Archivio per Presidente della Repubblica

L’illibato con disonore

Posted in Stupor Mundi with tags , , , , , , , , , , , , , , on 1 febbraio 2015 by Sendivogius

Illibato Sono molte le considerazioni che si possono dire e scrivere sul nuovo Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Nei prossimi giorni a venire l’ubriacatura opinionista continuerà ad libitum, fino allo sfinimento e nonostante la proverbiale riservatezza del neo-eletto Presidente. Si sprecheranno le interpretazioni più varie. Perciò vi risparmieremo la nostra.
Nell’ansia da dichiarazione che affligge i troppi commentatori compulsivi, abituati ad attivare la lingua e poi (forse) il cervello, si distingue per tempismo, garbo istituzionale, e spessore analitico, il capogruppo di turno del notorio moVimento, fermo ormai da tempo nel mondo fluttuante di Gaia, dopo l’ennesima batosta. Parliamo dell’onorevole Riccardo Nuti che, dall’alto delle sue 144 preferenze on line, si è ritrovato miracolato con un seggio in Parlamento. E per questo ha sentito subito l’intrattenibile impellenza di rilasciare quanto prima la sua fondamentale esternazione, subito postata in condivisione su facebook, a riprova della caratura del personaggio:

Riccardo Nuti«Lodare Mattarella come antimafia perchè il fratello fu ucciso dalla mafia è falso e ipocrita perchè allora bisognerebbe dire anche che il padre era vicino alla mafia. Ma se è vero che gli errori dei genitori non possono ricadere sui figli, allora non possono essere utilizzate altre vicende dei parenti in base alla propria convenienza. L’uccisione di un parente da parte della mafia (i motivi possono essere tanti e diversi fra loro) non da nessun bollino di garanzia di lotta alla mafia

  Riccardo Nuti
  (31/01/2015)

È solo il primo degli sputi virtuali, che siamo certi cresceranno in serie per spirito di emulazione indotta e frustrazione annessa, negli ameni think-tank che animano le produzioni culturali a bollino cinque stelle.
vaffanculo dayDinanzi ai demeriti ed all’incredibile inadeguatezza di un Sergio Mattarella, già professore di diritto parlamentare e giurisperito della Corte costituzionale, a rivestire la carica di Presidente della Repubblica, risplende la fulgida grandezza di un Nuti tra i bit dell’immacolata connessione.
Nuti Classe 1981, prima del fatidico incontro con Padron Grullo, il nostro Peppe Nappa è un anonimo perito tecnico-informatico, fino a che (dice lui) non diventa analista di processi d’azienda, nel settore della qualità e del monitoraggio per il ‘business intelligence’ in una società di telecomunicazioni e planner. Ovvero?!? Esattamente ti occuperesti?
In assenza di riscontri concreti, è lecito credere che si occupasse di stilare i rapportini giornalieri di fine giornata sull’andamento del telemarketing (monitoraggio), occupandosi dell’inserimento dati (si chiama “data-entry” ma si scrive “processi d’azienda”) e aggiornando le liste degli sventurati da molestare con 20 chiamate al giorno (business intelligence), per una “società di telecomunicazioni” (leggi: call-center).
In virtù di così straordinarie e soprattutto pertinenti esperienze, una volta nominato in Parlamento, viene promosso a componente della Commissione per gli Affari Costituzionali, di cui deve capire moltissimo.
CostituzioneIl suo impegno sociale e militanza politica comincia nel 2007. Prima non se n’era mai lontanamente interessato. E infatti i risultati si vedono tutti!
La folgorazione avviene all’improvviso, alla tenera età di 26 anni compiuti, quando nonostante i suoi impegni lavorativi (ma menatela di meno!) incontra finalmente il Messia delle acque, giunto a diffondere il vangelo secondo Casaleggio nella terra dei citrulli.

Grillo in Sicilia

“…sempre più concentrato sulla difficile situazione politico/economica del paese. Rimane colpito dal comico genovese Beppe Grillo e dalle sue iniziative, iniziative che per Riccardo Nuti possono essere la giusta strada per far uscire l’Italia dalle difficoltà che pesano sempre di più sulla popolazione.”

Omer Riuscite anche voi a figurarvi la bavetta, che cola ai lati della bocca del lobotomizzato in agitazione catatonica?
Fu così che il nostro eroe divenne “cittadino attivo”. L’illuminazione raggiunta lo portò subito ai interessarsi dell’attività del consiglio comunale palermitano, che ha “seguito per oltre un anno”. Evidentemente, non avendo niente di meglio da fare. Non sa infatti Nuti che tutte le delibere sono pubbliche e gli atti del consiglio possono essere consultati su richiesta, senza doversi sorbire le ammorbanti sedute di giunta. Ma il nostro instancabile eroe fa parte di quella combriccola di deficienti muniti di telecamerina, convinti di immortalare chissà quali intrallazzi o scandali durante le sessioni assembleari del consiglio.
E infatti, come si può leggere nelle sue memorie:

«È stato il coordinatore per Palermo della cosiddetta operazione “Fiato sul collo”, ovvero riprese video del consiglio comunale di Palermo

Ovvero, si tratta di uno strano fenomeno di voyeurismo su perversione politica, che spinge il guardone di turno a caricare poi i suoi filmini amatoriali su you-tube, per condividerli con altri monomaniaci come lui, in alternativa alla più sana pornografia.
cameraInsieme ad altri perdigiorno della medesima risma, diventa “attiVista” del locale meet-up:

«Inizia così una vera e propria formazione politica fatta di incontri con gli attivisti, riunioni, banchetti locali, organizzazione politica autofinanziata e le iniziative per avvicinare e far conoscere ai cittadini il Movimento 5 Stelle. Riccardo Nuti dimostra di avere la stoffa per la politica e il suo esemplare impegno risale agli occhi di molti

Infatti raccoglie poco più di 3.200 voti alle elezioni comunali di Palermo del 2012, dove si candida addiritura come Sindaco, tanto da non riuscire ad entrare nemmeno in quel Consiglio comunale, dove pure ha rotto le palle per anni con le sue riprese rubate da paparazzo fallito.
Poco male, perché dato lo straordinario successo, di lì a qualche mese approda in Parlamento con meno di 1/10 dei voti racimolati alle elezioni amministrative.
Il nuovo che è avanzatoC’è da dire che l’eccezionale impegno politico di Riccardo Nuti non si esaurisce qui.
Nel quinquennio precedente di severa gavetta e dura militanza, il “cittadino attivo” si distingue per il suo straordinario impegno contro la mafia e la corruzione endemica che affligge il tessuto siciliano, segnalandosi sul territorio per il suo incredibile coraggio in sprezzo ad ogni minaccia.
Partecipa all’Operazione “Quartiere pulito” all’Arenella ed alla Ziza.
cazzoni stellariCome candidamente dichiara: “l’operazione consisteva appunto nella pulizia dei quartieri”, con ramazza e secchiello per il pattume, mentre Palermo sprofondava sotto i rifiuti, in attesa che questi fossero smaltiti in modo pulito ed alternativo. Da lì le manifestazioni contro l’inceneritore di Bellolampo, in nome dei “rifiuti zero”. Tutto molto affascinante e condivisibile se non fosse che, storicamente, l’unica società che abbia mai prodotto rifiuti (quasi) zero si è avuta nell’Alto Medioevo. E non era un gran bel vivere.
JacquerieAvendo probabilmente a che fare con un bacino di riferimento, popolato da idioti senza speranza, incapaci di distinguere un barattolo di pelati da una bottiglia di plastica, organizza corsi per insegnare le regole basilari per la separazione dei rifiuti domestici, che lo portano dai banchetti informativi sul compostaggio domestico e sulla raccolta differenziata (Compost Day), alle solite fissazioni di ispirazione primitivista: la Regola delle 4R (riduci, riusa, ricicla, ripara).
Ovviamente aderisce all’(in)utilissimo “Movimento delle Agende Rosse” di Salvatore Borsellino, che per il fatto di essere fratello del più famoso Paolo è convinto di poter dire qualsiasi castroneria o urlare qualunque ingiuria da un palco, per diritto acquisito.
In proposito, come non richiamarci all’intrinseca saggezza delle parole di Riccardo Nuti:

Omicidio Borsellino«…non possono essere utilizzate altre vicende dei parenti in base alla propria convenienza. L’uccisione di un parente da parte della mafia (i motivi possono essere tanti e diversi fra loro) non da nessun bollino di garanzia di lotta alla mafia

Suona male vero? Percepite anche voi la stessa sensazione di disgusto.
Nel 2010, il cittadino attivo Riccardo Nuti aderisce ad un altra iniziativa mostruosamente anti-mafia: il “car-pooling”! E soprattutto sponsorizza le imprescindibili “Selle di Stelle”, per la promozione dell’uso della bicicletta.
Si racconta di scene di panico incontrollato tra gli stiddari e gli ultimi mafiosi del Clan dei Corleonesi.
Ma niente ha avuto l’effetto dirompente del FATA FESTIVAL: evento ideato nel 2010 dal M5S Palermo per promuovere tra i cittadini, temi riguardanti i 4 elementi della natura (fuoco, aria, terra, acqua)!!
AvatarA maggior ragione che alla seconda edizione ha partecipato pure Stefania Petyx (chi?!?).
E scusate se è poco!
BomboloUna volta nominato parlamentare, da cittadino attivo sempre informato, il bravo soldato Nuti ha sottoscritto qualunque disegno di legge presentato dal M5S, che di solito viene controfirmato da tutti i parlamentari pentastellati, nessuno escluso, come una mandria compatta.
Tipo l’istituzione di una commissione d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali.
sveglia Evidentemente, troppo impegnato coi banchetti informativi per ‘svegliare’ gli altri cittadini, Nuti non ha avuto il tempo di apprendere che in Parlamento una Commissione Antimafia già esiste ed è permanente.
L’istituzione del divieto di svolgimento di propaganda elettorale a carico di soggetti appartenenti ad associazioni mafiose.
Peccato che la legge in questione esiste già. È la Legge n.175 promulgata il 13/10/2010. E peraltro si richiama alla medesima normativa in materia del 1956 (!), ampliando le fattispecie di reato.
cadutaAbolizione del finanziamento pubblico all’editoria.
Già fatto: Legge n.24 del 22/12/11.
E soprattutto l’eccezionale Introduzione in Costituzione del diritto di accesso ad Internet per nascita.
Neonati di tutto il mondo digitalizzatevi!

neonato digitale

Tutto questo ci porta a concludere come le polluzioni declamatorie del loquace cittadino-portavoce di se stesso, quanto mai intento in pratiche masturbatorie surrogate per esternazione orale, siano intrinseche alla categoria di instancabili citrulli, transumati in massa dalle loro camerette agli scranni purpurei di Montecitorio, nell’impossibilità di distinguere la differenza di ruolo. Infaticabili, rappresentano la summa tautologica della categoria di provenienza, così mirabilmente ritratta da Remy de Gourmont nelle sue “Passeggiate filosofiche” (1905):

«Un imbecille non si annoia mai; si contempla

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(71) Cazzata o Stronzata?

