Archivio per Lega Nord

La Ragnatela

Posted in Stupor Mundi with tags , , , , , , , on 10 settembre 2018 by Sendivogius

«La Lombardia è una regione intrappolata nella ragnatela leghista, una fitta rete di contatti e uomini di fiducia agli ordini di Salvini e Maroni. Una sorta di cupola che ricorda quella del PD romano che usa risorse pubbliche per finanziare il proprio sistema di potere. Ultimo caso in ordine di tempo scoperto dal M5S quello dell’ASST della Franciacorta (ex azienda ospedaliera di Chiari), che ha dato in affidamento diretto per 35 mila euro il lavoro di restyling del sito web dell’ospedale a Luca Morisi, lo spin doctor di Matteo Salvini. Ma non solo. La Direzione Generale ha deciso di assegnare alla società Se.Co.Ges. un appalto del valore di 71 mila 500 euro per la gestione del servizio di aggiornamento del manuale di gestione aziendale. Peccato che chi detiene il 68% della società sia l’ex sindaco leghista di Monte Isola Angelo Colosio, attualmente militante a Brescia, che secondo le intercettazioni telefoniche dell’inchiesta Smile sarebbe stato contattato per questioni di affari dall’ex presidente leghista della Commissione sanità al Pirellone Fabio Rizzi e dal suo stretto collaboratore Mario Longo, poi arrestati per tangenti nello “scandalo dentiere”. Il tutto con il benestare degli alti dirigenti dell’Asst: Mauro Borelli, direttore generale ed esponente di spicco della Lega Nord bresciana, famoso per inviare mail agli altri manager in quota Lega invitandoli a versare l’obolo nelle casse del Carroccio, Matteo Rinaldi,segretario della Lega Nord a Brescia, e Luigi Faccincani, militante leghista di Desenzano del Garda. Questo è il meccanismo di funzionamento del “sistema Lega” in Lombardia: piazzare “yes man” che possano, quando serve, aprire porte e stendere tappeti rossi. Iscritti al partito ma anche parenti e amici, basti pensare all’ex-compagna di Matteo Salvini che nel 2014 aveva ottenuto un posto all’assessorato al welfare della giunta regionale. Stessa impronta anche per le liste civiche collegate alla lega che di “civico” hanno evidentemente solo il nome. Daniela Maroni, consigliere regionale della lista civica Maroni Presidente, ha assunto a settembre 2013 nello staff della sua segreteria quella che sarebbe diventata la sua futura nuora, partendo da un contratto con categoria B1 da circa 22 mila euro lordi annui, passando per la successiva modifica in C4 nel 2015 da quasi 30 mila euro, per arrivare alla definitiva modifica in D6, un part time da oltre 30 mila euro annui. Un salto triplo di quasi 10 mila euro in due anni a fronte di una riduzione delle ore di lavoro. Inoltre nell’ultima commissione Attività Produttive è passato un provvedimento riguardante l’ammodernamento della rete di distribuzione dei carburanti che ha come relatrice proprio Daniela Maroni, gestore di una pompa di benzina ad Alzano Lombardo. Il M5S vuole smantellare questo sistema marcio che sta infettando le istituzioni in Lombardia e che brucia i soldi dei lombardi. Noi siamo gli occhi dei cittadini nelle istituzioni, perché ogni “favore” ad un amico è un opportunità in meno per un cittadino onesto. Da quando siamo stati eletti combattiamo per fermare il propagarsi della ragnatela leghista, e anche in questo caso presenteremo un’interrogazione che chiede di far luce sulle sconsiderate assegnazioni di appalti nell’ASST della Franciacorta. Il vento è cambiato. Prima facevano i comodi loro, ora c’è una forza politica che fa realmente opposizione ed è pronta a governare per tutelare solo gli interessi dei cittadini, premiando il merito e la competenza, non il colore della tessera di partito

 29/06/2016. Stefano Buffagni Portavoce Regionale del M5S Lombardia
(Smantelliamo il “sistema Lega” che brucia i soldi dei cittadini)


Ancora nel 2018, nel suo curriculum pubblicato sulla Piattaforma Rousseau, Buffagni dichiara con orgoglio:

“Ho scoperchiato diverse malefatte, come gli sprechi in Ferrovie Nord Milano, in FinLombarda, Pedemontana.
Senza dimenticare le denunce sugli appalti presi dallo spin-doctor di Salvini, che mi sono valsi una querela dallo stesso Salvini e dalla Lega di cui vado fiero.
Per me è una medaglia: non ci facciamo di certo spaventare davanti alle irregolarità!”

Poi però il cittadino-portavoce-consigliere Stefano Buffagni è diventato sottosegretario per il Ministero degli Affari regionali, presieduto dalla leghista Erika Stefani, e con ogni evidenza ha cambiato idea.

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DEIEZIONI PADANE

Posted in Muro del Pianto, Ossessioni Securitarie with tags , , , , , on 23 ottobre 2015 by Sendivogius

KKK

Oggi parliamo di merda. E lo facciamo senza eufemismi né fronzoli, ritraendo l’informe materia nella cruda essenza che meglio di ogni altra immagine ricorda l’originale… 
Gianluca BuonannoGli esemplari che sguazzano infami e festosi nelle latrine leghiste sono molti e raggrumati in un indistinguibile solido fecale, ma un’eccezione di rilievo vogliamo dedicarla a Gianluca Buonanno, profondo conoscitore della materia in oggetto, a tal punto da rendersi indistinguibile dalla stessa.
Puro Stronzo ariano Si tratta di un altro di quei vitelli tonnati della provincia piemontese, che dal nazifascismo militante sono scivolati per confluenza naturale in quel disgustoso concentrato di liquami tossici, sotto i vessilli verde-ramarro della Lega Nord.
Tra gli allucinati nazisti della padania, Gianluca Buonannno è oramai noto per le sue continue esibizioni scatologiche, che va schizzando in giro con un profluvio diarroico dall’inarrestabile crescendo. Tipico esemplare ariano di razza sub-alpina, dal basso della sua altezza (sarà alto mezzo cazzo e un barattolo), è un immigrato pugliese con la passione per le armi, che con ogni evidenza non sa nemmeno impugnare.
BuonannoSi noti lo sguardo lubrico da borghese piccolo-piccolo, con cui il botolo ringhioso dai tratti anfibi stringe il giocattolo nelle mani cicciose e levigate di nullafacente professionista. Inutile cercare un barlume di intelligenza nell’espressione catatonica di questi profili lombrosiani, che sembrano trovare in un’arma la protuberanza surrogata a complemento di défaillance di ben altra natura.
Girl with gunsE nell’ansia di assomigliare sempre più ai villici che rappresenta, ne solletica compiaciuto gli istinti più fetidi e ripugnanti. Non si tratta di folklore.. boutade.. provocazione goliardica… ma proprio di merda!
Gianluca Buonanno in missione LibiaQuando non è troppo occupato a giocare con le pistole in diretta televisiva, questo idiota matricolato a pubblico mantenimento dedica ogni altra attenzione alle immonde congiure della “lobby omosessuale”, ossessionato com’è dalle orde di ‘froci’ che funestano la sua esistenza tormentata di paranoico compulsivo, visto che non parla d’altro, con continue evocazioni sodomitiche che tanto stuzzicano il suo immaginario perverso. In Buonanno al parlamento europeoalternativa, questo energumeno da esportazione, che nel frattempo è diventato pure europarlamentare, non nasconde il suo amore per le forche che invece eccitano le fantasie malate delle anonime Dogville pedemontane, dove improvvisati pistoleri dai ventri sfatti fantasticano di linciaggi e tornei di caccia ai negri camuffati da leprotti.
Buonanno in mimetica Per spiegare come un simile spurgo di fogna affetto da dissenteria cronica e la passione per il travestitismo (marziale come può esserlo un rospo imbalsamato!), abbia potuto conquistare gli scranni della ribalta nazionale dalle risaie del vercellese, non basta il cielo plumbeo delle Vandee valligiane sperdute nell’anomia psicotica delle “aree tristi” che puntellano la provincia più oscura del profondo nord, coi suoi analfabeti bifolchi di campagna alla destra del Ku Klux Klan e dalle passioni coprofile che ogni volta vengono appagate in ricche abbuffate di merda, ai banchetti elettorali di quella cloaca a cielo aperto che chiamano Lega per la raccolta indifferenziata di escrementi solidi suburbani. Qui siamo ben oltre le parafilie più estreme. E infatti bisognerebbe avventurarsi piuttosto negli abissi delle psicopatologie di massa.
Il coglione Buonanno Un reazionario coi contrifiocchi dagli allegri trascorsi fascisti, Leo Longanesi, parlava dell’unione di diecimila idioti come una “forza storica”. Noi, a forza di abituarci all’immanenza abnorme di un numero spropositato di coglioni a briglia sciolta, rischiamo invece di sottovalutarne la pericolosa carica eversiva di troppi imbecilli allo stato brado.

