Archivio per Lobby

Neon Genesis Oversize

Posted in Stupor Mundi with tags , , , , , , , , , on 9 ottobre 2016 by Sendivogius

matteo-renzi-il-pupo-serenoAnche la ‘politica’ ha i suoi Bambinelli… più o meno prodigiosi e tutti ben pasciuti.
Magari il loro avvento non viene annunciato da una stella cometa, ma il legame con la mangiatoia in genere dura tutta la vita, tanto deve essere comoda ed accogliente la greppia del potere. Hic manebimus optime.
dichiarazione-renziIl Bomba, lo si sapeva già, è fatto così. Più lievita e più le spara grosse.

faccia-da-culoDev’essere un problema di concentrazione gassosa: l’accumulo compulsivo di stronzate deve poter sfiatare in qualche modo; non importa attraverso quale orifizio usato a sproposito ciò avvenga…
Il problema dei cazzari è che non possiedono il senso del limite. Mancano di misura. Se dai loro un minimo di confidenza, ti avvolgeranno nelle spire di un vortice di fanfaronate commensurate al proprio ego, che quasi sempre è smisurato nella grandissima considerazione che hanno di se stessi. Solitamente perché nessuno, nella benevolenza che in genere si accorda a questi fenomeni da bar sport, li manda mai affanculo per tempo, sottovalutando quasi sempre la minaccia intrinseca che la frequentazione prolungata di simili cialtroni comporta. La rassegnata accondiscendenza, con la quale tolleriamo la categoria, peggiora la situazione ed instilla nel cazzaro l’intrinseca convinzione di essere irresistibilmente simpatico; col risultato di esasperare la sua già copiosa produzione di bubbole, che costituisce il segno più tangibile (se non unico) delle loro parassitarie esistenze di bugiardi cronici. D’altronde, lo spaccio all’ingrosso di panzane sempre più grandi costituisce il modo più semplice per darsi importanza, non avendo il cazzaro alcuna qualità di cui potersi vantare. Per questo la pratica non va assolutamente incentivata. Perché il cazzaro vive delle attenzioni altrui: sono la linfa che ne alimenta le gesta e gli permette di conquistare le luci della ribalta. E siccome, nonostante tutto, la categoria ha i suoi estimatori, ogni cacciaballe di rispetto quasi sempre è anche un politico di successo.
fattoCerto poi per un connaturato riflesso psicologico, l’opprimente complesso di inferiorità, la consapevolezza di essere sempre stato considerato unanimemente un coglione fuori dai contesti sfigati di provenienza, ritorna sempre. E riesce fuori nei momenti meno opportuni, ricordandogli quanto effimeri siano i suoi successi. Il sospetto ed il senso di inadeguatezza lo riportano agli anni della sua pubertà, quando veniva vessato nei cessi della scuola e gli altri bambini gli fregavano la merendina. Tale è il complesso che opprime il cazzaro, da bersaniindurlo a vedere anche nelle più perfette ed insignificanti nullità una minaccia concreta al suo potere illusorio e così faticosamente raggiunto. Perché niente terrorizza di più il cazzaro, che vedersi restituito alla condizione di nullità assoluta che in fondo è sempre stato.
Ora, vedere un Matteo Renzi che, in un profluvio di metafore calcistiche a riprova della sua levatura culturale di statista per caso, parla di “derby contro la vecchia guardia” a proposito del plebiscito referendario ad personam da lui fortissimamente voluto e quindi rinnegato, è francamente troppo persino per un cazzaro da televendita come lui, con tanto di campionario riciclato su plagio berlusconiano. A dispetto del fattore anagrafico, quei quarant’anni che in ogni altro paese indicano un uomo bello che fatto, ma che in Italia sono considerati invece una specie di prolungamento dell’adolescenza per eterni ‘ragazzi’ afflitti dalla sindrome di Peter Pan, il bambino Matteo, il nerd col risvoltino sui calzoni, è quanto di più vecchio ed inesorabilmente antico abbia mai prodotto l’italica mediocrità cronicamente malata di nuovismo, che pur ci aveva già abituato a standard di infimo livello.
DC - Forza Italia Uno che a dodici anni già era organico alla Democrazia Cristiana. E che per tutta la vita ha fatto il portaborse scodinzolando dietro al notabile di turno prima di spiccare il grande balzo, riadattando ogni volta idee e copione da recitare secondo convenienza, nel riciclaggio costante di aria fritta, per un condensato di banalità desolanti dalla coglioneria siderale immortalata nella sua copiosa produzione libraria di pataccaro seriale.
I best sellers di RenziPer capire origini e sostanza del personaggio, basta in fondo (molto in fondo..!) sfogliare il suo album fotografico di appartenenza, per ritrovarsi immersi in una collezione di fossili che risalgono direttamente all’era giurassica, con la sua galleria di dinosauri ormai estinti.
renzi-andreotti-buttiglionerenzi-dc1Renzi e RutelliAdottato da un centrosinistra sputtanato ben oltre il suicidio, il putto poteva benissimo fare il leader del centrodestra, tanto è intercambiabile nei ruoli, anche se politicamente nasce democristiano; ovvero la morte dei sensi nella totale assenza di una qualunque tensione ideale che non sia mero opportunismo. matteo-renzi-e-ciriaco-de-mita-il-ballo-delle-debuttanti Passano gli anni, ma niente sembra togliergli da dosso quell’aria furbastra da scolaretto ruffiano di provincia (e mai bullizzato abbastanza!) che sembra uscito direttamente da uno sceneggiato degli Anni ’50, ora strizzato nel completino della cresima riutilizzato per gli eventi di partito al ballo delle debuttanti, adesso invece infagottato in improbabili giacche color cammello morto, con un guardaroba che sembra uscito da una svendita dell’usato ai grandi magazzini M.A.S. L’immagine dominante è quella di un citrullo ripulito di paese che né i vanity-fairservizi sui giornaletti parrocchiali, né le riviste del gossip patinato al servizio del padrone, sono riuscite a migliorare; nonostante i tentativi disperati nel dare una parvenza di stile al flaccido bamboccio rivestito a festa.
Il vero dramma è che Lui si crede davvero un gran figo (anche se post-datato)..!

31 Gennaio 2014 - Rignano Sull'Arno (FI): Matteo Renzi scout. Nelle foto si vede il segretario del P.D. e sindaco di Firenze, giovanissimo, durante campi e ritrovi Scout. Matteo è insieme al babbo Tiziano, capo Scout, mentre celebra la Promessa. Esclusive - Copyright Toscana S.A.

