ripristinare il plenum della Corte Costituzionale attraverso l’elezione dei due giudici mancanti; o quando nel 2004 ho digiunato per un mese per ottenere la calendarizzazione, a distanza di anni, del ddl Frattini sul conflitto di interessi (a dispetto delle promesse elettorali che lo volevano risolto in 100 giorni), o quando ancora mi sono battuto contro la paralisi di quattro mesi in cui si è trovato il Parlamento, ancora una volta, nell’elezione di due membri della Consulta.
Giachetti in sciopero della fameNel 2007 la prospettiva del Partito democratico inteso come forza progressista a vocazione maggioritaria che nascesse sulle ceneri dei due grandi partiti della Prima Repubblica e che, al contempo, li superasse con la creazione di una realtà politica nuova, moderna, riformista e slegata dalle vecchie ideologie mi ha affascinato da subito. Al punto da impegnarmi in prima persona, di fronte agli ostacoli e ai ritardi che hanno accompagnato questa esperienza prima che vedesse la luce, intraprendendo uno sciopero della fame per sollecitare gli organi dirigenti del Pd ad indicare una data certa per l’Assemblea Costituente (e nel 2008 con l’obiettivo di ottenere una formale deliberazione della data per lo svolgimento delle primarie a Roma)

Fedele al principio del capo, facile agli innamoramenti ad personam piuttosto che agli ideali; è l’arlecchino indisponente alla costante ricerca di un padrone da servire. Per questo sfoglia tutto il cucuzzaro disponibile, senza mai spostarsi dall’alveo romano: c’è l’immancabile Marco Pannella (il feticcio da cui tutto ha avuto inizio), poi l’infatuazione passeggera per Walter Veltroni, salvo trasferirsi con armi e bagagli alla corte del renzismo militante. Ma è con Francesco Rutelli (ex radicale pure lui), in arte Er Cicoria e già Piacione, che Roberto Giachetti spicca il grande balzo verso la ribalta nazionale, facendo la sua fortuna con la fusione fredda tra ex Margherita e DS (i più che defunti Democratici di Sinistra), caso più unico che raro in cui un partito con numeri da prefisso telefonico riesce a fagocitare il partito più grande, incistando i suoi troppi generali senza truppe in ogni poltrona disponibile e stravolgendo completamente la natura del gruppo maggioritario, risplasmandolo a propria immagine e somiglianza. In natura si hanno pochi esempi per spiegare una simile trasformazione: i virus ed il cancro.
rutelli Cooptato al governo insieme a tutto il resto dei Cicoria-Boys e gli infiniti petali della Margherita, tra ex radicali folgorati sulla via di Damasco e camaleonti democristiani, Roberto Giachetti mette solide radici per la sua carriera come capo-gabinetto del Rutelli Sindaco, durante il pernicioso Giubileo del 2000 che ha portato alla ribalta altri incredibili fenomeni come l’inarrivabile Guido Bertolaso, salvo mettere in giro la leggenda che sarebbe sgradito alle gerarchie d’Oltretevere.
margheritaQuando non è troppo impegnato a reggere il drappo regale dei suoi capi-bastone, il nostro promettente Robertino scambia il cazzeggio organizzato per impegno politico, seguendo il principio dello “stare in mezzo alla gente”:

«Nel luglio del 2008, anche per tastare l’umore della gente sulla prospettiva politica verso cui ci si avviava, ho messo insieme a un gruppo di ragazzi l’iniziativa “Salite a bordo” e siamo saliti su un pulmino che ha attraversato l’Italia più nascosta, quella dei borghi e dei paesi di mille anime, e dopo un viaggio di due mesi è nata l’Associazione CarpeDem, un progetto mirato alla creazione di una rete di scambio di opinioni ed idee sulla politica e sulla società, con l’occhio rivolto al Partito Democratico e con l’obiettivo di dare un contributo diverso ed innovativo ai modi e alle forme della partecipazione.
Roberto GiachettiE’ stato quello un periodo intenso ed impegnativo (anche perché fare avanti e indietro con Roma per stare in Aula ad organizzare un gruppo di più di 200 persone lo è necessariamente!) ma resta fra i più belli della mia esperienza politica e soprattutto umana. Sono felice di averlo fatto, lo rifarei domani, so di averlo fatto “sdoppiandomi” con il mio parallelo ruolo in Aula ma credo onestamente di non aver trascurato nulla dei miei impegni parlamentari e di questo sono contento.
Nel 2008, sulla scorta delle tante persone conosciute per quella strada e per non disperdere questo straordinario patrimonio umano e civico, come Associazione ho lanciato un corso di formazione sui generis, giocato sul titolo Formazione in corso, una sorta di formazione “al contrario” e al contempo il primo format televisivo del Pd, in cui questi giovani hanno avuto la possibilità di confrontarsi con i principali protagonisti dei vari settori della società in maniera paritetica, gestendo direttamente le varie giornate attraverso domande dirette e senza filtri, realizzando schede video con dati e statistiche, elaborando e producendo documenti in piena autonomia. In parallelo ho promosso e “sponsorizzato” una lista di giovanissimi alle comunali di Roma nel 2008 con il relativo format tv Fammisentirelavoce.
[…] E proprio sulla scorta di questo impegno totalizzante sui banchi di Montecitorio mi è venuta l’idea di raccontare in modo rapido e sintetico l’attività settimanale in Aula, attraverso un canale YouTube dedicato, con brevi resoconti trasformatisi in una sorta di rubrica chiamata “Pillole da Montecitorio”. Contestualmente ho iniziato a sperimentare e ad apprezzare la funzione dei social networks, in particolare facebook e twitter grazie ai quali posso interagire e confrontarmi sui temi piu diversi, non soltanto quelli legati all’attività politica e parlamentare

