Archivio per Preti pedofili

L’ORRENDO PECCATO

Posted in Kulturkampf, Masters of Universe with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 12 aprile 2010 by Sendivogius

Esistono aberrazioni sulle quali non si deve più tacere. Ci sono situazioni di intollerabile abominio, che richiedono una condanna assoluta e l’immediato intervento delle autorità giudiziarie, senza remora alcuna, per porre fine all’immonda pratica con punizioni esemplari. Non si può restare indifferenti, in un colpevole silenzio, mentre simili mostri (fuori dal consesso umano e divino) continuano ad insidiare i nostri figli, a corrompere l’innocenza dell’infanzia, a circuire la meglio gioventù, nella sicurezza della totale impunità!
È ora di dire BASTA ad un simile scempio!!! È una vergogna abnorme, troppo spesso sottaciuta grazie ad inconfessabili complicità.
Troppo a lungo la Chiesa ha persistito in un indulgente torpore, sottacendo la gravità dei fatti…
Dinanzi al fenomeno, tanto perverso quanto diffuso, anche all’interno della cattolicità si è levata alfine una voce forte e implacabile, per spezzare questa indolente coltre di omertà senza falsi pudori. Si tratta della coraggiosa denuncia lanciata dalla pia redazione di
pontifex.roma.it, “il blog di apologetica e news cattoliche”: irrinunciabile punto d’incontro virtuale per il vero cristiano militante.

«Cari lettori ed amici, come possiamo non imputare questo abominio al demonio?
(…) È inutile nascondersi dietro un finto buonismo ed una apparente tolleranza cristiana, questa perversa pratica è voluta dal Maligno, allontana l’umanità dalla verità e genera perversione e disgusto. Ostentare, peraltro, delle posizioni moralmente e sessualmente errate, induce il popolo mentalmente debole e, in special modo i giovanissimi, a cadere in forti errori…
Questo è sbagliato, moralmente scorretto e l’Ordine dei Medici, degli Psichiatri, la CEI, la Congregazione per la Dottrina della Fede, il telefono Azzurro e tutti gli organi preposti alla tutela dei minori, dovrebbero denunciare quotidianamente queste posizioni.
E’ moralmente ingiusto e scorretto indurre i giovanissimi al peccato e promuovere nelle loro menti una finta idea di normalità, è forviante, deviante, anti cristiano ed è reato.!!!!»
(Pontifex.roma; 12/04/2010)

Sono queste le infuocate parole di Carlo Di Pietro, illuminato editorialista della rivista on line, che al colmo di una ingiusta indignazione non riesce a trattenere oltre il suo sdegno, ribadendo l’invocazione ad un’appropriata azione repressiva:è un grave reato! Intervenga la magistratura.
Nel suo lungo editoriale, il redattore ci tiene a sottolineare (a scanso di equivoci maliziosi) come le somme gerarchie ecclesiastiche non abbiano mai sottovalutato il problema, in un profluvio di citazioni canoniche, tra le quali si distingue quella del massimo pontefice:

«Ritengo, pertanto, inutile e diplomatico parlare di questo argomento in modo pacato e cercarne delle inesistenti, quanto diaboliche, giustificazioni; mi limiterò a riportare i moniti di Dio, giunti a noi mediante la Sacra Scrittura, le denunce fatte dai Padri della Santa Romana Chiesa e le considerazioni pastorali del nostro saggio e santo Papa.
1° ottobre 1986 Roma, dalla Sede della Congregazione per la Dottrina della Fede, il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, approvò la seguente lettera: “Il problema (…) è divenuto, sempre più, oggetto di pubblico dibattito, anche in ambienti cattolici. In questa discussione vengono spesso proposte argomentazioni ed espresse posizioni non conformi con l’insegnamento della Chiesa Cattolica, destando una giusta preoccupazione in tutti coloro che sono impegnati nel ministero pastorale. Di conseguenza questa Congregazione ha ritenuto il problema così grave e diffuso da giustificare la presente Lettera, indirizzata a tutti i Vescovi della Chiesa Cattolica (…) Tale pratica sta minacciando seriamente la vita e il benessere di un gran numero di persone, i fautori di questa tendenza non desistono dalla loro azione e rifiutano di prendere in considerazione le proporzioni del rischio, che vi è implicato. La Chiesa non può non preoccuparsi di tutto questo e pertanto mantiene ferma la sua chiara posizione al riguardo, che non può essere modificata sotto la pressione della legislazione civile o della moda del momento.”»

Naturalmente, il problema a cui ci si riferisce con tanta veemenza, e che desta così grandi preoccupazioni, non è certo il chiacchiericcio legato allo ‘scandalo’ PEDOFILIA. Gli strali dei crucesignati del nuovo millennio non sono mica per gli abusi e le violenze sessuali su bambini, perpetrati da religiosi all’interno di scuole cattoliche e strutture ecclesiastiche; né riguardano i sistematici insabbiamenti del reato. Né la reiterazione del medesimo o la gravità dell’atto. Né la sistematica sottrazione del colpevole alla giustizia civile. Meno che mai si accenna allo sforzo profuso dai collegi pontifici nel coprire piuttosto che denunciare, limitandosi a spostare altrove il pedofilo di turno. O tutt’al più promuoverlo vescovo.
No, l’urlo di dolore della Chiesa che soffre si leva in ben altra direzione, tramite i meccanismi della proiezione assolutoria, propri della dissociazione mentale e tanto cari a certa psicologia clinica…

L’aberrazione criminale contro la quale si invoca la pubblica repressione è la piaga sociale dell’omosessualità: sono le orde di froci, sfuggiti alle salutari tenaglie arroventate del carnefice ed ai roghi dell’Inquisizione, cheattentano al genere umano e mirano all’estinzione della razza umana(!!!)


