Archivio per Nazisti
Semantica giustizialista
Posted in Ossessioni Securitarie with tags Costume, Degrado politico, Italia, Lega, Liberthalia, Massimo Adriatici, Nazisti, Voghera on 21 luglio 2021 by SendivogiusDetenuto ammanettato e pestato in carcere da una squadretta punitiva di energumeni in divisa?
Un ubriaco ti spintona e lo respingi con uno schiaffone?
Un ubriaco disarmato ti spintona e tu gli spari e lo ammazzi a sangue freddo?
Dimmi come parli e ti dirò chi sei…
Posted in Kulturkampf with tags Bigotti, CDC, Centers for Disease Control and Prevention, Cultura, Donald J. Trump, Integralismo, Liberthalia, Nazisti, Scienza, USA on 17 dicembre 2017 by SendivogiusDopo i contorcimenti acrobatici del politically correct e delle sue perversioni semantiche, nell’orgia censoria che obnubila le
menti dell’americano medio, sempre più somigliante ad una parodia dei Simpsons (dove al confronto Homer sembra quello intelligente), costantemente in bilico tra fanatismo iconoclasta e caccia alle streghe (antico sport nazionale almeno dai tempi di Salem), ci mancava davvero un’insana iniezione di censura linguistica.
Se vuoi cancellare le realtà che non si conformano alla tua gabbia ideologica, inizia col proibire l’uso delle parole che ne definiscono l’essere. Nega loro l’uso del nome. Svuotane i contenuti nell’impossibilità di poter loro attribuire un significato, attraverso la rimozione dal lessico delle parole che ne definiscono il contenuto e finanche la categorizzazione cognitiva.
Se gli imbecilli mancano totalmente di ogni senso del ridicolo, i fanatici difettano di fantasia. E nella sicumera che ne accompagna le certezze assolute, non hanno alcun bisogno di argomentare le proprie opinioni elevate a dogmi. Se qualcosa entra in contrasto col loro corollario di verità rilevate, semplicemente, basta rimuoverlo. Perché senza un nome non si esiste. E uno potrà così avere l’illusione di non doversi più preoccupare di cose per sé scomode. O almeno così sembra pensarla l’Amministrazione Trump che, in uno di quei folgoranti lampi di imbecillità che ne ravvivano di tanto in tanto l’idiozia permanente, ha deciso di cancellare dagli atti ufficiali del CDC (Centers for Disease Control and Prevention), la principale agenzia federale per il controllo epidemiologico e prevenzione sanitaria, ogni riferimento ad una serie di parole, che a quanto pare molto devono sconvolgere la fantasia malata dei talebani, che ispirano le scelte di questa distopia puritana fuori tempo massimo dalla Storia chiamata “Presidenza Trump”.
Nella lista delle parole proibite rientrano: “vulnerable“, “entitlement“, “diversity“, “transgender“, “fetus“, “evidence-based“, “science-based“. Si presuppone che l’elenco sia stato stilato, per assecondare le torme di bigotti rinati del fondamentalismo evangelico nel loro medioevo rurale.
Gli stessi che, insieme ad i feticisti estremi delle armi, i nazisti travestiti dell’Illinois…
…nonché gli immancabili cappuccetti bianchi del Ku Klux Klan, sembrano costituire oramai il solo elettorato di riferimento del grasso citrullo imparruccato alla Casa Bianca. E c’è del metodo nella scelta…
“Vulnerabile”. Se si riconosce che una persona è vulnerabile, è implicito questa debba essere in qualche modo tutelata ed assistita a livello medico, proprio in virtù della sua “vulnerabilità”. E che questo, anche in un sistema di prestazioni sanitarie minime, rientri in un suo specifico “diritto”. E qui si entra nella scelta della seconda parola proibita…
“Diritto”. Il nodo della questione è tutto qui: se esiste un diritto legalmente riconosciuto, è ovvio che poi questo vada garantito e fatto rispettare. Se si disconosce l’esistenza di un qualsivoglia diritto, si nega l’esistenza dello stesso e con esso tutto quell’insieme di tutele e di cure, che altrimenti non potrebbero essere negate.