Per il resto, è lecito temere che quest’uomo nella vita non abbia mai fatto un beato cazzo, nella condizione privilegiata di chi non ha mai dovuto lavorare e nell’assoluta assenza di una qualsivoglia competenza degna di una qualche menzione.
renzi-lavoroDue cose colpiscono nella splendida narrazione dell’onorevole candidato Giachetti: “le 200 persone da organizzare”, si riferisce alla sua attività di vicepresidente (dimissionato) della Camera, ed i 9.250 miserabili euri raccolti finora dai suoi sostenitori per la campagna elettorale da aspirante sindaco.
Una candidatura che buca. Come una bolla di sapone.

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VIENI AVANTI CRETINO

Posted in Stupor Mundi with tags , , , , , , , , , , on 16 giugno 2015 by Sendivogius

renzichet

«Queste elezioni dicono con chiarezza che con il Renzi 2 non si vince. Devo tornare a fare il Renzi 1. Una cosa è certa: le primarie sono in crisi. Dipendesse da me, la loro stagione sarebbe finita.
Serve un modello di partito diverso, all’americana: più Obama, meno Mastella o Pajetta.
Quando mi riferisco a Obama, pensa un partito organizzato in maniera nuova. Con un esperto di “big-data” che lavori al fianco di giovani iscritti e militanti. Giovani che sappiano farsi portatori dei valori sui diritti anche moderni: smart-city, talento, sostenibilità, lotta alla fame e diritti sociali, certo.
[…] Questo è un paese moderato, vince chi occupa il centro. Con personalità. Perché se invece degli originali corrono le copie, allora non funziona. In Liguria la Paita non ha perso perché il candidato di Civati le ha tolto dei voti che probabilmente non sarebbero andati comunque a lei. Ha perso perché nell’ultima settimana il 5 per cento degli elettori di centro si è spostato verso Toti.
[…] Al governo abbiamo fatto cose tecnicamente straordinarie: lavoro, giustizia, legge elettorale, divorzio breve, diritti civili. Anche l’immagine all’esterno è molto migliorata. Non siamo più i malati di Europa e durante l’ultimo G7 gli elogi pubblici di Obama alle nostre riforme sono stati quasi imbarazzanti. E basterebbe dare uno sguardo alle pratiche che abbiamo ereditato per capire che non è affatto vero che Letta era più competente di me, come ha scritto qualcuno.
[…] Da oggi le riforme sono più vicine, non più lontane. Adesso dovrò aumentare i giri, non diminuirli. Devo tornare a fare il Renzi pure lì. E farlo davvero. Infischiandomene delle reazioni per aprire una discussione dentro il mio partito. Al governo non c’è mai stata un’infornata di persone in gamba come a questo giro. Penso alle nomine che abbiamo fatto: De Scalzi all’Eni, Starace all’Enel e Moretti a Finmeccanica. La vera accusa che mi si dovrebbe rivolgere non è di avere messo i miei al governo, ma di non averli messi nel partito

Matteo Renzi
(15/05/2015)

Io Per la serie: vieni avanti cretino, che a noi già viene da ridere!
Deve bruciare davvero tanto la mazzata elettorale che ha schiantato le magnifiche sorti progressive di questo arrogante sbruffone da strapazzo, rotolato dalla provincia con furore, proprio grazie alla farsa di quelle “primarie” che ha usato fintanto gli sono tornate utili, ed ora che ha occupato la poltrona intende eliminare. Elmetto in testa, lancia (spezzata) in resta e avanti a tutta destra, il Matteo furioso parte alla carica che non ha ancora finito di spalmarsi la vaselina, in una di quelle rodomontate, con cui i bulletti feriti nell’orgoglio di solito vanno a schiantarsi Renzi il ducetto (by Edoardo Baraldi)definitivamente sotto una gragnola di ceffoni. È il ritorno del ducetto da tre soldi, più che mai pesto nella sua ira funesta senza più cantori, lungo la parabola tutta in discesa dell’alquanto ammaccato Rottamatore avviato alla demolizione precoce, nella sceneggiata smargiassa del cialtrone che si crede Telemaco ed al massimo può scimmiottare Mr Bean, per di più parodiato in versione iper-stronza.
renzi-beanOramai sembra una macchietta comica: un Pinotto senza il suo Gianni, che fa la faccia feroce e mostra i denti, come un cane bastonato che abbaia alla luna, ringhiando sul suo piccolo trono di spade spuntate, con l’enorme sederone a prova di rimozione saldamente incastonato tra i braccioli del suo regale seggiolone, mentre grida “Io sono il re!”.