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L’Idiota in politica

Posted in Muro del Pianto with tags , , , , , , , , , , , , , , on 21 marzo 2014 by Sendivogius

Cobra wants you - by Mcarson

Speculare al concetto di Civiltà, la nobile arte della Politica ha origini antichissime, quando un gruppo di cittadini con parecchio tempo libero a disposizione scoprì che per curare gli interessi propri e quelli della comunità di appartenenza era molto più pratico riunirsi in assemblee deliberanti, più o meno allargate, piuttosto che sfidarsi in combattimenti all’ultimo sangue, dando la stura a faide tribali tra clan rivali. In sostanza è un metro di misura, indice di “urbanità”. Ovviamente le cose non migliorarono. Semplicemente mutarono. Ed i vecchi clan familiari si costituirono in fazioni in lotta per l’egemonia. La gestione del potere divenne dunque una faccenda alquanto sofisticata. Per sua stessa natura, la Politica è strettamente connessa con l’amministrazione della “Polis” (la città) e si interessa da sempre alla “res publica” (la cosa pubblica), con risultati mutevoli come l’animo dei contendenti.
idiot-clown-looking-for-soldiersNata in contrapposizione all’imbelle insipienza degli “idioti” (coloro che pensano ai fatti propri nel loro esclusivo vantaggio), specialmente se rapportata al caso italiano, la Politica ha finito per privilegiare l’interesse di questi ultimi sopra ogni altro aspetto, tanto che tra “politica” ed “idioti” la differenza risulta attualmente minima se non indistinguibile. A tal punto che più che mai si può parlare di predominanza dell’idiota in politica.
Forse ciò avviene perché la “folla”, nell’anomia massificata e opportunisticamente canalizzata nei rituali formali del voto organizzato, nell’immagine amplificata dell’idiota tende a riconoscere se stessa e che in fondo costituisce una figura rassicurante. Adora i Re Travicello e ignora (come giustamente è stato fatto notare) che dopo questi arrivano sempre le serpi.
Sostanzialmente incapace di analisi strutturali dalla minima complessità, che vadano oltre il piagnisteo familista e l’invettiva da bar sport, l’italiota medio è perennemente in bilico tra integrati e apocalittici, a seconda del tornaconto personale che il “sistema” è in grado di garantirgli o meno…
Chiusi nel pantano di una politica più desiderante che deliberante, tra imbonitori politici e venditori di sogni in saldo elettorale, per capire meglio la situazione nostrana, a volte è utile rimettersi allo sguardo clinico e stupido dell’osservatore straniero avvezzo alle cose di casa nostra.
È il caso dell’antropologa francese Lynda Dematteo, che rielaborando la sua tesi di laurea, nel 2007 pubblica il suo saggio più famoso (L’idiota in politica), strutturato come uno studio etnografico, interamente dedicato ad Umberto Bossi ed alla sua Lega Nord.
In proposito, è curioso notare come certe considerazioni incentrate sulla specificità leghista siano perfettamente sovrapponibili al M5S ed alle sparate del suo truce e_guru virtuale. Si parla di Umberto Bossi, ma sembra Beppe Grillo.
Trova le differenzeD’altronde non è un mistero che i fascisti digitali della setta pentastellata abbiano assorbito il grosso dell’elettorato leghista, tanto che ad oggi il moVimento sembra, per linguaggio e modalità, esserne l’erede più diretto. La chiave del successo di questo ennesimo partito antisistema, nella medesima pretesa “rivoluzionaria”, probabilmente risiede nell’aver proiettato il suo revanchismo protestatario oltre i miti neo-völkisch dell’etnonazionalismo padano, introiettando l’inestirpabile qualunquismo italiano con il suo substrato fascistoide, in tutta la sua carica poujadista dilatata su scala nazionale. La componente stalinista-giacobina degli Enragés anti-casta non è altro che una sua integrazione. jean-paul-marat-aroused-hatred-in-the-hearts-of-the-paris-mobsTutto il resto, dalle menate mistico-esoteriche di Casaleggio, al ruolo salvifico del webbé, sono poco più che folklore coreografico, per impressionare i neofiti della setta. Perché è noto che più che gli apprendisti stregoni ad impressionare l’immaginario collettivo degli italiani solitamente sono i buffoni con le loro mirabolanti promesse. E, in genere, più sono volgari e analfabeti, più piacciono; giacché lo spirito dell’ineffabile italiota sembra incapace di elevarsi al di sopra delle propria cintola, mentre circola con la patta aperta…

L'Idiota in politica«Nei confronti di chi li governa gli italiani hanno un atteggiamento di disincanto e di distacco, che denota un rapporto molto particolare con la dimensione politica. In tale contesto il gioco dell’idiozia risulta terribilmente efficace poiché, pur generando un’inevitabile disapprovazione, suscita una forma di divertita indulgenza.
[…] (Bossi/Grillo?) È il giullare che non rispetta niente e nessuno, nemmeno il papa; può dire tutto poiché viene ritenuto non responsabile delle proprie affermazioni e, in genere, i suoi attacchi sono particolarmente irriverenti perché indirizzati verso temi o persone che godono di rispetto. Come il tradizionale buffone, opera sul registro dell’ambiguità. Il suo obiettivo fondamentale è insinuare il dubbio in chi lo ascolta, impedendogli di cogliere i veri fini o la natura del suo discorso, per poterlo circuire meglio

  Lynda Dematteo
L’idiota in politica. Antropologia della Lega Nord
Feltrinelli (2011)

In fondo, si tratta del solito “teatrino” politico, tanto stigmatizzato a parole quanto prediletto nei fatti. Non v’è tragedia in questo, perché la preminenza risiede tutta nella farsa…

«La strategia comunicativa del leader corrisponde alle tradizionali modalità d’azione della Commedia dell’Arte. Con lui la pratica politica perde qualsiasi significato, si riduce ad una serie di effetti prodotti da dichiarazioni, minacce, pernacchie, promesse tanto inopinate quanto impossibili da mantenere: si tratta essenzialmente di spettacolo.
Anche se le dichiarazioni di Jean-Marie Le Pen rievocano talvolta le provocazioni del leader della Lega, i francesi non ridono di Le Pen come fanno gli italiani di Bossi, poiché quest’ultimo non incute alcun timore, suscita solo compassione.»

Tuttavia, il palcoscenico più congeniale a simili rappresentazioni è più che altro il palco dei cabaret; la sua modalità d’azione preferita sono i siparietti di avanspettacolo.
La SalmaIn questo, almeno dall’ascesa di Mussolini in poi, l’Italia ha sempre fatto da precursore per lo sdoganamento dei personaggi più improbabili e dei fenomeni più beceri nell’ambito della rappresentanza politica, personalizzata a misura di cialtrone (Bossi, Berlusconi, Grillo…), in una degenerazione generale della Democrazia tanto preoccupante da sembrare irreversibile.

«Come può una persona che detiene il potere essere tanto ignorante quanto irresponsabile? E che cosa comporta questo in termini di rappresentazione politica? Peraltro, si tratta di un fenomeno non circoscritto unicamente alla situazione italiana: George W. Bush è stato ridicolizzato in tutto il pianeta per la sua idiozia nel corso dei suoi due mandati presidenziali. Ci troviamo forse di fronte ai sintomi di un provincialismo che si sta progressivamente facendo largo in Europa e negli USA, poiché l’Occidente non è in grado di reggere le conseguenze della globalizzazione di cui pure è stato promotore?»