E peccato che a ben vedere si tratti di una specie di ibrido, nato da un incrocio tra Pinotto e Mr.Bean, su clonazione berlusconiana, per un concentrato di presunzione illimitata, ignoranza abissale ed arrogante strafottenza, con il grasso intorno, mentre si accompagna a chiunque sia in grado di garantirgli una qualche protezione.
renzi-pinottoNon per niente questo avanzo di nuovo, può contare dell’appoggio quasi illimitato di vecchie cariatidi della politica come il presidente emerito, e tuttora decidente, Giorgio Napolitano (91 anni dei quali 61 trascorsi in politica); nonché del supporto più che interessato di un renzi-lobbyintero complesso bancario-industriale-politico che si è messo in testa di riscrivere la Costituzione degli italiani, decidendo ciò che è bene per loro direttamente al posto della cittadinanza. In un intreccio sempre più inquietante di interessi inconfessabili, commistioni massoniche e servizi segreti esteri, commesse legate alle agenzie private di cyber-security, si ritrovano nel mazzo degli sponsor: Goldman Sachs, JP-Morgan, Fondo Monetario Internazionale, la Commissione UE, il cancelliere tedesco Angela Merkel, l’ambasciatore USA e l’immarcescibile Michael Ledeen, il Wall Street Journal… noterete come la nuova Costituzione sia stata voluta (e scritta) da organismi stranieri o di natura strettamente padronale (Confindustria) e quindi imposta all’Italia. È la più onerosa delle cambiali che l’utile idiota di Pontassieve ha dovuto pagare ai suoi padrini internazionali, da abusivo della democrazia quale è, per continuare a godere delle protezioni fondamentali e rimanere al governo con una maggioranza tenuta assieme a colpi di fiducia.
vukic-renzi-fiduciaNella sua furbesca contrapposizione in bianco e nero tra ‘nuovo’ e ‘vecchio’, il piccolissimo principe ignora che in un’epoca dove l’immagine è tutto bisogna avere un minimo di physique du rôle con la prossemica giusta…
E non è proprio il suo caso!
Renzi Cerbiatto Con quello sguardo acquoso da cernia lessata, le labbra pendule, l’espressione ebete perennemente arricciata in smorfie improbabili, al massimo può essere credibile come pizzicagnolo alla sagra paesana. Uno con una faccia così farebbe bene a farsi vedere in giro il meno possibile.

Renzi il bullo by Luca Peruzzi

Ma il problema di tutte le prime donne avviate ad un precoce tramonto è che innanzitutto non sanno comprendere quando giunge il momento di uscire dignitosamente di scena, incapaci come sono di capire che non è imponendo la propria presenza in ogni dove o trasmissione, che si riconquista la ribalta perduta. Per giunta, mettendo in scena sempre lo stesso campionario da rivendita dell’usato per piazzisti ambulanti, l’effetto saturazione si trasforma in rigetto per repulsione da sovraesposizione.

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La Gaia Scienza

Posted in A volte ritornano, Masters of Universe with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 26 marzo 2011 by Sendivogius

Sull’incomparabile catastrofe umana e ambientale che ha sconvolto la terra del Sol Levante molto si è detto, ma nulla è comparabile alle ispirate parole del prof. Roberto De Mattei, un folgorato che confonde lo tsunami con la distruzione di Sodoma e Gomorra:

Le catastrofi sono talora esigenza della giustizia di Dio, della quale sono giusti castighi.
Le grandi catastrofi sono una voce paterna della volontà di Dio, che ci richiama al fine ultimo della nostra vita. Se la terra non avesse catastrofi, eserciterebbe su di noi un fascino irresistibile, e non ricorderemmo che siamo cittadini del cielo. In secondo luogo, le catastrofi sono i giusti castighi di Dio. Alla colpa del peccato originale si aggiungono le nostre colpe personali e quelle collettive, e mentre Dio premia e castiga nell’eternità, è sulla terra che premia o castiga le nazioni.”

La raffinata riflessione ecumenica è quanto di meglio scaturisce dalla sensibilità umana e religiosa dell’esimio prof. De Mattei… Purtroppo, il mondo è inflazionato di fanatici religiosi in preda ad esaltazione mistica. Tuttavia, questo peto medioevale nella cloaca sanfedista non è l’ultimo coglione in circolazione, ma niente meno che il vicepresidente del CNR!
Per intenderci, il ‘Consiglio Nazionale per la Ricerca’ sarebbe l’ente nazionale preposto allo sviluppo scientifico e sociale, favorendo tutte quelle “attività di prioritario interesse per l’avanzamento della scienza e per il progresso del Paese”. Tramite gli appositi finanziamenti del MIUR (Ministero per l’Istruzione,  l’Università e Ricerca), promuove la formazione e la crescita tecnico-professionale dei ricercatori italiani, attraverso l’assegnazione di borse di studio e assegni di ricerca. Altresì, il CNR dovrebbe effettuare “la valutazione dei risultati dei programmi di ricerca”; fornire consulenze e pareri tecnici; svolgere “attività di certificazione, prova ed accreditamento per le pubbliche amministrazioni, sostenendo le attività scientifiche e di ricerca di rilevante interesse per il sistema nazionale”.
In virtù di tali competenze, tanto per dire, al CNR sono stati commissionati gli studi di fattibilità sulla realizzazione dei nuovi impianti nucleari. Ciò implica la scelta dei luoghi dove costruire le centrali e l’individuazione dei siti di stoccaggio per le scorie radioattive di ultima generazione.
È rassicurante sapere che le valutazioni decisionali, con l’ultima parola, spettino ad un invasato integralista come Roberto De Mattei… ovvero affidare la gestione del nucleare ad uno che si crede l’Angelo dell’Apocalisse!!
Questo è possibile perché, col tempo, da glorioso comitato di ricerca scientifica, il CNR si è trasformato in una sorta di ente promozionale a nomina governativa, monopolizzato dalle lobby trasversali del comparto affaristico-industriale, specializzato nell’attribuzione diretta di fondi a ricercatori vicini ad apparati burocratici o politici. E adesso sembrerebbe diventato anche ricovero per disturbati mentali, affetti da delirio psicotico!
Del resto, la composizione dei vertici del consiglio risponde ad un preciso indirizzo di orientamento culturale, fedele al nuovo corso mercantilista impresso a suo tempo dall’ex ministro Letizia Brichetto Arnaboldi in Moratti, durante la sua permanenza al MIUR.
E la disposizione delle nomine nel CdA ne sono un diretto riflesso. Ne fanno parte, tra gli altri,  l’ing. Vico Valassi, su indicazione di Union Camere, e l’ing. Lucio Pinto per conto di Confindustria. L’ingegner Pinto, vicepresidente della Fondazione Politecnico di Milano e una carriera professionale maturata tra Olivetti e Pirelli, è altresì il direttore della Fondazione Silvio Tronchetti Provera.
Di nomina squisitamente politica sono invece i professori Luigi Rossi Bernardi e Andrea Di Porto, senza dimenticare naturalmente il vicepresidente Roberto De Mattei.

Il prof. Luigi Rossi Bernardi, già presidente del CNR (1984-1993), è un biochimico di fama mondiale, ben introdotto negli ambienti militari con collaborazioni pregresse nei laboratori della NATO e dalla USAF (1961-1965).
Dal 1974 al 1984 assume la direzione scientifica dell’Istituto San Raffaele di Milano e per questo non è sgradito agli ambienti di Comunione e Liberazione.
Nel 1978 viene designato dal CNR al ‘Consiglio sanitario nazionale’; nel 1981 diventa presidente della commissione del CNR, per i progetti finalizzati alla “medicina preventiva e riabilitativa” e fonda il dipartimento di scienza e tecnologie biomediche dell’Università degli Studi di Milano.
Nel 1982 diventa membro della Commissione per la ricerca biomedica della Lombardia.
Nel 1984 viene nominato direttore scientifico dell’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano.
Nel 2002 la Moratti lo porta con sé al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, e lo nomina Capo della Segreteria tecnica per la programmazione e per la ricerca del MIUR.
Quello con la Moratti è un sodalizio politico destinato a durare nel tempo, perché nel 2006, in qualità di Sindaco di Milano, nomina il prof. Rossi-Bernardi assessore alla Ricerca, Innovazione e Capitale Umano per il Comune.