È l’omuncolo nell’alto castello, che gioca al piccolo dittatorello the man in the high castlenel suo regno fatato di bubbole seriali, ridotto com’è ad un cinghialotto allo spiedo per rosolatura a fuoco lento. E in attesa della giusta cottura, al Porchetta in orbace, mentre si nasconde dietro l’ombra di un O’Banana avviato al tramonto, proprio non gli riesce di condire le sue smargiassate senza offendere qualcuno: se la prende con nullità assolute come Clemente Mastella e come tutti i vigliacchi insulta i morti, maramaldeggiando gratuitamente contro un Giancarlo Pajetta che se fosse ancora in vita lo prenderebbe a calci in culo da Roma fino all’Arno, insieme a tutta la corte di chierichetti democristiani con cui ha infeudato il sempre più osceno partito bestemmia. Partito che si vorrebbe ancor più liquido, come una scarica di diarrea in un attacco incontrollato di dissenteria, che finirà col prosciugare questo ributtante comitato d’affari ad uso personale, tra spruzzi di smart-city e big-data e tutte le altre puttanate assortite, che infarciscono la scheda di programmazione di questo prodotto già fallito da laboratorio confindustriale.

Essere o non essereEssere o non essere

E pensa alle nomine fatte, l’inzeppata di straordinari talenti dai Filippo Taddei, ai Gutgeld, ai Gozi, ai Luca Lotti… e tutta l’infiorata degli amichetti della parrochietta che costituiscono l’orripilante cricca di potere del Giglio Magico fiorentino. Almeno fino a quando continueranno a girare le rotelle del giocattolo meccanico, che muove la giostra del renzismo e che gira sempre più vorticosa su se stessa, pur rimanendo sempre ferma nello stesso posto.
Criceto sulla ruotaCi sono cadute epocali e terribili, altre che si consumano in fretta col fragore di un peto. A conti fatti, non ne resta altro che l’olezzo destinato (e per fortuna!) ad evaporare in fretta, con tutta l’inconsistenza gassosa dei palloni gonfiati.
keep-calm-and-vaffanculoAl Bambino Matteo prescriviamo una bella camomilla, onde sbollire in fretta gli ardenti spiriti della sconfitta, e a letto senza cena!

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(57) Cazzata o Stronzata?

Posted in Zì Baldone with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 1 dicembre 2013 by Sendivogius

Classifica NOVEMBRE 2013”

Barbie hardcore - Art of Mariel Clayton La situazione è grave ma non è seria.
Altrimenti dovremmo preoccuparci davvero:
Il papi nazionale che dispensa la propria benedizione urbi et orbi dal balcone di casa sua, mentre travestito da papa nero si avvia mesto al tramonto, come un pontefice decaduto, tra baciamano e maddalene addolorate, seguito dai freaks del suo personale Circo Barnum…
Beppe Grillo che oramai sembra una nazi-parodia demente del führer, tanto non riesce più ad articolare due parole senza plagiare abbondanti stralci dal “Mein Kampf”, quanto è intento a contare i suoi Followers radunati nel V-fanclub per la consueta celebrazione dei “minuti d’odio” della setta pentastellata.
Ma un pensierino corre rapido e fugace anche a quell’avvilente protesi democristiana chiamata PD, sedicente partito della “sinistra” (forse in un’altra epoca) istituzionalizzata, che ha abdicato ormai da tempo ad ogni funzione sociale, per inseguire i feticci della governabilità ad oltranza;

«Negli ultimi vent’anni, il PDS-PD è stato al governo letteralmente con chiunque, passando con disinvoltura da Bertinotti a Cossiga, da Di Pietro a Mastella, da Pecoraro Scanio a Gasparri, dalla Binetti alla Santanchè. Coalizioni, larghe intese, governi tecnici, di transizione, d’emergenza, di salvezza nazionale, il PD non ne schifa nessuno.»

 Alessandra Daniele
 Show must go on
 (28/10/2013)

Col brillante risultato, in nome della sacra “stabilità”, di abbracciare i dogmi del tecno-monetarismo, percorrendo il sentiero (a senso unico) del Rigore, tanto da ridursi a mero esecutore di “compiti a casa” sotto dettatura altrui.
Attualmente, il partito bestemmia è impegnato come suo solito a massacrarsi al suo interno in quelle farsa d’importazione (le americanate piacciono!) che sono le “primarie”: giocare alle finte elezioni fatte in casa, per arrivare esausti a quelle vere e matematicamente “non-vincerle”, senza realizzare un solo punto riportato nei chilometrici programmi elettorali, che il partito presenta ad ogni tornata e sistematicamente disattende fino all’ultima riga.
È davvero divertente ascoltare il tenero Gianni Cuperlo, l’embrione tenuto in provetta per oltre un ventennio nei laboratori di clonazione dalemiana, scongelato per bloccare l’ascesa del gianburrasca fiorentino, mentre accusa il suo ‘competitore’ di voler abolire l’Articolo 18, difendere la famigerata Riforma Fornero, e al contempo di essere troppo “democristiano”. Forse qualcuno dovrebbe informare il buon Gianni, che nei fatti l’Articolo 18 è già stato abolito proprio coi voti determinanti del “partito serio e responsabile”. Trattasi di quello stesso partito che al contempo approvò all’unanimità la controriforma Fornero, reputata intoccabile dall’attuale governo doroteo del Nipote di Gianni Letta: quell’Enrico cresciuto politicamente tra le fila della DC e le stanze del Conte Zio, che attualmente gode del sostegno incondizionato dei diversamente dalemiani, uniti nella santa alleanza con Alfano-Formigoni-Cicchitto, e che in virtù di sì formidabile esperienza di governo pensano di ricandidarlo premier alle prossime elezioni.
Dinanzi ad una simile oscenità, morale prima ancora che materiale, il blairismo fighetto e ruffianamente ammiccante del Bambino Matteo sembra davvero essere il male minore.
In compenso c’è il M5S: utile come una raffica di peti in un ascensore bloccato tra due piani il giorno di ferragosto. A Grillo ed ai petulanti cagnetti della sua cucciolata complimenti vivissimi (e sentite condoglianze), per la quarta scoppola consecutiva in sette mesi, incassata dopo le trionfali elezioni amministrative e regionali, passando per Friuli e Trentino.
Tristezza infinita (e lo diciamo senza alcuna ironia) proviamo invece per il desolante declino di Dario Fo, da grande artista a deprimente spalla comica, ridotto com’è a fare da squallido predellino agli insulsi comizietti della banda Grillo-Casaleggio.

