Archivio per L’Aquila

ROMAGEDDON (IV) – Li mejo fichi der bigonzo

Posted in Roma mon amour with tags , , , , , , , , , , , on 19 aprile 2016 by Sendivogius

fichi_settembrini

Come sia venuto in mente al papi della patria di tirar fuori dal suo cilindro sfondato un Guido Bertolaso da riciclare ad aspirante sindaco di Roma, è l’ultimo mistero buffo della campagna elettorale più scialba ed incolore che mai si sia vista nella storia della Capitale, dove tutti i candidati mirano pervicacemente a perdere, tanto improbo è l’incarico.
Guido Bertolaso Del Guido nazionale, meglio conosciuto come l’uomo con la tuta per la varietà del suo guardaroba e soprattutto per la funesta esperienza alla Protezione Civile, trasformata in un protettorato politico per la distribuzione appalti nell’organizzazione dei “Grandi Eventi” a coreografia del ventennio berlusconiano, avevamo già parlato diffusamente in passato…

1) GLI SCHIFOSI
2) L’UOMO CON LA TUTA
3) COMPAGNI DI MERENDE
4) GLI AMICI DEGLI AMICI

Erano i tempi andati del Silvio Re, quando Bertolaso, gaffeur di proporzioni titaniche e dalla presunzione sconfinata, sembrava proiettato nell’empireo degli onnipotenti per grazia ricevuta, diventando il più fedele interprete delle manie di grandezza del Megaloman brianzolo. Perché ogni “grande evento” (gare ciclistiche, regate, mondiali di nuoto, beatificazioni, visite pastorali, convegni eucaristici, vertici politici e militari, pellegrinaggi), richiede “Grandi Opere”: dal G.8 della Maddalena (poi spostato a Pratica di Mare, ma profumatamente pagato) alle visite pastorali del papa (800 mila euro stanziati nel 2008 per gli spostamenti di Benedetto XVI, ogni volta che il pontefice supera le sponde del Tevere il governo concede la dichiarazione di “grande evento”), senza per questo dimenticare i congressi eucaristici del 2005 a Bari (3 milioni) e ad Ancona nel 2011 (200 mila euro); dai campionati di ciclismo a Varese (71 milioni) ai mondiali di nuoto a Roma (60 milioni). E giù via sperperando fino alla grottesca manna del terremoto de L’Aquila: 1 miliardo e mezzo di euro, per una ricostruzione mai avviata ed opere pagate il triplo del prezzo reale, culminate nello sradicamento di intere comunità disperse nell’anomia spersonalizzante delle New Town.
New townA tal punto che gli sprechi dell’Era Bertolaso sono diventati mitologici, tanto superano qualunque precedente nella moltiplicazione dei costi e delle spese a trionfo dell’effimero, in regime di emergenza permanente…
SprechiSotto la conduzione di Bertolaso (il sockpuppet nelle mani di Berlusconi e Letta senior), il dipartimento della Protezione Civile è stato convertito in un immenso giocattolone in comodato d’uso a quell’altro “governo del fare”, che ne ha fatto una propria macchina spremi-soldi per la creazione di consenso e sistemazione clientele. Quindi investita di poteri straordinari a colpi di decreti-legge usati per scardinare le normative vigenti, fino a diventare un immenso collettore d’appalti da distribuire a propria completa discrezione ed in deroga a tutte le regole, per la gioia dei vari “soggetti attuatori” di natura privatistica riuniti all’incredibile greppia di governo.

Il boss e la matricolaIl boss e la matricola

All’epoca si parlò di “sistema gelatinoso” tanto la pratica era diffusa e soprattutto pervasiva, in un’orgia di corruzione ramificata a tutti i livelli possibili.

«L’era Bertolaso inizia il 7 settembre 2001. Quel giorno il secondo governo Berlusconi, in carica da pochi mesi, trasforma la Protezione Civile in un dipartimento della Presidenza del Consiglio, e ne nomina l’attuale dirigente, Guido Bertolaso.
Quella che fino ad allora era stata un’agenzia indipendente, che comprendeva i Vigili del fuoco e il Servizio sismico nazionale e si era occupata di emergenze territoriali, come terremoti e inondazioni, diventa -per effetto del decreto legge numero 343 del 2001- un organo il cui potere di ordinanza si estende anche ai cosiddetti “grandi eventi”.
Tradotto, questo vuol dire che la Protezione Civile da quel giorno si occupa anche di vertici internazionali, raduni religiosi e gare sportive, come il G8 2009 in Italia o i Mondiali di nuoto di Roma. E se aumenta il numero degli eventi di cui occuparsi, si moltiplicano le emissioni di denaro pubblico a favore della Protezione Civile e le gare d’appalto indette dalla stessa.
A far sì che poi tutto funzioni subito e al meglio c’è lui, Guido Bertolaso, il factotum di palazzo Chigi. Quando si presenta un’“emergenza” o un “grande evento” (come l’esposizione delle spoglie di S.Giuseppe da Copertino, noto santo pugliese), interviene il commissario delegato Guido Bertolaso: con una firma affida poteri straordinari al sindaco, che ha carta bianca e decide cosa e come fare.
A Varese, per esempio, in occasione di un altro “grande evento”, i Mondiali di ciclismo 2008, è bastata l’ordinanza n. 3565, varata dal Presidente del Consiglio dei Ministri il 16 febbraio 2007, per stanziare sette milioni di euro per la nuova tangenziale fra la Ss 342 “Briantea” e la Ss 233 “Varesina”, con interconnessione alla Ss 344 di “Porto Ceresio”. Scavalcati sindaci ed enti locali. In una parola, i processi democratici.
[…] La soluzione, veloce quanto antidemocratica, risiederebbe nelle mani di Bertolaso: il commissario straordinario sarebbe in grado di rendere tutto “più facile”, bypassando con una firma consigli comunali e comitati di cittadini. Infatti il decreto legge “anticrisi”, varato dal Consiglio dei Ministri il 26 giugno 2009, aggiunge ai compiti della Protezione Civile anche “la gestione di interventi sulla trasmissione e distribuzione dell’energia”: è sufficiente la nomina di un “commissario delegato” per poter utilizzare “mezzi e poteri straordinari in deroga alle competenze delle altre amministrazioni locali”.
La Protezione Civile, quindi, non è solo un organo di prevenzione, ma uno strumento nelle mani dell’esecutivo. Uno strumento libero da qualsiasi controllo. Soprattutto finanziario. Non solo la Corte Costituzionale non può intervenire sulle ordinanze emesse dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ma la Corte dei Conti non può monitorare l’ammontare e l’utilizzo degli stanziamenti che ne conseguono.
Le cifre che sfuggono al controllo non sono irrilevanti. Tra il 3 dicembre del 2001 e il 30 gennaio del 2006 sono state emesse dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri 330 ordinanze: esaminando un campione di 75 di queste, sappiamo che hanno richiesto l’utilizzo di 1.486.675.921,73 euro. In base a questo dato statistico è possibile stimare che in otto anni e mezzo, dal 2001 al 2009, le 537 ordinanze emesse abbiano richiesto ben 10.6 miliardi di euro: una cifra esorbitante, su cui la Corte dei Conti non ha alcun controllo

La Protezione Civile di Guido Bertolaso
di Laura Bellucci, Ilenia Cerri, Federica Florio
(17/07/2009)

A Roma, la Protezione Civile del Guido nazionale è rimasta famosa per i catastrofici mondiali di nuoto del 2009 organizzati insieme a quell’altro flagello che è stata la giunta Alemanno; nonché per gli intrallazzi della Cricca della Ferratella: quelli che ridevano la notte del terromoto a L’Aquila, pensando alla cuccagna della mai ultimata ricostruzione. Soprattutto, Bertolaso è noto per i massaggi galeotti (variante delle “cene eleganti”) al centro abusivo dell’amico Anemone; oltre che alle sue vicende di senzatetto alla ricerca di casa in centro storico, nell’ambito di un più articolato giro di favori e marchette tra i soliti noti.
Guido cerca casa - Berolaso ed il cardinale SepeDefinito nel periodo di massimo fulgore come il Batman arrogante e litigioso dei cataclismi (Massimo Falcioni), attualmente si è ridotto a fare il Robin di un acciaccato cavaliere oscuro oramai avviato all’inesorabile tramonto, diventando di fatto la spalla comica del berlusconismo al tracollo finale. Da cavallo perdente qual’è, verrà cavalcato dal vecchio padrone fintanto non verrà scartato sull’onda corta dei sondaggi.
Bertolaso e BerlusconiTuttavia, non è il caso di lasciarsi ingannare dalle apparenze…
Il sistema (“gelatinoso” o meno che fosse) inaugurato a suo tempo da Bertolaso & Co. per decretazione d’urgenza, regnando felicemente il papi Silvio, è diventata la prassi prevalente del nuovo esecutivo Renzi ai tempi della “rottamazione”, con galantuomini come Verdini e Formigoni elevati a garanti delle magnifiche sorti del nuovo “governo del fare”. Lo scardinamento delle regole, l’aggiramento sistematico dei controlli, l’esautorazione degli organi rappresentativi regolarmente eletti (non è certo il caso del nostro Piccolo Principe), l’abuso ricorrente nell’accentramento esclusivo dei poteri, è diventata la prassi ordinaria di un Governo che ha fatto del ricorso ai commissari straordinari un proprio tratto distintivo, nel solco della continuità ideale.
Silvio BerlusconiPer quanto possa sembrare paradossale, il vecchio Silvione Renzipersegue pervicacemente la sconfitta nell’apologesi del suo trionfo postumo, per una concezione del potere e delle “istituzioni” che ha fatto scuola tra allievi (solo per alcuni) ‘insospettabili’.

Alfio Marchini Fuori tempo massimo, nel piacionismo trasversale del populismo-soft, abbiamo invece Alfio Marchini: il bello ai tempi dell’anti-politica pop. Marchini è l’aitante (e non ultimo) rampollo di una nota casata di costruttori romani ‘de sinistra’; nonno Alfio da cui ha ripreso il nome e pochissimo altro (a parte l’eredità) è stato partigiano dei GAP romani e vicinissimo al PCI nel tempo che fu (per il quale costruì la storica sede di Botteghe Oscure, prima che il PD se magnasse pure quella), tanto da guadagnarsi il soprannome di Calce e Martello.
Come Alfio junior dalla Resistenza e la militanza comunista sia passato prima all’Opus Dei e poi direttamente a Comunione e Lottizzazione si spiega facilmente: basta seguire il solco degli affari col cuore che batte là dove pulsa il denaro. In questo Marchini è assolutamente trasversale e può passare con imperturbabile tranquillità dal finanziamento del settimanale ciellino “Il Sabato” a “L’Unità” (molto più a destra dello scomparso periodico del conservatorismo cattolico).
Francesco Gaetano Caltagirone Se volete conoscere il programma politico di Alfio Marchini, cercate alla voce “Caltagirone”. Per chi non è addentro alle faccende romane, non parliamo della siciliana “rocca dei vasi” (dall’arabo Kalat al Giarun), bensì di Francesco Gaetano Caltagirone: l’ottavo re di Roma e imperatore indiscusso dei palazzinari che dominano la città da sempre, con partecipazioni azionarie in ACEA (il vero gioiello delle aziende comunali); proprietario del principale quotidiano romano (Il Messaggero) insieme ad una pletora di giornaletti a diffusione capillare; socio d’affari nella holding finanziaria che in un sistema di scatole cinesi collega strettamente Alfio Marchini alla “finanza bianca” (passando da Cesare Geronzi a Giovanni Bazoli). Soprattutto, Caltagirone è il suocero (nonché generoso finanziatore) di Pier Ferdinando Casini che è anche il principale sponsor politico del Marchini-Sindaco, quanto mai interessato a rivedere il piano regolatore della città con la definizione delle nuove aree edificabili.
marchini-sindacoA ben vederlo, l’ex compagno Alfio sembra uscito da una puntata di “Beautiful”, col suo stile fermo agli Anni’ 80 come un Ken attempato in cerca della sua Barbie.

