Archivio per Nazifascismo

NAZI-LIBERATI

Posted in A volte ritornano, Kulturkampf with tags , , , , , , , , , , , , , , , on 24 aprile 2022 by Sendivogius

25 Aprile 2022. A cento anni dalla mussoliniana marcia su Roma, possiamo dire con cognizione di causa che non c’è proprio alcuna Liberazione da festeggiare, dal momento che il fascismo gode di ottima salute e lotta contro di noi, più longevo che mai nella mimesi delle sue infinite varianti mutogene, per congenita capacità di adattamento e riproduzione su brodo di cultura.
Altrimenti non dovremmo assistere tutti gli anni allo stesso schifoso teatrino revanchista, messo in piedi ad ogni ricorrenza dagli eredi di Salò, pienamente legittimati ed inseriti da sempre nelle stanze e stanzette dei bottoni, da dove poter condizionare il corso della repubblichetta eterodiretta e dettarne l’agenda. Non sono mai stati “sdoganati”; non ne hanno bisogno, semplicemente perché non se ne sono mai andati.
Ogni tanto, quando il merdone è troppo grosso per essere nascosto, costituendo in realtà più una fonte di imbarazzo che di sdegno, e senza che mai alle parole seguano i fatti, si sente pigolare qualche lamento dalle parti del partito bestemmia: quell’oscuro oggetto governistico subalterno a chiunque lo porti al potere, che infatti coi fascisti di ogni ordine e grado, raggrumati in quel cartello elettorale che si fa eufemisticamente chiamare “centrodestra”, ci si trova benissimo, scambiandosi poltrone e governandoci insieme senza ombra di turbamento. Rientra nel copione della recita condivisa. Giusto per fare un po’ di scena e tenere la parte, giacché nulla deve disturbare la splendida ammucchiata, a cui partecipare per “spirito di servizio” e per ovvio “senso di responsabilità”: la magica trovata semantica che rende possibile ogni porcata, senza che mai disagio alcuno cali ad offuscare la magnifica narrazione imbastita su mandato politico da nostri media, ormai espressione del peggior giornalismo giallo, in piena distopia orwelliana.
Ma ormai il fu “partitone”, completata la mutazione transgenica, in piena svolta atlantista su evoluzione guerrafondaia dopo l’americanizzazione coatta, è tutto preso nel definire la propria servile subordinazione coloniale agli interessi statunitensi, raccomandandosi a Washington per meno di un pugno di lenticchie.
Dunque, dicevamo: cosa festeggiamo in questo ultimo 25 Aprile? Certo non la Liberazione dal nazifascismo. E nemmeno celebriamo la Resistenza! Bisogna stare attenti a definire cosa si intende per “resistenza”, specificando bene quale e che uso se ne intenda fare, in consonanza col ritrovato spirito marziale…
Possiamo prendere lezione dai fascisti per questo, che con intraprendenza ci indicheranno l’interpretazione corretta. Che poi, mutato nomine, si facciano chiamare “patrioti”… “nazionalisti”… “sovranisti”… è sempre quella merda lì!
Si dissuade vivamente dal fare ogni riferimento alla lotta partigiana, ma è assai gradito legare la ricorrenza, in posizione ancillare fino all’annullamento per sovrapposizione, con la ‘resistenza’ ucraina contro i russi, intessendo le lodi e lanciando fiori in onore delle eroiche brigate nere di Azov.

Vietato ogni riferimento al nazifascismo: il pubblico potrebbe non cogliere la differenza e cadere in confusione.

I simpatici partigiani ucraini del ricostituito Battaglione Usignolo

Sarebbe inoltre bene interdire le piazze all’ANPI, l’Associazione Nazionale Putiniani d’Italia, secondo il brillante acronimo coniato durante un rigurgito d’ego da un patetico coglione glassato in crosta di zucchero, dopo le liste di proscrizione e la caccia agli eretici. E sfilare tutti uniti sotto i bandieroni munifici e salvifici della NATO. Questo perché l’ANPI non è abbastanza prona al nuovo corso guerrafondaio. C’è il rischio che ricordino come la Resistenza sia altro da ‘sta roba immonda…
È ovviamente vietato cantare “Bella Ciao”, in quanto faziosa e divisiva, ma in alternativa si può sostituire l’esecrato brano con l’inno ucraino (sic!), più consono alla ricorrenza liberamente reinterpretata. Oppure utilizzare la variante sempre ucraina del noto canto partigiano, musicato sulle note di “Bella Ciao”, ma completamente riscritto e riadattato alla bisogna dalla cantante folk Khristyna Soloviy, portata alla ribalta dalle ineffabili colonne de LaStampa-Repubblica-Corriere, ormai ridotte a carillon della nazi-fiabe ucraine, e che fa bagnare di lacrime il pannolone di qualche turgido coglione a sinistra che ne ignora il testo :