Posted in Zì Baldone with tags , , , , , , , , , , , , , , , , on 30 gennaio 2015 by Sendivogius

Classifica GENNAIO 2015”

Le coglionate a 5 stelle

Ah, l’importanza delle quirinarie! Se non ci fossero, bisognerebbe inventarle… Chissà come abbiamo potuto vivere fino ad ora, senza la mobilitazione digitale degli “attiVisti” associati a marchio registrato. Così i bambini della setta possono giocare.
Cosa sarebbe stata infatti l’elezione del Presidente della Repubblica, senza il fondamentale apporto on line dei “mille cretini” (Quim Monzò) elevati al quadrato, che forti del loro invidiabile status di “utente registrato” si affannano sul Sacro Blog di Padron Grullo, a votare il sondaggio eterodiretto e spacciato per “votazione”, inerente la scelta del Presidente ideale, in una scarica di click sui profili disponibili, rigorosamente a portata di banner pubblicitario in evidenza. Che bisogna pur garantire gli introiti della premiata ditta di merchandising a cinque stelle!
Come non apprezzare le complesse strategie e la sofisticata scienza politica, alla base delle grandi scelte del MoVimento e dei suoi piccoli elettori: il candidato selezionato sarà abbastanza ‘divisivo’ per il piddì?!? Che altro non conta e tutto il resto è funzionale.
Fu così che la Setta del Grullo riuscì con pieno successo, dove altri finora avevano miseramente fallito, nonostante gli sforzi generosi…
Innanzitutto, è riuscita a dimostrare, su solidi fondamenti empirici, non solo come la cosiddetta “società civile” non abbia alcuna superiorità rispetto alla “politica”, ma come altresì faccia immensamente più schifo, agitata com’è da mandrie muggenti di imbarazzanti citrulli allo sbaraglio, quanto mai privi di qualsivoglia competenza degna di considerazione.
In secondo luogo (e pareva impossibile!), con la sua assoluta assenza di visione e lo girare a vuoto tra cumuli di scontrini e test di purezza a prova di contaminazione, ha ripristinato il famoso “primato della politica”, che si credeva perduto per sempre, rinsaldandolo in una posizione di forza mai avuta prima.
E, cosa non da poco, è riuscita a far apparire il Piccolo Principe fiorentino come uno ‘statista’ di primo ordine ed un nocchiere di consumata esperienza, al contrario del vecchio Silvione che è uscito con le ossa rotte dalla porta secondaria del Nazareno, facendo la figura del coglione.
Per il resto, il Grullo ed i suoi followers si sono infilati nell’ennesimo cul de sac, senza uscita e con fondo rinforzato, così possono continuare a beccarsi tra loro come capponi spennati, nella più totale irrilevanza, perdendo tra una purga e l’altra dozzine di parlamentari ad ogni votazione che conta davvero. Geniale! Chi ha detto che le discariche non servono?

Hit Parade del mese:

01 - Coglione del mese01. SUBMISSION

[16 Gen.] «La moglie sottomessa cristiana è la pietra fondante; la pietra su cui si edifica la famiglia. Sottomessa significa messa sotto, cioè la condizione per cui la famiglia possa esistere. Una donna mite. E sottomessa non significa che non c’è la parità, sono due cose diverse.»
  (Mario Adinolfi, il Marito cristiano)

GIARRUSSO02. DEMOCRAZIA A 5 STELLE (I): Noi siamo la gente

[06 Gen.] «Avete presente la cosa che si fa su un albero, attaccando la corda? Ecco, quella. Renzi sarebbe da impiccare veramente, la gente è molto arrabbiata.»
(Mario Michele Giarrusso, Ca(l)zone siciliano)

Angelo Tofalo02.bis DEMOCRAZIA A 5 STELLE (II): Bombe umane

[07 Gen.] «Abbiamo kalashnikov, mitra, mine da posizionare su ogni scranno di questi politicanti della casta, e poi male che vada abbiamo una zizzona di Battipaglia come bomba per far saltare tutto in aria.»
(Angelo Tofalo, il Kamikaze)

guzzanti03. OSSESSIONE PIDDINA

[02 Gen.] «L’ostilità del PD al mio film comincia a diventare manifesta. A Follonica la locandina è stata strappata da qualcuno del Comune PD. A me non sorprende più che il PD arrivi a questi livelli di ignominia, sorprende solo che ci siano persone oneste che prestano la loro faccia a questo partito!»
(Sabina Guzzanti, Pasionaria in menopausa)

Le Pen04. JE SUIS LA MERDE

[08 Gen.] «Voglio offrire ai francesi un referendum sulla pena di morte. A titolo personale, penso che debba esistere questa possibilità»
(Marine Le Pen, l’alternativa francese)

gasparri05. GASPARRI SENATORE. E NOI PAGHIAMO!

[17 Gen.] «Vanessa e Greta sesso consenziente con i guerriglieri? E noi paghiamo!»
  (Maurizio Gasparri, il solito stronzo)

Liberthalia - Suor Carla06. LA MINACCIA RICCHIONA

[16 Gen.] «Ci troviamo di fronte ad una escalation di violenze e intimidazioni da parte del fondamentalismo LGBT (Lesbiche-Gay-Bisessuali-Transgender), che non tollera opinioni diverse dalle sue su temi di grande rilevanza come quelli della difesa della famiglia»
  (Carlo Giovanardi, membro di governo)

Bernini07. L’ANGOLO DEL COSPIRAZIONISTA

[08 Gen.] «La pratica di creare finti attacchi nemici per raggirare la costituzione e poter liberamente dichiarare guerra ai fantomatici aggressori ha un nome ben preciso nella lingua degli yankees: si chiama false flag. Segue immagine, riferita alla strage di Charlie Hebdo: Ma dove si sono mai visti terroristi che vanno a fare un’azione portandosi dietro la carta d’identità che, poi, dimenticano in auto?»
(Paolo Bernini, Complottaro a 5 stelle)

Renzi 108. CODE AGLI AEROPORTI E RISTORANTI PIENI

[13 Gen.] «Le famiglie non si stanno impoverendo. In un tempo di crisi le famiglie italiane hanno visto crescere i propri risparmi. Paradossalmente le famiglie si stanno arricchendo.»
  (Matteo Renzi, il Figlio del papi)

Renzi 209. LA BANCA È ARTE

[21 Gen.] «Io vengo da Firenze e la mia città è diventata una città incredibile non per la qualità degli artisti ma per la presenza del sistema bancario e questa presenza del sistema bancario ha creato le basi per lo sviluppo dell’arte, della cultura, di queste attività»
  (Matteo Renzi, il Banchista)

Che10. SI, VABBÉ!

[16 Gen.] «Mi piacerebbe essere ricordato come il Che Guevara di Napoli»
  (Luigi De Magistris, ‘O Sindaco)

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Banana Republic

Posted in Stupor Mundi with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 25 gennaio 2015 by Sendivogius

Beetlejuice

Tra i giochini meno appassionanti possibili, l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica solitamente tutto attiene, tranne che alla sfera dei requisiti fondamentali che una simile figura istituzionale dovrebbe possedere, in riferimento alle responsabilità che la carica (almeno in teoria) impone…
In qualità di presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, dovrebbe essere un giurisperito di solida formazione, comprovata esperienza, e assoluta conoscenza dei gangli nevralgici del sistema giudiziario italiano.
In virtù della sua somma funzione legislativa, dovrebbe vigilare attentamente sul corretto rispetto dei regolamenti parlamentari, tutelare le prerogative delle Camere e l’esercizio delle medesime riguardo alla normale attività legislativa; porre un limite agli eccessi legati al ricorso della decretazione d’urgenza ed al voto di fiducia, verificare sempre la costituzionalità dei provvedimenti normativi con attenta valutazione prima di controfirmare gli stessi. E nel caso porre un argine alle pretese del potere esecutivo, avanzate a scapito di quello legislativo.
Dovrebbe avere altresì una perfetta conoscenza della Costituzione italiana (tanto da essere in grado di recitarla a memoria come una poesia), onde vigilare contro ogni forzatura o aggiramento delle norme previste nella Carta fondamentale.
Dovrebbe nominare il Presidente del Consiglio (meglio se eletto in democratiche elezioni), su indicazione delle Camere e dei singoli gruppi parlamentari. Dunque, in virtù del medesimo principio di rappresentatività, valutare lo scioglimento della Camere che non avviene mai a discrezione del premier uscente o in risposta a pretese con ritorno elettorale.
SenatusDovrebbe nominare i senatori a vita, tenendo conto dei meriti straordinari e delle doti di eccellenza dei medesimi, a lustro della Repubblica.
In quanto “capo supremo” delle Forze Armate, dovrebbe avere un minimo di conoscenza delle dinamiche inerenti la Difesa nazionale e soprattutto della geopolitica internazionale… Cosa che contribuirebbe ad accrescere anche le sue competenze nell’ambito della sfera diplomatica e della politica internazionale, non foss’altro perché è chiamato a ratificare i trattati internazionali e (nei casi più estremi) a dichiarare lo stato di guerra.
Soprattutto, dovrebbe rappresentare il meglio che il Paese è in grado di offrire, all’insegna della massima competenza, serietà, e rispettabilità…
AT-Walker attackCoerentemente, tra i principali papabili all’incarico circolano ‘statisti’ di primo piano:

Pier Carlo Padoan   Pier Carlo Padoan: economista, “oltre Keynes“, banchiere ed una carriera al FMI come impone il credo liberista, già vice-segretario dell’OCSE per la cura greca, è la migliore rassicurazione possibile per l’Europa del rigore e la prosecuzione dell’Austherity con altre forme. Una candidatura di garanzia, affinché tutto cambi perché tutto rimanga com’è.

Riccardo Muti  Riccardo Muti: direttore d’orchestra di fama internazionale e tra i massimi esperti di musica sinfonica. Senatore a vita per indiscutibili meriti artistici, ma nessuna vera esperienza parlamentare e competenza giuridica. Insomma, perfettamente idoneo alle cariche ed i requisiti fondamentali che si richiedono ad un Presidente della Repubblica.

Paolo Gentiloni  Paolo Gentiloni: vecchio cacicco democristiano, esperto in ogni compresso possibile ed (in-)immaginabile, rigorosamente al ribasso. È un figlio d’arte: tra i suoi antenati vanta quell’Ottorino Gentiloni che col suo omonimo “patto” spalancò le porte del potere allo squadrismo fascista.
Negli ambienti di partito, tra chi meglio lo conosce, è soprannominato “Sacro GRA”, per le sue radici tutte romane consacrate all’inamovibilità e l’indefessa avversione a spostarsi oltre l’anello del Grande Raccordo Anulare della Capitale. Sarà per questo che è stato promosso ministro degli esteri.

Francesco Rutelli  Francesco Rutelli: ex radicale anti-clericale e poi cattolico devoto. Candidato di bandiera del centrosinistra con vocazione alla disfatta, è stato l’uomo buono per tutte le elezioni e sempre votato a sconfitta sicura. È un perdente di successo ed uno straordinario scopritore di talenti: Matteo Renzi è stata la straordinaria promessa, coltivata nel suo vivaio post-democristiano.
A magnificenza del personaggio, Francesco Rutelli, altro personaggio in voga nel generone romano, è meglio conosciuto dai figli di Quirino come Er Piacione e soprattutto Er Cicoria: soprannomi che meglio di ogni altro segnano la caratura dello statista. È uscito dal PD perché, a suo infallibile giudizio, è un partito troppo spostato su posizioni di sinistra ‘radicale’ (!).

Sergo Mattarella  Sergio Mattarella: altro democristiano di vecchio conio, per tradizione di famiglia è in politica da tre generazioni. Ha attraversato tutte le correnti possibili, in groppa alla vecchia Balena Bianca, rimanendo immune a tutte le tempeste e passando per tutti i governi: Andreotti, De Mita, Goria… eppoi Amato, fino all’indimenticabile esecutivo D’Alema. Attualmente riposa in stand-by alla Corte Costituzionale.

Giuliano Amato  Giuliano Amato: con la freschezza dei suoi 77 anni vissuti pericolosamente a cavallo tra prima e seconda repubblica, tra i politici di lungo corso più amati dagli italiani, è il re delle presidenze e delle cariche onorarie che colleziona a ritmo vertiginoso come altri raccolgono francobolli. Per elencarle tutte ci vorrebbe uno speciale albo araldico con menzione speciale. Soprannominato il Dottor Sottile della politica italiana, è l’Alchimista rotto a tutte le formule possibili di governo e sperimentato nell’esercizio del potere in formule sempre nuove. Come il suo omologo scozzese, è orgoglioso ed ha un incommensurabile senso del sé. Attualmente, siede anche lui tra i giudici della Corte costituzionale.

