Archivio per Padroni

(165) Cazzata o Stronzata?

Posted in Zì Baldone with tags , , , , , , , on 27 novembre 2022 by Sendivogius

Classifica “NOVEMBRE 2022”

Lo straordinario contributo di cui dobbiamo dare atto al Governo Meloni è quello di averci ricordato la differenza sostanziale, che intercorre tra le dicotomie destra/sinistra delle quali si era smarrito il senso. Soprattutto, dobbiamo rendergli merito per averci  rammentato cosa sia la Destra italiota, al netto delle solite ossessioni securitarie e del suo inestirpabile mussolinismo d’accatto per nostalgici necrofili, che ne costituisce da sempre il concime ideale con cui coltivare il fascismo eterno degli italiani, su inconfondibile marchio di fabbrica.
In aggiunta, conformemente allo spirito dei tempi, abbiamo un concentrato di cialtronismo sovranista, con annessa retorica sciovinista da primo ‘900, innestato su un clericalismo reazionario dalle suggestioni pre-moderne ed italico familismo amorale su base tribale, secondo l’irrinunciabile triade dio-patria-famiglia. Per non farsi mancare propio nulla, la nouvelle droite meloniana può vantare al proprio attivo un dirigismo autoritario affidato ad un grumo di tronfie macchiette in orbace, che agiscono sotto la dettatura padronale di un turbocapitalismo psicopatico, lasciato libero di sfruttare e saccheggiare il territorio. Ma il suo pezzo pregiato è costituito da un classismo da ancien regime, che tracima in un malcelato disprezzo per gli ultimi (e per i penultimi) in pieno darwinismo sociale su intimidazione poliziesca, ripassato a bagnomaria da una pletora di parassiti politici che blaterano di “meritocrazia”, riempendosene le avide fauci; il tutto appena mitigato da spruzzate di stucchevole paternalismo, che raggiunge il suo apice nell’immancabile serie di condoni, sanatorie fiscali, e deregolamentazione diffusa, a viatico delle bande protette di ladroni matricolati che ne costituiscono l’ossatura elettorale. Nella pratica, si tratta di una gigantesca opera di redistribuzione di risorse pubbliche, per dare ai ricchi (ed ai ladri) ciò che viene strappato ai poveri, come da rigorosa “tradizione” destronza: smantellamento progressivo dello stato sociale, per stornare i fondi pubblici verso il Privato, a fronte dei salari più miserabili d’Europa, nella consueta socializzazione delle perdite e privatizzazione degli utili; introduzione della “tassazione piatta” (il fatto che sia in contrasto col dettato costituzionale, costituisce solo un inutile dettaglio formale), per i redditi fino ad 85.000 euro (estensibili a 100.000 secondo le intenzioni dei promotori). In pratica, per la destra nostrana, 85.000 euro all’anno costituiscono la cifra imprescindibile con la quale certificare il “disagio sociale” di un reddito svantaggiato, degno di essere tutelato con una tassazione agevolata del 15%, ma solo per i liberi professionisti a partita IVA, mentre un operaio che guadagna meno di 20.000 euro all’anno pagherà il 25% di imposte sulla quota eccedente i 15.000 euro (tassati al 23%); o in alternativa pagare il 43% nel caso di quel lavoratore dipendente che dovesse superare i 50.000 euro lordi di reddito annuo.
È la famosa equità della destra classista (e fascista) de Il Presidente Giorgia, nell’indeclinabilità di genere. Lo scempio che ancora mancava, per l’ennesimo schiaffo agli onesti. Manca giusto l’olio di ricino, con cui condire il brodo nero degli italioti in lobotomia.

Hit parade del mese:

01. WELCOME ELON (MUSK)

[19 Nov.] «Italian leaders used to meet with Soros.
Salvini meeting with you could mean an end of era.
You are more than welcome..»
(Claudio Borghi, The Patriot)

02. RITORNO AL MEDIOEVO

[22 Nov.] «No a nozze gay. Già la Bibbia diceva che l’omosessualità è un abominio!»
(Lucio Malan, l’Abominevole)

Salvini e Gattini03. DOVERI ISTITUZIONALI

[01 Nov.] «Io oggi pomeriggio potevo essere altrove, ma ero al ministero, è mio dovere! Potrei guardarmi un po’ di Champions alla televisione e invece faccio la diretta TikTok con voi.»
(Matteo Salvini, Bimbominkia?)

04. NEL NOME DI RUFUS

[05 Nov.] «Riuscirò a riformare il codice penale firmato da Mussolini in senso liberale con la pena proporzionata al crimine secondo la Costituzione: lo giuro sulla testa dei miei gatti Rufus e Romeo.»
(Carlo Nordio, il Riformatore)

05. DISASTRO CAPITALE

[02 Nov.] «Abbiamo rimesso la città sui binari giusti.»
(Roberto Gualtieri, Dissociato mentale)

06. LUNGA E TORTUOSA È LA STRADA CHE CONDUCE DAL PARADISO ALL’INFERNO

[08 Nov.] «La crisi globale dei combustibili fossili deve essere un punto di svolta: non prendiamo l’autostrada per l’inferno ma guadagniamo il biglietto pulito per il paradiso.»
(Ursula von der Leyen, la Baronessa)

07. SERVE ALTRO?

[10 Nov.] «Ci sarà una triplice epidemia, un ‘trio infernale’: influenza, covid e virus respiratorio sinciziale.»
(Matteo Bassetti, Immunologo)

08. CHIAMATE L’ESORCISTA!

[07 Nov.] «Sono stato indicato dal mio partito come rappresentante nel Copasir. Non esiste posto più adatto per chi come me fa politica con l’unico scopo di difendere il proprio Paese. Ci dedicherò il consueto impegno, non comprabile e senza nessun timore reverenziale per nessuno.»
(Claudio Borghi, l’Invasato)

09. IL GOVERNO DELLE COMPETENZE

[14 Nov.] «Per larga parte della pandemia l’Italia è stata prima per mortalità e terza per letalità, quindi questi grandi risultati non li vedo raggiunti. Senza vaccini sarebbe andata peggio? Non abbiamo l’onere della prova inversa. Ma io non cado nella trappola di schierarmi a favore o contro i vaccini.»
(Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute)

10. COME IMPARAI AD AMARE LA BOMBA…

[15 Nov.] «Attacco contro Paese Nato Polonia con vittime conferma che deriva terrorista russa non ha guida ma segue hubrys Putin fino a rischiare la guerra mondiale. Pensare di fermare il dittatore con la resa lo scatena. Serve batterlo e isolare la sua Quinta Colonna in Italia e UE»
(Gianni Riotta, l’Amerikano)

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Mediamente Progressista

Posted in Kulturkampf with tags , , , , , , , , , , , on 13 gennaio 2018 by Sendivogius

Ritratto impietoso del travet nell’Italietta borghese ed impiegatizia degli Anni del Riflusso, mai avremmo immaginato di dover ritrovare nelle disavventure del ragionier Ugo Fantozzi, la rappresentazione più evocativa (e profetica) di una razza padrona che si sente investita di una missione universale ed ama esibire velleità progressiste, nell’ipocrisia che ne soffonde la volontà di dominio, staordinariamente incarnata dall’inquietante Duca Conte Maria Rita Vittorio Balabam: il “megadirettore galattico” che vive isolato nell’essenza immanente di un vuoto asettico nel nulla siderale del suo 28^ piano, lontano e irraggiungibile dai comuni mortali, tra le acquiescenze di un cetomediume declinante.

A voler essere perfidi, coi suoi modi curiali e paternalistici, il Megadirettore assomiglia ad una specie di papa Bergoglio magro, nell’ostensione di un pauperismo francescano di facciata, dietro al quale si nasconde la propensione gesuitica per il culto del potere per il potere.