G.W.Bush

A tal proposito si potrebbe parlare di trionfo universale dell’idiota, tanto il fenomeno sembra radicato ed in piena espansione…

«L’uso della parola “idiota” impone qualche precisazione. Idiota, in senso etimologico, significa “uomo del luogo” ed è un termine la cui radice greca vuol dire “particolare”. Per gli antichi greci idiota era colui che non aveva accesso alla dimensione universale, quello che viveva ancora nella caverna, o meglio, nella sua caverna. Secondo gli ateniesi, i più stupidi erano i loro vicini più prossimi, quelli che abitavano ai margini della polis. Il termine fu appositamente coniato per definire quei soggetti, tuttavia gli ateniesi sapevano di avere degli “idioti” anche all’interno della loro città: i cinici.
Idiota è dunque il soggetto votato alla più irriducibile autoctonia e al ripiego identitario. Quando un simile soggetto valica i confini del proprio universo culturale, si comporta spesso in modo improprio e grottesco. Preso singolarmente o all’interno della cerchia più o meno ampia dei familiari, nessuno è idiota; i problemi cominciano fuori, quando si passa da un universo simbolico noto a un universo poco, o per nulla, conosciuto. Quando mancano i codici che governano questi mondi, si adottano comportamenti che risultano sconvenienti, se non addirittura fuori luogo. In un certo senso la dimensione dell’idiozia ci riguarda un po’ tutti. Entrando in contatto con mondi e universi diversi dal suo, l’antropologo ne fa addirittura una professione; la sua abilità dipende proprio dalla capacità di uscirne. Al contempo è “misurandosi con la propria idiozia” che riesce a cogliere il suo oggetto di studio.
Di fronte alla nostra idiozia possiamo adottare due atteggiamenti: possiamo ridurla mostrando empatia nei confronti degli altri, oppure possiamo “fare gli idioti”, chiudendoci in noi stessi, contro tutti e contro qualsiasi sollecitazione proveniente dall’esterno

La Setta dei Pentastellati

In una commistione costante di linguaggi e registri stilistici, è la Darth Vader condomcacofonia parolaia del “Capo” a prevalere sui contenuti, fino a sostituirsi ad essi, senza alcuna preoccupazione per il mantenimento di una coerenza narrativa o una logica costruttiva misurata nel tempo. Si recita a soggetto, con la maschera più funzionale al momento.
Nel brano si parla di Umberto Bossi, ma potrebbe benissimo essere un Grillo…

«Nella tradizione italiana, a definire la maschera è il linguaggio: ogni maschera ha i suoi precisi connotati linguistici che le danno immediata riconoscibilità. Le performance di Umberto Bossi sono deplorevoli, ridicole, scandalose. Per la maggior parte degli italiani è il “tipico italiota” della scena politica. È l’iniziatore di una vera e propria “rivoluzione del linguaggio” destinata a disintegrare il “politichese” e a segnare il passaggio dalla Prima alla Seconda repubblica. Fino a oggi gli analisti italiani non hanno sviscerato in profondità i discorsi del leader della Lega Nord. La maggior parte ritiene che la forma dequalifichi il significato, ma si tratta di una lettura un po’ troppo superficiale delle sue performance stilistiche. Umberto Bossi non è un tribuno nel senso classico del termine: i suoi discorsi contravvengono a qualsiasi regola di ars oratoria, assolvono principalmente alla funzione dello “sfogo”. La violenza del linguaggio è l’esatta misura del discredito in cui è piombata la classe politica italiana a partire dagli anni ottanta. I suoi comizi sono improntati sulla diatriba. Le sue rocambolesche ricostruzioni storiche contengono accuse inverosimili; il suo discorso è privo di sviluppo, è fatto di digressioni legate le une alle altre da parole d’ordine scandite in alcuni precisi momenti per inculcare il messaggio nella testa delle persone.
Il linguaggio di Bossi pretende di essere naturale e viscerale, ma suscitando emozioni genera l’effetto di annullare qualsiasi distanza critica. Presenta registri molto diversi: discorsi filosofici, considerazioni ingenue e insulti. L’obiettivo è anzitutto fuorviare l’uditore: incoerenze, trovate strampalate, rimproveri inattesi suscitano il riso a dispetto della veemenza dei contenuti.
[…] La sua inventiva contribuisce a determinarne il successo. Più che il contenuto è la forza delle immagini evocate a trasmettere le sue convinzioni, ed è lo stesso Bossi ad attribuire una funzione pedagogica al suo strano linguaggio: “Con la gente devi semplificare e caricare, devi fare brillare i colori”. Coinvolge spesso il suo uditorio per fargli capire meglio gli intrighi del “Palazzo” in cui lui, uomo del popolo, è riuscito a introdursi. Spiegando le dinamiche del “Palazzo” in modo completamente fantasioso è riuscito a trascinare persone che non avevano mai fatto politica

Oggi il “Palazzo” è stato sostituito col termine altrettanto ondivago ed onnicomprensivo di “Casta”, ma la sostanza rimane invariata.
VaderÉ un inseguimento al ribasso degli umori delle folle. Linguaggio, tempi, interventi, sono calibrati unicamente verso la cooptazione del consenso puro e semplice, senza una reale prospettiva d’intenti, secondo un susseguirsi di luoghi comuni e stereotipi improntati alla massima semplificazione.

«Si tratta infatti di un linguaggio semplice e concreto, radicato nella quotidianità dell’italiano medio, usato per risultare immediatamente comprensibile, pieno di stereotipi tanto linguistici quanto sociali. Le dicotomie semantiche impiegate tratteggiano un mondo manicheo in cui i “nemici” sono chiaramente identificati. L’uso dei luoghi comuni rappresenta il punto di forza della propaganda leghista, poiché permette di stabilire un legame immediato con quanto gran parte delle persone già pensa e dice senza rifletterci.
Talvolta, è difficile seguire gli sviluppi delle argomentazioni di Bossi. I suoi discorsi evocano la glossolalia di alcuni malati di mente che costruiscono un idioma personale sulla base di neologismi organizzati secondo una sintassi rudimentale. Molti italiani credono che Bossi utilizzi parole a caso senza conoscerne il senso o attribuendogli un significato che solo lui conosce. La dimensione infantile di alcune espressioni completa il quadro clinico. L’aspetto delirante dell’insieme confonde il tenore del messaggio ideologico: il personaggio che asserisce simili assurdità con un linguaggio così insolito non può essere preso sul serio.»

In questo, la maschera è funzionale al successo di personaggi caricaturali, prossimi al giullare, persi nei frizzi dialettici di in un eterno carnevale: destabilizzante eppur rassicurante nella sua finzione scenica consacrata al trionfo delle mediocrità…

«Nei “riti di inversione di status”, generalmente la maschera riveste una funzione ben precisa: incute paura (non eccessiva) per accelerare il cambiamento e dissolvere le tensioni che attraversano la società

La metamorfosi così intrapresa, la fusione con la “maschera” indossata è tale che il Capo stesso…

«..si comporta come una maschera che trasgredisce le norme e che, realizzando un rovesciamento di status, permette a persone marginalizzate, provenienti da gruppi sociali e/o politici diversi, di ricrearsi un’immagine positiva di sé affermando la propria padanità contro il sentimento della maggioranza degli italiani. Realizza un riscatto

Sostanzialmente, è l’appagamento effimero del mediocre che non sa elevarsi oltre i limiti della propria ignoranza, elevata a motivo di vanto ed esibita senza vergogna, in un sostanziale vuoto di proposte e di argomentazioni per deficienza congenita…

«Gli attacchi personali sono sistematici e ad essere messa in discussione non è mai la politica dell’avversario, bensì l’avversario stesso. La vita politica italiana si riduce allora a relazioni di potere tra persone e diventa un teatrino.
[…] Irridendo i suoi avversari, nega loro qualsiasi valore in quanto dirigenti politici. A differenza dell’ingannatore che cerca di trarre vantaggio dalla sua vittima, lo sbeffeggiatore afferma la propria superiorità, gratuitamente e semplicemente per il piacere di sentirsi superiore. Questa forma attenuata di violenza in genere è l’arma dei deboli.
[…] I suoi discorsi sono spesso logorree noiose e penose che, senza alzate di voce, senza insulti di carattere sessuale o scatologico, farebbero fuggire i fedeli

  Lynda Dematteo
“L’idiota in politica. Antropologia della Lega Nord”
Feltrinelli (2011)

Ed in questo gli allievi superano nettamente i (pessimi) maestri, giacché al peggio sembra non esserci mai fine…

Kill’em All!