  Hit Parade del mese:

Coglione del Mese01. Supercazzola a destra con scappellamento a sinistra

[13 Nov.] «Sulla legge elettorale, noi abbiamo proposto un sistema diverso: lo spagnolo elvetico, un proporzionale di liste piccole e il conteggio dei voti con metodo D’Hondt alla Camera e quello belga al Senato.»
 (Nicola Morra, il Supercazzolaro)

02 - Sirena02. HO VISTO LE SIRENE

[02 Nov.] «Prove schiaccianti! Sei scienziati che stavano facendo studi l’hanno vista, ma il NOOA nega tutto, gli sequestra il materiale e li caccia via!! Perché? Di cos’hanno paura? Perché non ammettere un fatto tanto evidente? Perché dire a scienziati che sono dei bugiardi? Perché fare un blitz a mo di Man in Black e portare via tutti i documenti? Pensiamo di essere gli unici nell’ universo, ma non siamo nemmeno unici sulla terra. Forse abbiamo paura di questo?»
 (Tatiana Basilio, laurea a 5 stelle)

03 - Lapo03. MERITOCRAZIA

[08 Nov.] «Voglio un paese dove viene premiato chi ha le capacità e non chi è amico di, fratello di o figlio di»
 (Lapo Elkann, figlio di nessuno)

04 - Mi scappa la cacca!04. SONDERKOMMANDO

[06 Nov.] «I miei figli dicono di sentirsi come dovevano sentirsi le famiglie ebree in Germania durante la dittatura di Hitler»
  (Silvio Berlusconi, la Vittima)

05 - Ciuccio05. PATRIMONIO MONDIALE DELL’ILARITÀ

[28 Nov.] «Silvio, ed è la cosa che mi ha fatto innamorare di lui, non è nato per stare solo, per godersi le ricchezze. È contro la sua natura. Per lui la politica è la forma della sua donazione agli altri. Anche quando pensava di mettersene fuori e stava costruendo ospedali per i bambini in Africa, un’università per educare i giovani alla politica della libertà e poi il suo Milan. Con la decisione di oggi pensano di cancellarlo. Invece lo riconsegnano alla lotta per la libertà»
 (Francesca Pascale, The Bride)

05b - Francesca Pascale05.bis LA TRAGEDIA DI UN UOMO RIDICOLO

[28 Nov.] «Faccio appello a Papa Francesco: mi riceva e ascolti la tragedia di Silvio!»
 (Francesca Pascale, O’ Calipp)

06 - Lara Comi06. ALLUVIONE IN SARDEGNA

[21 Nov.] «I cittadini devono essere i primi a rispettare la legge! Ma come si fa a rifugiarsi in uno scantinato? Ma le sembra il caso? Quelli dovevano salire! Qui manca l’educazione. Come uno che durante un terremoto va in ascensore, manca l’abc»
 (Lara Comi, l’Educata)

07 - Cicchitto07. UN UOMO DA MARCIAPIEDE

[18 Nov.] «Io vivrei solamente nel Palazzo, senza contatti con la gente? Guardi, è una vita che io batto i marciapiedi!»
 (Fabrizio Cicchitto, il Peripatetico)

08 - Biancofiore08. DONNE DELLA LIBERTÀ

[27 Nov.] «La stragrande maggioranza delle donne quando vede un uomo ricco e potente gli si butta tra le braccia, non facciamo bigottismo»
 (Michaela Biancofiore, l’Inimitabile)

09 - Micciché09. LA FAME

[17 Nov.] «Quanto prendo per stare al governo? Bah! Robetta: 3.000 e qualcosa al mese; non ci si campa!»
  (Gianfranco Micciché, Sottosegretario delle Laide Intese)

10 - Nocera10. MACHO NAPOLETANO

[25 Nov.] «Essendo un Consiglio regionale, forse il primo in Italia per presenza femminile, con quindici consigliere donne, sette solo nel nostro gruppo, si cade sulla stanchezza. E, quindi, qualche volta capita che non abbiamo la maggioranza»
 (Gennaro Nocera, Consigliere PDL)