Balabam: “Prego, si accomodi. Si sieda…”
Fantozzi: “Qui?! Al suo posto?
Balabam: “Ma certo… Un sorso d’acqua? Un tozzo di pane?”
Fantozzi: Ma… scusi Conte, io mangiare con Lei?!?
Balabam: “Ma certo. Che differenza c’è tra me e lei?”
Fantozzi: Ma abbia pazienza! Ma come che differenza c’è!? Non mi vorrà mica dire, Sig. Duca, che siamo uguali io e Lei? Voi siete i padroni… gli sfruttatori! Noi invece siamo gli schiavi, i morti di fame..!”
Balabam: “Ohh ma caro Fantozzi è solo questione di intendersi… Eh di terminologie: lei dice ‘padroni’ ed io ‘datori di lavoro’; lei dice ‘sfruttatori’ ed io dico ‘benestanti’; lei dice ‘morti di fame’ e io ‘classe meno abbiente’. Ma per il resto la penso esattamente come lei.
Io come lei sono un uomo illuminato e sono convinto che a questo mondo ci sono molte ingiustizie da sanare. La penso esattamente come lei….”
Fantozzi: “Ma… mi scusi… sire, ma non mi vorrà dire che Lei è, scusi il termine, comunista?!?
Balabam: “Be’ proprio comunista… no. Vede, io sono un medio progressista.”
Fantozzi: “Ahhh! Ma in merito a tutte queste rivendicazioni e a tutte le ingiustizie che ci sono, Lei che cosa consiglierebbe di fare, Maestà?”
Balabam: “Ecco, bisognerebbe che per ogni problema nuovo tutti gli uomini di buona volontà, come me… e come lei, caro Fantozzi… cominciassero ad incontrarsi senza violenze in una serie di civili e democratiche riunioni, fino a che non saremo tutti d’accordo…”
Fantozzi: “Ma, mi scusi santità! Ma in questo modo ci vorranno almeno mille anni!
Balabam: “Posso aspettare… IO.”

Il renzismo declinante è solo uno dei suoi ultimi stadi di incubazione, ma i prodromi di questa involuzione permanente c’erano già tutti…

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(93) Cazzata o Stronzata?

Posted in Zì Baldone with tags , , , , , , , on 2 dicembre 2016 by Sendivogius

Classifica NOVEMBRE 2016″

piddini-di-merda Ah no, scusate! Abbiamo sbagliato la locandina. Si trattava dell’altro referendum: quando la nostra Costituzione era ancora la più bella del mondo, la Carta incarnava i valori della Resistenza, e bisognava difendere il Paese dalla deriva autoritaria. Soprattutto, all’epoca il PD era all’opposizione, secondo i pronostici elettorali ci sarebbe rimasto ancora parecchio, e dunque la governabilità era l’ultimo dei suoi problemi. Ma adesso che il ‘Partito’ è saldamente inchiodato al governo, a seguito di una specie di golpe bianco, la vecchia riforma berlusconiana di ispirazione piduista che avrebbe stravolto l’assetto delle istituzioni democratiche va benissimo. Torna utile, così come gli idioti che non mancano mai. La parabola è compiuta. E così si attribuiscono poteri semi-dittatoriali ad un premier mai eletto, perché si teme che in caso contrario gli elettori possano eleggere un “Trump italiano”, che in caso di vittoria del Sì al plebiscito di domenica si ritroverebbe per l’appunto a disporre proprio di quei poteri dittatoriali, che l’attuale Costituzione per ora gli nega. Bella coerenza! Una logica ineccepibile, che poi è il mantra dominante tra gli intellettuali organici, che votano sì ma con riserva, insieme a tutto il cucuzzaro trasversale dei pennivendoli a libro paga. Gli stessi che gridavano alla “emergenza democratica”, per ogni gemito o colpetto di tosse del Papi, ma che ora trovano irrinunciabile buttare nel cesso quella stessa Costituzione, a difesa della quale tanto starnazzavano. Ovviamente a targhe alterne. Perché ce lo chiede il mercato. E sia mai che si dica NO! a quegli stessi (ex) “speculatori senza volto” che siedono all’ombra dei pupazzi abusivi messi al governo, per meglio tutelare i propri privilegi, affidando la propaganda ad un piazzista consumato:

matteo-carrelloVolete voi un aumento di 85 euro, da cumulare alla precedente mancia di 80 euro, a prescindere dal reddito?!?
#basta-un-sì
Volete voi un aumento del PIL del 380 per cento?!?
#basta-un-sì
Volete voi un miliardo di nuovi posti di lavoro?!?
#basta-un-sì
Volete voi l’abolizione delle tasse?!?
#basta-un-sì
Volete un appuntamento con Scarlett Johansson (e peccato se poi vi tocca un Roberto Benigni)?!?
#basta-un-sì
Volete la ricrescita dei capelli?!?
#basta-un-sì
Volete la seconda, la terza e pure la quarta casa?!?
#basta-un-sì
Volete un marito perfetto?!?
#basta-un-sì
Volete una pornostar come moglie?!?
#basta-un-sì
Volete mandare affanculo una volta per tutte il ducetto di Rignano e la sua banda di spurghi democristiani, salvando la Democrazia così come l’avete conosciuta e la Costituzione?!?
#basta-un-NO

Hit parade del mese:

01 - Coglione del mese01. MAGNA PURE TRANQUILLO!

[14 Nov.] «Se votate No state difendendo la Casta: contenti voi contenti tutti. Non venite a cercarmi poi eh?!?»
(Matteo Renzi, l’Indispensabile)

Silvio Berlusconi visita il comitato elettorale di Guido Bertolaso02. PRODOTTO SCADUTO

[13 Nov.] «Toccherà a noi proporre al Paese un’offerta politica di qualità, un progetto di governo serio, credibile e responsabile. Solo noi possiamo proporre un’alternativa seria ai fallimenti del centrosinistra»
(Silvio Berlusconi, l’Alternativo)

grillo03. INTERPRETAZIONI

[11 Nov.] «La firma falsa non è una firma falsa: è una firma copiata»
(Beppe Grillo, il Prestigiatore)

SELFIE-MAN04. L’IMBECILLITÀ AL POTERE

[14 Nov.] «Facciamoci un selfie: chiediamoci, cos’è l’Italia oggi? Dove eravamo e dove siamo?»
(Matteo Renzi, Selfieman)

boschi-scarpe05. MOLESTIE ELETTORALI

[22 Nov.] «Oramai mancano pochi giorni e ci sono ancora tante persone indecise: dobbiamo provare a convincerle, anche quelle che non conosciamo. Io dico sempre: dobbiamo essere educatamente molesti»
(Maria Elena Boschi, Lady Etruria)

astorre06. TRUMP FOR PRESIDENT!

[08 Nov.] «Gli Stati Uniti hanno scelto di cambiare. #bastaunSì per cambiare l’Italia. In meglio»
(Bruno Astorre, un altro coglione)

bersani07. METAFORE

[09 Nov.] «Il voto americano parla anche di noi. La mucca nel corridoio sta bussando alla porta»
(Pierluigi Bersani, l’Ermetico)

de-luca08. VOTA ANTONIO! VOTA ANTONIO! VOTA ANTONIO!

[18 Nov.] «Il 4 dicembre ci giochiamo l’Italia, se le cose vanno male l’esito sarà imprevedibile. A me interessa che manteniamo la Campania unita sugli interessi fondamentali. In questo momento abbiamo un’interlocuzione privilegiata con il governo. Poi vi piace Renzi e non vi piace Renzi a me non me ne fotte un cazzo. Abbiamo fatto una chiacchierata con Renzi. Gli abbiamo chiesto 270 milioni di euro per Bagnoli e ce li ha dati. Altri 50 e ce li ha dati. Mezzo miliardo per la Terra dei fuochi e ha detto sì. Abbiamo promesse di finanziamenti per Caserta, Pompei, Ercolano, Paestum. Sono arrivati fiumi di soldi….. Che dobbiamo chiedere di più? Dobbiamo mobilitarci, andare tutti porta a porta, per venti giorni non dovete pensare ad altro e contrastare tutti gli argomenti del No, queste puttanate che dicono sul Senato. Prendiamo Franco Alfieri, notoriamente clientelare. Come sa fare lui la clientela lo sappiamo. Una clientela organizzata, scientifica, razionale come Cristo comanda. Ecco, l’impegno di Alfieri sarà di portare a votare la metà dei suoi concittadini, 4mila persone su 8mila. Li voglio vedere in blocco, armati, con le bandiere andare alle urne a votare il Sì. Franco, vedi tu come Madonna devi fare, offri una frittura di pesce, portali sulle barche, sugli yacht, fai come cazzo vuoi tu, ma non venire qui con un voto in meno di quelli che hai promesso.»
(Vincenzo De Luca, il Boss)

Gabriele Albertini sindaco09. DEMENZE

[03 Nov.] «Ho studiato da grafologo dilettante quale sono la scrittura di Matteo Renzi: nella sua, leggo segni dell’intelligenza superiore»
(Gabriele Albertini, il Grafologo)

boldrini10. HAI ROTTO ER CAZZO PURE TE!