Il prof. Andrea Di Porto (classe 1950), ordinario di Istituzioni di Diritto Romano presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, coordinatore del Comitato Ordinatore del Dipartimento Identità Culturale del CNR, è l’ennesimo avvocato prestato alla politica. L’avv. Di Porto si segnala per la sua appartenenza al ‘comitato scientifico’ della Fondazione Magna Carta: ambizioso think tank della destra liberale, ad imitazione delle fondazioni neo-con d’Oltreoceano, è in realtà l’ennesima propaggine del potere berlusconiano di cooptazione industrial-craxiana-radicale. È incredibile cosa sia riuscita a produrre la via italiana al socialismo!

LA MAGNA CARTA
Nata nel 2004, la Fondazione si propone “la difesa della tradizione senza una chiusura pregiudiziale verso i cambiamenti imposti dalla modernità. […] Tutto questo senza perdere di vista la bussola del liberalismo conservatore di tradizione anglosassone”.
Tra i ‘fondatori’ (e finanziatori) sono annoverate diverse multinazionali di settore: la petrolifera ERG; la British American Tobacco; MEDIASET; Finmeccanica; Wind…
Mentre tra i membri del consiglio d’amministrazione meritano di essere annoverati quantomeno Gianmarco Moratti e Francesco Bellavista Caltagirone, imparentato (è il cugino del Francesco Gaetano suocero di Casini) con la nota dinastia di palazzinari ed editori romani.
Presidente onorario di Magna Carta è Gaetano Quaglierello, assai noto per le sue posizioni di apertura senza pregiudizi sui temi del testamento biologico e della procreazione assistita, come sui diritti delle coppie di fatto. Ma al comitato scientifico della Fondazione aderiscono tanti altri bei nomi del partito radicale, dell’ex PSI, e non solo: Marco Taradash; Eugenia Roccella; Oscar Giannino; Renato Brunetta; Margherita Boniver; Fiamma Nirenstein; Roberto Nania; Enrico La Loggia; Gustavo Selva; Lucio Stanca; l’immancabile sottosegretario Alfredo Mantovano
Ma anche Antonio Catricalà (presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato); Giorgio Lombardi (già consigliere nel CdA del CNR); Adriano De Maio (Il Sole24Ore, Impregilo, RAI New Media, Saes Getters, Telecom Italia). E naturalmente il prof. Roberto De Mattei!

Michael Novak e la Teologia del capitalismo
È interessante notare come tra i più apprezzati maître à penser della Fondazione Magna Carta, quanto tra gli esponenti più intellettuali di Alleanza Cattolica (come Massimo Introvigne), ci sia il filosofo Michael Novak, autore di una ventina di libri sul “cattolicesimo liberale” (nel senso di impresa) e redattore di un “Manifesto dell’ambientalismo conservatore” (ambientalismo blu). Probabilmente, ai più il nome non dirà nulla. Tuttavia, il prof. Novak è un arzillo vecchietto capace di amalgamare teologia, diplomazia e affari, in una insolita miscela politica che parte da radici democratiche, ma finisce col conquistare soprattutto i palati Teo-Con della nuova destra religiosa. Novak è il profeta della missione spirituale di un capitalismo mistico dalle venature messianiche. Il suo tempio d’elezione è l’American Enterprise Institute: il più antico e potente sancta sanctorum del pensiero straussiano, applicato al peggior cinismo della real-politik; fucina inesauribile dell’ideologia neo-con e scuderia politica dalla quale Bush junior attinse i suoi consiglieri per il secondo mandato presidenziale. Avevamo già trattato l’argomento in “War Games”: parte [1], parte [2] e parte [3].

«L’American Enterprise Institute (AEI) è la gigantesca fabbrica che produce ideologia “neoconservatrice” in tutto il mondo: il petroliere e committente di opere pubbliche/militari Dick Cheney, oltre a essere [stato] vicepresidente degli Stati Uniti, è anche il vicepresidente di questa organizzazione. Gli italiani possono essere incuriositi dal fatto che sia stato presso la sua sede che Oriana Fallaci fece la sua unica comparsa in pubblico, nell’ottobre del 2002. Chi segue questo sito si ricorderà di Cheney anche in un altro contesto, come committente di un documento a dir poco preoccupante redatto dal Project for the New American Century.
Nell’AEI, Michael Novak dirige la sezione su “Religione, filosofia e politica pubblica” e il Dipartimento di scienze sociali dell’American Enterprise Institute, un’attività che gli ha fruttato finora donativi per un importo pari a1,381,887 dollari da parte di varie fondazioni, allo scopo di sviluppare una teologia cattolica del capitalismo e per inquadrare la ribellione allo sfruttamento nel primo dei peccati: “L’invidia non si presenta mai per quello che è; piuttosto, si nasconde dietro nomi come uguaglianza, equità e persino (ahimè) giustizia sociale”.
Michael Novak è legato anche alla Fondazione Res Publica, il think tank berlusconiano cui appartengono personaggi come Giuliano Urbani, Massimo Introvigne, Vittorio Mathieu, Giulio Tremonti, Silvio Beretta e altri.
Novak è membro del “comitato scientifico” della Fondazione Liberal, il think tank della destra italiana di cui fanno parte anche Carlo Azeglio Ciampi, Mino Martinazzoli, Antonio Baldassarre, Ferdinando Adornato, Franco Debenedetti, Ernesto Galli della Loggia, Domenico Fisichella, Franco Frattini, Marcello Pera, Giulio Tremonti, Antonio Martino, Antonio Marzano, Giuliano Urbani, Oscar Giannino, Paolo Guzzanti, Giovanni Minoli, Marcello Veneziani e Angelo Panebianco.
Non basta. Troviamo Novak anche nel “Comitato scientifico” della Fondazione Ideazione, presieduta da Domenico Mennitti, assieme a Vittorio Mathieu, Maurizio Belpietro, Giuliano Ferrara, Francis Fukuyama, Paolo Guzzanti, Massimo Teodori e altri.»

L’articolo completo, con una lunga disamina sul “Manifesto dei Cristianisti”, lo trovate QUI.

Date le sue frequentazioni, ne consegue che il professor Novak bazzica spesso in Italia, terreno prediletto della reazione sanfedista, e non è raro che nei vari seminari di natura politica e religiosa ai quali partecipa incroci le sue relazioni con quelle del prof. Roberto De Mattei.