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AMARCORD

Posted in A volte ritornano, Stupor Mundi with tags , , , , , , , , , , , , , , , on 5 dicembre 2012 by Sendivogius

TUTTO TUTTO NIENTE NIENTE

Uno spot elettorale ha sempre una componente imbarazzante, soprattutto per chi presta la propria faccia alla farsesca sceneggiata e subito dopo se ne pente, confidando invano nell’oblio… Sono come le immagini compromettenti, imprudentemente postate in rete: prima o poi rispuntano sempre fuori. Ne esiste persino una raccolta storica, con tanto di archivio tematico [QUI]: se amate il trash più estremo, guardateveli! Sono una roba devastante. E meditate sull’uso che avete fatto del vostro voto.
Sostanzialmente, sono monumenti a peritura memoria, (s)consacrati alla minchioneria politica di uomini (donne) e candidati allo sbaraglio, nell’arena girevole del kitsch elettorale.
Come sempre, la realtà supera anche le migliori finzioni. E quasi mai è un bene.
Le vere primarie Il M5S, nell’ingenuità dei neofiti, non fa eccezioni e nella sua pretesa di cambiamenti epocali finisce col riciclare strumenti di propaganda vecchissimi, con risultati non proprio eccelsi… In questa prospettiva, i profili dei candidati alle cosiddette “parlamentarie” (le primarie del M5S), presentati in rete con tanto di filmino amatoriale, sono qualcosa di imperdibile (o quasi)… Non raggiungono l’esilaranza comica dei casting del Grande Fratello, ma lo straniante effetto demenziale è lo stesso. Ed è ancor più riuscito, perché involontario.
Tra i 1.400 candidati alle “parlamentarie” del M5S spicca l’assenza quasi totale di donne. In compenso, abbondano le profusioni di fedeltà a ‘Beppe’ e la ripetizione compulsiva degli slogan del MoVimento, che si presuppone i votanti già conoscano.
Qualche profilo interessante indubbiamente c’è… Non vi diciamo quale. Per il resto, sono un concentrato di ovvietà e di improvvisazioni da far tenerezza, quando non si ride di gusto.
Sono una mamma… Sono felicemente sposato… Ho uno, due, cinque figli… (e sti caxxi, no?!?)
Tra i requisiti fondamentali di questi aspiranti legislatori, che vorrebbero spazzar via la “la casta” (auguri!), vengono rivendicati con orgoglio:

– Leggere con assiduità il blog di Beppe Grillo (fin dal 2009!)
– Aver creato loro stessi un blog (mei cojoni!)
– Aver partecipato al V-Day (1 e 2), nonché alla Woodstock 5 Stelle
– Aver aderito a un qualche meet-up, diffondendo i proclami di Beppe su facebook

feisbuk

E tanto basta!
La carrellata (quasi) completa dei fenomeni la trovate QUI, nel pieno fulgore delle loro declamazioni oratorie.
Si vota rispettando gli orari di ufficio della Casaleggio Associati, che gestisce server e software e sito e votazioni delle “parlamentarie”. Non sono previsti “garanti”, né modalità di certificazione o verifica dello sfoglio elettorale. È la famosa trasparenza a 5 stelle.
Al contempo, sono escluse domande, contraddittori, e qualsiasi forma di incontro pubblico coi candidati, che sono scelti esclusivamente tra i trombati delle precedenti tornate elettorali e possono interagire con i loro potenziali elettori (tutti rigidamente iscritti al MoVimento), nell’unica forma evidentemente consona agli adepti del grillismo militante: il monologo autoreferenziale.
VGettonatissima per le location improvvisate è la presenza del mascherone sorridente di Guy Fawkes, con l’immancabile richiamo a V per Vendetta. Ovviamente si tratta della mediocre versione cinematografica e non certo della ben più feroce e complessa graphic novel di Alan Moore, da cui il film è tratto.
Nel complesso, è forte la prevalenza di sinistrati in cerca di Autore (o padrone).
Sarà l’emozione; sarà la poca dimestichezza con le telecamerine, che si pretende però di puntare contro la faccia di chiunque altro, ma a visionare le centinaia di filmini da autodidatta la sensazione prevalente è quella di trovarsi dinanzi ad un deprimente concentrato di nerds e di sfigati, come è difficile trovarne perfino negli imbarazzanti casi umani che dimorano abitualmente in certe sezioni di partito.
C’è quello che osserva con fissità bovina l’obiettivo della telecamera… l’altro che invece non riesce a stare fermo per due secondi di fila.
C’è quello che se ne sta irrigidito sul divano di casa, come un pugile suonato a bordo ring… E chi invece se ne rimane quasi rannicchiato in cantuccio, tutto rattrappito, temendo quasi di disturbare.
C’è il Piacione
C’è quello che osserva l’Infinito e non riesce a fissare l’obiettivo, manco se glielo punti in faccia [QUI]
C’è quello che si fa intervistare dal figlio, mentre legge il canovaccio sul ‘gobbo’ [QUI]
C’è l’Imbavagliato che parla per cartelli. E bisogna dire che (non) ci mancava un po’ di colore in Parlamento.
C’è il piccolo professionista di provincia, che magari dice cose degnissime, ma lo fa con una flemma esasperante, dai processi di attivazione rallentati [QUI].
C’è il Pendolo, nonché macchietta comica che sembra uscita da una sceneggiatura di Verdone…