Posted in Muro del Pianto with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 22 ottobre 2013 by Sendivogius

Deadly Vipers

L’ironia della storia a volte sa essere beffarda, a tal punto da divenire spietata nella riproposizione macchiettisitica di situazioni e personaggi ridotti al rango di caricature.
Come spiegare diversamente la fulminante parabola di un Mario Monti ed il suo cagnolino Empy, ridotto a fare il paio con Silvione lo Sporcaccione e Dudù, nella deprimente cornice delle Laide Intese?
Mario con Empy È il destino ingeneroso del Cincinnato in loden, che nella pretesa di infallibilità evidentemente si credeva insostituibile. Investito di poteri semi-dittatoriali per intercessione presidenziale, con la modestia e la riconoscenza che da sempre lo contraddistinguono, il Brüning de’noantri tuona ora contro quei partiti che hanno reso possibile (sputtanandosi irrimediabilmente) il suo governo tecnico, con esperti del calibro di Elsa Fornero assegnati alle politiche sociali. La scelta della maestrina sabauda è comparabile alla promozione di Amelia Elizabeth Dyer alla cura dell’infanzia.
Assistere alla dipartita politica di Mario Monti, ricorda altri drammi incompresi… Ad esempio, lo spegnimento di HAL 9000: il supercomputer impazzito in “2001 Odissea nello spazio”.
HAL 9000Ma l’effetto prevalente è quello di un freak da laboratorio, sfuggito al controllo del suo improvvido creatore. Ed è divertente ascoltare i clangori metallici del cyborg Monti (type Napolitan-2011) mentre lancia pezzi di ricambio obsoleti, ribellandosi alla precoce rottamazione, sostituito com’è dal più docile modello Letta jr DC/2000 (type Napolitan-2013).
Re-AnimatorD’altronde, il Professore costituisce un altro degno prodotto della premiata ditta Bocconi, che può vantare altre personalità prestigiose: come i banchieri Passera e Profumo con le loro brillanti operazioni finanziarie (tipo l’Alitalia); solidi imprenditori come Marco Tronchetti Provera a cui si deve l’illuminata amministrazione della Telecom; falchi dell’ultraliberismo neo-monetarista come Giavazzi e Zingales, ma soprattutto un fulmine dell’economia mondiale come Alberto Alesina, molto esperto nello sviluppo dei grafici in excel e nel calcolo equazionale…
Il nostro preferito resta però l’insostituibile Stefano Fassina, immancabilmente accompagnato dal suo Doppelgänger con smentita incorporata. Se la coerenza non è una virtù della politica, Fassina ha fatto della contraddizione un’arte oltre i confini estremi del ridicolo, che lo lascia imperterrito anche quando ne viene travolto. Fassina e doppelgängerUn politico normale, tra una contraddizione ed una smentita, se è furbo, lascia passare almeno 20 giorni: il tempo fisiologico affinché gli italiani non ricordino nulla di niente. Fassina, invece no! Lui dice tutto ed il suo esatto contrario in meno di 20 ore: “mi dimetto; non mi Fuori Serviziodimetto; resto”. A tutt’oggi, costituisce l’intermezzo comico più riuscito nel “Governo di (dis)servizio”, tramite la ripetizione ad oltranza dello sketch più abusato nella nuova palude dorotea: le finte dimissioni.
Per molti “democrats” il PD è al governo e tanto basta: certo non sarà il migliore degli esecutivi possibili, ma poco ci manca. Il tutto nell’appagante illusione di aver fatto ‘risultato’ e tuttavia ben lungi dall’aver vinto il campionato. Nessuna crisi di rigetto (innesto riuscito!) per gli Alfano, i Lupi, i Brunetta… che affollano la plancia di comando imponendo la rotta. A quanto pare, la convivenza forzosa suscita ben pochi imbarazzi nel di per se stesso imbarazzante Partito Democratico. Vengono considerati effetti collaterali in nome della stabilità (dei sacri mercati), nel mito della governabilità alla quale il partito bestemmia ha ormai venduto l’anima e regalato il culo.
ANALMa il più affidabile puntello alle Laide Intese lo offrono alcune tra le sue principali forze di Olindo e Rosa Bazzi‘opposizione’: la miglior legittimazione in cui così pessima compagnia potesse sperare; a meno di non voler considerare una valida alternativa di governo quella succursale padana del Ku Klux Klan, a cui sono ormai ridotti i nazisti della Lega Nord.
Oppure i bimbiminkia del M5S… Qui siamo nel mondo inquietante e disturbato delle psicopatologie; di “virale” c’è solo il susseguirsi di disturbi psicotici e paranoici, più o meno aggravati nella loro evidenza. Ormai, per spiegare le dinamiche interne al moVimento e del suo duce 2.0 serve più che altro un manuale diagnostico dei disturbi mentali.

agenti viraliSindrome di Cassandra. In un susseguirsi di suggestioni collettive, di profezie apocalittiche, e distopie prossime venture, la tensione mitopoietica trova il suo archetipo dominante nel complesso di Cassandra:

«Richiamando l’attenzione sulla propria persona, e distogliendola, in definitiva, dal problema incombente e da una possibile soluzione preventiva, la Cassandra mitizza i contorni del problema stesso celandone le vere dimensioni storiche e politiche. Il complesso esita in una profonda frustrazione per l’incapacità di agire tempestivamente ed efficacemente: Cassandra finisce per distruggere se stessa; mentre trova conferma della propria ideologia di salvezza, provoca, proprio per questo, la catastrofe collettiva annunciata

agenti virali (1)Delirio di onnipotenza. Ovvero, la tendenza costante a sopravvalutare le proprie capacità e risorse, nell’assoluta convinzione di essere investiti di una sorta di missione divina, in quanto detentore di chissà quale talento maliziosamente non riconosciuto dai propri detrattori. Ovviamente invidiosi e timorosi di cotanta grandezza.

agenti virali (2)Effetto Dunning–Kruger. Ovvero, la tendenza che alcuni individui hanno nel sopravvalutare costantemente le loro abilità, sovrastimando le proprie compentenze, nell’incapacità di riconoscere la propria inadeguatezza e dunque di ammettere i loro errori, riconoscere i limiti o la propria ignoranza.

agenti virali (10)Distorsione cognitiva. Ovvero, una serie di errori cognitivi nell’ambito del ragionamento logico. Ciò consiste in una errata elaborazione della realtà, che viene filtrata attraverso una interpretazione negativa e distorta degli eventi. Giudizi e conclusioni vengono polarizzati secondo una rigida semplificazione manichea. la distorsione si alimenta di pensieri catastrofici e di iper-generalizzazioni, tramite la dicotomia di opposti inconciliabili.

agenti virali (11)Sindrome di persecuzione. Ovvero, un disturbo paranoide alimentato dalla convinzione di essere costantemente spiati, al centro di attacchi ingiustificati, complotti e manipolazioni ai propri danni, dietro l’ombra incombente del tradimento.

agenti virali (3)Paranoia. Ovvero, l’insieme di convinzioni e fisime ossessive, che possono degenerare in un disturbo delirante.
I deliri sono pensieri illogici sostenuti con insolita convinzione, la cui assurdità e implausibilità sono evidenti alle altre persone che non ne riescono a condividere il contenuto.

agenti virali (4)Delirio bizzarro. Ovvero, l’adesione ad un sistema di credenze bizzarre o assolutamente inverosimili. Dalle scie chimiche al signoraggio, nel MoVimento il complottismo è un must certificato, un marchio di fabbrica che ne contraddistingue l’identità saliente di moltissimi tra gli “attivisti” (e non solo).

agenti virali (8)Disturbo istrionico. Ovvero, l’irrefrenabile desiderio di essere sempre al centro dell’attenzione, privileggiando rapporti superficiali che non comportano troppe implicazioni emotive, ma che l’istrionico tende comunque a sopravvalutare (facebook ed internet). L’istrione è un abile manipolatore; ama la teatralità, il gusto per l’iperbole ed il linguaggio colorito, drammatizza gli eventi; è superficiale nel ragionamento e predilige le suggestioni delle quali spesso è esso stesso vittima.

agenti virali (9)Disturbo narcisistico. Ovvero, senso grandioso del Sé, con una percezione esagerata della propria importanza fino all’auto-esaltazione. Il disturbo narcisistico di personalità implicherebbe:
1) Senso grandioso del sé ovvero senso esagerato della propria importanza
2) Fantasie di successo illimitato, di potere, effetto sugli altri, bellezza, o di amore ideale
3) Convinzione di essere “speciale” e unico; di poter essere capito solo da persone speciali; o si è eccessivamente preoccupati dal ricercare vicinanza/essere associato a persone di status (in qualche ambito) molto alto.
4) Desiderio o richiesta di un’ammirazione eccessiva rispetto al normale o al suo reale valore
5) Pretesa irrealistica che altri individui/situazioni debbano soddisfare le sue aspettative
6) Approfittare degli altri per raggiungere i propri scopi, e non ne prova rimorso
7) Carenza di empatia
8) Gelosia, nutrita dalla convinzione che gli altri provino invidia per lui/lei.
9) Modalità affettiva di tipo predatorio (rapporti di forza sbilanciati, con scarso impegno personale, desidera ricevere più di quello che dà, che altri siano affettivamente coinvolti più di quanto lui/lei lo sia).

agenti virali (5)Ipotesi del mondo giusto. Ovvero, la credenza che il mondo sia regolato in modo tale che alle persone accada solo ciò che in qualche modo si sono guadagnate, secondo i propri meriti ed azioni. E dunque in un modo perfetto, dove tutto è bianco o è nero, i “buoni” ricevono la loro giusta ricompensa mentre i “cattivi” vengono impietosamente puniti.

agenti virali (6)Dipendenza affettiva. Ovvero, rapporto morboso di fortissima dipendenza col proprio leader, in contrapposizione col resto del mondo. Instaurazione di una tensione permanente, scarsa capacità propositiva del gruppo, aggressività e sospetto tra i membri,
Secondo Eric Fromm, la coesione simbiotica del gruppo attorno al capo comporterebbe “la distorsione della capacità di giudizio, l’assenza di contatti relazionali con l’esterno e la reazione violenta alle critiche”. Gli estranei, i ‘nemici’ non vengono percepiti come “pienamenti umani” (tutt’al più sono zombies).

agenti virali (7)Condizionamento e controllo psicologico degli adepti, attraverso una sistematica supervisione e indirizzamento dell’azione con censure e scomuniche, pressioni psicologiche e marginalizzazione del dissenso interno.

