Archivio per Nazisti

PROVACI ANCORA ZELA!

Posted in Masters of Universe with tags , , , , , , on 17 novembre 2022 by Sendivogius

Sono più di otto mesi che la giunta fascista di Kiev prova a trascinare il resto del mondo nella Terza Guerra Mondiale, col coinvolgimento della NATO (già ampiamente invischiata), in un conflitto diretto contro la Federazione russa, mentre detta l’agenda politica (e ora anche culturale) alle supine cancellerie europee prostrate passivamente, dinanzi alle pretese di questo arrogante dittatorello da operetta nel Quarto Reich degli ukronazi.
Attenderemo invano che salivanti orde di pennivendoli a contratto, ci spieghino come un missile di rigorosa fabbricazione russa, tra le migliaia di ordigni made in USA forniti all’Ucraina, venga lanciato nella direzione esattamente opposta rispetto alla linea del fronte (lontana qualche centinaio di chilometri) e vada a schiantarsi oltre confine, in territorio NATO, durante lo svolgimento di un bel vertice internazionale, onde avere la massima rilevanza possibile e innescare una reazione incontrollata secondo i protocolli dell’Alleanza atlantica. Almeno secondo la furbesca interpretazione del regime di Kiev, che prima si offre di dimostrare l’inoppugnabile attacco deliberato della Russia alla Polonia. E poi si offende pure, perché ai suoi “esperti” balistici viene impedito di recarsi sul luogo del fattaccio, onde dare il loro fondamentale contributo. Infine, una volta colti (e sputtanati) con le zampe nella marmellata, parlano di errore accidentale per un ‘incidente’ del tutto involontario. Del resto funziona così: qualsiasi cosa succeda in Ucraina è sempre colpa dei russi, mentre ad ogni pié sospinto i nostri foreign fighters da salotto ci recitano il Credo per professione di fede (“C’è un aggressore e c’è un aggredito”… amen!).
Vale per Zaporizhia, dove per settimane i russi che controllavano la centrale nucleare si sono sparati addosso da soli, cannoneggiando gli edifici che occupavano.
Vale per i fatti di Bucha, in concomitanza di un’altra trattativa diplomatica (in cui i negoziatori vengono ammazzati dalle “forze di sicurezza”), dove nessuna vera inchiesta è stata effettuata e le “indagini” sono state affidate agli ausiliari della Brigata Azov, promossi ad ufficiali di polizia.
Vale per l’omicidio di Darya Dugina, la figlia 30enne di un intellettuale fasciosovranista fallito (che la nostra propaganda ha elevato ad “ideologo di Putin” LOL!), sgradito però ai nazisti di Kiev, che in perfetto stile mafioso ne ammazzano la figlia, farneticando di una resa dei conti all’interno dell’establishment del Cremlino, ovviamente seguiti come pappagalli all’imbocco da tutti i nostri media da riporto che ne rimbalzano la tesi, salvo poi scoprire che si trattava di un omicidio su commissione, portato a termine dai nazisti dell’Azov.
Vale per l’esplosione sul Ponte di Kerč che collega la Russia alla Crimea, subito indicato dall’ineffabile giunta di Kiev come un boicottaggio, da parte di una non meglio specificata rete clandestina russa. Poi però s’è scoperto che si trattava di un camion bomba, guidato da un ignaro autotrasportare usato come kamikaze involontario dai servizi segreti dello SBU, la Gestapo ucraina, in quelle che a tutti gli effetti sarebbero operazioni terroristiche. Ma se le organizza Kiev, vuoi mettere?
Vale per il sabotaggio del gasdotto North Stream 2, fatto saltare in aria (per imponderabili ragioni) ovviamente dai russi che ne sono comproprietari con la Germania. In quel caso, il solitamente conciliante segretario Stoltenberg, facente feci per la NATO, parlò di atto di guerra dalle gravissime conseguenze. Poi, siccome tutti i sospetti conducevano ad un’operazione coperta, organizzata di concerto tra Gran Bretagna e Polonia su mandato USA, della cosa non si parlò più.
Il fatto è che dalla boccuccia di Zelensky, ostaggio a sua volta di una cricca nazi-mafiosa che governa per suo tramite, può uscire qualsiasi cosa nelle sue consuete omelie serali, con le quali ormai ci ammorba da mesi, narrandoci le sue storie fantastiche dalla terra di Rohirrim contro gli orchi di Mordor. E nessuna bugia sarà abbastanza grande da essere smentita, potendo contare sull’immediato supporto organico dei nostri ascari, incantati per esigenze di copione dal guitto-statista in tenuta verde oliva.

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Semantica giustizialista

Posted in Ossessioni Securitarie with tags , , , , , , , on 21 luglio 2021 by Sendivogius

Detenuto ammanettato e pestato in carcere da una squadretta punitiva di energumeni in divisa?
Caduta accidentale dalle scale.
O, in alternativa, oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale.

Un ubriaco ti spintona e lo respingi con uno schiaffone?
Concorso in rissa.

Un ubriaco disarmato ti spintona e tu gli spari e lo ammazzi a sangue freddo?
Se sei un nazista della Lega, legittima difesa.

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Dimmi come parli e ti dirò chi sei…

Posted in Kulturkampf with tags , , , , , , , , , on 17 dicembre 2017 by Sendivogius

Dopo i contorcimenti acrobatici del politically correct e delle sue perversioni semantiche, nell’orgia censoria che obnubila le
menti dell’americano medio, sempre più somigliante ad una parodia dei Simpsons (dove al confronto Homer sembra quello intelligente), costantemente in bilico tra fanatismo iconoclasta e caccia alle streghe (antico sport nazionale almeno dai tempi di Salem), ci mancava davvero un’insana iniezione di censura linguistica.

Se vuoi cancellare le realtà che non si conformano alla tua gabbia ideologica, inizia col proibire l’uso delle parole che ne definiscono l’essere. Nega loro l’uso del nome. Svuotane i contenuti nell’impossibilità di poter loro attribuire un significato, attraverso la rimozione dal lessico delle parole che ne definiscono il contenuto e finanche la categorizzazione cognitiva.
Se gli imbecilli mancano totalmente di ogni senso del ridicolo, i fanatici difettano di fantasia. E nella sicumera che ne accompagna le certezze assolute, non hanno alcun bisogno di argomentare le proprie opinioni elevate a dogmi. Se qualcosa entra in contrasto col loro corollario di verità rilevate, semplicemente, basta rimuoverlo. Perché senza un nome non si esiste. E uno potrà così avere l’illusione di non doversi più preoccupare di cose per sé scomode. O almeno così sembra pensarla l’Amministrazione Trump che, in uno di quei folgoranti lampi di imbecillità che ne ravvivano di tanto in tanto l’idiozia permanente, ha deciso di cancellare dagli atti ufficiali del CDC (Centers for Disease Control and Prevention), la principale agenzia federale per il controllo epidemiologico e prevenzione sanitaria, ogni riferimento ad una serie di parole, che a quanto pare molto devono sconvolgere la fantasia malata dei talebani, che ispirano le scelte di questa distopia puritana fuori tempo massimo dalla Storia chiamata “Presidenza Trump”.
Nella lista delle parole proibite rientrano: “vulnerable“, “entitlement“, “diversity“, “transgender“, “fetus“, “evidence-based“, “science-based“. Si presuppone che l’elenco sia stato stilato, per assecondare le torme di bigotti rinati del fondamentalismo evangelico nel loro medioevo rurale.