[11 Nov.] «Molte #donne inviate da tv italiane a elezioni #Usa. Ma perché nei sottopancia abbiamo letto ‘dal nostro corrispondente’, ‘dal nostro inviato’?»
(Laura Boldrini, Transgender)

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Rondeau Vénitienne

Posted in Masters of Universe with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , on 19 agosto 2015 by Sendivogius

BAUTA

Immaginare un’intera amministrazione comunale che passa a setaccio i libricini per l’infanzia, sezionando ogni singola riga, pagina per pagina, alla capillare ricerca di eventuali tracce di “apologia gender” per una ancor più demenziale riedizione dell’Index Librorum Prohibitorum, rende bene l’idea, con tutto il suo sconcertante squallore, della crisi irreversibile in cui sta sprofondando la meravigliosa Venezia, patrimonio dell’umanità, ridotta a disneyland per croceristi da diporto e alfine espugnata da quei rozzi villici del contado dai quali s’era sempre orgogliosamente distinta nel corso della sua gloriosa storia millenaria.

Venezia, 28/02/2011. Il passaggio in bacino della nave Msc Magnifica. (c)Andrea Pattaro/Vision

Fu così che l’aristocratica Signora, l’orgogliosa Regina del Mediterraneo, si risvegliò nei panni cenciosi di una raggrinzita baldracca di palude per marchette oscurantiste da versare al soglio clericale.
index librorum prohibitorumÈ il destino senile di una metropoli cosmopolita e culturale, ripiegata a borghetto di provincia e ridotta a scegliere tra Orsoni e vescovonimargherite sfogliate col gusto per la mazzetta e padroncini arricchiti dell’entroterra con vocazione alla reazione, da eleggersi a sindaco per una città che meriterebbe assai di meglio. E dopo l’ennesimo rigurgito democristiano, deglutito nella cloaca accogliente del partito bestemmia e scaracchiato sulla poltrona di ‘primo cittadino’, prima di farsi arrestare con le zampette incastrate negli ingranaggi oliati del MOSE, adesso è il turno dell’ennesimo arnese confindustriale assemblato in politica: Luigi Brugnaroquel Brugnaro da Mirano passato dalla fornitura a tempo di manodopera in “somministrazione” (per dosi interinali), tramite quei centri di caporalato legalizzato che chiamano “agenzie di lavoro”, fino ai raffinati stucchi di Ca’ Farsetti.
Che brutta fine ha fatto Venezia: un tempo Serenissima ed oggi oscurissima; degradata com’è a propaggine periferica della Vandea veneta, col suo podestà “bigotto e bifolco” caracollato sull’onda lunga del sanfedismo di ritorno nella splendida città lagunare, convertita nel parco giochi privilegiato delle sue crociate personali per questa parodia carnevalesca di inquisitore medioevale.
Il Fornaretto di VeneziaFa male al cuore vedere la perla dell’Adriatico trasformata nel teatrino politico di un moderno “negriero” che ha fatto i soldi vendendo il lavoro altrui; che si compra intere isole della Laguna per trasformarle in resort esclusivi da riservare a milionari di lusso, dietro lauto compenso, e poi parla di “arroganza dei ricchi”, mentre setaccia biblioteche in cerca di libri da bruciare, allergico alla cultura come tutti gli ominidi del fare (i cazzi propri). Stizzito, se la prende con un Elton John che l’ha riconosciuto per ciò che è: un bifolco ottuso e bigotto. Chiede i soldi per salvare Venezia, Lui l’impresario miliardario del lavoro somministrato in affitto. E lo fa con tutta l’arroganza del vecchio campiere giunto a pretendere il pagamento della quota che ritiene dovuta dai suoi schiavi moderni: Fora i schei!.

Give me the money

E in tal modo segna la fondamentale differenza che intercorre tra un ricco signore ed un miserabile riccastro affamato di quattrini (ovviamente altrui).
Oramai siamo alle intimidazioni del balordo da strada che taglieggia i passanti per una dose da spendere in voti.

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La bona sòla

Posted in Kulturkampf with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 6 Maggio 2015 by Sendivogius

Unistall by Alessandra Daniele

Era il 01/04/15, quando il piccolo principe di Rignano in gita a Londra, durante uno dei suoi soliti tour promozionali, incontrò il suo omologo britannico: quel David Cameron con cui condivide ciccia e fuffa, a dimostrazione di quanto determinati didimi vadano sempre a coppia. Come un Pesce d’Aprile andato a male, il lezzo dell’abboccamento ha avuto un ritorno lungo a tanfo crescente…
Britain's Prime Minister David Cameron  greets his Italian counterpart Matteo Renzi as he arrives at Number 10 Downing Street in LondonSostanzialmente, il bulletto rignanese, tra una fanfaronata e l’altra, aveva bisogno di rimpinguare la cartelletta di governo Carlo Verdone alias Enzo in 'Un sacco bello' (1980)con qualche altra “riforma epocale” per gonfiare, con abbondanza di ovatta nei pantaloni, il pacco delle “misure impressionanti” da esibire al cospetto dei suoi tutori brussellesi, nelle consuete ispezioni ginecologiche per conto Ué.
In assenza di idee proprie, il bimbetto pesca prodotti preconfezionati altrove e ovunque gli sia possibile, da ripassare poi in salsa italica. Perché uno vale l’altro; l’importante è riempire la ciotola da dare in pasto ai salivanti corifei di regime. Al massimo, il ducetto fiorentino ci mette sopra il faccione e tutta la propria arroganza, con la stronzaggine intrinseca di un Masterchef alle prese con le sue cucine da incubo. Pertanto, a condimento del pastone indigesto, che costituisce il piatto forte dell’annuncite di governo, non poteva certo mancare l’imprescindibile “riforma dell’istruzione”: quella #buona-scuola, che altro non è se non una sbavata scopiazzatura in peggio del sistema scolastico anglosassone, rivisto in senso iper-classista e condensato in un accentramento autoritario di tutti i poteri decisionali, come impone la variante nazionale della “meritocrazia” declinata in tempi di post-democrazia.
Democracy no signalAlla scuola come impresa, amministrata da un preside manager, abbiamo dunque la figura del “preside allenatore” che decide l’indirizzo didattico, seleziona professori e personale scolastico (i bidelli), vagliando curricula e decidendo le assunzioni. Ne decide altresì gli eventuali premi e le promozioni ad personam (o meglio, ad clientes), ovviando così al mancato rinnovo contrattuale. Ma il preside, convertito in amministratore delegato, agisce con soldi pubblici ed a suo insindacabile giudizio, in quello che in determinate realtà locali rischia di diventare il più grande sistema clientelare su base familistica che mai si sia visto prima a memoria di Istruzione.
Soprattutto, si svuotano di competenze i Provveditorati, che diverrebbero così “enti inutili” da tagliare in ossequio alle alchimie contabili della spending review (un altro scalpo da agitare in Europa), e si grava il “dirigente scolastico” (che Allenatore nel pallonespesso ‘presiede’ cinque e più istituti, senza avere il dono dell’ubiquità) di un numero abnorme di funzioni, col rischio concreto di mandare l’allenatore nel pallone, il quale si ritroverebbe a rispondere direttamente al ministero, ovvero al Governo che avrebbe il controllo diretto della scelta formativa, con l’istituzione di veri e propri ghetti per gli insegnanti (ed i presidi) indesiderati.
Si tagliano i fondi alla scuola pubblica, ma si stornano contributi statali per milioni di euro a quella privata, che per non incorrere in spiacevoli vizi di costituzionalità (tipo l’Art.33 e l’Art.34), viene denominata “paritaria”. In compenso, si apre il finanziamento (lo school bonus) ai soggetti privati, che per il ‘disturbo’ verranno ampiamente risarciti con sgravi fiscali del 65% sul credito d’imposta. I “privati” finanzieranno i laboratori scolastici, l’acquisto di forniture didattiche, e presumibilmente la manutenzione degli immobili. Ed è fin troppo facile immaginare come tali “erogazioni liberali” saranno vincolate da impliciti condizionamenti, onde ottenere il finanziamento influenzando la conduzione scolastica. Così come già si può intuire come le contribuzioni saranno assolutamente selettive, a discapito degli The Principal - una classe violentaistituti scolastici più periferici, quelli meno ‘blasonati’; oppure inseriti all’interno di difficili realtà locali, che diverranno poco appetibili per il “mercato” e quindi trasformati in discariche sociali per studenti ‘difficili’ o famiglie disagiate, con redditi insufficienti per integrare l’iscrizione obbligatoria con un proprio “contributo volontario”, in aggiunta alla tassa di iscrizione che ogni istituto già applica a propria discrezione.
Ovviamente, al contrario del modello inglese, tutto il materiale concernente l’attività didattica, dai libri, ai quaderni, ai tablet (il cui acquisto è imposto a molti studenti dalla ‘direzione’, per sembrare più “moderni”), resterà a totale carico delle famiglie degli studenti.
Per rendere più digeribile l’immondo pastone, in puro stile democristiano, è prevista un’infornata di massa (sbandierata più a parole che nei fatti) di nuovi assunti, meglio se in concomitanza elettorale (ci sono le elezioni regionali e molti docenti precari sono campani), senza tenere in alcun conto graduatorie di anzianità, corsi di specializzazioni (le SSIS), e abilitati per concorso… sempre per quella storia della “meritocrazia”. Dopo il bastone, c’è sempre la carota Agnese Renzicaramellata, che fa della compravendita dei diritti un surrogato clientelare del consenso, nell’infame convinzione padronale che tutti abbiano un prezzo e che anche la dignità sia in vendita,
speculando sul bisogno sospeso delle persone e sulla loro disperazione. In compenso, si garantisce un posto fisso alla sora Agnese.