PazziLe tipologie in oggetto sono diffuse un po’ per tutto l’arco istituzionale, ma difficilmente raggiungono un livello di concentrazione tale come nel noto movimento…
Naturalmente scherziamo! Il nostro è un mero divertissement dalle pochissime pretese. È ovvio che si tratti di una forzatura, senza alcun valore clinico o scientifico, nell’estrema semplificazione dei generi. Pertanto, sarà il caso di lasciare la parola ai diretti interessati, onde dimostrare la pretestuosa infondatezza di simili accostamenti:

Alessandro Di Battista “Io prevedo attacchi sempre più mirati, magari a qualcuno di noi un po’ più in vista. Il sistema fa questo. Pezzi di Stato deviati fanno questo. Ti mandano qualche ragazza consenziente che poi ti denuncia per stupro, ti nascondono una dose di cocaina nella giacca che hai lasciato incustodita in una birreria, tirano fuori una storia del tuo passato che nemmeno tu ricordi più. Questo succederà se continuiamo ad andare così bene, perché andiamo bene, perché se non andassimo bene saremmo già tornati alle urne

 Alessandro Di Battista
 (28/09/2013)

I timori del Dibba sembrano più che altro una proiezione dei suoi desideri più o meno inconsci: la “cocaina”… la “ragazza consenziente”…
Excusatio non petita accusatio manifesta.

Batman - Arkham Asylum

Tuttavia, i nostri preferiti restano quei prodotti ruspanti della provincia meridionale, miracolati in Parlamento:

Manlio Di Stafano “Quante volte mi sono chiesto perchè lo faccio, per chi lo faccio? Sto usando molto del mio tempo, quante serate, quanti sabati o domeniche, spesi per cosa? Comandano sempre loro e anche se venissi eletto dovrei sacrificare la mia carriera lavorativa, dovrei sacrificare il mio tempo libero per che cosa? Come fai a continuare a farlo quando poi la gente per strada ti incrocia e ti dice che è colpa tua se Berlusconi è al governo? Quando ti dicono che siamo tutti uguali e che noi non siamo diversi dagli altri? Quando ti dicono “sì hai ragione però sai io ho sempre votato Pd”? Come fai ad andare avanti? Allora avevano ragione, gli italiani non capiscono niente e non capiranno niente, le cose non cambieranno mai e se le cose sono così qualche motivo c’è. Alla fine preferisco darla vinta a loro, rinuncio e mi riprendo la mia vita, forse emigrerò, visto che per il mio stesso lavoro in Germania prenderei 2 volte tanto e in Svizzera 4 volte tanto. Potrei anche andare in California, lì sarei ricercatissimo e guadagnerei 100 mila dollari l’anno. A voi la vostra Bella Italia, è tutta un’illusione.”

 Manlio Di Stefano
 (20/10/2013)

Manlio perché lo fai?!? Forse perché i 14.000 euro netti di stipendio mensile da deputato, più diarie e rimborsi spese, sono un buon incentivo rinunce a parte. Ma certo un simile talento all’Estero sarebbe retribuito molto di più. Stanno tutti aspettando te, Manlio.

Sempre meglio!

Perciò, vista la scelta, comunque vada sarà un disastro..!

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Porcellini d’Italia

Posted in Kulturkampf, Stupor Mundi with tags , , , , , , , , , , , on 16 luglio 2013 by Sendivogius

Planet_of_the_pigsItaliani, popolo di ipocriti, ruffiani, e gregari sempre pronti ad accodarsi alle facili indignazioni del momento che, rapide come un acquazzone estivo, passeggere come i saldi di stagione, evaporano risucchiate presto nei gorghi dell’oblio di chi dimentica troppo in fretta, scaduta la notizia, senza che siano state rimosse le cause né gli effetti.
Il grande scandalo fresco di giornata: Roberto Calderoli (vicepresidente del Senato) paragona Cécile Kyenge (Ministro dell’Integrazione) ad un orango. E allora?!? Conoscendo il tipo, è già tanto che non l’abbia chiamata (in pubblico) “negra di merda”.
Farsi meraviglia delle esternazioni di una galleria di cicciuti personaggi lombrosiani dall’aspetto porcino, che peraltro eiettano infamità a getto continuo come un geyser caricato a liquami, è un po’ come sorprendersi di Hitler che odia gli ebrei. Come se non fosse chiara la natura intrinseca di quella specie di succursale pedemontana del Ku Klux Klan, conosciuta come Lega Nord, nella quale fermentano ad libitum le costipazioni dei nazi-padão in camicia verde. Ogni giorno uno di questi dementi si sente in dovere di rilasciare le proprie fumanti deiezioni ‘politiche’, quantomai incontenibili, mossi come sono dall’impellente necessità di dare libero scarico ai troppi umori fetidamente razzisti che ne intasano i ventri sformati, dopo aver lasciato il cervello sotto naftalina.
kkklanAdesso, dopo l’ennesima flatulenza, i coreuti dell’indignazione professionista, specializzati in dissociazioni a rilascio ritardato, scoprono con gran stupore che un odontotecnico fallito del varesotto, con velleità da ‘costituzionalista’, è assolutamente indegno di fare il vicepresidente del Senato della Repubblica. Ma và?!?
Non è che ci volesse un particolare intuito per capire che l’impresentabile Calderoli fosse l’improponibile macchietta, di un partito che ha fatto del razzismo neo-völkisch la sua ragione fondante e che ogni giorno ci delizia con le intemerate dei suoi indegni energumeni da osteria, miracolati dal voto ‘popolare’. Insomma, sono venti anni che i vari Calderoli (ed i Boso, i Borghezio, i Salvini, le Goisis…) ce lo menano da mane a sera con le loro prolassi intestinali!
Peccato che chi di dovere se ne ricordi sempre troppo tardi, salvo esternare la propria “disapprovazione” a posteriori. Una bella dichiarazione di condanna, opportunamente sterilizzata da ogni provvedimento concreto, non si nega a nessuno. E ciò accade come se chiunque possa assurgere alle più importanti e prestigiose cariche istituzionali, per un indisponente capriccio del caso. Nella fattispecie, Roberto Calderoli è stato eletto vicepresidente del Senato il 21 Marzo del 2013. Si badi bene: “eletto”; e non investito dalla divina provvidenza, per intercessione dello Spirito Santo!
giphyUn po’ di ‘matematica’…
La Lega Nord dispone al Senato di 16 senatori, più altri due prestati al gruppo “Grandi Autonomie e Libertà”. Totale: 18 leghisti.
Il senatore Calderoli viene nominato vicepresidente con 119 voti su 315 (più i quattro senatori a vita). Totale: 319 senatori votanti.
Ora, come diavolo ha fatto uno come Calderoli ad essere eletto senza il voto favorevole (e ovviamente con l’astensione di un noto partito “responsabile” per antonomasia) di quanti adesso fanno a gara ad esprimere tutta la loro tonante indignazione, invocando dimissioni che in Italia sono più rare delle apparizioni della Madonna?!?