Gli stessi che, insieme ad i feticisti estremi delle armi, i nazisti travestiti dell’Illinois…

…nonché gli immancabili cappuccetti bianchi del Ku Klux Klan, sembrano costituire oramai il solo elettorato di riferimento del grasso citrullo imparruccato alla Casa Bianca. E c’è del metodo nella scelta…
“Vulnerabile”. Se si riconosce che una persona è vulnerabile, è implicito questa debba essere in qualche modo tutelata ed assistita a livello medico, proprio in virtù della sua “vulnerabilità”. E che questo, anche in un sistema di prestazioni sanitarie minime, rientri in un suo specifico “diritto”. E qui si entra nella scelta della seconda parola proibita…
“Diritto”. Il nodo della questione è tutto qui: se esiste un diritto legalmente riconosciuto, è ovvio che poi questo vada garantito e fatto rispettare. Se si disconosce l’esistenza di un qualsivoglia diritto, si nega l’esistenza dello stesso e con esso tutto quell’insieme di tutele e di cure, che altrimenti non potrebbero essere negate.
“Diversità”. Bigotti e nazisti aborrono ogni forma di diversità. Fosse per loro, si trincerebbero nei loro villaggi di campagna, armati fino ai denti. E copulerebbero unicamente tra di loro, per non inquinare la purezza della razza. Questo spiegherebbe infatti i livelli di cretinismo fuori scala dei nazidementi, con l’irresistibile appeal raggiunto dalla nuova nazione ariana.
“Transgender”. Ovvero, un derivato della terrifica lobby gay in nome dell’omonima ideologia ci vorrebbe tutti più froci, attraverso una propaganda pervasiva volta a destabilizzare l’ordine naturale del mondo. Un must per ogni clericofascista  votato ai rituali del complottismo macerato in salsa clericale e che ossessiona gli incubi dei nuovi crociati del medioevo di ritorno e la sessualità quantomai incerta.
“Feto”. Questa è facile: l’embrione è una persona e tale deve essere considerato il “nascituro” dal concepimento al parto. Con un inconveniente che i censori della parola non hanno però considerato: come faccio a riconoscere un ovulo fecondato (il futuro nascituro), come “vulnerabile” e portatore di “diritto”, nella sua “diversità”, se mi sono precluse le parole per definire lo status in quanto tale?!?
“Basato sui fatti” e “basato sulla scienza”. La prevalenza delle fede sulla scienza, nel primato della religione. Pertanto, le evidenze scientifiche dovranno imprescindibilmente tenere conto degli “standard e dei desideri della comunità”, e ad essi conformarsi. Insomma, se per assurdo un gruppo di villici analfabeti dovesse improvvisamente credere che i casi di anemia siano dovuti ad una infestazione vampirica, è ovvio che autorità mediche e sanitarie dovranno andare in giro a scoperchiare tombe nei cimiteri, armati di paletti di frassino ed acqua santa, “in considerazione degli standard e dei desideri della comunità”.
Tempo al tempo, se la cosa porterà qualche voto in più, arriveranno ad affermare che la Terra è piatta ed il sole gira attorno ad essa. Non per niente, lo dice pure la Bibbia… Ricordate Giosuè che voleva più tempo per sterminare gli infedeli e per questo intima al sole di fermarsi?!?

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QUOTE NAZI (II)

Posted in Stupor Mundi with tags , , , , , , , on 30 settembre 2017 by Sendivogius

Qualità esponenziale dell’imbecille è la persistenza con la quale ripropone se stesso, nella bulimica contemplazione di sé. Innanzitutto perché l’imbecille ha una presunzione smisurata; non conosce vergogna, né il valore della prudenza. Straparla, quando sarebbe più utile un salutare silenzio; tanta è l’ansia di imprimere nel mondo il passaggio della sua flatulenta esistenza. E questo proprio perché l’imbecille ha una considerazione spropositata di se stesso, nell’intima convinzione di essere predestinato a grandi cose. Solitamente non ne realizza nessuna, ma riesce a far parlare di sé. Scambia la reiterazione della sua minchioneria per un valore aggiunto. Si agita in continuazione. E nei casi di maggior rilievo passa per essere un coglione. Il problema è che se ne compiace, soddisfatto com’è dal successo di un siffatto riconoscimento pubblico, che confonde con la notorietà. Ha pochissime idee… Ed è ciò che lo contraddistingue dal deficiente, il quale invece non ne ha nessuna e guarda estasiato all’imbecille, che lo sovrasta di una mezza spanna. Ovviamente, vivendo di sole certezze, non ha alcun bisogno di confutarle, anche perché il dubbio lo terrorizza. E niente destabilizza di più l’imbecille se non l’apparire inoperoso agli occhi dei deficienti, che ne costituiscono la platea privilegiata di riferimento, per riprecipitare nell’anonimato da cui si è faticosamente elevato. Quindi si impunta. E’ irremovibile nelle sue convinzioni, che trovano nell’ossessività il loro tratto distintivo. La sua dimensione ideale è la crociata e la figura di merda ripetuta nel tempo il risultato più rilevante che riesce a raggiungere.
Camicia verde d’ordinanza, espressione sprezzante allo tombola di paese e sguardo allucinato alla Verzeni, postura volitiva del celodurista da viagra, ritorna alla carica il Podestà di Pontida, nella sua lotta ad oltranza contro negher e buson, che tanto fanno vibrare l’amigdala rettiliana di certi esemplari, nella tutela del “nucleo familiare naturale”.
Ai Castiga-froci della pedemontana, tanto devono esserne terrorizzati, mettendo in dubbio la loro certezza di ‘genere’, non bastavano i parcheggi riservati per le neo-mamme di pura razza alpina (e rigorosamente residenti), con la specifica di essere individui umani con sesso femminile e in fase di puerperio. Avete mai visto voi, individui disumani di sesso maschile incinta?!? A parte ovviamente il podestà verde-camiciato, dopo una seduta comunale nell’avito di Borgo Citrullo e tre o quattro damigiane di moscato corretto al metanolo ad ispirarne le delibere e sformarne il ventre.
 Ultima disposizione fresca di giunta è la cancellazione della Ta.Ri (la tassa sui rifiuti), alle coppie regolarmente sposate secondo “matrimonio concordatario” e con “figli legittimi”. La disposizione è quella del 1929, ai bei tempi del duce. Tutte le altre integrazioni legislative sul diritto di famiglia, occorse negli ultimi 90 anni, sono escluse. Sorvoliamo sul fatto che la normativa del sindaco castigafroci violi una mezza dozzina di leggi nazionali, un paio di articoli della Costituzione repubblicana; reintroduca la distinzione medioevale tra figli “legittimi” ed “illegittimi”, discriminando questi ultimi, ed andando a penalizzare decine di famiglie (innaturali?) con prole a carico, non necessariamente omossessuali. L’inquietante quesito che ci si pone è invece quanti froci ci siano a Pontida coi suoi 3300 villici, nell’orrenda invasione transgender che sembra minacciare questo infimo buco di culo pedemontano, che ha defecato alla ribalta nazionale i nazisti della padania!?!