Congresso Nazionale ACLI  Pier Ferdinando Casini: protesi governativa per eccellenza, è il Mister Poltronissimo buono per tutti gli esecutivi ed intercambiabile per qualsiasi maggioranza. Vive in simbiosi col Potere, in ogni sua forma, ordine e grado, ed è da esso inseparabile, fuso com’è con la poltrona. A tutt’oggi, costituisce la quintessenza della DC dorotea, immune a qualunque mutamento, nel solco della conservazione più reazionaria. Dovunque si trovi un cardinale, un banchiere, un industriale, un palazzinaro… Casini c’è!
Pierferdinando CasiniPiù falso di una moneta da tre euro, con Lui una poltrona è per sempre.

Gianni Letta  Gianni Letta: gran cerimoniere di corte e cardinale Richelieu del berlusconismo, è praticamente eterno, onnipresente, quanto trasversale agli schieramenti. Ultimamente le sue quotazioni sono in ribasso, ma mai sottovalutare le capacità rigeneratrici del principe-vescovo. Come Talleyrand, è inaffondabile.

 Graziano Del Rio Graziano Del Rio: ogni palazzo ha il suo maggiordomo di fiducia; quello che accudisce il Bambino Matteo e sovrintende alla cameretta dei giochi si chiama “Graziano”. E ovviamente è un altro ex democristiano. Servizievole, accomodante, sempre disponibile… è l’uomo a cui si può chiedere tutto in pronta consegna.

Walter Veltroni  Walter Veltroni: nel mare magnum del gran revival democristiano nella notte dei morti viventi, è l’unico esponente di area, proveniente in qualche modo dalla ‘sinistra’ che ha schiantata come un virus interno. A tutt’oggi costituisce la più letale arma di distruzione di massa, che mai si sia abbattuta sulla Sinistra italiana. Non per niente, è l’inventore e fondatore del PD.
Imbarazzante come un peto ad una veglia funebre, è il becchino che ha contribuito a tumulare ogni alternativa e ideale anche lontanamente socialista o vagamente progressista. E per questo andrebbe premiato con la massima carica della Repubblica, in virtù dell’ottimo lavoro svolto.

 Anna Finocchiaro Anna Finocchiaro: Considerata fino a qualche mese fa inesorabilmente avviata alla “rottamazione” dal principino fiorentino, perché non abbastanza gggiovane per il nuovo corso futurista, è stata ripescata prontamente in zona demolizione in virtù delle sue competenze legali, promossa a ghost-writer degli emendamenti governativi. Folgorata sulla via del Nazareno, è diventata la donna che suggeriva alla Boschi.
Rientra nelle quote di genere e costituisce dunque un candidato più di bandiera che di sostanza.
Ma non si può mai dire…

Mars AttackTuttavia, funzionale alla logica dell’utile idiota, il candidato ideale non dovrebbe brillare troppo per capacità di giudizio, autonomia decisionale, competenza costituzionale e personalità indipendente, nella convinzione totalmente erronea che un cretino ubbidiente, ancorché in posti di potere, sia facilmente malleabile e non faccia ombra al “capo del governo”.

«Quando mai uno stupido è stato innocuo? Lo stupido più innocuo trova sempre un’eco favorevole nel cuore e nel cervello dei suoi contemporanei che sono almeno stupidi quanto lui: e sono sempre parecchi. Inutile poi aggiungere che niente è più pericoloso di uno stupido che afferra un’idea, il che succede con una frequenza preoccupante. Se uno stupido afferra un’idea, è fatto: su quella costruirà un sistema e obbligherà gli altri a condividerlo.
Debbo precisare che la stupidità ha un suo fascino, si suol dire persino che è riposante. Difatti succede che le persone e i libri più sciocchi sono quelli che più ci ammaliano, che più ci tentano e che ci tolgono ogni difesa. L’esperienza quotidiana ci porta anzi a credere che la stupidità sia lo stato perfetto, originario, dell’uomo, il quale trova buono ogni pretesto per riaccostarsi a quello stato felice. L’intelligenza è una sovrapposizione, un deposito successivo, e soltanto verso quel primo stato dello spirito noi tendiamo per gravità o per convenienza.
[…] Conclusione, la stupidità ha un limite. Oltre certi confini la mente umana si rifiuta di procedere. Ad un certo punto la Stupidità (forza attiva) diventa Idiozia (forza negativa) e non si vende più.
Ho un solo motivo di consolazione. Si crede comunemente che gli stupidi sodalizzino. Non è vero. Nessuno odia e disprezza tanto uno stupido quanto un altro stupido. Se così non fosse… ma il guaio è che siamo in tanti

Ennio FlaianoEnnio Flaiano
“Diario notturno”
Adelphi, 1994.

Sarà per questo che tutti gli sforzi del cenacolo fiorentino attualmente in auge, e della nutrita guardia pretoriana schierata a quadrato intorno al reuccio di turno, è interamente concentrata nella ricerca di un Re Sciaboletta che svolga le funzioni di facciata ed esegua senza porsi troppo domande le indicazioni che arrivano da Palazzo Chigi.

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PARACONSISTENZA

Posted in Stupor Mundi with tags , , , , , , , , , , , , , , , , on 18 gennaio 2015 by Sendivogius

Dracula di Bram StokerPersa per strada la benedizione dello spirito santo dalle parti del Quirinale per sopraggiunte dimissioni, dopo la stagionatura sotto salamoia prolungata oltre tempo massimo, speso malissimo il credito d’imposta accordatogli dall’inquilino del Colle, il figlio (prodigo) seduto alla destra del papi, e clonato a sua immagine e somiglianza, inizia a scoprire che anche la fuffa più estrema ha una data di scadenza. E che non basta post-datare in continuazione le etichette, per nascondere il tanfo di putrefazione che si leva sempre più intenso dai pacchi di governo, confezionati nelle cloache consociative delle Laide Intese.
Il papi e il figlioConsumati in fretta gli ultimi resti del vitello grasso, esaurite le mancette elettorali da distribuire a pioggia, e oramai a corto di coniglietti da estrarre dal cilindro per intrattenere un elettorato sempre più abulico, il Telemaco rignanese dai troppi padri putativi e senza più protezioni rischia di diventare, come il suo infelicissimo avatar mitologico, un reuccio senza corona, avviato precocemente verso la rottamazione anticipata, insieme al suo carniere di promesse e sbruffonate da chierichetto furbo.

Firenze, Matteo Renzi ed Enrico Letta a Palazzo Vecchio (©LaPresse)Enrico stai sereno

Per questo ha bisogno di un utile idiota da spendere alla presidenza della rinnovata repubblichetta bananiera, infeudata a misura di servo, che faccia da sponda sugli irti colli alle sue alchimie neo-dorotee per la conservazione di un potere di plastica.
In verità ti dico che io ti tradiròIn crisi di identità, quest’arnese transgenico è l’ibrido mutaforma che plasma se stesso a tutte le circostanze, secondo convenienza. È un meta-simbionte, che in apparenza si adatta all’organismo ospite per garantirsi la sopravvivenza, fintanto che non ne assume il pieno controllo per mutazione cellulare. Tuttavia, prima o poi, la sua reale natura viene sempre fuori…

xenomorfo“Mi accusano di non essere di sinistra.
E se ero di destra cosa facevo?”

Renzi il ParaculoMatteo Renzi
(27/04/2014)

Al riguardo, possiamo dire con certezza che non dichiarerebbe guerra alla NATO.
Piuttosto, avrebbe trovato molto più consono:

a) Cancellare l’Art.18 dello “Statuto dei Lavoratori”.
b) Istituire i licenziamenti collettivi di massa ed eliminare la giusta causa.
c) Promuovere l’ennesimo “scudo fiscale”, per condonare i patrimoni illeciti occultati in Svizzera.
d) Aumentare le aliquote IVA e le imposte indirette sui consumi.
e) Aumentare la tassazione sulla liquidazione di chi perde il lavoro.
f) Ridurre le indennità di disoccupazione.
g) Depenalizzare la frode fiscale.
h) Abusare della decretazione d’urgenza.
i) Forzare le procedure di revisione costituzionale.
k) Ricorre al voto di fiducia, con una media di quattro volte al mese.
l) Accentrare nelle mani del “leader” il maggior numero di poteri possibili.
m) Abrogare le assemblee rappresentative, sostituite con oligarchie di nominati.
n) Modificare gli atti legislativi, introducendo di nascosto norme ad personam durante la notte di Natale.
o) Denunciare i sindaci che istituiscono registri per le coppie di fatto e celebrano matrimoni gay.
p) Non votare l’autorizzazione a procedere nei confronti di parlamentari indagati per corruzione.
q) Governare ed allearsi stabilmente con un partito che si chiama “NuovoCentroDestra” e che detiene un 1/3 dei ministeri con un peso elettorale del 2%.
r) Sancire patti segreti, dei quali non è dato conoscere i contenuti, con il capo (interdetto dai pubblici uffici) del principale partito di opposizione di destra.
s) Comprare aerei da guerra, che costano troppo e funzionano male.
t) Tagliare i fondi pubblici a Istruzione e Sanità.
u) Vincere le primarie coi voti dei fascisti.
v) Falsificare il risultato delle primarie, ricorrendo alla compravendita dei voti.
x) Avere il sindacato per nemico e la confindustria come amica.
y) Manganellare gli operai e cenare coi padroni (che pagano il catering e lasciano offerte).
z) Pensare che l’astensione elettorale non sia un problema.

Il processo di ibridazione è talmente avanzato, che il piccolo principe dalle ambizioni smisurate non è più nemmeno in grado di rendersi conto quanto grande sia la contraddizione…
Matteo Renzi e Ciriaco De MitaMa la vera domanda è: perché scegliere le imitazioni dell’ultima ora, per giunta contraffatte male nella “ditta” del partito bestemmia, quando si può disporre di un’ampia scelta di modelli originali a marchio doc?

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TRANSFORMER ITALIA

Posted in Kulturkampf with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 10 luglio 2014 by Sendivogius

Hellraiser - Cubo di Le Marchand

Con l’asciuttezza che ne distingue la prosa e le analisi, gli storici anglosassoni definiscono il Trasformismo, come una pratica di governo per la formazione di coalizioni centriste a maggioranza variabile e mutualità di intenti nella loro fumosità ideologica.

Storia d'Italia «Il trasformismo è uno dei modi in cui può funzionare il sistema parlamentare, e questo tipo di permanente coalizione centrista tendeva indubbiamente a dare alla lotta politica un carattere meno polemico e più moderato. Ma di quando in quando anche taluni liberali erano costretti a riconoscere che…. l’assenza di aperte controversie aveva un effetto paralizzante e negativo.
[…] Il trasformismo venne attaccato e accusato di essere una degenerazione della prassi del compromesso…. che nascondeva l’assenza di convinzioni profonde.
[…] Depretis, Crispi, e lo stesso Giolitti ricorsero tutti uno dopo l’altro allo stesso metodo, e ciò con lo scopo preciso di impedire che potesse formarsi un’opposizione organizzata, in quanto in circostanze di emergenza il Presidente del Consiglio era così sempre in grado di allargare la schiera dei suoi sostenitori, grazie a una “combinazione” con alcuni dei dissidenti potenziali. Quest’assenza di una opposizione ben articolata ebbe talvolta effetti quanto mai negativi nella vita costituzionale italiana, come ad esempio la rapida successione di ministeri che ne risultava, dato che quella che sembrava una solida maggioranza si volatilizzava da un giorno all’altro

  Denis Mack Smith
 “Storia d’Italia
  Laterza, 1987.

Agostino DepretisStoricamente, il metodo si afferma nella seconda metà del XIX° secolo con l’insediamento del gabinetto governativo di Agostino Depretis, quando la contrapposizione, del tutto fittizia, in seno al blocco liberale nel Parlamento tra l’ala conservatrice (“Destra”) e quella progressista (“Sinistra”), si risolse con una serie omogenea di esecutivi di compromesso, fondati sullo scambio clientelare e la gestione condivisa del potere su base personalistica.