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Autodafé

Posted in Stupor Mundi with tags , , , , on 13 aprile 2012 by Sendivogius

Immolata sull’altare di famiglia in nome della causa leghista, l’ingombrante Rosi Mauro è la vittima designata della propria intraprendenza. D’altronde, il donnone tuttofare di Casa Bossi possiede tutti i requisiti ottimali (terrona.. vecchia.. brutta) per fungere da capro espiatorio ideale, nella stagione delle purghe all’interno della verde nomenklatura. Incompetenza, ignoranza, amoralità, rozzezza… non fanno testo: nell’immaginario padano sono titoli di merito e motivo di vanto.
E la resa dei conti tra i gelosi gerarchi della padania assomiglia tanto ad una vendetta privata, consumata dal paziente Roberto Maroni che, a parti ribaltate, ha preteso e ottenuto la testa della “Nera”, ovvero la Kali pugliese, inopinatamente rimasta strangolata dal suo stesso “cerchio magico”.
La rapida liquidazione della rivale, e le modalità di epurazione, ricordano i vecchi autodafé della tradizione inquisitoria, con richiesta di contrizione e pubblica umiliazione. Ci mancava solo l’allestimento del rogo con sfilata in ceppi e la rappresentazione sarebbe stata completa.
Cacciata via in malomodo la Rosi Mauro, estromesso di fatto il clan Bossi, già si avviano al termine le frettolose ‘pulizie di primavera’, mentre l’ambizioso Bobo affila le armi prima del redde rationem finale, in attesa della ‘notte dei lunghi coltelli’ che sancirà la sua vittoria contro la Vecchia Guardia…
E pazienza se non è dato sapere quanti soldi siano stati movimentati e quale sia l’entità (e la provenienza) dei capitali riciclati all’estero, con triangolazioni bancarie assai sospette.
Pazienza per lo storno sistematico dei finanziamenti pubblici verso canali oscuri.
Pazienza per i rapporti intrattenuti con personaggi opachi, legati alla malavita organizzata.
Pazienza per l’interessato coinvolgimento con le cosche della ‘ndrangheta calabrese, attraverso gli offici della famiglia criminale dei De Stefano.
Pazienza ci siano indagini in corso che coinvolgono una mezza dozzina di procure lungo tutta la Penisola, compresa la direzione investigativa dell’antimafia.
Come da solenne annuncio, le pulizie sono (quasi) finite… Si torna a rubare!

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Il Cenacolo delle Streghe

Posted in Stupor Mundi with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 8 aprile 2012 by Sendivogius

Tra le varie esibizioni folkloristiche con le quali il fenomeno Lega ci ha abituato in questi lunghi anni, parallelamente alla passione per le lauree farlocche, un capitolo a parte merita la corte dei miracoli convenuta al cenacolo occulto del “Cerchio Magico” bossiano, fatto di apprendisti stregoni, mitologie celtico-pagane, rituali etenisti tra ampolle fluviali ed alambicchi, insieme a tutto quell’armamentario mistico-esoterico di produzione casereccia che si potrebbe definire come stregoneria della padania.
Se l’elemento mitopoietico, intriso di simbologie magiche, sembra non essere mai stato del tutto estraneo ai movimenti di massa incentrati su un’elite chiusa e sull’indiscutibilità del Capo assoluto, riguardo alla teurgia leghista, sarebbe inutile cercare improbabili analogie con le leggende nere del misticismo nazista.
E non è certo il caso di scomodare gli studi di Carlo Ginzburg, per spiegare le pratiche segrete nel clan allargato dei Bossi dove le pagliacciate negromantiche, più che al substrato di credenze popolari della cultura rurale, attingono a pieno titolo all’amoralità congenita di una cricca strapaesana, approdata alle luci dorate di una ribalta fatta di soldi facili ed esercizio spregiudicato del potere. Si tratta di un’enorme live-fiction sull’avidità familistica e la crassa ignoranza di una realtà tribale, che giustamente ricorre alle superstizioni ed ai riti di una cultura pre-moderna, attingendo dal presente solo il gusto pacchiano del parvenu arricchito per l’esibizione della ‘roba’ e del nuovo status acquisito per clientela.
 È chiaro che nella totale anomalia parassitaria di fortune piovute dal cielo, contro ogni presupposto logico e di merito, tra i diretti miracolati sia forte la convinzione che ciò avvenga per una sorta di intercessione soprannaturale… C’è infatti qualcosa di ‘magico’ (di satanico), che sfugge ad ogni interpretazione razionale su come perfette nullità, quali sono coloro che galleggiano in abbondanza nel verde calderone del sabba leghista, possano aver ottenuto così tanto a dispetto del loro infimo livello umano e morale.
Non stupisce dunque il ricorso alla “magia”, che nella cristianissima Bossi’s Family sembra essere ben più di un hobby spregiudicato. E, come tutti sanno, cos’altro è il famoso “cerchio magico” se non un rituale di protezione e di evocazione?!? Nella fattispecie, sembra coincidere con il cordone sanitario costruito attorno al Capo malato, quasi a sigillarne il carisma nella preservazione di un potere esclusivo e tutto personalizzato, sotto la sorveglianza vigile (e interessata) di intraprendenti megere…
C’è Manuela Marrone, la fattucchiera di Gemonio, che nella villa di famiglia sembrerebbe addirittura aver ricavato una sorta di ‘antro della strega’, con centinaia di libri di magia e testi sull’occulto…
C’è il prediletto figliol prodigo, Renzo il Trota, affidato alle cure di Monica Rizzi: la ragioniera della Valcamonica che si crede psicologa, devota a S.Dorotea ed all’Astrologia; che combatte gli avversari a colpi di malocchio. Per la bisogna, si serve del formidabile aiuto della cartomante e sensitiva Adriana Sossi, in contatto medianico con un extraterrestre della galassia di Orion (!!). Per i suoi preziosi servigi, la maga di Orion ha ottenuto un più concreto impiego in regione Lombardia, come responsabile della rassegna stampa. Se non è magia questa…
Poi vabbé! C’è l’onnipresente Rosy Mauro, nel ruolo di demone domestico; soprannominata “Mamma Ebe”, è la santona laica di Casa Bossi. Semi (?) analfabeta, si compra diploma e laurea in Svizzera, per lei e per l’amante, addebitando le spese al partito. La formazione è importante. Si ignora se insieme al Trota abbia usufruito degli sconti comitiva: prendi tre e paghi due. Il terzo beneficiato dalla pioggia di titoli (e non solo) è Piero Moscagiuro, in arte Pier Mosca: cantante di intrattenimento padano, che può vantare tra i suoi successi discografici l’indimenticabile “Cooly Noody” (leggi: ‘culi nudi’). Moscagiuro, poliziotto in aspettativa con licenza di terza media, è ufficiosamente l’amante di Rosi la Nera… Il nostro eroe è invero un uomo coraggiosissimo con propensione all’orrido. E pur tuttavia la relazione (che parrebbe giustamente pagata a peso d’oro) ha dato i suoi frutti, visto che Pier Mosca è stato assunto come assistente personale al Senato della Repubblica, per poter seguire la sua nera e ingombrante metà anche a Roma.
 C’è da chiedersi se non si tratti forse di un rituale di magia sessuale, in bilico tra gli arcani di Kremmerz e Crowley.
Se noi fossimo degli appassionati cultori del complotto globale in salsa luciferiana (e non lo siamo), dovremmo credere che le sorti stesse della Lega, indissolubilmente legate a quelle dei Bossi, siano condizionate da specifiche congiunzioni astrali e precisi influssi magici.
A volerli proprio cercare, i richiami esoterici neanche mancherebbero…
Oltre alla presenza fisica del “cerchio magico”, lo stesso simbolo del fantomatico ‘Sole delle Alpi’ (inesistente nella tradizione celtica) sembra piuttosto stilizzato sulla falsariga del cosiddetto “Sigillo di Salomone”, dal nome del mitico re stregone dell’Antico Testamento.
Si tratta di una delle infinite varianti del Pentacolo di protezione, contenuti nei formulari di alta magia, dedicati in prevalenza alla pratica delle arti nere (Goetia), e conosciuti come Grimoires. Sono trattati di demonologia composti in gran parte tra il ‘500 ed il ‘600, che comprendono raccolte di formule magiche per evocazioni, elenchi delle gerarchie infernali ed angeliche insieme al modo per assicurarsene i servigi, esorcismi di protezione e preparazione di talismani.
Per puro divertissement, abbiamo fatto un giochino; abbiamo sovrapposto il simbolo tanto caro ai ‘padani’ al mistico “sigillo di Salomone”…. E questo è il risultato:
Sempre per gioco, noterete che il simbolo stilizzato della Lega è con i suoi bracci e le sei punte è riadattabile a molti dei sigilli descritti nel famigerato Lemegeton Clavicula Salomonis (conosciuto anche come “Chiave minore di Salomone”), come il cosiddetto Pentacolo di Lilith:
Bisogna anche dire che rientra nell’ambito dei sigilli di protezione ed incantesimi di evocazione angelica, contenuti nella quarta sezione del Lemegeton e che va sotto il nome di “Almadel” il quale, ad onor del vero (per chi crede a ‘sta roba), riporta pratiche di ‘magia bianca’. Non male comunque per chi si erge a paladino della “Cristianità”, brandendo il crocifisso come una clava.
Tuttavia, conoscendo il livello culturale che contraddistingue simili esemplari da sagra, riesce difficile pensare che Lady Bossi ed il resto dello scalcinato cenacolo possa aver mai letto un grimorio. Ammesso che sappiano cosa sia.
Al massimo, le nuove streghe della padania si dilettano in talismani e amuleti portafortuna, tarocchi e oroscopi, passando per la lettura dei fondi di caffé. Sembra quasi di essere in un film di Lino Banfi: Occhio, Malocchio, prezzemolo e finocchio!