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QUOTE NAZI

Posted in Stupor Mundi with tags , , , , , , on 13 settembre 2017 by Sendivogius

In una delle sue consuete manifestazioni di razzismo applicato, a cui ci ha ormai abituato da tempo quella sottospecie di succursale padana del KKK che va sotto il nome di Lega, la giunta nazista in quell’anomico buco di culo pedemontano che si fa chiamare “Pontida”, per null’altro famoso se non per un giuramento di 850 anni fa e le pagliacciate neo-völkisch che tanto piacciono ai camerati padani in camicia verde, è riuscita a trasformare la normativa per l’istituzione di un normalissimo parcheggio riservato alle donne incinte, in un surreale manifesto anti-gender. Tanta deve essere l’ossessione di questi puttanieri professionisti, autopromossi a difensori della famiglia “naturale” (come se ne esistessero di innaturali), per una specifica della quale proprio si sentiva il bisogno e con la quale le potenziali aventi diritto vengono discriminate in base all’orientamento sessuale e la provenienza ‘etnica’.

1. Ai fini del presente regolamento per ‘nucleo familiare naturale’ si intende una famiglia composta dall’unione di un uomo ed una donna a fini procreativi.
2. Ai fini del presente regolamento per ‘donna’ si intende un individuo umano con sesso femminile risultante dai registri anagrafici della Città di Pontida.
3. Ai fini del presente regolamento per ‘fase di gestazione’ si intende il periodo temporale in cui una donna presenta uno stato di gravidanza clinicamente accertato.
4. Ai fini del presente regolamento per ‘fase di puerperio’ si intende il periodo temporale di durata annuale decorrente dalla data di nascita anagrafica della prole di un nucleo familiare naturale.

Con pignoleria certosina, il legislatore pontidese ha sentito altresì l’imprescindibile dovere di specificare cosa si intenda per “donna” ed in che modo vada riconosciuto lo stato di gravidanza, onde evitare eventuali errori nell’attribuzione dello stesso. Evidentemente, dalle parti di Pontida (che coi suoi 3.000 abitanti scarsi si autodefinisce “città”, nel medioevo forse) e dei troppi villaggi di Borgo Citrullo, votati al nazismo leghista, dopo secoli di copule endogamighe tra consanguinei, devono avere serie difficoltà a distinguere un “individuo umano con sesso femminile”, in aggiunta all’evidente convinzione che un uomo possa rimanere incinto. Così come, pare siano altrettanto convinti che la “fase di puerperio” sia impossibile al di fuori di un contesto che prescinda, per i più svariati motivi, dal “nucleo familiare naturale”.
Ora, immaginate di istituire parcheggi per disabili (perché il principio è lo stesso) con la sosta interdetta a tutti quei portatori di handicap, in base alle appartenenze di genere e di razza, con tanto di ‘polizia politica’ chiamata a verificare non l’effettiva disabilità, ma le eventuali pratiche sessuali, meglio se previa schedatura preventiva per riconoscere lesbiche e busoni, per giunta non residenti, che dovessero usurpare l’esclusivo diritto di parcheggio alla nazi-car dell’oriundo padano…
Da una serie di norme e di divieti si possono desumere gustosi bozzetti di vita quotidiana e lo spirito che uniforma una comunità, ancorché affetta da seri disturbi mentali. Soprattutto se ne ricava che un leghista, ancorché nazista, resta sempre un inguaribile coglione.

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ENLARGE IT AGAIN

Posted in A volte ritornano with tags , , , , , , , , on 13 agosto 2017 by Sendivogius

A ben vedere, la Storia, fintanto che la ‘tragedia’ rimane rilegata sullo sfondo, predilige la ‘farsa’ nelle cialtronesche declinazioni della stessa…
Quella di Donald J. Trump non è certo la prima amministrazione collaterale all’estrema destra che gli USA abbiano mai avuto, ma con ogni evidenza è la prima che si richiami così apertamente al fascismo in sinergia con lo zeitgeist prevalente. Con l’elezione di Trump sono saltati tutti i tombini, che almeno in precedenza avevano la decenza di comprimere i liquami del neo-nazismo di ritorno nelle cloache dei riflussi storici.

Raramente un presidente americano ha mai goduto dell’appoggio tanto esplicito di qualunque formazione apertamente razzista e dichiaratamente nazista nell’orgogliosa esibizione di sé, tra una selva di braccia tese a salutare l’ennesimo omuncolo della provvidenza…

Giusto per non farsi mancare proprio nulla, sono ricicciati fuori perfino gli incappucciati del Ku Klux Klan ed i leggendari nazisti dell’Illinois, tanto doveva essere irresistibile l’odore per le mosche nere dell’Alt-Right americana..! E non è semplice folklore “identitario”…
Mai un presidente aveva fatto meno di nulla per marcare le differenze (e le distanze) da una simile compagnia di giro, producendosi invece in una serie di compiaciute pose ducesche, insieme alla discutibile accortezza di sostituire lo scolapasta rovesciato di mussoliniana memoria, con la cotica ossigenata di una pantegana morta al posto dell’elmetto.

Cosa che di per sé non basta ad esaurire la pericolosità congenita di un tragico pagliaccio alla ribalta, che evidentemente non ha alcuna vergogna, o scrupolo che pure i suoi predecessori avevano, né avverte l’inopportunità, di accompagnarsi a simili personaggi.
Trump vuole fare l’America di nuovo grande, mentre rischia di renderla più piccola di quanto non sia mai stata. E a giudicare dalla scelta dei camerati di strada che si è scelto, di grande c’è solo l’immane fogna scoperchiata di un’America profonda come la sua costipazione intestinale. Cosa potrà venirne fuori, è facilmente intuibile.
Cosa intenda poi questo buzzurro ripulito per “grande”, francamente è difficile da comprendere del tutto. Nella sua visione da bullo, la grandezza si misura nel più alto numero di persone alle quali riuscire a rompere i coglioni nel più breve tempo possibile: “molti nemici, molto onore”. Se misurato in termini di entità statali, in poco meno di un anno Trump è riuscito ad inanellare la più lunga serie di minacce e provocazioni contro: Russia, Cina, Siria, Nord Corea, Venezuela, Cuba, Iran… Non si capisce bene se per machismo politico, per incompetenza, o perché alla spasmodica ricerca di un casus belli, col bel risultato di provocare per reazione la più grande corsa agli armamenti nucleari dalla fine della guerra fredda.
Ovviamente lo fa in nome della pace e della stabilità mondiale. D’altronde la grande esportatrice di democrazia ha sempre trovato nella guerra l’espressione più coerente della propria identità, nella continua ridefinizione di quella lista sconfinata che Gore Vidal chiamava “il nemico del mese”. Trump è però il primo presidente ad aver aperto un vero fronte interno contro quelli che evidentemente considera le principali minacce al suo potere. In proposito, è ‘illuminante’ notare come i nazisti del KKK utilizzino gli stessi metodi terroristici degli islamo-fascisti dell’ISIS…

E per inciso è anche l’unico presidente USA che abbia mai avuto il pessimo gusto di minacciare il ricorso all’atomica lo stesso giorno in cui cade la ricorrenza della nuclearizzazione di Nagasaki. Peccato che al momento sia troppo impegnato a spicciare le faccende di casa.