La somiglianza con la folla di anonimi esauriti che chiunque, almeno una volta nella vita, ha avuto la ventura di incontrare su un autobus è forte:

E d’altra parte delle anonime “parlamentarie”, pochissimo pubblicizzate, non si parla nemmeno sul blog del Profeta: troppo concentrato com’è con le solite contumelie anti-sistema e sopratutto troppo impegnato nella sua personalissima guerra contro il Partito Democratico, sostanzialmente colpevole di non essersi sciolto nel calderone del grillismo, come avvenuto per l’IdV dello sprovveduto Antonio Di Pietro che a forza di corteggiare Grillo ne è finito fagocitato.
È curioso che il PDmenoElle, con la sua organizzazione così obsoleta e arcaica da ‘vecchia politica’, sia riuscito a mobilitare per le sue “primarie” qualcosa come quattro milioni di elettori (senza chieder loro l’iscrizione al partito), che si sono mossi fisicamente per mettersi pazientemente in fila ai seggi improvvisati, mentre l’alfiere della Democrazia 2.0 con la sua rete del futuro ha racimolato appena 100.000 iscrizioni alle votazioni per le “parlamentarie”, tra gli aderenti al suo sedicente MoVimento. Tant’è la sensibilità democratica, che ai grillini risulta difficile persino completare un’iscrizione on line, senza nemmeno dover spostare le natiche dal proprio salotto. Molto meglio continuare a postare insulti anonimi, contro chiunque osi pronunciare il nome del Grillo invano, con insufflate di basta! e vergogna! e vaffanculo! che fanno tanto gggente inkazzata.
3.900.000 di votanti vs 100.000 (scarsi): la differenza che separa un successo da un flop; il divario che intercorre tra partecipazione democratica e propaganda populista…
Alla seconda, di solito basta un tribuno ambizioso, con una dose in eccesso di narcisismo, ed una folla sensibile ai facili entusiasmi. E alla pagliacciate.
I 2 TonniCon pochi ritocchi, la strategia è la stessa di sempre: l’attesa spasmodica del Conducator; il pathos costruito dell’uomo della provvidenza, che tutto promette e quasi nulla risolve; le aspettative della folla, pronte ad esplodere in entusiasmo collettivo; un po’ di machismo, culto della gioventù e dell’energia fisica esibita dal risolutore, contro le logore forze decadenti delle vecchie cariatidi demo-pluto-massoniche

“Per tenermi in forma correrò davanti al camper per qualche chilometro tutti i giorni, come Forrest Gump. Chi vuole potrà correre con me.”

L’effetto amarcord, che tanto piace all’italiano medio, è assicurato.

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(45) Cazzata o Stronzata?

Posted in Zì Baldone with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 30 novembre 2012 by Sendivogius

