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Il Sacco di Roma

Posted in Roma mon amour with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 13 dicembre 2010 by Sendivogius

Premessa
Che le Municipalizzate costituissero un bacino privilegiato di collocamento politico è una realtà evidente ed un malcostume antico del peggior familismo amorale.
Tuttavia, MAI si era assistito ad un abuso tanto vergognoso e così gigantesco, com’è avvenuto nelle aziende partecipate del Comune di Roma: migliaia di assunzioni clientelari all’insegna del nepotismo più estremo, consumate tutte in pochissimi mesi, subito dopo l’espugnazione del Campidoglio da parte del post-fascista Gianni Alemanno. Uno scempio del genere non s’era visto nemmeno sotto le famigerate giunte dei vari Rebecchini.. Darida.. Pietro Giubilo..!
 Forse bisogna ritornare al ‘Sacco’ del 1527 ad opera degli alemmanici Lanzichenecchi, per ritrovare uno schifo simile: la città completamente paralizzata e ridotta preda bellica, ostaggio delle cricche più ingorde, battuta in lungo e largo da bande di saccheggiatori insaziabili.
Adesso che la parentopoli romana sta assumendo le dimensioni di uno scandalo senza precedenti, in molti sembrano finalmente scoprire quale sia la vera natura del “modello Alemanno” che nella persona di Franco Panzironi  ha il suo ‘ingegnere’ di fiducia.
Funzionale alla costruzione del consenso, si tratta di un metodo di potere che amplia e supera il vecchio assistenzialismo clientelare di memoria democristiana. Non ha nulla di particolarmente complesso e nella sua struttura feudale mantiene piuttosto qualcosa di arcaico.
Dall’ATAC, all’AMA, passando per ACEA, fino a “Risorse per Roma”… è un sistema collaudato che si avvale sempre dei medesimi bracci operativi, come delle stesse strutture, e viene riproposto uguale a sé stesso, fin dai tempi della disastrosa gestione di Panzironi all’UNIRE con Alemanno ministro.
In proposito, permetteteci di dire che, nella sua evidenza, avevamo già affrontato in dettaglio l’analisi del sistema Alemanno-Panzironi, esattamente un anno fa, in un articolo del quale siamo particolarmente orgogliosi e che vi consigliamo di (ri)leggere: QUI.
Dimostrazione pratica che, a volersi informare, il copione della spudorata farsa attuale era già bello che scritto! E certe notizie, come le abbiamo trovate noi (pure con una certa facilità), avrebbero dovuto reperirle anche ‘altri’ in più istituzionale sede…

L’ASSALTO ALLE MUNICIPALIZZATE
Tra aziende municipalizzate e agenzie comunali, l’amministrazione capitolina dispone di una ventina di società controllate, ognuna con i suoi cospicui patrimoni immobiliari, fondi di bilancio e la disponibilità di un budget di spesa fiduciario. Con i loro CdA da occupare e la pletora di assunzioni pilotate da lottizzare, si capisce come tali aziende costituiscano per i “professionisti della politica” il vero tesoro di Roma e quanto questo faccia loro gola…
 Tra i gioielli più ambiti c’è sicuramente l’ACEA, un colosso industriale, operativo nell’intero ambito nazionale, che gestisce i servizi energetici ed idrici della Capitale. L’ACEA è la più ambita delle prede; da tempo è entrata nell’agone dei grandi speculatori privati che vede contrapposti gli interessi della famiglia Caltagirone e quelli della multinazionale francese GdF-Suez, in vista dell’imminente attuazione del cosiddetto “decreto Ronchi” che obbliga le municipalizzate pubbliche a cedere il pacchetto azionario di maggioranza ai privati. Per saperne di più, cliccate QUI.
Tuttavia, le più accessibili agli appetiti delle cosche elettorali sono sicuramente le grandi agenzie collegate alla mobilità romana, senza per questo dimenticare l’AMA (Azienda Municipale Ambiente) che si occupa dell’igiene urbana, e gioiellini minori come il CAR (Centro Agroalimentare Roma) e la EUR SpA. A queste andrebbero poi aggiunti pure gli istituti previdenziali ed assicurativi del Campidoglio (AdiR e IPA); “Zetema” e la “Roma Multiservizi” per gli interventi integrati sul tessuto urbano e nelle strutture museali, fino alla ghiottissima “Risorse per Roma” che della città gestisce l’immenso patrimonio immobiliare.

IL SACCHEGGIO DELL’ATAC
L’ATAC S.p.A. (Azienda Tramvie ed Autobus) è la società che gestisce il trasporto pubblico urbano. In seguito alla fusione del 01/01/2010, l’ATAC assorbe al suo interno le società Met.Ro. e Trambus, assumendo il controllo diretto di ogni forma di mobilità collettiva nell’Area Metropolitana di Roma: dalle metropolitane alle ferrovie regionali; dai parcheggi di scambio e sosta tariffata, fino ai servizi di trasporto scolastico e le linee turistiche. Le funzioni di pianificazione, progettazione e controllo della viabilità vengono invece affidate all’Agenzia Roma Servizi della Mobilità, mentre la manutenzione delle linee metropolitane e la realizzazione delle opere complementari è pertinenza della “Roma Metropolitane” anch’essa a gestione separata.
Il primo amministratore delegato della nuova ATAC S.p.A. è Adalberto Bertucci, su nomina diretta del sindaco Gianni Alemanno.
 Adalberto Bertucci è un ragioniere commercialista, già presidente dell’Ordine dei Consulenti del lavoro per Roma e Provincia. Politicamente, è stato consigliere  di Alleanza Nazionale per il Comune di Guidonia-Montecelio: policentrico paesone dormitorio alle porte di Roma Nord e fucina prediletta per raccomandati di ogni risma! Il suo primo approccio con la mobilità urbana sono legate alla certificazione dei bilanci per Cotral (Azienda di trasporto pubblico regionale) come revisore contabile. A questa si aggiunge una precedente esperienza (non proprio esaltante) come amministratore delegato di Trambus, sempre su indicazione di Alemanno (15/06/2008).
In realtà, la dote concreta che le tre aziende accorpate (Atac; Trambus; Met.Ro) portano alla nuova S.p.A. è una spaventosa perdita di 91,2 milioni di euro nel bilancio d’esercizio. Il debito più pesante è proprio quello ereditato da Trambus, già beneficiata dell’oculata gestione di Bertucci.
Nei successivi otto mesi che precedono la sua cacciata dall’ATAC, il fenomenale Bertucci riesce a portare il buco di bilancio all’incredibile cifra di 120 milioni di euro.
Tra le spese indispensabili, subito autorizzate dal nuovo amministratore, ci sono sicuramente i 200.000 euro investiti per l’acquisto di gadget griffati destinati ai dirigenti.
Oppure i 360 milioni di appalti affidati  senza nessuna gara d’appalto e con documenti  contraffatti e false comunicazioni. Ad esempio, una commessa da 13 milioni di euro per l’acquisto di 900 dischi-freno per i treni della metro, pagati quattro volte in più del prezzo reale:

…è il 31 dicembre 2009 quando l’ad di Metropolitane di Roma, Antonio Marzia, decide di assegnare con procedura negoziata la fornitura di 500 dischi-freno per l’anno 2010 alla società ATS srl, sostenendo che i materiali in questione «non sono reperibili sul mercato ma commercializzati, con diritto di esclusiva» dalla società prescelta. Dunque, alla vigilia di Capodanno, appena un giorno prima della fusione in Atac, Met.Ro. spa dispone un acquisto di 3,376 milioni più Iva, circa 6.750 euro a pezzo. Trascorrono quattro mesie l’ad di ATAC, ormai unica maxi-azienda, Adalberto Bertucci, stipula il contratto di fornitura con la Ats. Si scavalla l’estatee il CdA di ATAC viene convocato per il 16 settembre. Ventiquattr’ore prima, arriva a sorpresa un’integrazione all’ordine del giorno: «Proposta di deliberazione sulla assegnazione ad ATS srl del contratto di fornitura relativa all’acquisto di 900 dischifreno per l’anno 2011». In sostanza Bertucci tenta il blitz e cerca di far passare lo stesso provvedimento a suo tempo adottato da Met.Ro., ribadendo che la società affidataria dell’appalto è «l’unico operatore economico finora conosciuto sul mercato» e ora anche «attuale fornitore esclusivista». La commessa stavolta è assai più ghiotta: oltre 6 milioni. Con la possibilità di arrivare a 13 sulla scorta di una nota della Direzione tecnica di Atac (n.46713 del 18 marzo 2010) nella quale si sostiene che lo stato dei dischi-freno è tale da richiedere «un importante e generale intervento di sostituzione per il biennio 2010-2011» che imporrebbe «un approvvigionamento massiccio pari a circa 2.500-3.000» pezzi. Ed è qui che il collegio sindacale si insospettisce. Chiede un rinvio del cda, ma Bertucci si oppone e lo riconvoca con l’identica proposta. Il “capo” dei sindaci, Massimo Tizzon è però irremovibile. E si mette a indagare. Scoprendo che i vertici di Met.Ro. e Atac hanno mentito: il fornitore, lungi dall’ essere «l’unico operatore conosciuto sul mercato», non è neppure un «primario produttore» bensì titolare di un’attività di “Commercio all’ingrosso di ricambi, sedili e impianti frenanti destinati a mezzi di trasporto collettivo”, che per di più si approvvigiona di «dischi divisi in due metà costruiti in Slovenia e addirittura non acquistati direttamente ma attraverso un intermediario indipendente». Non solo. Tizzon cerca altre aziende del settore e si fa fare due conti: ogni disco – come da preventivo della società leader Knorr-Bresme Rail System Italy srl – costa 1.700 euro e non già i 6.700 pagati da Atac per conto di Me.Tro. Quattro volte di più. Un prezzo «che può considerarsi fuori mercato».