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LEGA LADRONA

Posted in Stupor Mundi with tags , , , , , , , , , , , on 6 aprile 2012 by Sendivogius

L’Italia è una repubblica fondata sulla famiglia. La propria.
In questo, Nord e Sud sono davvero uniti, nella greppia, tutti a tavola insieme appassionatamente!
Pensavamo di averle già viste tutte col tesoriere della Margherita, l’abruzzese Luigi Lusi, il predone dei due mondi che si è fregato più di 20 milioni di euro dalle casse del partito (ma la cifra è per difetto) ad insaputa dei vertici ‘margheriti’. Lusi è uno che accumula immobili come fossero vacche; pasteggia a caviale e si fa pesare l’oro del Volga col bilancino, prima di ingozzarsi a sbafo coi soldi altrui… Uno capace di giustificare gli ammanchi, riportando in bilancio quasi 534 mila euro di spesa per “sito internet, assistenza tecnica e manutenzione sistema informatico”, manco fosse il server della NASA.
Ma certo la saga familistica della Lega Ladrona non ha paragoni!
 D’altronde, la Lega ci aveva già regalato pagine esilaranti di psicopatologia collettiva: con le sue mitologie neo-völkisch, elmi cornuti e spadoni di latta; con le sue prove tecniche di nazismo applicato e le sue milizie verde-camiciate; coi suoi ubriachi da bar posti ai vertici delle Istituzioni nazionali e locali; con l’ignoranza abissale dei suoi massimi dirigenti; con la creazione di una sedicente repubblichetta secessionista della cassoeula, ricalcata sui confini dell’infame Repubblica Sociale di Salò…
Naturalmente, con un simile campionario a disposizione, la Lega si è rivelata un’idea di successo, raggrumando milioni di voti tra i bifolchi delle valli alpine, sparsi per gli infiniti Borgo Citrullo della pedemontana e riuniti in adorazione messianica attorno ad Umberto the Boss, il celebroleso di Pontida che volle farsi re e per la bisogna si inventò un suo reame chiamandolo padania.
Coerentemente, ci hanno regalato alcuni dei peggiori politicanti degli ultimi 100 anni, che rabbiosi e famelici sono calati nelle stanze del potere romano, arraffando e mangiando a più non posso, salvo poi sputare nel piatto della grande abbuffata e starnazzare davanti alle tivvù, con quella parlata stopposa di chi sembra ciancicare le parole, facendo i gargarismi con una pallina da ping pong in bocca.
Che la Lega fosse un dominio personale della famiglia Bossi, e gestito come una proprietà privata nelle disponibilità del Capo, lo avevamo capito da un pezzo.
Che fosse un possedimento feudale a trasmissione ereditaria era evidente, con il Trota travestito da delfino e una valanga di soldi pubblici a tenere in piedi l’intera struttura in cartapesta.
Che fosse anche il bankomat di famiglia e funzionasse come una specie di ‘ndrina calabrese, a conduzione paramafiosa, lo sospettavamo… Ma l’ascesa e caduta del clan Bossi, con la sfilata degli esemplari di famigghia, è uno spettacolo degno di un bestiario medioevale!
È la fiera dei freaks, convenuti nel “Cerchio Magico” dei Ladroni padani di lotta e di governo, con al centro l’Umberto assurto al ruolo di scemo del villaggio: il babbeo che si fa riparare il tetto del villone di Gemonio, naturalmente pure lui a sua insaputa; che si fa coglionare dal figlio scemo, piazzato con un posto in regione Lombardia, che gli frega i soldi dalla cassa per comprarsi il macchinone, mentre falsifica il libretto degli esami universitari.
E quella delle lauree finte sembra essere una vera passione per i verdi padão, per questo branco di volgari cialtroni analfabeti, miracolati contro ogni merito…
Umberto Bossi, che ottiene il diploma come perito per corrispondenza, e per anni millanta alla prima moglie di essere medico, uscendo di casa la mattina con tanto di borsa del dottore per meglio sostenere la finzione e sterzare subito verso il primo bar disponibile girando l’angolo.
Poi ci sono i figlioli prodighi alla casa del padre: Roberto Libertà, ormai noto alle cronache come “er Candeggina”. E soprattutto Renzo Bossi, universalmente conosciuto come Il Trota, e finito sulla griglia per le sue bocciature multiple alla maturità… i sospetti sul diploma (e la patente di guida) comprati… fedele ad una intelligenza davvero ‘ittica’. Avviato alla carriera di consigliere regionale, è stato affidato alle cure di Monica Rizzi, meglio nota come “Monica della Valcamonica”, che tanto per non cambiare si spaccia per psicologa senza aver mai conseguito il titolo.
E tra le matriarche di Casa Bossi come dimenticare mammà? Manuela Marrone, il mastino siciliano addetto alla sistemazione della prole. Nonché Rosi Mauro, la badante pugliese a capo del sedicente ‘sindacato padano’ che colleziona più ville in Sardegna che iscritti.
Una piccola parentesi a parte meritano invece i tesorieri della Lega…
Francesco Belsito, il tesoriere della Lega, ex autista ed ex buttafuori nei locali notturni della riviera ligure, con due lauree farlocche comprate on line a Malta, e in virtù di simili competenze piazzato come vice-presidente di FINCANTIERI che infatti oggi rischia il collasso.
Francesco Belsito è il successore dell’incredibile Maurizio Balocchi, già esperto in acquisizioni di appartamenti Enasarco a canone agevolato a Roma e nell’assunzione clientelare dei famigli alla Presidenza del Consiglio e nella Corte dei Conti. Infatti, la Capitale è dai leghisti disprezzatissima a parole, ma amatissima per i privilegi. Della serie, hic manebimus optime.
Soprattutto, Maurizio Balocchi ha fatto parte del CdA della Credieuronord, la banca della Lega, chiusa per fallimento nel 2006 [QUI] dopo aver dilapidato i risparmi investiti da migliaia di minchioni padani, con la fronte troppo cotta dal Sole delle Alpi. Ma, già nel 2001, Balocchi era  rimasto scottato dal mega-crack (10 miliardi di lire) per realizzazione di un villaggio vacanze in Croazia, pomposamente chiamato “Il Paradiso di Bossi” e rivelatosi un inferno per gli sprovveduti investitori.
D’altra parte, Balocchi era a sua volta succeduto ad Alessandro Patelli che in piena tangentopoli, mentre i leghisti agitano i cappi in Parlamento, si fa pagare una mazzetta da 200 milioni di vecchie lire nell’ambito del maxi-scandalo ENIMONT.
La cosa incredibile è che questa montagna di letame con velleità secessioniste è andata accumulandosi per oltre venti anni, prima di franare addosso a queste fameliche macchiette in affari, travestiti da guerrieri celti.
Di certo (non) ci mancheranno.

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Tana libera tutti

Posted in Stupor Mundi with tags , , , , , , , , , , , on 12 gennaio 2012 by Sendivogius

È sfiziosissimo assistere alla dissociazione schizofrenica della Lega sul caso Cosentino: la sera prima vota in commissione per l’autorizzazione a procedere; la mattina successiva rinnega tutto quanto era andata sostenendo soltanto 12 ore prima. Evidentemente la notte porta consiglio. E quattrini, con assegni staccati all’ultimo istante.
 A tal proposito è stato semplicemente meraviglioso l’intervento dell’onorevole (si fa per dire) Luca Rodolfo Paolini che, con un calzino infilato in bocca, si spende in una incredibile difesa ad oltranza della diversità giuridica degli optimates parcheggiati in parlamento, che non possono mica essere trattati (e processati) alla stregua di un qualsiasi plebeo. In compenso, se la prende con la stampa ed i social network, d’altronde in ottima compagnia insieme all’avv. Maurizio Paniz, suo collega in giunta e altro ‘libertario’ a corrente alternata secondo parcella.