Classifica NOVEMBRE 2012

 Dopo Monti c’è solo Monti… Ce lo chiede l’Europa… Fare i compiti a casa… Finire come la Greeeeciaahh… Pensiamo ai ggggiovani… La Crescita c’è ma non si vede… La Crisi è finita… La Ripresa comincerà a metà del 2013… Continuare l’Agenda Monti… Cresci Italia… Salva Italia… Sviluppa Italia… FOTTI ITALIA!
C’è da chiedersi chi mai sia lo spacciatore di fiducia di questi austeri fattoni in overdose techno-mode, dopo i savage party dei bunga-bunga house.
Dopo il Cazzaro scollacciato in versione nana, abbiamo la variante ‘sobria’… La differenza è che il primo raccontava le barzellette zozze ai vertici internazionali; invece il secondo sembra perennemente sotto carica, mentre articola suoni meccanici utilizzando la batteria di riserva.
Sono i tempi dell’austerità per decreto, con la partecipazione straordinaria del Monitore dall’alto del Colle. Tutto ciò che ai tempi del Pornonano era tabù e ad ogni spiffero faceva gridare le anime candide dell’opposizione responsabile all’emergenza democratica (al Lupo! Al Lupo!) è diventata prassi ordinaria di governo, senza che si levi più il minimo sussurro. Il risultato è eccezionale. Il Governo Monti è riuscito ad ottenere in pochi mesi, ciò che al povero Silvione non era riuscito di fare in 20 anni di indefessa attività politica: l’abolizione dell’art.18 con la libertà di licenziamento senza giusta causa; la cancellazione dei contratti collettivi di lavoro; il totale isolamento della CGIL; la distruzione della Scuola pubblica; il manganellamento indiscriminato di ogni oppositore, con la proposta di leggi speciali che limitino la libertà di partecipazione; la stesura di una legge liberticida contro la libera informazione; la deroga ai limiti della costituzionalità delle normative dello Stato; l’accentramento quasi esclusivo delle funzioni legislative, da parte dell’esecutivo; l’abuso istituzionalizzato della decretazione d’urgenza; lo svuotamento delle prerogative parlamentari, attraverso il ricorso spropositato al voto di fiducia; l’eliminazione di ogni politica sociale, in nome del liberismo più estremo… E, per concludere in bellezza, lo smantellamento progressivo del Servizio Sanitario nazionale.
Forse qualcuno dovrebbe spiegare alla dirigenza del povero Partito Democratico in drammatica crisi di identità, che attualmente sta appoggiando (insieme ai vari Cicchitto e i Gasparri) un governo di destra, di ultra-liberisti neo-monetaristi, composto quasi esclusivamente da ex consulenti ed ex sottosegretari dell’esecrato Governo Berlusconi, dal quale in massima parte il prof. Monti ha ereditato la famosa “agenda”…
Il contorno, se possibile, è anche peggio… Da segnalare: la discesa in campo di un’altra mezza dozzina di miliardari, come se uno non avesse già fatto danni a sufficienza.
E poi c’è il Celeste che fotografa gli UFO, durante la sua trasferta francese; siamo agli incontri ravvicinati del III tipo: Formigoni giganti dallo spazio profondo invadono Parigi
Per non parlare del finto rapimento del ragionier Spinelli, addetto al pagamento delle marchette pro domine
In compenso ci sono le “primarie”! Dalle Non-Primarie del PdL, alle Ultimarie del PD, con il bambino Matteo che pretende di farsi eleggere coi voti dei berlusconiani in incognito.
Ovviamente Beppe Grillo, col suo marchio di proprietà (M5S), rilasciato su concessione in franchising, non ha di questi problemi: decide tutto lui (al massimo evoca lo spirito del Casaleggio), mentre gli adepti della setta preparano i casting per la campagna promozionale interna.
È interessante constatare come, dopo mesi di flatulenze rivoluzzzionarie, ad eccezione dei latrati rabbiosi del tribuno ligure e della sua cucciolata ringhiosa di piccolo borghesi dalle pulsioni criptofasciste, che si abbevera confusamente al sito vendite del Profeta, il sedicente M5S sia totalmente ASSENTE ovunque vi sia una protesta sociale vera: dalla Scuola alla Sanità, dall’ILVA alla FIAT, dall’ALCOA al SULCIS, dai licenziati dell’Almaviva alle operaie cassaintegrate della OMSA… In compenso, Giancarlo Cancellieri, l’apostolo della rivoluzione in Sicilia, ha scoperto l’incredibile scandalo del listino prezzi al bar del Palazzo dei Normanni! Chissà cosa accadrà quando apprenderà dell’esistenza di quella strana ‘cosa’ chiamata mafia..!
Per le prossime elezioni politiche, insieme ai cialtroni che non mancano mai, tra le offerte più gettonate, ad eccezione del  ritorno del Fronte dell’Uomo Qualunque, e della sopravvivenza dei nazi-padani della Lega, smarrita ogni opposizione e velleità di cambiamento, abbiamo un unico programma di governo, scritto tra Berlino e Bruxelles (il Programma B.B), e il ritorno della Democrazia Cristiana in forma tripartita: democristiani di osservanza andreottiana (PdL); democristiani di osservanza forlaniana (UdC); democristiani di osservanza morotea (PD).

“Only the Paracul Survive”

 di Alessandra Daniele
 (19/11/12)

 Dopo alluvioni e uragani, è apparso un nuovo inquietante fenomeno climatico: piovono lacrimogeni.
La catastrofe incombe, come sopravvivere? Possiamo imparare dalla specie che in tutta la nostra Storia se n’è dimostrata più capace, ben oltre i limiti dell’umano: i democristiani. Originari del Cristocene, ma de-evoluti nella forma attuale durante il Giuliassico (Andreottiano) sono stati erroneamente considerati a rischio estinzione dopo la glaciazione di Tangentopoli, ma sono riusciti, anche assimilando altre specie, a tornare al vertice della catena alimentare della politica italiana. Oggi, vent’anni dopo la morte presunta della DC di Forlani, di fatto un democristiano è Presidente del Consiglio, forse a vita; il vice di Forlani ha il voto decisivo sulle riforme; e la leadership della ricostituita DC, partito di maggioranza relativa, è contesa fra il democristiano d’allevamento Renzi, e Papa Bersani XXIII.
Quali sono le regole per riuscire a sopravvivere a tutto, e a risalire di corsa in cima alla dispensa, come solo i democristiani sanno fare? Vediamone alcune:
– Accumulare risorse
Procurarsele non basta: mentre altri le sperperano in ostriche, puttane, e videopoker, un vero democristiano sa come risparmiarle e farle fruttare. Anche quando si concede una vacanza esotica, fa in modo che gli sia pagata da altri.
– Saper adoperare qualsiasi cosa come arma
Per la maggior parte di noi non è facile usare un’arma contro un nostro simile. Per la maggior parte dei democristiani è facilissimo anche usare noi come armi contro i nostri simili. Tutte le volte che spingono una categoria contro l’altra ugualmente sfruttata, discriminata, tartassata da stangate che mai toccano le loro risorse.
– Adattarsi e mimetizzarsi
L’esplosione della vecchia DC ha emanato una micidiale ondata di democristiani che sono schizzati a ficcarsi ovunque come i frammenti d’una bomba, comportandosi all’inizio come quelle schegge di plastica concepite apposta per non essere individuate ai raggi X. A seconda del gruppo in cui s’erano infilati, si sono finti riformisti, liberisti, federalisti da sempre. Così, non sono stati rimossi in tempo.
– Insediarsi e assimilare
Appena acquistato il minimo di potere necessario, i democristiani hanno ricominciato a comportarsi come le cellule della Cosa – The Thing – assimilando, e trasformando ogni partito nel quale si trovavano in una copia della DC. Corrotta, clericale, classista, in balia delle lotte fra correnti: tutta la politica parlamentare italiana è oggi un’unica Democrazia Cristiana, alla collettiva ricerca d’una legge elettorale che le consenta di rimanere tutta al governo per sempre, tenendone lontano il M5S.
Finché non l’avranno assimilato.