Giorgia Meloni A proposito di Barbie, con le sue gigantografie ritoccate in photoshop ed abbellite del 600%, ad ogni incrocio stradale troneggia sorridente e rassicurante Giorgia Meloni, l’ex pupilla di Gianfranco Fini Gianfranco Fini(rinnegato e sepolto vivo) che è riuscita nel miracolo di resuscitare un partito di nostalgici, ricostituito in fretta con gli scarti missini della defunta AN e Gianni Alemanno col quale ora finge di non avere niente da spartire.
Giorgia_MeloniParlare del programma (il grande assente di queste elezioni) è operazione assolutamente superfluo, visto che si tratta del solito ressemblement degli eterni cavalli di battaglia della “destra popolare” (gli zingari.. il degrado.. gli immigrati..), che a vari gradi di intensità pervade tutto il cucuzzaro fascista variamente disperso in candidature senza storia. E per questo Giorgetta ha ottime chance di arrivare al ballottaggio; rispetto ai suoi truci camerati ha almeno il dono dell’ironia e tanto basta a renderla simpatica, tracimando oltre le tradizionali cloache della fascisteria romana.

Fascisti in Campidoglio

Su tutto il resto non c’è storia: folklore elettorale per colorare la scheda nei rituali dell’urna, nell’anonimato generalizzato di candidati che non ‘bucano’ e si alternano tra grandi profusioni di “romanità” più o meno acquisita, a dimostrazione del provincialismo in cui sembra sprofondata la metropoli tra le più grandi e cosmopolite d’Italia, Comunque vada, sarà un disastro. Perché l’importante è partecipare. Dicono.

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La coltura del riso

Posted in Masters of Universe with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 19 gennaio 2013 by Sendivogius

A quanto pare, tra gli alti funzionari dello ‘stato’ e gli esponenti di quella ‘società civile’ che tanto si riconosce nell’Italia del fare (fottere?), la vista delle macerie aquilane provoca irrefrenabili risate.
Fa piacere sapere che tra gli istituzionali esemplari della razza padrona sia così diffusa la coltura del riso… Ogni volta che qualcuno di Lor Signorie pensa al terremoto de L’Aquila viene infatti colto da una frenetica ilarità, non riuscendo proprio a trattenere l’eccitazione all’idea delle prospettive di carriera e di arricchimento che il sisma abruzzese sembra offrire a questo intraprendente sciame di mosche carnarie, mentre si fregano con cupidigia le zampe, pronti come sono a lucrare sulle disgrazie altrui.
È la copiosa cricca degli Schifosi, sempre in odor d’affari, che in questi ultimi anni abbiamo visto in processione dietro all’Uomo con la tua.
Sono quelli che vedono in ogni tragedia un’opportunità. Ne avevamo già parlato QUI.

Giovanna Iurato e Gianni Letta

Stando alle indagini che la riguardano, Giovanna Maria Iurato è un’altra di coloro che se la ride di gusto, tanto comica deve essere per la psiche di questi personaggi in cerca di promozione l’immagine delle persone rimaste schiacciate sotto le macerie delle proprie abitazioni, dopo che le sedicenti autorità li avevano imperiosamente rassicurati sull’assoluta assenza di rischi.
La dott.ssa Iurato, come tutti ormai sanno, nella fattispecie è stata il prefetto de L’Aquila (ai tempi del bunga-bunga) e da lei stessa amabilmente definita una città inesistente, che non c’e. Infatti, il capoluogo abruzzese è stato trasformato in un teatrino per la propaganda del papi nazionale: un altro di quelli che chiagne, fotte e ride, a ciclo interscambiabile secondo le esigenze della mimica elettorale.
L'Aquila - Berlusconi ai funeraliE c’è da dire che l’intraprendente Giovanna Maria sembrerebbe non essere da meno…
Appena nominata prefetto della città, fiuta subito l’aria e inscena la sceneggiata che reputa più consona al generale clima da farsa che aleggia sulla tragedia:
Compita”, mette subito in pratica i consigli di papà che è “uomo di mondo” ed evidentemente conosce bene il sottobosco dei cialtroni…
Si presenta quindi con un’enorme corona di fiori che gareggia in rotondità col prefetto mignon; con l’occhietto furtivo sbircia le telecamere e dunque, certa di essere ripresa, si esibisce in plateali gesti della croce come manco alle processioni dei flagellanti, accarezza le fotografie delle vittime del sisma e strizza lo sguardo furbo alla ricerca della lacrimuccia di circostanza. C’è da chiedersi se non nascondesse la cipolla nel fazzoletto. Quindi la bella mela melinda rotola ad incassare il risultato della recita pubblica: una intervista agiografica coi media e il titolone piacione sui giornali “Le Lacrime del Prefetto”. E se ne vanta al telefono (28/05/2010) a due giorni dall’insediamento con Francesco Gratteri, uno dei massacratori della Scuola Diaz, che evidentemente la conosce bene e insieme ridono di gusto per la pantomima ben riuscita.
La Porchetta è servita Originaria della provincia di Ragusa (è nata il 22/06/1955 a Santa Croce Camerina), Giovanna Iurato si laurea in Giurisprudenza (1978) e ottiene l’abilitazione forense nel 1980. Si specializza in lingua francese e diritto delle relazioni internazionali. Quindi passa in data imprecisata al Dipartimento della Pubblica Sicurezza, entrando a far parte dell’organico degli Interni dove, oltre a Franco Gratteri conosce altri galantuomini alla stregua del prefetto Nicola Izzo già vice-capo vicario della Polizia, appena interdetto dai pubblici uffici per una storia di appalti e tangenti che coinvolge anche la ridente prefetta e consorte
Si occupa altresì di “problematiche riguardanti l’immigrazione nell’ambito del servizio stranieri del Dipartimento della Pubblica Sicurezza”. Scrive “testi sui temi della normativa antimafia, sulla sicurezza, sugli stranieri e sul coordinamento delle Forze di Polizia. Ha maturato una vasta esperienza nel campo della formazione, ed ha svolto attività di docenza in corsi, seminari e convegni presso la Scuola di coordinamento delle Forze di Polizia e la scuola superiore.
La Iurato rimane sostanzialmente in stand-by fino al dicembre 2006, quando viene nominata prefetto e quindi commissario straordinario per il Comune di Civitavecchia.
Quindi prefetto de L’Aquila (26/05/10 – 04/11/12) per poi passare all’Ispettorato generale dell’Amministrazione presso il Ministero dell’Interno a Roma.
Ma sostanzialmente, come è possibile leggere dal suo curriculum istituzionale, il prefetto Iurato sembra concentrare i suoi incarichi direttivi nei reparti tecnico-logistici del Ministero, là dove si concentrano gli appalti pubblici e le casse dipartimentali, giacché:

«E’ stata dirigente della Divisione del servizio personale segretari comunali e provinciali della Direzione centrale dell’amministrazione civile, dirigente del Servizio impianti tecnici e telecomunicazioni, direttore del Servizio I dell’Ufficio di coordinamento e pianificazione delle Forze di Polizia, direttore dell’Ufficio concorsi e capo ufficio di staff dell’Ufficio contratti e forniture della Direzione centrale dei servizi tecnico logistici e della gestione patrimoniale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza.»

Per un ingeneroso capriccio del caso, il nome del prefetto Iurato ha la sventura di comparire a ripetizione ciclica, nell’ambito dei grandi appalti pubblici e le relative inchieste giudiziarie.
La signora compare tra i beneficiati della Lista Anemone: l’imprenditore romano che si occupa di ristrutturazioni gratis per potenti e compra super-attici con vista Colosseo all’insaputa dei ministri beneficiati dall’acquisto [QUI]. A sua volta, Diego Anemone è al centro di un “sistema gelatinoso” che coinvolge pezzi pregiati dello Stato, esponenti dell’ex governo Berlusconi ai massimi livelli, e un ricco gotha di imprenditori interessati alla gigantesca torta miliardaria delle “Grandi Eventi”. Nel nostro piccolo, ne avevamo parlato QUI.
L'uomo che ride. (The Man Who Laughs). 1928, regia di Paul LeniInsieme al prefetto Izzo, è indagata dalla Procura di Napoli per il sospetto di aver aver pilotato gli appalti inerenti la realizzazione del Centro Elaborazione dati Nazionale del Viminale, col relativo trasferimento degli archivi informatici nel capoluogo partenopeo e affidato per vie poco chiare all’Elsag-Datamat, azienda consociata dell’universo Finmeccanica, sotto la supervisione di Giovanni Grazioli (il marito della Iurato).
La dirigenza della Elsag è a sua volta indagata per gli appalti inerenti l’assegnazione della gestione dei sistemi informatici al G8 de L’Aquila e per tutta una serie di problemini inerenti la costituzione di fondi neri che hanno coinvolto i vertici di Finmeccanica. Ne abbiamo parlato in dettaglio QUI.
Non per niente il bravo Nicola Izzo si preoccupava, tra le altre cose, di raccomandare la figliola per un posto certo in azienda.
Ovviamente, siamo certi che dallo Stato i suoi servitori non avranno nulla da temere… La prefetta potrà dunque continuare a ridere in allegria col resto della banda istituzionalizzata.