È questo un reato ignobile, che grida vendetta al cospetto di Dio:

“Adesso basta: gli omosessuali devono smetterla di discriminare gli eterosessuali. Diffondo idee sbagliate ed inducono i giovani all’errore. Parla la Dottrina, la Medicina e la Cronaca. Vanno denunciati!”

(L’articolo completo lo trovate QUI.Se aprite il link, mi raccomando, attivate l’audio!)

A dire il vero, la “Cronaca” parla di ben altro… La “Dottrina” non ha evidenza empirica; è mera speculazione teologica, che dovrebbe essere priva di effetti vincolanti per i non osservanti. In quanto alla “Medicina”, per gli invasati di pontifex sono sufficienti le dichiarazioni del prof. Francesco Bruno: il criminologo da salotto, ospite fisso nel ‘Porta a Porta’ di Bruno Vespa, e non vendibile separatamente dal modellino della villetta di Cogne.
 Sembra che per l’intera redazione del giornaletto on line (assai vicino alla Curia vaticana) il tema dell’omosessualità, più che una costante, costituisca una vera ossessione… Ci sono ‘frocetti’ non dichiarati, che vivono con terrore la loro omosessualità latente e cercano di rassicurare le proprie incertezze di genere, ostentando un’omofobia estrema. È certo il caso dell’articolista Carlo Di Pietro che, giustamente allontanato dai circoli gay ai quali in segreto anela, scaglia tutto il suo livore contro la discriminazione della quale sarebbe vittima. In buona compagnia, bisognerebbe aggiungere, almeno a leggere il tenore dei commenti lasciati dai suoi più affezionati lettori:

Giusto! Siamo discriminatissi mi, ma nessuno se ne accorge! Guardate cosa hanno fatto al povero berlusconni per un veniale peccato che è stato con una donna… Non approviamo certo, anzi, il sesso è da bandire ma piuttosto che andare con degli uomi! meglio la eterosensualità! anche se con pacatezza e sentendo chiaro che lo si fa solo per procreare… Non riconosco il sesso! ppensiamo invece a santa maria goretti!

Da notare la levatura culturale (e la sanità mentale) del commentatore, che disquisisce di “eterosensualità”..! Questo è di sicuro un approccio sano e psicologicamente normale.
Chi scrive ha sempre guardato al mondo omosessuale con una distaccata indifferenza (de gustibus…) interessandosi a ben altro. L’unico disgusto è per le crociate e gli anatemi talebani di una Chiesa, che sembra ridurre le sue pastorali ad una sorta di ginecologia dello spirito: un neo-paganesimo temporale, il quale ha da tempo sostituito la Trinità col trinomio sesso-soldi-potere.

I PERFIDI GIUDEI
 Purtroppo, tra le famose cronache che pontifex.roma finge di ignorare, c’è pur sempre il problemino dei preti pedofili. Ma anche su questo argomento i Defensores verae Fidei hanno le idee chiarissime… Ce lo spiega (sempre sulle pagine di ‘Pontifex’) Monsignor Giacomo Babini, Vescovo Emerito di Grosseto, in una intervista del 09/04/2010, spiegando quali sono i veri mali da combattere:

«La Chiesa deve chiedere perdono? E per cosa?!?
Penso che sia ora di dire basta. Di perdono ne abbiamo chiesti troppi e lo facciamo anche alla messa tutti i santi giorni. Pensino a farlo gli anglicani, tanto che molti di loro hanno deciso di passare al cattolicesimo, ora mi auguro che non ci imbarchiamo una bella dose di gay.
(…) Questa è una manovra orchestrata dai nemici di sempre dei cattolicesmo, ovvero massoni ed ebrei e l’intreccio tra di loro a volte é poco facile da capire. Ritengo che sia maggiormente un attacco sionista, vista la potenza e la raffinatezza, loro non vogliono la Chiesa, ne sono nemici naturali. In fondo, storicamente parlando, i giudei sono deicidi. Ci sta poco da saltare! Le Scritture lo dicono bello chiaro. Magari lo erano in modo inconsapevole; hanno  goduto della ignavia di Pilato, certo: ma deicidi sono, il crucifige lo hanno detto loro e non altri! La loro colpa fu tanto grave che Cristo premonizzò quello che sarebbe accaduto loro con il non piangete su di me, ma sui vostri figli.»

  Monsignor Giacomo Babini, eminente esperto di storia, ci regala quindi una di quelle  perle revisioniste, che credevamo relegate nelle più infime cloache della storia, sepolta  sotto strati di letame. A tal proposito, ci sarebbe  da chiedere quanto le convinzioni di questo Babini siano isolate e circoscritte, tra le molte eminenze che si agitano  all’interno del Vaticano:

«L’olocausto fu una vergogna per la intera umanità, ma ad esso occorre guardare senza retorica e con occhi attenti. Non crediate che Hitler fosse solo pazzo. La verità é che il furore criminale nazista si scatenò per gli eccessi e le malversazioni economiche degli ebrei che strozzarono la economia tedesca. Una tanto veemente reazione si deve anche a questo, la Germania era stanca delle angherie di chi praticava tassi di interesse da usura»

Questo principe della Chiesa è un vescovo tosto, uno di quegli inquisitori che nel XVI secolo avreste probabilmente trovato a frugare tra le cosce di qualche giovane strega sotto arresto, nella ricerca del fantomatico “marchio del Diavolo”.
Soprattutto è uno che parla chiaro:

«Compito dei vescovi é parlare chiaro, sì sì, no, no. Furono deicidi e questo non lo dice Babini, lo dice il Vangelo, volete rinnegarlo o cambiarlo? Certo, per buonismo si arriva anche a questo!»