«Una volta al governo la Sinistra, che era salita al potere soltanto grazie all’aiuto di gruppi dissidenti della Destra, trovò che le riforme erano più difficili da attuare che da predicare. Il discorso inaugurale della Corona nel novembre del 1876 accennò una volta ancora al maggiore decentramento amministrativo, ma si trattava soltanto di parole. Depretis si sforzò in ogni modo di far apparire il suo ministero più progressista di quello precedente, ma in pratica non poté far molto di più che promettere di studiare possibili riforme future e di usare metodi meno autoritari nell’applicazione della legge. Neppure quest’ultima promessa fu mantenuta

  Denis Mack Smith
  “Storia d’Italia
  Laterza, 1987.

Ed è piuttosto illuminante ricordare come Agostino Depretis illustrò il nuovo corso ai propri elettori, in uno dei suoi celebri discorsi nel suo feudo elettorale di Stradella…

«I partiti politici non si debbono fossilizzare né cristallizzare. Ed eccovi quel che io diceva in questo stesso luogo l’8 Ottobre 1876:
[…] Io spero che le mie parole potranno facilitare quella concordia, quella faconda trasformazione dei partiti, quella unificazione delle parti liberali della Camera, che varranno a costituire quella tanto invocata e salda maggioranza, la quale ai nomi storici tante volte abusati e forse improvvidamente scelti dalla topografia dell’aula parlamentare, sostituisca per proprio segnacolo un’idea comprensiva, popolare, vecchia come il moto, come il moto sempre nuova, il progresso.”
Noi siamo, o signori, io aggiungeva, un Ministero di progressisti.
E lo siamo ancora, e se qualcheduno vuole entrare nelle nostre file, se vuole accettare il mio modesto programma, se vuole trasformarsi e diventare progressista, come posso io respingerlo?»

 Agostino Depretis
(08/10/1882)

Cronache marziane Istituito sotto i migliori auspici, il gabinetto Depretis fece del “trasformismo” una filosofia di governo, destinata ad avere successo e contribuendo non poco a sedimentare quella palude istituzionale, che spalancò le porte al fascismo in violenta polemica con le sabbie (im)mobili del “parlamentarismo” ed in aperta rottura con un sistema sostanzialmente sclerotizzato nella propria referenzialità.
Depretis, nel suo galleggiamento ministeriale, reseconfuse le questioni di principio e impossibile ogni chiarezza di pensiero, guardandosi bene:

«...dal formulare una politica ben definita che avrebbe potuto essere respinta da un voto contrario del parlamento e preferiva degli espedienti che potevano essere sconfessati in qualsiasi momento, semplicemente abbandonando al suo destino un ministro impopolare e rimaneggiando il ministero

  Denis Mack Smith
 “Storia d’Italia
 Laterza, 1987.

Concepito come una possibile soluzione alle pastoie del parlamentarismo italiano, con la rissosità congenita di una società profondamente frazionata, il “trasformismo” si è ben presto rivelato come parte integrante del problema.

«Nacque allora la formula definita del “trasformismo” che, presumibilmente concepita come strumento utile a garantire quella che oggi definiremmo “governabilità”, si risolse in un elemento di corruzione spicciola, di cooptazione interessata.
[…] La formula Depretis, peraltro, non poggiava soltanto su questa logica miserevole. La sostennero anche uomini come Marco Minghetti, conservatore, il quale, pur auspicando un sistema bipartitico, imperniato su una dialettica di contrapposte posizioni, riteneva preminente in quel momento assicurare all’Italia un governo stabile e – per avversione tanto all’estrema destra clericale, quanto alla sinistra radicale – avvicinò a Depretis molti deputati di orientamento conservatore. Anche questo elemento, come è ovvio, contribuì a stemperare gli originari propositi riformatori della Sinistra.
Alla morte di Agostino Depretis (1887) divenne presidente del Consiglio Francesco Crispi che, pur dichiarandosi in teoria nemico del trasformismo, fece largo ricorso a quel metodo. Se ne servì negli anni successivi anche Giolitti, ogni volta che in parlamento stava per formarsi un’opposizione organizzata

  Sergio Turone
 “Corrotti e corruttori
 Laterza, 1984

HELLBLAZERIn tempi più recenti, il sostanziale immobilismo, la cooptazione clientelare delle camarille locali, una corruzione endemica funzionale alla strutturazione del consenso, sono confluite nel cosiddetto “consociativismo” che è stata una variante moderna dell’originale trasformismo in evoluzione.
Date le sue peculiarità, non è un mistero come la pratica trasformistica, soprattutto nella sua componente consociativa, abbia costituito un aspetto constante del sistema politico italiano, alla base dell’egemonia democristiana nell’immanenza della sua longevità al potere. Lungi dall’essersi esaurito, oggi il fenomeno sembra più radicato che mai, incistato com’è tra il personalismo emergente dei nuovi caudillos populisti e la ricerca di un unanimismo totalizzante nella ridefinizione degli assetti di potere in atto…

«Il venir meno di ogni discriminante ideologica e programmatica fra i due maggiori schieramenti in campo (ossia la fine di quel sia pur imperfetto modello bipolare che aveva caratterizzato la scena parlamentare italiana nel primo ventennio postunitario) ebbe come effetti un visibile degrado del dibattito politico all’interno della ‘grande maggioranza’ costituzionale e il trasferimento delle funzioni proprie dell’opposizione a forze non pienamente legittimate (l’estrema radicale, repubblicana e poi socialista) oppure a gruppi eterogenei o marginali, pronti peraltro a rientrare alla prima occasione nel gioco delle combinazioni ministeriali.
[…] Il trasformismo non nasceva da una connaturata inclinazione al compromesso dei politici italiani, ma era il portato della debolezza originaria dello Stato unitario, della fragilità delle istituzioni e della cronica esiguità delle loro basi di consenso. Non era il prodotto di un carattere nazionale, ma la risposta, forse sbagliata, a un problema reale

  Giovanni Sabbatucci
 “Enciclopedia delle scienze sociali
 (1998)

Oggi, ci si illude di superare il bipolarismo imperfetto, previa rottamazione della Costituzione repubblicana e revisione del principio maggioritario.
Le cosiddette “riforme”, più strumentali che strutturali, brandite come una clava dalla anomala maggioranza di governo nel solco di più laide intese, costituiscono il tassello evidente di un’anomalia costituzionale ancor prima che istituzionale, con un esecutivo che interviene pesantemente nel gioco parlamentare, facendosi promotore ancor più che garante di una revisione costituzionale da portare avanti a tempi contingentati e tappe forzate. E lo fa preordinando la ‘sua’ riforma, denigrando le voci critiche in seno alle istituzioni repubblicane, rimuovendo dalle commissioni i senatori non allineati (fatto senza precedenti). Impone quindi la propria “bozza” ad un Parlamento ed un Senato, ancorché supini, che subiscono l’iniziativa di un premier mai eletto in un esecutivo presidenziale, tenuto a Carl Schmittbattesimo palatino. Nel superamento dei vecchi schemi politici e di partito, il governo si attribuisce competenze che spettano alle Camere ed agisce esso stesso come un partito (della nazione), accentrando su di se i poteri e istituzionalizzando l’eccezione in virtù di un presunto principio di necessità. Vizio antico ma sempre presente.
L’iniziativa governativa più che integrare l’azione parlamentare, ne determina l’indirizzo e la sovrasta nella sua ipertrofia decisionale. Viste le finalità recondite, circa l’attivismo promozionale (e propagandistico) del governo, viene in mente una vecchia polemica gramsciana riconquistata ad insospettabile attualità:

Gramsci«Il governo ha infatti operato come un “partito”, si è posto al di sopra dei partiti non per armonizzarne gli interessi e l’attività nei quadri permanenti della vita e degli interessi statali nazionali, ma per disgregarli, per staccarli dalle grandi masse e avere “una forza di senza-partito legati al governo con vincoli paternalistici di tipo bonapartistico-cesareo”: cosí occorre analizzare le cosí dette ‘dittature’ di Depretis, Crispi, Giolitti e il fenomeno parlamentare del trasformismo

  Antonio Gramsci
 “Passato e Presente. Agitazione e propaganda
 Quaderno III (§119); Anno 1930.

JOHN McCORMICKAttualmente, il trasformismo centrista di matrice neo-consociativa sembra convivere con le impennate demagogiche di un populismo di ritorno, dal quale trae giustificazione e legittimazione quale necessario argine di contenimento, mentre la componente cesaristica ne diventa strumento indispensabile di governo, in qualità di catalizzatore del consenso personalizzato a dimensione di “leader”. Per disinnescare la carica eversiva della minaccia populista, il “cesarismo” ne assume in parte le istanze; le converte in alchimie di governo consacrate alla preservazione della ‘stabilità’ tramite l’adozione su polarità alternata e contraria di un populismo reazionario, ammantato da un’onnipervasività plebiscitaria, riadattando il sistema alle necessità congenite del leader ed al consolidamento della sua posizione di potere. Si tratta di iniezioni controllate, con inoculazione del veleno a piccole dosi in funzione immunizzante. La pratica si chiama “mitridatismo”. E peccato che le tossine così somministrate a lungo andare finiscano col distruggere l’organismo che s’intendeva preservare.
Per quanto mutevoli possano essere le sue forme, il Cesarismo continua ad essere declinato nella forma prevalente dell’istrione, che a quanto pare resta il figuro più amato dagli italiani, incentrando la sua preminenza sui legami emozionali.

Wien - Kunsthistorisches Museum - Gaius Julius Caesar«L’organizzazione politica del cesarismo si afferma sempre a seguito di un processo di deistituzionalizzazione delle organizzazioni e delle procedure politiche preesistenti. In altri termini, parleremo di cesarismo se, e solo se, la leadership individuale nasce sulle ceneri di un’organizzazione politica istituzionalizzata che è stata colpita da un processo di decadenza e di disorganizzazione.
Il cesarismo è un regime di transizione, intrinsecamente instabile. Sorge per fronteggiare uno stato di disorganizzazione e di crisi acute della comunità politica ed è destinato a lasciare il posto a forme diverse e più stabili di organizzazione del potere.
[…] Un regime politico di transizione, che sorge in risposta alla decadenza di istituzioni politiche preesistenti ed è fondato su un rapporto diretto – ove la componente emozionale (così come è descritta, ad esempio, da Freud) è preminente – fra un leader e gli appartenenti alla comunità politica, veicolato da tecniche plebiscitarie di organizzazione del consenso.
[…] Per usare termini schmittiani potremmo dire che il cesarismo è il regime dello “stato d’eccezione” in cui però l’assunzione di pieni poteri da parte del leader si sposa con un consenso plebiscitario, o semiplebiscitario, della comunità politica (delle sue componenti maggioritarie). In questa prospettiva si può spiegare facilmente anche la scarsa attenzione che la scienza politica presta ai fenomeni cesaristici. Trattandosi di regimi di transizione, i regimi cesaristici hanno una vita effimera. Essi sorgono in risposta a una crisi e si trasformano più o meno rapidamente in regimi diversi

 Angelo Panebianco
Enciclopedia delle scienze sociali
(1991)

Semmai, il problema della transizione risiede nella durata, che qui in Italia si esplica in parentesi prolungate da non prendere mai alla leggera…
Il vecchio che tornaPerché al di là dei toni trionfalistici, l’unanimismo plebiscitario, la piaggeria cortigiana ed i facili entusiasmi, l’attuale governo garantito dai “senza-partito” vincolati al premier da un legame “bonapartistico-cesarista” e dalle più alte Grillinoprotezioni dell’ermo Colle, costituisce nella sostanza una parentesi di transizione, volta ad essere superata in fretta non appena sarà chiaro il trucco delle tre carte al volgere della fine dei giochi, sbollita l’enfasi delle contro-riforme artificialmente pompata da un apparato mediatico più che compiacente. Un “regime cesaristico” si afferma sul disfacimento dei partiti e prosperano traendo alimento dal populismo che inevitabilmente si sprigiona dalla loro decomposizione, con ben pochi vantaggi per lo sviluppo civile e di una società pienamente democratica.