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IL CRISTIANO DEVOTO

Posted in Business is Business, Kulturkampf with tags , , , , , , , , , , on 25 settembre 2011 by Sendivogius

Chissà cosa mai passerà per la mente dell’arcigna suor Carla (ammesso che pensi), nel buio della sua clausura sanfedista, mentre davanti alle grate della sua camera inquisitoria sfilano vagonate di troie giulive, in transito verso il putiniano lettone del Nano della Provvidenza, per le esigenze postribolari del sultano, tanto caro a Santa Romana Casta
Chissà cosa penserà nel segreto del suo improvviso voto di silenzio, questo devoto difensore della famiglia tradizionale e flagello dei sodomiti, intransigente nemico di ogni droga, riguardo alle fregole compulsive del suo Unto dal Signore, che si fa rifornire di “patonza” fresca da un cocainomane fallito e si scambia le donnine in vendita con gli amici-papponi, come fossero figurine mancanti nel mazzo da collezionare.
È il paradosso del povero Carlino: il moralista a gettone passato dai Carabinieri all’Inquisizione, solitamente così loquace quando si tratta di infierire gratuitamente contro omossessuali e tossicodipendenti; ma improvvisamente cieco e muto dinanzi agli squallidi baccanali di un vecchio pornocrate, che premia le sue favorite con incarichi di governo e piazza le cortigiane nelle grandi compagnie pubbliche (mica nelle sue aziende!) per meriti… di letto! Crocifisso tempestato in diamanti, affondato tra le poppe in mostra, e una naturale disponibilità “a vendersi la madre” se le convenienze del momento lo richiedono.
In compenso, il truce inquisitore modenese è sempre pronto all’intervento feroce dell’integralista organico al potere: contro Stefano Cucchi, che ebbe l’indelicatezza di crepare dopo un pestaggio di polizia [QUI]; contro gli omossessuali, in senso lato, per il solo fatto che esistano; contro la maternità consapevole, la fecondazione eterologa e, di converso, contro ogni contraccezione per chi invece di gravidanze non ne vuole.
Tuttavia, l’uomo (si fa per dire) delle crociate, e dei pellegrinaggi annunciati urbi et orbe, è pronto ad immolarsi per cause ancora più grandi… ad esempio, insieme a tutta la compagnia di giro, scatta per riflesso pavloviano contro la povera Madonna (la rockstar), che ha osato pronunciare il nome del Porco invano. Tra un invettiva e l’altra, suor Carla non perde però occasione per correre con le braghe calate a prostrarsi ai piedi del vescovo-conte di turno, giunto a corte per reclamare prebende e denari. Gli ultimi della serie sono il vescovo ausiliare per la città de L’Aquila, Giovanni D’Ercole, insieme all’arcivescovo Giuseppe Molinari, venuti a ciucciare 12 milioni di euro di finanziamenti pubblici, per progetti di ricostruzione inesistenti, a cura della Curia diocesana e dei relativi prestanome in affari.

I due porporati pare infatti che abbiano costituito una bella ‘onlus’ di scopo e una “Fondazione”, con tanto di sede nella curia arcivescovile, per accaparrarsi parte dei fondi della ricostruzione e correre subito a Palazzo Chigi, in cerca di raccomandazione presso l’Utilizzatore finale.
E subito si rivolgono a suor Carla che prontamente obbedisce:

io vengo lì con i soldi cash… Altro che carriole o non carriole.. scusami, altro che popolo delle carriole! Ce l’ho qua i soldi!

Altro che famiglie e sfollati! Che infatti possono aspettare, continuando a marcire nelle dimenticate new towns berlusconiane, mentre nelle alcove istituzionali fervono le celebrazioni notturne del bunga-bunga, con l’interessata benedizione ecclesiastica in perenne indulgenza contro cassa.
Date a Dio ciò che gli spetta, che a mungere Cesare ci pensano loro…

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COMPAGNI DI MERENDE

Posted in Business is Business, Kulturkampf, Masters of Universe with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 21 febbraio 2010 by Sendivogius

«Si è in presenza di un sistema che definire “gelatinoso” dà solo in parte l’idea della sua insidiosità e pericolosità corrodendo in modo profondo rapporti economici, istituzionali, e anche sociali; l’insidiosità si ricava anche dal coinvolgimento a vario titolo di personaggi di grossa levatura istituzionale.
Già si è detto di BERTOLASO, ma dalle indagini emergono anche rapporti poco chiari con consiglieri della Corte dei Conti, quali Mario SANCETTA e Antonello COLOSIMO.
E ancora ANEMONE risulta avere rapporti poco chiari con un prelato, don Evaldo BIASINI (economo provinciale della Congregazione dei Missionari del Santissimo Sangue di Roma) al quale chiede e dal quale ottiene denaro»

 Procura di Firenze
 Ordinanza di Custodia cautelare
 Proc. 1460 R. Gip – 08/02/2010

In questa sorta di banchetto luculliano, pochi ma voracissimi commensali si contendono i posti migliori di una tavolata dove le portate sembrano non finire mai.
E se il gruppo ANEMONE la fa da padrone, le altre imprese in gioco si spartiscono il resto del piatto secondo la legge di compensazione, per evitare eventuali denunce da parte degli imprenditori scontentati: ognuno con il suo referente politico e relative coperture istituzionali, le proprie clientele, e famigli associati. È una ragnatela ibrida dove pubblico e privato si intrecciano in un groviglio di interessi particolarissimi, regalie e favori personali, anche se l’egemonia incontrastata degli Anemone (sponsorizzati da Angelo Balducci) dispiace a molti degli altri convitati, che se ne lamentano con i loro protettori nella ricerca di una sponda politica…

LA CRICCA DELLA FERRATELLA
 Sistematicamente tagliati fuori dagli appalti più ricchi, che sembrano essere appannaggio esclusivo del gruppo ANEMONE (favorito dal tandem Bertolaso-Balducci), gli imprenditori esclusi attivano i loro canali istituzionali.
Tra i più attivi c’è il conte Francesco Maria De Vito Piscicelli, quello che la notte del terremoto a L’Aquila se la rideva dentro il letto. Nelle intenzioni del conte c’è forse l’idea di costituire un cartello imprenditoriale per la lottizzazione degli appalti, tramite un gioco di lobbies contro lo strapotere degli Anemone.
Piscicelli, per conto della Opere pubbliche e Ambiente SpA, si rivolge a Fabio DE SANTIS: una vecchia conoscenza, per una storia di abusi edilizi all’Argentario che li coinvolge entrambi. Ma Fabio De Santis è soprattutto un alto funzionario della Protezione civile, che segue la gestione dei ‘Grandi Eventi’:
 Mondiali di Nuoto, Roma 2009;
 G-8 La Maddalena 2009;
 Celebrazioni 150 anni Unità d’Italia
L’ing. De Santis ha evidentemente due pregi…
Innanzitutto, non apprezza l’intraprendenza affaristica (ai limiti dell’impudenza) del suo collega Balducci i cui appetiti sembrano insaziabili. Infatti, il più discreto De Santis se ne lamenta con Enrico Bentivoglio, un altro funzionario della Ferratella:

DE SANTIS: Comunque bisogna dirglielo [a Balducci n.d.r]… “Tu c’hai 60 anni! Ma è possibile che non capisci un cazzo?!? (…) O tu ci fai deficienti, e questo mi fa incazzare, e ti do una capocciata sul naso e ti taglio il pisello!”
BENTIVOGLIO: È questo il problema… è che ti fa incazzare… che ti prende per il culo! (…) Guarda la madonna!
DE SANTIS: Gli dico… senti… “Oh! Hai rotto proprio il cazzo! Guarda squalo dacci i soldi che ci devi dare e vaffanculo!”
BENTIVOGLIO:  Te e quell’altro ladro di… [Anemone n.d.r]

In secondo luogo, Fabio De Santis è incazzato nero pure con Diego Anemone, per ‘motivi di famiglia’… Marco De Santis, fratello di Fabio, è imprenditore della Elettrica Leopizzi, una società che in passato ha lavorato più volte con le imprese di Anemone.
Nel luglio del 2008, Fabio De Santis si accorda con Diego Anemone per riservare al fratello una fetta degli appalti per il G-8 sardo, ma i patti non vengono rispettati. E il funzionario è furioso:

Bella figura del cazzo ci avete fatto! (…) Il rispetto va sempre tenuto per tutti, capito? E al di là del momento perché poi tornano utili tutti, capito? (…) Uno non può fare tutte le cose per convenienza, no?

Anemone promette che compenserà l’impresa di De Santis con una commissione nei lavori a L’Aquila. Evidentemente considera la ricostruzione abruzzese una questione di sua proprietà. Visti i precedenti, Fabio De Santis però non si fida troppo e si muove per favorire l’impresa rivale del conte De Vito Piscicelli, il quale nel frattempo non resta con le mani in mano…
Piscicelli infatti è in affari col
CONSORZIO STABILE NOVUS di Napoli, dove lavora il cognato Pierfrancesco Gagliardi. L’ingresso nel consorzio è finalizzato alla partecipazione nelle gare d’appalto, gestite dai funzionari della Protezione civile presso il dipartimento ministeriale della Ferratella.

L’OMBRA DELLA CAMORRA
 A controllare il consorzio, come socio occulto di maggioranza, è Antonio DI NARDO, funzionario ministeriale alle Infrastrutture ma anche personaggio dalle frequentazioni pericolose… Secondo un rapporto dal titolo inequivocabile (“Di Nardo Antonio – Clan dei Casalesi”), sarebbe «in contatto con soggetti indiziati di appartenenza ad associazioni mafiose e camorristiche» in riferimento ad alcune note informative della DIA (Direzione Investigativa Antimafia) di Napoli: 14 marzo 2003 e 8 luglio 2003. La DIA napoletana si sofferma poi sui legami imprenditoriali che intercorrono tra Di Nardo e Carmine Diana, titolare della “Impregica Costruzioni srl” e ritenuto vicino al boss casalese Francesco Bidognetti, meglio conosciuto come Cicciotto di Mezzanotte.
Tra i principali soci in affari del funzionario-imprenditore ci sono:

Pietro Di Miceli, commercialista palermitano con referenze importanti. Di Miceli viene sospettato di frequentazioni mafiose a partire dal 1992, in seguito ad una serie di segnalazioni anonime e di pentiti che lo indicano come referente dei Corleonesi. Nel settembre del 2000, il professionista siciliano viene indagato dalla Procura di Caltanissetta per “concorso esterno in associazione mafiosa”, come «curatore degli interessi della mafia e vicino ai servizi segreti». In particolare, la Procura lo sospetta di avere «un rapporto di stabile collaborazione» con Cosa Nostra e di approfittare del suo «incarico di consulente tecnico presso il tribunale, incidendo sulla trattazione e sull’esito di procedimenti penali e di misure patrimoniali, in particolare di quello relativo ai beni sequestrati al costruttore Giovanni Pilo», ma (dopo anni di inchieste) non può fare a meno di proscioglierlo dalle accuse per l’assenza di riscontri probatori (il 9 Febbraio 2006).

Mario Fecarotta, imprenditore siciliano specializzato in lavori pubblici.
Le grane giudiziarie per Fecarotta cominciano l’11 giugno del 2001. Giuseppe Riina, figliuolo di Totò u Curtu (al secolo Salvatore Riina), è ormai adulto e vuole reinvestire il patrimonio di famiglia in attività pulita. Tuttavia, il ragazzone ha difficoltà a trovare una banca che sia disponibile ad aprirgli un conto corrente. Per la bisogna, Riina si rivolge proprio a Fecarotta, che a sua volta chiede l’intercessione dell’allora viceministro dell’economia Gianfranco Micciché (attuale coordinatore PDL in Sicilia). Inoltre, nel 2002 Fecarotta venne arrestato per estorsione aggravata (una mazzetta da 500 milioni). Condannato in prima istanza per “concorso esterno in associazione mafiosa”, è stato assolto nel 2008 dalla Corte d’Appello di Palermo.

Rocco Lamino, titolare della LARA Costruzioni Srl.
Sembra che il conte Piscicelli, in carenza di liquidità per soddisfare le richieste della banda Balducci, abbia contratto con l’imprenditore un prestito da 100.000 euro con l’intermediazione di Antonio Di Nardo, finendo per restituirne 140.000.