La scuola come impresa (in feroce concorrenza tra istituti), il preside come manager, la famiglia come cliente, e lo studente come lavoratore, giacché per gli utenti finali sono previsti “tirocini formativi” con un’impressionante monte ore lavorativo, da spendere (rigorosamente a gratis) nelle aziende (da cui dipenderanno i finanziamenti privati) ed in catena di montaggio. Con la scusa dell’avviamento al lavoro in età scolare, si reintroduce (obbligatoriamente) il lavoro minorile su un modello di sfruttamento paraservile che si pensava finalmente debellato.
ragazzine in fabbricaPerché la nuova scuola, più pessima che buona, si configura in realtà come un perverso esperimento di darwinismo sociale, volto alla formazione degli schiavi di domani, docilmente addestrati alla sottomissione (ed alla produzione industriale), dove la formazione culturale e l’educazione ad una cittadinanza piena e consapevole vengono considerati “anacronistici”, inutili, e soprattutto non complementari al “lavoro” (che per giunta non c’è). Non male per un paese che vanta impressionanti tassi di analfabetismo di ritorno. I genitori licenziati ed i figli in fabbrica.
LandscapeOvviamente il progetto passerà, meglio se con voto di fiducia, e nonostante la solita pantomima delle 50 sfumature di sì diluite nel grigiore inconcludente della minoranza piddì. “Perché ce lo chiede l’Europa” (sic naturaliter) e perché così vuole la deriva autoritaria di matrice neo-mercantilista, secondo l’irresistibile volontà dei suoi esecutori: i volenterosi carnefici del credo liberista.
ECCO-A-VOI-IL-NEOLIBERISMOUn cittadino che pensa è un cittadino che reagisce. Soprattutto, un cittadino consapevole, in possesso di tutti gli strumenti cognitivi per formarsi una libera opinione, è una minaccia costante al nuovo ordine che avanza. Per questo sono previste contromisure come la #buonascuola da condensare in un tweet.

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A tavola non si invecchia

Posted in Masters of Universe with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 14 novembre 2014 by Sendivogius

Gustave Doré, illustrazione per Gargantua et Pantagruel, Garnier, Parigi, 1873

La correlazione tra cibo e potere ha sempre costituito un connubio ideale nell’ambito dei rapporti politici. A tavola, si stringono alleanze, si intrecciano relazioni, si consumano atroci vendette e sordidi inganni, costituendo lo scenario ideale per congiure e tradimenti. Si potrebbe quasi dire che una buona cena, se ben organizzata, è a suo modo una rappresentazione del Potere, che nelle sue perversioni più estreme consuma se stesso in orge cannibaliche. Dai re mitologici come Tantalo e Licaone che pensavano di ingannare le divinità servendo loro carni umane, quando dei e mortali ancora banchettavano insieme, passando per la faida familiare di Atreo e Tieste, nella mitologia greca i banchetti conviviali nascondono spesso il pretesto per pratiche innominabili.
Banchetto grecoOppure costituiscono occasioni ideali per eliminare i propri nemici, con esiti non sempre fortunati… Tanto per ricordare, per i funzionari romani, specialmente nel periodo tardo-imperiale, un invito a cena era il miglior modo per sbarazzarsi fisicamente di un Cesare Borgiaproblema. Cesare Borgia era solito assassinare i suoi nemici al termine dei pasti: in questo, la Congiura del Magione resta il suo ‘capolavoro’ politico. Rasputin viene preso a pistolettate dai suoi anfitrioni, mentre si ingozza di dolcetti avvelenati senza risentire dello speciale condimento…
Nei casi meno drammatici, il rapporto compulsivo con il cibo costituisce una metafora della Società: meglio se corrotta, avida e insaziabile come il suo appetito… Dai ventri sformati di Falstaff e Pantagruel, fino alle antiche commedie latine, non manca mai la descrizione di fanfaroni vanagloriosi (Miles Gloriosus) e scrocconi senza vergogna (Curculio), che fanno dell’abbuffata a sbafo una ragione di vita. E il genere letterario raggiunge il suo apogeo satirico, con la mitica Cena di Trimalcione: monumento vivente alla cafoneria esibita degli arricchiti di fresco.
Se il cibo è vita, c’è chi vive per mangiare.
Casa dei Casti amanti di PompeiOggi lo scrocco permanente supera la ragione di necessità. È bulimia senza fame. E vive di “rimborsi” su conto terzi, con risvolti comici dagli effetti boccacceschi.
Quando la Politica cessa di essere passione ideale, per farsi piccina e trasformarsi in rappresentanza scenica, di solito il potere trascende nella farsa e l’abbuffata diventa il suo metro di misura, per programmi a misura di menù. Diviene cena di rappresentanza, tra filetti di manzo e mousse ai tre cioccolati, al catering delle clientele elettorali e delle promesse a portar via.

Il MerdaParty di Paolo PazzagliaOttobre 2012. La Roma-bene alla “Festa della Merda” in Casa Pazzaglia.

Nella Neolingua del ritornante partito della nazione, la grottesca sfilata a pagamento delle truppe cammellate di una classe ‘imprenditoriale’ tra le più retrive e grette d’Europa viene definita una scommessa per finanziare in modo diverso la politica.
Gli anglosassoni, che possono vantare la paternità dell’invenzione, la chiamano “crowdfunding”: una pratica talmente moderna da risalire alla metà del XVIII° secolo.
crowdfundingSotto elezioni, sono unanimemente conosciute come “cene elettorali”, con la differenza che da noi era il candidato ad offrire un banchetto in onore dei suoi potenziali elettori e non viceversa.
In tempi moderni, circa un ventennio fa, il “crowdfunding” è stato rinverdito con successo dai grandi leaders della sinistra (?) “moderna e riformista”, da Gerhard Schröder a Tony Blair, che dopo aver smantellato scientificamente la scala dei diritti sociali e trasformato il “thatcherismo” in un dogma universale, spalancando le porte al darwinismo di marchio neo-liberista, hanno concluso in bellezza la loro carriera politica riciclandosi come consulenti a peso d’oro, per gli autocrati di qualche despotato asiatico, o per le più spregiudicate holding dell’Investment Banking.
Roma 2012 - Festa della cacca Ridiscendendo alle nostre latitudini, meglio non indagare il nesso di causalità che lega la dirigenza di un gruppo politico, ai boiardi delle commesse parastatali ed ai predatori della finanza over the counter, alle sciure impellicciate della ricca borghesia milanese ed ai bottegari arricchiti dell’abominevole generone romano (esemplari in foto), ai palazzinari in cerca di appalti ed ai banchieri a caccia di capitali, che sgomitano per entrare nell’orchestrina del one-man-show che balla in solitaria sulla plancia del Titanic. E nell’attesa staccano assegni (deducibili come spese di rappresentanza), e sottoscrivono ‘opzioni’ sulle azioni future di governo, per ottenere la protezione del bullo fiorentino e della sua baby-gang di chierichetti allo spariglio.
Vade retroVuoi mettere la twittante modernità del nuovo che avanza, in confronto all’atmosfera d’antan e un po’ paesana da cooperativa bocciofila delle vecchie Feste dell’Unità, coi suoi battaglioni volontari di friggitori di salsicce!?! O la truppa degli instancabili donnoni boteriani in forza alle cucine, intenta a scodellare con furore stakanovista tonnellate di tagliatelle in piatti di plastica a prezzi modici, per lunghe ed animate tavolate allestite alla buona tra bancarelle di libri usati in assenza di lettori?!? Interi week-end immolati al finanziamento autarchico di un partito, che un tempo si definiva “di sinistra” e che oggi assomiglia piuttosto all’afterschool di Confindustria e negrieri associati.
DJANGO UNCHAINEDÈ la stessa razza predona, prima ancora che ‘padrona’, che considera un “costo insostenibile” retribuire (quando va bene) i propri dipendenti con meno di 900 euro mensili, dopo averne pagati mille per una singola cena con risottino. Che lamenta l’assenza di competitività ed il calo di produttività, ma non investe un centesimo in innovazione. Di tanto in tanto, leva dolenti cahiers di circostanza sulla “fuga dei cervelli”, ma reputa assolutamente normale che un ricercatore universitario venga pagato 600 euro al mese, salvo farsi meraviglia quando questi decidono di trasferirsi ovunque, dal Canada all’Australia, pur di non rimanere in una Italia dal lavoro somministrato, esternalizzato, atipizzato.. che pensa di attirare “capitali esteri” ed investitori stranieri, offrendo loro condizioni da terzo mondo: sfruttamento indiscriminato di una manodopera senza diritti e disarticolata nella propria capacità contrattuale, sullo sfondo disastrato di un Paese socialmente scollato che frana (letteralmente!) da tutte le parti.
dissestoPer ritornare ad un universo sociale estinto per assenza di rappresentanza, ai tempi del suo massimo turgore, il vecchio Silvione, dall’alto della sua statura da statista, liquidò l’insieme dell’elettorato ascrivibile a sinistra, come “coglioni”. Ovviamente, gli italiani optarono in massa per il peso massimo in questione, che in quanto a minchioneria continua ad essere un fenomeno fuori ogni scala di misurazione, coi brillanti risultati che tutti noi possiamo oggi apprezzare dopo un ventennio quasi ininterrotto di abusi ad personam e tutti rigorosamente pro domo sua.
Italy's former Prime Minister Silvio BerlusconiTuttavia, il papi della patria, prima di scoprirsi più renziano di Renzi, e venire prontamente riciclato dallo stesso come pappone costituente dopo l’interdizione dai pubblici uffici, con ogni evidenza ignorava quanto l’apporto testicolare alla masturbazione politica si componga sempre di due elementi fondamentali, riuniti assieme in un’unica sacca, come recita la formula canonica di rito: habet duos et bene pendentes!
A loro modo, sono il contorno ideale di ben altre pene, con protrusione prolungata al “centro”, ma ad inclinazione variabile secondo l’orientamento di pendenza originario. Dopo tanto penare, tra protesi, innesti, e sperimentazioni, siamo infine giunti alla monorchidia applicata alla Politica.