«Il vecchio Dnepr ruggì con rabbia. Nessuno lo so pensava, nessuno se lo aspettava. Quello che poteva essere la vera rabbia del popolo ucraino. I nemici maledetti senza pietà li distruggiamo. Quei nemici maledetti che la nostra terra invadono. Le nostre difese hanno i migliori ragazzi. Solo veri eroi combattono nell’esercito ucraino. E i Javelin ed i Bayractar combattono per l’Ucraina e uccidono i russi. E il nostro potente popolo, la gente dell’Ucraina, ha già unito il mondo contro i russi. E molto presto li sconfiggeremo. Presto li distruggeremo

Carina, vero?!? La Soloviy, alla quale si deve cotanto capolavoro artistico, è un’altra di quelle starlette dell’Est che ama farsi immortalare in pose da diva dei jet set, o a bordo di yacht in atteggiamenti ammiccanti, che più che altro fanno molto catalogo da escort di alto bordo. E che ovviamente non ha mancato di esternare tutta la sua devota ammirazione, per i nazisti dell’OUN (no, non sono le Nazioni Unite!) di Stepan Bandera, il santino nazionale dell’Ucraina ‘democratica’ (LOL!), nell’impossibilità di cogliere la contraddizione oscena. È che proprio non ce la fanno. Sono talmente imbevuti di nazifascismo, quasi a livello genetico, da esserne inconsapevoli, tanto riesce loro naturale.
Ecco, se questo è il nuovo 25 Aprile, tenetevelo!
La Liberazione è lontana, ma proprio oggi più che mai è necessario resistere. 

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(134) Cazzata o Stronzata?

Posted in Zì Baldone with tags , , , , , , , , , , , on 1 Maggio 2020 by Sendivogius

Classifica APRILE 2020”

Qualcuno, per eccesso di ottimismo, o di dabbenaggine da minchioneria congenita, ha sostenuto che dopo il Coronavirs saremo tutti migliori.
Da cosa scaturisca una simile illusione non è dato sapere. Quel che è certo è che, ancor più dei diamanti, i coglioni sono inscalfibili e soprattutto (loro sì!) sono per sempre.
Se c’è una cosa che la pandemia ci ha insegnato, è proprio il fatto che la categoria in oggetto, nella sua pervasiva predominanza, non potrà che implementare a dismisura la produzione compulsiva di stronzate assortite con le quali abitualmente ammorba l’etere, nella disponibilità di un tempo potenzialmente infinito e nella conseguente incapacità di mettere a profitto lo stesso con qualcosa di meglio. È nella loro natura. E nessun evento al mondo, nessuna evidenza, potrà mai mutarne l’essenza, non potendo che ricavare altro letame per le leggi immutabili della proprietà transitiva, mentre se ne stanno li a fermentare nel vascone dei liquami, dove scaricare i loro livori da condividere con altri tristi merdoni, chiusi nei recinti a-social ed ingrassati dalla quarantena coatta, coi loro infami giornaletti di riferimento a fare apologia di reato.
Che poi, a ben vedere è sempre la stessa cloaca che raccoglie il fascismo eterno dell’Italietta in nero. Certo, mancano all’appello le abbuffate compulsive del Capitone, in stato confusionale dopo la lunga astinenza da selfie, ma ci sarà tempo per recuperare una volta riscoperchiate le fogne intasate dal solito concentrato di complottismi assortiti, ur-razzismo, nazisti della padania e ossessioni securitarie, insieme a tutto il solito merdaio fascistoide di contorno coi nazi-bambocci da quarta fila in carriera.
E non basterà una mascherina tricolore a coprirne le vergogne.

Hit Parade del mese:

01. COMINCIA TU

[24 Apr.] «Vedo che il disinfettante distrugge il virus in un minuto. Un minuto. Non c’è un modo di fare qualcosa di simile, iniettandolo? Sarebbe interessante verificarlo.»
(Donald Trump, il Guaritore)

02. LOMBARDIA VIRALE

[17 Apr.] «Credo proprio che non abbiamo assolutamente sbagliato niente.»
(Attilio Fontana, l’Infallibile)

03. A VOLTE RITORNANO

[18 Apr.] «L’arcivescovo tradizionalista Viganò ha perfettamente ragione a dire che il virus sia una punizione divina dovuta alle perversioni dei froci e ora capisco perché nel medioevo che ha dettato l’apice della cristianità li mettevano al rogo.»
(Fabio Tuiach, catto-nazista)

04. NEL NOME DEL PADRE-PADRONE

[09 Apr.] «Si aprano le Chiese a Pasqua e si permetta di partecipare ai capifamiglia, in rappresentanza della propria società domestica.»
(Lorenzo Gasperini, capoclan leghista di Cecina)