“Il tenore dei dialoghi intercettati induceva a ritenere che si trattasse di un prestito usuraio, elargito da soggetti che lo stesso De Vito Piscicelli indicava al cognato come pericolosi (son quella gente che è meglio che ci stai lontano… se si sgarra è la fine!)”
 Intercettazione del 22/03/08

L’ALLEGRO CONSORZIO
 Oltre alla ‘Opere Pubbliche e Ambiente’ di Piscicelli ed alla ‘LARA Costruzioni’ di Lamino, al Consorzio si affiancano, su proposta dello stesso Piscicelli, anche le toscane GIAFI Costruzioni di Valerio Carducci e ‘Baldassini Tognozzi Pontello S.p.A(BTP) di Riccardo Fusi.
L’alleanza prevede “la spartizione dell’enorme torta costituita dai 465 milioni di euro stanziati per la realizzazione di 17 opere (Febbraio 2008) nell’ambito del programma di interventi relativo alle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia”. Vanno aggiunti alla torta i lavori del mancato G-8 sardo e del dopo-terremoto abruzzese.
La BTP, decima azienda di costruzioni in Italia, attraversa un periodo di grandi difficoltà economiche. Il suo presidente, Riccardo Fusi (attualmente dimissionario) in cerca di aiuto si rivolge ad un suo vecchio amico d’infanzia… Lo sponsor politico della BTP è dunque Denis VERDINI, coordinatore nazionale del PdL e Presidente della Banca di Credito Cooperativo (BCC) per la Toscana. L’onorevole Verdini si preoccupa di fornire a Riccardo Fusi (ed al Consorzio Stabile Novus) i contatti giusti e di limitare, con la sua intercessione, l’avidità di Balducci.

  Sono Denis e risolvo problemi…
Roma, 30 luglio 2008. Riccardo Fusi e Denis Verdini si incontrano per un pranzo di lavoro a “Il Circolo della caccia”. Al tavolo siedono anche Francesco Piscicelli (l’anfitrione che ha prenotato il ristorante), l’immancabile Antonio Di Nardo, e Leonardo Benvenuti. Quest’ultimo è un siciliano 38enne, originario di Gela, che lavora come portaborse di Rocco Girlanda (PdL).
I ROS dei Carabinieri osservano e fotografano.
Affabile, bonario, disponibile, Verdini contatta Angelo Balducci e, a quanto pare, trovano subito l’accordo. È lo stesso Balducci a parlarne con De Santis:

«Una bella figura. Un toscanaccio di questi. Ma terribile. È andata al di là di ogni aspettativa, perché lui sapeva già tutto… programma… eccetera (…) Gli ho detto dei problemi di… insomma… un po’ tutto. Lui mi ha detto: “Io sono qua per risolvere insieme a lei… insieme a chi dice lei questi problemi… sul piano, chiamiamoli così, del territorio. Per il resto andiamo avanti come dei treni”. È anche uno godereccio. Nel senso, simpatico. Sai, no? Il toscano

A partire da questo momento, in seguito ad una serie di fortunate (e complicate) circostanze, tutto sembra volgere al meglio per la BTP di Fusi ed al ‘Consorzio Stabile Novus’.
Improvvisamente rilanciata verso la conquista del mercato e degli appalti aquilani, la BTP fa di più e si associa pure al
“Consorzio FEDERICO II” (direttore tecnico è Libero Fracassi), che raccoglie una cordata di imprenditori abruzzesi (Barattelli; Vittorini Emidio; Marinelli ed Equizi) cari al sottosegretario Gianni LETTA.
Il consorzio FEDERICO II in realtà è una creatura che gravita nell’orbita dello ‘Stabile Novus’… L’intraprendente conte De Vito Piscicelli, col cognato Pierfrancesco Gagliardi, provvedono alla quadratura del cerchio. Sono proprio quelli che, secondo Letta, non avrebbero mai avuto un centesimo dagli appalti per L’Aquila.
Gagliardi elabora la costituzione di una società specializzata in restauri di opere d’arte e ritaglia l’incarico su misura per il ‘Federico II’.
Il 14 maggio 2009, Riccardo Fusi incontra l’onnipotente sottosegretario Letta.
La BTP consorziata alla ‘Federico II’ ottiene appalti per 12 milioni di euro:
 messa in sicurezza della sede della Cassa di Risparmio della Provincia de L’Aquila, con recupero e restauro delle opere d’arte presenti;
 messa in sicurezza del Palazzo Branconi Farinosi;
 restauro della Caserma Pasquali
 realizzazione dei moduli scolastici provvisori.
A tal proposito, il 22 luglio il consorzio ottiene pure l’appalto per la realizzazione della scuola media ‘Carducci’ (altri 7,3 milioni di euro).

♥  I Servitori dello Stato…
I giudici della Corte dei Conti dovrebbero preoccuparsi della contabilità pubblica, insieme al controllo ed alla verifica delle spese. Dovrebbero…
Accade che in un Paese dove gli interessi pubblici e privati si mescolano, decisamente a favore di questi ultimi, qualcuno dei revisori possa perdere il senso dell’orientamento:

Mario Sancetta è l’ex presidente della Corte dei Conti per la Campania, ma è anche molto attivo nel procacciare appalti al Consorzio Stabile Novus, tenendosi a stretto contatto con Rocco Lamino ed Antonio Di Nardo. Il magistrato scalpita e va in giro a battere favore tra ex ministri più o meno beneficiati dalle sue revisioni contabili: Pietro Lunardi; Lucio Stanca; Altero Matteoli. Ma contatta pure l’immancabile Verdini e soprattutto Gianni Guglielmi, il provveditore per le opere pubbliche di Lazio e Abruzzo, competente per la ricostruzione. Guglielmi, che è pure ‘amico fraterno’ di Antonio Di Nardo, in cambio del disturbo chiede un aiutino per diventare presidente dell’ANAS.

Antonello Colosimo è un altro magistrato della Corte dei Conti; dal 2005 al 2008 è stato vice Alto Commissario per la lotta alla contraffazione. È anche uno dei favoriti di Gianni Letta, che ha sostenuto a lungo la sua candidatura a segretario generale del CNEL.
Anche il dott. Colosimo ha interessi nel Consorzio Stabile Novus; non foss’altro, ha prestato 200.000 euro all’accoppiata Piscicelli-Gagliardi.

E per (non) concludere, dalle indagini condotte dai Carabinieri, salta fuori pure il nome di un giudice della Corte Costituzionale… quella che secondo B. sarebbe stata infiltrata da un commando di bolscevichi.
Si tratta di Giuseppe Tesauro, nella Consulta dal 2005 e presidente dell’Antitrust fino al 2004. Il giudice Tesauro sarebbe socio (almeno dal 2007) di una delle società, Paese del Sole Immobiliare, che aderiscono al consorzio di Antonio Di Nardo.

E alla fine arriva Giampi…
 Un uomo generoso Giampaolo Tarantini; uno che si preoccupa degli amici e non fa mancare loro nulla…

«Si sa chi è Gianpaolo Tarantini. E’ il ruffiano che ingaggia prostitute per addolcire le notti di Silvio Berlusconi. Si sa che Tarantini vuole lucrare da quella attività affari e ricchezza. Chiede al capo di governo di incontrare Bertolaso. Gli vuole presentare un suo socio o protetto, Enrico Intini, desideroso di entrare nella short list della Protezione civile. Berlusconi organizza il contatto. Bertolaso discute con Intini e Tarantini. Quando la storia diventa pubblica, Bertolaso dirà: “La Protezione civile non ha mai ordinato né a Intini né a Tarantini l’acquisto di una matita, di un cerotto o di un estintore“. E’ accaduto, per Intini, di meglio. Peccato che Bertolaso non abbia mai avuto l’occasione di ricordarlo. L’impresa di Intini ha vinto “la gara per il nuovo Palazzo del cinema di Venezia, messa a punto dal Dipartimento guidato da Angelo Balducci, appalto da 61,3 milioni di euro”. Scrive il Sole 24 ore: “La gara ha superato indenne i ricorsi delle imprese escluse e dell’Oice (organizzazioni di ingegneria) in virtù delle deroghe previste per la Protezione civile”. Anche per Tarantini non è andata male. Ha una società che naviga in cattive acque, la “Tecno Hospital”. La rileva “Myrmex” di Gian Luca Calvi, fratello di Gian Michele Calvi, direttore del progetto C.A.S.E., la ricostruzione all’Aquila di 183 edifici, 4.600 appartamenti per 17mila persone con appalti per 695 milioni di euro. Come si vede, forse il ruffiano di Berlusconi e il suo amico non hanno venduto alla Protezione civile una matita, ma la Protezione civile, direttamente o indirettamente, qualche beneficio a quei due glielo ha assicurato»

 “I COMPARI E LA TRIARCHIA”
 Giuseppe D’Avanzo
 La Repubblica – 19/02/2010

Intanto L’Aquila marcisce…

Indice delle puntate precedenti:
1) GLI SCHIFOSI
2) L’UOMO CON LA TUTA

 E continua…

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ITALIAN TRASH

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“Pizza, Spaghetti, Mandolino
  …e Berlusconi!”