Poi, non resiste e la lingua torna a battere dove il dente duole: i gay.
Tra questi arcigni ometti vestiti con la gonna che vivono tra soli uomini, disquisendo del sesso altrui, l’omosessualità deve essere proprio una fissazione perversa:

«A loro dico che persino gli animali rispettano l’ordine della natura e loro no, da questo punto di vista meglio la regolarità degli animali (…) si tratta di un vizio osceno, una cosa che denota mancanza di equilibrio e violazione della natura»

Chiede l’intervistatore: Darebbe i sacramenti ad un gay conclamato?

«La comunione certo no. Per il funerale se dovessimo applicare il diritto canonico direi di no, ma alcune volte i parenti ti chiedono l’impossibile e pretendono una chiesa che lavora a gettone»

Insomma, basta che paghi… Un’indulgenza prezzolata non si nega a nessuno… come ai vecchi tempi!

L’ultima chicca il vescovo emerito di Grosseto ce la regala sull’omicidio di Elisa Claps, la ragazza di 16 anni assassinata e nascosta in una chiesa a Potenza.

«Certo, vi é stato un clima omertoso. Non penso che il vecchio parroco abbia ucciso la ragazza, probabilmente ha cercato di limitare lo scandalo tacendo, ma nessuno potrà mai provarlo»

Infatti basta tacere e negare anche l’evidenza; infine, far sparire i colpevoli.
Tutte specialità della casa.
All’Eccellenza (de ‘sto cazzo) facciamo notare che quello che lui chiama “scandalo” è in realtà un omicidio con occultamento di cadavere in concorso con ignoti!

Anche in questo caso, non mancano i commenti degli estimatori:

Non possiamo certo discutere con degli deicidi, i quali si permettono di criticarci… Certo Hitler ne ha fatte di cotte e di crude, ma questo non può servire come alibi per nascondere il loro peccato… hanno ucciso DIO! ricordiamocelo sempre! sempre! SOno loro che devono chiedere perdono! i “perfidi ebrei”! Qui non si può cedere nemmeno un centimetro, o saremo corrotti anche noi! Teniamo  almeno noi, che siamo i veri protettori si Santa Chiesa dagli attacchi sionisti, massoni e omosessuali che arrivano ad ogni ora! Resistere in Cristo! Altrimenti ci aspetta il fuoco eterno!

Non crediamo sia necessario aggiungere altro.

Homepage

Impenitenti

Posted in Kulturkampf, Masters of Universe with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 7 aprile 2010 by Sendivogius


“Non è vero! Non ho bloccato il caso Murphy.
Abbiamo documentato il contrario.
Basta, basta su questo argomento!”

 06/04/2010 – Mons. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano

Basta?!? Gli eminentissimi monsignori non gradiscono domande. Hanno deciso che l’argomento pedofilia è chiuso (fosse per loro, non sarebbe mai stato aperto). E se abusi ci sono stati, sono più numerosi tra i laici.

Secondo le statistiche pubblicate, la maggior parte degli abusi sui minori avvengono in famiglia.
  18/03/2010 – Mons. Francesco Todisco, vescovo di Melfi.

Il problema della pedofilia nel clero è talmente minoritario che non merita attenzione specifica, non più di quanto non vada riservata ad altre categorie sociali.
 (21/05/2002)

Questa illuminante considerazione pare appartenga invece a mons. Giuseppe Betori, attuale arcivescovo di Firenze, all’epoca segretario generale della CEI.
Insomma, così fan tutti. Ogni ulteriore insistenza in materia è una persecuzione contro la Chiesa. Perciò, basta! Discorso chiuso. Immunità per tutti. Vite violate. E rimborsi negati.
Perché l’abuso (e lo stupro) di bambini mica è uno dei reati più odiosi ed abominevoli che esista…
No, per i vertici di Santa Romana Chiesa, sembra essere poco più di una marachella da risolvere in privato, dentro le mura delle sacrestie. Poco più di un fastidioso
“chiacchiericcio”.
Ma come?
Ti promettono la dannazione eterna se non li assecondi.
Ti martellano i coglioni con la petulanza di un allarme anti-furto; sono una fabbrica a ciclo continuo di anatemi, con divieto incluso a norma di legge: e la pillola… e la revisione della Legge 194… e la famiglia fondata sul matrimonio, contro la tutela delle coppie di fatto, e contro pure il ricorso a tempi ragionevoli per conseguire un divorzio…
 Maneggiano miliardi con la disinvoltura di una holding finanziaria lussemburghese, e fuori da ogni controllo, con una rapacità che farebbe vergognare persino lo sceriffo di Nottingham: scandali finanziari a go-go, speculazioni ed investimenti immobiliari, esenzioni ICI, controllo della sanità privata, defiscalizzazioni assortite, finanziamenti pubblici alle scuole cattoliche (private)…
Battono cassa peggio di un pubblicano nell’antica Roma. E senza saziarsi mai!
Ossessionati dal sesso, si intrufolano in continuazione sotto le lenzuola altrui, e disquisiscono sul tema con la compulsività di un guardone arrapato: e come si fa… e come non si fa… e quando si fa… e niente ‘precauzioni’… e niente contraccezione (tanto ci pensa la divina provvidenza)… e sì alla difesa dell’embrione… in nome del “Crescete e moltiplicatevi”. Visti gli eventi, si potrebbe pensare ad un interesse concreto, a garanzia di un continuo apporto di carne fresca, pronta all’(ab)uso..!
Poi, in un vasto panorama di violenze consumate e reiterate che investono praticamente tutti i continenti, compresi i luoghi più sperduti  (l’ultima new entry è l’isolotto di Malta con più di 800 casi) da parte di religiosi, quasi sempre impuniti, si viene a sapere che le autorità cattoliche erano perfettamente informate ed a conoscenza del fenomeno criminale, senza che la cosa destasse in loro grande preoccupazione. Per tutta risposta, si grida alla cospirazione globale contro il papa!
Smarrita da tempo l’umiltà (se mai l’ha avuta), la Chiesa ha perso da tempo anche il pudore.
Solerte, il Governo italiano invia ispettori ministeriali ad indagare sui magistrati che indagano sui preti pedofili. Certi favori elettorali si pagano in pronta consegna…