Chiamate il Castigamatti
Romano (21/02/1948), la carriera del prof. De Mattei è tutta all’insegna della croce e dell’altare, se si esclude la sua militanza giovanile nel Fronte Monarchico Giovanile vicino al MSI.
Allievo e poi assistente universitario del filosofo Augusto del Noce, alfiere del pensiero conservatore di matrice cattolica, nonché papà del più noto e mondano Fabrizio Del Noce, il fervente crociato De Mattei sembra destinato ad una grigia carriera accademica fatta di concorsi pubblici, graduatorie, e assegnazioni di ruolo. Sono parte integrante di un percorso professionale non troppo entusiasmante, che il professore riporta con dovizia di particolari nel suo curriculum vitae, dove non mancano neppure riferimenti all’anno del diploma ed alla sua vecchia scuola superiore… Anche il gatto con gli stivali ha frequentato con discreti risultati il Liceo PincoPallo, prima di diventate famoso, ma non per questo ne faceva un pubblico vanto.
Del resto, la sua dettagliatissima biografia riporta date e tornate selettive, che precedono l’assegnazione (nel 1985) della cattedra di Storia Moderna presso la Facoltà di Lettere nella prestigiosissima Università di Cassino in piena Ciociaria, dove insegna fino al 2009 prima di passare alla famosissima “Università europea di Roma” (ateneo privato cattolico), diventando titolare di Storia del Cristianesimo.
In compenso, il prof. De Mattei si segnala per il suo attivismo nelle catacombe della destra ultraclericale di matrice reazionaria. Sul finire degli anni ’60, insieme a Giovanni Cantoni, fonda Alleanza Cattolica: associazione integralista di “apostolato culturale controrivoluzionario”, ispirata in tutto e per tutto alla brasiliana TFP (Società per la Difesa della Tradizione, Famiglia e Proprietà) del latifondista Plinio Corrêa de Oliveira. In maniera semplicistica, gli obiettivi di TFP si possono riassumere nel ripristino del diritto divino dei re; nella reintroduzione della servitù della gleba; nella cancellazione di ogni idea di uguaglianza, in nome della più rigida ubbidienza gerarchica, e nel ritorno al feudalesimo carolingio.
Alleanza Cattolica, che pure da TFP trae il suo modello, ha aspirazioni meno ambiziose proponendo: “l’applicazione della perenne morale naturale e cristiana alle mutevoli circostanze storiche. La sua azione si situa nel campo dell’instaurazione cristiana dell’ordine temporale”. Soprattutto mira alla costruzione di una società secondo il piano di Dio, in quanto rispettosa dei diritti divini e consapevolmente vivente all’interno delle frontiere poste dalla dottrina e dalla morale della Chiesa.
In pratica, vorrebbe il ripristino dello Stato pontificio con la restaurazione del potere temporale dei papi e l’introduzione di una legge divina. Ovvero la sharia con un regime talebano, però in salsa cristiana. Insieme alle immancabili invettive contro egalitarismo, liberalismo, socialismo, comunismo, illuminismo, protestantesimo… Alleanza Cattolica introduce delle interessanti novità nel panorama delle “insurgenze controrivoluzionarie” (le chiamano così) per la gloria della Madonna di Fatima, aggiungendo ai nemici irriducibili della “restaurazione sociale” il Risorgimento italiano e pure il Rinascimento. Quest’ultimo infatti è la causa primaria dell’odierno decadimento spirituale. È evidente che le lancette della storia vanno spostate se non al 1348 (la Peste Nera) quanto meno ai tempi di Corrado di Marburgo.
Interessante sapere che tra gli aderenti ad Alleanza Cattolica c’è anche l’onorevole Alfredo Mantovano (magistrato politicizzato di quelli che piacciono a destra), storico esponente da sempre delegato ai temi della Giustizia e della sua ‘riforma’.

Tornando invece al nostro eroe, non contento, nel 1982 Roberto De Mattei fonda pure il Centro Culturale Lepanto. Ogni riferimento alla battaglia navale del 1571 è assolutamente voluto. Tra le fondamentali iniziative dell’associazione si segnalano le immancabile messe di suffragio per il solito  Plinio Corrêa de Oliveira, pellegrinaggi al santuario di questa o quell’altra madonna apparsa in giro per il mondo, organizzazione di messe ripatrici contro ‘froci’ ed altre aberrazioni contronatura.
Per le sue pubblicazioni ed iniziative culturali, De Mattei si fa apprezzare prima negli ambienti missini e poi in AN, dopo i bagnetti di Fiuggi alle terme del Ciarra. All’inizio degli anni 2000 il professore integralista lega le sue fortune a quelle di Gianfranco Fini, lo stesso della svolta futurista (indietro a destra).
Nel febbraio 2002, G.Fini all’epoca vicepresidente del Consiglio (governo Berlusconi II) lo nomina consigliere per le questioni istituzionali italiane e internazionali.
Col passaggio di Gianfranco Fini al ministero degli Esteri, il prof. De Mattei viene promosso al rango di consigliere per le Relazioni istituzionali, politiche e culturali (Nov.2004). Conserverà entrambe le cariche fino al Maggio 2006.
Deve essere un vero idillio quello instaurato con il laicissimo Fini, divenuto paladino dei diritti civili, perché il lanciatissimo prof. De Mattei diventa pure subcommissario del CNR (Giugno’03-Luglio’04) e poi Vice Presidente (22/07/04), con delega per il settore delle scienze umane, quindi riconfermato alla vicepresidenza nel 2008.
Nel 2009, De Matteri si fa finanziare dal CNR, con un contributo 9.000 euro, i suoi deliri creazionisti enunciati in convegno (23/02/09) e raccolti nel volume “Evoluzionismo. Il tramonto di un’ipotesi”.
L’ipotesi formidabile ed originalissima, rispetto alla vecchia e lacunosa teoria darwiniana, è che l’uomo discende da Adamo ed Eva, il mondo è stato creato in sette giorni, e che la Bibbia va interpretata in senso letterale. In fondo è già scritto tutto nella Genesi e la donna è nata da una costola di Adamo.
Secondo questo invasato “nessuno finora è riuscito a dimostrare la teoria evoluzionistica. Che è una vera e propria posizione filosofica, basata cioè su convinzioni generali di fondo e non su evidenze sperimentali”. Evidenze sperimentali che invece sono lampanti nel racconto biblico dell’uomo creato impastando l’argilla.
Con tutta la coerenza che si richiede ad un vicepresidente del Consiglio nazionale per la ricerca scientifica, al quale sono collegati in prevalenza istituti di Fisica e di Medicina, l’ineffabile prof. Mattei specifica meglio:

«Trovo incredibilmente incoerente che ci si possa dichiarare cristiani ed evoluzionisti. E mi chiedo come uno scienziato su queste posizioni come Cabibbo possa presiedere la Pontifica accademia delle Scienze.
Senza dubbio in alcuni ambienti ecclesiastici c’è un atteggiamento debole, come un senso di inferiorità verso certi ambienti intellettuali. E questo anche in posizioni di vertice. Certo non in Benedetto XVI che ha una posizione critica sulla teoria dell’evoluzione. Esistono invece vescovi e teologi che la accettano, e sono gli stessi per esempio che sostengono che il libro della Genesi è una metafora e che non va preso alla lettera»

Dinanzi a simili stronzate, non si sa bene se ridere o bestemmiare di gusto. Nel dubbio ci concediamo il lusso di entrambi.