“Diversità”. Bigotti e nazisti aborrono ogni forma di diversità. Fosse per loro, si trincerebbero nei loro villaggi di campagna, armati fino ai denti. E copulerebbero unicamente tra di loro, per non inquinare la purezza della razza. Questo spiegherebbe infatti i livelli di cretinismo fuori scala dei nazidementi, con l’irresistibile appeal raggiunto dalla nuova nazione ariana.
“Transgender”. Ovvero, un derivato della terrifica lobby gay in nome dell’omonima ideologia ci vorrebbe tutti più froci, attraverso una propaganda pervasiva volta a destabilizzare l’ordine naturale del mondo. Un must per ogni clericofascista votato ai rituali del complottismo macerato in salsa clericale e che ossessiona gli incubi dei nuovi crociati del medioevo di ritorno e la sessualità quantomai incerta.
“Feto”. Questa è facile: l’embrione è una persona e tale deve essere considerato il “nascituro” dal concepimento al parto. Con un inconveniente che i censori della parola non hanno però considerato: come faccio a riconoscere un ovulo fecondato (il futuro nascituro), come “vulnerabile” e portatore di “diritto”, nella sua “diversità”, se mi sono precluse le parole per definire lo status in quanto tale?!?
“Basato sui fatti” e “basato sulla scienza”. La prevalenza delle fede sulla scienza, nel primato della religione. Pertanto, le evidenze scientifiche dovranno imprescindibilmente tenere conto degli “standard e dei desideri della comunità”, e ad essi conformarsi. Insomma, se per assurdo un gruppo di villici analfabeti dovesse improvvisamente credere che i casi di anemia siano dovuti ad una infestazione vampirica, è ovvio che autorità mediche e sanitarie dovranno andare in giro a scoperchiare tombe nei cimiteri, armati di paletti di frassino ed acqua santa, “in considerazione degli standard e dei desideri della comunità”.
Tempo al tempo, se la cosa porterà qualche voto in più, arriveranno ad affermare che la Terra è piatta ed il sole gira attorno ad essa. Non per niente, lo dice pure la Bibbia… Ricordate Giosuè che voleva più tempo per sterminare gli infedeli e per questo intima al sole di fermarsi?!?
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QUOTE NAZI (II)
Posted in Stupor Mundi with tags Discriminazione, Imbecilli, Lega, Liberthalia, Luigi Carozzi, Nazisti, Omofobia, Pontida on 30 settembre 2017 by Sendivogius
Qualità esponenziale dell’imbecille è la persistenza con la quale ripropone se stesso, nella bulimica contemplazione di sé. Innanzitutto perché l’imbecille ha una presunzione smisurata; non conosce vergogna, né il valore della prudenza. Straparla, quando sarebbe più utile un salutare silenzio; tanta è l’ansia di imprimere nel mondo il passaggio della sua flatulenta esistenza. E questo proprio perché l’imbecille ha una considerazione spropositata di se stesso, nell’intima convinzione di essere predestinato a grandi cose. Solitamente non ne realizza nessuna, ma riesce a far parlare di sé. Scambia la reiterazione della sua minchioneria per un valore aggiunto. Si agita in continuazione. E nei casi di maggior rilievo passa per essere un coglione. Il problema è che se ne compiace, soddisfatto com’è dal successo di un siffatto riconoscimento pubblico, che confonde con la notorietà. Ha pochissime idee… Ed è ciò che lo contraddistingue dal deficiente, il quale invece non ne ha nessuna e guarda estasiato all’imbecille, che lo sovrasta di una mezza spanna. Ovviamente, vivendo di sole certezze, non ha alcun bisogno di confutarle, anche perché il dubbio lo terrorizza. E niente destabilizza di più l’imbecille se non l’apparire inoperoso agli occhi dei deficienti, che ne costituiscono la platea privilegiata di riferimento, per riprecipitare nell’anonimato da cui si è faticosamente elevato. Quindi si impunta. E’ irremovibile nelle sue convinzioni, che trovano nell’ossessività il loro tratto distintivo. La sua dimensione ideale è la crociata e la figura di merda ripetuta nel tempo il risultato più rilevante che riesce a raggiungere.