SIC STANTIBUS REBUS
Tra le tante sordide storiacce di pedofilia, a togliere il sonno alle massime gerarchie vaticane è soprattutto il caso Murphy (QUI).
Lawrence Murphy (al centro nella foto) è un sacerdote del Winsconsin (USA), sospettato di aver abusato di circa duecento bambini tra il 1952 e il 1974. Le violenze più odiose avvengono presso la scuola cattolica di Saint John (1964-1974) nell’arcidiocesi di Milwaukee, ai danni dei giovanissimi ospiti sordomuti. È una vicenda che presenta molte analogie con le presunte sevizie, consumate all’Istituto “Antonio Provolo” di Verona, dal 1958 al 1990.
Il 15/05/74 arriva la prima denuncia contro Murphy, che viene subito allontanato dalla struttura con un congedo temporaneo per motivi di salute (fino al novembre 1974) che però viene reso definitivo, nonostante le reiterate richieste del sacerdote per poter tornare alla St. John’s School (!).
Nel 1993, Lawrence Murphy viene sottoposto ad una serie di esami psicologici che ne confutano, senza dubbio, l’attività pedofila
Nel 1995,
Rembert Weakland, arcivescovo di Milwaukee, inizia a ricevere una serie di lettere di denuncia da parte degli ex studenti della St John’s. Il prelato, che di Murphy conosce bene (e da tempo) le ‘abitudini’, comincia a svolgere una serie di indagini ed accertamenti sulla realtà dei fatti. La commissione ecclesiastica, appositamente costituita, ipotizza l’esistenza di oltre 100 violenze sessuali consumate da padre Murphy, ai danni di minori.
Considerata la gravità, l’arcivescovo Weakland si rivolge alla
“Congregazione della Dottrina della Fede” per l’istruzione di un processo canonico contro Lawrence Murphy. 
La sinossi del caso la trovate riportata qui di seguito (cliccare sull’immagine per ingrandire):

La Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF) è la diretta derivazione dell’antico tribunale ecclesiastico del Sant’Uffizio. In altre parole: l’Inquisizione. La CDF è presieduto da un prefetto (di norma un cardinale),  a sua volta coadiuvato da un segretario. All’epoca dei fatti, il prefetto era Joseph Ratzinger, attuale papa Benedetto XVI. Segretario era invece Tarcisio Bertone, attuale Camerlengo della Camera Apostolica (tesoriere) e Segretario di Stato vaticano.
Il 17 Luglio 1996, l’arcivescovo Rembert Weakland scrive al cardinale Joseph Ratzinger, chiedendo consigli su come procedere:

  

Il 22 Novembre 1996, vengono formalizzati gli atti di accusa tramite l’istituzione di un tribunale collegiale nell’arcidiocesi di Milwaukee:

Poiché da Roma non arriva alcuna indicazione, il 10/03/97 l’arcivescovo Weakland scrive al cardinale Gilberto Agustoni, prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, chiedendo assistenza giuridica in ambito canonico.
Nella lettera, Weakland specifica:

“Ho scritto a Sua Eminenza, cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, nel Luglio del 1996, quando sono venuto a conoscenza dei dettagli della situazione. (…) Eppure, in tutto questo tempo, non ho ricevuto alcuna risposta.”

Naturalmente, a nessuno dei porporati passa minimamente per la mente l’idea di rivolgersi alle autorità civili o alla giustizia statunitense.

Il 24 Marzo 1997 si sveglia finalmente anche la CDF. Risponde laconicamente il cardinale Tarcisio Bertone che raccomanda l’arcidiocesi americana di attenersi alle regole della legislazione canonica, contenute nella “Instructio de modo procedendi in causis sollecitationis”. La lettera è in inglese.

Il 12 Gennaio 1998, è il reverendo Lawrence Murphy a scrivere direttamente al cardinale Ratzinger quale prefetto del CDF. In pratica, nella sua lettera il pedofilo (che al massimo rischia la dismissione allo stato laicale) si appella  al “caro cardinale”, chiedendo l’annullamento del processo perché:

– I fatti a lui ascritti risalirebbero ad oltre 25 anni prima, contestando alcuni vizi di forma sulla procedura canonica adottata che renderebbero il processo nullo.

– Perché è vecchio ed in cattiva salute. È pure tanto pentito per i peccati commessi e chiede di conservare la dignità del suo status religioso. E si rimette dunque alla comprensione del cardinale.

Non si conoscono risposte del futuro papa Ratzinger, che in realtà sembra non essersi mai occupato direttamente del caso. Ma il 6 Aprile 1998, il cardinale Bertone invia una lettera riservata al vescovo della diocesi di Superior, dalla quale il reverendo Murphy dipende.
È una lettera ambigua, innanzitutto perché recepisce in blocco le contestazioni portate avanti dal rev. Murphy e sembra suggerire una soluzione “morbida”.
Infatti, ciò che preme al cardinale Bertone è evitare lo scandalo. E la preoccupazione emerge in una lettera del 13/07/98. Curiosamente scritta in italiano, tanto che a Milwaukee triboleranno parecchio per tradurla. La missiva riporta le valutazioni espresse dal tribunale della Congregazione per la Dottrina della Fede. È da notare che non è presente il prefetto, cardinale Joseph Ratzinger, e questo (secondo chi scrive) rafforza notevolmente la tesi che l’attuale pontefice sia estraneo alla vicenda.
Male ne esce invece Tarcisio Bertone,
che invece ne ha seguito la conduzione fin dal principio.