«Man mano che i vecchi partiti da fiorentissimi sono diventati secchissimi (non parlo, com’è ovvio di quelli già defunti sotto le macerie di Tangentopoli), sono riemersi i caratteri di una società civile tradizionalmente avulsa dai meccanismi dell’associazionismo intermedio, mentre si è creata una voragine nel luogo del primitivo insediamento, un vuoto che può essere colmato d’un tratto da qualsiasi predicazione, poco importa se proveniente da demagoghi improvvisati, da corporazioni che invadono il campo della politica, o da partiti d’opinione, che sappia catturare il voto “emotivo”

  Mario Patrono
Maggioritario in erba – Legge elettorale e sistema politico nell’Italia che (non) cambia
Edizioni CEDAM
  Padova, 1999

In questa sua opera ‘minore’ di agevolissima lettura, Mario Patrono, costituzionalista di orientamento socialista ed esperto in Diritto pubblico comparato, coglieva con un ventennio d’anticipo i limiti intrinseci del maggioritario e le implicazioni sul sistema politico italiano, che col senno di poi si sono rivelate in buona parte esatte. A suo tempo il prof. Patrono, con tutte le riserve del caso, aveva posto la propria attenzione sulla “zoppìa del maggioritario in azione, sottolineando i limiti e le speranze già all’alba della sua adozione:

«..visto come il toccasana per guarire d’incanto il sistema politico italiano da tutti i mali che lo affliggevano: la corta durata dei governi, la fragilità della loro azione, la presenza di troppi partiti, la mancanza di ricambio al potere, la degenerazione della politica stessa, il maggioritario – alla prova dei fatti – sembra aver peggiorato piuttosto che migliorato lo stato delle cose, aggiungendo malanni nuovi a quelli preesistenti

Mario Patrono
 “Maggioritario in erba
(1995)

Considerati i soggetti politici attualmente in lizza secondo un’ottica tripartita, il parlamentarismo proporzionalista svolgerebbe una funzione ‘analgesica’, che per esempio un giurista del calibro di Hans Kelsen definiva di per se stessa “sedativa” nei sistemi conflittuali ad alta temperatura. E la stesura di una nuova legge elettorale è forse utile in tal senso, come migliore antidoto a prossime ed eventuali involuzioni nell’ambito dell’offerta politica, segnando una linea di demarcazione tra il rilancio della Politica ed il “commissariamento della Democrazia”, destinata ad essere strozzata dalla garrotta dei “governi tecnici”.

«Quale potrà essere l’esito finale di questo scontro tra chi vuole davvero il maggioritario, e perciò si adopera per valorizzarlo, e chi maneggia invece per affogarlo nella pozza di un sistema piegato ad avere tre poli in luogo dei “classici” di due, non è dato al momento sapere. Da una parte, a favore del bipolarismo gioca il terrore retrospettivo delle condizioni di un tempo, che l’inchiesta giudiziaria “Mani pulite” si vorrebbe aver chiuso per sempre. Ragiono nei termini di un riscatto morale dalla corruzione, e mi riferisco al dato inoppugnabile che il sistema elettorale maggioritario vi si oppone assai meglio della proporzionale, che al contrario la fomenta….
Ma è proprio qui che si nasconde la questione a cui è legata la possibilità dell’Italia di diventare una democrazia “funzionante”. È davvero il capitalismo italiano in grado, lo è davvero la società italiana di fare a meno della corruzione pur conservando la pace sociale e mantenere intatto il livello di benessere, al Nord come al Sud? Se la risposta è ‘no’, mille interessi leciti e illeciti, grandi e piccoli non tarderanno a far rivivere il passato. E la “Seconda Repubblica” rimarrà scritta nel libro dei sogni.
[…] Resta che le difficoltà e i pericoli di questa fase della vita politica si rivelano con chiarezza, non appena si guardi alla somma di incongruenze che vi albergano:
– un maggioritario in erba, parziale e indigesto per difetto di cultura;
– un bipolarismo precario che funziona male e che sono in molti, nel loro intimo, a non volere;
– una situazione politica confusa, fluida, miscelata, con maggioranze scarse;
una società che – dopo tanto discutere se fosse preferibile “rappresentarla” o piuttosto “governarla” – appare, per colmo di paradosso, né “rappresentata” né “governata”

  Mario Patrono
 “Maggioritario in erba
 (1995)

Pig and his girl by EastMonkey Alla prova dei fatti, possiamo dire che la risposta è stata ‘no’.
E la cosiddetta Terza Repubblica non è che si preannunci tanto meglio delle precedenti. Anzi!
In riferimento invece ai ‘governi tecnici’ (Ciampi e Amato), che hanno preceduto l’insediamento ventennale della pornocrazia berlusconiana, quanto di ‘meglio’ ha saputo incarnare lo spirito della “Seconda Repubblica”, così si esprimeva il prof. Patrono paventandone i rischi e le conseguenze future:

«Inoltre, e questo è forse il danno maggiore, si assiste ad una semiparalisi delle dinamiche istituzionali, che si manifesta con la presenza di un governo “tecnico”, che tiene il cartellone già da parecchi mesi. Il che sta provocando due conseguenze, l’una più grave dell’altra: un tentativo di nascondere dietro le contraddizioni in termini di una (presunta ma impensabile) “neutralità della politica” il fenomeno ben più allarmante di un oscuramento della politica, e ciò accade quando appunto la politica avrebbe dovuto ricevere dal maggioritario un rilancio in grande stile; ed un processo di commissariamento della democrazia, effetto e sintomo nel profondo della crisi che ha investito i partiti e le grandi organizzazioni sindacali, che fa dipendere le grandi scelte politiche da una cerchia di oligarchi senza investitura popolare: un processo che rischia, alla lunga, di aggravare il distacco tra i cittadini e il potere, nel momento stesso in cui il maggioritario è considerato dai suoi fautori (insieme al referendum e dopo di esso) il modo più genuino, immediato, ed anche più attraente di far partecipare il popolo, la “gente” alla vita politica.
OLIGARCHIAPer scrupolo osservo che questa fase…. rappresenta una miccia accesa sotto l’insieme delle libertà repubblicane: se non riusciamo a lasciarcela dietro alle spalle in tutta fretta, il rischio di un logoramento dello stesso contratto sociale diventa inevitabile

Mario Patrono
Maggioritario in erba – Legge elettorale e sistema politico nell’Italia che (non) cambia
Edizioni CEDAM
Padova, 1999

Praticamente, a decenni di distanza, siamo ritornati al bivio di partenza con una situazione sociale e culturale persino peggiore, e ancor più logorata, della matrice originaria…

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Vinciamo Poi

Posted in Stupor Mundi with tags , , , , , , , , , , , , , , , , on 26 Maggio 2014 by Sendivogius

DitoneQuelli che avrebbero aperto il parlamento italiano come una scatola di tonno, e sono finiti immobilizzati sotto conserva dentro un barile di salamoia…
Quelli che dovevano aprire il parlamento europeo come una scatola di würstel e si sono risvegliati il giorno dopo, trovando la scatola intatta e ben altro di rotto. In quanto ai würstel… è meglio tacere dove siano stati rinvenuti connessi e soprattutto ‘annessi’..!
Quelli che noi siamo il popolo e tutti gli altri sono Ka$ta…
Quelli che vinciamo-noi-vinciamo-noi-vinciamo-noi!!!!
Quelli che sono il primo partito con 10 milioni di voti…
Quelli che vogliono il 100% e poteri assoluti…
Quelli che siamo in guerra… Quelli che la nostra è una lotta all’ultimo sangue: o “noi” o “loro”…
Quelli che il moVimento ha già vinto e gli ‘altri’ lo sanno, per questo sono terrorizzati…
Quelli che non sono di destra né di sinistra, ma l’antifascismo non li riguarda…
Quelli che spazzeremo via la “peste rossa”
Quelli che sono rabbiosamente populisti e fieri di esserlo…
Quelli che non sono razzista però… Quelli che gli ebrei…
Quelli che uno vale uno, ma Beppe ha sempre ragione e decide per tutti…
Quelli che “chi pensa io non sia democratico va fuori dai coglioni! E potete star certi che verrà cacciato via dal movimento”…
Quelli che fanno le espulsioni tramite raccomandata, con ricevuta di ritorno…
Quelli che non rilasciano interviste e non parlano coi giornalisti, ma poi vanno da Vespa a “Porta a Porta”
aria frittaQuelli che vorrebbero licenziare chiunque non dovesse prostrarsi adorante dinanzi al movimento trionfante…
Quelli che ro-do-tà! ro-do-tà! ro-do-tà! ro-do-tà!… E poi berlinguer!-berlinguer!-berlinguer!… Ma anche Genny a’Carogna. E la mafia non ha mai strangolato nessuno. E stanno con chi fischia l’inno nazionale, perché gli italiani sono tutti massoni e piduisti e mafiosi…
Quelli che polizia, digos, esercito, carabinieri, stormtroopers, Capitan Miki e Yellow Kid, sono dalla nostra parte e lottano insieme a noi…
Quelli che faremo la marcia su Roma… Quelli che sono oltre Hitler
maxresdefaultQuelli che vorrebbero processare i “politici” e i “giornalisti” e gli “imprenditori” in piazza con tribunali popolari… E poi rinchiuderli tutti nelle prigioni sotterranee del castello di Lerici…
Quelli che il parlamento è illegittimo… Ed i sondaggi ci danno oltre il 30%… E spezzeremo le reni al PD; che poi si sa come vanno a finire certe millanterie..!
Quelli che 80 euro sono un’elemosina e una mancia elettorale priva di coperture economiche; perciò noi daremo mille euro a tutti se ci votate, perché le coperture ci sono.
Quelli che scioglieremo le Camere… Quelli che cacceremo via il Presidente della Repubblica… Quelli che metteremo in stato d’accusa il Presidente per alto tradimento…
Quelli che Napolitano mi fa schifo come uomo più che come ‘politico’…
Quelli che fanno una mozione di sfiducia al giorno…
Quelli che faremo il referendum sull’euro e il nuovo governo rivoluzionario lo scegliamo on line a colpi di like-it! cliccando sui banner pubblicitari della Casaleggio Associati…
Quelli che Di Maio lo vorrebbero al Quirinale, dopo aver cambiato la Costituzione…
Di MaioQuelli che Renzi è già morto… E lo aspetta la lupara bianca, come per tutti i falliti… Ed è debolissimo, destinato com’è all’oblio dei perdenti…
Quelli che l’Italia è un paese di pensionati che non vogliono cambiare (e che soprattutto non votano per i cretini obbedienti di un ultrasessantenne sfaccendato, con manie di onnipotenza)…
Quelli che la “forza sia con voi” e Gaia ci rende liberi…
Quelli che fanno la RiVoluzione su facebook…
Quelli che costruiscono le turbine con le stampanti 3D e un po’ di polvere di zinco…
Quelli che ciucciano le matite contro i brogli… e poi si fanno i selfie con la scheda elettorale…
Quelli che le scie chimiche… i gomblotti… il signoraggio… le banche… i massoni… il bilderberg… la trilateral… l’aspen… la decrescita felice… i microchip sotto la pelle… i vaccini uccidono… la carne fa venire i tumori… e siamo un paese fallito… e siete finiti!… e siete morti!… e siete zombies!… e la rete ci salverà… e decide tutto il webbé…

keep-calm-and-vaffanculo«Su una cosa non ho dubbi: o vinciamo, o stavolta davvero me ne vado a casa. E non scherzo!»