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FALSE FLAG

Posted in Kulturkampf, Risiko! with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 9 settembre 2014 by Sendivogius

false-flag

Appurato il delitto, non cercate il colpevole. Trovate piuttosto un cattivo ideale, uno di quei villain da guerra fredda che sarebbe piaciuto a Ian Fleming per una storia dell’Agente 007, e attribuitegli ogni crimine possibile. Non importa se vero o presunto, plausibile o meno, giacché questo è un aspetto completamente secondario ai fini della trama, che ricerca personaggi tutto stereotipi e propaganda.
19 - The Legend of Koizumi - VLADIMIR PUTIN (1)Ciò che conta sono gli effetti speciali, coi quali impressionare il pubblico, guidandolo per mano ed aiutarlo a dimenticare in fretta i fatti nell’assenza di riscontri. Cucinato a puntino il pastone, al momento giusto lo si può servire opportunamente riscaldato a masse inappetenti.
Fu così che a meno di due mesi dall’abbattimento del Boeing 777 della Malaysia Airlines, sui cieli della regione separatista del Donbass in Ucraina, il ‘Consiglio di Sicurezza olandese’ (Dutch Safety Board) pubblicò nell’indifferenza generale il suo Rapporto Preliminare sulle sorti dello sfortunatissimo volo Mh17.
Si tratta di 34 paginette scarse, redatte con la collaborazione degli ‘esperti’ di ben dieci paesi diversi ed una mezza dozzina di agenzie specializzate. Pagine nelle quali praticamente non è contenuto nulla che non vada oltre l’evidenza; persino più approssimativa di quanto non sia rilevabile ad occhio nudo. In compenso, l’indagine investigativa si contraddistingue per non investigare alcunché, insieme alla carica di reticenza e di vaghezza analitica, al cui confronto le indagini successive all’abbattimento del DC9 Itavia ad Ustica nel 1980 sembrano un modello di efficienza.
Dc9 ItaviaTanto che il rapportino manca praticamente di tutto: contenuto delle scatole nere, analisi balistica, dettaglio dei tracciati radar, testimonianze degli operatori di volo, evidenze satellitari, analisi dettagliata dei reparti recuperati, referti autoptici…
L’unica certezza che sembra emergere dai ‘preliminari’ è l’avvenuta esplosione in volo dell’aereo. E nell’ansia di non dire ed all’occorrenza offuscare, nonostante le precauzioni, il Rapporto si lascia pure scappare una considerazione non perfettamente allineata con la vulgata ufficiale, che vuole il boeing abbattuto da un missile terra-aria Buk M1/SA-11.

Batteria missilistica antiarea BUK M1

E che soprattutto omette di spiegare di preciso come il velivolo possa essere stato perforato nella parte superiore della carlinga da numerosi oggetti ad alta velocità, provenienti dall’esterno (anche se è facilmente ipotizzabile un effetto Shrapnel da deflagrazione).

Fori sulla carlinga dell'aereo (1)«Damage observed on the forward fuselage and cockpit section of the aircraft appears to indicate that there were impacts from a large number of high-energy objects from outside the aircraft.»

Possibilmente per mezzo di Batterie ‘Buk’, che però nessuno ha mai visto davvero all’opera. Cosa quanto mai curiosa, in una regione costantemente monitorata dai satelliti militari di mezzo mondo e massimamente dell’Amico americano, che della responsabilità russa nella strage possiede la certezza metafisica e dunque non necessita di alcuna dimostrazione empirica. Ma del resto il governo dell’Ucraina è uno specialista nel denunciare con cadenza giornaliera attacchi di massa, da parte di colonne fantasma di blindati  russi, che a migliaia oltrepasserebbero il confine, invisibili a radar e satelliti-spia, combattendo fantomatiche battaglie col glorioso esercito di Kiev che ovviamente ne esce sempre vincitore.
Perciò è meglio non approfondire certe “evidenze”, altrimenti bisognerebbe spiegare come il foro di entrata del missile, all’altezza della cabina di pilotaggio, non sembri compatibile con l’ogiva di una testata SA-11
Comparazione armamenti balisticiE bisognerebbe altresì dipanare ogni dubbio circa le tracce lasciate dall’impatto esterno di un gran numero di oggetti ad alta energia, che al di là dell’ambigua scelta semantica, ricordano più che altro i fori in entrata di proiettili da 30mm.
Fori sulla carlinga dell'aereo (2)È un po’ difficile, a meno che non si vogliano sovvertire le leggi dell’aerodinamica, che una mitragliatrice pesante possa colpire da terra una bersaglio in movimento a circa 33.000 piedi di altezza (oltre 10 km)…
fori da 30 mm Molto più semplice invece se questa viene montata su un aereo dell’aviazione da guerra, come nel caso dei MiG-25 e MiG29, che tra le loro dotazioni in armamenti standard annoverano la GSh-301: mitragliatrice a nastro per uso aeronautico, per l’appunto armata con munizioni a frammentazione calibro 30.
fori sulla carlinga del volo MH17Figuriamoci se si potrebbe mai prendere in considerazione, tra le opzioni investigative, l’impossibile ipotesi che il volo malese Mh17 possa essere stato abbattuto da un missile aria-aria sparato da un caccia-intercettore e crivellato di colpi dal cannoncino di bordo, all’altezza della cabina di pilotaggio.

MH17 - Fori di entrata nella carlinga ad altezza piloti

Così, giusto per il gusto di escludere con dovizia di prove e fuori da ogni dubbio, un’opzione tanto scandalosa di cui si parla di rado (per esempio QUI).
Probabile traiettoria del missileAnche perché il tal caso si porrebbe un elementare quesito: cui prodest?
Di certo non ai combattenti “filorussi” del Donbass. E certamente non a Mosca.
Possibile traiettoria aerea dell'abbattimentoSicuramente avrebbe fatto comodo al governo di Kiev, che in tal modo avrebbe distolto l’attenzione dai crimini di guerra, la sistematica violazione delle tregue d’armi, ed i bombardamenti aerei indiscriminati ed i cannoneggiamenti a casaccio con artiglieria campale contro le popolazioni civili di Donetsk e Sloviansk, o il massacro di Odessa, ottenendo quella simpatia internazionale e quel sostegno militare che finora non ha avuto.
Ala scheggiata da traiettoria missileAvrebbe giovato all’amministrazione statunitense di O’Banana, desiderosa quanto mai di rintuzzare e contenere la ritrovata intraprendenza russa e la riconquista del suo antico ruolo ‘imperiale’ nello scacchiere internazionale, secondo una visione geopolitica della quale avevamo di recente accennato QUI.
prism7Evidentemente, gli strateghi di Washington credevano davvero che un ubriacone obnubilato dall’alcol come Boris Eltsin e la sua corte famelica di ladri, in un paese ridotto alla fame e trasformato nel primo esempio realizzato di stato gestito direttamente dalle organizzazioni mafiose, potesse essere un esempio di “democrazia” compiuta in una situazione destinata a perdurare nel tempo.
Come invece l’Europa si sia lasciata trascinare in una nuova guerra fredda contro uno dei suoi principali partner commerciali, col quale vanta esportazioni ed interessi economici per svariate decine di miliardi di euro e dal quale è totalmente dipendente per le sue forniture di gas, è un altro ‘mistero’ che i burocrati della UE dovrebbero spiegare ai propri cittadini.
Soldati dell'esercito ucrainoAltresì dovrebbero spiegarci come un governo golpista di oligarchi, nato da un colpo di stato, pesantemente infiltrato da gruppi di estrema destra, che scalpita per entrare nella NATO e trascinare il resto del continente in una guerra catastrofica contro la Russia, sia diventata una solida democrazia con tutti i requisiti (nessuno!) per entrare nell’Unione europea. E sarebbe interessante sapere come tali principi democratici si concilino, con l’accoglienza accordata dal governo di Kiev ai neo-nazisti di mezza Europa accorsi ad arruolarsi tra i paramilitari del Battaglione Azov.
Nazisti ucrainiOvviamente, perché la Russia è un’autocrazia ultra-nazionalista, dominata da un pugno di oligarchi provenienti dalla nomenklatura post-sovietica. Per fortuna l’Ucraina è esattamente il contrario: una banda di oligarchi (ex sovietici), al comando di uno stato autoritario che si alimenta del suo sciovinismo.