     

Appurato che il rev. Murphy è un “pedofilo tipico”, vale davvero la pena leggere le considerazioni conclusive:

«Al riguardo il sotto-segretario (della CDF) G.Girotti ribadisce che detto sacerdote dovrà dare segni chiari di pentimento, “altrimenti si dovrà ricorrere al processo”. S.E. il Segretario propone di imporgli un periodo di ritiro spirituale insieme ad un salutare ammonimento per poter comprendere se egli sia pentito o meno, altrimenti si esporrebbe al rischio che gli vengano imposte misure più rigorose, non esclusa la dismissione dallo stato clericale. Consiglia poi di affidarlo a un sacerdote come suo direttore spirituale, con incontri periodici di uno o due mesi.
S.E. il Segretario infine riassume i due punti centrali della linea da seguire nei confronti del sacerdote: 1) restrizione territoriale della celebrazione eucaristica e 2) l’ammonimento per indurlo a mostrarsi pentito»

Una messa vale bene 200 stupri.
Certo
sarà difficile far comprendere alla comunità dei sordomuti la lieve entità di questi provvedimenti”…
Fortuna che ci pensa la Provvidenza. Infatti, il 21/08/98, il tipico pedofilo in tonaca, Lawrence Murphy, muore per cause naturali.

Nella lettera di cordoglio, Bertone tira un sospiro di sollievo:

“Questo Dicastero raccomanda Padre Murphy alla misericordia di Dio e condivide la speranza che la Chiesa sia risparmiata da ogni indebita pubblicità su questa vicenda”

‘Basta’, monsignor Bertone?
Siamo appena all’inizio!

 Homepage

VITE DISORDINATE

Posted in Kulturkampf, Masters of Universe with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 9 febbraio 2010 by Sendivogius
La ‘modernità’ è una roba terribilmente complicata. Specialmente se  si siede all’estrema destra del papa. Fortunatamente, esistono portali che tengono le più alte gerarchie ecclesiastiche al passo coi tempi… Non perdetevi http://www.pontifex.roma.it/ col suo effervescente mese di Febbraio: una finestra aperta su un mondo interessantissimo, che alcuni ingenui  credevano scomparso. Una vera camera con vista… sul Medioevo!

 «Tutte le convivenze more uxorio ovvero fuori del vincolo sacramentale del matrimonio, infrangono la legge di Dio e per questo motivo si tratta di pubblici peccatori. Lo sono sia i gay che gli etero che convivono e a queste categorie, specialmente se il fatto per il celebrante é notorio, non si amministri la comunione»
 Cardinale Michele Giordano, arcivescovo emerito di Napoli

 «Le leggi contro l’omofobia io non le ritengo giuste  in quanto non é mai assimilabile, dunque omologabile, ciò che é la normalità, ovvero la famiglia eterosessuale fondata da uomo e donna e quella omosessuale che famiglia non é, per la semplicissima ragione che non é in grado di ottemperare alla riproduzione. L’atto sessuale é volto a questo e non alla ricerca di lussuria»
 Monsignor Francesco Zerrillo, vescovo emerito di Lucera-Troia.

 «Mi fa ribrezzo parlare di queste cose e trovo la pratica omosessuale aberrante, come la legge sulla omofobia che di fatto incoraggia questo vizio contro natura. I vescovi e i pastori devono parlare chiaro, guai al padre che non corregge suo figlio. Penso che dare le case agli omosessuali, come avvenuto a Venezia, sia uno scandalo, e colui che apertamente rivendica questa sua condizione dà un cattivo esempio e scandalizza»
 Monsignor Giacomo Babinim, vescovo emerito di Grosseto

 «La convivenza tra persone cattoliche more uxorio e non sposate é peccaminosa e comunque un atto impuro e come tale non permette al sacerdote di dare la comunione al convivente.
(…) L’Islam é per natura violento in quanto ciò che a noi cristiani sembra aberrante per loro é naturale e persino giusto.
(…) La pratica conclamata della omosessualità é un peccato gravissimo, costituisce uno scandalo e bisogna negare la comunione a tutti coloro che la professino, senza alcuna remora, proprio in quanto pastori di anime. Io non darei mai la comunione ad uno come Vendola»
 Monsignor Simone Scatizzi, vescovo emerito di Pistoia

Ahhh mò ho capito tutto!