Beppe Grillo
(03/04/2014)

Ovviamente scherza! Terrà per un po’ il broncio. Giocherà alla bella ritrosa sdegnata e starà zitto una mezza giornata: il tempo di ringoiare a forza il travaso di bile. Poi se la prenderà con gli italiani (coglioni!) che non lo votano, come un Berlusconi qualunque ai tempi del suo turgore, promettendo nuovi sfaceli apocalittici e punizioni bibliche per aver ignorato il verbo del profeta.
Ma alla fine rimarrà, figuriamoci! Perché il giocattolo piace a tutti. E al “capo politico” più che mai.
Alla luce dello strabiliante sorpasso elettorale, con riVoluzione rimandata a data da destinarsi, che dire? Non possiamo che declinare la gentile offerta e ricambiare però l’invito con sincero trasporto:

fanculoVAFFANCULO!!!
E soprattutto Vaffanculo a te Beppe… Vaffanculo di cuore!

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IMPICCI & SOLLAZZI

Posted in Kulturkampf with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 11 febbraio 2014 by Sendivogius

Charlie Sheen - hot-shots

Come volevasi dimostrare, alla prova dei fatti, il presidenziale impicciamento, artificiosamente gonfiato per mesi dal meteorismo a cinque stelle, si è alfine sgonfiato con la velocità di un peto, lasciando gli ensiferi che già pregustavano la ghiotta merenda, assieme ai compagnucci della parrocchietta leghista ed i ritrovati amichetti di “Forza Italia”, con un pugno di briciole.
Igumox Esaurite le minzioni del momento, ai cagnetti del Capo-Grullo non resta che abbaiare alla luna, nell’inconsistenza assoluta della loro irrilevanza.
Sollevati dall’incombenza costituzionale, potranno finalmente tornare ad occuparsi di argomenti a loro più consoni quale la terribile minaccia delle scie chimiche, i misteri del Bilderberg, le sirene… dedicandosi a ciò che meglio gli riesce: i soldi degli altri, gli insulti ai soliti giornalisti, il turpiloquio sessista, la caccia alla Boldrini, guerra permanente al pd-meno-elle, che ormai costituiscono un’ossessione personale. boldrini-insulti-1Naturalmente, non vanno dimenticate le amatissime liste di proscrizione: oggi (ri)tocca a Paolo Becchi, già ideologo (a giorni alterni) del MoVimento, reo di intervista non autorizzata. O almeno così si suppone, perché delle scomuniche del Vate® non è mai dato conoscere le ragioni. Mistero della Fede.
Sulla messa in stato d’accusa “per alto tradimento” del Presidente della Repubblica, non vale nemmeno la pena di soffermarsi. Anche perché ne avevamo parlato più che abbastanza in passato.
Tra le formidabili motivazioni dell’iniziativa, basti ricordare:
“Improprio esercizio del potere di grazia” (?), in aperto contrasto con l’Art.87 della Costituzione che laconicamente recita: Il Presidente della Repubblica può concedere grazia e commutare le pene.
La fantomatica “Trattativa Stato-mafia”: una mitopoiesi mitologica tutta da dimostrare e dove chiunque è colpevole fino a prova contraria.
La “Seconda elezione del Presidente della Repubblica” perché, ai sensi dell’Art.85 della Costituzione (Il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni), secondo la raffinata interpretazione pentastellata “è evidente che il testo costituzionale non contempla la possibilità dello svolgimento del doppio mandato da parte del Capo dello Stato” (?!?). E peccato invece che, come ogni matricola di Giurisprudenza impara già al primo anno di corso, ciò che la legge non esclude esplicitamente è lecito.
Il “Mancato esercizio del potere di rinvio presidenziale”, questo perché il PdR non solo può ma ‘deve’ rinviare le leggi al “mittente” (parlano del Parlamento), qualora questa non sia gradita al Grullo e la sua canea analfabeta. Ovviamente ai sensi dell’Art.74 della Costituzione:

«Il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, può con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione. Se le Camere approvano nuovamente la legge, questa deve essere promulgata.»

Secondo l’interpretazione ensifera, ‘potere’ è sinonimo di ‘dovere’, giacché “il rinvio presidenziale costituisce una funzione di controllo preventivo”. E non sanno che la legge può essere ripresentata praticamente identica, senza che il Presidente si possa rifiutare di firmarla.
Ma cercare un filo logico nella lucida follia di questa setta di invasati è impresa che spetta alla psicanalisi e dalla quale una persona sana di Gasparrimente dovrebbe astenersi per motivi di igiene mentale. D’altronde, a sostegno della loro richiesta di impicciamento, i pentastellati possono contare su un costituzionalista d’eccezione, l’acuto Maurizio Gasparri, improvvisamente elevato a mentore, dal cui raffinato pensiero traggono ispirazione.

conspiracyMORPHEUSE siccome ogni pretesto è buono per far casino, giacché nella zuppa rancida del grillismo tutto fa brodo, nel carniere (vuoto) del Grullo non poteva certo mancare il grande “Complotto di Saint-Moritz”, in perfetto stile berlusconiano. Nemmeno la ferale coppia Sallusti-Santanché avrebbe potuto far di meglio…

«Berlusconi era allora un presidente del Consiglio regolarmente eletto, non era ancora stato condannato e fatto decadere. Fu sostituito con un tecnocrate scelto da Napolitano senza che il Parlamento sfiduciasse il governo in carica. Oggi, dopo due anni e mezzo, sappiamo che lo spread non ha (né aveva) nulla a che fare con l’economia reale. Infatti lo spread è sceso mentre l’Italia è in profonda recessione, stiamo molto peggio del 2011. Sappiamo anche che un Presidente della Repubblica ha svolto funzioni che non gli sono attribuite dal suo incarico senza che gli italiani ne fossero informati. Sappiamo inoltre che De Benedetti, un privato cittadino italiano diventato svizzero, può condizionare la politica italiana dalla sua villa di Saint Moritz e lo dice pure. E infine sappiamo che i cittadini italiani sono espropriati da qualunque decisione e che il loro voto non conta nulla. per i registi dei cinepanettoni della democrazia. Impeachment, e così sia!»

  (10/02/2014)

È infatti notorio a chiunque non abbia la memoria di un pesce rosso, quale livello di crescita economica, di stabilità politica e credibilità internazionale godesse allora l’Italia, e massimamente il Governo Berlusconi, nella ‘lontana’ estate del 2011… quando tra un bunga-bunga ed una nipote di Moubarak, con un esecutivo da tutti giudicato finito ed impresentabile, il Paese si stava avviando pericolosamente verso il commissariamento UE, avvitandosi in una recessione economica ed una crisi finanziaria che puntuale esplose qualche mese dopo.

All’epoca ci fu chi, nel bene o nel male, e che di errori ne commise non pochi, cercò di correre ai ripari per provare a salvare il salvabile (tra cui per l’appunto il Presidente Napolitano) e chi invece tra le pagine del suo blog giocava al massimo sfascio, annunciando (e invocando) il default dell’Italia.
Invero, prima di levare appelli alla sollevazione delle Forze Armate, con le sue solite “lettere aperte”, al Capo politico piaceva rivolgersi direttamente al Presidente della Repubblica, coi toni accorati di un Cicerone che si rivolge con supponenza al compagnetto di banco, durante le esercitazioni di retorica:

«Spettabile presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,
quasi tutto ci divide, tranne il fatto di essere italiani e la preoccupazione per il futuro della nostra Nazione. L’Italia è vicina al default, i titoli di Stato, l’ossigeno (meglio sarebbe dire l’anidride carbonica) che mantiene in vita la nostra economia, che permette di pagare pensioni e stipendi pubblici e di garantire i servizi essenziali, richiedono un interesse sempre più alto per essere venduti sui mercati. Interesse che non saremo in grado di pagare senza aumentare le tasse, già molto elevate, tagliare la spesa sociale falcidiata da anni e avviare nuove privatizzazioni. Un’impresa impossibile senza una rivolta sociale. La Deutsche Bank ha venduto nel 2011 sette miliardi di euro dei nostri titoli. E’ più di un segnale: è una campana a martello che ha risvegliato persino Romano Prodi dal suo torpore. Il Governo è squalificato, ha perso ogni credibilità internazionale, non è in grado di affrontare la crisi che ha prima creato e poi negato fino alla prova dell’evidenza. Le banche italiane sono a rischio, hanno 200 miliardi di euro di titoli pubblici e 85 miliardi di sofferenze, spesso crediti inesigibili. Non sono più in grado di salvare il Tesoro con l’acquisto di altri miliardi di titoli, a iniziare dalla prossima asta di fine agosto. Ora devono pensare a salvare sé stesse.
In questa situazione lei non può restare inerte. Lei ha il diritto-dovere di nominare un nuovo presidente del Consiglio al posto di quello attuale. Una figura di profilo istituzionale, non legata ai partiti, con un l’unico mandato di evitare la catastrofe economica e di incidere sulla carne viva degli sprechi. Ricordo, tra i tanti, l’abolizione delle Province, i finanziamenti pubblici ai partiti e all’editoria e le grandi opere inutili finanziate dai contribuenti, come la Tav in Val di Susa di 22 miliardi di euro. Gli italiani, io credo, sono pronti ad affrontare grandi sacrifici per uscire dal periodo che purtroppo li aspetta, ma solo a condizione che siano ripartiti con equità e che l’esempio sia dato per primi da coloro che li governano. Oggi non esiste purtroppo nessuna di queste due condizioni.
In un altro mese di luglio, nel 1943, i fascisti del Gran Consiglio, ebbero il coraggio di sfiduciare il cavaliere Benito Mussolini, l’attuale cavaliere nessuno lo sfiducerà in questo Parlamento trasformato in un suk, né i suoi sodali, né i suoi falsi oppositori. Credo che lei concordi con me che con questo governo l’Italia è avviata al fallimento economico e sociale e non può aspettare le elezioni del 2013 per sperare in un cambiamento. In particolare con questa legge elettorale incostituzionale che impedisce al cittadino la scelta del candidato e la delega invece ai partiti. Queste cose le conosce meglio di me. Lei ha una grande responsabilità a cui non può più sottrarsi, ma anche un grande potere. L’articolo 88 della Costituzione le consente di sciogliere le Camere. Lo usi se necessario per imporre le sue scelte prima che sia troppo tardi. Saluti.»

  Beppe Grillo (30/07/2011)

Se il messaggio non fosse chiaro, il soggetto di cui si parla nella missiva è Berlusconi ed il suo governo.
Il destinatario è il presidente Giorgio Napolitano, al quale si chiede (quasi si ordina) di:
a) Nominare un nuovo presidente del consiglio;
b) Scegliere allo scopo “una figura di profilo istituzionale, non legata ai partiti”, che incida sulla “carne viva”. Il convitato di pietra a cui si allude ma che ancora non si nomina è Mario Monti.
c) Fare tutto quanto è nel potere del PdR, “per imporre le sue scelte”.

E per chiudere in bellezza, solito riferimento al duce buonanima ed ai fascisti che devono piacergli davvero tanto:

“In un altro mese di luglio, nel 1943, i fascisti del Gran Consiglio, ebbero il coraggio di sfiduciare il cavaliere Benito Mussolini, l’attuale cavaliere nessuno lo sfiducerà in questo Parlamento trasformato in un suk, né i suoi sodali, né i suoi falsi oppositori.”

razzi 3Improvvisamente, oggi, quello che un tempo era lo “Psiconano” è diventato un “Presidente del Consiglio democraticamente eletto” da un parlamento evidentemente ritenuto legittimo e non più composto di “nominati”, per un governo sorretto dal sostegno in vendita dei vari Razzi e Scilipoti. Trattasi delle primizie scelte di un altro moralista della politica, caduto in disgrazia. All’epoca il Grullo la pensava diversamente, ma è inutile cercare coerenza logica nella schizofrenia politica del capo politico ed i suoi dilettanti allo sbaraglio…
Con simili cialtroni l’Italia si deve confrontare.