Silvio e Apicella Agli italiani Silvio Berlusconi piace. Ci si riconoscono come in uno specchio, nel quale vedono la loro immagine riflessa. E se ne compiacciono. Berlusconi è l’uomo che parla alla pancia della nazione. È l’eroe popolare dell’italiano medio nel Paese del qualunque. È colui che ne blandisce i desideri, esaltando gli istinti innominabili.
Gli italiani ne applaudono le velleità, perché in esse scorgono le loro piccole meschinerie finalmente riabilitate. Ne apprezzano l’ambizione. Ne tollerano le magagne, i limiti, perché con essi vedono assolte le proprie mediocrità, elevate a motivo di orgoglio e di pubblico vanto. Popolo di accattoni politici, vivono delle elemosina del sovrano. Attendono la sportula quotidiana, assiepati attorno alla greppia dei potenti, rassicurati dal volto farsesco del potere. Perchè i presunti ‘comunisti’ fanno paura, ma i fascisti reali al governo non destano scandalo alcuno.
Forte nel suo consenso, l’Imperatore si accinge a celebrare in pompa magna il G-8 aquilano all’ombra di una città deserta, chiuso coi suoi ospiti in un recinto militarizzato, mentre gli sfollati assistono in lontananza alla sfilata dei ‘Grandi’. Silenti restano accampati ormai da due mesi nelle tendopoli, come profughi in zona di guerra, in mezzo al fango, stretti dalla morsa dell’afa durante il giorno ed il gelo delle notti abruzzesi.
Intanto alla corte del Re si affollano i cicisbei (così come le cortigiane popolano la sua domaine babylonien). L’ultima arrivata, Daniela Santanché, si è subito allineata ai corifei di regime, rilasciando una goffa intervista a ‘Libero’, il quotidiano padronale, per ridimensionare le intemperanze erotiche del Sultano brianzolo e controbilanciarne le “relazioni pericolose”: Veronica Lario ha un’amante! Si tratterebbe del capo della sicurezza di Villa Macherio; la relazione con la ormai ex consorte di Berlusconi andava avanti da anni. Come la Santanché sia venuta a conoscenza dell’amore galeotto, resta un assoluto mistero. Ciò che conta davvero è che Lui, l’irresistibile seduttore, è in realtà un povero cornuto.
All’estero, Berlusconi scivola via tra l’imbarazzo ed il disgusto del mondo intero. Ed i giornali lo mettono per iscritto, da destra a sinistra, esternando il proprio stupore costernato:
Le Monde e Libération in Francia;
Le Temps e 24 Heures in Svizzera;
El Pais e La Vanguardia in Spagna;
The Irish Times in Irlanda;
NRC Handelsblad e l’Algemeen Dagblad in Olanda.
Il nuovo duce è oggetto di attenzione pure in Germania, dal progressista Tagesspiegel alla Seuddeutsche Zeitung. Lo storico Joachim Fischer ha scritto sul Frankfurter Allgemeine: “In Italia è scoppiato il caos. A Silvio Berlusconi non basta presentarsi come un principe rinascimentale. Ora si prende a modello le divinità dell’antichità. Ad esempio il padre degli dei: Giove. Costui non era conosciuto solo per i fulmini e le saette, ma anche per le sue visite audaci presso le donne”.
Si scandalizzano The Guardian e praticamente tutta la stampa anglosassone: dai conservatori Daily Telegraph e The Times al The Economist ed il Mail on Sunday.
Ne parlano per tutti i continenti: The Sidney Morning Herald in Australia; El Clarin in Argentina; Bharat Chronicle in India…
Berlusconi sbarca negli editoriali degli statunitensi New York Times, Washington Post e Financial Times… e conquista le pagine dell’ambitissimo TIME, che ormai chiama l’Italia: Berlusconistan”.
Per tutti, la parola data è sacra. La menzogna non tollerabile. Nel Belpaese (una volta forse) è una merce ritrattabile, negoziabile, perché la bugia è da sempre l’arma dei cialtroni.
Ma gli italiani lo amano. Sostengono la marcia trionfale del grande ammaliatore, che li guida per mano verso la frontiera dell’amenità. Il trionfo dell’Apparire sull’Essere.
Abbiamo già parlato dell’attenzione che i media stranieri dedicano al nostro Joker nazionale
Ma mai si era assistito ad un simile trionfo come in quest’ultima settimana. Per l’occasione, Liberthalia vi offre una piccola rassegna stampa, offrendovi la sua (non sempre eccelsa) traduzione, affinché possiate rendervi conto personalmente di quale prestigio goda l’Imperatore e quale sia l’opinione che il resto del mondo si è fatta di questa strana Terra dei Cachi…
Se la traduzione non vi convince, per ogni articolo è disponibile il link col testo originale e la fonte di provenienza. Soprattutto, date un’occhiata all’ultimo articolo: un devastante editoriale al vetriolo pubblicato il 2 Giugno sul britannico “Mail on Sunday”. Qualcosa di impensabile da queste parti!

EL PAIS

eL pAIS

ATTRICETTE E BALLERINE SUI VOLI DI STATO
L’Opposizione italiana chiede a Berlusconi di spiegare in Parlamento se portò a bordo dell’aereo presidenziale i suoi invitati alle feste private in Sardegna

 di MIGUEL MORA – 01/06/2009

Silvio Berlusconi utilizza gli aerei ufficiali dello Stato italiano per portare in Sardegna le attrici, le ballerine e le veline che partecipano alle feste di Villa Certosa? Ha fatto un uso improprio dei beni dello Stato? Queste due domande sono state presentate in Parlamento dal Partito Democratico e dall’Italia dei Valori. È l’ultima conseguenza del Noemigate, che ha trasformato l’Italia in un manicomio (il seguito di Berlusconi tira in ballo persino un coinvolgimento della CIA), anche se ha soltanto rivelato un segreto già noto: l’abituale mescolanza di pubblico e privato, affari e politica, da parte di Berlusconi, e la sua abitudine a organizzare feste con amici e amiche della televisione.
Antonello Zappadu, fotografo sardo, è l’ultimo protagonista del caso. Entra in gioco nel 2007, appostandosi con i suoi teleobiettivi su una collina vicino alla lussuosa dimora del primo ministro. In tutto questo tempo, ha scattato “migliaia di foto”, spiega per telefono da Cagliari. Il suo ultimo reportage risale a Gennaio, dopo di ché è stato in Colombia per un servizio sul narcotraffico. Tornato da poco, ha visto il suo archivio sequestrato dalla polizia a seguito di una denuncia di Berlusconi.
Si tratta di “13 reportage per un totale di 250 fotografie”, spiega. Alcune sono piccanti, altre innocenti. Ci sono giovani in bikini, in topless, o coperte con abiti quasi inesistenti, che si bagnano in piscina o scherzano con il Cavaliere; altre ragazze, che a Zappadu sono sembrate “minorenni” (riprese sia nell’estate del 2008 che nelle vacanze dello scorso capodanno); una serie mostra le ragazze vestite per la festa e tra di loro Zappadu crede di vedere Noemi Letizia. E ha un’immagine nella quale si vede un signore nudo che il fotografo non conosce e che risultò essere, perché così ha rivelato Berlusconi, l’ex primo ministro ceco Mirek Topolanek.
Le foto che adesso hanno il maggior valore informativo sono quelle più ordinarie. Sono le fotografie che Zappadu ha scattato all’aeroporto di Olbia. In quelle, afferma il fotografo, si vedono giovani bellezze salire e prendere posto sull’aereo presidenziale. “Gli sbarchi sono continui, si verificano praticamente ogni fine settimana”, afferma Zappadu. “Atterrano il venerdì notte, o il sabato mattina, e ripartono la domenica notte o il lunedì mattina. All’inizio venivano col Falcon privato di Berlusconi, però da quando è primo ministro arrivano coi voli di Stato. Se ne sono sicuro? Sugli aerei è scritto a lettere grandi Repubblica Italiana”.
Zappadu ha immortalato Mariano Apicella, il cantante napoletano che ha inciso due dischi con Berlusconi come autore di alcuni testi delle sue canzoni, sbarcare dall’aereo presidenziale. “Quel nome lo ha reso particolarmente nervoso”, afferma Zappadu “Sicuramente perché lì aveva appuntamento con Noemi Letizia, quando dico che cantava le sue canzoni con Berlusconi”.
Zappadu giura che possiede le foto, però dice che non può mostrarle perché sono state sequestrate. “Oggi (30 Maggio) sono entrati i Carabinieri nella redazione di E-Polis di Cagliari e si sono portati via i miei schedari, oltre ai miei materiali d’archivio e quelli del periodico. Non so perché. Le foto sono state fatte in luoghi pubblici e ovviamente non possono essere tutelata dal diritto alla privacy. Questo dimostra che stiamo di fronte ad una caccia alle streghe”. Afferma.
La storia è emersa la scorsa settimana. La rivista Panorama, che forma parte dell’impero editoriale del Cavaliere, diede appuntamento a Zappadu per negoziare sulle sue foto. Questi portò una selezione di 40 immagini, chiedendo un milione e mezzo di euro per la serie. Il direttore di Panorama, Maurizio Belpietro, si mise in contatto con Miti Simonetto, la responsabile per l’immagine di Silvio Berlusconi. Alcune ore dopo, Berlusconi si rivolgeva al Garante per la Privacy chiedendogli di bloccare la pubblicazione, giacché ledeva la sua intimità. Al rifiuto del Garante, il suo avvocato ha denunciato Zappadu per tentata truffa, e la magistratura romana ha ordinato il sequestro del materiale.
Negli ultimi dieci anni, la villa ha visto un andare e venire di giovani bellezze, politici nazionali e internazionali, invitati VIP. Pertanto costituisce una miniera per i fotografi, anche se questa è considerata zona soggetta a segreto di Stato da almeno quattro anni. Aznar, Putin, Blair e molti altri leaders hanno visitato Villa Certosa. L’ex primo ministro ceco, Mirek Topolanek è stato ospitato, secondo Berlusconi, con i suoi figlioli.
In questi giorni, le foto sono circolate per le redazioni italiane. Secondo L’Unità, le più piccanti mostrano il premier su un dondolo, attorniato da varie veline seminude, e ne ha un’altra nella quale B. con la mano fruga dentro una camicetta. Il Corriere della Sera parla di Berlusconi sorridente, abbracciato a due donne alle quali chiede di togliergli il singhiozzo. Una di loro è vestita con uno striminzito abito nero.
Berlusconi ha dichiarato che le immagini “non valgono nemmeno 10.000 euro”, e che attentano al diritto alla riservatezza. “Con questa intromissione nella vita privata di una persona si è toccato il fondo”. Ha detto.

(L’articolo con il testo in lingua originale lo potete leggere qui)

Indipendent THE INDIPENDENT
Saramago contro Silvio: il premio Nobel attacca dopo che gli editori italiani hanno boicottato la pubblicazione del suo libro

 di Elizabeth Nash – 31/05/09

Jose Saramago ha lanciato un attacco al vetriolo contro Silvio Berlusconi, la cui casa editrice ha rinunciato alla pubblicazione dell’ultimo libro del premio nobel portoghese, poiché descrive il primo ministro italiano come un “delinquente”.
La casa editrice Einaudi, che è parte dell’impero Mondadori, in 20 anni ha pubblicato in Italia tutte le opere di Saramago, ma ha rinunciato a publicare El Cuaderno (Il Quaderno), che raccoglie gli interventi nel blog di Saramago, perché contiene “accuse che verrebbero condannate in qualsiasi tribunale”.
In uno dei passaggi incriminati si legge: “Nella terra della Mafia e la Camorra, quanto incide la prova provata che il primo ministro sia un delinquente?”
Saramago che ha vinto il premio per la Letteratura nel 1998, ha detto ieri (30 Maggio) che non intende contribuire oltre alle fortune di Berlusconi.
L’86enne scrittore sbotta: “Trovo strano che un uomo come lui, che usa i metodi peggiori e ottiene milioni di voti, non abbia prodotto un movimento sociale di repulsione, come protesta per il semplice fatto che ha rovinato il prestigio del suo Paese”, ha detto ad El Pais. “Per quanto ancora dovremo sopportarlo?”
Saramago, per molto tempo una spina nel fianco dell’establishment, si è trasferito in Spagna nel 1991, dopo che le autorità portoghesi hanno provato a censurare le sue opere.
El Cuaderno, che è già stato pubblicato in Portogallo e in Spagna, sferza George W. Bush, Tony Blair, Il Papa, Israele e Wall Street.
Un altro editore italiano ha già comprato l’opera.

(L’articolo originale lo trovate qui)

Financial Times logo FINANCIAL TIMES
Berlusconi: L’onda del gossip lascia cattive notizie sulla sua scia.

 di GUY DINMORE – 01/06/09

Lo stillicidio di rivelazioni piccanti che riguardano Berlusconi e giovani bellezze ha ravvivato una campagna elettorale altrimenti di routine, con il primo ministro italiano che attizza da sé i fuochi dello scandalo.