LASCIATE CHE I PARGOLI VENGANO A ME…
  Si sa, da sempre molti casti uomini di Chiesa devono confrontarsi col fardello del sesso, optando per soluzioni alternative, all’insegna della più spregiudicata ipocrisia, tramite il ricorso a pratiche omoerotiche consumate con sofferente colpevolezza. E mentre l’omosessualità (pur essendo una specialità della casa) suscita pubblico orrore, un po’ meno sembrano preoccupare le disgustose inclinazioni alla pedofilia: una perversione sessuale (o “disturbo” come amano dire nell’ambiente) assai diffusa tra i pastori della vera Fede…
Don Marco Dessì è un missionario cagliaritano molto attivo in Nicaragua. La sua passione sono gli orfanelli ed i bimbi abbandonati. Infatti i suoi rifugi si trasformano presto in un harem personale: dei recinti di allevamento per piccole prede sessuali. Nel 2007, in Italia, don Marco viene condannato a 14 anni di carcere.
Don Ruggero Conti è il parroco della chiesa ‘Natività di Maria Santissima’, nella zona di Selva Candida, a Roma. Impegnato politicamente è il ‘garante elettorale’ del sindaco Gianni Alemanno per le periferie e per la famiglia.
Nel tempo libero, don Ruggero colleziona materiale pedopornografico e adesca bambini in oratorio. Una passione alla quale il sacerdote è fedele da almeno 30 anni. Del resto, don Ruggero proviene dai Legionari di Cristo e già il fondatore dell’ordine,
Marcial Maciel Degollado, insaziabile sessuomane, sembra avevesse il vizietto di molestare chierichetti e seminaristi, quando non era impegnato a sedurre ricche signore in giro per il mondo, secondo uno strano concetto di missione pastorale…
Molto da fare si è dato pure don Pierangelo Bertagna, il 46enne parroco di Farneta (AR), che nel 2005 ha confessato abusi su almeno 38 bambini. Per gli stupratori in tonaca, la ‘giustizia’ ha sempre un occhio di riguardo: 8 anni di reclusione. Una pena esemplare, nonché un ottimo deterrente.
Poco lontano, nella provincia di Firenze, era invece molto attivo
don Lelio Cantini: 10 anni di abusi sessuali pluriaggravati su minori, dal 1975 al 1980. Data l’età, 85 anni, difficilmente Cantini verrà processato. E c’è voluto l’intervento di papa Ratzinger (nel 2008), affinché Cantini venisse almeno deposto allo stato laicale!
Contro il prete stupratore però pesa la durissima condanna del tribunale ecclesiastico, su severa indicazione del
cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, che il 17 gennaio 2007 rende noto il provvedimento:

«Il priore non potrà né confessare, né celebrare messa in pubblico, né assumere incarichi ecclesiastici, e per un anno dovrà fare un’offerta caritativa e recitare ogni giorno il Salmo 51 o le litanie della Madonna»

Il comprensivo cardinale Antonelli così spiega tanta inusitata severità:

Il male una volta compiuto non può essere annullato, ma occorre rielaborare in una prospettiva di fede la triste vicenda invocando a Dio la guarigione della memoria

SOPIRE… TRONCARE
 Tuttavia, più che l’aberrazione del delitto, l’accertamento delle responsabilità, la punizione dei colpevoli, a preoccupare il Vaticano sembra siano soprattutto gli oneri economici e l’ammontare dei risarcimenti per le vittime delle violenze.
Il 7 Luglio 2004, tramite patteggiamento,
don Bruno Puleo viene condannato a 2 anni e 6 mesi di reclusione per abusi sessuali nei confronti dei ragazzi che  frequentavano il seminario di Agrigento. Una delle giovani vittime si chiama Marco Marchese che a 12 anni, appena entrato in seminario, diventa oggetto sessuale delle morbose attenzioni di don Bruno. Il ragazzo subisce le violenze per i successivi 4 anni, quando decide di confidarsi col vice-rettore don Silvano Castronovo, ed il rettore del seminario, don Gaetano Montana, che gli impongono il silenzio. Ma Marco non si arrende e nel Novembre del 2000 si appella direttamente all’arcivescovo della città, monsignor Carmelo Ferraro, che come da tradizione evita ogni provvedimento in merito. Finalmente, Marco Marchese decide di rivolgersi alla magistratura. A questo punto, si smuove dal suo torpore pure il vescovo Ferraro, che interviene prontamente e fa causa contro il ragazzo, chiedendo 200.000 euro di risarcimento per il danno di immagine subito dalla curia..!

Che si faccia, ma che non si sappia in giro! Giacché in questi casi la discrezione è un obbligo, ma il silenzio è meglio. Lo sanno bene 67 ex studenti sordomuti dell’Istituto Antonio Provolo di Verona (QUI), impossibilitati fisicamente alla parola. Un’occasione unica per almeno 25 religiosi operanti nella struttura d’eccezione, fino al 1984. Del resto la scuola resta l’ambito privilegiato dell’azione pastorale e non solo…