Camicia verde d’ordinanza, espressione sprezzante allo tombola di paese e sguardo allucinato alla Verzeni, postura volitiva del celodurista da viagra, ritorna alla carica il Podestà di Pontida, nella sua lotta ad oltranza contro negher e buson, che tanto fanno vibrare l’amigdala rettiliana di certi esemplari, nella tutela del “nucleo familiare naturale”.
Ai Castiga-froci della pedemontana, tanto devono esserne terrorizzati, mettendo in dubbio la loro certezza di ‘genere’, non bastavano i parcheggi riservati per le neo-mamme di pura razza alpina (e rigorosamente residenti), con la specifica di essere “individui umani con sesso femminile e in fase di puerperio”. Avete mai visto voi, individui disumani di sesso maschile incinta?!? A parte ovviamente il podestà verde-camiciato, dopo una seduta comunale nell’avito di Borgo Citrullo e tre o quattro damigiane di moscato corretto al metanolo ad ispirarne le delibere e sformarne il ventre.
Ultima disposizione fresca di giunta è la cancellazione della Ta.Ri (la tassa sui rifiuti), alle coppie regolarmente sposate secondo “matrimonio concordatario” e con “figli legittimi”. La disposizione è quella del 1929, ai bei tempi del duce. Tutte le altre integrazioni legislative sul diritto di famiglia, occorse negli ultimi 90 anni, sono escluse. Sorvoliamo sul fatto che la normativa del sindaco castigafroci violi una mezza dozzina di leggi nazionali, un paio di articoli della Costituzione repubblicana; reintroduca la distinzione medioevale tra figli “legittimi” ed “illegittimi”, discriminando questi ultimi, ed andando a penalizzare decine di famiglie (innaturali?) con prole a carico, non necessariamente omossessuali. L’inquietante quesito che ci si pone è invece quanti froci ci siano a Pontida coi suoi 3300 villici, nell’orrenda invasione transgender che sembra minacciare questo infimo buco di culo pedemontano, che ha defecato alla ribalta nazionale i nazisti della padania!?!
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QUOTE NAZI
Posted in Stupor Mundi with tags Discriminazione, Lega, Liberthalia, Nazisti, Parcheggi, Pontida, Razzismo on 13 settembre 2017 by SendivogiusIn una delle sue consuete manifestazioni di razzismo applicato, a cui ci ha ormai abituato da tempo quella sottospecie di succursale padana del KKK che va sotto il nome di Lega, la giunta nazista in quell’anomico buco di culo pedemontano che si fa chiamare “Pontida”, per null’altro famoso se non per un giuramento di 850 anni fa e le pagliacciate neo-völkisch che tanto piacciono ai camerati padani in camicia verde, è riuscita a trasformare la
normativa per l’istituzione di un normalissimo parcheggio riservato alle donne incinte, in un surreale manifesto anti-gender. Tanta deve essere l’ossessione di questi puttanieri professionisti, autopromossi a difensori della famiglia “naturale” (come se ne esistessero di innaturali), per una specifica della quale proprio si sentiva il bisogno e con la quale le potenziali aventi diritto vengono discriminate in base all’orientamento sessuale e la provenienza ‘etnica’.
1. Ai fini del presente regolamento per ‘nucleo familiare naturale’ si intende una famiglia composta dall’unione di un uomo ed una donna a fini procreativi.
2. Ai fini del presente regolamento per ‘donna’ si intende un individuo umano con sesso femminile risultante dai registri anagrafici della Città di Pontida.
3. Ai fini del presente regolamento per ‘fase di gestazione’ si intende il periodo temporale in cui una donna presenta uno stato di gravidanza clinicamente accertato.
4. Ai fini del presente regolamento per ‘fase di puerperio’ si intende il periodo temporale di durata annuale decorrente dalla data di nascita anagrafica della prole di un nucleo familiare naturale.