  Giovanna Vitale
La Repubblica (04/12/2010)

 Più letale della peste nera, il supermanager cerca di tappare la voragine, esponendo l’azienda ad un indebitamento con le banche intorno ai 345 milioni di euro. Di conseguenza, il margine operativo lordo che misura la redditività dell’azienda crolla da 97,4 milioni a 60,5 milioni di euro, con una perdita del 20% in quote di mercato. Ne consegue che, per far fronte all’indebitamento crescente, l’ATAC dovrà intaccare le sue riserve strategiche con la dismissione del proprio patrimonio e la cancellazione di numerose tratte, pure previste dal contratto di servizio, a tutto danno dell’utenza.
Tuttavia, ciò non impedisce a Bertucci di aumentarsi unilateralmente il proprio stipendio. Infatti, a fronte degli straordinari risultati raggiunti, l’ex ad Bertucci deve aver reputato i suoi 140.000 euro di retribuzione annua una vera miseria. Ed in effetti la sua indennità, se comparata agli alti manager pubblici che operano nel settore della “mobilità” nell’era Alemanno, è una vera miseria…

Federico Bortoli, amministratore delegato e dirigente di Roma Metropolitane: 493.833,48 euro.

Enrico Sciarra,  amm. delegato e dirigente di Roma Servizi per la mobilità: 312.500 euro
Massimo Tabacchiera, presidente e dirigente di Roma Servizi per la mobilità: 258.000 euro

Luigi Legnani, presidente ATAC: 139.414,8  euro di cui 57.406 di indennità di risultato.

Poi c’è il caso di Gioacchino Gabbuti, amministratore delegato e direttore generale di “ATAC Patrimonio” con i suoi 457.118 euro, inclusi i 99.750 euro percepiti a titolo di indennità di risultato.
Perciò, per pareggiare i conti, nell’Agosto 2010, con un blitz in CdA,  Bertucci si auto-nomina consulente di sé stesso conferendosi un contratto triennale da 219.000 euro all’anno, per un totale di 359.586 euro annuali.
Se le linee vengono cancellato e le tratte diminuiscono, crescono in compenso le consulenze esterne (20 milioni di euro nell’anno 2009). Questo perché con i suoi 13.000 dipendenti l’ATAC è certamente un’azienda sotto organico che necessita di competenze esterne, profumatamente pagate.
Il previdente Bertucci affronta subito il problema, provvedendo all’assunzione di 854 nuovi dipendenti, tutti a tempo indeterminato e per chiamata diretta. Inoltre, nell’aumento delle spese per il personale, andrebbero contemplati anche i generosi scatti di carriera ed altre indennità come ad esempio:

«…la sistematica applicazione di una serie di privilegi, assegni ad personam, scatti di carriera improvvisi e ingiustificati, orari fiduciari (in sostanza il dipendente deve semplicemente attestare la sua presenza in ufficio timbrando una volta sola in entrata), inaugurati dall’ amministrazione di centrosinistra ma dilagati sotto il centrodestra senza criterio alcuno se non quello della fedeltà o dei legami familiari. La voce più pesante è senza dubbio l’assegno ad personam, sorta di integrazione allo stipendio base: può oscillare dai 200 ai mille euro al mese e viene in genere elargito per compensare l’attribuzione di una qualifica o di una retribuzione al di sotto delle pretese dello sponsor di turno. A beneficiarne, un piccolo esercito che pare ormai contare circa 400 dipendenti, la cui lista è rigorosamente top secret, titolari di un sensibile arrotondamento in busta paga. Tra i numerosi fortunati, tanto per cambiare, gli assunti nell’ ultimo biennio: l’ex segretaria dell’assessore Sergio Marchi, Loredana Adiutori, nonché la figlia Federica Belligotti; Flavia Rotondo, moglie di Gioacchino Camponeschi, segretario regionale della Faisa-Cisal, meglio noto come “il sindacato del sindaco Alemanno”, nonché la loro figlia Sarah; Nicola Valeriani, genero del deputato Vincenzo Aracri, che certo ne aveva bisogno essendo stato reclutato come semplice capo-ufficio; il segretario del circolo ferrotranvieri del Pdl Fabio Moro, che non solo ha ottenuto un sensibile ritocco per sé ma pure per la sorella Alessia; Clara Marchi, nuora della segretaria dell’ ex ad Adalberto Bertucci, quella Francesca Romana Zadotti detta la “zarina” presto nominata dirigente e poi anche ad di Open Trambus. Infine, l’ex consigliere municipale pdl Pietro Menicucci, molto ben imparentato e già preso come dirigente

 “Stipendi d’oro e promozioni lampo”
di Giovanna Vitale
La Repubblica – 08/12/2010

Nel primo semestre del 2010, il costo del personale lievita dai 576 milioni del 2009 a 625 milioni euro, con una perdita d’esercizio stimata attorno ai 150 milioni di euro per la fine dell’anno.
Con Bertucci, l’ATAC diventa il mostro in grado di fornire inesauribili opportunità occupazionali alla pletora di clientes che gravitano attorno alle cloache della politica.

LA FAME NERA
 È curioso come il podestà Alemanno, presenzialista della telecamera amica, si faccia ritrarre spesso nell’attività che meglio gli riesce e nella quale più volentieri indugia, evidentemente inconsapevole dei richiami allusivi che la pratica reiterata comporta.
 In effetti, sembra di assistere ad una variante estrema della romanesca “Società dei Magnaccioni” dove vecchi e nuovi camerati si accalcano sul buffet a sbafo, mentre con la bocca piena bofonchiano me ne frego! quasi a soddisfare una fame antica e nerissima.
Divelti i cancelli della porcilaia, il banchetto predisposto all’ATAC è un ottimo antipasto per placare almeno in parte gli appetiti di un lungo digiuno…
La spartizione delle spoglie di guerra, per quel che concerne l’azienda dei trasporti, viene affidata a Vincenzo Piso, deputato e coordinatore regionale PdL. Sembrerebbe infatti che insieme a Gianni Sammarco, il coordinatore romano del PdL, l’on. Piso si sia occupato dello smistamento delle liste di raccomandati, rigirandoli a Bertucci per la firma…
Assai maliziosamente ci sarebbe da chiedere se non si tratti dello stesso Enzo Piso, ex militante di Terza Posizione e vicino agli ambienti rautiani di Ordine Nuovo, arrestato nel 1980 e rimasto in carcere per quattro anni con l’accusa di banda armata prima di essere prosciolto. Quello stesso Piso che fu tra i comandanti della “Legione”, una creazione di Peppe Dimitri (altra vecchia conoscenza di Alemanno) all’interno di TP: era un corpo d’elite ma anche se  si svolgevano attività di tipo paramilitare non era una struttura militarista. Era una comunità elettiva (intervista del 22/06/1989).
Nel nostro caso, più di una “comunità elettiva”, si tratta di una ‘fogna’ che ha trasformato Roma in una cloaca mundi, nel sostanziale silenzio dell’ectoplasmatica opposizione capitolina… Forse perché non pochi dei medesimi consiglieri hanno trovato posto tra le accoglienti poppe dell’ATAC… In proposito, consigliamo una edificante lettura: QUI.

COLLETTO E MOSCHETTO
Terza Posizione Nella cascata di nomine che ha travolto l’ATAC, non poteva certo mancare il ricollocamento dei reduci dell’eversione nera in disarmo. Infatti, tra i miracolati della premiata ditta Alemanno, sarà opportuno ricordare altri due bei figurini appositamente ripescati dalle foto ricordo dell’album della nera famiglia*.

  [*Attenzione! Leggere bene gli aggiornamenti integrativi] 

Gianluca Ponzio, laurea e master in diritto del lavoro e diritto amministrativo, ha lavorato in passato nella dirigenza di ALITALIA, dove si è occupato della gestione del personale e dell’organizzazione. Assunto all’ATAC è diventato responsabile del Servizio Relazioni Industriali.
Un curriculum di tutto rispetto e qualche peccatuccio veniale di gioventù, legato alle sue frequentazioni coi “fascisti di sinistra” di Terza Posizione.

“Ponzio è un fedelissimo di Peppe Dimitri, militante di TP dell’Eur. La prima denuncia per rissa è a 15 anni, poi un fermo all’aereoporto di Fiumicino mentra accompagna il latitante Taddeini (ultimo latitante libero del nucleo operativo di TP dopo l’arresto di Ciavardini e De Angelis). Il primo arresto è due mesi dopo il 1980. Poco più che diciassettenne tenta la rapina nello studio di un avvocato, apre il fuoco sul carabiniere che in strada gli intima l’alt, ferito e catturato si dichiara prigioniero politico. Esce dal carcere nel 1982 e subito si mette nei guai dando la mano ad un vecchio amico dell’EUR, Walter Sordi. Il superpentito non è generoso con chi l’ha aiutato: non solo lo fa arrestare ma gli attribuisce anche un paio di rapine del nucleo operativo di TP. I processi vanno bene per Gianluca; sei mesi di favoreggiamento per i NAR, insufficienza di prove per le rapine, ma intanto si è cuccato altri tre anni e tre mesi di custodia cautelare. La lunga detenzione, in anni decisivi per la formazione, e il senso dell’ingiustizia subita, piuttosto che dissuaderlo, rafforzano i vincoli di solidarietà con i camerati.”

 Ugo Tassinari
Fascisteria
Castelvecchi; Roma 2001.