05. MAGNA DE MENO!

[25 Apr.] «[Dopo aver ascoltato “Bella Ciao” n.d.r.] mi è andato di traverso quello che ho mangiato.»
(Laura Adduce, vicesindaca leghista di Rivoli)

06. LO SCOOP: LITTORIO FELTRI CHE LAVORA

[19 Apr.] «Attenzione [terroni inferiori n.d.r.], manutengoli ingordi, a non tirare troppo la corda poiché correte il pericolo di rompere il giochino che fino ad ora vi ha consentito di ciucciare tanti quattrini dalle nostre tasche di instancabili lavoratori. Noi senza di voi campiamo alla grande, voi senza di noi andate a ramengo. Datevi una regolata o farete una brutta fine, per altro meritata.»
(Vittorio Feltri, l’inconfondibile merda umana)

07. INFERIORI

[26 Apr.] «Feltri ha posto un tema vero: un popolo, che economicamente è più debole, più lento, alla lunga rischia di essere anche moralmente inferiore.»
(Annalisa Chirico, “giornalista”?)

08. IL COMPLOTTO SECONDO MATTEO

[23 Apr.] «Secondo me qualcuno fa apposta a tenere gli italiani chiusi in casa, lontani dalle piazze: controllarci così è più facile.»
(Matto Salvini, il Libertario)

09. CAZZONI DAL PIAVE

[22 Apr.] «Mai come oggi abbiamo bisogno di unità. E allora perché non cantare la Canzone del Piave anziché la divisiva Bella Ciao? Un desiderio nato parlando col giornalista Fausto Biloslavo e Ignazio La Russa.»
(Edoardo Sylos Labini, l’Unitario)

10. SUPERCAZZOLA

[03 Apr.] «Noi siamo nati per portare corpi fisici, e attraverso i corpi fisici dare un segnale: in questo momento di separazione di corpi fisici per noi è un momento molto difficile, ma ci stiamo reinterpretando.»
(Mattia Sartori, Supercazzolaro)

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Con Doglianza!

Posted in Stupor Mundi with tags , , , , , , , , , on 22 febbraio 2020 by Sendivogius

Se già non ci fosse, bisognerebbe inventarlo questa sottospecie di caricatura mussoliniana ad ingozzo libero, per amarcord nostalgici nei bar-sport di Predappio.
 Uno che dinanzi alla (ennesima) strage del solito patriota identitario in pieno trip kalergico da riallocazioni allogene, il suprematista e razzialista (quanti pseudonimi per non chiamare la stessa merda col suo nome!) che voleva ‘ripulire’ la Germania dalle razze aliene, riesce a non pronunciare MAI le paroline magiche, “nazifascismo” e “razzismo”, per non sturbare il nazista della porta accanto (quelli che in genere amano disegnare svastiche sulle case altrui), col quale spesso e più ancora volentieri s’accompagna tra un’abbuffata e l’altra, raccomandandosi alla madonna, dopo essere rimasto orfano di Bibbiano. Ci mancava solo che chiosasse il suo messaggio di cordoglio, vero come le lire padane o i soldi del Monopoli, con un “bacioni!” e allora la quadratura sarebbe stata perfetta.
Perfino la ducia della Garbatella (che pure di coliformi in camicia nera se ne intende!) ha saputo fare di meglio, sconfessando i 4/5 del suo elettorato, interscambiabile per fogne comunicanti con l’altra cloaca verdecamiciata. Ma LVI no: il duce di ghisa, il Codreanu padano, è uno che tira dritto. E boia chi molla!

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L’altro 25

Posted in A volte ritornano with tags , , , , , , , , , , , , , on 26 aprile 2019 by Sendivogius

A Milano, Irriducibili della Lazio, quelli gemellati coi nazisti dell’Hellas Verona (“siamo una squadra fantastica, fatta a forma di svastica”) inscenano un picchetto d’onore a Benito Mussolini, con tanto di marcetta per le vie del centro e saluti romani à gogo.
La bisboccia è continuata impunita durante la notte, con le vie della città marchiate a svastica. Ma corone di alloro e lapidi commemorative sono andate bruciate o divelte un po’ in tutta Italia: al palazzo comunale di Scarlino (Grosseto), in memoria del partigiano Flavio Agresti, medaglia d’oro al valor militare; sempre a Milano, dove è stata incendiata la corona in omaggio a Carlo Ciocca, in Via Palmieri, nel popolare quartiere della Stadera. A Bologna, dove è stata distrutta e imbrattata la lapide commemorativa nel celebre quartiere della Bolognina.
E fanno seguito al rogo a Settimo Milanese della statua posta in ricordo di Giulia Lombardi, staffetta partigiana brutalmente ammazzata a 22 anni dai nazifascisti nel 1944.
Eppoi, stavolta a Cosenza, l’immancabile omaggio all’ennesimo torturatore psicopatico della Waffen SS; per l’occasione, Michael Seifert, meglio conosciuto come il “Boia di Bolzano”. Ma per gli estimatori è il camerata Misha.
A Roma, i fascisti di Forza Nuova inscenano un’altra “manifestazione non autorizzata” nel centralissimo Piazzale Clodio, a due passi dal Tribunale Ordinario di Roma (“uno dei simboli dell’antifascismo di regime”), definendola una dichiarazione di guerra (sic!).
Anche stavolta, l’ennesima provocazione nazifascista si è svolta col totale beneplacito delle sedicenti forze di pubblica sicurezza, che ovviamente non muovono un dito, pur in presenza di una patente flagranza di reato, trovando la cosa normalissima.