Non contento, il prof. Mattei ribadisce il concetto con una serie di articoli, prontamente ospitati su Il Foglio (giornalino assistito di Ferrara), l’immancabile Libero e, naturalmente, su Il Giornale (28/11/09) dove spiega che il darwinismo è notoriamente legato al “socialismo scientifico” e conduce inevitabilmente alla “dittatura del proletariato”:

«Il relativismo contemporaneo, secondo cui non esistono valori assoluti, ma tutto si trasforma, e nulla è stabile e permanente, ha il suo fondamento nella teoria evoluzionista. E oggi siamo passati dalla dittatura del proletariato alla dittatura del relativismo»

Ora, leggendo simili vaneggiamenti capisci che questi sono ossessionati; in preda a delirio schizoide, vedono comunisti ovunque, armati di forcone e tutti rossi con le corna, intenzionati a trascinarli giù nell’inferno oscuro delle loro paranoie. Sono disturbi mentali gravi… Questo ha scambiato il CNR con il CIM!

D’altra parte, a giudicare dagli interessi dell’eccelso professore crucisignato, è chiaro che ci troviamo su un’altro piano culturale o, se preferite, una frattura spazio-temporale con una finestra aperta direttamente sugli anni più oscuri del medioevo:

«Alla TFP fa riferimento anche un altro movimento, ancora più estremista, il Centro Lepanto, diretto da Roberto de Mattei, professore all’università di Cassino e autore di un’ingenua agiografia di Plinio Corrêa de Oliveira, il “Crociato del XX secolo”. La natura assai superficiale di questo testo non ci deve ingannare. De Mattei è consigliere per le questioni istituzionali italiane e internazionali del Vice-Presidente del Consiglio dei Ministri Gianfranco Fini e Presidente dello I.E.R.E.F (Institut Européen de Recherches, Etudes et Formation) con sede a Bruxelles; è membro del Board della “European Foundation” (Londra). Recentemente, tra non poche polemiche, è stato nominato sub-commissario del CNR con delega per il settore delle scienze umane.
De Mattei partecipa spesso alle attività dei Comitati per la Libertà di Marcello Pera assieme a personalità come Vittorio Strada e Francesco Storace, ma anche come Gilles William Goldnadel, l’avvocato di Oriana Fallaci.
Nel suo curriculum, De Mattei si vanta di essere un Policy Expert della “Heritage Foundation”. Si tratta di un’organizzazione tutt’altro che cattolica; anzi, è il primo e più potente think tank della destra economica e militare degli Stati Uniti, finanziato – tra l’altro – da Gulf Oil, General Motors, Ford Motors, Proctor and Gamble, Chase Manhattan Bank, Dow Chemical, Reader’s Digest, Mobil Oil. Recentemente, alcuni miei amici hanno avuto l’onore di un minaccioso attacco personale da parte di Paul Weyrich, il fondatore della Heritage.
Con committenti del genere, non sorprende sapere che il cattolicissimo De Mattei si sia schierato a favore della guerra contro l’Iraq, nonostante la netta presa di posizione del Papa. Né che De Mattei abbia partecipato alla Usa Day organizzata da persone assai poco cattoliche, come Giuliano Ferrara, Alfredo Biondi, Franco Debenedetti e Massimo Teodori.
De Mattei è anche presidente dell’Associazione Fiducia, che a sua volte gestisce l’agenzia stampa internazionale Views from Rome

L’articolo completo lo trovate QUI.

Non è un caso che l’unica voce fuori dal coro, il povero Luciano Maiani, presidente del CNR, sia stato tacciato di essere incompatibile con un atteggiamento equilibrato e laico, per aver espresso perplessità sulla visita ecumenica del pontefice all’università di Roma, con tanto di celebrazione della messa all’interno dell’ateneo.

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Eravamo quattro amici al bar

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«Non state a leggere i titoli dei giornali, stamattina hanno parlato di P3 ma sono quattro pensionati sfigati, che si sarebbero messi insieme per cambiare l’Italia. E se non ci riesco io…»
 (S.Berlusconi – 13/07/2010)

In effetti il Caro Leader è fedele al modello originale a cui si attiene con coerenza.
Perché inventarsi una presunta “P3” dal momento che il programma della floridissima Loggia P2 è stato elevato a prassi organica di governo?
Dopo le dimissioni dell’inconsapevol
e Claudio Scajola dallo ‘Sviluppo economico’, in pochi giorni abbiamo avuto quelle del pluripregiudicato Aldo Brancher, elevato a provvisorio Ministro del Nulla, insieme al sospetto camorrista Nicola Cosentino che rinuncia alla sua carica di ‘Sottosegretario all’Economia’.
Per essere la settimana del
ghe pensi mi, come risultato non c’è male.
Questo stillicidio dimissionario in flagranza di reato è la metafora inquietante di una Cleptocrazia che, in piena crisi economica, non ha alcun piano strategico di intervento, al di fuori del ladrocinio applicato.

Tornando ai “quattro pensionati sfigati”, questi sono in realtà amici di vecchia data di Re Silvio da Arcore…
C’è l’intramontabile
Flavio Carboni, con i suoi 78 anni vissuti pericolosamente nella presunzione di impunità; l’onnipresente Marcello Dell’Utri, sedicente bibliofilo con la passione per il duce e la mafia, che frequenta disinvoltamente guappi e picciotti; il dinamico Denis Verdini, coordinatore PdL e banchiere intrallazzone, assurto agli onori delle cronache giudiziarie come la variante casereccia di Winston Wolf nella Pulp Fiction delle Libertà.
Ma tra i giocatori di questo strano ‘scopone scientifico’ ci sono anche due vecchi arnesi in disarmo della politica pentapartita
Arcangelo Martino, ex assessore socialista del Comune di Napoli, sodale craxiano che avrebbe presentato (non si sa a che titolo) il messo comunale Elio Letizia, padre della più famosa Noemi, all’onnipotente “Cesare” al governo.
Pasquale Lombardi, geometra e sedicente giudice tributarista (in virtù della sua partecipazione a varie commissioni tributarie) col pallino degli affari.
Sono gli
“Sviluppatori” del nuovo millennio: parola di fresco conio per un mestiere antico che, nell’Italia che ruba, non conosce declino. Lo sviluppatore si preoccupa di procacciarsi le concessioni, acquisire terreni, convincere le amministrazioni comunali, gestire le compravendite, meglio se con un capitale sociale minimo, attraverso una rete di società a responsabilità limitata, e poi cedere tutta la gestione alle grandi compagnia.  Un tempo si chiamavano “faccendieri”

L’OSCURO FACCENDIERE
 Flavio CARBONI (Sassari, 14/01/1932) è uno specialista unico nel suo genere. Invischiato nelle trame più torbide dei misteri italiani, è un procacciatore d’affari che si muove a suo agio nel sottobosco della politica e nelle pieghe oscure delle finanza italiana (e vaticana), frequentando disinvoltamente monsignori e massoni, imprenditori e mafiosi. Per tutti è “il Faccendiere” esperto in mediazioni.
Condensare in una sintesi di poche righe le gesta di Flavio Carboni non è un’impresa ardua, ma cosa semplicemente impossibile. Perciò proveremo a dare una semplice idea d’insieme delle molte attività poste in essere in un trentennio di attività.