Con pignoleria certosina, il legislatore pontidese ha sentito altresì l’imprescindibile dovere di specificare cosa si intenda per “donna” ed in che modo vada riconosciuto lo stato di gravidanza, onde evitare eventuali errori nell’attribuzione dello stesso. Evidentemente, dalle parti di Pontida (che coi suoi 3.000 abitanti scarsi si autodefinisce “città”, nel medioevo forse) e dei troppi villaggi di Borgo Citrullo, votati al nazismo leghista, dopo secoli di copule endogamighe tra consanguinei, devono avere serie difficoltà a distinguere un “individuo umano con sesso femminile”, in aggiunta all’evidente convinzione che un uomo possa rimanere incinto. Così come, pare siano altrettanto convinti che la “fase di puerperio” sia impossibile al di fuori di un contesto che prescinda, per i più svariati motivi, dal “nucleo familiare naturale”.
Ora, immaginate di istituire parcheggi per disabili (perché il principio è lo stesso) con la sosta interdetta a tutti quei portatori di handicap, in base alle appartenenze di genere e di razza, con tanto di ‘polizia politica’ chiamata a verificare non l’effettiva disabilità, ma le eventuali pratiche sessuali, meglio se previa schedatura preventiva per riconoscere lesbiche e busoni, per giunta non residenti, che dovessero usurpare l’esclusivo diritto di parcheggio alla nazi-car dell’oriundo padano…
Da una serie di norme e di divieti si possono desumere gustosi bozzetti di vita quotidiana e lo spirito che uniforma una comunità, ancorché affetta da seri disturbi mentali. Soprattutto se ne ricava che un leghista, ancorché nazista, resta sempre un inguaribile coglione.
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ENLARGE IT AGAIN
Posted in A volte ritornano with tags Charlottesville, Donald J. Trump, Esteri, Fascismo, KKK, Liberthalia, Nazisti, Razzismo, USA on 13 agosto 2017 by Sendivogius
A ben vedere, la Storia, fintanto che la ‘tragedia’ rimane rilegata sullo sfondo, predilige la ‘farsa’ nelle cialtronesche declinazioni della stessa…
Quella di Donald J. Trump non è certo la prima amministrazione collaterale all’estrema destra che gli USA
abbiano mai avuto, ma con ogni evidenza è la prima che si richiami così apertamente al fascismo in sinergia con lo zeitgeist prevalente. Con l’elezione di Trump sono saltati tutti i tombini, che almeno in precedenza avevano la decenza di comprimere i liquami del neo-nazismo di ritorno nelle cloache dei riflussi storici.
Raramente un presidente americano ha mai goduto dell’appoggio tanto esplicito di qualunque formazione apertamente razzista e dichiaratamente nazista nell’orgogliosa esibizione di sé, tra una selva di braccia tese a salutare l’ennesimo omuncolo della provvidenza…
Giusto per non farsi mancare proprio nulla, sono ricicciati fuori perfino gli incappucciati del Ku Klux Klan ed i leggendari nazisti dell’Illinois, tanto doveva essere irresistibile l’odore per le mosche nere dell’Alt-Right americana..! E non è semplice folklore “identitario”…
Mai un presidente aveva fatto meno di nulla per marcare le differenze (e le distanze) da una simile compagnia di giro, producendosi invece in una serie di compiaciute pose ducesche, insieme alla discutibile accortezza di sostituire lo scolapasta rovesciato di mussoliniana memoria, con la cotica ossigenata di una pantegana morta al posto dell’elmetto.
Cosa che di per sé non basta ad esaurire la pericolosità congenita di un tragico pagliaccio alla ribalta, che evidentemente non ha alcuna vergogna, o scrupolo che pure i suoi predecessori avevano, né avverte l’inopportunità, di accompagnarsi a simili personaggi.

Trump vuole fare l’America di nuovo grande, mentre rischia di renderla più piccola di quanto non sia mai stata. E a giudicare dalla scelta dei camerati di strada che si è scelto, di grande c’è solo l’immane fogna scoperchiata di un’America profonda come la sua costipazione intestinale. Cosa potrà venirne fuori, è facilmente intuibile.