In compenso, a Prato, il solerte questore Alessio Cesareo ha denunciato i manifestanti dell’ANPI che il 25 Aprile si sono permessi di intonare “canti tipici della lotta partigiana, non consoni alla solennità delle celebrazioni(!) e di criticare il prefetto, che (insieme al questore) non ha trovato proprio nulla da eccepire nell’autorizzare i festeggiamenti degli squadristi di Forza Nuova, per il centesimo anniversario dalla fondazione dei Fasci di combattimento (dei quali evidentemente si reputano eredi diretti). Il 2019 come il 1919: stesse squadracce e stesse guardie.
Sempre a Roma, in Via Taranto nel quartiere di S.Giovanni, davanti ad uno dei loro covi legalizzati, i fascisti di Forza Nuova hanno potuto deliziare i passanti con un’altra delle loro iniziative squisitamente democratiche, srotolando il loro prossimo striscione elettorale: “Europee 2019: ogni volta che voti Forza Nuova muore un partigiano”. Il ché la dice lunga sui propositi, peraltro mai nascosti, che agitano la bandaccia nera. Ma striscioni del genere sono apparsi ripetutamente anche lungo le principali arterie di collegamento della città, a bella vista, prima che venissero pigramente rimossi da un’amministrazione assente. Questa volta, l’iniziativa è stata rivendicata dai fascio-crociati di “Azione Frontale” (un tempo tali esibizioni erano appannaggio di “Militia”): frangia dissidente di Forza Nuova, perché considerata troppo ‘moderata’, ed in ottimi rapporti con la Lega che infatti ne difende le iniziative.
Nel quartiere di Centocelle, col solito raid notturno come si conviene a questi neri ratti di chiavica, viene dato alle fiamme una storica caffetteria-libreria notoriamente anti-fascista. Perché niente più di un libro terrorizza questi spurghi fognari del mussolinismo di ritorno, ogni qualvolta sentono la parola “cultura”…
Svastiche e celtiche sono cicciate ad libitum pure nei luoghi della memoria a Marsala, in Via Andrea D’Anna, a circa 150 metri di distanza da Largo San Girolamo, dove una lapide ricorda i partigiani marsalesi morti, in combattimento o fucilati, tra il 1943 ed il 1945.
E infine sarà il caso di riportare pure il terrificante episodio di violenza urbana, occorso a Modena, dove una vetrina è stata imbrattata di vernice.
Vista la gravità delle provocazioni che si susseguono in un sottinteso clima di compiacente impunità, a scanso di equivoci, il Ministro dell’Interno, che il 25 Aprile era a Corleone per sconfiggere la mafia, twitta:

“Gli anarchici devastano Modena!”

Ecco appunto.

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STUPID WHITE MAN

Posted in Kulturkampf, Masters of Universe with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , on 17 marzo 2019 by Sendivogius

Un coglione semianalfabeta che se ne va in giro con una telecamera piantata sopra la sua turgida testa di cazzo intrisa di merda nazista, talmente dissociato dalla realtà da vivere in un videogioco sparatutto in live-action; imprigionato in una dimensione parallela di paranoie kalergiche e deliri lisergici; armato fino ai denti e le armi scarabocchiate coi nomi di altri psicopatici come lui, frammischiati a personaggi ed eventi storici, pescati a casaccio dalle guerre balcaniche…
E ci sarebbe quasi da ridere se il Brenton Tarrant di turno non avesse fatto una strage, ammazzando 50 persone inermi riunite in preghiera. Questo degno esemplare di pura razza ariana, un impotente ossessionato dalla denatalità, deve aver trovato particolarmente eroico il tiro a segno contro le donne, che nella sua lotta contro lo straniero invasore devono essergli apparse come delle incubatrici ambulanti di alieni, da eliminare all’origine del concepimento con un attacco preventivo. E lo dice senza reticenze, mentre si intervista da solo..!

