Archivio per Luigi Di Maio

(160) Cazzata o Stronzata?

Posted in Zì Baldone with tags , , , , , , , , , , , , , , , , on 2 luglio 2022 by Sendivogius

Classifica GIUGNO 2022”

La bellezza di 160 edizioni di questa rubrica non basterebbero tutte insieme a riassumere la summa di proclami roboanti, fanfaronate assortite e cialtronate varie, dispensate a secchiate in un condensato di rara minchioneria, con le quali ci ha abituato un inarrivabile Giggino Di Maio, nella sua lotta costante contro il principio di non contraddizione e tutti i congiuntivi, durante quelle poche decine di mesi che ne hanno segnato l’apogeo politico di bimbo prodigio. Incompetente di successo, rappresenta forse la più riuscita incarnazione vivente per consustanziazione dell’italico cialtronismo nazional-popolare, tipico di certe ambiziose macchiette alla ribalta, meglio se con ruoli apicali nella pubblica amministrazione e nella vita politica, costituendo un titanico monumento al Nulla elevato a sistema di potere personalizzato su misura (come i suoi completini da cresimando), dove opportunismo estremo e cinismo si elidono dentro un vuoto pneumatico, in cui vale tutto ed il suo contrario nella somma del niente, mentre ogni metamorfosi creatrice è possibile per manipolazione di materia inerte, senza forma né sostanza, da risplasmare a seconda delle convenienze.
 Per rendere la caratura del personaggio nella sua garrula inconsistenza, si dovrebbe scendere giù giù in fondo al peggior trasformismo ottocentesco… tra i rituali di potere delle camarille locali del più infimo notabilato meridionale post-unitario… in un tempo sospeso tra gattopardismo e laurismo, con la prevalenza di un paraculismo immune da ogni scrupolo o coerenza… Ma francamente non ci sono termini di paragone idonei, per rendere la caratura mitologica del fenomeno. Dopo l’epifania esegetica con ascesa e caduta dell’incompreso statista di Rignano, insieme agli altri ectoplasmi su proiezione mediatica che vivono in quel non-luogo immaginario chiamato “centro”, pensavamo di averle viste praticamente tutte. Ma questo sockpuppet in versione animata è OLTRE!

Molto meglio consolarsi con la musica, meglio ancora se classica. Per fortuna che abbiamo un direttore d’orchesta (ci tiene all’indeclinabilità di genere) come Beatrice Venezi, che con piglio volitivo ci ricorda il valore della cultura musicale del paese, così tanto apprezzato a Destra a dispetto di una sinistra materialista ed incolta.

«Credo che sia necessario distinguere tra schierarsi dal punto di vista partitico e schierarsi contro un sistema. L’essere stata presente alla convention di “Fratelli d’Italia” è stato un impegno personale e professionale. Il fatto che venisse finalmente richiesta la musica classica, la grande tradizione del nostro Paese, all’interno di un concerto del Primo Maggio, mi ha dato un senso di liberazione: finalmente qualcuno si rendeva conto, in un contesto politico importante, di quella che è la nostra radice culturale. Perché quello che non si vede in questi anni è proprio questo: considerare la cultura come valore fondante di un Paese. Trovare una parte politica che riconosce ciò è raro. E personalmente è una cosa che apprezzo molto

Che poi, rispetto alle frequentazioni di famiglia tra gli squadristi di Forza Nuova, passare ai Fascisti d’Italia è già un bel salto di qualità. È nota da sempre la sensibilità intellettuale ed umana, nonché il sofisticato senso artistico, che pervade le raffinate espressioni culturali a cui ci hanno abituato i nostalgici del Mascellone. Non ultima, quella Elena Donazzan (italianissima!), assessore all’Istruzione e pari opportunità della Regione Veneto, che ha l’indubbio merito di ricordarci cosa sia il fascismo e quanto sia ben vivo, tra roghi di libri (e di “travestiti”), commemorazioni della X-Mas e altre “goliardate futuriste”… 

Non che manchino gli emuli e la concorrenza tra le fila dei più sinceri difensori della democrazia, dove non si contano più gli appassionati relatori di liste di proscrizione fai-da-te ed indefessi cacciatori di fantasmi (putiniani) con schedatura di massa su “attenzionamento” poliziesco e dossieraggio diffuso dei dissidenti (antico vizietto dei nostri servizi segreti dai bei tempi dell’OVRA), con tanto di foto segnaletiche dei mostri sbattuti in prima pagina sui fogli di regime. Si tratta della nuova passione inquisitoria su afflato maccartista che pervade i nostri liberali da sportello bancario, stretti a coorte attorno all’intoccabile Mariolino premier per investitura divina, in una post-democrazia a gestione commissariale su pensiero unico neoliberista ed oltrazismo atlantista sotto protettorato americano, insieme al grande show necrofilo della guerra in onda a reti unificate.

Mario Draghi - 21 June 2022. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

Sarà per questo che ormai l’agenda politica europea la detta, su procura imperiale per conto di Padron Sam, un allucinato kapò norvegese di rappresentanza, inviato ad imporre le servitù militari ai governi fantoccio e serrare i ranghi dei re clienti su vassallaggio tributario, in vista della chiamata generale alle armi, con la creazione di una super-Nato estesa dal Sahel al Corno d’Africa, passando per il Golfo di Oman e con un particolare occhio di riguardo verso la regione dell’Indo-Pacifico. Ovviamente per contenere l’espansionismo russo. E preparare la prossima guerra contro la Cina.

Hit Parade del mese:

01. NON SE NE PUÒ PIÙ!!!

[11 Giu.] «Le forze armate dell’Ucraina difendono la libertà sulla Terra in modo che possa essere stabilita anche su Marte.»
(Oleksij Reznikov, ministro della difesa ucraino)

02. LA SVOLTA

[23 Giu.] «Costruiamo grande Fronte Aperto del Dissenso dal Partito Comunista di Rizzo fino Primato Nazionale passando attraverso il partito della Famiglia, Sara Cunial, Francesca Donato, Altenativa, Vøx, Ancora Italia di Paragone, Viganò e altri. Come Nuovo CLN contro NWO e i demoni di Davos!.»
(Alessandro Meluzzi, il Primate)

03. A PIZZE IN FACCIA!!!

[21 Giu.] «Nessuno può fare profitto con la pizza a 4 euro, grazie a me aumenteranno i loro prezzi. La pizza di Napoli? A me non piace, non la mangio, preferisco quella bassa. A Salerno la fanno meglio. La pizza, del resto è un prodotto mondiale, con Napoli non ha nulla a che fare»
(Flavio Briatore, Profittevole)

04. INSONNIA

[12 Giu.] «Spero di portare nelle case degli italiani lo sconto benzina, luce e gas: non ci dormo il giorno e la notte.»
(Matteo Salvini, Babbo Natale)

05. BON APPETIT!

[07 Giu.] «Usiamo gli insetti nei menù delle mense scolastiche»
(Beppe Grillo, Gourmet)

06. LA QUESTIONE MORALE

[01 Giu.] «Berlinguer è il papà del nulla populista.»
(Fabrizio Cicchitto, ex-berluscones, ex craxiano, piduista)

07. CENTRINI (I)

[14 Giu.] «Il centro di Carlo Calenda e di Matteo Renzi sembra ben vivo e, ove riuscisse a metter da parte i personalismi eccessivi dei leader, potrebbe animare a sorpresa la scena politica. Tanti ora sottovalutano effetto Mattarella e Draghi, ma anche i due presidenti peseranno sul dopo voto»
(Gianni Riotta, il Profeta)

08. CENTRINI (II)

[14 Giu.] «C’è un’area riformista che riporta la gente a votare.»
(Carlo Calenda, il piu votato)

09. IL COITO DELLA POLITICA

[03 Giu.] «In molti mi chiedono che ci facciamo al governo. Starci è un atto d’amore.»
(Matteo Salvini, l’Amante)

10. RIVOLUZIONI INDUSTRIALI

[04 Giu.] «Il salario minimo per legge non va bene perché è contro la nostra storia culturale di relazioni industriali.»
(Renato Brunetta, nano da comizio)

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The Peacemaker (III)

Posted in Muro del Pianto, Risiko! with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 20 marzo 2022 by Sendivogius

