L’Assolutismo di solito non ama troppo i giullari, che persa ogni intraprendenza vengono ridotti a pagliacci triviali per l’intrattenimento comico dei potenti nei loro momenti di svago. Per questo, soprattutto nelle questioni serie, i buffoni di corte non sono ammessi. In special modo, viene escluso quello che si ostina a parlare lingue che non conosce nella convinzione di far bella figura con gli “investitori stranieri”, mentre si aggroviglia in una serie di imbarazzanti gargarismi, balbettando qualcosa in un idioma immaginario che crede essere inglese, prima de annà a magnà (“it’s time to lunch!”).
Tutt’al più, può sempre esibire le ‘dimensioni impressionanti’ delle sue riforme, come uno di quei vitelloni da bar-sport che se ne va in giro vantando conquiste immaginarie di altrettanto fantasiosi amplessi. Di conseguenza, lasciato il Bambino Matteo a giocare da solo nel kindergarten di palazzo insieme ai fotografi, i “grandi” si sono riuniti per decidere, presentandogli direttamente il conto da saldare a fine trattativa, per la salvaguardia della finanza tedesca.
Sostanzialmente ignorato in Europa, snobbato com’è ai vertici internazionali dove non si prendono neanche più il disturbo di invitarlo, il Piccolo Cazzaro fiorentino svolazza all’estero, fino alle falde del Kilimangiaro, planando tra gli esterrefatti africani del continente nero, per mostrare al resto del mondo che ancora non lo conosce quant’è minchione. Per giunta, ha una vera passione per i monologhi nelle platee universitarie, pensando di riciclarsi come conferenziere quando dovrà finalmente andarsi a cercare un lavoro vero. Fu così che il Bullo di Pontassieve, dopo aver inanellato una lunga serie di banalità sull’importanza del coraggio davanti agli studenti dell’ateneo di Nairobi, tanto per chiudere in bellezza la sua visita ufficiale in Kenya, si presentò al palazzo presidenziale più ingessato del solito, compresso nella sua nuova imbustatura corazzata e insaccato dentro al giubbottone antiproiettile, suscitando l’ilarità di tutti i presenti che pur abituati alle stravaganze esotiche dei ‘bianchi’ mai ne avevano incontrato uno così coglione in altolocata sede. La scena surreale del Robo-Pirla precocemente ingobbito raggiungeva l’effetto straniante di un robottone obeso da Anni’50 vestito in giacca e cravatta. E dopo lo sgomento iniziale lo staff presidenziale s’è un poco offeso, giudicando l’esibizione del premier italiano “umiliante”.
Poi si sono accorti che l’umiliazione era tutta italiana, rappresentati come sono da simili pagliacci ambulanti, tanto che allo sdegno iniziale è subentrata subito la commiserazione (per noi sventurati) seguita da grasse risate, dinanzi alle performance di questa porchetta toscana con la passione per i travestitismi. D’altronde, a giudicare dal peso nelle trattative sulla Grecia e dai rapporti con gli altri partners internazionali, il Bambino Matteo pare muoversi per l’Europa direttamente col pannolone ed i risultati si vedono tutti. Perché in Italia a difettare sono le alternative in assenza di visione, non certo gli idioti che questi invece non mancano mai… A proposito di pannoloni, dalle parti di Cesano Boscone, l’ineguabliabile Papi della Patria nel suo nuovo look in puro “scarrafone-style”, facendo tesoro delle precedenti esperienze, ha finalmente trovato una nuova dimora per riunire tutti i ‘moderati’ italiani, rinvigorendone gli entusiasmi. Si tratta della “Casa della Speranza”. Sono i piccoli miracoli del grande esperto di comunicazione, che evidentemente non va più oltre i ricoveri geriatrici, conferendo al suo partito terminale una collocazione a metà strada tra il centro oncologico e l’ospizio, prima dell’eterno riposo, attraverso una vera operazione di tanatoestetica con quel tocco speciale di maquillage funerario che precede la definitiva sepoltura.
«Ho sempre saputo che in questo paese è pericoloso avere delle opinioni. Un pericolo sottile ma controllabile… Almeno fin quando non ci inciampi»
(Alack Sinner)
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«…conto su pochi lettori e ambisco a poche approvazioni. Se questi pensieri non piaceranno a nessuno, non potranno che essere cattivi, ma se dovessero piacere a tutti li considererei detestabili…»
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«Riempi i loro crani di dati non combustibili, imbottiscili di “fatti” al punto che non si possano più muovere tanto sono pieni, ma sicuri di essere “veramente bene informati”. Dopo di che avranno la certezza di pensare, la sensazione di movimento, quando in realtà son fermi come un macigno. E saranno felici, perché fatti di questo genere sono sempre gli stessi. Non dar loro niente di scivoloso e ambiguo come la filosofia o la sociologia affinché possano pescare con questi ami fatti ch’è meglio restino dove si trovano. Con ami simili, pescheranno la malinconia e la tristezza»
(R.Bradbury – “Fahrenheit 451”)
«Nel sogno c’è sempre qualcosa di assurdo e confuso, non ci si libera mai della vaga sensazione ch’è tutto falso, che un bel momento ci si dovrà svegliare»
(D.Buzzati – “Il Deserto dei Tartari”)
«Un sogno è una scrittura, e molte scritture non sono altro che sogni…»
(U.Eco – “Il Nome della Rosa”)
«…Scrivere non è niente più di un sogno che porta consiglio»
(J.L.Borges)
“Io non sono mai stato un giornalista professionista che vende la sua penna a chi gliela paga meglio e deve continuamente mentire, perché la menzogna entra nella qualifica professionale. Sono stato giornalista liberissimo, sempre di una sola opinione, e non ho mai dovuto nascondere le mie profonde convinzioni per fare piacere a dei padroni manutengoli.”
(A.Gramsci - 'Lettere dal carcere')
“Io non ho alle mie spalle nessuna autorevolezza, se non quella che mi proviene paradossalmente dal non averla o dal non averla voluta; dall’essermi messo in condizione di non aver niente da perdere, e quindi di non esser fedele a nessun patto che non sia quello con un lettore che io considero degno di ogni più scandalosa ricerca”
(P.P.Pasolini)
“Nulla potrebbe essere più irragionevole che dare potere al popolo, privandolo tuttavia dell’informazione senza la quale si commettono gli abusi di potere. Un popolo che vuole governarsi da sé deve armarsi del potere che procura l’informazione. Un governo popolare, quando il popolo non sia informato o non disponga dei mezzi per acquisire informazioni, può essere solo il preludio a una farsa o a una tragedia, e forse a entrambe”
(J. MADISON - 4 Agosto 1822. Lettera a W.T. Barry)
“Un’opinione pubblica bene informata è la nostra corte suprema. Perché ad essa ci si può sempre appellare contro le pubbliche ingiustizie, la corruzione, l’indifferenza popolare o gli errori del governo; una stampa onesta è lo strumento efficace di un simile appello.”
(Joseph Pulitzer)
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