Per uno che rivendica le sue radici ango-scoto-gallesi è curioso come non si renda minimamente conto che, a parità di prospettive, lui stesso è un fottuto immigrato (che c’azzecca un gallese in Oceania?). E questo ne fa automaticamente un ‘invasore’, nel momento in cui i suoi avi hanno colonizzato l’Australia sterminandone le popolazioni aborigene.
Lui non è razzista, ma razzialista. E lotta solitario in mezzo a noi, per la difesa dei “popoli bianchi” e per il ripristino della perduta età dell’oro, quando questi si sbudellavano allegramente tra di loro senza contaminazioni allogene. Qualcuno lo chiamerebbe ‘folklore’. Il tizio più semplicemente si definisce “fascista”.
Di questi rabbiosi cazzoni inzuppati d’odio, il web è pieno. Praticamente, il profilo coincide coi 2/3 dell’elettorato salviniano e ricomprende la quasi totalità dei suprematisti identitari etnonazionalisti sovranisti che affollano le peggiori latrine internet, mentre inondano i social-network col loro shit-storm quotidiano, lasciando schizzi delle loro deiezioni ovunque capiti. E lo fanno insieme ai loro derivati in rosso-bruno, che affollano la cosiddetta “Terza Via”, in un ingorgo di sigle che cicciano come pustole infette: strasseriani, nazional-bolscevichi, neo-comunitaristi, nazionalpopolari, socialnazionalisti… È sempre la stessa merda nazista, che si nutre di mitismi e simbologie condivise, a disposizione dell’armamentario ideologico dell’internazionale nera. Da noi, al massimo, le si chiamano goliardate.
I nazisti della porta a fianco in questa fogna a cielo aperto ci si abbeverano con gusto, in un cocktail micidiale di “nazionalismo bianco”, richiami al misticismo nazista, e paranoie cospirazioniste che ruotano attorno ad un demenziale complotto di genocidio razziale per sostituzione etnica.
E sono vezzeggiati, coccolati, blanditi (e protetti), fino ai massimi livelli ‘istituzionali’…
Passando per le mezzeseghe locali…
Più che altro, è inquietante notare la saldatura su contaminazione attualmente in atto tra quell’enorme laboratorio neo-nazista che è diventata l’Europa orientale ed i gruppuscoli della cosiddetta alternative-right, prettamente di matrice anglosassone. A suo modo, un coglione pluriomicida come Brenton Tarrant ne è un condensato perfetto: infarcisce le sue armi con scritte in cirillico ricopiate chissà dove e simboli runici, tra cui spicca la runa di Odal, che già faceva bella mostra di sé nel Rassemblement national populaire di Marcel Deat, prima di diventare l’emblema dell’italiana “Avanguardia Nazionale” di Stefano delle Chiaie, oltre ad essere stato lo stemma distintivo di una delle più feroci divisioni delle Waffen SS. Guarda caso, operativa propria in Montenegro, patria di quel Novak Milosev Vujosevic, che il nazi-killer non manca di citare sui suoi caricatori.
È singolare notare come il titolo del testamento ideale del terrorista sia l’esatta trasposizione in inglese della teoria della “Grande Sostituzione” (Le Grand Remplacement): fortunata invenzione dello scrittore francese Renaud Camus, politicamente schierato col suo movimento politico a fianco del Fronte Nazionale di Marine Le Pen. A titolo informativo, per i difensori della razza pura, Renaud Camus è dichiaratamente omosessuale.
Ma a fare bella mostra di sé sulle dotazioni tattiche del macellaio di Christchurch è soprattutto il sonnenrad, ovvero il Sole Nero tanto caro alle SS di H.Himmler, accompagnato anche in questo caso dalla sua variante slava: il Kolovrat (che poi è anche il nome di uno dei principali eroi dell’epica russa, Evpaty Kolovrat, nella lotta contro l’invasione mongola).
Entrambe i simboli sono collegati al neo-pagenesimo di ispirazione etenista ed alla Rodnoveria panslava. Per le organizzazioni skinhead e suprematiste, si tratta di una valida alternativa al cristianesimo con le sue insopportabili contaminazioni giudaiche. Ma il Kolovrat ricorre anche negli stemmi di gruppi paramilitari russi di matrice neo-nazista che combattono nel Donbass.
E che a loro volta si scannano con gli altri gruppi neo-nazisti ucraini, tra cui spicca il famigerato Battaglione Azov che nel suo stemma usa invece il sonnenrad.

Ovviamente, non mancano gli scambi culturali con le organizzazioni italiane…

Peraltro, il Sole Nero delle SS è presente anche negli stemmi della cosiddetta Antipodean-Resistance, una delle principali formazioni australiane della destra neo-nazista e vicina ai gruppi skinhead legati al suprematismo bianco (su tutti gli AtomWaffen Division ed i SonnenKrieg), con le loro trucide rappresentazioni artistiche
Poi va da sé che le ossessioni sono quelle di sempre: i froci, gli ebrei, i negri, i cinesi, gli stranieri in generale, con l’aggiunta dell’odio verso gli aborigeni (siamo pur sempre in Australia), nel terrore del meticciato.