Fedeli al noto aforisma di Arthur Bloch, il miglior modo per non essere confusi col circo mediatico ed i suoi saltimbanco, che oramai imperversano da tre settimane sulla guerra in Ucraina come danno collaterale permanente, è non parteciparvi affatto.
Si eviterà così di smarrirsi in una selva oscurissima, dove idee e contributi si perdono e si mescolano in una poltiglia indefinita, da riversare nel pastone dell’infotainment quotidiano convertito a teatrino di guerra, in cui si passano la staffetta intere squadre di imbonitori da salotto strappati all’intrattenimento pomeridiano, guitti radiofonici, twittologi dalla battutina compulsiva, e pennivendoli a contratto, tutti indrappellati come di consueto. Sono gli stessi che, dopo due anni di sovraesposizione pandemica, hanno ripiegato il camice da virologo nell’armadio dei costumi di scena, per indossare la tuta mimetica da combattimento. E lo fanno, ostentando la medesima sicumera ed immutata incompetenza, con la quale oggi si atteggiano a grandi esperti di geopolitica e strategia militare, così come ieri lo erano di biologia molecolare. Che poi, nella prassi, si traduce stavolta nella lettura acritica delle veline governative della propaganda ucraina, elette a verità di fede indiscussa (delle “fake news” russe sappiamo tutto; le altre ce la beviamo come razione giornaliera), visto che oramai nessuno verifica più nulla, nella prevalenza dei sensazionalismi e del fattore emotivo sull’informazione documentata, per quella che un tempo si chiamava “verifica delle fonti” e che oggi si alimenta invece di suggestioni e “metarealtà”, nella consolidata predominanza delle opinioni sui fatti. Perché è assai più facile stimolare la pancia del pubblico piuttosto che la testa, in nome dell’audience a favore di sponsor.
Niente a cui non siamo già abituati.
In parallelo, gorgheggia e ribolle un letamaio mediatico in cui sguazzano manipoli di inquietanti esaltati, in pieno delirio isterico da eccitazione bellica; emuli moderni del mussoliniano armiamoci e partite, per la campagna di Russia (e sappiamo com’è andata a finire); sempre pronti ad azzittire ed all’occorrenza intimidire ogni voce critica, o anche blandamente dubbiosa, che non sia allineata al coro del pensiero unico, tra i prodromi di un nuovo maccartismo di ritorno, in una ostentazione di cieca fedeltà atlantica per commistione di interessi e di relazioni coi think-tank d’Oltreoceano (giusto per quella storia dell’imparzialità).
E questo è assai più preoccupante.
C’è l’imbecille matricolato che, bandierone ucraino e mappa gigante, con la bacchetta ci spiega le manovre tattiche sul campo, manco fosse Napoleone a Waterloo.
C’è l’indefesso cazzone che scopiazza e redige liste di proscrizione, seguito dall’intera redazione de La Repubblica, che si produce senza imbarazzo nella caccia all’intellettuale dissidente, come da disposizioni di scuderia.
E soprattutto c’è l’invasato da Firenze che, ormai accampato a tempo pieno su twitter, vaneggia di rappresaglie atomiche; ancor più che russofobo, si direbbe idrofobo, come un cane rabbioso.
Tutti rigorosamente targati GEDI. 

THE BIOLAB FAKE. Permetteteci ora di aprire una breve parentesi, per una sorta di articolo nell’articolo…
Che la verità fosse la prima vittima della guerra lo sapeva anche Eschilo. Nei millenni ci siamo affinati… un tempo le notizie veniva filtrate, mentre oggi vengono gettate tutte insieme a ribollire in un calderone indistinto, dove ognuno le condisce come vuole. Il risultato, tecnicamente parlando, per uno sguardo disattento, è che non ci si capisce più un cazzo!
Facciamo un piccolo esempio pratico (ma se ne potrebbero riportare a bizzeffe)…
“Fake News russa”: In Ucraina abbiamo scoperto decine di laboratori biochimici finanziati dagli Stati Uniti, per lo sviluppo di agenti patogeni e la produzione di armi biologiche.
Risposta della “Coalizione dei Giusti”: In Ucraina non c’è alcun laboratorio per la guerra batteriologica.
E fin qui tutto bene. Poi però interviene un mastodonte politico come Victoria Nuland, buona per tutte le amministrazioni USA (e che in Ucraina è ben più che di casa), la quale si dice seriamente preoccupata che le strutture di ricerca biologica in Ucraina possano finire nelle mani dei russi.
E tra le infinite minacce di una guerra distruttiva non si capisce il perché di cotanto timore, visto che i suddetti laboratori non rappresentano in alcun modo un rischio. Anzi! Non dovrebbero proprio esserci.
Poi si scopre che in effetti esiste una partnership tra USA ed Ucraina per lo sviluppo di laboratori biologici di ricerca, come parte di un programma più ampio che investe almeno una mezza dozzina di repubbliche ex sovietiche (Armenia, Azerbaigian, Georgia, Kazakistan ed Uzbekistan), per un numero non quantificabile di biolaboratori, ufficialmente ricompresi nell’ambito di un più vasto progetto per il controllo e per la prevenzione delle malattie infettive.
Lo sviluppo dei laboratori è stato affidato al senatore recentemente scomparso Richard Green “Dick” Lugar, come parte del programma Nunn-Lugar per la riduzione della minaccia biologica. E fin qui niente di male. Perché però tra i principali finanziatori di un programma di natura eminentemente sanitaria a scopi civili sia presente il Pentagono col Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti non è proprio chiarissimo…
Per inciso, il senatore Lugar è stato anche uno dei principali promotori ed esponenti dell’Atlantic Council, che tra i suoi scopi si propone di “promuovere la leadership americana nel mondo” e che nella struttura rappresenta una sorta di braccio politico della NATO. Varrà forse la pena di ricordare come tra gli esponenti più noti della sezione italiana dell’Atlantic Council ci sia Jacopo Iacoboni, editorialista di punta de La Stampa, e tra i più fomentati guerrafondai per procura attualmente in circolazione. Se fosse per lui, saremmo già entrati nella terza guerra mondiale.
Comunque, nel dubbio, OMS (l’Organizzazione Mondiale della Sanità) si è raccomandata di distruggere ogni coltivazione virale eventualmente presente nei biolaboratori ucraini, onde prevenire possibili dispersioni patogene con conseguente contaminazione infettiva, in caso venissero malauguratamente colpiti dalle artiglierie. Di cosa si occupino e quali siano gli eventuali rischi biologici all’interno dei laboratori ucraini, non è dato sapere perché nessuna ispezione pubblica o internazionale è stata mai fatta. 
Quindi se ne deduce che i laboratori ci sarebbero… Questa roba non la trovate in qualche sito complottista, ma sulla pagina ufficiale degli enti coinvolti. Poi, fate voi e traete le supposizioni che più preferite.
Intanto, dalle parti di Washington si parla da troppo tempo e con una certa insistenza di possibile attacco chimico, ovviamente da parte dell’esercito russo in Ucraina su denuncia preventiva.
E quando gli americani iniziano a parlare di armi chimiche e minacce biologiche, armeggiando con improbabili fialette, si sa poi come va a finire…

La realtà è che viviamo in uno stato sospeso di guerra virtuale non dichiarata, ma di fatto in atto sul filo sempre più sottile che ci separa dall’irreversibile. E non rassicura di certo un imbarazzante parlamento di stracciaculi che alterna provocazioni e sanzioni, non potendo permettersi le une né le altre, con un ghignante ministro degli esteri che fa il bullo a distanza, forse non ben conscio della reale funzione del ruolo, il segretario del principale partito della sinistra (?) italiana che ha riscoperto la linea della fermezza quarant’anni fuori tempo massimo, ed un premier desaparecido che tutto il mondo di sicuro non ci invidia, nella gaia incoscienza e leggerezza con cui sembrano fluttuare a loro insaputa, come i Sonnambuli di un secolo fa, verso la guerra mondiale.

Perché la situazione, ancorché grave, stavolta è pure seria.

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(142) Cazzata o Stronzata?

Posted in Zì Baldone with tags , , , , , , , , , , , , , , on 30 dicembre 2020 by Sendivogius

Classifica DICEMBRE 2020″

Ognuno ricorderà il funesto 2020, variante bisesta dell’annus horribilis, in decade malefica di stolto secolo, come peggio vorrà…
Perché sarebbe alquanto difficile (se non impresa impossibile, per ordine e spazio) solo provare ad abbozzare una classifica universale delle concionerie demenziali, castonerie siderali e minchiate abissali, con le quali siamo stati ammorbati nel corso di questi lunghi mesi, quanto e più della stessa pestilenza che pure si è dimostrata una straordinaria fonte di ispirazione, per tutte quelle legioni di imbecilli in libero pascolo sul webbé ed oltre. Ad ennesima riprova che un coglione è per sempre, mentre persevera nell’instancabile esibizione di sé.
A noi dis-piace ricordare, tra i moltissimi che pure ci hanno accompagnato e ci hanno convinto a spegnere definitivamente la TV, oramai tracollata in moltiplicatore compulsivo di stronzate, il loffo gaglioffo in orbace che voleva riaprire tutto, intanto che i contagi raggiungevano il loro picco, “perché il Governo ci ruba il Natale e i sogni ai bambini”, e che per concludere in bruttezza si fa riprendere mentre distribuisce i pacchi natalizi degli altri in propaganda benefica, giusto per il gusto di violare il lockdown, per ignobile promozione di sé a corto di visibilità dopo le sbronze di mojito.

Matteo Salvini con Daniela Javarone madrina dei City Angels consegna pacchi alimentari il giorno di Natale a Milano, 25 dicembre 2020 Ansa/Matteo Corner

Ci sarebbero anche gli irrinunciabili aperitivi della “Milano non si ferma”..!
Ma una menzione speciale merita pure il Cazzaro di Pomezia, che da almeno nove mesi va promuovendo un vaccino che ancora non c’è e che stenta a superare le verifiche di immissione al commercio…

Piero Di Lorenzo, da Pupo al vaccino anti Covid

Lettera43
(06 Maggio 2020)

«In questi giorni, sono in molti, nella Rai e nel mondo della pubblicità e della comunicazione, a essersi fatti la stessa domanda: ma quel Piero Di Lorenzo proprietario e amministratore delegato della IRBM di Pomezia che sta lavorando al vaccino anti-Covid e che ha stipulato una partnership con lo Jenner Institute della Oxford University, è lo stesso che fino a qualche anno fa era presidente della LDM Comunicazione SpA di Roma e associato dello studio Beretta-Di Lorenzo & Partners ubicato in Via Giambattista Vico 20 a Roma, che sul suo sito web non faceva mistero di svolgere attività di consulenza e lobbying? Sembra proprio di sì.