Almeno questo è quanto si legge nell’opera di Tassinari: autentica miniere di notizie e vera enciclopedia della fascisteria romana.
C’è da aggiungere che all’attivo Gianluca Ponzio ha anche un arresto per detenzione di armi: il 02/03/1989, alla Stazione Tiburtina, si fa beccare dai Carabinieri mentre ritira le armi dei NAR insieme a Giorgio De Angelis ed Antonio D’Inzillo di cui avevamo accennato  QUI.

N.B. Aggiornamento del 07/05/2012 – Abbiamo avuto l’opportunità di conoscere davvero Gianluca Ponzio e di intrattenere con lui una fruttuosa e assai garbata corrispondenza. Ad onore della verità, è bene precisare che ci siamo trovati dinanzi ad un uomo molto diverso da quello che ci eravamo immaginati, e per nulla identificabile con il profilo descritto a suo tempo da Tassinari. Certamente, a distanza di oltre 20 anni dai fatti a lui ascritti, bisogna dire che Ponzio non è affatto un fanatico, né un estremista esaltato. Anzi! L’impressione che ne abbiamo dedotto è quella di una persona brillante, trascinata suo malgrado in un tritacarne mediatico, che ne distorce la figura professionale e soprattutto ne offende la dimensione umana dalla straordinaria sensibilità. Non crediamo di fare un torto se riportiamo parte delle sue parole, senza venir meno agli obblighi della riservatezza:

Chi ha scritto di me sui giornali o sul web in occasione della così detta Parentopoli, recuperando fatti (molti dei quali per altro non veri) di trenta anni fa senza minimamente entrare nel merito di chi sono io oggi e quale titolo ho per avere un ruolo in azienda pubblica ha commesso a mio avviso solo un violento atto ideologico e non un ‘dovere di cronaca’.
(…) Io non sono il Personaggio che è emerso dalle cronache, così come non lo sono mai stato.
Il mio primo giorno di ginnasio, avevo poco più di quattordici anni, non potei entrare a scuola per un picchetto e fui violentemente respinto dal collettivo autonomi del Liceo Vivona.
(…) era difficile non prendere una posizione all’epoca.
Di fondo io ho sempre amato la libertà e ricercato la giustizia e la difesa dei deboli. Molte volte in modo ingenuo, se non in alcuni casi deleterio ed errato, ma mai mi sono sentito culturalmente prossimo a quell’immaginario fascista o nazista che mi hanno attribuito. A suo tempo ho preso posizione in merito, nel mio interno politico e non ne ho mai fatto mistero.

E proprio per dovere di cronaca alleghiamo un paio di documenti, abbastanza eloquenti sui carichi pendenti, imputabili a Gianluca Ponzio…

      

Francesco Bianco invece costituisce un caso completamente diverso. Con una militanza ininterrotta nell’estrema destra fascista, è un vecchio residuato dei NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari): la formazione terroristica fondata dai fratelli Giusva e Cristiano Fioravanti, durante metà degli anni ’70 a Roma. E della quale abbiamo parlato QUI.
Bianco è più che altro un gregario di bassa manovalanza, con ruoli defilati all’interno della ‘Banda Fioravanti’, dove svolge funzioni di basista. Quanto basta però per collezionare una serie di processi penali per aggressione, detenzione di armi, rapina, omicidio e tentato omicidio.
Nella fattispecie, il 28 Febbraio 1978, viene accusato di concorso nell’omicidio di Roberto Scialabba, operaio elettricista di 24 anni, nella Piazza Don Bosco a Cinecittà.
Il 6 Marzo 1978 partecipa invece alla rapina nell’armeria Centofanti di Monteverde. Nell’assalto rimane ucciso Franco Anselmi, uno dei componenti della banda. Il giovanissimo Francesco Bianco è alla guida dell’auto rubata; si fa prendere dal panico e per poco non molla i suoi complici a piedi davanti l’ingresso dell’armeria, rischiando di farsi ammazzare sul posto da un furioso Giusva Fioravanti.
Il 25 marzo 1980 viene accusato degli attentati al cinema Induno e Garden. Nel 1981 in carcere a Viterbo rischia di farsi scannare da un branco di guappi ai quali ha mancato di rispetto.
Dopo la scarcerazione per decorrenza dei termini di custodia cautelare, si dà una calmata; negli anni ‘90 si avvicina ai nostalgici di Terza Posizione ed aderisce a Forza Nuova, fino alla recente assunzione in Trambus e alla successiva transumanza all’ATAC dove lavora al “Nucleo Amministrativo Rimessa” (N.A.R.). Le ironie del caso… 
Nel 1999 lo ritroviamo “federale romano” di Forza Nuova. Il 13 maggio del 2000, dopo la partita Lazio-Juve, viene visto al fianco dei tifosi laziali durante gli scontri con la Polizia che dai Parioli si estendono al quartiere Pinciano fino a lambire Piazza del Popolo. In tempi recenti, Francesco Bianco continua a far parlare di sé: QUI.

ATAC – Il partito dei Raccomandati
 Investito dalle polemiche, il mitico Sergio Marchi, assessore comunale alla mobilità, preannuncia un controllo accurato sulle assunzioni degli ultimi 10 anni e sibillino avverte: “Ne vedremo delle belle! Usciranno cose sconvolgenti…”
Infatti, nell’arco di 24h si scopre che lo stesso Marchi ha piazzato in azienda la sua segretaria, Loredana Adiutori e la di lei figlia. Ma all’ATAC si è trasferita pure la fidanzata, Flavia Marino, già dipendente COTRAL, e subito beneficiata con la promozione a quadro con un interessante balzo di carriera e stipendio.
All’Agenzia per la Mobilità, l’assessore Marchi ha invece piazzato il ‘cognato’, Claudio Marino, alla “Direzione relazioni esterne ed industriali”, con una consulenza di 4 mesi. Oltremodo munifico, si preoccupa di accontentare anche le richieste dei suoi più stretti collaboratori. Pertanto, sistema nello stesso dipartimento del cognato pure Francesca Bottinelli, moglie di Enrico Guarneri, capo staff dell’assessore, nonché Mariella Plotino, ex fidanzata di Giuseppe Leoni, altro uomo della squadra di Marchi.
Sulla stessa falsariga, è esilarante il caso di Giorgio Marinelli, il caposcorta di Alemanno, che si è visto assumere i figli Giorgio e Ilaria.
Alemanno ha gridato ai quattro venti la sua estraneità in merito alle assunzioni, dichiarando di non conoscere nemmeno i ragazzi in questione. Quando qualcuno gli ha fatto notare che era presente persino alle nozze  di Ilaria Marinelli, il fenomeno vivente ha dichiarato di aver sbagliato matrimonio!

Oltre al buon Sergio Marchi, sarà il caso di ricordare anche qualche altro generoso patrono e relativi beneficiati, tutti all’insegna del tengo famiglia

Adalberto Bertucci (ex amministratore delegato di ATAC):
 Patrizio Cristofari, fioraio di Guidonia, e soprattutto genero di Adalberto Bertucci, che con un diploma da perito tecnico è assurto alla guida dell’Area Mantenimento Opere civili e impianti.
 Fabio Giangreco, nipote di Adalberto Bertucci. 
 Francesca Romana Zadotti, ex segretaria di Bertucci, promossa prima capo “Conformità, Rischio e Certificazioni” di ATAC e poi, a partire dal mese di Luglio, addirittura consigliere delegato di Trambus Open
 Carla Marchi, nuora di F.R.Zadotti, assunta all’Ufficio Marketing.
 Mauro Lombardi, già vicesindaco di Guidonia, assunto come responsabile “Acquisti e Monitoraggio contratti”.
 Marco Bernardini (32 anni), anche lui vicesindaco ma stavolta in carica a Montelibretti.
Per la sua sicurezza personale Adalberto Bertucci aveva inoltre arruolato ben quattro bodygard per la sua incolumità personale: ex pugile, un cuoco e un buttafuori nei locali notturni.

Vincenzo Aracri, deputato PdL, ha fatto assumere:
 Il genero Nicola Valeriani;
 la cognata del primogenito Marco;
 la figlia della sua segretaria (a sua volta distaccata dal Campidoglio e promossa dirigente).

Antonino Torre, generale passato alla politica nella lista civica pro-Alemanno, ha provveduto a far arruolare il figlio all’ATAC come tecnico informatico.

Emanuele Di Lauro ed Ettore Tirrò, consiglieri comunali (PdL) nel Comune di Tivoli, hanno risolto il loro problema di precari della politica, assegnandosi un bel contratto a tempo indeterminato.
E tal Manolo Cipolla, altro consigliere locale del PdL ed ennesimo burino calato in città, stavolta però da Palombara Sabina, nominato dirigente pur non avendo la necessaria laurea. Non contento, Cipolla s’è portato appresso pure il marito della sorella.

Un paragrafo a parte meriterebbe la carica delle fidanzate e delle segretarie particolari…
Tra tutte, spicca vistosamente la prorompente Giulia Pellegrino (25 anni) assunta come segretaria in forza nello staff di Marco Coletti, direttore industriale dell’Atac.