«Abusi sessuali sugli studenti, pressioni per sedute di masturbazione, stupri segreti nei sotterranei degli istituti. Per anni, forse per decenni, alcune delle più prestigiose scuole superiori private cattoliche in Germania sono state il luogo dell’orrore, la stanza chiusa in cui forti della loro autorità sacerdoti, insegnanti, organisti hanno distrutto l’animo degli adolescenti che avevano il compito di istruire. Per anni le vittime hanno taciuto, chiuse nel pudore, nel dolore e nella vergogna, o piegate dalle pressioni dei loro carnefici. Adesso il muro d’omertà è caduto, e quella realtà celata per anni viene narrata ogni giorno dai media tedeschi. Per le scuole cattoliche e indirettamente per la stessa Chiesa, nel paese natale del Pontefice, è un colpo durissimo d’immagine, reputazione e credibilità. Il caso appare ogni giorno più grave, evoca quasi gli abusi sessuali compiuti dai religiosi negli Usa, in Irlanda o in altri paesi.
Lo scandalo è scoppiato dapprima al Canisius, il prestigioso ginnasio cattolico di Berlino Ovest, diretto dai gesuiti, un bellissimo palazzo nel quartiere delle ambasciate. Berliner Morgenpost (conservatore), Der Tagesspiegel (liberal), tra i quotidiani, poi i settimanali come Der Spiegel, hanno narrato tutto. Nel dicembre 2009, poi in gennaio, alcuni ex alunni, ormai adulti, non ce l’hanno fatta più a tenersi dentro dolore, incubi, ferite nell’anima. Hanno scritto lettere al rettore attuale, Klaus Mertes, chiedendogli di agire. Si è parlato dapprima di almeno sette casi, poi di decine.
Non è stato che l’inizio. Dopo le vittime del Canisius, si sono decisi a rompere il muro del silenzio anche ex studenti di scuole superiori cattoliche ad Amburgo, Hannover, Goettingen, a Hildesheim o nella Selva Nera. Un altro istituto superiore di prestigio, lo Aloisiuskolleg di Bad Godesberg (il quartiere meridionale di lusso di Bonn) sarebbe stato luogo di casi di abuso sessuale particolarmente gravi. Un avvocato delle vittime di violenze sessuali al Canisius si sta preparando a una causa collettiva presso la giustizia americana, nel caso che alcuni ex studenti abbiano attualmente la cittadinanza degli Stati Uniti.
I racconti delle vittime, che spesso chiedono l’anonimato, sono agghiaccianti. Allo Aloisiuskolleg, e in altri istituti, un giovane negli anni Sessanta fu violentato da un sacerdote. Altri furono costretti a masturbarsi davanti agli occhi dei presuli, o a carezzare i genitali dei sacerdoti mentre costoro si masturbavano guardando i giovani. Altri ancora furono brutalmente violentati.
(…) Die Welt ha pubblicato una lunga intervista con Norbert Denef, ex studente, allora vittima di abusi. “Lo schema è tipico”, ha detto. “Dapprima si cerca di coprire i casi col silenzio, se ne parla solo quando si è con le spalle al mure e ci si comporta come se ci si sforzasse di fare luce sui fatti”. Norbert Denef ha ricevuto un indennizzo di 25mila euro dalla diocesi di Magdeburgo, ma  –  scrive il giornale  –  solo perché la diocesi sperava di garantirsi così il suo silenzio. I carnefici dell’allora giovane Norbert Denef furono puniti solo con trasferimenti, ma mai denunciati alla giustizia.»

L’articolo integrale lo trovate cliccando QUI!

 In attesa che Dio provveda (e le vicende vengano insabbiate…), più che “guarire” sarà meglio rinfrescare la memoria:
 Brasile; nell’anno 2005 ci sono state oltre 1700 denunce (10% dei sacerdoti presenti nel Paese) per adescamento, abusi sessuali, uso di droga ed orge con bambini, come nel caso di padre Felix Barbosa Carreiro (QUI).
 Irlanda; centinaia di casi accertati, ma mai perseguiti.
Nel 2006 viene istituita una commissione di inchiesta presieduta dal magistrato Yvonne Murphy, per indagare sulle violenze pedofile nell’arcidiocesi di Dublino. Il copione segue la solita  recita collaudata, secondo uno schema universalmente valido (dagli scandali dello IOR ai delitti comuni) col quale i vertici del Vaticano lasciano cadere rogatorie e richieste di collaborazione.

«Il Vaticano, secondo il rapporto, non rispose, limitandosi a comunicare al ministero degli Esteri irlandese che “la richiesta non era andata attraverso gli appropriati canali diplomatici“. La commissione ha sottolineato però che era indipendente dal governo e quindi non aveva ritenuto opportuno usare canali diplomatici. Fu anche ignorata, secondo la Bbc, una richiesta di informazioni avanzata al nunzio apostolico a Dublino nel febbraio 2007, in cui la commissione chiedeva tutti i documenti rilevanti (gli abusi e la loro gestione toccati dall’inchiesta vanno dal 1975 al 2004) in suo possesso. Non ci fu risposta neanche alla richiesta di commento al rapporto, parte del quale fu inviato al Nunzio, visto che menzionavano il suo ufficio»

In compenso, c’è stata da parte delle gerarchie ecclesiastiche una grande profusione di “scuse” per le migliaia di abusi.
Australia; 107 condanne definitive contro preti e religiosi cattolici per violenze sessuali su minori.
Il 19 Luglio 2008, Benedetto XVI approfitta della “Giornata mondiale della gioventù” per lanciare la sua fiera condanna dei preti pedofili. Coerentemente, il papa si è guardato bene dall’incontrare i coniugi Foster, genitori delle sorelline Emma (morta suicida nel 2008) e Katherina (alcolizzata), ripetutamente violentate dal sacerdote
Kenin O’Donnell, tra il 1988 ed il 1993. O’Donnell pare godesse delle protezioni dell’arcivescovo di Sidney, George Pell, nel frattempo promosso cardinale.

I ‘risarcimenti’ sono una preoccupazione particolarmente sentita dalle gerarchie ecclesiastiche… Nel senso che è meglio non darli. Specialmente dopo la bancarotta delle diocesi statunitensi, travolte da uno scandalo di proporzioni immani.

Pedofilia, 660 milioni di dollari a 508 vittime
Nello scandalo della pedofilia nella Chiesa si apre un nuovo capitolo.