ATTIVITÀ SCIENTIFICA NEL SUO CV: NON PERVENUTA
Di Lorenzo, nato nel 1950 e laureato in Giurisprudenza nel 1973 alla Sapienza di Roma, ha nel suo curriculum tutto meno che un’attività scientifica. Infatti, è stato consulente per le relazioni esterne ed i rapporti istituzionali di numerosi soggetti come la Guardia di Finanza, la Camera di Commercio di Roma, l’Ente Tabacchi, l’Agenzia del Territorio, il Consiglio Nazionale del Notariato, Aeroporti di Roma. Tutto questo attraverso la LDM Comunicazione SpA, di cui è stato presidente tra il 1991 e il 2011, per poi lasciarne il timone al figlio Daniele. Inoltre nel 2005 – l’anno in cui scrive con il giornalista Mino Fuccillo il libro Lezioni di Lobby – fonda con Maurizio Beretta una società di consulenza e lobbying che porta il loro nome. Di Lorenzo era amico di Beretta fin da quando l’allora giornalista era caporedattore per l’economia e poi vicedirettore del TG1. Ha goduto della sua amicizia quando, nel 2001, Beretta ha lasciato la Rai (era direttore di RaiUno) per assumere l’incarico di Direttore delle Relazioni Esterne e Comunicazione della Fiat per poi diventare, nel 2004, direttore generale della Confindustria.

COPRODUTTORE DE I RACCOMANDATI CONDOTTO DA PUPO
Per alcuni anni lo studio Beretta-Di Lorenzo & Partners è andato avanti, fino a quando Beretta è approdato in Unicredit, dove tuttora è responsabile della Group Identity & Communications. Allora alcuni giornali notarono che Di Lorenzo, coproduttore con la Rai di Pupo nei I Raccomandati, dal 2005 al 2009 è stato membro straordinario del Consiglio Superiore delle Comunicazioni quando membro ordinario era il direttore generale della Rai Mauro Masi.

IRBM HA MESSO A PUNTO IL VACCINO ITALIANO ANTI-EBOLA
Nel 2009 la svolta, con Di Lorenzo che passa ad altra attività: fonda a Pomezia la IRBM, specializzata nel settore della biotecnologia molecolare, della scienza biomedicale e della chimica organica. Nei suoi laboratori viene messo a punto il vaccino italiano anti-ebola, il cui brevetto è stato poi ceduto nel 2013 dalla società britannica Gsk. Quindi si mette a lavorare sul Covid-19 e, visti i rapporti con gli inglesi, quando avrà il vaccino, a produrlo e distribuirlo in esclusiva sarà la multinazionale britannica AstraZeneca. È stato forse per questo passato così lontano dal mondo medico-scientifico del fondatore della IRBM che Palazzo Chigi prima (il capo di gabinetto di Conte, Alessandro Goracci) e la Cassa depositi e prestiti poi (verso la quale Goracci l’aveva indirizzata) dopo un paio di mesi di verifiche sulla società di Pomezia hanno deciso di lasciare campo libero a Boris Johnson?»

E vogliamo tralasciare la rissosa pletora di esperti (o sedicenti tali) dalla narcisistica autoreferenzialità, che ormai impazza da mane a sera sugli schermi televisivi per riempire i palinsesti dell’infotainment, affermando tutto ed il contrario di tutto?!? Tra la folla si distingue per parecchie spanne il sobrio Alberto Zangrillo, anestetista del “San Raffaele” di Milano e fulgido esempio di quella sovranità sanitaria fondata sulla sussidiarietà privata, rigorosamente in conto pubblico, nella libera Repubblica di Padania dove imperversa la coppia tragicomica dei Gallera-Fontana, mentre si attendono ancora le forniture di vaccini anti-influenzali che la Regione non ha predisposto.
Il prof. Zangrillo è uno serio, che non partecipa a passerelle mediatiche, “sparando cazzate”. Sarà per questo che è sempre in televisione polemizzando contro questo e quello. Giusto a proposito, da sublime intenditore in materia (di cazzate), è lo stesso oracolo vivente che a Maggio affermava tutto compito e convinto, come il virus fosse clinicamente morto e che non esistesse più.
E sempre a proposito di polemiche pompate ad arte, sarebbe curioso sapere che fine hanno fatto gli scandalizzati Catoni pagati a chiacchiere, che tanto si indignavano contro l’altissima percentuale di decessi in Italia per Covid, gonfiando il petto di furiosissimo sdegno, mentre elucubravano nell’ordine: il mitico “modello svedese”, ma pure il terrificante “modello inglese” (!) e la “gestione Trump” (!!), prima che si rivelassero catastrofici con una situazione andata totalmente fuori controllo.
Ovviamente, per i cultori della materia, non poteva mancare l’efficientissimo “modello tedesco” che con i suoi oltre mille morti giornalieri può vantare il primato del più alto numero di decessi in assoluto su numero dei contagiati.
Certo, per contro c’è un inamidato cripto-democristiano incistato alla poltrona di una governo per scherzo, che si crede infallibile (soprattutto inamovibile)…
Quello che “il 2020 sarà un anno bellissimo” (!)
E che ha scambiato la programmazione economica con un’elargizione ad libitum di bonus a babbo morto e dispensati ad cazzum canis, che si incensa e si sbrodola addossa da mane a sera, mentre nulla si muove nel trionfo dell’ammuina elevata a rappresentazione scenica:

“Contro il Coronavirus siamo prontissimi. L’Italia ha adottato misure cautelative all’avanguardia più innovative di quelle degli altri Paesi. Abbiamo adottato tutti i protocolli possibili e immaginabili.”
Giuseppe Conte
(27/01/2020)

Né vogliamo tacere delle folla di commissari (insuperati quelli calabresi), in un cicciare di commissioni e “centrali di coordinamento”, per un ingorgo istituzionale di poteri paralleli e contrapposti, che manco su una tangenziale all’ora di punta!
Ecco, un auspicio per il nuovo anno: andatevi a cercare un lavoro vero, laggiù nel duro mondo reale, ammesso e non concesso che sappiate fare qualcosa.

Hit Parade del mese:

01. LOMBARDIA UBER ALLES

[18 Dic.] «La Lombardia, è un dato di fatto, è il motore di tutto il Paese. Quindi se si ammala un lombardo vale di più che se si ammala una persona di un’altra parte d’Italia.»
(Angelo Ciocca, ovviamente leghista)

02. CUORE NERO

[18 Dic.] « Se nei giorni di festa sarà vietato portare un pasto caldo ai meno fortunati, io lo farò lo stesso. Lo preannuncio. Lo farò lo stesso come sono abituato a farlo da anni. Porterò doni alla vigilia ai bambini meno fortunati, pranzerò a Natale coi clochard. Non potete chiudere in casa il cuore degli italiani.»
(Matteo Salvini, il Buon Samaritano)

03. PATRIMONI STRUTTURALI

[05 Dic.] «C’era veramente bisogno di un investimento del genere: i banchi a rotelle sono patrimonio strutturale per le nostre future generazioni.»
(Lucia Azzolina, l’Innovativa)

04. FACCIAMO UN PO’ COME CAZZO CI PARE

[07 Dic.] «Divieti di Natale assurdi, chi li vìola ha ragione”.»
(Attilio Fontana, uomo assurdo)

05. RINUNCE

[03 Dic.] «Da quando ho scelto di fare politica ho rinunciato a tanto.»
(Luigi Di Maio, il Miracolato)

06. APRITE LE GABBIE!

[14 Dic.] «Se ci fossimo noi a gestire questa fase, gli italiani sarebbero più sereni.»
(Matteo Salvini, il Serenissimo)

07. SEMPRE IN PISTA

[13 Dic.] «Se questo governo cade, io farò comunque parte del prossimo come ministro.»
(Luigi Di Maio, il Talento)

08. ER MEJO FICO

[15 Dic.] «Anche a novembre, come accade ininterrottamente da aprile, sono risultato con ampio margine il giornalista più seguito in Italia sui social.»
(Andrea Scanzi, il Narciso social)

09. QUOTE HORROR

[01 Dic.] «Sono la Kamala Bianca.»
(Paola De Micheli, Inquietante)

Foto LaPresse/ Claudio Furlan<br /> 05 Giugno 2019, Milano<br /> Patto Trasversale per la scienza presso l?università statale<br /> Nella foto: Roberto Burioni

10. UN MINUTO DI SILENZIO

[14 Dic.] «Meglio il Covid-19 della AS Roma.»
(Roberto Burioni, Virologo-vip)

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(138) Cazzata o Stronzata?

Posted in Zì Baldone with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 29 agosto 2020 by Sendivogius

Classifica AGOSTO 2020″

«Ora sono io l’anormale. La Normalità è un concetto di maggioranza, la norma di molti, e non la norma di uno solo.»