La giovane assistant vanta esperienze specifiche, fondamentali per le relazioni industriali, che molto devono aver inciso nella valutazione del curriculum, tanto da richiedere una chiamata nominale. I soliti invidiosi avrebbero insinuato con malizia che i requisiti professionali della ragazza non vadano oltre gli impieghi estemporanei come valletta televisiva, cubista e (dicono) protagonista di calendari sexy. Fortunatamente, la determinata Giulia Pellegrino ha voluto fugare i pettegolezzi, fornendo ottime credenziali:

«Lavoro come hostess nei locali notturni della Capitale; accompagno i clienti ai tavoli»

La simpatica Giulia sembra sia stata reclutata in quota Sammarco, coordinatore romano, che spergiura di non aver mai conosciuto né frequentato la ragazza. Perché mai dovremmo dubitare della parola dell’onorevole?!?
Ma nel mazzo spuntano pure altri generosi patroni…

Antonio Tajani, europarlamentare ed ultra-trombato delle precedenti tornate amministrative e regionali, ha invece provveduto a piazzare:
 Emanuela Gentili (classe 1974), Area relazioni industriali della società, nell’ottobre 2009.

Giorgio Simeoni, ex vicepresidente alla Regione eletto nel 2008 alla Camera e membro della Commissione Trasporti, ha sistemato:
 Michela Martucci (classe 1977), sua ex assistente personale.

Marco Visconti, già consigliere comunale di AN, ha fatto assumere:
 Barbara Pesimena, fidanzata

Marco Marsilio, deputato ed ex capogruppo capitolino di AN, ha fatto assumere:
 Stefania Fois, fidanzata, alla Direzione Comunicazione

Poi, immancabile come sempre, c’è l’inesauribile clan De Lillo, con almeno un parente per ogni ufficio pubblico. L’ultima entrata di famiglia è:
 l’avv. Claudia Cavazzuti, moglie di Stefano De Lillo, promossa a responsabile dell’Area Normativa e Discipina.

Naturalmente non potevano mancare i sindacalisti di ogni sigla e colore:
 2 Cisal
 1 UGL
 6 CGIL
 3 CISL
 2 UIL
 2 RSU
 1 SUL Trasporti

Alberto Chiricozzi (segretario della Fit Cisl per Roma e il Lazio) piazza:
 Francesca Roiate, segretaria personale, il cui distacco in Cisl dopo appena un anno di contratto formazione lavoro in Atac non le ha impedito di essere promossa funzionaria.
 Stefano Chiricozzi, figlio, presso il deposito di Grottarossa.
 Marco Ferricelli, nipote, deposito sulla Prenestina.

Gioacchino Camponeschi, segretario autoferrotranvieri della Faisa-Cisal e grande elettore del sindaco Alemanno, porta in carico la moglie Flavia Rotondi e la figlia Sarah.

Fabio Moro, ex Rsu della Faisa-Cisal, è stato promosso a maggio da operatore d’ufficio a quadro. Assunte anche sorella e compagna del sindacalista.

Giancarlo Napoleoni, il segretario regionale UIL Trasporti, sistema in ATAC:
 due figli, tra i quali c’è Silvia assunta come quadro al marketing
 un nipote
 la fidanzata del figlio.

Maurizio Di Nardo, responsabile comparto ferrotranvieri della CISL, fa imboccare in azienda la compagna: Agnese Carlini

Maurizio Policastro (ex segretario regionale della CISL):
 Entrambe i figli

Fernando Vantaggiato (dirigente sindacale CGIL):
 Il figlio Andrea

Alberto Murri, ex segretario della Filt-Cgil:
 la figlia

Eugenio Brusadin, segretario della Filt-Cgil per Roma Sud, piazza:
 Isabella Di Belardino, fidanzata.

Mario Moroni (ex presidente Dopolavoro ATAC):
 2 figli e un nipote

Poi ci sono le sponsorizzazioni ad opera dei dirigenti interni all’azienda…
Come ad esempio Riccardo Di Luzio, capo del Personale, che promuove la moglie alla direzione delle Grandi Officine.
Roberto Sem che assume entrambe i figliuoli come amministrativi.
Luca Averello, manager di Roma Servizi per la Mobilità, che provvede a sistemare la consorte.

Non manca lo scaglione dei vari trombati e politici minori delle vecchie circoscrizioni urbane, pomposamente rinominate “Municipi”:
 5 del IV Municipio
 1 del I Municipio
 1 del VIII Muncipio
 1 del XI Municipio
 2 del XX Municipio
Facciamo qualche nome…

Giuseppe Sorrenti, consigliere del IV Municipio, immediatamente assunto come funzionario. Per giustificare l’assegnazione di qualifica gli è stato pagato a spese dell’azienda un master alla Luiss. Costo: 8.000 euro.

Pietro Menicucci, ex capogruppo di An in V municipio e candidato nel 2008 alla presidenza dell’XI.
Sfida pressoché impossibile trattandosi di una delle zone più rosse della città: Menicucci infatti perse la battaglia elettorale ma vinse, qualche mese dopo, un ottimo posto in Trambus, diventato contratto da dirigente dopo la fusione. Più o meno simile il percorso seguito dagli altri due colleghi: gli ex consiglieri, sempre del V Municipio, Pierluigi Sapia e Pierluigi Damia.

Giorgio Mori, eletto con il Pdl in XX nel 2008

Ugo De Angelis, impiegato all’Uff. del Personale nella sede sulla Tiburtina.

A questi andrebbe poi aggiunta l’ulteriore infornata supplementare di centinaia tra  cognati e nuore, amanti e fidanzate, figli, amici e cugini, di anonimi raccomandati in quota alle varie cosche elettorali che prosperano all’ombra del voto clientelare nelle latrine del post-fascismo sdoganato.
Oh!? Ce ne fosse uno che sia stato assunto come operaio, bigliettaio o autista!

 Continua.

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«Questa è la pioggia che è venuta a bagnare Roma, per lavare la capitale dall’affarismo e dai gruppi di potere»
 (G.Alemanno – 24 Aprile 2008)

BLACK RAIN
 In un Paese che ha smarrito il senso del ridicolo, capita che i buffoni diventino re ed i potenti facciano i giullari. Perciò, non c’è da meravigliarsi se dietro ai piccoli moralizzatori si nascondano spesso grandi cialtroni.
Una pioggia sporca si è abbattuta sulla città. Una pioggia densa, oleosa, capace di mischiarsi con il marcio che da sempre incrosta le fondamenta dell’Urbe e di rifluire nei rigagnoli di una melma incolore nella quale si impastano antiche clientele, interessi privatissimi, malaffare cronico… È un diluvio nerissimo, che alimenta la palude in cui galleggiano stagionati arnesi dell’intrallazzo e specialisti della raccomandazione diffusa.
Al momento, la Roma policentrica dei ‘gruppi di potere’ si è coagulata attorno ad un unico comitato d’affari, talmente vasto da raccogliere anche i vecchi padroni della città. A stringere i nodi della ragnatela, ci pensano i transfughi della ‘Destra sociale’ storaciana (quelli del crack della Sanità regionale) ed i pretoriani provenienti da “Nuova Italia”: la fondazione privata che ha sostituito le vecchie correnti di partito e che fa capo al sindaco Gianni Alemanno. Vizi antichi sotto una veste moderna. La spartizione passa attraverso le società partecipate del Comune di Roma e le relative sussidiarie, in uno spasmodico moltiplicarsi di cariche, prebende e consulenze variamente assortite. Ciò che ne scaturisce, è un incestuoso connubio tra privato e pubblico, quest’ultimo considerato alla stregua di un bottino di guerra da dividere coi vassalli più fedeli, meglio ancora se legati da vincoli di parentela, a prescindere dalle competenze. Del resto, si tratta di gente fortemente legata alla ‘Tradizione’… feudale!

VALORI DI FAMIGLIA
 Deus ex machina del neo-modello Alemanno e campione capitolino del familismo allargato è sicuramente Franco Panzironi, l’onnipotente amministratore-padrone dell’AMA: la municipalizzata che si occupa dei servizi ambientali e della raccolta rifiuti.
Dell’ing. Panzironi avevamo già parlato in merito alla straordinaria ascesa di Stefano Andrini, ex picchiatore fascista, ai vertici dell’azienda: l’intera vicenda la potete leggere qui.
Vale la pena aggiungere qualche informazione in più…

Le (notevoli) fortune di Franco Panzironi sono legate alle sue protezioni politiche, che spesso e volentieri coincidono con la vicinanza a Gianni Alemanno. Non per niente, Panzironi è il segretario generale della Fondazione Nuova Italia (la creatura personale del sindaco). E tanto basta. Catapultato alla direzione dell’AMA, ha trasformato l’azienda comunale in una specie di personale ufficio di collocamento ad uso personale. Del resto, di ‘lavoro’ Panzironi se ne intende… Infatti è stato direttore generale della società interinale “Lavoro Temporaneo”, fino alla fusione con “Obiettivo Lavoro” nel Luglio 2002.
Nel Settembre dello stesso anno, Panzironi diventa segretario generale dell’UNIRE (Unione Nazionale Incremento Razze Equine), un ente pubblico controllato dal Ministero dell’Agricoltura. Il ministro era Gianni Alemanno. Tra le responsabilità dell’UNIRE rientra altresì il controllo degli ippodromi ed i prelievi sulle scommesse ippiche.
La gestione Panzironi (2002-2007) si distingue, fin da subito, per il massiccio ricorso al lavoro interinale ed i contratti a tempo. La selezione del personale esterno viene affidata ad un’unica società fornitrice, senza che vi sia alcun bando di gara per l’attribuzione dell’appalto, come invece vorrebbe la disciplina degli enti pubblici. Tutte le assunzioni avvengono per chiamata diretta. Una prassi destinata a consolidarsi nel tempo. I criteri di scelta sono discrezionali, di natura privata, ma i costi sono pubblici: in tre anni (2003-2006) l’UNIRE sborsa la bellezza di un milione e mezzo di euro in contratti esterni. La fortunata azienda che beneficia dell’esclusiva è (avete indovinato!) proprio “Obiettivo Lavoro”: la società in cui è confluita la “Lavoro Temporaneo” di Panzironi.
In tal modo, all’UNIRE imboccano amici e camerati di cordata:
Raffaele Marra e Marco Mugavero, prontamente riciclati nella nuova giunta capitolina con incarichi di prestigio. Raffaele Marra, per esempio, è diventato direttore dell’Ufficio per le Politiche Abitative del Comune di Roma.
Ma nel mazzo c’è pure l’on. Alessandro Galeazzi che, non contento dello stipendio da parlamentare, nel 2003 ottiene dall’UNIRE una consulenza annuale da 150.000 euro ritenuta illegittima dalla Corte dei Conti per il Lazio.
D’altra parte, la quadratura dei bilanci sembra essere l’ultimo dei problemi durante gli anni allegri dell’amministrazione Panzironi:

“Mancato incasso di minimi e quote di prelievo dalle agenzie ippiche e l’erronea previsione delle entrate, sotto forma di proventi dalle scommesse sovrastimati in fase di bilancio di previsione. Errori costati 10,293 milioni di minori entrate nel 2004; 18 milioni nel 2005 e 26 milioni nel 2006. Bilanci irregolari, come quello preventivo del 2006 che riporta residui attivi per 93 milioni, dei quali 68 milioni risultano incassati nel 2005 e altri 15 milioni sembrano inventati. E risultati passivi di ogni esercizio dal 2002, senza contare il tentato sconto (consuntivo 2005) di 86 milioni alle agenzie ippiche sui canoni tv non pagati, con un protocollo d’intesa dagli effetti retroattivi.”

  Michele Ferrante;
  25/01/07 – Gazzetta dello Sport

E sì! Perché tra le brillanti iniziative di Franco Panzironi c’è la scelta di promuovere un canale satellitare interamente dedicato all’ippica, con la trasmissione di servizi e dirette TV. Costo dell’operazione: 30 milioni di spesa per andare in onda sul canale 220 di Sky.
A questo si aggiungono i costi per i talk show ippici condotti dall’insaziabile Bruno Vespa, “costati oltre 1,5 milioni anche attraverso acquisizioni di servizi a prezzi superiori rispetto a quelli di mercato”.
In virtù di questi straordinari risultati economici, Panzironi provvede ad aumentarsi unilateralmente lo stipendio ed attribuirsi i relativi premi di produttività, oltre a gonfiare le spese per l’arredo del suo ufficio. Naturalmente a carico dell’Ente.
E poi ci sono le inchieste penali per finanziamenti illeciti agli ippodromi; gioco e scommesse clandestine; omissione nei controlli anti-doping… In particolare, l’anti-doping rientra nelle competenze di UNIRE-Lab, un protettorato clientelare controllato dall’avv. On. Antonio Buonfiglio: altro fedelissimo di Alemanno, nonché membro anche lui della ‘Nuova Italia’.
Pur tuttavia,

“L’attuale direttore sanitario, Paolo De Juliis, è stato indagato perché per quattro mesi Unirelab viaggiò senza direttore sanitario. E gli ottomila test realizzati oggi non sono validi. In questi giorni il segretario Acciai con una circolare ha sospeso alcuni processi per doping: si rischia di bloccare tutta l’attività.”

  Claudio Zunino;
  23/11/09 – La Repubblica

Nel 2007, Franco Panzironi viene alfine cacciato dall’UNIRE, lasciando l’ente con un deficit superiore ai 100 milioni euro e varie pendenze legali. Poco male, perché con l’elezione a sindaco dell’ineffabile Alemanno viene prontamente posto alla dirigenza dell’AMA.

IL GABINETTO ERMETICO DEL PROF. TOGNI
 A coadiuvare l’operato di Panzironi, il sindaco Alemanno ha piazzato Paolo Togni alla direzione delle Politiche Ambientali per il Comune. Il prof. Togni proviene dal Ministero dell’Ambiente, dove era capo di gabinetto del ministro Matteoli: altro pezzo pregiato di AN.
Nello stesso periodo, per conto del Ministero dell’Economia, era anche vicepresidente della SOGIN, una controllata a capitale pubblico che si occupa della gestione degli impianti nucleari e della custodia delle scorie radioattive. Questo perché nell’Italia che si prepara al “nucleare di III generazione” non si sa ancora come smaltire le scorie dei primi impianti che, pur non essendo mai entrati in piena funzione, hanno prodotto centinaia di rifiuti radioattivi stoccati in silos fatiscenti.
Soprattutto, il prof. Togni è stato il responsabile della filiale italiana della Waste Management, società statunitense specializzata nel trattamento di rifiuti ‘particolari’ insieme alla gestione dei servizi ambientali (acqua – energia) e terzo colosso mondiale insieme alle francesi GdF SUEZ e Veolia (delle quali abbiamo accennato qui).

“La Waste Management è stata coinvolta in inchieste giudiziarie ed amministrative, nonché oggetto di alcune interrogazioni parlamentari; è stata messa sotto controllo dalla “security and exchange Commission” (l’ente di controllo della Borsa USA) con il sospetto di avere falsificato i bilanci; sarebbe stata interessata lo scorso anno all’acquisto della società Daneco, con interessi diretti sull’isola d’Elba per la proprietà di un impianto di smaltimento”

  Sabrina Deligia;
  13/06/2003 – Liberazione

Il problema è che nello stesso periodo (2001-2003) l’intraprendente Paolo Togni, in evidente conflitto d’interessi, come alto funzionario del “Ministero dell’Ambiente e Tutela del territorio” si preoccupava di rimuovere 23 dei 40 esperti della “Commissione di Valutazione Impatto Ambientale” evidentemente contrari alla concessione dell’appalto. Non contento, si faceva promotore di un decreto ministeriale che cancellava o riduceva gran parte delle sanzioni legate allo smaltimento illegale di rifiuti o la dispersione di materiali tossici nell’ambiente. Il d.m. veniva fortunosamente bloccato nel marzo 2003 da una sentenza della Corte dei Conti. 
Come se non bastasse, nel 2007 Togni è coinvolto nelle inchieste giudiziarie su appalti e massoneria deviata, che da Verbania a Potenza indagano sulla presunta ricostituzione della Loggia P2.

“Nel frullatore di Potenza sono finiti nell’ordine: massoni calabresi che cercano un’alleanza con i toscani; un gran maestro vicino all’Opus Dei e un altro che sostiene di contare su 50 circoli della libertà di Forza Italia a Bologna. Tutti hanno una caratteristica: appartengono alla massoneria segreta e non riconosciuta. Il baricentro dell’indagine è certamente la Toscana e in particolare Giampiero Del Gamba di Livorno. La presenza di questo ex segretario della Dc livornese, ex piduista di spicco, ‘leghe del Sud’ sostenute da Licio Gelli. I cappucci sono ricomparsi nel 1996, quando gli amici di Emo Danesi puntavano sul governissimo delle grandi intese. E hanno rialzato il capo dopo la crisi del primo governo Prodi nel 1998. Non sorprende allora che riaccada ora che il centrosinistra scricchiola paurosamente e la politica appare più debole che mai. Sorprende solo la ricomparsa sotto il cappuccio delle stesse facce di sempre. mostra ancora una volta che il timer della storia italiana ogni tanto si azzera. Nei momenti di crisi, riemergono dal passato i fantasmi dei poteri occulti.”

  Marco Lillo;
  08/06/2007 – L’Espresso

Danesi e Del Gamba sono due vecchi attrezzi piduisti e insieme a Mauro Lazzeri costituiscono una “loggia coperta” direttamente nella sede dell’Udc livornese, tramite la quale stabilire una serie di contatti ed amicizie per l’ottenimento di appalti nella pubblica amministrazione.
Emo Danesi, un democristiano confluito nell’UdC, non è sconosciuto alla cronache giudiziarie: nel 1996 viene arrestato insieme a Francesco Pacini Battaglia per le tangenti sulla realizzazione della TAV. Giampiero Del Gamba è un gran chiacchierone ai limiti della millanteria, tuttavia le sue amicizie hanno implicazioni inquietanti… Il faccendiere è in rapporti d’affari con Giorgio Comerio, il responsabile della “Ocean Disposal Management” che negli anni ’90 prometteva di smaltire rifiuti tossici per interramento sottomarino, tramite il lancio di speciali siluri perforanti (Progetto Urano). Il nome di Comerio è legato allo smaltimento illegale dei rifiuti radioattivi in Somalia ed all’omicidio di Ilaria Alpi, seguendo le rotte calabresi delle “Navi a perdere”.

“In alcune indagini del pm romano Franco Ionta, è emerso che Giampiero Del Gamba sarebbe stato in relazione con tale Guido Garelli, l’animatore di una organizzazione dedita al traffico internazionale di armi e scorie nucleari: il Progetto Urano. Secondo quanto riferito nel 2004 dal governo al Parlamento “Urano” è «finalizzato all’illecito smaltimento, in alcune aree del Sahara, di rifiuti industriali tossico-nocivi e radioattivi provenienti dai Paesi europei. Numerosi elementi indicavano il coinvolgimento nel suddetto traffico di soggetti istituzionali di Governi europei ed extraeuropei, nonché di esponenti della criminalità organizzata e di personaggi spregiudicati, tra cui il noto Giorgio Comerio, faccendiere italiano al centro di una serie di vicende legate alla Somalia.”