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IUXTA BELLA

Posted in Risiko! with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 4 agosto 2014 by Sendivogius

Wolfenstein - The New Order

Nell’antichità, per distinguersi dall’esecrato dispotismo orientale, Greci e Latini ci tenevano moltissimo a fornire una giustificazione per le proprie campagne militari, conferendo alla guerra una sua legittimità nell’inevitabilità del conflitto armato.
Soprattutto per i Romani, la guerra doveva rappresentare la risposta ad un torto più che circostanziato (causa suscepta). L’apertura delle ostilità belliche era in genere preceduta da un complicato rituale cerimoniale, che aveva la duplice funzione di escludere ogni composizione pacifica e assicurarsi la benevolenza delle divinità, in prospettiva delle rappresaglie (clarigationes) per la ricomposizione del danno presunto (rerum repetitio), perché per sua natura la guerra doveva sempre essere un bellum iustum ac pium.
Poi va da sé che spesso e volentieri le guerre non si rivelavano giuste né sante, rimesse com’erano al capriccio di un giovane monarca assettato di gloria e desideroso di distinguersi agli occhi dei sudditi…

Alessandro Magno

Più spesso e volentieri (che i soldati della ‘gloria’ si stancano presto), scaturivano dalla fame di terre altrui, dall’avidità di bottino e dalla bramosia di saccheggio, che nelle economie di rapina del mondo antico costituivano la Giulio Cesareprincipale forma di arricchimento. Oppure, le ragioni andavano ricercate nell’iniziativa personale di un qualche generale ambizioso, o governatore di provincia, che avrebbe sfruttato le proprie fortune militari in campagna elettorale, per costruirsi una carriera politica.
A posteriori, un “casus belli” si trovava sempre. O in alternativa lo si inventava.
Per fortuna, oggi le cose funzionano in maniera totalmente diversa. E mai si potrebbe concepire una guerra per impossessarsi e sfruttare le risorse altrui; per occupare ed espropriare terre con requisizioni forzate, cacciandone via i legittimi proprietari. E magari poi candidarsi alle elezioni sventolando i propri successi di guerra, per accreditarsi come ‘uomini di polso’ contro i nemici esterni della nazione.
Tempora mutantur et nos mutamur in illis; ai tempi odierni, chi mai agirebbe più così?!?
Ariel SharonOggi è lo stesso concetto di conflitto convenzionale ad essere superato, tanto che le guerre non esistono nemmeno più. O quanto meno si nega loro la sostanza, cambiando la formula semantica per la loro definizione, nell’illusione possano essere altro da ciò che effettivamente sono. E dunque, pur di non evocare lo spettro, si preferiscono allocuzioni come: “ingerenza umanitaria”; “operazione di polizia internazionale”; “attacco chirurgico” (con tutta la precisione di un’appendicectomia affidata ad un malato di Parkinson con un trincetto in mano) e “bombe intelligenti”
Il continuo stato d’assedio a cui è sottoposta la Striscia di Gaza sta lì a dimostrare quanto grottesche e oscene siano simili definizioni di compromesso, nella distorsione della realtà della guerra.
Bombardamento chirurgico al fosforo bianco su GazaSu quanto possano essere ‘intelligenti’ centinaia di granate sparate a casaccio contro un centro densamente abitato, da un mortaio montato su un M106, sicuramente potranno fornirci lumi quei fortunati che, ricevendo il colpo sopra le loro teste, entreranno a far parte degli “incidenti collaterali”.
M106 Mortar CarrierPer non parlare poi delle scariche d’artiglieria scagliate da innocui obici semoventi, come i discreti M109…
M-109Nemmeno il Nemico, inteso come entità, organizzazione, esercito, irriducibilmente alieno nella sua alterità ostile, ma quantomeno dotato di una propria identità e riconoscimento, esiste più. Oggi ci sono solo “terroristi”, intesi come massa indistinta ed onnicomprensiva, contro i quali ovviamente si scontrano le “forze del bene”. Contro i ‘terroristi’ – è risaputo! – le convenzioni ed i codici militari, che sono stati inventati per cercare di mitigare la ferocia della guerra, ovviamente non si applicano.
E se le regole non esistono più, allora tutto diventa lecito…
Tanto che a proposito dell’ecatombe attualmente in corso nel mattatoio di Gaza, sul quotidiano conservatore Times of Israel, prima della rimozione, era possibile leggere un ispirato editoriale di tal Yochanan Gordon: rampollo di una dinastia di editori yiddish ultra-ortodossi che controllano la testata giornalistica, in cui il giovane Yochanan esercita le sue arti di “opinionista” di papà. È dalle colonne del giornalino di famiglia che il piccolo Sansone redivivo ama esibire il proprio élan guerriero. Il titolo dell’articolo è sibillino, per conclusioni ancor più ambigue:

Il genocidio giusto

QUANDO IL GENOCIDIO È CONSENTITO

«[…] Concluderò con una domanda per tutti i filantropi là fuori: il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha chiaramente affermato all’inizio di questa incursione che il suo obiettivo è ristabilire una tranquillità sostenibile per i cittadini di Israele. Abbiamo già stabilito che è responsabilità di ogni governo assicurare la salvezza e la sicurezza della sua gente. Se i capi politici e gli esperti militari determinassero che il solo modo di raggiungere il proprio obiettivo a sostegno della sicurezza è il genocidio, lo si può ritenere ammissibile per il raggiungimento di questi obiettivi prefissati?»

Yochanan Gordon
“Times of Israel”
(01/08/2014)

Sinceramente, l’interrogativo non ci aveva mai sfiorato prima..! Tu che dici, Yochanan?
Ci sono genocidi buoni e genocidi cattivi?!? E come si distingue la differenza?

israel_nazi

Da parte sua, il premier israeliano Benjamin Netanyahu si è detto molto dispiaciuto per le vittime tra la popolazione civile di Gaza, alle quali finanche nega pure la ricostruzione delle case che ha loro (di certo con rammarico) raso al suolo, spesso con gli abitanti dentro. E lo fa dopo aver ordinato la sistematica distruzione di interi distretti urbani, con la Il 16enne Muhammad Abu Khdeir, rapito, bastonato a morte e bruciato vivo da coloni israelianimedesima nonchalance con cui si da fuoco ad un formicaio dopo averlo cosparso di benzina. Peraltro questo costituisce un trattamento che nei territori occupati della Cisgiordania si applica più facilmente ai ragazzini palestinesi, piuttosto che alle formiche.
Caccia grossa in Palestina - soldati israeliani in posa col loro trofeo di guerraA giudicare dalla coerenza tra pensiero e comportamento, a suo tempo, possiamo immaginare che certamente più di qualche ufficiale nazista si sarà “dispiaciuto”, quando venne conclusa l’operazione di polizia per ‘bonificare’ il ghetto ebraico di Varsavia, dopo la prima insurrezione del Gennaio 1943. Considerato un pericoloso focolaio di disgregazione e di sommossa, il ghetto di Varsavia fu preso d’assalto dai poliziotti dell’ORPO (Ordnungspolizei), dagli ausiliari ucraini, e dalle Waffen SS della Polizei-Division, impegnati a reprimere le “bande di criminali e terroristi”, che utilizzavano i tunnel sotterranei per rifornirsi di armi ed esplosivi, nascosti in case trasformate in bunker e depositi clandestini, da utilizzare contro gli invasori con la svastica.