Richard B. Matheson,
“Io sono leggenda”
Fanucci, 2003

Ordunque, di cosa spettegoliamo stavolta per concludere l’estate in bellezza, ai tempi belli del Corona-Party in mondo diffusione?!?
Di Giggino O’Sarracino ripassato alla griglia, che fa il coglione come suo solito, stavolta in versione corsaro moresco?!?
Impresa nella quale peraltro riesce benissimo, per un eccezionale talento del tutto naturale!
Parliamo di Giulio Gallera, assessore lombardo al disastro sanitario, travestito da puffo dopo le improbabili performance tennistiche?
O di Capitan Sugna che grufola bulimico tra i formaggi in caseificio, infilandoseli nel naso? L’assaggiatore seriale in tenuta balneare che invita i suoi devoti al digiuno solidale, mentre LVI si ingozza a gettone, sfoggiando un physique da rutto, tra i cascami lipidici e lo sfranto flaccidume di giovane vecchio in vacanza perenne: l’oscuro oggetto del desiderio nel fascino perverso dell’orrido.
Forse potremmo parlare della scrupolosa applicazione delle procedure di distanziamento fisico…
E magari del corretto utilizzo della mascherina ‘protettiva’, da portare rigorosamente calata sotto il mento, a mo’ di cinturino anti-russamento, fino al suo naturale sbriciolamento, dopo settimane di uso ininterrotto dello stesso sottogola strizzato ad oltranza…
Mascherina ancora più efficace, se infilata come para-gomito; meglio se ripassata lungo tutto l’avambraccio, per essere sicuri di insozzarla ben bene. Perché c’è chi piscia dal ginocchio e chi respira coi gomiti.
Parliamo della serrata ad oltranza di scuole, teatri, università… perché discutere in cinque persone una tesi di laurea, dentro ad una stanza di 50 mq non è abbastanza sicuro… e dell’inderogabile necessità di riaprire invece locali notturni e discoteche (per non tacere delle fondamentali sale da gioco d’azzardo)?!?
Poiché nel paese sempre in festa dei balocchi si può chiudere tutto, ma non l’industria dell’effimero coi suoi divertimentifici per l’eterno carnevale. Altrimenti poi ci tocca un Flavio Briatore a guidare le rimostranze dei gestori per tutelare il fondamentale diritto di fare un po’ quel che cazzo pare loro, salvo (per legge del contrappasso) ritrovarsi infettati essi stessi, insieme ai 2/3 della clientela cresciuta a sballo, tra torme di ragazzini invasati e stagionati vitelloni in crisi di mezza età.
Sono i forzati nelle fosse del divertimento coatto. Generazione piagnona di fancazzisti cronici per vocazione, sono i rampolli rampanti della gente che non ce l’ha fa più ed è ridotta alla fame, ma che i soldi per le irrinunciabili vacanze, trascorse a sbevazzare in giro per locali, li trovano eccome.
E che dire del cocco di mamma che dopo aver trascorso l’ultimo mese in giro per le discoteche di mezza Europa, ora si lamenta che non sia subito pronto un test sierologico per lui, con equipe medica ad immediata disposizione per il ritorno a casa del figliol prodigo?
Con così stringenti precauzioni, proprio non ci si capacita della recrudescenza dei contagi da Covid-19!
Sarà mica colpa dei troppi negri in circolazione, che sputacchiano in giro diffondendo il contagio?
Ordunque, parliamo di “Pizzo di Farro” alla siciliana: il fascistissimo governatore siculo, che si crede vicerè e che per creare un’emergenza che (ancora) non c’è, onde poterci lucrare in campagna elettorale, ordina di svuotare i centri di accoglienza e sparpagliare per tutta la Penisola i migranti, meglio se a bighellonare come zombies senza meta, per poter poi gridare all’invasione, dare all’untore, e sciacallarci sopra con la ducia nana e il mussolini di ghisa ai quali tira la sponda, facendo finta di non sapere che la stragrande maggioranza dei barchini non arrivano nei porti?!?
E certo che se non ci fossero i negri bisognerebbe importarli, o comunque inventarseli! Altrimenti chissà cosa farebbero gli imprenditori della paura di una destra sfacciatamente fascista, per drenare consensi a strascico tra le vasche di liquami nei borghi putridi del disagio psichico, sempre indecisi tra Vandea e Mississipi anni’20, ravanando negli anonimi buchi di culo di quella provincia profonda come il sonno della ragione, passati direttamente dal medioevo al nazismo, col loro razzismo da taverna che si scatena quando viene toccato il sacro corpo del Capitone.

A riprova che la critica (fin troppo generosa) era assolutamente fondata. Per inciso, la “mezza scimmia schifosa” (che per cognome fa ‘Di Patrizi’ ed è italianissima), da cacciare in Africa, è questa splendida ragazza qui…

Esplorare le cloache del leghismo militante significa toccare lo schifo di un’umanità avariata e ripugnante, dalla sessualità malata e perversa, involuta allo stato animale e che fa dello stupro la dimensione privilegiata del proprio squallore, nella becera regressione tribale sotto l’ombra protettiva della Bestia salviniana: il deus ex machina che muove il branco e lo aizza a cadenza ciclica contro bersagli prefissati; molto meglio se donne, che più di ogni altro eccitano le perversioni psicotiche e le più ributtanti fantasie erotiche di un’orda dalla miseria dis-umana degradata a livelli belluini. Sono i prodotti malati di una fabbrica dell’odio al servizio attivo e permanente dello Sciacallo: il mandante amorale del linciaggio in effigie e del ricorso allo stupro punitivo come arma di intimidazione digitale, mentre chiama a raccolta gli schiumanti manipoli, dando libero sfogo alle sue squadracce per la consueta colata di bava e liquami.

«“Insulti sessisti”, ci si va indignando, ma credo sia riduttivo. Il sessismo, persino lui, comporta una qualche forma di pensiero, ancorché molto debole, degradato, degradante. In questo caso – come in tutti i casi analoghi ahimè non infrequenti- ci troviamo invece davanti ad attività non solo prive di pensiero, ma al pensiero del tutto contrapposte, come si contrappone all’uomo l’animale.
Si tratta di creature violente, barbariche e imbecilli, si dirà, di stupratori virtuali, di scarti della società civile, di feccia da smaltire nell’indifferenziata per totale assenza di un’identità persino in qualità di rifiuti. E tuttavia sono tanti. E tuttavia tra loro, inspiegabilmente, ci sono alcune donne. E tuttavia si riconoscono nel partito più grande del Paese. E tuttavia sono dotate di una storia, di un’origine sociale e politica che suscita molto allarme per ciò che è e per ciò che potrebbe diventare.
Se invece di acquattarsi negli anfratti del web ci mettessero la faccia -ammesso che ne abbiano una-, sarebbe interessante osservarla, poterla sottoporre a un competente studio antropologico. Sarebbe importante capire se hanno una doppia personalità o sono proprio come ciò che scrivono; che sguardo hanno -ammesso che ne abbiano uno-; che vita fanno; qual è la loro collocazione generazionale, sociale e geografica; se lavorano e sono dotati di famiglia, magari anche di figli, che in automatico diventerebbero creature a rischio, esposte a una lezione di odio, di violenza e di ignoranza che potrebbe riprodursi nel corredo genetico, così da farci sperare che invece non ne abbianoMa lo studio più interessante sarebbe quello che porta alle origini di questi fenomeni, ovvero all’incastro tra quel Bronx virtuale in cui l’odio, attraverso le sue forme più bieche, amplifica a dismisura la libertà di esistere di tante esistenze senza senso, e una antica ma più che mai attuale cultura politica celodurista che con la Politica – anche qui questione di minuscole e maiuscole- ha ben poco a che vedere. Le prime da colpire, al centro di quell’incastro, sono le donne, soprattutto se giovani, soprattutto se piacenti. Le prime da cercare di ferire con esercizi di violenza e di volgarità; le prime da tentare di svilire e umiliare, se ricoprono responsabilità politiche. Con l’assenza di pensiero delle bestie. E con l’incoraggiamento, più o meno subliminale, di mandanti politici. Che osservano, tacendo. Che approvano, soppesando. Perché le correnti di pensiero, se assecondate, possono trasformarsi in consenso. Quelle di non-pensiero anche di più

Marida Lombardo Pijola
(26/08/2020)

Il Capitano da il LA (salvo defilarsi un istante dopo, come tutti i vigliacchi) ed il coro si associa in uno scroscio di vomito e merda.
In ciò consiste la decantata carica innovativa della truce macchina da guerra sovranista: analfabetismo funzionale; sessismo estremo dalle fragili ostensioni fallocratiche, ridotte a misoginia patologica; tribalismo etnico e revanchismo identitario, percolato in razzismo esplicito; sciovinismo d’accatto fuori tempo massimo, con uno schizzo di autarchia; pose ducesche e ammiccamenti mussoliniani, per una sempre più sfrontata apologia di reato coi suoi ostentati richiami nazifascisti. Più che folklore, è un marchio di fabbrica. Il tutto ribollito in un condensato di frustrazioni croniche ed umori fetidi, da spalmare via Facebook in una gara di rutti, facendo leva su paure ancestrali, nell’inconsistenza della proposta per vacuità delle soluzioni, con un ciccione travestito da sbirro che mangia senza trovare fondo e si fa i selfie, mentre ingurgita cibo a comando, nella rappresentazione teatrale di Sé. D’altronde, l’Italia ha sempre avuto “grandi attori” (o grandi imbecilli), nella prevalenza dell’istrione ancor più che del cretino, non meno pernicioso, che lo vota ad ogni tornata.
E questa sarebbe la straordinaria modernità comunicativa del salvinismo 2.0, tanto lodata dagli esperti della materia, perché parla alla pancia di un paese in piena costipazione!?
Se il grosso di un Paese si riconosce e si identifica con ‘sta roba, dopo la breve e non meno grave infatuazione per una setta di dissociati mentali, dispersi nella dimensione parallela di Gaia, tra microchip sottocutanei e scie chimiche, allora quella nazione è messa davvero male.