Tra le sue molte intermediazioni d’affari poco ortodosse, il “faccendiere” è entrato in relazione con personaggi di primo piano della famigerata Banda della Magliana (Domenico Balducci, il cravattaro della bandaccia), con mai chiarite implicazioni nel sequestro di Emanuela Orlandi (QUI); con i servizi segreti militari (SISMI) tramite Francesco Pazienza; con Licio Gelli e la Loggia P2; con la Mafia siciliana… In particolare, è stato in contatto con Giuseppe ‘Pippo’ Calò conosciuto come il Cassiere dei Corleonesi, per conto dei quali riciclava il denaro sporco e reinvestiva i proventi criminali in ambiziose operazioni finanziarie. Viene implicato nel gigantesco crack del Banco Ambrosiano ed invischiato nell’omicidio di Roberto Calvi, il Banchiere di Dio del quale potete leggere un’agevole biografia QUI dove è riportata in breve tutta la catena.
Tutti saldamente uniti nella fratellanza massonica di osservanza piduista.

«Calvi trasferisce somme stratosferiche su conti segreti intestati a Licio Gelli, Pippo Calò, Francesco Pazienza, Flavio Carboni, Umberto Ortolani, e opera scalate azionarie fino al tentativo di acquistare il “Corriere della Sera” nel 1976. gli è vicino un piccolo imprenditore sardo, che è in grado di fungere da ponte tra Roberto Calvi ed il mondo politico italiano.
[…]
Il 19/10/89 a Roma viene arrestato Flavio Carboni con l’accusa di truffa e ricettazione della borsa che Roberto Calvi aveva con sé quando espatriò clandestinamente a Londra, dove è morto. E nell’impeachment è implicato il vescovo cecoslovacco Pavel Hnilica che avrebbe ricevuto da Carboni documenti relativi allo IOR in cambio di alcuni assegni in bianco.»

 La Santa Casta della Chiesa
Claudio Rendina
Newton Compton; 2009.

E pur tuttavia, Carboni riesce ad uscire sempre indenne dalle inchieste che lo coinvolgono, ritornando immediatamente in gioco per sempre nuovi affari.
Questo “sfigato pensionato” è altresì una vecchia conoscenza di Silvio Berlusconi col quale ha condiviso più di una operazione di speculazione immobiliare in Sardegna, nell’ambito del cosiddetto progetto
Olbia 2 – Costa Turchese.
In proposito, alcune informazioni interessanti le trovate
QUI.
  P.S. Ripensando ad Olbia 2… questa storia delle città fotocopia (new towns), numerate in progressione, devono essere una vera fissazione del Cavaliere.

Il SODALICIUM
 Il 30/06/2010 il GIP del Tribunale ordinario di Roma, Giovanni De Donato, emette una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di tre dei comprimari già citati in apertura. Sono per l’appunto Flavio Carboni, Pasquale Lombardi, e Arcangelo Martino.

«Perché in concorso con terze persone costituivano, organizzavano, e dirigevano un’associazione per delinquere, diretta a realizzare una serie indeterminata di delitti, ivi compresi quelli di corruzione, abuso d’ufficio, diffamazione e violenza privata, caratterizzata dalla segretezza degli scopi, delle attività e della composizione del sodalizio, volta altresì a condizionare il funzionamento di organi costituzionali e di rilevanza costituzionale, nonché di apparati della pubblica amministrazione dello Stato e degli enti locali»

(Ordinanza di Custodia Cautelare)

Secondo gli inquirenti, la triade si ripartisce le competenze in base alle proprie specialità di intervento: A.Martino e F.Carboni gestiscono i rapporti col mondo dei politici e dell’imprenditoria; P.Lombardi cura i rapporti con gli ambienti di una certa magistratura oltremodo politicizzata, che non suscita alcuno scandalo a destra e piace più che mai agli intraprendenti cortigiani dell’Imperatore.
 I rapporti con la magistratura sono fondamentali, poiché grazie all’interessamento di giudici compiacenti non solo è possibile disinnescare la minaccia di eventuali controlli, stornando l’azione giudiziaria altrove, ma anche indirizzare gli interventi verso esiti pilotati a vantaggio esclusivo di determinati personaggi e gruppi politici.
Per la bisogna, il ‘Sodalizio’ sviluppa “una fitta rete di conoscenze nei settori della magistratura e della politica da sfruttare per i propri i fini segreti […] coinvolgendo con funzioni diverse anche personalità estranee al sodalizio”, ma utili al perseguimento degli obiettivi in cambio di un congruo corrispettivo in termini di vantaggi, di carriera, e di redditizie consulenze private.
Fra gli strumenti utilizzati per stabilire i contatti e le cooptazioni, vi è un’associazione denominata
Centro studi giuridici per l’integrazione europea “Diritti e Libertà”. Si tratta di un’invenzione di Lombardi (segretario) e Martino (responsabile).

«Tale struttura svolge in apparenza attività culturali nel settore giuridico, tramite l’organizzazione di convegni, spesso in località di prestigio, di elevato livello per temi trattati e qualità dei relatori e dei partecipanti. Tale attività risulta però strumentale rispetto alle finalità di costruire e consolidare rapporti confidenziali con personalità politiche»

Anche perché, stando a quanto ipotizzato dagli investigatori, il centro studi sarebbe cogestito in maniera occulta dallo stesso Carboni.

«Nel corso dei mesi di settembre e ottobre 2009, CARBONI, MARTINO e LOMBARDI hanno concordato e tentato l’avvicinamento di giudici della Corte Costituzionale, allo scopo di influire sull’esito giudiziario relativo alla Legge n.124/2008 (c.d. lodo Alfano), che aveva introdotto la sospensione del processo penale per le alte cariche dello Stato. L’operazione, per quanto emerso, è stata compiuta essenzialmente da Lombardi, previo accordo e contatto costante con gli altri due, e si intreccia con il tentativo dei tre di ottenere la candidatura dell’on. Nicola COSENTINO alla carica di presidente della Regione Campania.
[…] Dopo l’adozione di un’ordinanza cautelare nei confronti di quest’ultimo, hanno cercato di favorire un rapido accogliemento del ricorso proposto contro tale misura, grazie al rapporto esistente tra Lombardi ed il presidente della Corte di Cassazione, nel tentativo di recuperare la candidatura di Cosentino. Dopo il rigetto del ricorso e dove che i vertici del partito avevano individuato come proprio candidato Stefano CALDORO, il gruppo ha iniziato una intensa attività diretta a screditare il nuovo candidato e così ad escluderlo dalla competizione elettorale, tentando di diffondere, all’interno del partito e a mezzo internet, notizie diffamatorie sul suo conto.»

La rete è così capillare che Giancarlo Capaldo, procuratore aggiunto di Roma, contesta loro il reato associativo con la costituzione di una nuova P2.
Ma andiamo per ordine…

GIOCO DI SQUADRA
 Il ‘Sodalizio dei Pensionati’ gioca principalmente su tre direttive:
1) “Attività di inferenza” nei confronti della magistratura, con lo scopo di coinvolgere componenti del TAR, della Corte di Cassazione, della Corte Costituzionale, fino al Consiglio Superiore della Magistratura, nelle attività del gruppo.
2) La mancata candidatura di Nicola Cosentino alla presidenza della Regione Campania e la campagna di diffamazione aggravata ai danni di Stefano Caldoro, rivale interno allo stesso PdL.
3) L’accaparramento di appalti in esclusiva, per lo sviluppo di impianti eolici in Sardegna.