 (10/05/2009 – Luigi Grimaldi)

Ma questa è una storia che merita una trattazione a parte.
Nel 2006, Giampiero Del Gamba è interessato ai progetti energetici. In particolare, si interessa alle sorti della “Tecnoplan”, azienda specializzata nella realizzazione di centrali elettriche. La Tecnoplan è in difficoltà perché il Ministero dell’Ambiente ha posto il veto ai progetti della società. Tant’è che l’amministratore delegato, Valerio Bitetto, chiede aiuto a Del Gamba per sbloccare gli appalti. Il loro referente politico sembra essere proprio Paolo Togni, in un groviglio dove non si salva nessuno:

«Io c’ho il canale», e sembra alludere a Follini, «uno di quelli che veniva nell’ ufficio mio insieme a Pierferdinando, erano ragazzi… è quello che mantiene in vita il Governo, insomma». Il 22 dicembre si risentono. Bitetto: «E’ ormai ufficioso il negoziato tra Casini e Prodi… sono stanchi di accettare il ricatto di Pecoraro Scanio che ha bloccato tutto… allora c’ è un pacchetto di cose che secondo me finiranno al tavolo delle trattative. A me per i nostri progetti mi interesserebbe un appoggio». «Da parte dei nostri sì», gli assicura Del Gamba, che spiega di averne parlato a Casini: «”Ho ritrovato un vecchio amico, che è l’ ingegner Bitetto – ho detto – te lo dovresti ricordare perché ti trovai al ristorante insieme a lui”. Da parte degli altri, ecco, Lorenzo Cesa, eccetera, ti ricordano tutti, eh. Non so, hai lasciato un segno, eh?»

 (06/06/2007 – La Repubblica)

Un sunto delle intercettazioni telefoniche potete leggerlo qui.

MI MANDA PAPÀ
 Tempo fa (era il 1999), a chi gli chiedeva le caratteristiche professionali di un lavoratore atipico, Franco Panzironi dalla direzione di “Lavoro Temporaneo” rispondeva:

“I lavoratori interinali si possono dividere grosso modo in tre categorie:
1) i giovani che vengono dalla scuola o dall’università, in genere scarsamente formati per il lavoro;
2) i lavoratori fortemente specializzati, molto richiesti specie nei settori tecnologicamente più avanzati;
3) i manager che le imprese possono volere anche solo per uno o due anni”

Aveva dimenticato di elencare la categoria più prolifica e gradita alla politica di ogni colore e livello: i raccomandati ed i figli di papà, che solitamente non si accontentano di un impiego qualsiasi… Per loro sono sempre disponibili ‘incarichi direttivi’ e lauti stipendi (pubblici).
Ma Franco Panzironi è talmente potente da determinare persino il piano assunzioni dell’AdiR (Assicurazioni di Roma). L’AdiR è la compagnia assicurativa del Comune di Roma, nonché un carrozzone di privilegi e collocamento politico, nella quale l’AMA detiene una partecipazione azionaria. Fortissimamente sponsorizzato da Panzironi, il 28/07/09 Stefano Giovannini diventa vicepresidente dell’AdiR. Il neo-presidente Giovannini però è anche l’amministratore delegato de
lla ITALBROKERS di Genova, “una delle principali società di brokeraggio italiane, che sono gli intermediari del mercato assicurativo”. A tal proposito, il regolamento dell’authority di controllo, varato nel 2006, prescrive esplicitamente:

«L’attività di intermediario non è cumulabile con la carica di amministratore, direttore generale, sindaco, responsabile della funzione di internal auditing, presso le imprese di assicurazione preponenti»

Naturalmente, Stefano Giovannini è confermato alla vicepresidenza dell’AdiR, in spregio al patente conflitto di interessi. È probabile una prossima bocciatura della Corte dei Conti con tanto di penale a carico.

Tornando alla gestione Panzironi dell’AMA, l’ultimo beneficiato, con chiamata diretta e promosso ad “impiegato direttivo di VIII livello”, è Armando Appetito famoso per essere un genio dell’informatica (così dicono) e un po’ meno per essere genero di Panzironi.
D’altro canto, il munifico papà Franco, ha assicurato il posto anche al rampollo di famiglia: Dario Panzironi che a 24 anni è stato assunto nella segreteria politica del sindaco Alemanno, però a tempo determinato, dove condividerà la dura vita dei precari a € 63.490 lordi per anno, insieme ad Antonio Lucarelli (€ 108.393) che della suddetta segreteria è il capo.

Lucarelli è un fascistone della prima ora (…) e un cuore nero che lo ha condotto a Forza Nuova di Roberto Fiore. Nel 2000 guidava i camerati alla rivolta contro il gay pride, gonfiando il petto: «Impediremo fisicamente agli omosessuali di arrivare l’8 luglio al Colosseo». Qualche anno dopo Forza Nuova con manifesti in tutta la città chiarirà il suo pensiero: «No more gay, basta froci». Lucarelli, transitato in AN, ha fatto il grande salto: ora in Campidoglio è a capo della segreteria politica di Alemanno. Doveva essere un “segnale concreto” a tutti coloro che si aspettavano, col cambio di amministrazione, una svolta sul terreno a rischio della sicurezza. E invece? «Da quando è sindaco sono aumentati le aggressioni verbali, ma anche fisiche – denuncia Fabrizio Marrazzo, presidente dell’Arcigay Roma – in questi mesi le segnalazioni sono cresciute del 30 per cento».

  Nello Trocchia;
  09/02/09 – La voce delle voci

A proposito di squadristi, come molti ormai sanno, si è trovato un posto (sempre all’AMA di Panzironi) pure per il famoso Stefano Andrini, passato agli onori delle cronache per il tentato omicidio del 1989, durante il raid squadrista al Capranica. Invece non molti sanno che quel giorno, insieme ai gemelli Andrini, al pestaggio partecipava anche Mario Andrea Vattani, che nel frattempo ha fatto strada sotto l’ala protettiva di Gianni Alemanno.
Saranno le nostalgie di gioventù, perché nemmeno il buon sindaco sembra estraneo alla passione per il manganello… Per esempio, il raid di Castro Pretorio (1981), dove il post-fascista Alemanno fu assolto perché: “Il reato si estinse per amnistia, non risultava evidente né l’insussistenza del fatto né l’estraneità di Alemanno”.
Attualmente, Mario Andrea Vattani si occupa delle relazioni internazionali e del cerimoniale del Sindaco, incarico da 488.000 euro in quattro anni. Tuttavia, il ragazzo è nella squadra di Alemanno fin dai tempi della sua consulenza al Ministero delle Risorse Agricole, quando curava la sua segreteria particolare e dove (pare) avesse il tempo di recensire pure le opere di certo Harun Yahya: uno sciroccato turco fautore di una variante islamica del creazionismo in salsa antisemita.
È il caso di riportare la presentazione che Yahya consegna al suo
sito web:

“Il darwinismo, con la sua ipotesi che la vita e l’intero universo sono il frutto del cieco caso, è la base principale di tutte le dannose tendenze che hanno portato terribili calamità all’umanità dei nostri tempi. Lo scopo di questo sito è illustrare le prove scientifiche che demoliscono il darwinismo, che tuttavia, per motivi ideologici, si prova a mantenere in vita, nonostante sia stato completamente invalidato da un punto di vista scientifico, e di mettere in guardia le persone contro questo sleale indottrinamento”

Ce n’è davvero per tutti i gusti!

DIPLOMAZIA E AFFARI
 D’altronde, Vattani è un figlio d’arte: suo padre è l’ambasciatore Umberto Vattani, il potentissimo direttore dell’ICE (Istituto Commercio Estero), ovvero “l’ente che sviluppa e promuove i rapporti economici e commerciali italiani con l’estero e l’Italia nel mondo”. Cosa che gli ha permesso «di favorire elementi vicini alla famiglia» (ma va?!?) come il fratello Alessandro ed il figlio Mario Andrea. Con una ingenerosa forzatura, si potrebbe dire che l’ambasciatore Vattani sia una specie di procacciatore d’affari… molto personali e non sempre fortunati!
Ad esempio:

Gli appalti per la ricostruzione in Iraq.
Agevolazioni ed intermediazioni per il commercio privato legato all’importazione del gas tunisino in Italia.
La concessione di finanziamenti pubblici per l’organizzazione di eventi mondani e crociere di lusso, durante il fortunato G8 genovese del 2001. Operazione commerciale risoltasi in un un crack da 180 milioni di euro.

Non manca il gossip con una storiaccia boccacesca di molestie sessuale e telefonate erotiche a carico del Ministero degli Esteri.
Per una conoscenza approfondita di tutte le vicende che coinvolgono l’eccezionale ambasciatore, potete cliccare qui
  e soprattutto qui.