Hit Parade del mese:

01. MOTO PERPETUO

[23 Agosto] «L’Europa potrebbe emettere titoli di debito perpetui, emessi senza scadenza e a tasso zero»
(Laura Castelli, sottosegretaria al sottosviluppo economico)

02. COME CAVOLI A MERENDA

[03 Agosto] «Con la giornata nazionale contro l’omofobia, noi pensiamo che si tratti un po’ di un tentativo di colonizzazione culturale delle scuole di ogni ordine e grado con il pretesto di contrastare la discriminazione. Dietro c’è una chiara ideologia: quella che vuole cancellare il Natale, che impedisce canti e presepi nelle scuole.»
(Annagrazia Calabria, papi-girl)

03. GEOGRAFIA A 5 STELLE

[04 Agosto] «Le immagini dell’esplosione avvenuta a Beirut sono sconvolgenti. Esprimo la mia vicinanza al popolo libico.»
(Elisa Pirro, la Solidale)

04. DIPLOIDI

[06 Agosto] «Ho parlato con molti biologi, c’è un incremento esponenziale dell’omosessualità a partire anche da persone molto giovani, quasi da bambini, da adolescenti, e questo diciamo, è stato spiegato da questi biologici, che potrebbe essere legato alla vaccinazione. Nei vaccini infatti ci sono le cellule di feti abortiti diploidi femminili che modificano le informazioni, entrano poi nel corpo di questi bambini che così si trasformano.»
(Massimiliano Quaresima, altro psicolabile a 5 stelle)

05. LE SCUOLE LAGER

[25 Agosto] «Questi tarati vogliono trasformare le scuole in lager»
(Matteo Salvini, lo Sciacallo)

06. SADOPEDOFILIA LUCIFERIANA

[20 Agosto] «Le accuse a Bannon fanno parte del fuoco di sbarramento Dem Deep State sadopedofilo contro Trump e i popoli sovrani! Ne prepareranno altre da veri luciferiani quali sono!»
(Alessandro Meluzzi, il Posseduto)

07. PROSTATITE AI POLMONI

[25 Agosto] « Flavio [Briatore] sta bene, il suo problema è la prostata.»
(Daniela Santanchè, il nazidemocratico)

08. QUOTA 400

[05 Agosto] «Il taglio dei parlamentari comporterebbe un risparmio a legislatura di oltre 400 milioni di euro.»
(Luigi Di Maio, il Contabile)

09. ANZI NO, 500!

[23 Agosto] «Oggi chi dice no al taglio dei parlamentari, dice no a un risparmio di quasi mezzo miliardo di euro a legislatura e a un sistema più efficiente.»
(Luigi Di Maio, il Contaballe)

10. CONGIUNZIONI ASTRALI

[26 Agosto] «Compagni di classe e colleghi di lavoro potrebbero essere considerati come congiunti.»
(Paola De Miceli, disastro ai Trasporti)

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LA SCATOLA VUOTA

Posted in Kulturkampf, Muro del Pianto with tags , , , , , , , , , , , , on 28 giugno 2020 by Sendivogius

Dovevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno; l’hanno svuotata come un branco di felini alla fame, fino all’ultimo boccone.
Dovevano ‘moralizzare’ il Paese… E l’hanno infestato con un’orgia di scappati di casa, senz’arte né parte, più imbecilli che onesti, pescati a casaccio su facebook, perché tanto uno valeva l’altro; quindi miracolati con un seggio da “cittadino” deputato, in una grottesca parodia della Rivoluzione francese, sempre citata a sproposito e digerita malissimo.
Dovevano guidare la Crociata dell’Onestà. E si sono fermati per strada, sul lungo cammino verso la Terra Promessa, a sgraffignare qua e là tutto quello che potevano, accompagnandosi ai personaggi più assurdi ed inquietanti.
Succede, soprattuto quando lanci allo sbaraglio una setta di imbarazzanti coglioni pieni di sé, in dissociazione permanente da ogni principio di realtà, cresciuti appresso ad un santone digitale.

“Devi farne di strada bimbo, se vuoi scoprire com’è fatto il mondo, con le tue scarpine chicco corri nel sole, giochi alla vita che cresce insieme a te. E se la sera ti fa un po’ paura, trovi un amico che a casa, ti accompagnerà.”

Nell’immacolato mondo a cinque e più patacche, dove ogni commistione con le più elementari nozioni di competenza ed efficienza viene vissuta come contaminazione da colifecali, è quasi conseguenza naturale che, diffidando degli onnipervasivi “poteri forti” annidati ovunque, ci si affidi poi alla ricerca salvifica di un “podestà forestiero”, a cui affidare l’amministrazione dell’ordinario, promosso ad evento epocale per propaganda annessa, sull’onda lunga dell’Effetto Dunning-Kruger.
Da qui la scelta di perfetti Signor Nessuno, sconosciuti a chiunque se non (forse) nelle secrete stanze della Casaleggio Associati, là dove tutto si puote, tra mitomani e millantatori professionisti, meglio se estratti a sorteggio tra i famosi “talenti italiani all’estero”. Il dramma tutto nostrano non risiede nel fatto che simili cervelli fuggano via a cercar fortuna in qualche Promiseland straniera, bensì nell’evidenza che prima o poi ritornano sempre, tale è l’appeal della Terra di Bengodi con le sue insperate prospettive.
Altrimenti non si spiegherebbe la scoperta e pronta promozione di misconosciuti talenti straordinari come Pasquale Tridico da Scala Coeli, 44 anni (portati malissimo), planato alla presidenza dell’INPS per liberare quante più risorse possibili verso il demenziale “reddito di cittadinanza” (la paghetta di Stato per gli Sdraiati) e permettere così al “capo politico” di annunciare la sconfitta della povertà dal balcone del Palazzo, dove nel frattempo è arrivato il gommoso citrullo, ex bibitaro dello Stadio S.Paolo.
Della conduzione INPS sotto l’eccelso prof. Tridico, in 12 mesi vissuti pericolosamente, si ricorderà soprattutto la disastrosa gestione dei pagamenti della cassa integrazione in tempi di Covid, slittati di mesi tra un ritardo e l’altro, ma prima c’era stato il gran pasticcio delle pratiche on line (i soliti hackers), e l’errore di calcolo delle pensioni ordinarie.
Certo è niente rispetto all’immenso Domenico Parisi da Ostuni, in arte “Mimmo”, 54 anni e 18 pagine di curriculum, professore di Demografia e Statistica dell’Università statale del Mississippi (nella metropoli di Starkville coi suoi 25mila abitanti), data scientist ed esperto di sociologia rurale, messo a capo dell’Agenzia Nazionale Politiche del Lavoro (ANPAL), con poteri quasi assoluti.


Era quello che doveva aiutare Giggino Di Maio a sconfiggere la povertà e creare milioni di nuovi posti di lavoro per un miracolo tutto italiano, ai tempi inquietanti della “Manovra del Popolo” (il gusto per le stronzate roboanti non l’hanno perso). Per il momento, l’unico impiego creato è quello di Mimmo, nonché degli altri 3.000 navigator fatti imboccare a carico pubblico e pagati a peso d’oro per fare nulla: 1.700 euro netti, ai qual vanno aggiunti i 600 euro di bonus previsti per la crisi da pandemia Covid. Si tratta di un totale di 70 milioni di euro l’anno lanciati all’aria, per non trovare lavoro a nessuno e mantenere a babbo morto i navigatori.

Come riportato in un articolo dell’Aprile 2019, l’esimio prof. Parisi…

“ha trascorso gli ultimi due decenni a studiare i cittadini del Mississippi. Lo ha fatto al timone di Nsparc, un piccolo centro di ricerca della Mississippi State University. Parisi raccoglie e analizza milioni di dati sui cittadini, incluso dove hanno frequentato il college, se hanno ricevuto buoni pasto o sussidi di disoccupazione, quanto guadagnano e altro ancora. Ora Parisi torna nella sua Italia, portandosi tutto quello che ha imparato sulla forza lavoro e il comportamento umano per realizzare ciò che non è stato in grado di fare in Mississippi: sconfiggere la povertà. Il governo italiano di destra e anti-immigrazione ha nominato Parisi alla guida dell’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, Anpal. E la nomina di Parisi ha fatto alzare più di un sopracciglio oltreoceano.”

In pratica, il buon Mimmo è l’inventore del fantomatico Metodo Mississipi (variante ancora più cazzara della “mossa Kansas City”); ovvero un’applicazione riciclata dal “Mississipi works system”, che avrebbe dovuto fare dell’Italia nientemeno che un “Cybernatic State”.
In pratica, 25 milioni pagati sull’unghia dal “Ministero dell’Innovazione”, per il prototipo di un software mai sviluppato.
In compenso, per il disturbo legato al suo ingaggio, come presidente ANPAL, nel corso dell’ultimo anno l’insaziabile Mimmo è costato all’erario 160.000 euro in soli rimborsi spese personali: 55.000 euro per noleggio auto con autista (la famigerata Ka$ta usava le auto blu del ministero, la Banda degli Onesti gli NCC privati); 71.000 euro di voli rigorosamente in business class per gli USA; 32.000 euro di spese di alloggio per l’affitto di un appartamento ai Parioli di Roma. L’affitto da 3.000 euro al mese a rimborso si è reso necessario, come ci tiene a precisare il diretto interessato:

“per stringenti ragioni di personale sicurezza sanitaria a fronte dell’emergenza Covid-19, che a mio parere sarebbe garantita solo dal soggiorno in appartamento“.

Peccato che l’ineffabile Mimmo alloggiasse nell’esoso appartamento pariolino anche prima dell’emergenza Covid. Quando il culo supera la faccia.
Bisogna ammettere che ci vuole arte a scovare gente così… A tal punto che una domanda sorge spontanea: ma ‘ndo cazzo li trovano?!?

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Il Canto del Cigno

Posted in Muro del Pianto with tags , , , , , , , , , , , , , on 16 febbraio 2020 by Sendivogius

Il partito aziendale della Casaleggio Associati, sedicente “moVimento”, sta morendo… Finalmente!
Il vero problema è quanto ci mette a farlo.
Sarà una lunga e dolorosa (per loro) agonia; non il travaglio di un parto per dar vita ad una cosa nuova, ma lo strazio di un trapasso che tarda ad arrivare, nel prolungamento della recrudescenza terminale di un decesso annunciato e solo rimandato, attendendo improbabili risvegli.
Sarà una lunga notte, con un Paese nel frattempo tenuto in ostaggio da uno zombie putrescente che proprio non vuole morire, in attesa di sprigionare le sue tossine residuali dopo la grande infezione, per l’implosione dei gas fermentati all’interno di un corpo a-social in decomposizione: un ultimo ributtante schizzo di merda, umori fetidi, marciume purulento e frattaglie sparse, a vivacizzare il set horror per comparse stanche da vecchia politica post-populista.
Street TrashCe ne regaleranno ancora delle brutte, mentre i garruli messia del nulla a 5 stelle, discesi dalle loro auto blu, raschiano i rancori irranciditi, il revanchismo forcaiolo, ed il fanatismo settario, dal fondo del pentolone in cui apprendisti stregoni hanno cucinato a lungo l’immondo pastone, per bimbiminkia arrabbiati in cerca di identità.