Cosa intenda poi questo buzzurro ripulito per “grande”, francamente è difficile da comprendere del tutto. Nella sua visione da bullo, la grandezza si misura nel più alto numero di persone alle quali riuscire a rompere i coglioni nel più breve tempo possibile: “molti nemici, molto onore”. Se misurato in termini di entità statali, in poco meno di un anno Trump è riuscito ad inanellare la più lunga serie di minacce e provocazioni contro: Russia, Cina, Siria, Nord Corea, Venezuela, Cuba, Iran… Non si capisce bene se per machismo politico, per incompetenza, o perché alla spasmodica ricerca di un casus belli, col bel risultato di provocare per reazione la più grande corsa agli armamenti nucleari dalla fine della guerra fredda.
Ovviamente lo fa in nome della pace e della stabilità mondiale. D’altronde la grande esportatrice di democrazia ha sempre trovato nella guerra l’espressione più coerente della propria identità, nella continua ridefinizione di quella lista sconfinata che Gore Vidal chiamava “il nemico del mese”. Trump è però il primo presidente ad aver aperto un vero fronte interno contro quelli che evidentemente considera le principali minacce al suo potere. In proposito, è ‘illuminante’ notare come i nazisti del KKK utilizzino gli stessi metodi terroristici degli islamo-fascisti dell’ISIS…
E per inciso è anche l’unico presidente USA che abbia mai avuto il pessimo gusto di minacciare il ricorso all’atomica lo stesso giorno in cui cade la ricorrenza della nuclearizzazione di Nagasaki. Peccato che al momento sia troppo impegnato a spicciare le faccende di casa.
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Il Golgothiano della padania
Posted in A volte ritornano with tags Arthur Schopenhauer, Fogne, Golgothiano, Latrina, Lega, Liberthalia, Mario Borghezio, Nazisti, Padania on 21 giugno 2013 by SendivogiusPer ragioni minime di profilassi, ci soffermiamo sempre con una certa riluttanza sui nazisti della padania e sulle loro irrefrenabili deiezioni diarroiche: ‘gente’ (chiamiamola così) che usa indistintamente lo stesso orifizio per defecare e sbraitare. E, quel che è peggio, lo fa quasi sempre a bocca piena.
Tipico esponente sub-alpino della razza ariana, Mario Borghezio, nella sua inconfondibile prestanza iperborea, costituisce da sempre l’esemplare d’eccezione nella ben pasciuta porcilaia leghista, che pure non manca di altri degnissimi avanzi di latrina, sempre pronti a spruzzare liquami immondi ogni volta avvistino all’orizzonte dei loro villaggi pedemontani un ‘negro’, un ‘frocio’, o un ‘terrone’, latrando tutti insieme per riflesso pavloviano, presi come sono da sacro furore. Poi (è ovvio!) il giorno dopo si dissociano, facendo seguire la smentita da una nuova scarica di flatulenze dal miasma ancor più infame.
È inutile perdere tempo sui loro ignobili prodotti che, data la consistenza e l’intrinseca natura, non vanno assolutamente rimestati. Intestino e deretano della gran cloaca verde-padano, Borghezio ci ricorda più che altro il Golgothiano già visto in “Dogma”: demone escrementale di pura merda, che rigurgita dalle cloache che lo alimentano in un effluvio di materia fecale.
Puoi solo che stargli alla larga, trattenendo il disgusto!
«Vi sono certi individui. sul viso dei quali è impressa una tale ingenua volgarità e una tale bassezza del modo di pensare, nonché una tale limitatezza bestiale dell’intelletto, che ci stupisce come mai simili individui abbiano il coraggio di uscire con un simile viso e non preferiscano portare una maschera.»
Arthur Schopenhauer
“Parerga e paralipomena”
(1851)
Purtroppo sono convinti che basti un fazzolettone verde a celar le vergogne.
LEGA-LI
Posted in Masters of Universe with tags Governo, Italia, Lega Nord, Liberthalia, Manuela Marone, Nazisti, Nepotismo, Padania, Parassiti, Rosi Mauro, Secessione, Umberto Bossi on 18 settembre 2011 by Sendivogius
Superato il naturale disgusto per questi grassi trogloditi del razzismo padano, è penosamente istruttivo seguire le deprimenti sagre paesane dell’etnonazionalismo leghista coi suoi revival völkisch, dai battesimi pagani di riccioluti bimbi ario-padani con ampolle fluviali ai colifecali.