NOMINATION E PRECARI D’ORO
 In tempo di crisi, avere un lavoro è cosa preziosa. Se è strapagato è meglio.
Alla faccia del fantomatico “Buco Veltroni”, cicciano le commissioni straordinarie (ne esiste una persino per le strisce blu) ed i capo-dipartimenti, con un esercito di ‘consulenti’ e ‘funzionari’ di fresca nomina da piazzare un po’ ovunque.
A tal proposito, riportiamo un interessante prospettino riepilogativo facilmente reperibile in rete:

1) dott. ANTONIO LUCARELLI € 108.393,05 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/07/2010
2) Dott.ssa COSTANZA DRIGO, € 68.666,35 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/07/2010 DIP. I
3) Dott. DARIO PANZIRONI € 63.490,04 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/07/2010 DIP. I (Segreteria del Sindaco)
4) Signora GIULIA MARCHIONNE, € 63.490,04 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/07/2010 DIP. I (Segreteria del Sindaco)
5) Dott.ssa ILARIA BELLA, € 63.490,04 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/07/2010 DIP. I (Segreteria del Sindaco)
6) Sig.ra LANDRI STEFANIA, € 63.490,04 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/07/2010 (Segreteria del Sindaco)
7) Dott.ssa CONCETTA KATIA DI LORETO, € 59.846,40 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/07/2010 (ufficio di staff del Vice Sindaco)
8) Sig. MASSIMO CHERUBINI, € 59.846,40 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/07/2010 DIP. I (ufficio di staff dell’Assessore all’Urbanistica)
9) PAOLO SERAPIGLIA, € 30.670,65 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/12/2010 DIP. I (Segreteria del Sindaco)
10) GIANLUCA SCARNICCI, € 30.670,65 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/12/2010 DIP. I (Segreteria del Sindaco)
11) Dott.ssa SERENA ROSY VALERIA TAJÈ FORNI, € 30.670,65 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/12/2010 DIP. I (Segreteria del Sindaco)
12) Ex Colonnello dei Carabinieri GIANSAVERIO RAGONE, € 28.110,15 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/12/2010 DIP. I (Ufficio di Staff dell’Assessore al Bilancio e allo sviluppo economico)
13) Dott.ssa MARIA ANTONIETTA MELIDORO, € 28.110,15 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/12/2010 DIP. I (Ufficio di Staff dell’Assessore al Bilancio e allo sviluppo economico)
14) Sig. MARCELLO ENRICO MARROCCO, € 30.670,65 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/12/2010 DIP. I (Ufficio di Staff dell’Assessore al Personale e al Decentramento Amministrativo)
15) Dott.ssa SONIA LO PRESTI, € 30.670,65 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/12/2010 DIP. I (Ufficio di Staff dell’Assessore all’Urbanistica)
16) Sig. MASSIMO NARDI, € 30.670,65 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/12/2010 DIP. I (ufficio di staff del Vice Sindaco)
17) Dott.ssa SILVIA LIBIANCHI, € 15.535,32 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/12/2010 DIP. I
18) Sig. ALESSANDRO FERRANTE, € 15.535,32 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/12/2010 DIP. I
19) Dott. ANDREA PURGATORIO, € 15.535,32 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/12/2010 DIP. I
20) Dott.ssa CLAUDIA LO VISETTO, € 31.285,20 lordi annui dal 01/07/2008 al 30/06/2009 DIP. I (Ufficio Stampa – Ufficio Extradipartimentale del Comune di Roma)
21) Dott.ssa ROSSANA OLLANO, € 31.285,20 lordi annui dal 01/07/2008 al 30/06/2009 DIP. I (Ufficio Stampa – Ufficio Extradipartimentale del Comune di Roma)
22) Signor ROBERTO GUANTAIO, € 31.285,20 lordi annui dal 01/07/2008 al 30/06/2009 (Ufficio Stampa – Ufficio Extradipartimentale del Comune di Roma)
23) Dott.ssa GIULIANA CAROSI, € 31.285,20 lordi annui dal 01/07/2008 al 30/06/2009 (Ufficio Stampa – Ufficio Extradipartimentale del Comune di Roma)
24) Dott. DAVID MARIOTTI BIANCHI, € 38.146,20 lordi annui dal 01/07/2008 al 30/06/2009 DIP. I (Ufficio Stampa – Ufficio Extradipartimentale del Comune di Roma)
25) Dott.ssa EMANUELA LANCIANESE, € 31.285,20 lordi annui dal 01/07/2008 al 30/06/2009 DIP. I (Ufficio Stampa – Ufficio Extradipartimentale del Comune di Roma)
26) Sig.ra FEDERICA FRANGI, € 31.285,20 lordi annui dal 01/07/2008 al 30/06/2009 DIP. I (Ufficio Stampa – Ufficio Extradipartimentale del Comune di Roma)
27) Dott.ssa LAURA PATERNO, € 31.285,20 lordi annui dal 01/07/2008 al 30/06/2009 DIP. I (Ufficio Stampa – Ufficio Extradipartimentale del Comune di Roma)
28) Dott.ssa MIKAELA ZANZI, € 31.285,20 lordi annui dal 01/07/2008 al 30/06/2009 DIP. I (Ufficio Stampa – Ufficio Extradipartimentale del Comune di Roma)
29)  Dott. ANDREA KOVEOS, € 38.146,20 lordi annui dal 01/07/2008 al 30/06/2009 DIP. I (Ufficio Stampa – Ufficio Extradipartimentale del Comune di Roma)
30)  Sig. GIANLUCA SCARNICCI, € 31.285,20 lordi annui dal 01/07/2008 al 30/06/2009 DIP. I (Ufficio Stampa – Ufficio Extradipartimentale del Comune di Roma)
31) Dott.ssa MANUELA DI PORTO, € 31.285,20 lordi annui dal 01/07/2008 al 30/06/2009 DIP. I (Ufficio Stampa – Ufficio Extradipartimentale del Comune di Roma)
32) Dott. FERNANDO MARIA MAGLIARO, € 38.146,20 lordi annui dal 01/07/2008 al 30/06/2009 (Ufficio Stampa – Ufficio Extradipartimentale del Comune di Roma)
33)  Sig.ra LAVINIA MACCHIARINI, € 30.670,65 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/12/2010 DIP. I (Ufficio di Staff dell’Assessore alle Politiche del Patrimonio Politiche Abitative e Progetti Speciali)
34) Sig.ra NADIA PIETROBUONO, € 30.670,65 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/12/2010 DIP. I (Ufficio di Staff dell’Assessore alle Politiche del Patrimonio Politiche Abitative e Progetti Speciali)
35)  Sig. SANDRO MARTINO, € 30.670,65 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/12/2010 DIP. I (Ufficio di Staff dell’Assessore alle Politiche del Patrimonio Politiche Abitative e Progetti Speciali)
36) Dott. LUIGI DI GREGORIO, €133.550,80  lordi annui dal 01/01/2009 al 31/07/2010 DIP. XVII (Politiche per la semplificazione Amministrativa e della Comunicazione)
37) Dott. UMBERTO BROCCOLI, €164.266,69 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/07/2010 DIP. I (Direttore della Soprintendenza Comunale)
38) Ing. ALESSANDRO D’ARMINI, €164.266,69 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/07/2010 DIP. VII (Direttore Politiche della mobilità)
39) Dott. PAOLO PROVASOLI, €164.266,69 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/07/2010 DIP. XX (Direttore Politiche per il Turismo, lo Sport e la Moda)
40) Ing. ERRICO STRAVATO, €164.266,69 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/07/2010 DIP. VI (Direttore delle Politiche della Programmazione e Pianificazione del Territorio)
41) Dott. MARIO DEFACQZ, €133.550,80  lordi annui dal 01/01/2009 al 31/07/2010 DIP. XVII (direzione della V Unità Organizzativa “Comunicazione e Pubblicizzazione Attività dell’Amm.ne” – Politiche per la Semplificazione Amministrativa e della Comunicazione)
42) Dott. FRANCESCO ROCCA, €164.266,69 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/07/2010 DIP. V (direzione Politiche Sociali e della Salute)
43) Dott. SIMONE TURBOLENTE € 162.408,48 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/07/2010 DIP. I (Portavoce del Sindaco)
44) Arch. PAOLO LORIA, €133.550,80  lordi annui dal 01/01/2009 al 31/07/2010 DIP. I
45) Dott.ssa IVANA PANICCIA, €150.615,23 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/07/2010 DIP. I
46) Arch. FRANCESCO COCCIA, €164.266,69 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/07/2010 DIP. I
47) Prof. PAOLO TOGNI, €150.615,23 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/07/2010 DIP. I
48) Sig.ra KATIUSCIA EMILI, € 30.670,65 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/12/2010 DIP. I
49) Sig. MAURIZIO LATTARULO, € 30.670,65 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/12/2010 DIP. I
50) Sig. FABRIZIO ARTISSI, € 63.070,06 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/12/2010 DIP. I
51) MARCO MANNUCCI, € 63.070,06 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/12/2010 DIP. I
52) Sig. GIANDOMENICO EGIDI, € 17.201,12 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/12/2010 DIP. I
53) Dott. GIULIANO COMPAGNO, € 31.535,03 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/12/2010 DIP. I
54) Sig. PAOLO SFORZA, € 18.395,43 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/12/2010 DIP. I
55) Sig.ra GIOVANNA IANNIELLO, € 36.997,92 lordi annui dal 31/07/2008 al 31/07/2009 DIP. I
56) Sig. MASSIMO DILANI, € 31.535,03 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/12/2010 DIP. I
57) Dott. UMBERTO FALCIONI, € 31.535,03 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/12/2010 DIP. I
58) Sig.ra ANNA MARIA MERCURI, € 63.070,06 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/12/2010 DIP. I
59) Sig.ra TULLIA BRUNETTO, € 63.070,06 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/12/2010 DIP. I
60) Dott. ALESSANDRO MONTONE, € 31.535,03 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/12/2010 DIP.I
61) Sig.ra CATERINA RICCITELLI, € 31.535,03 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/12/2010 DIP. I
62) Dott. GIUSEPPE MARIA DE LILLO, € 31.535,03 lordi annui dal 01/01/2009 al 31/12/2010 DIP. I (Segreteria del Sindaco)

Quest’ultimo, Giuseppe M. De Lillo (classe 1976), devoto ai “Legionari di Cristo”, pare sia stato assunto a fiuto. Nella speciale delibera di assunzione si legge:

“In considerazione delle numerose e rilevanti funzioni politico-istituzionali assegnate al Sindaco, si rende necessario individuare un collaboratore che, per esperienza, capacità personali e professionali, sia in grado di coadiuvare il medesimo nell’espletamento del proprio mandato;
Che, avuto presente il carattere fiduciario delle funzioni da svolgere all’interno dell’Ufficio di Staff, nonché la derivante responsabilità e necessaria disponibilità, la scelta dell’interessato non può che avvenire sulla base dell’intuitu personae;
Che con deliberazione della Giunta Comunale n. 358/2006 sono state stabilite le modalità di allineamento economico contrattuale dei dipendenti assunti a tempo determinato, ex art. 90 D.Lgs. n. 267/2000, per le assegnazioni agli Uffici alle dirette dipendenze degli Organi Politici.”