(L’articolo completo, in lingua originale, lo potete leggere qui)

TheTimes

 THE TIMES – 01/06/09
CADE LA MASCHERA DEL CLOWN
Berlusconi deve rispondere alle accuse di donnaiolo e alle domande sulla sua condotta inappropriata. La qualità del governo non è una questione privata.

berlusconi_6L’aspetto più sconcertante nel comportamento di Berlusconi non è il fatto che egli sia un buffone sciovinista. Né che corra appresso a donne di 50 anni più giovani di lui, abusando della sua posizione per offrire loro posti come modelle, assistenti personali o anche, assurdamente, candidature al Parlamento europeo. Ciò che è più scioccante è il totale disprezzo col quale tratta l’opinione pubblica italiana.
L’attempato libertino può trovare divertente, persino spavaldo, agire da playboy vantandosi delle sue conquiste, umiliando sua moglie, e facendo commenti che per molte donne risultano grottescamente inappropriati. Egli non è il primo né l’unico che abbia un comportamento privo di dignità, inappropriato al suo incarico. Ma quando vengono fatte domande legittime su frequentazioni che sfiorano lo scandalo e i giornali lo sfidano a spiegare legami che, come minimo, lasciano perplessi, la maschera del clown cade. Egli minaccia quei giornali e i canali televisivi che controlla; invoca la legge per proteggere la sua privacy, rilascia dichiarazioni evasive e contraddittorie e poi, melodrammaticamente, promette di dimettersi se si scoprisse che mente.
La vita privata di Berlusconi è sicuramente privata. Ma, come ebbe modo di scoprire il presidente Clinton, lo scandalo non si addice alle alte cariche. Ai suoi critici Berlusconi replica che gode ancora di una alto indice di popolarità e soprattutto che è ancora saldamente al governo e non si lascerà intimidire da quelle che chiama calunnie dell’opposizione. Molti potrebbero dire che l’Italia non è l’America. Che l’etica puritana che detta gli standard in USA non ha mai dominato la vita pubblica italiana e che pochi italiani si scandalizzano per gli eccessi dei donnaioli. Questa è una assurdità ai limiti del favoreggiamento. Gli italiani comprendono quanto gli americani cosa è accettabile e cosa invece non lo è. E come gli americani, considerano spregevole l’insabbiamento.
In Italia sono pochi i media che possono fare simili rilievi senza paura di ritorsioni. Ma a suo credito La Repubblica ha sollevato in continuazione la questione sulle relazioni del primo ministro con la 18enne Noemi Letizia. A molte di queste domande, sulle labbra di ogni stupefatto elettore italiano, non ci sono state risposte soddisfacenti. Quando e come ha conosciuto la famiglia della ragazza? Berlusconi ha richiesto le fotografie ad una agenzia di modelle e ha intrapreso i contatti con la signorina Letizia? Cosa c’è di vero nelle voci che parlano di dozzine di ragazze invitate alle sue feste nella villa sarda?
Berlusconi ha promesso di spiegare ogni cosa in Parlamento. Ma egli potrà rassicurare a fatica i suoi critici, dopo l’ingiunzione di questo fine settimana con la quale ha bloccato la pubblicazione di circa 700 fotografie, che avrebbero potuto mostrare quanto accadeva in queste feste. Né gli è stato d’aiuto il suo sfortunato ministro degli esteri, che cercando di difendere il suo capo ha sottolineato che l’età per il consenso sia fissata a 14 anni, come se ciò fosse rilevante.
La faccenda è tutta qui? Alcuni italiani pensano di no. Altri diranno che non sono questioni che riguardano gli stranieri. Ma gli elettori italiani, allo scoccare delle elezioni europee, dovrebbero riflettere su come sia guidato il loro governo, interrogarsi sulla adeguatezza dei loro candidati a Strasburgo e sul livello di sincerità del loro primo ministro in un periodo di inquietudine economica e politica.
Ciò riguarda anche gli altri. L’Italia quest’anno ospita il G-8. In tale incontro ci saranno discussioni importanti, dove i governi dell’Occidente saranno pressati per una maggiore cooperazione nella lotta contro il terrorismo e la criminalità internazionale. Berlusconi reputa sé stesso un amico di Vladimir Putin. Il suo paese è un importante membro della NATO, nonché parte dell’Euro-zona, che è stato provato dalla crisi della finanza globale. Non c’è un solo elettore italiano che si domandi come andrà a finire. Cosa che invece fanno gli imbarazzati alleati dell’Italia.

(L’originale lo potete leggere qui)

The_Mail_on_Sunday MAIL ON SUNDAY
Padrino dello squallore: Westmister potrebbe implodere ma i nostri deputati sono degli angeli se comparati al leader dell’Italia.

 di TOBIAS JONES – 02/06/09

C’è stato molto di cui lagnarsi e indignarsi nelle ultime settimane, a proposito delle assurde richieste di rimborso dei nostri parlamentari. Ma se credete che le cose vadano così male in questo Paese, soffermatevi a riflettere sugli italiani.
Loro hanno un primo ministro al cui confronto i nostri politicanti sembrano angioletti.
Lunedì, un tribunale italiano ha pubblicato le motivazioni della sentenza di condanna contro David Mills, marito di Tessa Jowell ministro del governo laburista.
Mills è stato giudicato colpevole per soppressione di prove di reato e il tribunale ritiene che lo abbia fatto come cortesia in cambio di una mazzetta da 600.000 sterline.
Chi è l’uomo che ha pagato la mazzetta? Nessun altro che Silvio Berlusconi. Egli è stato condannato a quattro anni e mezzo, in attesa del processo di appello, ma Berlusconi non vuole dimettersi né vuole trascorrere un solo minuto dietro le sbarre. Questo perché, essendo primo ministro, si è fatto votare una legge che gli garantisce l’impunità.
Come se ciò non bastasse, Berlusconi è invischiato in uno scandalo sessuale che lo sta facendo apparire un pò meno come sedicente statista e più come un vecchio sporcaccione.

N & S L’immagine riportata è l’originale presente nell’articolo.

Ricapitolando, poche settimane fa, Berlusconi (72 anni), si è presentato al compleanno di una graziosa ragazza bionda di nome Noemi Letizia, donandole una collana d’oro e diamanti dal valore stimato attorno alle 6.000 sterline.
“Come l’ha conosciuta?” Chiedono i curiosi giornalisti. “Oh!” Ha sogghignato Berlusconi “Suo padre era l’autista di Craxi”.
Bettino Craxi è stato primo ministro italiano negli anni ’80 e uno dei migliori amici di Berlusconi. Un amico talmente buono, che Berlusconi una volta gli ha pagato una tangente colossale e, tra le altre cose, in questo periodo ha ottenuto la concessione per tre canali televisivi. Ma questa è un’altra storia.
Per quanto riguarda il presunto autista, il figlio di Craxi si fa avanti e dice che loro non hanno mai sentito parlare della ragazza o del padre di lei. Berlusconi, e non è la prima volta, è stato colto mentre mentiva in pubblico.
E piuttosto semplicemente, nessuno potrebbe comprendere come uno degli uomini più ricchi e potenti d’Europa abbia incontrato questa graziosa ma anonima ragazzina, o come, con una agenda piena di impegni, possa trovare il tempo per partecipare alla festa di una adolescente.
Alcuni hanno insinuato che Berlusconi forse è il padre di Noemi.
Ma questa settimana, la sordida verità ha cominciato ad emergere. Emilio Fede, conduttore su uno dei tre canali televisivi di Berlusconi, stava cercando una nuova “meteorina”.
Le ragazze delle previsioni del tempo scelte da Fede sono sempre giovani, dal seno prosperoso, e carine. Fede andò nella villa di Berlusconi con un album delle potenziali ragazze fornite dalle agenzie di modelle. Fede lasciò l’album nella villa, per farci fantasticare Berlusconi sopra.
Un attimo dopo, Berlusconi ha già fatto la sua scelta dopo averci rimuginato sopra: “Voglio questa!” dice. E fa l’ordinazione come si trattasse di una consumazione a portar via.
E ciò che Berlusconi vuole, Berlusconi ottiene. Specialmente quando si tratta di giovani donne.
Così cerca un modo per conquistarsi l’affetto di Noemi. Cosa che potrebbe essere comica, se non fosse vergognosa per il leader di una nazione che – fatemi ricordare – si suppone sia tra le più importanti nella conduzione delle politiche europee.
Berlusconi ha predisposto l’assedio intorno alla ragazzina. L’ha chiamata, l’ha ricevuta per cerimonie ufficiali e cene informali. L’ha anche convocata per la sua festa di Capodanno in Sardegna, insieme ad altre ragazzine.
Soltanto ieri, il settimanale L’Espresso ha pubblicato in sei pagine la storia intitolata: “L’Harem di Berlusconi”, fornendo dettagli su altre feste simili nella villa del premier durante il 2007.
 (…) Ciò che più lascia attoniti riguardo all’episodio, non è tanto che il premier italiano se ne vada, come minimo, a caccia di gonnelle. È il fatto che ogni volta sembra un personaggio di Walter Mitty, dicendo una bugia appresso all’altra, anche quando tutti sanno ciò che ha fatto.
Dice che ha visto la ragazza solo in presenza dei genitori. Falso.
Dice che il padre è stato l’autista di Craxi. Falso.
(…) Berlusconi mente così tanto, da essere realmente convinto che il nero sia bianco, e il bianco sia nero. Ha nominato un ministro per le Pari Opportunità (sì, ci avete azzeccato: è una ex modella in topless) che non crede alle pari opportunità.
Quando sua moglie ha chiesto il divorzio, a causa delle sue scappatelle, lui si è sentito offeso: “Dovrebbe vergognarsi di se stessa”.
Quando è stato giudicato colpevole in tribunale, si è lamentato per il comportamento “scandaloso” dei giudici.
Con una certa ironia, ha chiamato il suo nuovo partito politico “Popolo delle Libertà”, anche se Freedom House ha declassato l’Italia da paese ‘libero’ a paese ‘parzialmente-libero’.
(…) Per anni la gente ha guardato Berlusconi meramente come una barzelletta. Ha pensato che fosse solo un buffone latino, piccolo di modi e di statura, ma non una minaccia per qualcuno.
Il fatto che sia un plurimiliardario dimostra appunto, come Bob Hope diceva scherzando su J.F.Kennedy, che un uomo ricco ha più chance di chiunque altro.
Tuttavia, la gente ha realizzato in fretta che Berlusconi è una minaccia molto reale, non solo per l’Italia, ma per la tenuta complessiva della democrazia in Europa.
(…) Ha fatto parte della loggia massonica P2: un’organizzazione segreta neo-fascista che si proponeva di sovvertire la democrazia in Italia, tra gli anni ’70 e ’80.
In seguito lui stesso si è alleato con i partiti di estrema destra che ancora credono al manganello e al braccio teso. berlusconi_salutoBerlusconi ha dissolto ogni dubbio nel 2001, durante il summit del G-8 a Genova, dove ha lasciato mano libera alla brutalità poliziesca, come non si vedeva dai tempi  delle camicie nere di Mussolini. Egli ha difeso tale brutalità in ogni occasione.
Il suo istinto è sempre quello di intimidire.
In una recente conferenza stampa, ha risposto ad una domanda che non gli piaceva, puntando il dito contro la giornalista e facendo finta di premere il grilletto.
Poche settimane fa, Berlusconi ha annunciato allegramente che il suo indice di gradimento è il più alto di qualsiasi altro leader democratico. Egli non coglie l’ironia delle sue dichiarazioni: se i tuoi indici di gradimento si avvicinano a quelli di Stalin, evidentemente non sei affatto un leader democratico.
Se possiedi tre canali televisivi (così come i maggiori gruppi editoriali del Paese, un colosso assicurativo, società di produzione e distribuzione cinematografica, una agenzia publicitaria con posizione dominante, e la squadra del Milan) tu non sei eletto tramite votazione, tu sei eletto dalla televisione. Poi c’è l’aspetto inquietante del regime berlusconiano, che è chiamato il “soffio della Mafia”. Non è una coincidenza che dal 2001 vinca il 100% dei seggi disponibili in Sicilia.
I commentatori da tempo sostengono che non si possono vincere 61 collegi su 61 in Sicilia, senza una potente organizzazione di supporto nell’isola. E se scavate nel passato di Berlusconi, avrete modo di vedere modelli scellerati.
Negli anni ’70, ha assunto come stalliere un notorio mafioso di nome Vittorio Mangano, in seguito condannato per traffico di droga, estorsione e omicidio. Molti sospettano che Mangano fosse il tramite tra l’impero affaristico di Berlusconi e Cosa Nostra. L’uomo che ha tenuto i contatti, Marcello Dell’Utri, il miglior amico di Berlusconi, è stato condannato di recente per associazione mafiosa. In attesa di appello, Dell’Utri siede nel Senato italiano insieme ad altri accusati dei suoi stessi reati. La prossimità con il crimine organizzato è stato dimostrata peraltro da uno dei suoi ministri, Pietro Lunardi, ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, che senza fronzoli dichiarò come fosse necessario “convivere con la Mafia”. Non sorprende quindi che una delle più grandi ambizioni di Berlusconi sia quella di costruire un ponte sullo Stretto di Messina, che colleghi la Sicilia con l’Italia continentale. Si vorrebbe coinvolgere Roma e Bruxelles a inviare miliardi di euro per l’impresa, mentre qualche galantuomo siciliano si starà già fregando le mani con gioia per la prospettiva.
Tutto ciò è una tragedia per l’Italia ed i suoi alleati.
Invece di un leader che rifletta tutto ciò che di meglio c’è nel Paese (intelligenza, creatività, generosità, bellezza), gli italiani hanno leaders che riflettono quanto di più veniale, corrotto e vergognoso ci sia nel passato della loro nazione.
Ogni volta che Berlusconi va all’estero, gli italiani si accucciano e si chiedono quale idiozia combinerà stavolta.
(…) Berlusconi ha paragonato se stesso a Gesù ed a Mosè, tali sono (dice) le sue sofferenze ed i suoi sacrifici. Come tutte le persone con troppo potere, sta diventando incredibilmente paranoico, vede comunisti e cospirazioni dappertutto.
(…) Il guaio è che ha disperatamente bisogno di qualcuno che “osi dire la verità al potere”. Avrebbe bisogno di uno di quelli che tradizionalmente rivestivano il ruolo di buffone di corte, di sposa amorevole, di sacerdote devoto.
Ma è Berlusconi stesso ad interpretare il buffone, la sua seconda moglie gli è sempre stata alla larga, e la Chiesa Cattolica sembra non avere influenza nella sua corte. S.Berlusconi  MdCIn altre parole, non c’è nessuno che gli dica la dura verità: come il fatto che i banchi del Parlamento non sono il posto migliore per applicare i make-up che solitamente porta, o tutti quei trapianti di capelli e trattamenti abbronzanti, quegli interventi di chirurgia plastica e quella stupida bandana, che rendono il suo aspetto tanto naturale quanto lo è una figura di cera di Madame Tussauds.
Inoltre, è circondato da sicofanti che ridono alle sue barzellette oscene e gli attribuiscono ridicoli poteri. Umberto Scapagnini, il medico personale di Berlusconi, dice spesso che ha il fisico di un uomo di mezza età e che “tecnicamente è immortale”.
Per questo suo responso scientifico, il dottore è stato ricompensato con un seggio in Parlamento, dove siede tra i banchi della maggioranza al fianco di altre vecchie pecore, ragazze affascinanti, e criminali. Silvio Berlusconi è al suo terzo mandato. Se porterà a termine la legislatura, sarà stato al potere 12 anni sugli ultimi 19. Nessuno ha dominato la scena politica italiana come lui dai tempi di… Benito Mussolini.
Molti sospettano che abbia ambizioni ancora più grandi.
Sostiene di frequente che vuole riformare il ruolo del Presidente della Repubblica, cambiandolo da ruolo cerimoniale a ruolo attivo con una potere simile a quello del presidente USA o francese.
Suggerimenti su chi debba ricoprire l’incarico? Avete indovinato: l’immortale Silvio Berlusconi.
È difficile credere che un uomo così inadeguato guidi l’Italia, che uno così sgradevole sia tra le maggiori forze politiche europee.
Non ha dignità, non ha grazia, non ha stile e, nonostante tutto il suo presunto potere, non ha coglioni. Più a lungo resterà al potere, più in fretta l’Italia diverrà una Repubblica delle Banane. Il cambiamento è già in atto.
Questa non è una commedia, è una tragedia.