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Adeste Fideles

Posted in Business is Business, Masters of Universe with tags , , , , , , , , , , , , , on 4 novembre 2014 by Sendivogius

LeonardoDiCaprio-DjangoUnchained

Farò dimagrire i politici
(Matteo Renzi)

Anno 2006. Matteo Renzi presenta il suo primo best-seller E se lo dice uno che vive di “politica” da quando aveva 15 anni (all’epoca il suo mito rivoluzionario era Benigno Zaccagnini, ex segretario DC!) e che certamente magro non è, ci si può fidare!
Abituati come eravamo agli show del “Presidente Operaio”, paragonato al puffo incipriato con elmetto calcato sulla pelata incatramata, quello che raccontava barzellette zozze alla folla ridente New Town L'Aquila - vista panoramica su balconee trotterellava a inaugurare new towns in cartapesta, già pronte a crollare dopo il primo inverno, questa attuale replica digitalizzata di Fanfani riscaldato in brodo doroteo assomiglia più che altro ad una spalla comica, subentrata per passaggio di consegne e di ruoli al Grande Mattatore, dopo il ritiro di quest’ultimo dalle scene.
Presidente operaioAgenda politica, frequentazioni, elettorato di riferimento, ‘cultura’ (nel senso di nessuna), faciloneria fanfarona unita al livello di minchioneria applicato… sono praticamente gli stessi, rigenerati per processo di partenogenesi. Tuttavia, rispetto all’Ulisse di Arcore, il Telemaco dai molti padri può contare su una fetta consistente degli attartufati elettori del partito bestemmia, finalmente conquistati dalle lucine pirotecniche del decisionismo di ducetti da operetta; o mestamente rassegnati per il bene della “Ditta”, nonostante questa sia prossima alla demolizione previo riciclaggio rottami.
Andreotti e RenziE se il papi della patria amava intrattenere gli operai dei cantieri con raffinati apologhi sulle grazie di una Rosy Bindi, il figlioccio adottivo i lavoratori non li incontra proprio, tanto sono alieni alla sua narrazione futurista ed intrisa di retorica giovanilistica fine a se stessa. Nessun altro valore aggiunto se non l’età. Le battutacce sulla Bindi sono invece una costante che accomuna papi e figlio, giusto per non distinguersi dal modello originale.
sexy-construction-worker-ladder  Operai, disoccupati, atipici, cassaintegrati, parasubordinati… rimangono rigorosamente circoscritti sullo sfondo. Non sono fotogenici. Hanno un valore d’uso limitato. E soprattutto non staccano assegni a cinque zeri, per finanziare l’adorazione pubblica del Bambino Matteo.
matteo-renzi-scout-1D’altronde, è un fatto che l’intraprendente Principino, tra una convention ed una kermesse, non trovi mai il tempo di incontrare i lavoratori delle realtà in crisi. Di certo non si è visto alle acciaierie di Terni; meno che mai all’Ilva di Taranto; alla Luxottica; alla Alcoa; alla Omsa di Faenza…
Perché se il cuore del premier “è con loro”, l’anima, la faccia e il culo (non di rado indistinguibili), e le tasche, stanno sempre schierate da una parte sola: finanza, grandi gruppi di interesse, confindustria, e ovunque batta il cuore pulsante del potere in ogni sua forma. Più ci si ritrova destra e meglio è.
construction-workers-react-to-wrecking-ballPertanto, vanno tenuti separati a distanza di sicurezza dalla platea del Capo, in regime di profilassi, e controllati a vista da reparti della polizia in tenuta anti-sommossa. All’occorrenza vanno razzolati, con moderazione, giacché un manganello sa essere molto più convincente della fuffa di governo e ben più tangibile di 80 euro ascritti su una busta paga che non c’è più. Sottratti provvisoriamente dal recinto in cui sono confinati, al massimo possono essere selezionati come esemplari da esposizione, per l’albo delle figurine della Leopolda come nel caso di Marta, 28 anni, precaria e incinta. 16 anni incintaInvenzione di marketing politico che a suo modo costituisce il tipico esempio di sfruttamento commerciale del corpo e del ruolo delle donne, su cui il piccolo principe fiorentino è maestro indiscusso, nella manipolazione strumentale di una condizione diffusa tramite l’invenzione di un ologramma pubblicitario: la fantomatica Marta.
Non serve l’approccio diretto al problema dei senza lavoro e dei senza diritti, basta la sua rappresentazione virtuale, attraverso l’utilizzo di archetipi narrativi a valenza simbolico. È un trucco vecchio quanto le tecniche di comunicazione: come sa bene anche l’ultimo dei ‘creativi’, un prodotto si vende meglio, se pubblicizzato da famiglie fintissime che però sembrano vere.
Di pacco, paccotto e contropacco, succede così che il segretario, e padroncino, di un partito che (bontà sua!) si definisce di “centrosinistra”, nella prassi, si incontri unicamente con gli “imprenditori” e le loro rappresentanze di categoria, in fabbriche e aziende preventivamente svuotate da coloro che ci lavorano. Sono abboccamenti privati, roba loro, col premier mai eletto chiuso in splendido isolamento con la razza padrona, che finanzia le sorti e l’ascesa del miglior utile idiota, attualmente disponibile sulla piazza della rottamazione ad oltranza dei diritti, e giunto a prendere ordini direttamente dai suoi sponsor di governo.
Matteo Renzi con la sua tipica espressione intelligenteCerto non saranno i professionisti della tartina, ma si trattano comunque benissimo né si fanno mancare alcunché.
In una situazione surreale, lo stesso padronato confindustriale che vorrebbe cancellare le feste laiche della Repubblica, eliminare i minuti della pausa di lavoro, e vietare i bisogni fisiologici, per incrementare la “produttività”, arriva a chiudere gli impianti mettendo tutti i dipendenti in ferie forzate, per accogliere al meglio il proprio figliol prodigo. Per il premier che vuole aprire le fabbriche contro chi minaccia di occuparle, una riunione privata tra amici: i Padroni dentro, la Polizia intorno, e chi lavora fuori dai cancelli.
La chiamano “modernità”..!