Sulla scelta per “intuito personale” molto deve aver contribuito la parentela con Fabio De Lillo, assessore all’ambiente, e Stefano De Lillo, senatore PdL.
In realtà, la totalità dei ‘collaboratori esterni’ si aggira attorno alle 182 unità, tra le quali si contano la bellezza di 24 addetti per il solo ufficio stampa del sindaco e una quarantina tra nuovi dirigenti e funzionari per la Met.Ro (l’azienda di trasporto pubblico urbano), i cui mezzi versano in condizioni pessime per mancanza di fondi.
Con estrema coerenza, al momento del suo insediamento a sindaco, Alemanno proclamava con l’enfasi declamatoria in preda a delirio dissociativo:

La nuova amministrazione del Comune di Roma non può non ripartire dalla valorizzazione dei dipendenti e dei dirigenti comunali assunti per concorso e non può non offrire una chiara prospettiva di stabilizzazione alle centinaia di lavoratori precari che si sono accumulati in questi anni nell’Amministrazione comunale. Cancelleremo le consulenze, le nomine e le integrazioni economiche dettate da logiche politiche e ridimensioneremo il peso e le funzioni della holding Comune di Roma. Da questa radicale opera di disboscamento trarremo le risorse necessarie per valorizzare i dipendenti pubblici comunali e per stabilizzare il precariato attraverso un apposito concorso, così come anche per i vigili urbani occorre un’iniziativa forte che ridia alla polizia locale l’orgoglio di rappresentare l’amministrazione capitolina. Il cambiamento profondo che noi dobbiamo innescare nel Comune di Roma si vedrà innanzitutto nel cambio di rotta che daremo al rapporto tra la Giunta comunale e i dipendenti, in cui il rispetto dei diritti, della professionalità e della dignità dei lavoratori sarà il punto di riferimento per ogni scelta.”

   (G.Alemanno – 24/05/2006)

L’ironia della storia si confonde spesso con l’imbecille cialtroneria dei singoli.

LA GREPPIA ROMANA
 Se c’è una holding a cui avrebbe fatto bene un drastico ridimensionamento, questa è “Sviluppo Lazio”: agenzia territoriale di sviluppo economico, pianificazione commerciale, e programmazione regionale. Presidente di “Sviluppo Lazio” è (manco a dirlo!) un’altro piduista: l’immarcescibile Giancarlo Elia Valori, la cui vita pubblica si intreccia con mezzo secolo di trame nere e vicende opache. Cattolicissimo, frequenta gli ambienti vaticani ma non disdegna i grembiulini massonici coi quali si trova perfettamente a suo agio. L’attivissimo Valori è probabilmente uno di quegli uomini che vivono il potere per il semplice gusto di gestirlo, dalla RAI, all’Italstrade, all’IRI. Con ottime entrature nel mondo finanziario e bancario, è anche un esperto di relazioni internazionali che, nella metà degli anni ’70, lo portano a stringere contatti di interesse col SISMI del gen. Santovito.
Con le mani in pasta ovunque ci siano appalti e commesse per costruzioni pubbliche, Valori viene sfiorato appena dal ciclone Tangentopoli e passa indenne gli anni ’90.
Nel consiglio di amministrazione di ‘Sviluppo Lazio’ siede pure Giorgio Cremonesi, attuale responsabile di ACEA, legato mani e piedi alla onnipotente lobby dei palazzinari romani, in quanto ex presidente dell’ACER. Restando in tema di immobili, tra le società controllate di Sviluppo Lazio c’è pure RisorSa – Risorse per Roma (specializzata in finanza immobiliare): 230 dipendenti ed ex feudo rutelliano, ricapitalizzata con 10 milioni di euro per ripianare le perdite accumulate sotto le amministrazioni non meno clientelari del centrosinistra.
Su tale agenzia vale la pena di riportare per intero una lunga citazione tratta dall’inchiesta di Nello Trocchia, senza bisogno di aggiungere altro:

MODELLO NETTUNO
In campagna elettorale Alemanno aveva più volte attaccato società «nate dal nulla» come Risorse per Roma. Diventato primo cittadino ha cambiato idea e parla di «un uso diverso dell’azienda». Era partito con l’idea di liquidarla, poi ha deciso di arrivare alla ricapitalizzazione e naturalmente a nuove nomine.
Risorse per Roma, a un passo dal tracollo finanziario prima della ricapitalizzazione, è una spa che si occupa della gestione degli immobili di proprietà del comune. Suo presidente è Domenico Kappler, ex senatore di An, ingegnere civile. Nel 2005 fu coinvolto nello scioglimento per mafia del comune di Nettuno, feudo elettorale di destra. Kappler, che a Nettuno era presidente del consiglio comunale, di quella zona è considerato il ras politico. Troppe le evidenze, confermate anche dalla sentenza del consiglio di stato. C’era tutto a Nettuno: società controllate come la Nettuno Servizi, cariche di debiti e gestite per spartire nomine e assunzioni, amicizie pericolose, abusivismo edilizio. Al centro spiccava la figura di Frank D’Agapiti, narcotrafficante, che gestiva la vita amministrativa dell’ente. Nelle intercettazioni dell’inchiesta della Procura di Tivoli, Frank D’Agapiti parlava di Kappler. Scrive il gip di Velletri Gilberto Muscolo: «era evidente che “Frank” D’Agapiti (boss ritenuto vicino alla famiglia dei Gallace, una delle più potenti della Calabria, ndr) raccoglieva voti per An e Kappler». Troppo per l’allora segretario del partito: Gianfranco Fini mostrò il pugno di ferro e Kappler, che si sentì tradito, espresse «delusione, amarezza per il comportamento di Fini. In Sicilia An difende a spada tratta il presidente Cuffaro, mi aspettavo lo stesso per Nettuno, per noi e per me». In seguito a quella bufera Kappler fu costretto alle dimissioni e a qualche anno di purgatorio.
Ma il tempo passa, nel paese dalla memoria corta. Kappler è tornato dalla porta principale e a metà dicembre ha accolto anche l’ex premier spagnolo José Maria Aznar che ha presentato a Roma il suo nuovo libro. L’evento è stato organizzato da Imago, un centro studi di cui Kappler è socio fondatore, inaugurato nell’ottobre scorso alla presenza del capogruppo Pdl Maurizio Gasparri. Presidente del Centro è Francesco Aracri, deputato del pdl e coordinatore regionale di An per il Lazio. Un passato in Regione Lazio, per Aracri, travolto dallo scandalo quando si scoprì che la figlia era stata assunta senza concorso nella società regionale Astrai, che dipendeva dall’assessorato ai lavori pubblici. Retto da suo padre…

PALAZZINARI IN PISTA
Ma Alemanno ha a cuore anche le sorti dei costruttori romani. A Risorse per Roma ha scelto infatti come nuovo amministratore delegato l’architetto Maurizio Bonifati. Un nome, una dinasty. Fratello di Maurizio è Enzo Bonifati, costruttore insieme alla moglie, Paola Santarelli, protagonista delle grandi operazioni immobiliari di questi anni [superfluo dire che Santarelli è anche nel cda di RisorSa]. Ultimo il progetto nell’area dell’ex Fiera di Roma. «Della cordata fanno parte – denunciava l’architetto Francesca Barelli a Report – anche Francesco Gaetano Caltagirone, Salvatore Ligresti e Pierluigi Toti». Con la sua Cogesan la Santarelli è entrata in Sator, la società finanziaria di Matteo Arpe, ex Capitalia. Ma troviamo la signora anche nel consiglio di amministrazione del Medio Credito Centrale, il cui presidente è l’ex sindaco di Roma Franco Carraro (anche lui impegnato in mega business immobiliari nella capitale).
Nel 1991 i Bonifati erano soci nella Meridiana, una merchant bank per il sud, nata dal grembo dell’lri, che doveva finanziare progetti e imprese per lo sviluppo del sud. Dopo tre armi tutti a casa, società liquidata. Presidente di quella merchant bank era l’ex ministro Antonio Marzano, che oggi guida la commissione “Attali de noaltri”, voluta proprio da Alemanno. Soci dei Bonifati in Meridiana erano big del mattone e non solo, dai Ciarrapico ai Gavio ai Matarrese.
Ma oggi Maurizio Bonifati rassicura tutti: «è evidente che il ruolo da me assunto in Risorse per Roma comporterà per la mia famiglia la rinuncia a qualsiasi attività economica nella quale sarà presente la società». Intanto, mentre per la capitale si prepara la costruzione di due nuovi stadi, sull’agro romano il sindaco ha calato l’asso: un invito pubblico per reperire aree. L’obiettivo è costruire, in housing sociale, alloggi popolari. Il sogno dei piccoli costruttori, la battaglia dell’Acer da sempre. Colate di cemento su quel che resta dell’area agricola intorno alla città. «Con Walter Veltroni – taglia corto l’urbanista Alessandro Sotgia – lavoravano i grandi palazzinari, ora tocca anche ai più piccoli, ma non cambia la sostanza: rendite e mattone continuano a divorare Roma».

Per saperne di più su Domenico Kappler (un nome che è tutto un programma!) potete leggere anche qui.
Intanto la saga continua…

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