Cosa più interessante, è l’organizzazione delle “Lads Society”, ovvero una variante nazi-sovranista di Fight Club per scazzottate identitarie, nelle preparazione dei futuri guerrieri senza sonno della “white revolution”.
L’Antipodean-Resistance è in realtà una confederazione di sigle, filiate attorno alla web community del sito IronMarch; forum fascista, lo definisce il suo stesso fondatore: un uzbeko, tal Alisher “Genghis” Mukhitdinov, che in rete si spaccia per russo e si fa chiamare Alexander Slavros…

Si tratta di un ‘burlone’ specializzato nell’autopromozione e nella produzione compulsiva di meme nazisti, che parla di guerre razziali di sterminio (evidentemente gli piacciono i “Diari di Turner”) e… feticismo (!), in un miscuglio di strasserismo revisionato in salsa nazional-bolscevica: Alexander Dugin per intenderci, già protagonista di agiografici servizi sul TG2 di Gennaro Sangiuliano, nella RAI 2 a conduzione del ritrovato Carlo Freccero, dopo la conversione sovranista.
Slavros (o Mukhitdinov, che dir si voglia) è molto attivo anche sul portale Daily Stormer (che si ispira apertamente al Der Stürmer di Julius Streicher), specializzato in antisemitismo esasperato (è costantemente in guerra con gli altri gruppi dell’Alt-Right per non essere abbastanza anti-semiti), campagne di trollaggio organizzato, e una venerazione per Donald Trump.
C’è da dire che l’ideatore e fondatore del portale, Andrew Anglin, dalle nostre parti è di casa… 
Non per niente, del The Daily Stormer esiste anche un’edizione italiana, tanto per non farci mancare nulla.
In realtà si tratta di recinti chiusi, letamai infetti dove nazifascisti di ogni latitudine possono masturbarsi a vicenda in nome della causa comune, fomentarsi ed armarsi virtualmente in attesa dello scontro finale. Ogni tanto qualcuna di queste bestie scappa dalle gabbie e mette semplicemente in pratica ciò che va predicando da mane a sera. Ma per ogni invasato in circolazione, c’è sempre una mente che li fomenta ed una mano che li arma…

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(59) Cazzata o Stronzata?

Posted in Zì Baldone with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 2 febbraio 2014 by Sendivogius

The man with the iron fists (1)

Classifica GENNAIO 2014″

Dati gli ultimi sviluppi, ci sentiamo in dovere di scusarci con gli affezionatissimi Lettori, sciogliendo la riserva circa l’annoso dubbio che per troppo tempo ci ha tormentato…
A lungo ci siamo infatti chiesti se il cosiddetto “MoVimento 5 Stelle” del sedicente comico Beppe Grillo, fosse più prossimo al fascismo oppure al nazismo. E sappiamo che ciò ha irritato più di qualcuno tra coloro che con somma pazienza continuano ad onorarci della loro attenzione.
Oggi, con assoluta certezza, possiamo dire che il M5S è quanto di più vicino al nazismo ci possa essere in Europa. La parabola fascistoide, dagli esordi sansepolcristi al ducismo esasperato del “capo politico”, è bella che superata per declinare in qualcosa di altro e di peggio.
Nonno Benito, a modo suo, aveva un senso della misura totalmente sconosciuto agli scatenati balilla a cinque stelle, che hanno scambiato il Parlamento della Repubblica per la loro personale sala giochi.

«Mi sono imposto dei limiti. Mi sono detto che la migliore saggezza è quella che non ci abbandona dopo la vittoria. Con 300 mila giovani armati di tutto punto, decisi a tutto e quasi misticamente pronti ad un mio ordine, io potevo castigare tutti coloro che hanno diffamato e tentato di infangare il Fascismo. Potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli: potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto

  Benito Mussolini
(16/11/1922)