Con le auto blu contro i vitalizi

Una gigantesca rimozione avvolge la piazza M5S, uno zoccolo duro rabbioso vuole urlare il suo “non siamo morti. “O-ne-stà o-ne-stà” come litania di un esorcismo, per fugare i demoni di una clamorosa crisi identitaria.

di  Alessandro De Angelis
(15/02/2020)

 «In piazza con le auto blu, per contestare i vitalizi degli altri. Qualcuno che, per non farsi vedere, si fa lasciare nelle vie accanto e arriva a piedi, col vestito che pare ritirato dalla stireria. Luigi Di Maio che, alla fine, attraversa tutta la folla per concedere selfie proprio come fa Matteo Salvini. Ci mette mezz’ora, ma all’angolo con piazza Venezia c’è la macchina che lo aspetta: blu. Simbolo di un potere diventato privilegio, quando si accomodano gli altri. Veicolo per la rivoluzione contro la Casta, quando trasporta le terga pentastellate. Che poi è la stessa logica dei vitalizi, oggetto di questa manifestazione: in verità sono stati già aboliti nel 2011, quando si è passati a un sistema “contributivo” come nel resto del mondo, ma in mancanza di altri argomenti adesso ci si scaglia contro i diritti acquisiti col precedente sistema, tanto riguardano gli altri.
Eccola, Piazza Santi Apostoli, diventata per un pomeriggio la piazza di Nostra Signora dell’Ipocrisia. Piazza piena, nulla a che vedere con le dimensioni di quelle di una volta, tipo San Giovanni e Circo Massimo, riempita non spontaneamente, ma con pullman da tutta Italia, come facevano gli odiati partiti di massa. Piazza del rigurgito identitario, “incazzata”, in un clima da ritorno alle origini. Piazza di uno zoccolo duro rabbioso che vuole urlare il suo “non siamo morti”. Poca musica, assordanti trombette da stadio, “o-ne-stà o-ne-stà”, come litania di un esorcismo per fugare i demoni di una clamorosa crisi identitaria. Pochi giovani, cartelli “non ci arrendiamo”, “no alle alleanze”. Fischi per Salvini, Renzi odiato più di lui, insofferenza per il PD, innominato Conte, l’animal spirit del popolo è “contro”: è la pulsione prepolitica ad aggrapparsi a irrinunciabili bandiere, col manicheismo di chi non vuole vedere ciò che è successo. È il “noi siamo noi”, né di destra né di sinistra, col paradosso che proprio il motivo della crisi diventa zavorra a cui aggrapparsi.
“Colpa degli altri”, sempre e comunque, se ciò che è giusto non è stato compreso dagli italiani. E ritorna la rabbia verso i giornalisti, alcuni in particolare come chi scrive, la collega di Repubblica o l’inviato delle Iene: “pennivendoli” che non scrivono la “verità”, perché così vogliono i loro padroni. Torna la sindrome del complotto, da parte delle televisioni che “oscurano il Movimento”, e poco importa che il servizio pubblico è ancora governato secondo la spartizione attuata dal Governo gialloverde. Anche questa è cultura dell’odio e dell’invidia sociale, per cui non esiste libertà di pensiero o lavoro intellettuale, ma solo privilegi di ben remunerati servi di opachi padroni.
In questa piazza di “resistenza”, che già ha lo spirito della ridotta identitaria, c’è un istinto prepolitico che non è un’idea di paese, e con esso l’illusione, anzi l’autoillusione, che si possa essere “contro” il Sistema una volta che si è diventati Sistema, senza cadere nella trappola di essere contro se stessi, sia pur a propria insaputa.
Guardateli i ministri e i sottosegretari che arrivano da una via laterale, tutti con l’abito blu e la camicia bianca, gli unici senza cravatta Di Maio e Bonafede, imborghesiti dalla Roma del potere che sa rivestire i barbari con le griffe dei padroni. Mentre i ragazzi delle scorte vigilano discreti. Indugiano compiaciuti nella selva di telecamere, ormai avvezzi a parlare senza dire, a giustificare e a giustificarsi in nome dell’imperituro “bene del paese”. Loro tutta questa rabbia non ce l’hanno più, ma hanno la necessità di mobilitare il popolo per arginare una crisi spaventosa. Non è vero che il potere logora chi non ce l’ha. Logora anche chi ce l’ha nella paura di perderlo. I ministri più filo Pd, da Patuanelli a D’Incà, vengono tenuti sotto il palco, Bonafede e Di Maio, in fondo, non forzano neanche più di tanto. Però sventolano con orgoglio le bandiere storiche, contro i vitalizi e a difesa dell’abolizione della prescrizione, il che consente di gonfiare il petto identitario, ma senza scuotere più di tanto il fragile equilibrio governativo.
Parliamoci chiaro: una gigantesca rimozione avvolge il tutto, affogata nella retorica del “siamo una forza che non si può abbattere” e del “si cambia passo dopo passo, dopo 50 anni di politica che ci ha distrutto”. La rimozione della sconfitta, delle scelte fatte e di quelle da fare, degli alleati passati e di quelli presenti, del Conte 1 e del Conte 2, e più in generale di Conte, rimasto pressoché innominato. E, come diceva Peppino, “ho detto tutto”.
A questa piazza e a questo palco, che non ha ancora digerito il “tradimento” di Salvini, si capisce che il nuovo quadro non piace, come non piace la politica delle alleanze. E questa “terza fase” del Movimento, aperta dopo le dimissioni di Di Maio, vissuto ancora come il Capo dal suo popolo a piazza Santi Apostoli, appare come il tentativo di congelare il travaglio, nell’evocazione del grande futuro alle spalle, sotto forma di battaglia contro i vitalizi. Il travaglio di una forza dentro la quale si è aperta una confusa dialettica tra destra e sinistra. Di Maio scravattato che richiama i principi fondamentali, sia pur ammaccato è il simbolo non di una “evoluzione”, ma dell’equivoco costitutivo che si ripropone, il non essere né di destra è di sinistra, che incrocia un sentimento popolare. Di quel popolo.
La piazza racconta questa “connessione sentimentale” conl’ex capo del Movimento. Chi è rimasto si aggrappa all’identità, ai miti della sua non lunga storia, alle sue bandiere. Il Governo viene dopo, non scalda, è vissuto come uno stato di necessità più che come l’incubatore di una prospettiva. Il “noi” c’era, gli “altri” neanche nominati

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Il Risolutore

Posted in Stupor Mundi with tags , , , , , , , , on 16 novembre 2019 by Sendivogius

«Abbiamo risolto la crisi dell’ILVA.
E lo abbiamo fatto meglio di quelli di prima (il PD n.d.r).
Abbiamo raggiunto il miglior accordo sindacale e ambientale possibile. Nessun esubero, nessun licenziamento, tutti assunti con l’Articolo 18 e quindi non con il Jobs Act. Abbiamo installato tecnologie a Taranto che riducono del 20% le emissioni nocive e tutti i termini di realizzazione degli interventi ambientali per garantire la salute dei cittadini di Taranto si sono accorciati.
In tre mesi abbiamo risolto la crisi dell’ILVA, quando quelli di prima in sei anni non erano stati capaci

Luigi Di Maio
(08/09/2018)

AFP PHOTO / Carlo Hermann

Era giusto un anno fa, quando il gongolante ministro del sottosviluppo, prima di emigrare alla Farnesina per gli straordinari meriti conseguiti sul campo, si produceva in una di quelle intemerate via Facebook, da lasciare a futura memoria per gli antropologi.
Uno sbrodolante Fatto Quotidiano, organo ufficioso del non-partito, per celebrare l’evento si produceva allora in uno di quei pezzi memorabili di giornalismo indipendente, quello con la schiena dritta e lingua asciutta, da far tremare di vergogna la casta dei grandi giornaloni asserviti al potere. Tanto è l’entusiasmo che il FQ non riesce a contenere,  tra i contorcimenti dell’estasi in un irrefrenabile orgasmo multiplo, dinanzi alle eccezionali prestazioni di Giggino, statista incompreso, con gli esiti attualmente ben noti quanto lontani dalla vulgata agiografica…

 «Settecento posti in più da subito ed esuberi azzerati, mentre l’accordo proposto dall’ex titolare del ministero di via Veneto prevedeva che a gestirli fosse una società che avrebbe “vissuto” dei lavori assegnati da AmIvestco e, in caso di insuccesso, Invitalia. Sale da 200 a 250 milioni la dote pubblica per indurre circa 2500 dipendenti all’uscita anticipata. Sul fronte ambientale è anticipata al 2019 la copertura dei parchi minerari.
Da una parte 10.700 assunzioni subito in Ilva da parte di AmInvestco, la garanzia di azzerare gli esuberi rimasti nel 2023 senza tagliare gli stipendi e 250 milioni di soldi pubblici, per incentivare gli esodi. Dall’altra 10mila dipendenti diretti subito riassunti più 1.500 posti di lavoro garantiti attraverso la Società per Taranto e Genova a partecipazione statale – attraverso enti locali e Invitalia – con 200 milioni per coprire le uscite volontarie

Un livello di piaggeria tragicamente comica mai raggiunta nemmeno, per dire, dai panegirici del retore Temistio, che celebrava le fantomatiche vittorie dell’imperatore Valente contro gli invasori Goti, poco prima che quest’ultimo venisse spazzato via con la quasi totalità delle legioni orientali dell’esercito romano nella catastrofica disfatta di Adrianopoli.
Oggi come allora, per i secoli a venire, ci chiederemo anche noi in che modo tutto ciò sia stato possibile, senza naturalmente trovare una risposta abbastanza valida per spiegare come questo paese continui a sfoderare personalità geniali (sempre meno) e frotte di incommensurabili coglioni vanagloriosi dalla siderale minchioneria fuori scala, elevata ad espressione metafenomenica, perché decisamente oltre…!