(Il testo completo lo trovate qui)

 

(2) Cazzata o Stronzata?

Posted in Zì Baldone with tags , , , , , , , , , , , on 30 aprile 2009 by Sendivogius

 

 Classifica APRILE 2009”

 

gasparri-e-vauro  Dopo il successo degli esordi, continua la Fiera delle Vanità con le sue primizie di stagione in un profluvio cacofonico di rara intensità. Perché se il silenzio è d’oro, nell’estenuante gara a chi spara più minchiate in TV, la chiacchiera fine a se stessa resta il vero “metallo nobile” della politica. Argomento prediletto: il terremoto in Abruzzo (04 Aprile ’09). Come sempre, è stato un raccolto abbondante che non mancherà di arricchire il nostro piccolo ‘zibaldone’ delle amenità…

E dopo il doveroso omaggio di copertina all’insuperabile Gasparri, alfine “rivolgiamo il pensiero a Colui che tutto sa e tutto vede, a Colui che con occhio freddo legge nei cuori umani”, e celebriamo il vero campione del mese, poiché il protagonista assoluto è sempre Lui: il Grande Mattatore, l’Uno e Trino della stronzata universale, Silvio Berlusconi al popolo piacendo.

 

Hit Parade del mese :

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1.             PESCE D’APRILE

[01 Apr.] “La comunità scientifica conferma che non c’è pericolo, perché c’è uno scarico continuo di energia. La situazione è favorevole. Questa vicenda deve insegnare due cose: convivere con territori fatti in questo modo, cioè a rischio sismico; mantenere uno stato di attenzione, senza avere uno stato di ansia”

           (Bernardo De Bernardinis,

Vicecapo Dip. Protezione Civile)

 

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2.             È STATA LA COLLERA DIVINA

[18 Apr.] “Per favore non perdiamo tempo, cerchiamo di impiegarlo sulla ricostruzione e non dietro a cose che ormai sono accadute (…) Non riempiamo le pagine dei giornali di inchieste. Un costruttore che realizza una casa in zona sismica e risparmia su ferro e cemento può essere solo un pazzo o un delinquente. Mio padre diceva che se uno nasce col piacere di fare del male ha tre scelte: può fare il delinquente, il magistrato, o il dentista.”

(Silvio Berlusconi, ‘magistrato’‘dentista’)

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3.             TUTTI AL MARE

[07 Apr.] “È bella stagione; andate sulla costa al mare, che ci sono gli alberghi che vi aspettano. È ad un’ora di autobus. Paghiamo tutto noi! Sarete serviti e riveriti. Mi raccomando: mettete la crema solare.

(Silvio Berlusconi, animatore villaggio vacanze)

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4.             L’AQUILA: NEW TOWNS & OLD FRIENDS

[17 Mar.] “Mi piacerebbe che si costruisse qui la prima New Town. Ci saranno investimenti dei privati. Se c’è la possibilità edificatoria, rifaremo le abitazioni nel sito stesso della vecchia città. (…) Dovrebbe essere uno sforzo comune di tutte le associazioni di costruttori italiane, che pagheremo anche con ulteriore cubatura.”

 (Silvio Berlusconi, l’uomo della ‘cazzuola’)

 

calderoli5 5.             PORCELLUM DA LEGA(RE)

[14 Apr.] “Il referendum elettorale è un attentato alla democrazia! Qui c’è di mezzo la tenuta democratica del Paese: dal referendum verrebbe fuori una legge elettorale mostruosa, una tirannide.

(…) In 60 anni di storia repubblicana non si è mai accorpato un referendum abrogativo con elezioni a suffragio universale. Sono due istituti completamente diversi, regolamentati da articoli diversi della Costituzione. Nelle elezioni Europee come quelle Politiche l’elettore ha il diritto e il dovere di votare. Per il referendum invece è previsto anche l’astensione. Alle Europee e alle Politiche, anche se votasse l’1%, le elezioni sarebbero valide. In una consultazione referendaria con effetto abrogativo si deve raggiungere il quorum. Ecco, con l’abbinamento si crea un anomalo volano che consente di raggiungere il quorum indipendentemente dal quesito referendario.

(…) Ci sono altri motivi che impediscono l’abbinamento. La segretezza del voto verrebbe meno. Se tu non hai intenzione di partecipare al referendum, non ti presenti al seggio. Ma se facciamo l’accorpamento, devi ritirare le schede per le Europee e le amministrative, e se non intendi votare per il referendum lo devi dire. Nel momento in cui fai questa dichiarazione al seggio, viene meno il segreto del voto. Questo è un ulteriore motivo di incostituzionalità.

(…) Questi aspetti di incostituzionalità ancora non li conosce nessuno.” [Per l’appunto. Ma la Lega ha i suoi esperti costituzionalisti: Asterix; Panoramix…]

           (Roberto Calderoli, insaccato celtico, ‘dentista’)

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6.             GASPARRI vs SANTORO

[14 Apr.] “È la TV dell’odio. È la TV del veleno. È uno scempio continuo della verità, che tocca tali punte di aberrazione da essere notoriamente dannosa per la parte politica a cui questa TV è asservita.”

(Maurizio Gasparri, la bocca della verità)

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7.             TRAME EVERSIVE

[13 Apr.] “Annozero ha un obiettivo politico chiarissimo: vuole destabilizzare il quadro politico.”

 (Fabrizio Cicchitto, frammassone piduista)

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8.              L’AQUILA UBER ALLES

[23 Apr.] “Faremo il vertice del G-8 a L’Aquila”

 (Silvio Berlusconi, l’Uomo che ride)

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9.              CARENZE AFFETTIVE

[22 Apr.] “Col 73,5%  Berlusconi è il leader più amato al mondo”

  (Il Giornale e reti Mediaset, roba di famiglia)

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10.              CAMPIONI DEL MONDO

[21 Apr.] “Sia a livello mondiale, sia italiano, ci sono segnali che il peggio è passato (…) Già da luglio ci potranno essere segnali di ripresa”

  (Emma Marcegaglia, spalla di governo)

La Complessità del Male

Posted in Business is Business, Muro del Pianto with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 12 aprile 2009 by Sendivogius

 

Dietro ogni tragedia c’è una grande opportunità.