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Hic sunt leopoldi

Posted in Masters of Universe with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 28 ottobre 2014 by Sendivogius

ZEE Cast by Alexiuss - Longing

«Avere un nemico è importante non solo per definire la nostra identità, ma anche per procurarci un ostacolo rispetto al quale misurare il nostro sistema di valori e mostrare, nell’affrontarlo, il valore nostro

 Umberto Eco
“Costruire il nemico”
(15/05/2008)

Giulio Andreotti Il Divo Giulio, che della materia se ne intendeva, era solito dire il potere logora chi non ce l’ha. E possiamo soltanto immaginare i tormenti del Giovane Renzi, fintanto che non ha potuto ottenere l’agognato giocattolo e ritagliarsi un corona di carta stagnola.
RenzusconiArrogante, indisponente, sferzante.. il Bambino Matteo mostra finalmente il suo vero volto, senza più finzioni. Adesso che ha ultimato la muta e raggiunto la maggior età, manovra saldamente il bastone del potere, rivelandosi per ciò che in fondo è sempre stato… Un capriccioso caudillo peronista col gusto del comando e ambizioni sconfinate, che per puntellare un potere personalistico quanto mai precario ha bisogno di inventare ogni giorno dei nemici, contro i quali convogliare le proprie inadeguatezze. E pazienza se li sceglie tutti a “sinistra”, con alleanze spostate interamente a “destra”, mostrando un furore ideologico che va ben oltre la Thatcher, ed esibendo un disprezzo sconosciuto persino all’Amicone di Arcore nei suoi tempi migliori.
Gianni e Pinotto (EDOARDO BARALDI)Per intenderci, è quello che, ad eccezione del padronato di Confindustria con cui la sintonia invece è totale, non tratta con le parti sociali (che al massimo possono essere convocate per prendere ordini dai suoi tirapiedi senza delega), perché prima devono farsi eleggere in parlamento. Esattamente come ha fatto Matteo Renzi e la sua cricca di speculatori.
E questo perché le leggi si fanno in parlamento, non nei tavoli per le trattative.
Peccato che poi, ridotto il Senato ad un simulacro di non eletti, il Parlamento rimanga più che altro aperto pro forma, dal momento che al suo interno tra voti di fiducia, deleghe in bianco al governo, e contingentamento dei tempi di discussione in aula tramite l’abuso della “ghigliottina” (più pratico mettere bavagli che tagliar teste), ormai non si parla né si discute più di nulla. In compenso, si ubbidisce a tutto ciò che un Presidente del Consiglio, rigorosamente non eletto, impone in ‘agenda’ (la sua), ricorrendo ai servigi di una corte di nominati in null’altro scelti se non per fedeltà e dipendenza diretta con le sorti del Capo, a cui sono indissolubilmente legati.
Alla “Leopolda”, più che una stella è nato un ducetto. Di quelli piccoli piccoli, come i borghesi dei quali si circonda, per puntellare il culto della sua egocrazia personalistica.
The-Walking-Dead-Companion-TV-Show-Series-AnnouncedEd è morto un partito, imbarazzante come le sue iniziali in richiamo della bestemmia che è stato, per lasciare il posto al “partito della nazione”, a vocazione più egemonica che maggioritaria; coi suoi ras e le sue squadre di chierichetti d’assalto, transumati dalle stalle della provincia fiorentina alla greppia del potere romano, confermando un vecchio aforisma:

“Nessun partito politico è di sinistra dopo che ha assunto il potere.”
Guido Morselli
“Diario”
Adelphi (1988)

In quanto ai partiti della nazione, che nei casi più deleteri hanno l’inclinazione a degenerare in “partiti unici”, i precedenti non mancano e non sono dei migliori…
BalillaSinceramente non se ne sentiva la mancanza. Ma agli italiani piacciono. Che si tratti di una camicia nera, un distintivo cloisonne appuntato sul bavero, un tavolo prenotato negli scantinati della stazione di Firenze… li fa sentire importanti, alimenta in loro la presunzione di appartenere alla “razza padrona”. O quantomeno dona l’illusione di farsela amica, che poi sistemiamo tutto la famiglia!
Non esiste corte senza servi, né padrone senza cortigiani. E il machiavellismo del piccolo principe fiornentino non fa eccezione.
Il partito della nazione vive di assoluti e aspira alla totalità. Di riflesso, non ama la diversità; semmai la tollera, fintanto che è funzionale a mantenere l’illusione della pluralità al suo interno, purché le voci critiche siano anche impotenti e pronte ad allinearsi all’occorrenza.
I corpi sociali e le rappresentanze intermedie sono superflue. Se indipendenti, costituiscono un problema. E vengono vissute come un inutile impaccio, quando non speculari alla rappresentazione del potere ed alla costruzione del consenso nel e per il “partito” che si è fatto “nazione”; o meglio: a puntello del comitato d’affari che ne dirige il corso.
A maggior ragione, per tastare il polso della nazione basta un Capo, meglio se carismatico, che come gli antichi re taumaturghi instaura un rapporto diretto coi suoi sudditi, tramite il tocco salvifico della sua autorità.
renzi-berlusconi - opera di EDOARDO BARALDIOvviamente tutto il suo potere discende dal “popolo”, che non potendo essere consultato nella sua interezza può esprimersi solo attraverso il lavacro catartico delle elezioni, strutturate alla stregua di un plebiscito. Le votazioni sono concepite come ordalia elettorale a giustificazione trascendente di un esercizio personalizzato del potere, sempre più svincolato rispetto al primato della legge, o alla stessa architettura costituzionale da distruggere tassello dopo tassello con furia iconoclasta.
art 138In assenza di un consenso totale, ci si accontenta della maggioranza relativa, mistificata in investitura assoluta: 11 milioni di voti alle elezioni europee (Water Veltroni ne prese 13 milioni alle “politiche”. E perse), su una nazione di 60 milioni di abitanti, possono bastare.
In fondo, si tratta di un passaggio di consegne: la “sovranità del popolo” viene ceduta per delega (basta una crocetta su una scheda) a legittimazione di un potere esclusivo, accentrato nelle mani del nuovo sovrano, che lo esercita nelle forme che ritiene opportune, in deroga alle norme stesse e nella pretesa delle sue prerogative regali.
Spacciata per modernità al passo coi tempi di un mondo globalizzato, è in realtà una formula di potere antichissima; nelle sue varianti la si è chiamata oclocrazia, cesarismo (la definizione più appropriata), bonapartismo… ma tutte discendono da una medesima matrice: il feudalesimo.
Lo si può digitalizzare strusciando le dita unte sul display di un i-phone, cinguettando banalità via twitter e aggiornando il profilo facebook con la velocità di una connessione wi-fi, ma il risultato non cambia.
SELFIE-MAN (1)Col superamento dello “spirito delle leggi”, viene meno la divisione dei poteri e dunque dello “stato di diritto”. Semplicemente ci troviamo di fronte ad ‘altro’. Ma in fondo parliamo di Montesquieu: uno che per scrivere usava una piuma d’oca, attingendo l’inchiostro da un calamaio, facendosi luce con una candela di sego. E se si doveva fare un selfie, al massimo chiamava un ritrattista specializzato in bozzetti a carboncino su foglio di pergamena!
Altro che gettone telefonico e rullini fotografici!!

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Democristiani 2.0

Posted in Masters of Universe with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 26 ottobre 2014 by Sendivogius