FenomenoloGiggineria

 «Resteranno gli anni di Giggino. L’epopea del bibitaro divenuto principe. Il romanzo del giovane povero (di talenti) proiettato ai vertici del Paese, a capo d’un movimento politico, a discutere di governi e premierati, a dettare condizioni e interloquire col Capo dello Stato. La misteriosa congiunzione astrale, anzi proprio l’allineamento dei pianeti che ha consentito a un giovanotto senza doti, cultura, qualità, competenze, esperienza, carattere di diventare un politico di primo piano senza nemmeno un minimo di gavetta, di apprendiStato, di lettura di bignamini istituzionali. Un’ascesa che solo la letteratura potrà davvero raccontare, come si raccontano le imprese leggendarie e le creature inspiegabili.
Non fraintendete: l’essere bibitaro, in sé, sarebbe persino una qualità. Dopotutto, i padri costituenti sognavano un Parlamento affollato di bibitari, lavandaie, minatori: l’epica della costruzione di sé e del Paese malgrado le condizioni di partenza appartiene non solo alla generazione dei nostri avi, ma proprio allo spirito della Costituzione, all’edificazione corretta della democrazia rappresentativa. Però un passo necessario, in questo percorso luminoso, sarebbero lo studio e l’acquisizione di competenze, unica via di riscatto da condizioni sociali o personali sfavorite. Dai campi e dalle officine, e certamente anche dallo stadio San Paolo, agli scranni più alti, ma studiando. Questo è il passaggio che la storia di Giggino il Miracolato salta a piè pari.

E infatti eccolo lì, a capo d’un movimento che persino teorizza l’uno vale uno, e per cui l’assenza di competenze è un vanto e una garanzia, così come il disprezzo per le prassi, i galatei, le forme, i copioni istituzionali che si ignorano, si vilipendono, si ascrivono, con franca superbia, al mondo dei compromessi e degli “inciuci” che si vuole, legittimamente, sterminare. Salvo non sapere bene dove collocarlo e che aspetto dar loro.
Manco a dirlo, il prode Giggino si trova coinvolto nel momento di maggior confusione, di aperto caos istituzionale: colonna d’un governo e ministro del Lavoro (e già questo avrebbe dovuto toglierci il sonno), capo d’un movimento che in Parlamento ha il 32%, vicepremier d’un premier che ha voluto imporre proprio perché era terzo e non accostabile ad alcuna forza politica, un tecnico ma senza dire la parola “tecnico” (che le folle si turbano e sentono odore di competenza, quindi di corruzione a prescindere, secondo i dettami del Sacro Blogghe), un prestanome e prestafaccia che coprisse la realtà d’un governo di ricatto e squilibrio. E poi membro d’una coppia scoppiata, tradito dal consorte di vicepremierato, colpito e affondato con solo un gemito, uno sguardo ferito nel volto d’eterno ragazzino sbigottito, uno a cui viene voglia di prendere la mano e dire: “Siediti, che ti spiego io cosa sta succedendo”, e dargli un bicchiere di latte con la cannuccia.
Ora dicono sia asserragliato nel bunker, a ripetersi i suoi venti punti per non scordarli, a contare e ricontare i successi di 14 mesi di sgoverno i cui nodi stanno per venire al pettine (ed è forse questo il motivo per cui l’ex sodale e collega di vicepremierato, il Ministro della Giustizia Sommaria, inventore dei porti chiusi e delle libere moto d’acqua in libero Papeete, s’è dato a una fuga scomposta).
Chissà dove finirà l’epopea di Giggino l’Inconsapevole, Giggino l’Immodificabile, Giggino che pure come personaggio da romanzo ha il problema obiettivo di cominciare e finire allo stesso modo, senza che le circostanze riescano a cambiarlo. Chissà dove arriverà – Gigino a Palazzo Chigi? Gigino al Quirinale? Gigino imperatore della Galassia? – e cosa riuscirà a combinare, nel frattempo. Un giorno, forse sarà la fantascienza a raccontare questi momenti, perché non vadano perduti come lacrime nella pioggia

  (01/09/2019 – manginobrioches)

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Le Tragiche Finali

Posted in Muro del Pianto with tags , , , , , , , on 7 novembre 2019 by Sendivogius

Una sola domanda: ma chi cazzo ve l’ha fatto fare?!?
Che l’esperimento rosso(?)giallo di governo (forse uno dei peggio riusciti nella storia repubblicana) fosse la cronaca di un fallimento annunciato, non ci voleva certo un pozzo di scienza per capirlo. Le evidenze c’erano tutte, già dal suo infelice esordio, dopo il furbesco matrimonio di interessi consumato a freddo tra entità avverse, frettolosamente convolate a nozze riparatrici, e tenute assieme da nient’altro se non l’illusione della detenzione di un potere quanto mai effimero, che sgocciola via dalle loro dita sempre più velocemente, in nemmeno 100 giorni di luna di fiele.
Nato per contenere l’onda nera del sovranismo dilagante (di cui è stato espressione organica fino a neanche 3 mesi fa), il sempre più imbarazzante ConteBis ha finito col diventarne il principale moltiplicatore di consensi elettorali, tramite una prova di governo deprimente, in tutta la miseria della propria inconsistenza, per una compagine priva di amalgama, senza alcuna visione e coesione, alla quale non basta più agitare lo spauracchio del Capitone, peraltro rigenerato dal periodo di quarantena, con effetti opposti a quelli sperati.
Nemmeno il demone del governismo ad oltranza, da cui pure è posseduto il PD a vocazione democristiana (che pure i diccì erano dotati di un fortissimo spirito di autoconservazione), basta a spiegare l’abbraccio mortale con un cadavere in decomposizione, come la Setta del Grullo sbavante e dei suoi casi umani alla deriva; a tal punto per il partito bestemmia da lasciarsi trascinare a fondo con loro, dopo essere stato ampiamente fottuto da ‘sta succursale lisergica del Cottolengo. Non sia mai che vada dispersa l’esperienza di così straordinari talenti incompresi!

Al direttivo PD piace così: lo chiamano “senso di responsabilità, per atto di generosità”. Che poi è una morte lenta, per consunzione interna. È accanimento terapeutico su un corpo in agonia terminale. Ma anche sputtanamento senza ritorno, crocifissione senza redenzione, supplizio per scorticamento, tortura cinese dei mille tagli… 
Una mano pietosa dovrebbe porre fine a tanto scempio. Foss’anche per un ultimo scatto di orgoglio, di dignità residuale, invece di ridursi a tenere il moccolo ad un Guappariello da mezzo soldo, coprendone le stronzate disseminate in giro.
Perché morire impiccati alla parabola di un Di Maio, dovrebbe essere troppo pure per un piddino!

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(127) Cazzata o Stronzata?

Posted in Zì Baldone with tags , , , , , , , , , , on 28 settembre 2019 by Sendivogius

Classifica SETTEMBRE 2019”

 Eccitante come un cubetto di gelatina riscaldato, il nuovo esecutivo di responsabilità per atto di generosità (a Loro piace chiamarsi così) suscita meno vibrazioni di una lastra in carbonio e grafite, tra giri di valzer e riposizionamenti delle sue componenti quanto mai instabili.
In tre settimane di rassicurante stasi criogenica a cui ci sta lentamente abituando il leccatissimo ConteBis, la sua gracile creaturina stenta a muovere i primi passi, mentre gattona in cerca di scopo. Al momento però si distingue per due formidabili risultati, più che mai evocativi delle promesse future…
Si segnala la proposta di introdurre una tassazione speciale sulle merendine e le bibite gassate, nella sacra crociata contro il proliferare dei saccarosi e dei grassi saturi. Con i nuovi introiti, si pensa di finanziare la ricerca universitaria, aumentare lo stipendio degli insegnanti, combattere il cambiamento climatico e, già che ci siamo, scongiurare pure l’aumento dell’IVA, qualora dovesse avanzare ancora qualcosa da così straordinario gettito, commisurato in miliardi di euro.
Ma soprattutto le cronache ricorderanno l’incredibile promozione di Giggino Di Maio a niente meno che Ministro degli Esteri..!
Cioè, parliamo di uno che non sa fare nulla, non mastica nemmeno per sbaglio una sola lingua straniera (e questo non sarebbe un dramma insormontabile, se sapesse almeno parlare in italiano!), ha seri problemi con la Geografia (per tacera della Storia, nonché della sua guerra personale contro congiuntivi e consecutio temporum). Trattasi del “capo politico” che voleva indire un referendum per uscire dall’euro e continua ad usare il ministero come fosse una sede di partito, per le riunioni coi suoi sottopanza…
Una roba surreale, al cospetto della quale persino uno come il mai dimenticato Al-fano pare un gigante di competenze e serietà! E comprenderete bene la tragedia dell’assurdo.
Ridete?!? Be’ fate male..!
Venuta meno ogni inibizione, dall’altra parte c’è un’orda rabbiosa di buzzurri incanagliti dalla crisi ed in pieno processo di nazificazione, pompati ad arte da Giorgina, l’aspirante ducia di Garbatella, e dall’ingordo Capitone spiaggiato e ribollito nei suoi rancori, dopo il più clamoroso suicidio politico della storia recente, per eccesso di hybris nella propria bulimia di potere dopo la sbronza da mojito.