L’opportunità di arricchirsi

  (Carlton Brown)

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    Non ci uniremo alla processione fintamente dolente di coloro che, per capire l’entità di un disastro, hanno bisogno di riempirsi gli occhi con un costante afflusso di immagini fino all’overdose visiva. Per questo non troverete una sola fotografia; nessuno scatto raccattato dal web, a racchiudere in pochi pixel la vastità di una catastrofe inevitabile, che forse poteva essere circoscritta almeno nei danni.

Quello che dovreste vedere davvero, dietro al sisma che ha devastato L’Aquila e gli Abruzzi, sono decenni di progettazioni sbagliate, speculazioni edilizie, affarismo criminale, di chi ha costruito su terreni friabili, lungo la faglia, utilizzando materiali scadenti, con gare d’appalto volte al ribasso e condizioni d’opera rinegoziate con gli amministratori, in deroga ai regolamenti vigenti. Perché in una regione ad alto rischio sismico le norme in materia possono essere interpretate in maniera elastica, secondo convenienza.

Quello che le immagini non mostrano sono “costruzioni in calcestruzzo armato”, dove il cemento è impastato con sabbia di mare, quindi ad alto contenuto salino. E non ci vuole certo un esperto per capire che un’alta concentrazione di cloruro di sodio (sale), sul lungo periodo, corrode inesorabilmente i materiali fino al collasso della struttura edile.

Quello che non si vede sono i piloni di sostegno attraversati da barre in acciaio liscio, con diametri sotto la norma, non sagomate e senza interconnessione. Travi che si sbriciolano e barre che si piegano. Tramezzi che travolgono gli abitanti nel sonno. Li schiacciano in una pressa mortale sotto nubi di calcinacci e polvere densa, che ti entra nei polmoni e ti toglie il respiro.

L’Aquila trema e le case crollano. Crollano in particolare le residenze “moderne” della ‘città nuova’, quella costruita fuori il perimetro delle antiche mura medioevali, durante gli anni allegri del sacco edilizio. Vengono giù, come castelli di carte, anche palazzine ben più recenti. Quelle che avrebbero dovuto essere conformi, quantomeno, alla normativa antisismica del 1974. E crollano soprattutto gli “edifici pubblici di nuova costruzione”

In Abruzzo, con i suoi ‘palazzi istituzionali’, è franata l’immagine stessa di uno Stato disattento quando non addirittura complice:

Il vecchio “Palazzo del Governo”, sede della Prefettura, non esiste più. Eppure era stato restaurato in tempi recenti.

Il Palazzo di Giustizia è gravemente lesionato.

Palazzo Centi (dove risiede il Consiglio regionale), ristrutturato appena nel 2005, ha riportato danni gravissimi.

Problemi di stabilità presenta anche il carcere, inaugurato soltanto nel 1993. Rischia di crollare una struttura che, per sua stessa natura, avrebbe dovuto essere solidissima.

Compromessa è pure la staticità degli Uffici del Catasto.

Danni strutturali hanno richiesto l’immediata evacuazione del nuovissimo ospedale cittadino, fiore all’occhiello della sanità abruzzese, inaugurato in pompa magna nell’anno 2000, ma ultimato dopo 30 anni di lavori. 8 camere operatorie su 9 completamente inagibili. Interi reparti sono a rischio crollo, soprattutto nella sezione di più recente realizzazione, freschi di consegna da parte di IMPREGILO: la stessa che dovrebbe realizzare l’indispensabile “Ponte sullo Stretto”, specializzata più nella riscossione di penali che in opere effettivamente consegnate. La società, alla quale dobbiamo tra l’altro il pessimo funzionamento dell’inceneritore di Acerra (che avrebbe dovuto eliminare i rifiuti campani), si rimpalla le responsabilità con le precedenti imprese costruttrici. I lavori per la costruzione dell’Ospedale S.Salvatore iniziano infatti nel lontano 1972. Spesa iniziale preventivata: 11 miliardi saliti progressivamente a 164, per fermarsi infine alla modica cifra di 200 miliardi di lire. Un solido investimento.

Notoriamente, l’Italia non è un paese per giovani… li umilia, li disprezza e ora li ammazza. Emblematica è la strage consumata sotto le macerie della Casa dello studente. 400 scosse di terremoto, crepe sui muri e suppellettili pericolanti, non sono bastate alle sedicenti autorità per ordinare lo sgombero della struttura. Si trattava di una palazzina residenziale, costruita nel 1965, adibita dapprima a deposito medicinali e successivamente riconvertita in ostello. E siccome non era a norma e presentava qualche carenza, nel 1998 era stata chiusa per lavori di ristrutturazione. Un’opera lunga visto che la Casa dello studente era stata riaperta soltanto 3 anni dopo, nel settembre del 2001. Come nel caso del nosocomio, stavolta sono la Regione e l’Asdu a rinfacciarsi le responsabilità sulla messa in sicurezza del manufatto e sulla supervisione della tenuta strutturale. Ma in questo caso le competenze sono chiare: spettano alla Regione Abruzzo, in base all’articolo 16 della Legge 91 del 06/12/1994. La Casa dello studente rientrava nelle responsabilità della Regione da ben 15 anni. Peccato che se ne siano dimenticati. Sarebbe curioso allora sapere chi ha autorizzato e pagato per la ristrutturazione triennale, cominciata nel 1998.

E pur tuttavia, Questo non è il momento di dare la colpa ai colpevoli, di attribuire le responsabilità ai responsabili. È il momento di intervistare gli esperti, e domandargli basiti e increduli come sia possibile aspettarsi un terremoto in un paese che da sempre trema come un parkinsoniano all’ultimo stadio.  (Alessandra Daniele)

Come il 31 Ottobre 2002, terromoto in Molise e in Basilicata, quando crollò la scuola elementare di S.Giuliano con i suoi piccolissimi alunni all’interno. La scuola fu l’unico edificio a polverizzarsi, ma l’intero paese fu raso al suolo dalle ruspe. Senza distinzioni tra case lesionate ed integre. L’intera popolazione fu deportata in una baraccopoli provvisoria, fatta di container. L’occasione di fare quattrini con la ricostruzione era troppo ghiotta. ‘Qualcuno’, che casualmente era anche “Presidente del Consiglio”, parlò all’epoca di realizzare delle “new town”: allucinanti non-luoghi di alienazione collettiva e sradicamento sociale per molti; eccezionale occasione di profitto per pochissimi.

La (non) ricostruzione è costata (almeno per noi contribuenti che le tasse le paghiamo) svariate centinaia di milioni di euro. Sono state tirate su opere faraoniche quanto inutili, su terreni geologicamente instabili. Gli sfollati vivono tuttora nei prefabbricati. 

La spaventosa ecatombe dei bambini di San Giuliano portò però alla stesura di una nuova normativa in materia di costruzioni in zone a rischio sismico. Approvata nel 2003, l’applicazione della nuova legge, che sostituisce i regolamenti (disapplicati) del 1974, viene rinviata fino al 30 giugno 2009. Perché bisogna dare tempo a progettisti, ingegneri, e costruttori di adeguarsi alle nuove norme. Evidentemente 6 anni non sono bastati ai palazzinari nostrani ed al resto della banda! Pertanto, nel dicembre 2008, il senatore Daniele Boscetto ha inserito un suo emendamento al cosiddetto “Decreto Milleproroghe”, posticipando l’applicazione delle nuove norme antisismiche al 30 giugno del 2010. La sensibilità governativa per la salvaguardia del territorio, la tutela della vita umana, e il rispetto delle regole, è stata ulteriormente confermata dal famigerato Piano-Casa, quello che tutta Europa ci invidierebbe ma che nessuno si sogna di applicare oltre le Alpi. Come tutti sanno, sopraelevare abitazioni concepite 50 anni fa, trasformare balconi in bagni, appesantire le strutture con nuovi manufatti, contribuisce notevolmente alla stabilità delle costruzioni ed alla loro resistenza alle sollecitazioni telluriche. E il piano-casa, coerentemente con la filosofia che lo ispira (la stessa dei condoni edilizi), prevedeva l’adeguamento alle norme antisismiche dopo la conclusione dei lavori. Ovvero mai. E quando parliamo di ‘norme antisismiche’ ci riferiamo a quelle del 1974, perché le nuove ancora giacciono congelate, grazie al solerte intervento senatorio. Tuttavia, dopo il terremoto in Abruzzo, il Ministero delle Infrastrutture ci tiene a far sapere che la cosa è stata corretta e che i controlli si faranno prima della messa in opera. Salvo proroghe.

Ma così rischiamo di oscurare lo straordinario lavoro di volontari e soccorritori che in queste ore prestano servizio nelle zone terremotate. Infatti restano nell’anonimato, mentre continuano a donare con generosità la loro opera inestimabile nel silenzio dell’abnegazione. Presenti dove c’è più bisogno e perciò ben lontani dal circo mediatico, allestito attorno alle rapide visitine a consumo elettorale, rigorosamente davanti alle telecamere, dei politici in passerella: voyeurismo itinerante dei presenzialisti da tragedia. È l’imperdibile occasione per arricchire l’albo fotografico da sfogliare in diretta sulle Reti amiche, unificate per celebrare lo sciacallaggio del dolore rubato.

E non è un caso che più che aiuti materiali e generi di sussistenza si chiedano ‘soldi’. Ma non esisteva un fondo europeo per le calamità naturali? Ma non siamo noi il Paese che ha rifiutato con sdegnato orgoglio le offerte internazionali? Donazioni e versamenti in denaro per la ricostruzione, quando mancano i bagni chimici, le forniture idriche di acqua potabile per i campi di raccolta ed i container per le docce. Scarseggiano i gruppi elettrogeni per il riscaldamento e l’illuminazione. Si utilizzano tende senza impermeabilizzazione termica. Mancano pannolini, assorbenti, sapone, spazzolini da denti, ricambi di biancheria intima, carburante per le auto (finora l’unica fonte di riscaldamento nelle fredde notti abruzzesi). A molti TIR e camion con generi di sussistenza primaria viene ritardata la partenza verso le zone disastrate. Si dice che manchi il coordinamento, ma non c’era l’intero governo a coordinare?!? Si dice che manchi il personale per scaricare gli aiuti, ma non è stata sconsigliata la partenza di nuovi volontari visto che ce n’erano a sufficienza? 

Ma il Governo vuole solo sostegni in denaro; servono fondi! Sarebbe curioso sapere quanto del loro pingue emolumento i 600 e passa onorevoli destineranno in offerte, e quanto siano costate le gite ‘istituzionali’ in elicottero dei vari politici in pellegrinaggio sulle zone disastrate. Forse per gli aiuti economici potrebbero essere utili i 470 milioni di euro che verrebbero risparmiati, se solo venissero accorpate in un unica data le 3 tornate elettorali che si terranno nel mese di Giugno. In pratica, si vota 3 domeniche su 4. Ma il resto d’Italia deve stare ai ricatti politici ed alle compiaciute porcate di quell’abominio chiamato LEGA.

Ma no, parliamo d’altro… in TV c’è “Porta a Porta”!