In una informativa del 18/06/2010, i Carabinieri del ROS di Roma, che si occupano della conduzione pratica delle indagini, annotano:

«Il modus operandi e le attività degli indagati rivela una vera propria struttura riservata, costituita e partecipata, da Flavio Carboni, da Arcangelo Martino e da Pasquale Lombardi.
L’organizzazione svolgeva in maniera sistematica e pianificata un’intensa, riservata ed indebita attività di interferenza sull’esercizio delle funzioni di organi costituzionale di amministrazioni pubbliche, allo scopo di ottenere vantaggi economici o di altro tipo. Un gruppo che si giova dell’appoggio di due referenti politici, i parlamentari Dell’Utri e Denis Verdini. Altri personaggi vicini al gruppo che prendono parte alle riunioni, nel corso delle quali vengono impostate le principali operazioni e che paiono fornire il proprio contributo alle attività d’interferenza, sono individuati nei giudici Arcibaldo Miller, Antonio Martone ed il sottosegretario alla giustizia, Giacomo Caliendo (…) per pianificare l’avvicinamento di alcuni Giudici Costituzionali»

Alcune riunioni avvengono a Palazzo Pecci Blunt, in Piazza dell’Ara Coeli, dove si trova l’appartamento romano di Denis Verdini, il coordinatore nazionale del PdL già indagato per i suoi rapporti con la cricca Anemone-Balducci e gli appalti gestiti dalla Protezione Civile di Bertolaso-Letta.
In particolare, la sera del 23 settembre 2009 in casa Verdini si incontrano, oltre alla triade Carboni-Martino-Lombardi, il senatore
Marcello Dell’Utri, il sottosegretario alla Giustizia (e magistrato) Giacomo Caliendo, i magistrati Antonio Martone e Arcibaldo Miller, per discutere l’approvazione del Lodo Alfano e cercare di pianificare una strategia di intervento per orientare, in qualche modo, i giudici costituzionali verso il nullaosta della legge ad personam.

1) Magistratura Amica
Antonio Martone, fino alle recenti dimissioni, è stato avvocato generale in Cassazione ed ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati.
Arcibaldo Miller è invece il capo degli ispettori ministeriali, che così tante volte hanno fatto visita alla Procura di Milano, per supervisionare gli atti riservati inerenti le inchieste su corruzione e politica (ad esempio, le carte del processo a Cesare Previti).
In particolar modo, Martone è preoccupato su cosa farà da vecchio e chiede a Carboni nuovi incarichi per il dopo-pensione.

La Corte Costituzionale
L’approvazione del Lodo Alfano, col suo giudizio di costituzionalità, sta particolarmente a cuore al sodalizio che si attiva per cercare di avvicinare i giudici, influenzarne il giudizio ed acquisire benemerenze politiche.
Il più attivo di tutti è Pasquale Lombardi che non lesina telefonate, nonostante le raccomandazioni alla prudenza dei suoi sodali:

«Digli di non telefonare ehhh… Lasciasse perdere tutto; si deve fermare, non chiamare, fermare! O sinnò gli togliamo i telefoni. Lui deve andare, non telefonare. Andare è diverso che telefonare»

 A.Martino che parla con un collaboratore, riferendosi a Lombardi.
(Intercettazione del 25/09/2009)

P.Lombardi però non desiste e contatta (26/09/09) lo stupito Renzo Lusetti, parlamentare PD, per sapere se ha “qualche amico nella Corte Costituzionale”.
Il 30 settembre è la volta dell’imbarazzatissimo Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte Costituzionale, che non riesce a sgrullarselo di dosso.
L’insistenza di Lombardi è infatti motivata da una certezza:

«Dobbiamo essere duri, loro ci devono rispettare sotto ogni aspetto perché come ci muoviamo noi forse manco loro si possono muove dato il nostro potere… non nostro, il potere dei nostri amici che è quello che è»
 (01/10/2009)

Salvo constatare l’amara verità soltanto pochi giorni dopo, nonostante le promesse millantate agli “amici”:

«Eh che figura di merda… noi non cumandamm’ manc’ o cazz..! Non cumandamm niente cò ‘sti qua… co ‘sti quindici rincoglioniti [i giudici costituzionali n.d.r.]»
(07/10/2009)

In altri ambiti, le cose sembrano però andare meglio…

Consiglio Superiore della Magistratura
Anche in questo caso, a muoversi è soprattutto Pasquale Lombardi:

«A partire dal mese di ottobre 2009 sono state monitorate ripetute attività, poste in essere da Lombardi, dirette a pilotare, tramite pressioni esercitate su componenti del CSM, la nomina ad alcune cariche direttive di magistrati graditi al sodalizio, fra i quali Alfonso MARRA, aspirante alla carica di Presidente della Corte di Appello di Milano. Tali iniziative, delle quali Lombardi tiene informato Martino, sono dirette al fine di far acquisire all’associazione rapporti privilegiati con alcuni dirigenti di Uffici giudiziari e al tempo stesso acquisire meriti presso questi ultimi, in virtù dell’intervento operato»

 (Dall’Ordinanza di Custodia cautelare)

E sempre Lombardi dimostra una grande confidenza con certi ambienti giudiziari, prendendo contatti con Celestina Tinelli, componente del CSM, con la quale discute la nomina dei responsabili per le procure di Isernia, di Avellino, e di Nocera Inferiore, e soprattutto della Corte di Appello di Milano.
Dalle intercettazioni, Lombardi sembra essere in grande intimità col magistrato che si rivolge a lui, chiamandolo “Pasqualino” (cliccare sull’immagine per ingrandire il testo):

Per inciso, il ‘Carbone’ (cerchiato in rosso) di cui si parla è Vincenzo Carbone, primo presidente della Corte di Cassazione.
La questione del contendere è la nomina di un altro protetto del sodalizio, il campano Alfonso Marra (Fofò per gli amici), alla presidenza della Corte di Appello milanese, in contrapposizione al concorrente Renato Rodorf. Quest’ultimo è appoggiato da Giuseppe Berruti (fratello del più noto Massimo Maria) e l’avellinese Nicola Mancino, che però cambierà idea…
In questa specie di faida borbonica, consumata alla periferia del PdL, viene contattato pure l’ex magistrato Giacomo Caliendo, attuale sottosegretario alla Giustizia, “Giacomino” per il sodalizio.
Soprattutto è una squallida lotta tra le correnti interne alla magistratura, con scambio reciproco di favori e promozioni.
Naturalmente, Alfonso Marra diventa presidente della Corte di Appello a Milano.