Nota: «La notizia più grave del giorno è il ritiro di Mussolini dal potere. L’accolgo con molta calma. Il gesto del Duce lo credo atto di saggezza, che gli fa onore. No, io non getterò pietre contro di lui. Anche per lui sic transit gloria mundi. Ma il gran bene che lui ha fatto all’Italia resta» – Papa Giovanni XXIII (allora arcivescovo Roncalli) citato da Pierluigi Bersani come suo maestro Jedi di riferimento.

Hit Parade del mese:

01. POTEVA ANDARE PEGGIO…

[20 Nov.] «L’OCSE recentemente ha stimato che le riforme messe in campo contribuiranno a una crescita di 4 punti percentuali sul Pil nei prossimi 10 anni»
  (Mario Monti, l’austero cazzaro)

02. PIÙ PIL(U) PER TUTTI

[11 Nov.] «L’andamento del PIL in Italia sarà del meno 2,4% o meno 2,3% quest’anno e meno dello 0.2% [0,5% – 0,8% n.d.r.] o addirittura in pareggio nel 2013.
Il segno meno permane in tutti e due gli anni considerati, ma tra l’uno e l’altro si registra un miglioramento di te punti che significa un aumento di circa il 50% di PIL non sono la luce?
A me sembrano considerazioni elementari»
 (Eugenio Scalfari, elementare Watson!)

03. LA BUONA POLITICA

[28 Nov.] «Voglio spiegare ai ragazzi la buona politica, come ci si muove, come trattare»
  (Domenico Scilipoti, il Mentore)

04. EMERGENZA SOCIALE

[15 Nov.] «Ma cosa dovrebbe fare un parlamentare che a 40 anni, dopo due legislature, non può più candidarsi? L’esodato di Stato? Ci vorrebbe un’indennità di reinserimento, mentre cerca lavoro»
 (Giuliano Amato, il Compassionevole)

05. BONJOUR FINESSE!

[02 Nov.] «Polizia e carabinieri votano tutti per noi: mi dicono che hanno due coglioni gonfi così di portare i politici a fare la spesa, accompagnarli ai concerti o a scopare le loro fighette»
  (Beppe Grillo, il Fogna)

06. BUNGA-BUNGA!!!

[13 Nov.] «Ma quale crisi!? Sono passata davanti ad un famoso bar di Roma alle 10 del mattino, ed era pieno di gente che si faceva cornetto e cappuccino! Se ci fosse davvero tutta ‘sta povertà!»
 (Michaela Biancofiore, la MarieAntoiniette del cappuccino)

07. Primarie PDL (I)

[18 Nov.] «Le primarie del Pdl saranno un evento storico non perché saranno le prime nella storia del nostro movimento, ma perché dovranno scegliere il successore di Berlusconi.»
 (Silvio Berlusconi, Belli Capelli)

07.bis Primarie PDL (II)

[23 Nov.] «Se alla primarie del PdL ci sono indagati non mi candido»
 (Angelino Alfano, l’Immacolato)

07.ter Primarie PDL (III)

[08 Nov.] «Andrò alle convention delle primarie Pdl per spiegare agli italiani cosa votare. Gli italiani devono imparare a votare»
 (Silvio Berlusconi, il Pedagogico)

08. ANCHE I POVERI RIDONO

[10 Nov.] «Farei una patrimoniale per chi ha più di 10 milioni di euro patrimonio. Non perché ‘anche i ricchi piangono’, ma perché anche i ricchi devono fare vedere che intendono farsi parte attiva del risanamento e avere la legittimazione morale. La patrimoniale la vogliono i ricchi»
 (Giampiero Samorì, l’Aspirante)

08.bis FRESH & SHIT

[27 Nov.] «Forza Italia evoca freschezza e ricambio. Ci sarà tutta la Berlusconi generation»
  (Michaela Biancofiore, la Papigirl)

09. COPYRIGHT

[07 Nov.] «Non voglio dire che i democratici americani hanno copiato le parole del mio movimento, “Avanti Insieme”, ma sono proprio le formule usate da Obama … “avanti” e “insieme” … e questo è indicativo»
 (Giulio Tremonti, Maitre a Penser)

10. LE IDEE CHIARE

[01 Nov.] «Lei sta facendo un danno a Berlusconi con quello che dice, non gli sta facendo un favore! Ma per chi lavora lei? È pagato dal PD o da Berlusconi?»
 (Maria Stella Gelmini, la Maestrina)

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