Partito Democratico CristianoAl netto di battutacce da trivio e risposte scontate… dove va la “nuova sinistra” del premier più figo che ci sia?!?
SELFIE-MAN (3)Mentre a Roma sfilava un milione di persone sotto le bandiere rosse della CGIL, un migliaio di sottopanza del boss e aspiranti tali si davanoOLYMPUS DIGITAL CAMERA appuntamento in un vecchio capannone abbandonato, di quelli adibiti a deposito per rottami post-industriali, per celebrare i fasti ed i trionfi del renzismo più garrulante che trionfante, tra slides e masturbazioni collettive, ansimando 41% e aaancoraaah 80 eurooh!!!
Finalmente, un ventata di aria nuova!
Renzi il FichissimoNon più gli stanchi rituale di una “sinistra” antica: la dignità del lavoro; la difesa dei diritti; l’estensione delle tutele; gli operai (in mobilità); i precari ed i parasubordinati; i pensionati, che con la loro pensione mantengono IL MOSTRO ROSSOfigli e nipoti disoccupati; e poi c’è il sindacato… Per non parlare di tutti quei pallosissimi fossili improduttivi di una società triste, che una certa Sinistra si ostina a voler difendere e rappresentare alla luce del giorno, mostrando quelli che un tempo si sarebbero chiamati i più deboli.
Che roba, Contessa! Che noia, signora mia!
Vuoi mettere i salottini patinati di una Barbara D’Urso, in equilibrio coi trampoli ai piedi?
La DifferenzaO le conventicole raccolte al chiuso di un garage, trasformato in una sorta di sala bingo, coi tavolini numerati, ad appiccicare post-it su una lavagna e stilare pensierini minimalisti su come fabbricare l’acqua calda.
Shunya Yamashita (detail) Va in onda la Leopolda.5: il raduno delle cheerleaders adunate alla convention del Capo, per il nuovo lancio promozionale degli annunci, nella campagna di televendite al netto della fuffa smerciata finora.
Soprattutto, la Leopolda segna la schiusa completa per gli ambiziosi pulcini dell’ultima covata democristiana, rimasta in caldo nella pancia del partito bestemmia, dopo la lunga incubazione dalle parti della “Margherita”, per una rinascita finalmente completa della Democrazia Cristiana, nella sua variante peggiore: quella demagogica e populista di Fanfani, in aggiunta all’apparato affaristico-industriale dei dorotei, col suo potere sotterraneo fatto di relazioni e lottizzazioni. Il puzzo di sagrestia è lo stesso, ma con quel pizzico in più di berlusconismo, che ancora mancava ad insaporire l’immondo pastone.
heikkileis_mould11Ma la Leopolda, creatura personalistica del Bambino Matteo per l’epifania di se medesimo, costituisce anche la passerella d’onore dei fighetti rampanti, approdati alla corte del piccolo principe fiorentino. Ovviamente, all’appello non mancano mai i ruffiani compiacenti: fiutano l’odore del potere, come le mosche quello della merda. E ci vivono appiccati addosso, tanto non ne possono fare a meno.
Proprio come vuole l’antica concordia ordinum nell’applicazione di 02 - Charles_Mansondemocristiana memoria, la Leopolda è occasione di incontro e negazione: Lavoratori e Padroni insieme, come una Grande Famiglia (Manson). Perché siamo tutti sulla stessa barca: nel senso che la maggioranza dell’equipaggio rema, fermo al suo posto e legato alla panca del vogatore, come nelle galee di una volta, mentre pochissimi impartiscono gli ordini, all’occorrenza usano la frusta per farsi ubbidire, e se ne stanno comodamente nella cabina di poppa. Se la nave affonda, hanno sempre la scialuppa pronta per sé, mentre tutti gli altri vengono lasciati ad affogare.
Siamo tutti sulla stessa barca (Liberthalia'13)Ad aprire la sfilata dei ricchi e schifosi, si segnala in prima fila Davide Serra, consigliere e gran finanziatore del Telemaco alla rivoluzione dei tweets. Intervistato, lo Davide Serraschizzatissimo Serra, ad essere cattivi, sembrava un cocainomane fresco di tiro, per una sniffata consumata in fretta nei cessi della Leopolda. È lo stesso che vuole proibire il diritto di sciopero, ma è anche un esperto di politica salariale e tutela del potere d’acquisto dei lavoratori, come sanno bene alla Elettrolux.
Il NegrieroDi questo passo, proporrà la reintroduzione del lavoro servile, l’uso delle frusta e l’eliminazione dell’inutile riposo notturno (perché la gente ha bisogno di dormire?) per incrementare la produttività.
Tuttavia, oltre al sostanzioso contributo di Davide Serra (175.000 euro), nel suo complesso la kermesse renziana ha raccolto in pochi giorni due milioni di euro di finanziamenti privati. A maggior ragione, a riempirne la pancia e ad alimentarne gli ‘ideali’ c’è un po’ di tutto: speculatori con volto e portafoglio bello pieno; imprenditori della delocalizzazione a sfruttamento estero; padroni delle ferriere ed i negrieri di Confindustria, in orgasmo multiplo da licenziamento facile; boiardi di Stato e arrivisti rampanti, in cerca di nomine e poltrone.
Insomma, si tratta proprio della tipica “Italia che lavora”.

SELFIE-MANLa velocità, l’informalità, la struttura a rete, che fa della Leopolda, ancora più del Movimento 5 Stelle, la versione politica di Facebook. Un gigantesco social network, senza gerarchie, almeno in apparenza. Che negli ultimi otto mesi, da quando Renzi ha conquistato Palazzo Chigi, convive con l’antica materialità del potere, da conquistare e da spartire secondo le regole di sempre. La fedeltà e l’obbedienza al Capo.
«Lo schema è molto semplice», spiega uno dei mediatori, alla frontiera tra la politica e l’economia, neppure tanto desideroso di auto-definirsi renziano «perché tanto tutti giurano di esserlo». «Basta vedere come sono stati composti i consigli di amministrazione nell’ultima infornata di nomine. La presidenza spetta a una donna, per simboleggiare la novità. In ogni cda c’è un uomo della Leopolda che deve fare da sentinella, uno vicinissimo al premier e un amministratore delegato che gli deve la promozione». Una nuova forma di lottizzazione rispettata alla lettera. La regola aurea del nuovo potere. Non più il manuale Cencelli. Il manuale Leopolda.”

Marco Damilano
“Leopolda, raduno della nuova classe dirigente
Qui nasce la lottizzazione made in Renzi”
L’Espresso (23/10/14)

Il servizio assistenza catering è invece affidato a qualche attempato boyscout, che a trent’anni suonati girano ancora in bermuda e patacche colorate appuntate sulla camicia a maniche arrotolate, e disperati in cerca di raccomandazione per un posto di lavoro.
ditinoSono i nuovi “giovani”, quelli che non si sporcano mai con le manifestazioni in piazza per la difesa dei diritti, e meno che mai con l’odioso sindacato, perché sono troppo impegnati a compiangersi ed ingraziarsi il “datore di lavoro”, e perché loro le tutele non ce l’hanno (quindi meglio negarle a tutti), ma che finalmente possono aspirare ad un ruolo da “protagonista”: dalle coreografie sceniche a comparsa per le celebrazioni del Grande Capo.

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Il Genio della Fuffa

Posted in Muro del Pianto with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 17 ottobre 2014 by Sendivogius

Manneken Pis by Oona

Dopo lunga e attenta valutazione, il Bambino d’Oro del governo più amato dalla destra italiana e dai padroni di Confindustria ha finalmente scoperto con ampio ritardo il principio dei vasi comunicanti: se uno si svuota, l’altro si riempie.
Partita di giroSe poi a riempirsi sono le tasche dei soliti noti, attraverso una immensa partita di giro, con corollario aggiunto di provvedimenti dal sapore squisitamente demagogico, l’intera operazione si qualifica per ciò che realmente è…
Renzi il Paraculo  Perché risulta assai facile “ridurre le tasse”, togliendole soprattutto a chi le ha sempre eluse, spostando il carico fiscale dallo Stato agli enti locali, con buona pace di chi poi è chiamato a risponderne sul territorio; incidendo sulla qualità delle prestazioni e dei servizi sociali, che hanno un costo e che inevitabilmente risentono di un minor gettito di spesa.
A Roma c’è un detto, volgare ma efficace: “fare il frocio col culo degli altri”.
È in pratica quanto va facendo il governo centrale, che delega l’onere dei tagli a totale carico delle regioni, bullandosi pubblicamente della riduzione delle imposte (dirette) e declinando ogni ogni responsabilità sulle conseguenze, che una manovra così confezionata inevitabilmente avrà in assenza di coperture garantite.
Matteo Renzi pupazzoPer il lavoro, sporchissimo, Telemaco ha a disposizione una squadra di economisti allevati di preferenza nel vivaio bocconiano, una mezza dozzina di riserve in panchina, e un solo centravanti di sfondamento, Yoram Gutgeld, che decide per tutti all’insaputa dell’intero ‘cucuzzaro’ in spremuta permanente (lo chiamano brain storming).
Yoram Gutgeld Il prof. Gutgeld è il super-esperto targato McKinsey & Company, la società famosa per le ottime consulenze gestionali, a suo tempo fornite alla Enron (chiusa per bancarotta fraudolenta, in uno dei più grandi scandali finanziari della storia USA), alla Swissair (la compagnia di bandiera svizzera liquidata per fallimento), alla General Motors (condotta sull’orlo del tracollo), e la compagnia telefonica AT&T (che sconsigliò di investire nella telefonia mobile, giudicata con rara lungimiranza un “mercato di nicchia”).
mobile-phonesMa alla fin fine la c.d. Legge di Stabilità imposta dal Bambino Matteo, e che accorpa in sol blocco la vecchia “finanziaria” e “manovre correttive” (chiamate “aggiustamenti”), si inserisce nel solco tutto democristiano delle più classiche alchimie di dorotea memoria:

Forza Italia «..drastiche restrizioni alla spesa pubblica e ai bilanci comunali e provinciali…. invece promettendo, in modo caotico e irresponsabile, incentivi e finanziamenti non corrispondenti ad alcuna organica valutazione delle necessità dello sviluppo regionale…. in una intollerabile ridda di demagogiche promesse.
[…] Si deve allora pensare che sia prevalso finora un orientamento di pratica subordinazione o almeno di insufficiente resistenza alla linea moderata e conservatrice della Democrazia Cristiana…. sia bloccata ogni dialettica democratica e siano schiacciate sotto il peso del listone andreottiano-doroteo

Sono le parole con cui l’Unità (defunta) salutava la conferenza regionale del primo Governo Moro nel lontano Maggio del 1964, ma possono benissimo valere anche per l’oggi.
FuffaIndorata la pillola e agitato il manganello, ovviamente non manca la carota; meglio se grattugiata a piccoli bocconcini, per palati di bocca buona…
80 euriSi conferma la marchetta tutta elettorale degli strombazzati 80 euri (con un disavanzo di quasi 10 miliardi di euro), riservata ai lavoratori dipendenti sotto i 1.500 euro mensili e convertita in detrazione fiscale, ma dalla quale resteranno esclusi i pensionati, i lavoratori parasubordinati, e gli impiegati (a reddito fisso) della Pubblica Amministrazione. Quindi i 2/3 degli italiani a più basse entrate.
Renzi televenditaIl trasferimento del TFR in busta paga (fortunatamente su base volontaria), oltre a privare i lavoratori di una fondamentale integrazione al reddito per la fine del rapporto di lavoro, verrà sottoposto a imposizione ordinaria, mentre ora gode di una tassazione separata e agevolata.
manoSe la bozza finanziaria dovesse essere confermata, l’accredito in busta paga del TFR verrebbe assoggettato a tassazione ordinaria e non imponibile ai fini previdenziali e quindi sommato all’imponibile IRPEF, con un notevole aggravio fiscale per i redditi al di sopra dei 15.000 euro (lordi) all’anno. Questo vuol dire che sommando il tfr alla variabile dello stipendio e degli eventuali straordinari, il lavoratore incorre nel serio rischio di passare ad uno scaglione di reddito più alto, oltrepassando la fascia ridotta e vedendosi applicare un’aliquota maggiorata ai fini fiscali. Ne riceverebbe un danno triplicato, col risultato di non avere più il trattamento di fine rapporto al momento della pensione o della cessazione del contratto di lavoro, pagare un’aliquota piena che può arrivare fino al 38% del proprio imponibile, e perdere in tal modo tanto l’eventuale bonus degli 80 euro quanto le detrazioni fiscali riservate ai redditi più bassi.
In pratica, al netto dei benefici presunti nella capacità di spesa, meno soldi e più tasse in busta paga. Più che di una partita di giro, si tratta di una truffa bella e buona, consumata a tutto svantaggio degli idolatrati ceti medi.
Middle ClassLungi dal costituire un vantaggio per il Fisco, l’operazione non è nemmeno indolore ed ha costi scandalosi, qualora andasse in porto secondo gli auspici governativi…
In pratica, è previsto un “tetto di garanzia” di 100 milioni di euro, a totale carico pubblico e cioè dei contribuenti.
bank Ad anticipare la somma, saranno gli istituti di credito privato che aderiranno alla convenzione e che, su certificazione dell’INPS (l’ente previdenziale pubblico) da parte dell’azienda interessata, provvederanno al pagamento. Ovverosia, l’impresa dispone le quote di TFR nella busta paga del dipendente che ne faccia richiesta, ma i soldi ce li mette per intero la banca (che si fa pagare gli interessi del credito: il 2,25%), alla stregua di un normale finanziamento. In caso di mancata restituzione della somma da parte degli imprenditori, il saldo verrà interamente accollato alle casse dell’INPS che risponderà in solido del finanziamento, con una contro-garanzia dello Stato che si sostituisce al creditore (l’azienda) insolvente, con un ulteriore aggravio sulla spesa pubblica ma a fini privati. Un capolavoro!

Il Sirenetto (by Edoardo Baraldi)«Tolgo l’Articolo 18, i contributi e la componente lavoro dall’Irap.
Cosa vuoi di più? Per chi vuole assumere verranno meno tutti gli alibi!»

Matteo Renzi
(15/10/2014)

Una frase quella degli “alibi” già troppe volte sentita in passato…
Per le imprese che assumono sono altresì previsti ulteriori agevolazioni fiscali per un costo (iniziale) di due miliardi di euro. Il provvedimento, più volte utilizzato in passato, ha finora dato risultati minimi in termini occupazionali, per costi massimi in materia di spesa.
In pratica, si abolisce in blocco tutta la normativa che proibisce i licenziamenti senza giustificato motivo, si riduce l’indennità del lavoratore licenziato (senza giusta causa) da 20 a 12 mensilità, si lascia sostanzialmente invariata la selva dei contratti atipici e parasubordinati (una cinquantina di tipologie), si solleva l’imprenditore, ovvero il padrone, dal pagamento degli oneri contributivi per tre anni.
Ovviamente, il versamento dei contributi (all’INPS), fondamentali per il calcolo della pensione e per l’erogazione dei sussidi di disoccupazione, è a totale carico pubblico dello Stato.
00-greedy-capitalist-pig-15-09-12Dal momento che con l’abolizione di ogni residuo dell’Art.18 si introduce la totale libertà di licenziamento, in forme sconosciute tanto in Germania quanto in Gran Bretagna, non ha alcun senso di parlare di contratti a tempo indeterminato, col risultato che l’azienda, intascate le detrazioni, potrà tranquillamente licenziare i lavoratori allo scadere dei tre anni, conseguendo il massimo beneficio a costo zero. Al momento, dinanzi all’ipotesi più che plausibile non sono previste contro-partite o clausole di salvaguardia da parte del Governo, il cui modello economico di riferimento è probabilmente la Serbia.
Fiat SerbiaI lavoratori licenzianti però potranno contare su un miliardo e mezzo di euro in “ammortizzatori sociali”, assolutamente insufficienti a fronteggiare il disagio economico persino degli attuali disoccupati.
Prendi tutto e non dare nullaA questo si aggiunga il taglio dell’IRAP, sulla componente lavoro, per la bellezza di 5 miliardi di euro, a tutto beneficio dei grandi gruppi industriali. E peccato che l’IRAP (imposta regionale sulle attività produttive) costituisca una delle principali entrate nei bilanci regionali, che destinano il 90% del gettito così ottenuto al finanziamento della Sanità ed il rimanente per i servizi sociali.
Come le singole realtà locali potranno continuare a mantenere ospedali, scuole, trasporti, manutenzione pubblica, beni culturali.. e per giunta senza ricorre a nuove imposte, è un mistero che il bullo fiorentino si guarda bene dallo spiegare tra un twitter ed un selfie.
Il Bullo FiorentinoÈ ovvio che nella Confindustria abbiano le lacrime agli occhi per la commozione: non avrebbero potuto ottenere di più nemmeno da una Margaret Thatcher rediviva!
E sempre a proposito di ‘regalie’, i provvedimenti per il recupero dell’evasione fiscale, con un gettito aleatorio e tutto da dimostrare di circa 4 miliardi di euro, è in realtà l’ennesima sanatoria nascosta a beneficio dei ladri. Si abbassano ulteriormente le sanzioni minime che saranno inferiori ad 1/8 della cifra evasa.
Però, nei 36 miliardi (e oltre) della manovra, sono previsti 500 milioni di aiuti alle famiglie più bisognose e con minori a carico: le detrazioni sono previste fino al terzo anno di età dei figli. Poi ci si può anche arrangiare.
homelessBriciole verranno stanziate anche per il fondamentale rilancio dell’innovazione e della ricerca scientifica: 300 milioni di euro, con trasferimento dei crediti d’imposta.
Per l’ammodernamento della macchina giudiziaria e digitalizzazione informatica delle pratiche documentali: 250 milioni.
In compenso, non poteva mancare il classico provvedimento clientelare, con l’ennesima infornata di massa che in passato tanto hanno giovato al sistema scolastico, e l’assunzione in blocco di 150.000 precari della scuola; rigorosamente senza concorso pubblico, con buona pace delle graduatorie, dello stato di servizio, e di chi per anni ha seguito corsi di specializzazione presso SSIS sobbarcandosi tutti gli oneri e le spese.
La signora Agnese sarà contenta.
Insomma, dalla Fuffa alla Truffa, fintanto che gli italiani vorranno stare al bluff.

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