TAR e Corte di Appello di Milano
Fresco di nomina, A.Marra si attiva subito in favore dei suoi patroni.
Il 01/03/2010 Martino e Lombardi contattano il magistrato per informarlo del rischio di esclusione della Lista Formigoni dalle prossime elezioni regionali, sollecitandone l’intervento.
Al contempo, il 05/03/2010, Arcangelo Martino contatta il magistrato
Arcibaldo Miller, capo dell’ispettorato presso il Ministero della Giustizia, con il quale concorda un incontro e…

«Chiede informazioni circa la possibilità ed il modo di provocare un’ispezione nei confronti dei magistrati componenti la Commissione elettorale»

Tuttavia, nonostante le insistenze e le pressioni, l’ispezione non verrà mai disposta.

 Ad essere sinceri, parlando da profani della materia, nel leggere le carte è difficile ravvisare fattispecie di reato, di gravità tale da reggere a tre gradi di giudizio, ad eccezione delle inevitabili dimissioni dei magistrati coinvolti. A parte le ingerenze indebite e la pressante azione lobbistica ai margini estremi della legalità, non fanno seguito azioni concrete, né è sempre evidente nelle conseguenze pratiche quel potere di condizionamento e di determinazione vincolante. D’altra parte, lo stesso Carboni è stato prosciolto da accuse ben più gravi in inchieste molto più delicate…
In poche parole, ‘sta roba probabilmente in un tribunale non regge. Questa almeno è l’impressione personale che se ne ricava e che, naturalmente, lascia il tempo che trova.
Più interessanti sono invece gli altri due filoni d’indagine…

2) La candidatura alla presidenza della Regione Campania
 Altro tema di discussione durante le riunioni romane con Denis Verdini, è la scelta del candidato governatore per la Regione Campania. La vittoria PdL è data per certa nell’ex satrapia di Antonio Bassolino (PD) dopo la sua dissennata gestione, quindi si tratta di una candidatura piuttosto ambita.
Il candidato ideale è
Nicola Cosentino, sottosegretario all’Economia ed alle Finanze (dimissionario), nonché coordinatore PdL in Campania.
Cosentino è fortemente indiziato (insieme a Mario Landolfi) di essere organico al clan camorristico dei Casalesi, dai quali avrebbe ricevuto voti e finanziamenti elettorali nell’ambito dello smaltimento illegale di rifiuti tossici. Tant’è che nel Novembre 2009 la Giunta per le autorizzazioni a procedere per la Camera dei deputati respinge l’ordine di arresto emesso dal Tribunale di Napoli, facendo leva sull’immunità parlamentate dell’onorevole Cosentino, che dopo molte pressioni interne al partito si vede costretto a rinunciare alla sua candidatura campana.

Al contempo, si attiva anche il “sodalizio” che si muove alle spalle del sottosegretario e pone subito le basi per un serie di iniziative, potendo contare sul sostegno di Marcello Dell’Utri e Denis Verdini.

«Con lo scopo di contrastare le scelte a loro sgradite, operate dai responsabili politici, tenterà di sostenere nuovamente la candidatura di Cosentino, auspicando interventi presso la Corte di Cassazione la rapida fissazione e l’accoglimento del ricorso contro la misura cautelare, cercando d’altro lato di screditare la figura del candidato prescelto, Stefano Caldoro, con una mirata campagna diffamatoria»

Il principale referente in Cassazione è naturalmente il presidente Vincenzo Carbone, che si prodiga in ogni modo. Al contempo, si lavora ai fianchi il rivale Caldoro, con la costruzione di dossier falsi con l’aiuto di Ernesto Sica, che travolto dall’evidenza dei fatti sarà poi costretto a dimettersi da assessore della giunta Caldoro.

MARTINO: Abbiamo messo in piedi una cosa strepitosa, mi segui?
SICA: Tu pensi che una valanga mediatica sia opportuna? Ci vorrebbe un regista bravissimo…

Ai primi di Febbraio, gli aiuto-regista addetti al confezionamento del ‘pacco’ mediatico  comunicano a Cosentino che il rapporto su Caldoro è pronto:

«Dici a Nicola che dovrebbe uscire il rapporto su Caldoro con i trans, forse del problema ha parlato anche un pentito, che fine abbiamo fatto. Siamo finiti in un mondo di froci»

Caldoro diventa ufficialmente “l’innamorato dei ricchioncelli”. Tanto per completare il cappotto, vengono messe in giro on line voci su un presunto coinvolgimento di Caldoro con la camorra, al fine di costringere il partito a ritirare la sua candidatura onde evitare il pubblico scandalo.
Naturalmente, Nicola Cosentino segue tutte le mosse e commenta soddisfatto:

«Il fatto dei frocetti rimarrà nella storia»

Ma noi siamo certi che la Storia riserverà un posto anche per l’onorevole Cosentino… forse anche due: schedario criminale o gogna degli infami?

3) Impianti eolici in Sardegna
 Sicuramente, questo costituisce l’aspetto più ghiotto e più gravido di implicazioni penali nell’intera vicenda.
Il business delle energie alternative con l’installazione di pale eoliche sembra infatti costituire l’ultima frontiera della penetrazione mafiosa nel mondo dell’economia (apparentemente) legale, col reinvestimento dei capitali illeciti. Per non concludere, possiamo dire che nell’ambito del “sodalizio” l’interesse per il settore rientra nelle competenze di Flavio Carboni, come specificato nell’ordinanza di custodia cautelare:

«A partire dal mese di luglio 2009, Carboni ha posto in essere iniziative volte a realizzare in Sardegna impianti di produzione di energia eolica. A tale scopo dapprima ha ottenuto, grazie all’interessamento di esponenti politici ed istituzionali, la nomina di persona a lui gradita (tale FABRIS Ignazio) alla carica di direttore generale dell’ARPAS (l’organismo regionale competente nel settore della tutela ambiente e territorio). In seguito ha intrattenuto rapporti con Farris e con altri rappresentati istituzionali, allo scopo di ottenere l’approvazione di un regolamento regionale favorevole ai propri progetti»

Come specificato nella mission della stessa agenzia, l’Arpas è (o dovrebbe essere):

“un’agenzia regionale che opera per la promozione dello sviluppo sostenibile e per la tutela e miglioramento della qualità degli ecosistemi naturali e antropizzati. L’Agenzia è l’organo tecnico che supporta le autorità competenti in materia di programmazione, autorizzazione e sanzioni in campo ambientale, a tutti i livelli di governo del territorio: la competenza tecnico-scientifica è la sua componente distintiva e qualificante.
L’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Sardegna esercita in particolare funzioni di:
– controllo delle fonti di pressioni ambientali determinate dalle attività umane che, prelevando risorse ed interagendo con l’ambiente circostante, producono degli impatti sull’ambiente (scarichi, emissioni, rifiuti, sfruttamento del suolo, radiazioni, ecc.);
– monitoraggio dello stato dell’ambiente determinato dal livello di qualità delle diverse matrici (acqua, aria, suolo, ecc.);
– supporto tecnico alla pubblica amministrazione nel definire le risposte messe in atto per fronteggiare le pressioni e migliorare così lo stato dell’ambiente”

Immaginate cosa potrebbe accadere se le competenze di tali enti venissero stravolte e piegate agli interessi particolari di speculatori senza scrupoli; se fossero occupate e trasformate in cavalli di Troia per il profitto illimitato e per l’avidità di gruppi privati, contigui alla grande criminalità organizzata…
Ne riparleremo presto..!

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