H.Himmler«Per motivi di sicurezza ordino che il ghetto di Varsavia sia smantellato, dopo aver trasferito all’esterno il campo di concentramento e avere in precedenza utilizzato tutte le parti della case e i materiali di qualsiasi tipo che possono comunque servire. La demolizione del ghetto e lo spostamento del campo di concentramento sono necessari, perché altrimenti non porteremo mai la calma in Varsavia e, permanendo il ghetto, non si potrà estirpare la delinquenza

Heinrich Himmler
(16/02/1943)

La differenza con l’attuale Ghetto di Gaza? Probabilmente il colore delle uniformi e il fatto che al contrario dei loro omologhi nazisti, i soldati di Tsahal (l’esercito israeliano) si guardano bene dall’avventurarsi in profondità tra i centri urbani, preferendo raderli al suolo a distanza insieme ai nuovi “subumani” che vi abitano, evidentemente reputati di nessuna utilità e considerati meno di bestiame da macellare.
nazi-israelPerché come ci insegna il buon Yochanan Gordon:

Chiunque viva con installazioni di lanciarazzi o tunnel del terrore scavati attorno o nelle vicinanze della propria abitazione non può essere considerato un civile innocente.”

Jürgen Stroop La pensava così anche il generale Jürgen Stroop, che comandava le unità impegnate nel Ghetto di Versavia. Peccato che alla fine del secondo conflitto mondiale sia stato impiccato come criminale di guerra. Invece, contro gli “empi filistei” (così sono stati chiamati i palestinesi in alcuni settori della destra israeliana!) l’ipotesi di sterminio è “permissible”.
Raid su Gaza - Foto de 'IlSecoloXIX'A tal propoito, Tsahal è forse uno degli ultimi e pochissimi eserciti moderni ad applicare con disinvoltura il “diritto” di rappresaglia, che esercita senza distinzione alcuna nei confronti degli obiettivi e dei danni subiti: scuole rifugio dell’ONU, ospedali e ricoveri per profughi; parchi gioco per bambini e abitazioni civili; luoghi di culto… tutto costituisce un obiettivo legittimo in evidente sproporzione di mezzi a disposizione e risposta, nella totale indifferenza (e disprezzo) per la vita umana. Perché a Gaza non esistono zone franche, né posti sicuri, né tregue che tengano (perfino lo zoo cittadino è stato bombardato!).
Gaza - la ex moschea di Mohammed SousiE se è vero (come non è vero) che Hamas è soltanto un’organizzazione terroristica che si fa scudo della popolazione civile, è soprattutto vero che le forze armate israeliane non si fanno alcuno scrupolo a colpire entrambi. E ciò è intollerabile per qualunque compagine statale abbia la pretesa di essere una democrazia. Per essere reputato tale, uno stato democratico deve sottostare alle regole condivise del diritto internazionale. Se le viola in aperta e sistematica flagranza, si pone automaticamente fuori da tale consesso civile, qualificandosi per ciò a cui più assomiglia: uno Stato etnico basato sulla discriminazione confessionale e la segregazione razziale, scaturito da un focolaio abusivo insediatosi con la forza su territori dell’ex impero ottomano, che ha esaurito da tempo la sua missione storica, politica, e finanche ‘morale’.
Sparate sulle ambulanzeLa facilità con cui Israele marchia i suoi nemici come “terroristi” (così come bolla i suoi detrattori come “anti-semiti”), negando loro ogni dignità e dunque precludendo qualsiasi dialogo, costituisce in realtà uno strumento assai rischioso…
Troppo spesso si finge di ignorare quanto per Israele il “terrorismo di stato” sia stata una pratica consolidata fin dai primi atti della sua fondazione e molto più di un’eccezione, tanto da costituire una costante della sua storia, insieme al ricorso degli “omicidi mirati” (veri assassini di stato contro i propri nemici politici) ed i sequestri di persona.
Su cosa sia il “Terrore” d’altronde Israele ha le idee chiarissime e non ne ha mai fatto mistero, tanto è esperto nella pratica come nella teoria:

Erez Israel (Grande Israele) coi confini ideali dello stato ebraico - Manifesto dell'Irgun (1935) «Né la moralità, né la tradizione ebraica possono negare l’uso del terrore come mezzo di battaglia. Noi siamo decisamente lontani da esitazioni di ordine morale sui campi di battaglia nazionali. Noi vediamo davanti a noi il comando della Torah, il più alto insegnamento morale del mondo: “Cancellateli… fino alla distruzione!” Noi siamo in particolare lontani da ogni sorta di esitazione nei confronti del nemico, la cui perversione morale è accettata da tutti. Ma il terrore è essenzialmente parte della nostra battaglia politica alle presenti condizioni e il suo ruolo è ampio e grande. Ciò dimostra, a chiare lettere, a coloro che ascoltano in tutto il mondo e ai nostri fratelli scoraggiati fuori le porte di questo paese che la nostra battaglia è contro il vero terrorista che si nasconde dietro le sue pile di carta e di leggi che egli ha promulgato. Non è diretta contro il popolo, è diretta contro i rappresentanti. Finora ciò è efficace

“Terrore” (Agosto 1943)
Pubblicato su “Il Fronte” (He Khazit), giornale clandestino del Lehi.

Tra il 1930 ed il 1950, le organizzazioni clandestine armate legate al sionismo revisionista di Zeev Jabotinskij, operative in Palestina, si contraddistinguono per ferocia e per lo stillicidio degli attentati dinamitardi contro autorità britanniche e popolazione araba, in un continuo deflagrare di bombe sui treni e nei mercati, nei cinema e negli uffici postali, sugli autobus e nelle stazioni ferroviarie. A questi vanno aggiunte le uccisioni a sangue freddo dei fellahin arabi che vengono ammazzati mentre lavorano nei campi a scopo intimidatorio, insieme ad i raid notturni nelle fattorie arabe ad opere delle SNQ (Special Night Squads) dell’Haganah Leumi, applicando con largo anticipo quella che poi verrà universalmente chiamata “pulizia etnica”.
Le gesta dell'Irgun riportate dal 'Times' di LondraLo stesso Likud, il principale partito della destra nazionalista attualmente al governo in Israele, è la filiazione politica di organizzazioni armate come l’Irgun ed il Lehi della famigerata Banda Stern, le attività terroristiche dei quali culmineranno con la strage del King David Hotel di Gerusalemme (22/07/1946), quando i terroristi dell’Irgun fecero saltare in aria un’intera ala dell’albergo, ed il massacro di Deir Yassin (09/05/1948) con tutti i suoi abitanti passati per le armi a sangue freddo dopo la resa.
A questo si aggiunga il rapimento e l’assassinio dei due sergenti inglesi (Clifford Martin e Marvin Paice nel 1947), fatti ritrovare impiccati in un campo d’ulivo; la distruzione dell’ambasciata britannica a Roma, fatta esplodere nella notte del 31/10/1946; l’omicidio del conte Folke Bernadotte (17/09/1948), inviato ONU a Gerusalemme.
Hitler  Durante la seconda guerra mondiale, le attività criminali della Stern gang in funzione anti-britannica si spinsero a tal punto da prefigurare un’alleanza strategica con la Germania nazista, in un patto scellerato che alla fine non andò in porto.
La sequela di crimini ed azioni terroristiche delle due bande furono tante e tali, da provocare il biasimo e la reazione sdegnata di moltissimi ebrei, tra cui lo stesso Albert Einstein