I blog sono diventati un fenomeno di vita sociale e vanno sanzionati.
(Maurizio Paniz – 05/10/11)

Si tratta dello spudorato cammellone, esperto in meretricio forense, che ancora va in giro sostenendo che la marocchina Ruby sia la nipote di Mubarak. E (molto) in fondo, parliamo dello stesso parlamento che ha stabilito per voto il legame di parentela.
In nome della (in)uguaglianza dei cittadini dinanzia alla Legge, fedele al principio del Lei non sa chi sono io, il padao-marchigiano Paolini ci regala un vero monumento oratorio ai privilegi della “casta” tramite un’appassionata lirica per l’immunità di Nicola Cosentino, che nell’immaginario del leghismo militante resta però un terrone in odore di camorra.
Ma questa non è certo l’unica né l’ultima delle metamorfosi del partito del popolo padano e dei conti in Tanzania. Del resto, la Lega non è mai stato un movimento forcaiolo: ha cominciato sventolando i cappi contro i tangentari; ha finito per perorarne le cause in Parlamento, riservando arresti sommari e le minacce di linciaggio unicamente contro meridionali e stranieri, meglio se poveri. In quanto alle questioni serie, variano a seconda delle convenienze del clan Bossi e del portafoglio di famiglia. Tipico di chi ha venduto l’anima (e subito dopo il culo) dalle parti di Arcore…

«La Lega non si è mai occupata delle questioni che per le città sono vitali; mai degli immigrati se non per minacciarli di pallottole di gomme e di espulsioni, mai di affari, mai di drogati, mai di Europa, ma dei giovani senza arte né parte, mai dei poveri. Ancora oggi non si sa che cosa Bossi abbia in testa di fare del movimento, come se lo avesse fondato in uno stato di eccitazione e di combinazioni che si sommavano, e poi si è andato avanti di tatticismo in tatticismo […] Pur di assicurarsi un seguito e di allargare il consenso, la Lega appoggia tutte le rivendicazioni corporative senza curarsi se siano giuste o no, purché siano contro il governo. Se i produttori di latte occupano le strade, aeroporti e ferrovie, per non pagare le multe europee, la Lega di precipita con le sue bandiere. La sua adesione va immediatamente alle corporazioni forti che si fanno ragioni da sole, camionisti, commercianti, oppositori del fisco. La legge per Bossi conta finché non colpisce la Lega; appena un cassiere leghista viene colto con le mani nel sacco, appena arriva un mandato di comparizione per qualche dirigente o militante, eccolo gridare alla persecuzione, al complotto ordito da magistrati servi, da poliziotti “sbirri”.»

  Giorgio Bocca
Padania Immaginaria”
(1998)

Invece, per la pattuglia dei Radicali che tanto si è impegnata per garantire l’impunità degli inquisiti, la definizione ideale andrebbe presa in prestito dalla prosa puntuta di Paolo Valera:

IL PUTTANO
La grande maggioranza degli uomini politici è costituita da tipi che si smontano e montano meccanicamente. In giornalismo ne abbiamo delle frotte. Nel terreno giornalistico ci si affonda. Si discende come dei palombari nel fango alla ricerca dei “maîtres chanteurs”. Vi si trovano delle figure che di anno in anno modificano, capovolgono e inghiottono se stesse. È forse l’atmosfera giornalistica che invita a diventare paltonieri. Gli esempi fanno scuola.

Naturalmente, nella fattispecie attuale, la parola “puttano” andrebbe declinata al plurale.

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(34) Cazzata o Stronzata?

Posted in Zì Baldone with tags , , , , , , , , , on 31 dicembre 2011 by Sendivogius

Classifica DICEMBRE 2011”

Non c’è mai pace per i cazzari. Manco a Natale!
Di certo, la loro è una mercanzia assai particolare che non scarseggia mai. Nemmeno in tempo di crisi. Visti da questa prospettiva, con simili esemplari nazionali, comunque vada sarà un “successo”: la crisi è una percezione psicologia… i ristoranti sono pieni… c’è la fila ai check-in degli aereoporti… tutto il mondo ci invidia… Germania e Francia prendono esempi da noi su come affrontare la crisi… Corrado Passera non può fare il ministro perché ha un enorme conflitto di interessi (in compenso è un conflitto troppo piccolo per fare il presidente del consiglio)… E ancora: culone inchiavabili… nipoti marocchine di presidenti egiziani… ultilizzatori finali… case regalate a mia insaputa
È stato un anno “ricco”; e soprattutto terribile. Per fortuna è finito. Adesso rimangano i cocci da raccogliere e soprattutto da ripagare. Dopo il tempo delle risate, arrivano le lacrime. V’è piaciuto lo spettacolo?!? Bene! Allora mettete mano al portafoglio e saldate il conto del papi & Co. Fortuna che c’è la Lega! Chissà cosa mai avrebbero potuto realizzare i padao se solo ci fossero stati loro negli ultimi 15 anni al governo… Sai che incredibili risultati se soltanto un mese fa i Bossi, i Calderoli, i Maroni, i Tremonti… fossero stati ministri al posto di Monti?!?
Buon 2012.

Hit Parade del mese:

01. CRONACHE MARXIANE

[20 Dic.] «Il Segretario del Partito, Marco Rizzo, e il Responsabile esteri, Alfonso Galdi, hanno espresso dolore e presentato le proprie condoglianze al popolo nordcoreano per la morte di Kim Jong-il, guida della causa rivoluzionaria della ideologia Juche e del Partito, dell’esercito, e del popolo della Repubblica Democratica Popolare di Corea.»
 (Comunicato dei Comunisti-Sinistra popolare)

02. EQUITÀ FISCALE

[05 Dic.] «Tassare le grandi barche significa penalizzare il turismo nautico»
(Marco Reguzzoni, colifecale padano)

03. BEATO CHI CI CREDE

[17 Dic.] «Tutto quello che riceviamo dallo Stato va in opere di solidarietà in Italia e all’estero»
(Angelo Bagnasco, Cardinal Pecunia)

04. NUOVA ENCICLOPEDIA TRECCANI

[26 Dic.] «Il TG-1 è il tg più brutto? Io nella mia carriera ho fatto diversi scoop e sono finito anche sulla Treccani. (…) Se io avessi fatto un tg come quello, con il 42 per cento di politica, sarei sceso al 13-14 per cento di share. Mentre un tg generalista come il TG-1 ha sofferto di un allargamento della scelta e del mercato. (…) Al Tg1 penso di essere stato molto equilibrato e mai schierato. Ho contribuito al pluralismo, visto come è schierata l’informazione italiana; mi hanno emarginato anche perché ho dato informazioni che a molti non piacevano.»
(Augusto Minzolini, il Professionista)

05. RISTORANTI PIENI E CERVELLI VUOTI

[29 Dic.] «Citando le mie parole di un anno fa, Monti ha riconosciuto che il fattore psicologico è decisivo nell’economia e che un moderato ottimismo, anche da parte dei mezzi di comunicazione, è indispensabile per uscire dalla crisi. Lo ringrazio perchè non ho mai visto un pessimista realizzare qualcosa di buono nella vita»
(Silvio Berlusconi, l’Ottimista)

06. MINCHIONI DA GIUSSANO

[12 Dic.] «la Padania si farà la sua moneta, mica può continuare a mantenere tutti questi farabutti. La Padania non tornerà più alla lira. Tornare alla lira per cosa? Per continuare a mantenere questi furfanti? Ha vinto la Padania. l’Italia ha perso e ora in Europa nessuno vuole mettere i soldi in un fondo salva stati. I tedeschi giustamente non vogliono pagare i debiti dell’Italia e della Grecia, quindi non se ne farà niente. Non esiste un fondo che possa salvare gli stati. Una volta finito l’euro, la Padania si farà la sua moneta»
(Umberto Bossi, un ricco coglione)

07. ALLA DESTRA DEL LADRONE

[02 Dic.] «Io sono come Cristo sulla croce»
(Luigi Verzè, l’impunito Barabba)

08. UNBREAKABLE

[31 Dic.] «Ho lasciato il governo senza mai essere sfiduciato in parlamento: l’ho fatto per evitare che la speculazione finanziaria si accanisse contro l’Italia e contro il risparmio delle famiglie. L’ho fatto per senso di responsabilità, per senso dello Stato. E’ stato un sacrificio ma sapevo bene che la causa della crisi non era il nostro governo. La causa era ed è ancora l’euro»
(Silvio Berlusconi, il Patriota)

09. MANI PULITE

[02 Dic.] «Comunione e Liberazione non si occupa né si è mai occupata di politica sanitaria e non fa affari con nessuno»
(Alberto Savonara, l’Illibato)

10. TANTO L’ICI NON LA PAGANO

[09 Dic.] «Se ci sono punti della legge da rivedere o da discutere, non ci sono pregiudiziali da parte nostra»
(Angelo Bagnasco, immobiliarista di successo)

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