È tra l’altro lo stesso energumeno da bettola, che adesso, mal digerita la grande abbuffata, blatera di “governo abusivo del tradimento”“orgoglio italiano”… e “onore” da tributare a questo o quell’altro figuro in uniforme, come un qualunque fascistello da stadio (ovviamente amici suoi).
Inutile ricordare all’Olindo e Rosa dell’italico sovranismo, che in una democrazia parlamentare nessun governo è “abusivo” se gode della fiducia delle Camere. E quantunque non sarebbe più abusivo di uno che si candida in un cartello elettorale, salvo perdere le elezioni, eppoi andare al governo col partito avverso; quindi presentarsi alle elezioni locali coi vecchi alleati, contro il partner di governo. Parliamo dello sformato capitano della già “Lega Nord per l’Indipendenza della Padania”, che ora si ammanta di tricolori e ripete ossessivamente “italiano” ogni due parole, come nelle pubblicità di una nota marca di insaccati (la variante sovranista al wurstel).
Ma questo non ditelo al bolso gargarozzone sudaticcio e senza fondo, che s’agita sui palchi del nazi-raduno di Pontida, mentre si avvinghia alla piccola figurante, chiamata ad interpretare la parte della bambina di Bibbiano, ed ingaggiata appositamente per la farsa disgustosa.
In quanto al “tradimento”…

10/01/2019: “Ho tanti difetti, ma se prendo un impegno lo porto fino in fondo, non mi interessa dei sondaggi, c’è un programma da portare fino in fondo. Non lascio niente a metà e non voglio far saltare nessun governo”.

09/02/2019: “Mi dicono: la Lega è il primo partito, tu sei il politico più importante, fai saltare tutto così puoi eleggere più deputati e più senatori. A queste persone dico: la mia parola vale più di qualsiasi sondaggio. Non faccio saltare un governo per dei sondaggi… no!”.

09/03/2019: “L’Italia ha bisogno di sviluppo, di riforme, di lavoro. Altro che crisi, regaleremo al Paese 5 anni di governo, non si gioca con il futuro degli italiani”.

23/04/2019: “La crisi di governo è solamente nelle teste di Repubblica e Corriere, noi andiamo avanti sereni”.

29/05/2019: “Dopo questo voto non cambia nulla: pensate che abbia convenienza ad andare all’incasso? Io no, non ho incassi personali, partitici o politici all’orizzonte. Il mio orizzonte dura quattro anni. Non ci sono problemi o lusinghe in vista che mi possano far cambiare idea. Questa alleanza ci permette di fare quello che sognavamo da anni.”

Poi però, proprio perché convinto dai sondaggi, ha pensato bene di far cadere il governo alla vigilia di Ferragosto, perché voleva i “pieni poteri”, pensando al contempo di continuare a rimanere ministro dell’Interno fino all’insediamento del nuovo esecutivo ed in tal ruolo gestire le elezioni dal Viminale (una roba che manco nell’Argentina di Videla!), salvo dare dei vigliacchi e traditori a chi semplicemente non gli ha permesso di diventare il caudillo d’Italia, prestandosi a far da complici nella sua personale battaglia per il potere assoluto.
Dopo i comizi volanti alla Hitler, le invettive contro i nemici del popolo, gli manca solo di denunciare il complotto dei “Criminali di Agosto” (in luogo di quelli di Novembre), recriminare di pugnalate alla schiena, e la parabola weimeriana potrebbe dirsi completa.
Tuttavia, è latente il sospetto che la ringhiante accoppiata ‘sovrana’ del nazisploitation, ultimamente non sembra passarsela troppo bene, in attesa di rinnovare anch’essi il campionario…
Alla perenne ricerca di un nemico da far manganellare agli squadristi del web, nel tentativo di diversificare dalla solita caccia al negro, col linciaggio in effigie dell’immigrato che delinque in attesa dei roghi veri, a Giorgina (l’Ilsa nana de’Noantri) ed al suo amichetto barbuto di giochi sembra non restare altro che rispolverare i soliti attacchi all’esecrata Laura Boldrini (intramontabile must di sicuro successo per i prepuzietti bianchi delle succursali italiote del KKK) ed attingere agli ossari del clericalismo più reazionario, per galvanizzare le Vandee d’Italia nel ritrovato spirito sanfedista degli atei-devoti, che si traduce in sventolamenti di rosari, acquisto all’ingrosso di stock di crocifissi made in china da distribuire nelle scuole (Ferrara), consacrazioni al “Cuore Immacolato di Maria” (Firenze), in attesa che il Capitone scopra su wikipedia qualche altro santo o madonna a cui votarsi. Poi dici che uno bestemmia.
Come recitava una vecchia canzone: La merda avanza e non conosce targhe alterne.

Hit Parade del mese:

01. DISSOCIAZIONI MENTALI

[23 Set.] «17enne fermato per aggressione ai danni di altri ragazzini. Voleva imitare i suoi idoli della serie Gomorra. Ringraziamo Saviano per aver contribuito a peggiorare la gioventù italiana in nome del dio denaro.»
(Giorgia Meloni, Panzetta Nera)

02. DALLA PROVINCIA CON TURGORE

[05 Set.] «Noi vigileremo in difesa dei confini e del chinotto!»
(Matteo Salvini, il Vigilante)

03. SCIOGLIETE I CANI!

[25 Set.] «Sto addestrando i colleghi del gruppo. È solo l’inizio. Sarà il Vietnam.»
(Roberto Calderoli, il Canaro)

04. PATRIMONIO DELL’UMANITÀ

[28 Set.] «L’Associazione Rousseau è da sempre in prima linea per difendere i diritti che possono essere esercitati attraverso Internet e per questo motivo ha sostenuto questa iniziativa presso l’Onu propedeutica alla presentazione di una risoluzione a difesa dei diritti di cittadinanza digitale.»
(Davide Casaleggio, il Grande Fratello digitale)

05. NOOTROPO

[24 Set.] «Il tabacco è una droga pesante, la cannabis è una droga leggera e va assunta pura. Se hai l’asma, te la fa passare. Non è vero che spappola il cervello. La marijuana, la valeriana, la maggiorana, sono tutte droghe leggere.»
(Lello Ciampolillo, il Lebonski a 5 stelle)

06. La fronda dei 70 senatori M5S contro il “capo politico”

[26 Set.] « Quelle 70 firme non sono contro di me.»
(Luigi Di Maio, Pugnetta apolitica)

07. CERTIFICAZIONE BULGARA

[03 Set.] «È stato un voto plebiscitario, l’80% ha votato Sì. Dobbiamo essere molto orgogliosi che tutto il mondo ha aspettato la pronuncia di questi 80 mila cittadini italiani su una piattaforma digitale che è un unicum al mondo»
(Luigi Di Maio, il dittatorello di carta)

08. LA PIRA FUNEBRE

[24 Set.] «Sono io l’erede di Silvio: riaccenderò Forza Italia!»
(Vittorio Sgarbi, la Promessa)

09. Il GRETINO E LA BAMBINA

[27 Set.] «La vocazione delle masse è da sempre quella di dare retta ai pazzi, meglio se criminali come Stalin e Hitler. Quindi non stupiamoci se oggi ha molto seguito una ragazzina goffa che ha finito a malapena la terza media»
(Vittorio Feltri, Merda fossile)

10. BUONANOTTE NONNO

[05 Set.] «Sono tornati i comunisti!»
(Silvio Berlusconi, la salma)

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TORNO SUBITO…

Posted in Muro del Pianto with tags , , , , , , , , on 17 settembre 2019 by Sendivogius

Un garrulo cretinetto imbalsamato in un perenne ghigno di compiacimento, dopo aver sovvertito tutte le Leggi di Murphy sull’incompetenza, che batte i piedini perché vuole fare il vicepremier, il ministro, l’astronauta e il poliziotto; è il pupazzetto buffo da presepio, nella sua corte napoletana dei miracoli…
I due Mattei, gemelli diversi, in un condensato di disturbi associati della personalità: quello che si crede Mussolini, col fucile in mano e rosario in culo, è il sedicente capitano finito sbattuto come un capitone, e impiccato ad una selva di braccia tese ‘romanamente’, mentre s’abbuffa a comando per i suoi followers in orbace. E poi c’è quell’altro deficiente ancora, che scappa via con la palla perché non lo fanno comandare, si fonda il proprio partitino personale coi suoi compagni di merende, per appagare un patologico bisogno narcisistico di attenzioni, e intanto va elemosinando finanziamenti che assai meglio sarebbero stati spesi in una serie di sedute intensive di psicoterapia…
Il ConteBis dalle stelle a Tacchia, affetto da amnesie dissociative, passando per il Gattopardo… Per non dire dell’e_guru in pensione, che adesso è preoccupato  dal clima invelinito e gonfio di rancori, che lui stesso ha fomentato per anni…
Panzetta Nera, ovvero Giorgina dalle bande nere e le marcette su Roma… Il sempre più incartapecorito Pornonano ridotto oramai all’ombra della sua mummia, conservata in una soluzione di formaldeide e cerone…

La politica italiana è un inquietante concentrato di trasformismi estremi, mistica fascista, e vanesi narcisi da eziologia psicogena, nella ricerca tossica del potere per il potere.
Francamente troppo pure per noi.
Scusate, ma nun gliela posso proprio fa’!

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