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NONSENSE ITALIA

Posted in Muro del Pianto with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 20 novembre 2013 by Sendivogius

Nell’Eccezione permanente di un’Italietta ormai dispersa nella sua deriva neo-weimeriana, capita che un Presidente della Repubblica, investito di poteri regali da un parlamento inconsistente, blindi un governo che non dispone più di una maggioranza certificata alle Camere, senza che ciò implichi una verifica parlamentare o un rimpasto di governo. Questo perché due (PdL e Scelta civica) dei tre partiti che compongono l’immonda maggioranza di fatto non esistono più, mentre l’innominabile partito bestemmia è dilaniato al suo interno dalla fronda maggioritaria di coloro che delle Laide Intese non ne possono proprio più.
Dalla grosse koalition alla tedesca, al gran bollito all’italiana con tanto di stallo alla messicana incorporato, l’ammucchiata è servita! Dinanzi ad una cesura con pochi eguali tra Istituzioni e Cittadinanza, che rischia di degenerare in una frattura irriducibile, la soluzione migliore elaborata dall’ottuagenario Presidente che volle farsi Re è puntellare un governo artificiale, senza più alcun radicamento sociale e con un consenso popolare ridotto ai minimi storici (ma compensato dalle cariche di polizia), tramite l’inamovibilità dei suoi ministri più screditati. E per questo ridotto a vegetare in uno stato comatoso, nell’immobilismo più totale, perché al minimo sommovimento al suo interno la fragilissima costruzione imposta dal Nonno sul Colle rischia di franare come un effimero castello di carte, nella prosecuzione ad oltranza di un’esperienza perniciosa ancor prima che fallimentare.
In tale ambito, la fiducia (imposta sotto ricatto) ad un Guardasigilli dai rapporti quantomeno chiacchierati ricorda di molto le formule del compromesso dilatorio, così care a quel Carl Schmitt che della democrazia di Weimar vergò compiaciuto l’epitaffio, e che lasciano completamente irresolute le divergenze di fondo attraverso la dilazione delle risoluzioni nella perseveranza dell’errore.
snail on the thread of a razor blade A simile compagine governativa alla perenne ricerca di un senso che non ha, cristallizzata com’è nella sua immutabilità fondata sull’eterno rinvio, si dovrebbe demandare la riforma della Costituzione, peraltro in deroga alle norme previste dall’Art.138 che tale revisione disciplina, con una serie interminabile di anomalie giuridiche che fanno dell’eccezione alla norma la regola condivisa. Nonché la “riforma della giustizia” affidata ad un ministro screditato, su pressione di un pregiudicato abusivamente insediato al Senato!
Il risultato è un’Esecutivo immobilizzato da una paralisi istituzionale senza precedenti, ridotto a mero esecutore testamentario delle ultime volontà dettate dalle tecnoburocrazie eurocratiche: la soluzione finale per una politica economica dei “compiti a casa” e delle caramelle, in un Paese prostrato dalla recessione, avvitato in un declino senza uscita nella persistenza di una cura fallimentare. La persistenza della “Crisi” è più che altro una scusa per legittimare uno stato di necessità fondato su una serie di deroghe costituzionali nella preservazione del potere.
Alimenta la minaccia del populismo fascistoide ed al contempo se ne serve per prorogare la permanenza di una anomalia giuridica preminente, in una costante materializzazione ectoplasmatica di oscure presenze, un’inquietante galleria di ‘anime morte’ degna dell’Overlook Hotel

LettorranceIl governo ha l’oro in bocca
Alessandra Daniele
(10/11/13)

«Non è una novità che la giustizia italiana sia schifosamente classista, né che lo siano i suoi presunti giustizieri: Giancarlo Caselli non sarebbe certo stato altrettanto assolutorio verso la Cancellieri, se la ministra avesse fatto scarcerare un’attivista No-TAV, anziché una palazzinara.
Ma cosa c’è rimasto in Italia ad essere una novità? Tutto continua a ripetersi ossessivamente sempre uguale.
Questo secondo governo di Grossolana Coalizione, spacciato per quello che avrebbe finalmente restituito al paese rispettabilità e credibilità internazionale, mantiene alla Giustizia una ministra che s’è dichiarata e dimostrata “a disposizione” della famiglia di palazzinari bancarottieri che rivendica d’averla piazzata al ministero.
Annamariaaah!E tutta la Grossolana Coalizione la difende: la testa della Cancellieri non si tocca, perché per il governo sarebbe esplosiva come quella della robottona di Total Recall alla quale la ministra somiglia. Dentro quella robottona si nascondeva Schwarzenegger, dentro la Cancellieri c’è Ligresti.
TOTAL LIGRESTINiente è davvero cambiato. Mani Pulite è stata rivoluzionaria quanto Second Life.
Siamo ancora ai tempi della DC dei Gava e dei Lima. Siamo ancora nel regno dei Borboni, con una sottile riverniciatura Savoiarda che cambia tutto per non cambiare niente.
Jack TorranceL’Italia rimane bloccata nell’interminabile ultimo valzer del Gattopardo, cristallizzata in un immutabile inferno vintage di sorrisi fasulli e autentico orrore, come Jack Torrance nell’ultimo fotogramma di Shining.
Un inferno in bottiglia, nel quale i partiti al governo, come virus, cercano di scindersi per moltiplicarsi e occupare anche lo spazio dell’opposizione: Renzi piccona il PD per scalarlo meglio, Casini abbandona Monti sull’autostrada, Berlusconi scarica la colpa delle tasse sui governisti integralisti di Alfaida. E progetta di riesumare Forza Italia con lo stesso identico slogan truffaldino di vent’anni fa: meno tasse per tutti.
Un inferno in rovina come l’economia, che le razzie dei saccomanni riescono solo a devastare ulteriormente. Dopo la TRISE è in arrivo la TARFU, acronimo militare USA per Totally And Royally Fucked Up.
L’ISTAT si sbaglia, l’economia italiana non è tornata agli anni 70.
È in coma

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(56) Cazzata o Stronzata?

Posted in Zì Baldone with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 29 ottobre 2013 by Sendivogius

Classifica OTTOBRE 2013”

Darth Vader e Kroenen

ITALIA, frontiera meridionale dell’Impero. Niente di nuovo da segnalare nella No Man’s Land che si estende oltre la Grande Palude dorotea.
In ambito ‘politico’, le novità più rilevanti del momento sono:
a) il ritorno di Umberto Bossi alla guida della Lega Nord;
b) la (ri)nascita di “Forza Italia” con Silvio Berlusconi presidente;
c) Beppe Grillo che, tanto per cambiare, pretende le dimissioni di Giorgio Napolitano e intanto lo insulta, ansioso com’è di vincere una bella denuncia per vilipendio del Presidente della Repubblica.

Umberto Bossi Sulla riesumazione di Umberto Bossi, il Grand Wizard del Ku Klux Klan padano, c’è poco da dire.
Per spiegare questo rapporto insano e necrofilo tra le destre neo-naziste ed i loro leader decrepiti, servirebbe una sceneggiatura di Ed Wood, per una nuova versione di “Necromania: A Tale of Weird Love”.

…e ne conserva la medesima fragranza, in tutta la sua ritrovata freschezza. Tale è la sensazione epidermica dinanzi al disseppellimento di “Forza Italia”, con le stesse identiche facce di m…!oderati vecchie di venti anni.
Qualcosa preme da dietro A proposito dell’interdizione del Papi della Patria, della revisione processuale inerente la condanna per “concussione”, e delle pessime sorti progressive di un’Italia alla deriva, in un confronto ben più ampio su queste pagine [QUI], quattro mesi orsono si era avuto modo di osservare come:

«A logica, il papi, come un satrapo ferito, manderà avanti i suoi bastonatori in livrea, sfoderando tutto il campionario già visto e sentito negli ultimi anni… Ovviamente i deputati e senatori PdL NON si dimetteranno in massa, come minacciato. E il governissimo Letta tirerà a campare fino al prossimo varo della “legge di stabilità” (diciamo Ott-Nov), quando sarà evidente la necessità di una “manovra correttiva” e probabilmente gli faranno mancare numeri e fiducia.
Giuridicamente, i legali del papi punteranno tutto sul processo d’Appello, mirando ad un ridimensionamento delle condanne e ad una successiva revisione processuale in Cassazione.
Ed in quel lasso di tempo cercare di introdurre in parlamento una modifica inerente l’interdizione dai pubblici uffici, riservata solo alle pene detentive superiori ai 5 anni.
D’altra parte, la sentenza di condanna a carico di B. ha un vulnus naturale…
Al papi è stata ascritta la “concussione per costrizione” con l’aggravante di induzione alla prostituzione minorile: condanna che prevede pene ben più severe dei 7 anni decisi dalla corte. Un simile reato, che contempla atti sessuali con un minore (artt. 600 e 609 c.p.) prevede condanne che arrivano fino ai 12 anni. Stessa cosa dicasi per il reato di concussione per costrizione (art.317).
E proprio l’entità della pena costituisce la prima anomalia, in quanto non congrua alla gravità del reato configurato nella condanna.
Nella fattispecie concreta, io ravviso piuttosto gli estremi della“concussione per induzione” (come peraltro era stato inizialmente ipotizzato dai pm). Mi sfugge infatti in una prestazione mercenaria e consensuale con una minorenne che si prostituisce abitualmente dove sia la “costrizione”, ovvero la coercizione con violenza o minacce fisiche e psicologiche.
Se la difesa di B. (depurata da quell’indisponente azzeccagarbugli di Ghedini) insisterà sull’anomalia, rassegnandosi ad una condanna ma insistendo sulla “induzione” (che prevede pene max di 3 anni) atta a stralciare la “costrizione”, B. potrebbe vedersi ridimensionate tutte le imputazioni, compresa l’interdizione ai pubblici uffici.
E in tal caso una leggina ad hoc sull’interdizione, come quella accennata sopra, lo garantirebbe dall’estromissione dai pubblici uffici…»

A breve, vedremo gli sviluppi con l’epilogo di questa farsa.
Cane rabbioso Invece, rimanendo sempre nell’ambito dei duci e dei capi politici, qualche osservazione merita la richiesta di messa in stato d’accusa del Presidente della Repubblica da parte del privato cittadino Beppe Grillo, che ha incaricato i suoi avvocati di fiducia per l’impeachment, secondo il noto principio democratico che ispira le scelte del suo M5S, al motto di “uno vale uno”:

Chiederò l’impeachment per Napolitano perché non rappresenta più il popolo italiano, è di parte.
E su questo decido io.
(28/10/13)

Che è quasi meglio del già notevole: “chi pensa che io non sia democratico va fuori dalle palle”.
Pesano sulla richiesta di destituzione presidenziale, il mancato scioglimento delle Camere e licenziamento del Governo Letta (che ha appena incassato la fiducia ancorché precaria), e la deprecabile età del Presidente Napolitano. Sono tutti atti in aperto contrasto con quanto prevede la Costituzione:

Art. 94.

Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere.
Ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale.
Entro dieci giorni dalla sua formazione il Governo si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia.
Il voto contrario di una o d’entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni.
La mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione.

Totalmente fuori dalla legalità costituzionale è poi il messaggio che il Presidente della Repubblica ha rivolto al Parlamento sulla questione dell’indulto, in evidente violazione dell’Art.87 (il PdR può inviare messaggi alle Camere).
Per non parlare della convocazione dei capi-gruppo parlamentari della maggioranza e poi di quelli delle opposizioni (declinazione plurale).
Si tratta di atti dalla straordinaria gravità eversiva. In proposito, l’Art.90 della Costituzione è chiarissimo:

Art. 90

Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione.
In tali casi è messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune, a maggioranza assoluta dei suoi membri.