Albert Einstein contro i terroristi del Lehi

Nell’Irgun Zvai Leumi e nel Lehi hanno militato alcuni dei principali leader politici dello Stato israeliano:  Yitzhak Shamir (Lehi) e Menachem Begin (Irgun), entrambi attivamente implicati nelle operazioni terroristiche delle due organizzazioni.
Terroristiche furono altresì le attività del generale e premier israeliano Ariel Sharon, che comincia la sua carriera di criminale di guerra nel 1953 con la strage di Qibya, un intero villaggio spazzato via con tutti i suoi abitanti, e raggiunge l’apice con il massacro di Sabra e Shatila durante l’invasione del Libano nel 1982.
sabra-trueIn compenso, una volta costituitosi in stato, Israele della vecchia amministrazione imperiale britannica ha mantenuto ed esteso il regime di occupazione militare e l’amministrazione di tipo coloniale dei territori TIMEpalestinesi, esercitando requisizioni coatte e confische illegali, le deportazioni forzate, l’uso dei tribunali speciali militari. Si consideri poi l’attribuzione di un diverso status giuridico per i palestinesi, con evidenti discriminazioni in sede processuale, insieme al ricorso agli arresti di massa, con detenzione indeterminata senza certificazione dei capi di imputazione (tutti “terroristi”!). E non si dimentichi la demolizione di abitazioni e distruzione di beni privati, di proprietà palestinese, che si configurano sempre come una forma di punizione collettiva, in un regime di rappresaglia permanente. 

territori-palestina-1946-2000

Il ritiro delle truppe israeliane dalla Striscia di Gaza nel 2007 fu propagandato come una forma di disimpegno unilaterale. Peccato che l’enclave palestinese si sia progressivamente trasformata in un immenso lager a cielo aperto, costantemente sotto controllo militare e privo di qualunque autonomia, dal momento che l’esercito di Tel Aviv controlla i valichi di frontiera, lo spazio aereo, i porti marittimi, e tutte le merci in entrata ed uscita dalla Striscia che devono necessariamente transitare in territorio israeliano. Tutti i fondi e gli aiuti economici destinati a Gaza, da quelli destinati ai servizi sanitari, fino al pagamento dei funzionari pubblici, devono essere depositati in banche israeliane che decidono a propria discrezione quando e se erogare le risorse indebitamente trattenute.
George A. CusterA sua volta, puntellata com’è di fortini, avamposti militari, check-point, borghi fortificati e colonie armate, la stessa Cisgiordania assomiglia più ad una riserva indiana rosicchiata dalle giubbe blu, che un “territorio autonomo”: né stato indipendente, né protettorato ONU, ma solo un controsenso geografico a cui attribuire un ambiguo riconoscimento giuridico, senza alcun risvolto pratico e soggetto a tutte le violazioni possibili.
Attacco al fosforo bianco su rifugio ONUA guardare bene, le esecuzioni extragiudiziali, i rastrellamenti e gli arresti di massa, la totale assenza di processi regolari, le detenzioni illegali, la sistematica distruzione delle proprietà dei sospetti, gli espropri forzati e senza alcun indennizzo, le incursioni militari… insieme alla palese violazione di ogni elementare norma di diritto e di qualunque disposizione terza da parte di organismi internazionali, nell’assoluta certezza che le violazioni non comporteranno alcuna conseguenza o sanzioni, non sembra che pongano molte alternative alla popolazione palestinese che può scegliere tra un regime brutale di occupazione coloniale o un embargo feroce.   
Bomba intelligente su centro ONU a Gaza In seguito al blocco imposto alla Striscia nel 2008, è stata creata una zona di interdizione di tre km ovviamente all’interno del territorio palestinese e imposto un blocco marittimo che impedisce ai pescatori di Gaza di spingersi oltre le tre miglia navali dalla costa. A meno che questi non vogliano essere mitragliati dalla Marina israeliana e vedersi sequestrare le imbarcazioni. Tagliata fuori da ogni collegamento con i territori autonomi della West Bank, a loro volta frazionati a macchia di leopardo, la Striscia di Gaza risponde alla più classica delle strategie: divide et impera.
E quando questo fondamentale requisito viene mene, ogniqualvolta le fazioni palestinesi sembrano raggiungere un accordo condiviso per una politica unitaria ed una azione comune, Israele attacca adducendo un qualche pretesto che non manca mai.
Saluto dei bimbi israeliani ai bimbi palestinesiPer esempio nell’autunno del 2000, quando il premier Ariel Sharon organizzò una provocazione premeditata che scatenò volutamente la rivolta generale dei palestinesi (la Seconda Intifada), per stornare l’attenzione dal fallimento degli accordi di pace (sistematicamente sabotati dal Likud e dall’area più oltranzista della destra israeliana) e legittimare la svolta fascista in Israele, col risultato di favorire ogni volta il sopravvento di formazioni ancora più radicali, come il caso di Hamas e Jihad che hanno progressivamente soppiantato le indebolite organizzazioni laiche di Al-Fatah ed i marxisti del FPLP.
gaza-bombe-al-fosforo-bianco-attacco-IsraeleE poi ci sono i sistematici raid su Gaza, che avvengono ormai a cadenza regolare, e che preferibilmente vengono lanciati in prossimità di ogni tornata elettorale in Israele o crisi di popolarità per questo o quell’esecutivo di governo…
gazaphosphorous-victimsSostanzialmente, il governo conservatore di Tel Aviv cercava solo un pretesto per scatenare l’ennesimo attacco nella Striscia di Gaza, da quando ha iniziato a profilarsi l’ipotesi di un governo di unità nazionale tra i palestinesi della Cisgiordania e quelli di Gaza, con una convergenza delle due principali organizzazioni politiche dei territori autonomi: Al Fatah ed i “terroristi” di Hamas, che avrebbe implicato un maggior peso nell’ambito delle trattative internazionali. Soprattutto non si poteva ammettere alcun cedimento nei confronti dei “terroristi” di Hamas, che si rifiutano di riconoscere lo Stato di Israele (esattamente come Israele ha sempre negato ogni riconoscimento di uno Stato palestinese) e predicano la sua distruzione. Bisogna dire che all’atto pratico l’intento riesce molto più facilmente al governo di Tel Aviv, rispetto ai propositi di Hamas: i razzetti portatili Al-Qassam hanno fatto una ventina di vittime in poco più di dieci anni (meno morti degli incidenti stradali in un week-end), mentre Tsahal ammazza sotto i suoi bombardamenti qualche migliaio di civili ogni due anni, tanto per bilanciare il rapporto demografico.