nazi-frocetti Questi di limiti invece non ne conoscono alcuno, immersi come sono nel loro fanatismo iconoclasta; pervasi da un furore nichilista che rasenta la psicopatologia di massa, in un clima di scontro permanente che assomiglia sempre più agli spettri della “guerra civile”. Guerra sempre più evocata e annunciata nelle loro iperboli bellicistiche, con un capo politico che incita al linciaggio digitale; agita liste di proscrizione per l’insulto libero di maschi biliosi, obnubilati dalle loro perversioni sessuali represse, che raggiungono l’apice dell’infamia quando il bersaglio è donna. E lo fanno attraverso una violenza sotterranea, che si autoalimenta di suggestioni necrofile e frustrazioni sessiste, livori incontrollati e odio settario, minacce in stile para-mafioso e allusioni da gergo neo-brigatista.
Dopo la presidente Laura Boldrini, rea di non cedere alle intimidazioni ed alle insolenze di queste masnada scatenata di picchiatori virtuali, alla lista si aggiungono il critico d’arte Philippe Daverio e il giornalista Corrado Augias, che con un editoriale magistrale mette a nudo tutta la miseria umana e intellettuale di simile feccia.
Il rogo del libroDallo squadrismo al rogo dei libri, la mutazione è completa.
Convinti come sono di fare la riVoluzione, essi sono “oltre”: proiettati oltre la normale convivenza civile, oltre le più elementari norme di civiltà, oltre le regole del Diritto. Sono oltre la stessa Democrazia, che dicono di voler difendere ma della quale fanno scempio costante, nello stravolgimento compiaciuto delle forme istituzionali, nella provocazione reiterata e l’insulto più becero, in una continua demistificazione dei fatti e delle opinioni, secondo i meccanismi consolidati della dissonanza cognitiva. L’abbiamo già detto: per spiegare i meccanismi del M5S bisogna ricorrere alla psicologia clinica.
Null’altro sembra scaturire fuori da questa fabbrica a ciclo continuo di odio e letame; da questo prolungamento intestinale del Vate® che volle farsi duce: il vigliacco matricolato che prima aizza le sue mute di cani rabbiosi e poi finge con somma ipocrisia di moderarne gli istinti, che lui stesso ha provveduto a scatenare nella loro espressione più bassa e selvaggia.
È la versione minimalista del bastone e della carota, con quest’ultima sostituita dai cucchiaini di un Alessandro Di Battista, in arte “Dibba”: il neo-delfino del Capo politico, il volto belloccio dell’Ufficio Propaganda del moVimento da esibire in pubblico, mentre discetta di “libertà” e “democrazia” delle quali con ogni evidenza ignora persino le basi. Sull’argomento, il “Dibba” da Civita Castellana potrebbe farsi istruire da papà Vittorio, che in materia è un vero esperto… Tanto per ricordare l’alveo culturale e politico da cui provengono questi personaggi, selezionati non a caso.
In tempi lontani, Herman Rausching, conservatore tedesco ed esponente di punta del partito nazionalpopolare, che in un primo tempo aderì al nazismo per allontanarsene disgustato, parlò di “rivoluzione del nichilismo” per descrivere il fenomeno e prendere la via dell’esilio:

Herman Rauschning«In Germania non si è compreso che la teoria politica moderna dell’azione diretta è strettamente connessa con la filosofia della violenza. Smend, docente di diritto all’università di Berlino, si limita in sostanza a constatare che nelle democrazie odierne le masse abbisognano di forme di vita elementari, plebiscitarie, istintive, in ogni caso immediate…. Questo principio formale è quello che ispira al nazionalsocialismo i suoi solenni e pubblici riti. I plebisciti e le azioni delle sue formazioni. Il nazionalsocialismo si conforma all’idea di Sorel che vuole che l’individuo partecipi anch’egli direttamente e personalmente alla vita politica. È questo un metodo tendente ad allargare la base della politica, ad attivare la massa in apparenza, mentre in realtà la sottrae ad ogni esercizio politico.
[…] L’atteggiamento antintellettualistico e antirazionalistico del dinamismo non è casuale, ma è l’espressione necessaria di una totale assenza di norme.
[…] A prima vista, si sarebbe portati a vedere nel partito nazista di massa nient’altro che un simile evoluzione, accompagnata dal degenerare di una dottrina politica a ideologia demagogica, destinata ancora unicamente alla massa. Il principio del “capo” e dei seguaci sopprime ogni possibilità di costruire uno Stato. Là dove questo principio presiede alla formazione della volontà politica, non è più possibile uno Stato nell’accezione tradizionale del termine, e lo stesso si può dire per l’ordinamento sociale.»

  La Rivoluzione del Nichilismo
Herman Rauschning
Mondadori (Milano, 1947)

Ed ora passiamo pure alla nostra consueta rubrica, tanto per non perdere di vista il resto del cucuzzaro…

  Hit Parade del mese:

01. NEVRASTENIA DEMOCRATICA

[12 Gen.] «Facile individuare i mandanti morali delle molotov: ad esempio quegli artisti che sventolano le bandiere contro la Tav, Fiorella Mannoia, Caparezza. Non sanno di che parlano. Non sanno un cazzo, non sanno niente!»
  (Stefano Esposito, il Nevrastenico)

02 - Giovanardi02. PIAGHE BIBLICHE

[22 Gen.] «L’alluvione di Modena è tutta colpa delle nutrie!»
  (Carlo Giovanardi, caso clinico)

03 Biancofiore03. EREZIONI

[21 Gen.] «Dudù, da buon uomo di quella famiglia, visto che la mia cagnetta Puggy era in calore, voleva accoppiarsi. Non so se c’è riuscito, lo vedremo tra qualche mese. Non credo ce l’abbia fatta. Ma è la natura. Davanti a me non c’è riuscito, ci ha provato, Puggy è femmina e pure figa. Questo vuol dire che Dudù non è assolutamente gay, e urca se è dotato, l’ho visto in erezione!»
  (Michela Biancofiore, l’Inconfondibile)

04 Sorial04. Squadristi a Cinque Stelle: BOCCHE APERTE

[28 Gen.] «Potremmo dire che il boia Napolitano sta avallando queste azioni nei confronti dell’opposizione, per cucirci la bocca, per tagliarci le teste.»
  (Giorgio Sorial, Cammellone egizio)

04b Tofalo04.bis Squadristi a Cinque Stelle: BOIA CHI MOLLA!