Cioè, la procedura di decadenza, con relativa messa in stato d’accusa per “alto tradimento”, viene istruita in Parlamento, con richiesta formale tramite la presentazione di una mozione su iniziativa parlamentare (ovvero presentata e controfirmata da deputati della Repubblica), e quindi vagliata dall’apposito comitato di controllo (trattasi della “Commissione parlamentare per i procedimenti di accusa”).
Ricapitolando, a richiedere lo stato d’accusa del Presidente devono essere deputati regolarmente eletti, su istanza parlamentare previa presentazione di apposita mozione motivata alla Camere.
E NON gli “avvocati di Beppe”, che a quanto pare si guardano bene dallo spiegare al loro facoltoso cliente concetti facilmente comprensibili da ogni matricola di giurisprudenza, ma non agli sciami degli ensiferi con tutti i precedenti del caso [QUI e QUI]. 
Forse, prima di salire sui tetti, la Costituzione bisognerebbe anche leggerla! Ma il Grullo evidentemente deve avvalersi dei consigli di quel formidabile giurista che è Paolo Becchi… Auguri!

Hit Parade del mese:

01. BESTIARIO

[22 Ott.] «Mi appello alla Convenzione sugli animali, ho presentato un’interrogazione alla Commissione Europea perché voglio capire che fine abbia fatto il cane di Monti. La Commissione Europea deve verificare il caso di Empy!»
(Sergio Silvestris, papiminkia in Europa)

Intelligenza leghista da AlterPensiero02. NAZISTI DELLA PADANIA (I): Cadorago (CO)

[19 Ott.] «Mettete la Kyenge su un barcone e assicuratevi che non affondi. Deve tornare in Africa da dove è venuta. Poi saranno gli oranghi e le scimmie a stabilire se la riprendono o meno a casa loro»
 (Paolo Pagani, assessore allo Sport)

Renato Brino02.bis NAZISTI DELLA PADANIA (II): Bardonecchia (TO)

[15 Ott.] «Arriva il ministro Kyenge? Tutto bene, l’unica cosa è che spiace un po’ per chi dopo deve fare la disinfestazione del Palazzo delle Feste»
 (Renato Brino, merdone alpino)

Cazzone nazi-leghista02.ter NAZISTI DELLA PADANIA (III): Resana (TV)

[21 Ott.] «Mi trovo obbligato a eseguire crimini di Stato esattamente come è successo a Erich Priebke: ha fatto ciò che ha fatto per rispondere a un ordine che doveva eseguire. Non so se sono più colpevole io a eseguire certe imposizioni o se sia stato più colpevole Priebke. Io lo condanno per ciò che ha fatto ma, ribadisco, ha solo eseguito degli ordini. I problemi sono altri, e stanno a monte»
 (Loris Mazzorato, il Sindaco)

Merdone pedemontano02.quater NAZISTI DELLA PADANIA (IV): Soluzione finale

[22 Ott.] «Nei prossimi giorni parlerò con il Ministro dell’Interno per sapere se non ritenga opportuno censire e schedare tutti i rom, gli zingari, i nomadi.»
 (Gianluca Buonanno, kapò pedemontano)

FN e rifiuti nostrani03. FASCISTI D’ITALIA (I): E allora le foibbeee!?!

[15 Ott.] «Se Priebke mi fa schifo? Magari non farei lo stesso mestiere. E gli americani allora? Vogliamo parlare di chi ha sganciato le bombe atomiche su Hiroshima? Non è normale neppure mettere una bomba sotto la spazzatura in Via Rasella. Priebke ha fatto quello che doveva fare e ha eseguito degli ordini»
 (Francesco Storace, Er Bofilone)

Iannone O'Merdone03.bis FASCISTI D’ITALIA (II): Rutti dalla fogna

[14 Ott.] «Ernesto Che Guevara è stato un macellaio peggiore di Priebke»
 (Antonio Iannone, presidente della Provincia di Salerno)

Antonella Sglavo03.ter FASCISTI D’ITALIA (III): Quando c’era Lui…

[19 Ott.] «Credo che la peggiore umanità sia al centro Italia. Vivo nelle Marche e qui hanno difetti sia del nord che del sud… Non voterò mai più a sinistra… Benito lo diceva, molti nemici molto onore, aveva ragione. Ci vorrebbe!»
 (Antonella Sglavo, assessora piddì)

Nella testa il nulla04. L’OPPOSIZIONE A 5 STELLE – COMPETENZA AL POTERE (I):
Lo sciopero retribuito dallo Stato

[22 Ott.] «I sindacati che decidono di fare 4 ore di sciopero, sciopero pagato ricordiamolo ai cittadini che ci seguono da casa, non è uno sciopero volontario, è uno sciopero pagato con i soldi pubblici.»
 (Laura Castelli, Questore alla Camera!)

Risum abundat in ore stultorum04.bis L’OPPOSIZIONE A 5 STELLE – COMPETENZA AL POTERE (II):
Articolo 94 della Costituzione della Repubblica

[23 Ott.] «Se avessimo ancora un Presidente della Repubblica veramente super partes, l’avrebbe già destituita dal suo incarico [in riferimento a Letta]»
 (Carlo Sibilia, Sciatore chimico)

Fatte n'artro sonno!04.ter L’OPPOSIZIONE A 5 STELLE – COMPETENZA AL POTERE (III):
Vogliamo una banca

[23 Ott.] «La Trise? Mai sentita. Sarà sicuramente un’inculata. Fosse per me abolirei le tasse e farei una banca centrale tutta mia»
 (Bartolomeo Pepe, U Senaturi)

Mattia Villarosa04.quater L’OPPOSIZIONE A 5 STELLE – COMPETENZA AL POTERE (IV):
Bossi-Fini, chi erano costoro?

[06 Ott.] «La legge Bossi-Fini? Io non conosco mica tutti i temi del mondo. Io faccio parte di un’altra Commissione; non è cosa di mia competenza. Se volete chiamo qualche mio collega e vi faccio spiegare qual è la posizione del Movimento»
 (Alessio Mattia Villarosa, Capogruppo alla Camera)

Epifani05. SE QUESTO È UN SINDACALISTA (I)

[17 Ott.] «Troppo poco il taglio del cuneo fiscale? Se mi restituiscono 5 euro non lo trovo risibile!»
 (Guglielmo Epifani, Segretario risibile)

Cazzola05.bis SE QUESTO È UN SINDACALISTA (II)

[22 Ott.] «L’Italia è il Paese meglio governato degli ultimi 20 anni»
 (Giuliano Cazzola, Sciolta civica)

Piccione06. LA PICCIONAIA

[04 Ott.] «Noi colombe non ci fermeremo, Angelino Alfano è il nostro Papa Bergoglio»
 (Carlo Giovanardi, Colombaceo)

Brunetta07. TE PIACEREBBE!?!

[22 Ott.] «Volevo dirvi che prima di rilasciare questa intervista sono stato violentato da una gentile giornalista»
 (Renato Brunetta, Nano da taschino)

Bonino08. DATAGATE

[25 Ott.] «Dalle informazioni che abbiamo non risulta un coinvolgimento italiano»
 (Emma Bonino, Informatissima)

Giampiero D'Alia09. CLIENTELE PRECARIE

[13 Ott.] «Stiamo provando a scrivere la parola fine sul mondo del precariato, una spirale che ha fatto comodo alla politica che per vent’anni ha alimentato una clientela attraverso il bisogno dei lavoratori. Abbiamo individuato un percorso che non solo prevede la stabilizzazione, ma inasprisce le sanzioni per gli amministratori che torneranno a far leva sui contratti flessibili»
 (Giampiero D’Alia, Disfunzione Pubblica)

Biancofiore10. DULCIS IN FUNDO

[16 Ott.] «Io non ho nessun padrino se non Silvio Berlusconi, che dovrebbe essere l’unico padrino di tutti noi»
 (Michaela Biancofiore, Immancabile)

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Quando c’era Lui…

Posted in A volte ritornano, Masters of Universe with tags , , , , , , , , , , , , on 24 luglio 2013 by Sendivogius

Why so serious - by Angela-T

Quando governava Lui
Silvio Berlusconi Fa piacere riscoprire (e proporvi), ad oltre tre anni dalla sua prima pubblicazione, l’editoriale dell’ottimo Giampaolo Carbonetto, sulla governabilità ed i suoi miti, tra i molti ed accorati appelli contro l’anomalia berlusconiana e le involuzioni di un sistema democratico minacciato da siffatta eccezione, che tanto copiosi si susseguirono ai tempi del Pornocrate regnante…

IL FALSO MITO DELLA GOVERNABILITÀ
di Gianpaolo Carbonetto
(08/12/09)

Giampaolo Carbonetto «Dieci minuti, seicento secondi, sono bastati per bocciare 150 emendamenti dell’opposizione durante l’esame della Finanziaria in commissione alla Camera: una media di 4 secondi a emendamento per respingere qualsiasi proposta di modifica evidentemente senza avere avuto neppure il tempo di leggerla. E adesso la storia si ripeterà in aula quando – hanno già annunciato – la maggioranza chiederà l’ennesima fiducia al Parlamento.
Davanti a un simile spettacolo non dobbiamo soltanto guardare inorriditi per quello che stanno facendo la maggioranza berlusconiana, ma anche recitare un profondo “mea culpa” per la miopia con la quale non ci siamo opposti alle leggi elettorali che sono passate nel nome della governabilità e che ci hanno portato al punto in cui siamo adesso.
Perché è proprio il mito della cosiddetta “governabilità” uno dei veleni più potenti ed efficaci nei confronti delle democrazie non particolarmente robuste, o che stanno attraversando un momento di spossatezza. Quello della governabilità può anche essere scelto come parametro fondamentale di progresso, ma si deve essere ben consci che, facendo così, si decide di mettere in un cassetto il concetto di democrazia, perché è evidente che il massimo di governabilità è costituito da una forte dittatura monocratica.
La forza dirompente e l’essenza della democrazia è costituita, invece, dalla sua perfettibilità. Se non si basa più su questo lento e discontinuo incedere comune verso il meglio, cessa di essere democrazia. E cessa di esserlo anche se non si rende conto di essere un mezzo e non un fine, se perde la coscienza del fatto che maggioranza non significa verità.
Ormai il danno è fatto e – anche per l’interesse interno di tutti i partiti – sarà molto difficile tornare indietro, ma questa esperienza deve servire a tutti a trovare la forza di opporsi e di resistere se e quando Berlusconi vorrà tentar di inserire la sua governabilità nella Costituzione. Perché non è questione di Berlusconi che, comunque, prima o dopo non ci sarà più, ma di Costituzione che dovrà servire a noi e ai nostri eredi per tantissimo altro tempo

Per fortuna, oggi al governo c’è il nipote di Gianni Letta (insieme a Brunetta, Alfano, Quagliarello, Lupi, Gasparri… e compagnia brutta!) sostenuto con la massima convinzione dal maggior partito d’opposizione dell’epoca (in nome del cambiamento) e saldamente tenuto per le palle dall’Innominato sul sagrato di Arcore, che lo tira un po’ dove gli pare a seconda di quanto gli conviene.
Per fortuna, oggi non c’è nemmeno bisogno di bocciarli gli emendamenti, dopo aver fatto finta di leggerli. Si legifera unicamente per decreto legge, con conversione blindata tramite voto di fiducia.
Per fortuna, sono stati brillantemente superati i rischi congeniti di una governabilità fondata su una forte dittatura monocratica. Infatti, è stato sostituito con successo da un centralismo unipolare a cooptazione oligarchica, sotto stretta supervisione di un presidente investito motu proprio di poteri monarchici, cassando anzitempo ogni iniziativa parlamentare per supervisione preventiva. Non per niente, il rispetto della volontà popolare ed i normali processi elettorali, vengono percepiti più come una minaccia che un’opportunità nell’ambito di una doverosa alternanza democratica.
Sarà per questo che l’attuale legge elettorale sembrerebbe profilarsi come la migliore delle leggi possibili, costituendo l’ultimo dei problemi di una maggioranza unipolare.
pillowsNon è un caso che Re Giorgio II consideri il frequente e facile ricorso a elezioni politiche anticipate come una delle più dannose patologie italiane, piuttosto che lo strumento fondamentale per la legittimazione di maggioranza certificate, basate sul costante confronto di proposte dialettiche.

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