Oramai, è persino inutile discettare sull’ossimoro istituzionale di un partito-stato di matrice neo-nazista (ma dall’ossatura leninista) che invoca apertamente la secessione e milizie in armi, ma che da oltre una decade occupa stabilmente le stanze del potere, coi flaccidi sederoni dei suoi Oberführer da strapazzo pervicacemente incollati alle poltrone di governo, pronti a grufolare in tutte le greppie disponibili dei pubblici appalti.
È parossistico ascoltare le intemerate di tre ministri della Repubblica italiana, che discettano di Padania e guerre secessioniste; che considerano l’esposizione della bandiera nazionale, nel 150° dell’Unificazione, come una intollerabile “provocazione”. Si tratta di membri (nel senso più anatomico del termine) di governo che parlano di “perdita di democrazia”, ben protetti però da cordoni di polizia e carabinieri (italiani) che manganellano a sangue e chiedono i documenti a chi osa esporre il tricolore e tutelare la coscienza civica nazionale. Evidentemente, la sbirraglia fascistizzata (diretta dal leghista Maroni agli Interni) trova molti più elementi di contiguità coi nazisti della “padania”, piuttosto che con l’Italia democratica.
È persino imbarazzante assistere all’involuzione nepotista del clan Bossi-Marone, che considera il partito alla stregua di una proprietà personale (roba di famiglia), da trasmettere in eredità ai rampolli della casata in successione dinastica, come nella peggior tradizione del più becero familismo di impronta meridionale.
È patetico il declino fisico e mentale dell’Umberto senex, sempre più rincitrullito e sempre più moscio, che ormai si esprime solo con pernacchie e grugniti incomprensibili, ostentando ditini medi alzati al cielo e pugnetti spastici menati al vento. L’uomo del Nord, che odia i “terroni” e che predica la secessione dal Sud, è in realtà ridotto a docile strumento nelle mani intriganti di due matrone borboniche: la siciliana Manuela Marone, moglie e matriarca preoccupata di sistemare la numerosa prole (alla faccia della meritocrazia!); Rosi Mauro, la badante pugliese che accudisce il vecchio polmone.
Parliamo di un vegliardo cerebroleso che condivide con l’altro suo degno e plastificato didimo di governo, insieme alle disastrose scelte politiche, le medesime cadute nel cesso di casa e le stesse considerazioni sul Paese che inesorabilmente stanno conducendo allo sfascio… “L’Italia attuale è uno schifo” gorgheggia l’impavido senatùr, attorniato da una platea di casi umani sfuggiti ai centri di igiene mentale; “L’Italia è un paese di merda” aveva già delirato il pornomane che, tra orge e ruberie, la governa a tempo perso.
Con ogni evidenza, a nessuno dei due è passato per le loro menti bacate il fatto che entrambi governino il paese in questione da quasi dieci anni ininterrotti. E dunque, se l’Italia fa schifo, molto hanno contribuito nel renderla tale. Se di “paese di merda” si tratta, quanto meno è una condizione che molto riflette la loro impronta e la loro immagine, nel fondamentale apporto all’azione di governo.
Forse è un problema di stimoli… Sarebbe ora di tirare lo sciacquone e aprire le finestre, facendo cambiare l’aria!
Io li odio i nazisti
Posted in Kulturkampf with tags Black Lagoon, Etnonazionalismo, Identitarismo, Italia, Lega Nord, Liberthalia, Nazisti, Neo-borbonici, Nord, Padania, Razzismo, Razzisti, Renzo Novatore, Sud, Weltanschauung on 20 febbraio 2011 by SendivogiusIo li odio i nazisti della Padania.
Odio il loro razzismo identitario, i loro deliri sulle questioni allogene e l’etnicismo alpino, l’arroganza e la pasciuta ignoranza dei plebei arricchiti.
Odio queste cavallette che, sciamate in massa nell’odiato convitto romano, ingrassano nella greppia dei privilegi feudali di Montecitorio, sputando nel piatto in cui grufolano con gusto.