[29 Gen.] « Boia chi molla, presidente Boldrini, boia chi molla! E noi non molleremo!»
  (Angelo Tofalo, il Resistente)

05 De rosa05. IL BUCO…

[30 Gen.] « Voi donne del PD siete qui perché siete brave solo a fare i pompini!»
  (Massimo Felice De Rosa, lo Specialista)

05b De Rosa04.bis …E LA TOPPA!

[31 Gen.] «Mi riferivo a tutti: ho detto che qua dentro sono entrati solo perché conoscevano qualcuno di importante o avevano fatto qualche favore sessuale»
  (Massimo Felice De Rosa, Blowjob Specialist)

dibba05. PENSIERI SUBLIMINALI

[25 Gen.] «L’immoralità è come il letame, si deve trattare con la pala, non con il cucchiaino d’argento. Se entri in in quel Palazzo e tu ti mischi a loro e ti ungi un dito, ti ungi tutta la mano.»
  (Alessandro Di Battista, l’Untore)

dibba 205.bis CANDIDATURE PROMOZIONALI

[31 Gen.] «Sarei in grado di fare il Presidente del Consiglio»
  (Alessandro Di Battista, lo Statista)

razzi06. RAZZI VOSTRI: la Corea democratica di Kim Jong-Un

[06 Gen.] «Kim Son Un (!?!) è un moderato. Sembra un dittatore, ma è un moderato; lui sta cercando di portare un po’ di democrazia in Corea del Nord. E siccome lo zio voleva fare un complotto, il nipote ha fatto magnare lo zio dai cani! Io non lo vedo come un dittatore, ma come un vecchio democristiano, un politico bravo. Io in Corea del Nord mi sono sempre trovato benissimo, e non ho visto nessuna bomba atomica»
  (Antonio Razzi, Eredità Dipietrista)

razzi 206.bis RAZZI VOSTRI: Lavoriamo per noi

[23 Gen.] «Eliminare il Senato? Sapete, quando uno è qui che lavora per il bene degli italiani, lasciare a metà dispiace… noi siamo anziani, e i saggi sono importanti. Controlleremmo il lavoro dei deputati che sono spesso giovani, inesperti, nemmeno conoscono la Costituzione. Vabbè, quella non la conosco nemmeno io!»
(Antonio Razzi, il Saggio)

razzi 306.ter RAZZI VOSTRI: Ricollocamenti

[26 Gen.] «Io per passare con Berlusconi non ho avuto niente, magari avessi ricevuto dei soldi! Sapevo che Di Pietro non mi candidava più, io ero morto. E allora se tutti pensavano ai cazzi suoi, famme pensa’ un po’ ai cazzi miei no!»
  (Antonio Razzi, Super-Squallor)

santelli07. ALLE FALDE DEL KILIMANGIARO…

[15 Gen.] «I neri hanno la fortuna di non doversi truccare, e quindi sono più fortunati di noi.»
  (Jole Santelli, la Bella della politica)

ganja08. CANNE AL VENTO

[29 Gen.] «Dalla legalizzazione della cannabis possono arrivare otto miliardi di euro per lo Stato. Ma mi trovo nella zona fumatori della Camera, nel rispetto della legge.»
  (Daniele Farina, Ganja-man)

Stalin09. CRONACHE MARXIANE

[18 Gen.] «C’è bisogno di cambiare il sistema. Noi proponiamo di uscire dall’Unione Europea, di nazionalizzare le banche ed espropriare le grandi imprese.
Noi siamo per il ritorno dell’ideologia, in continuità con la Rivoluzione d’Ottobre. E con l’Unione Sovietica, dove il socialismo è fallito solo dopo l’avvento di Krusciov (…) lo stalinismo fa parte del nostro patrimonio, ma noi siamo marxisti-leninisti»
  (Marco Rizzo, il Marxiano)

Remigio Ceroni10. ANNULLAMENTI

[18 Gen.] «Chiedo l’annullamento delle multe per ragioni legate alla carica istituzionale rivestita.
Per via del ruolo che ricopro macino tantissima strada, talvolta mi capita di accompagnare politici di fama nazionale che con gli autisti sfrecciano, superando i limiti. Io, che li devo seguire, prendo le multe.»
  (Remigio Ceroni, il Multato)

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