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Sull’altro versante atlantico, l’Amministrazione USA si dice “scioccata” per le ultime stragi di civili, che in massima parte riguardano bambini (gli adulti White washinginvece possono anche crepare senza troppi turbamenti). Però poi all’atto pratico non fa nulla di concreto per fermare il massacro indiscriminato, salvo bloccare sistematicamente col proprio veto al consiglio dell’ONU ogni risoluzione di condanna nei confronti di Israele; giustificandone incondizionatamente qualunque azione (e relativi crimini di guerra); rimpinguandone gli arsenali militari con sistemi balistici e supporti tecnologici di ultima generazione, a meno che non si creda che gli israeliani combattano le loro guerre solo con mitragliette Uzi e fucili automatici Galil. Gli Stati Uniti, indistintamente dal governo in carica, hanno sempre concesso crediti illimitati per svariati milioni di dollari, a carico del contribuente americano tanto ossessionato dalle tasse. Il bravo Barack Obama, a cui si deve a chiacchiere la posizione più critica che gli USA abbiano mai avuto nei confronti degli “eccessi” di Israele, in concreto ha stanziato circa un miliardo di dollari a fondo perduto, e ulterioremente rifinanziato, per la fornitura di sistemi d’arma a Tsahal. Dopo le stragi di Gaza, il contributo non è stato messo affatto in discussione ed anzi è stato prontamente confermato ed incrementato: Israele ha svuotato gli arsenali e bisogna riempirglieli per la prossima guerra.

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Al contempo, gli investitori americani acquistano titoli di stato che nessun hedge funds statunitense si sognerebbe mai di reclamare in caso di insolvenza, al contrario di quanto avviene ad esempio per i bond argentini, contribuendo in maniera fondamentale alla prosecuzione dell’orgia di sangue in un circo stanco.

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Il Golgothiano della padania

Posted in A volte ritornano with tags , , , , , , , , on 21 giugno 2013 by Sendivogius

Golgothan

Per ragioni minime di profilassi, ci soffermiamo sempre con una certa riluttanza sui nazisti della padania e sulle loro irrefrenabili deiezioni diarroiche: ‘gente’ (chiamiamola così) che usa indistintamente lo stesso orifizio per defecare e sbraitare. E, quel che è peggio, lo fa quasi sempre a bocca piena.
Puro Stronzo ariano Tipico esponente sub-alpino della razza ariana, Mario Borghezio, nella sua inconfondibile prestanza iperborea, costituisce da sempre l’esemplare d’eccezione nella ben pasciuta porcilaia leghista, che pure non manca di altri degnissimi avanzi di latrina, sempre pronti a spruzzare liquami immondi ogni volta avvistino all’orizzonte dei loro villaggi pedemontani un ‘negro’, un ‘frocio’, o un ‘terrone’, latrando tutti insieme per riflesso pavloviano, presi come sono da sacro furore. Poi (è ovvio!) il giorno dopo si dissociano, facendo seguire la smentita da una nuova scarica di flatulenze dal miasma ancor più infame.
È inutile perdere tempo sui loro ignobili prodotti che, data la consistenza e l’intrinseca natura, non vanno assolutamente rimestati. Intestino e deretano della gran cloaca verde-padano, Borghezio ci ricorda più che altro il Golgothiano già visto in Dogma: demone escrementale di pura merda, che rigurgita dalle cloache che lo alimentano in un effluvio di materia fecale.
Puoi solo che stargli alla larga, trattenendo il disgusto!

Mario Borghezio

«Vi sono certi individui. sul viso dei quali è impressa una tale ingenua volgarità e una tale bassezza del modo di pensare, nonché una tale limitatezza bestiale dell’intelletto, che ci stupisce come mai simili individui abbiano il coraggio di uscire con un simile viso e non preferiscano portare una maschera.»

  Arthur Schopenhauer
  “Parerga e paralipomena
  (1851)

Purtroppo sono convinti che basti un fazzolettone verde a celar le vergogne.

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LEGA-LI

Posted in Masters of Universe with tags , , , , , , , , , , , on 18 settembre 2011 by Sendivogius

Superato il naturale disgusto per questi grassi trogloditi del razzismo padano, è penosamente istruttivo seguire le deprimenti sagre paesane dell’etnonazionalismo leghista coi suoi revival völkisch, dai battesimi pagani di riccioluti bimbi ario-padani con ampolle fluviali ai colifecali.
Oramai, è persino inutile discettare sull’ossimoro istituzionale di un partito-stato di matrice neo-nazista (ma dall’ossatura leninista) che invoca apertamente la secessione e milizie in armi, ma che da oltre una decade occupa stabilmente le stanze del potere, coi flaccidi sederoni dei suoi Oberführer da strapazzo pervicacemente incollati alle poltrone di governo, pronti a grufolare in tutte le greppie disponibili dei pubblici appalti.
È parossistico ascoltare le intemerate di tre ministri della Repubblica italiana, che discettano di Padania e guerre secessioniste; che considerano l’esposizione della bandiera nazionale, nel 150° dell’Unificazione, come una intollerabile “provocazione”. Si tratta di membri (nel senso più anatomico del termine) di governo che parlano di “perdita di democrazia”, ben protetti però da cordoni di polizia e carabinieri (italiani) che manganellano a sangue e chiedono i documenti a chi osa esporre il tricolore e tutelare la coscienza civica nazionale. Evidentemente, la sbirraglia fascistizzata (diretta dal leghista Maroni agli Interni) trova molti più elementi di contiguità coi nazisti della “padania”, piuttosto che con l’Italia democratica.
È persino imbarazzante assistere all’involuzione nepotista del clan Bossi-Marone, che considera il partito alla stregua di una proprietà personale (roba di famiglia), da trasmettere in eredità ai rampolli della casata in successione dinastica, come nella peggior tradizione del più becero familismo di impronta meridionale.
È patetico il declino fisico e mentale dell’Umberto senex, sempre più rincitrullito e sempre più moscio, che ormai si esprime solo con pernacchie e grugniti incomprensibili, ostentando ditini medi alzati al cielo e pugnetti spastici menati al vento. L’uomo del Nord, che odia i “terroni” e che predica la secessione dal Sud, è in realtà ridotto a docile strumento nelle mani intriganti di due matrone borboniche: la siciliana Manuela Marone, moglie e matriarca preoccupata di sistemare la numerosa prole (alla faccia della meritocrazia!); Rosi Mauro, la badante pugliese che accudisce il vecchio polmone.
Parliamo di un vegliardo cerebroleso che condivide con l’altro suo degno e plastificato didimo di governo, insieme alle disastrose scelte politiche, le medesime cadute nel cesso di casa e le stesse considerazioni sul Paese che inesorabilmente stanno conducendo allo sfascio… “L’Italia attuale è uno schifo” gorgheggia l’impavido senatùr, attorniato da una platea di casi umani sfuggiti ai centri di igiene mentale; “L’Italia è un paese di merda” aveva già delirato il pornomane che, tra orge e ruberie, la governa a tempo perso.
Con ogni evidenza, a nessuno dei due è passato per le loro menti bacate il fatto che entrambi governino il paese in questione da quasi dieci anni ininterrotti. E dunque, se l’Italia fa schifo, molto hanno contribuito nel renderla tale. Se di “paese di merda” si tratta, quanto meno è una condizione che molto riflette la loro impronta e la loro immagine, nel fondamentale apporto all’azione di governo.
Forse è un problema di stimoli… Sarebbe ora di tirare lo sciacquone e aprire le finestre, facendo cambiare l’aria!

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