Odio quel loro continuo balletto di estremismo tattico e moderatismo strategico, che sembra ricordare la peggior sinistra parolaia di inizio ‘900.
Odio i teatrini osceni di un odontotecnico semianalfabeta del varesotto, vestito da Arlecchino, che conciona sulla Costituzione, blatera di ‘riforme’ e, da ministro della Repubblica italiana, inneggia alla secessione. Odio lo squallore di un senatúr cerobroleso, che sbrotola contro il ‘familismo’ e poi promuove il figlio demente a suo naturale erede politico, dimenticando che una trota non è un delfino.
Odio le loro provocazioni a ciclo continuo, la loro grettezza umana, il deserto morale, che impasta le menti e contorce la pance degli ario-padani alle crociate…
Contro i bambini stranieri, discriminati tanto da vivi quanto da morti: QUI!
Contro tutto ciò che nella mitopoietica leghista contamina l’immaginifica purezza della comunità primordiale. Il weltanschauung padano risiede nella demenziale serialità del suo retropensiero, del quale esistono estratti eloquenti di una più notevole collezione: QUI e ancora QUI.
Perché la cosiddetta definizione identitaria, quando è debole o inconsistente, si nutre necessariamente di miti razziali nella ricerca di radici ancestrali, opportunamente depurate dai nuovi ausmerzen.
Odio i neo-borbonici di un meridionalismo accattone che rivendica autonomia e poteri, mentre
agita l’elemosiniere per la solita questua di Stato. E tessono le lodi di Re Bomba, confondendo merda e cioccolata per mera affinità di colore, come se la sostanza (di medesima natura escatologica) potesse variare dai Savoia ai Borbone, vagheggiando l’esistenza fantasiosa di un Eden subissato dai molti torti sabaudi e inesorabilmente perduto.
Odio quei querulanti organizzati, coi loro piagnistei, che dalla loro posizione di rendita all’ombra di amministrazioni parassitarie e inefficienti, sono specialisti insuperabili del chiagni e fotti e cumanna, senza a nulla rinunciare.
Odio quelle panciute camarille di gorgoglioni, spesso ereditarie, che da oltre un secolo saccheggiano le terre del Sud, incistati nel caldo ventre della politica assistita e garantita dalla cosche elettorali del voto di scambio. Perché i mali, le miserie, le meschinerie, sono sempre di importazione aliena e mai autogeni nella loro realtà d’elezione, ma opportunamente declinati in un perenne moto assolutorio, come ogni altra responsabilità.
Ammiro invece quegli uomini liberi, mai quieti, che in ogni tempo e luogo hanno sovvertito le ridotte del conformismo, elevandosi al di sopra delle miserie dello spirito…
«Ho studiato gli uomini e la loro anima nei libri e nella realtà. Li ho trovati un impasto di comico, di plebeo, di vile. Ne sono rimasto nauseato. Da una parte i biechi fantasmi morali, creati dalla menzogna e dall’ipocrisia che dominano. Dall’altra parte le bestie sacrificali che adorano con fanatismo e vigliaccheria. Questo è il mondo degli uomini.
Questa è l’umanità. Per questo mondo, per questi uomini e questa umanità, io sento ripugnanza. Plebei e borghesi si equivalgono. Sono degni l’uno dell’altro. Il socialismo non è di questo parere. Egli ha fatto la scoperta del bene e del male. E per distruggere questi due antagonismi ha creato altri due fantasmi: ‘Eguaglianza’ e ‘Fratellanza’ fra gli uomini…
Ma gli uomini saranno uguali innanzi allo stato e liberi nel Socialismo…
Ma quando i borghesi, che sono i pezzenti dello spirito, non vogliono saperne di essere uguali ai plebei, che sono i pezzenti della carne, allora anche il socialismo ammette, piagnucolando, la guerra. Sì, anche il socialismo ammette di uccidere e di espropriare. Ma in nome di un ideale di uguaglianza e di fratellanza umana… Di quella santa uguaglianza e fratellanza che incominciò da Caino ad Abele!»Renzo Novatore
“L’Espropriatore”
Dalla rivista Iconoclasta!
(26 novembre 1919)