È l’arcidiocesi di Los Angeles ha accettato di pagare la cifra record di 660 milioni di dollari a 508 vittime di molestie sessuali: «Alcune delle vittime hanno aspettato una soluzione per mezzo secolo», ha detto Boucher, avvocato secondo il quale la cifra pattuita nell’accordo extragiudiziario è «la prima rata di un debito da tempo scaduto». L’intesa pone fine a tutte le azioni legali nei confronti della arcidiocesi. La prima delle 15 cause intentate alla Chiesa di Los Angeles, avrebbe dovuto prendere il via domani. Chiudere la maratona legale prima di arrivare in corte era stato giudicato urgente per le gerarchie cattoliche perché, l’arcidiocesi, sarebbe andata incontro a danni punitivi. Nella storia dello scandalo scoppiato cinque anni fa a Boston, l’indennizzo di Los Angeles è da Guinness dei primati. Altri 114 milioni di dollari erano stati promessi dalla Chiesa di Los Angeles in accordi precedenti, portando a un totale di 774 milioni di dollari il totale che la diocesi californiana deve reperire. La cifra fa impallidire indennizzi precedenti. I 157 milioni di dollari di Boston e i 129 milioni di dollari di Portland in Oregon. Le azioni legali del clero sono già costati alla Chiesa cattolica Usa la cifra astronomica di 1,5 miliardi di dollari. Ogni diocesi deve vedersela da sola ma senza aiuti finanziari dal Vaticano. Cinque diocesi come San Diego, Davenport nell’Iowa, Portland, Spokane nello stato di Washington e Tucson in Arizona, hanno chiesto la protezione dalla bancarotta. L’avvocato della diocesi Henningham ha detto che, parte dei fondi, arriveranno da ordini religiosi: «Le parrocchie non saranno toccate». A ciascuna vittima andranno 1,3 milioni di dollari e c’è chi ha espresso riserve: «Una cifra enorme che dimostra un enorme senso di colpa. Ma io non avevo fatto causa per avere soldi. Non ci sono soldi abbastanza che mi possono ridare la mia infanzia», ha detto Mary Ferrell, che ha 59 anni. Alcuni casi affondano nella notte dei tempi. I 660 milioni di dollari metteranno la parola fine a 570 denunce di abuso da parte di 221 preti, frati e altri dipendenti laici della diocesi in un arco di 70 anni: nel 2002 – ed è una anomalia rispetto ad altre congregazioni – lo stato della California approvò una legge che creava una finestra di un anno durante la quale potevano essere presentate denunce senza limiti retroattivi di tempo”

  Il Tempo  (18/07/2007)

Dall’insaziabile orda arrapata non si salvano neppure gli eschimesi! La Diocesi di Fairbanks, in Alaska, nel febbraio 2008 ha dichiarato bancarotta, in seguito al risarcimento di 150 vittime del clero cattolico tra il 1950 e il 1980 (QUI). E la dichiarazione di bancarotta  continua ad essere il miglior modo per evitare di pagare.
Sulla costa orientale degli Stati Uniti, se possibile, le cose vanno persino peggio…

«Nel 2002 è occorso il primo scandalo con eco internazionale, scoppiato in seguito alla scoperta di abusi sessuali perpetrati da più sacerdoti nei confronti di minorenni nell’arcidiocesi di Boston.
Nel giugno 2002 la Conferenza episcopale americana ha nominato una commissione indipendente (National Review Board) per indagare sul fenomeno degli abusi sessuali su minori perpetrati da ecclesiastici cattolici. Il governatore dell’Oklahoma Frank Keating, cattolico praticante ed aderente al partito Repubblicano è stato chiamato alla direzione della commissione. Nel giugno successivo, dopo le critiche ricevute dall’arcivescovo di Los Angeles per aver paragonato alcuni leader della Chiesa americana alla Mafia, ha rassegnato le sue dimissioni, affermando che il non obbedire ai mandati di comparizione dei Gran Jury, sopprimere i nomi dei preti accusati, negare, confondere, non spiegare, è il modello di un’organizzazione malavitosa, non della mia Chiesa“.
Secondo una stima di Andrew Greeley, sacerdote dell’arcidiocesi di Chicago e professore di sociologia alle Università di Chicago e dell’Arizona, da 2.000 a 4.000 preti avrebbero abusato di 100.000 minori, spesso senza che alcun provvedimento venisse preso al riguardo.
Il rapporto commissionato dai vescovi americani allo studio legale John Jay esamina la situazione dei preti denunciati alla magistratura per reati sessuali. Dal 1950 al 2002 4.392 sacerdoti americani (su oltre 109.000, circa il 4%) sono stati accusati di relazioni sessuali con minorenni (comprendendo, quindi, casi di pedofilia e casi di rapporti sessuali con adolescenti).
La maggior parte delle vittime che hanno denunciato, il 50.9%, ha una età compresa tra gli 11 e i 14 anni, 27.3% hanno tra i 15 anni e i 17, il 16% sono bambini e bambine tra gli 8 e i 10 anni e circa il 6% hanno una eta sotto i 7 anni. Si noti che secondo la legislazione italiana atti di pedofilia sono compiuti sui minori di 14 anni.
Complessivamente circa il 73% delle vittime che hanno denunciato ha 14 anni o è un bambino.
L’81% delle vittime sono maschi e il 19% femmine. Le vittime maschili tendono ad essere più vecchie delle vittime femminili Oltre il 40% delle vittime sono maschi con una età compresa tra gli 11 e i 14 anni»

Il cardinale Bernard Francis Law, all’epoca dei fatti, era l’arcivescovo di Boston: una delle diocesi maggiormente coinvolte nello scandalo dei preti pedofili. La massima preoccupazione di Law fu quella di coprire ed insabbiare i crimini perpetrati dai suoi sacerdoti, garantendo coperture ed omissioni. I religiosi coinvolti nello scandalo furono trasferiti altrove, dove continuarono le loro sordide pratiche nella sicurezza dell’impunità. I preti pedofili sembrano agire come un virus: ovunque arrivano infettano e distruggono il tessuto in cui si innestano. Le gerarchie cattoliche, invece di isolare e distruggere una simile peste, si sono limitate a trapiantare altrove i ceppi infetti, propagando il contagio.
Con estrema coerenza, Bernard Law attualmente fa parte del Pontificio Consiglio per la Famiglia, presieduto dal cardinale Antonelli.

I soliti scherzi da prete!

Homepage