Archivio per ISIS

IUS CULTURAE

Posted in Kulturkampf with tags , , , , , , , on 29 marzo 2018 by Sendivogius

Mentre il povero cristianuccio miscredente, che altro non vorrebbe se non papparsi in santa pace le costolette dell’agnello pasquale, viene turbato dal racconto truce dei soliti Isl’Amici sempre lì a masturbarsi coi loro filmini snuff e gingillarsi con cinture esplosive, fantasticando di decapitazioni multiple, stragi di massa e una bella corsa in camion dentro l’isola pedonale all’ora dello struscio, in nome della “religione di pace”, un dramma silenzioso e dimenticato si consuma negli austeri uffici dell’INPS…
Con l’arresto di Halili Elmahdi, che tanta preoccupazione sembra aver destato tra gli addetti ai lavori, si priva il Paese tutto di una preziosa risorsa, naturalizzata italiana, che adesso non potrà più pagarci la pensione! “Fratello Mahdi” è una nostra vecchia conoscenza… e ci sembrava giusto volgergli un affettuoso pensiero in un momento tanto difficile. Del fior di merda avevamo già parlato, in concomitanza con la pubblicazione di quel raffinato trattato apologetico dedicato a suo tempo alle delizie dello “Stato Islamico”: una realtà che ti vorrebbe comunicare. E che gli valse una denuncia a piede libero “per istigazione a delinquere con finalità terroristica” con condanna subito sospesa. In compenso, visto l’ottimo livello di “integrazione”, fu opportunamente premiato con la concessione della cittadinanza italiana subito dopo il rinvio a giudizio. Cresciuto sostanzialmente a scrocco dei servizi pubblici, Fratello Mahdi (che così amava firmarsi) dopo il primo arresto aveva promesso a mammà di non fare più il bambino cattivo… in fondo aveva solo 20 anni… Poi è cresciuto e come Nicodemo è diventato ancora più scemo e si è messo subito in moto per giocare a Carmageddon con altri picchiatelli come lui…
Non temete che lo ritroveremo presto in circolazione a far danni, insieme alle altre devote capre mannare, giunte da lontano per apportare il loro prezioso contributo culturale, arricchire il paese, risanare le casse pensionistiche, e possibilmente migliorare la ‘razza’ con la loro proverbiale bellezza, e condurre gli infedeli sulla retta via, meglio ancora se opportunamente trasformati dopo la conversione…
Di “Fratello Mahdi”, a suo tempo, abbiamo molto apprezzato il talento comico del tutto involontario. E ci sembrava giusto dedicargli un piccolo tributo, in ricordo delle sue precedenti fatiche letterarie che tanto ci avevano divertito. Se volete, ne trovate una sintesi QUI.

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SURREALISMI

Posted in Risiko! with tags , , , , , , , , on 10 giugno 2017 by Sendivogius

Se gli effetti sul piano pratico non fossero poi tragici, ci sarebbe quasi da ridere sul rinsaldato fronte mediorientale, per la lotta al terrorismo islamista e nel nome delle libertà democratiche, tramite il ritrovato flirt tra USA ed Arabia Saudita…
Cioè, da una parte abbiamo la superpotenza imperiale, specializzata in colpi di stato su scala globale; nonché sponsor diretto e gran protettrice della quasi totalità dei più spietati regimi militari, che mai abbiano insanguinato il pianeta dalla caduta del nazifascismo (e ad esso apertamente ispirati), purché servilmente funzionali agli “interessi americani” per la tutela dei quali, con ogni evidenza. Perché all’Impero serve una cintura di stati clienti, dove la forma di governo migliore viene considerata la dittatura. Niente infatti sembra garantire più stabilità ed affidabilità di una dittatura, senza le noie di una società civile, le incertezze elettorali, e gli intoppi di un ordinamento costituzionale che ne garantisca le libertà.Ovvero parliamo del più invasivo complesso industriale e militare del cosiddetto “mondo libero”, che più di ogni altro ha contribuito a destabilizzare il mondo non-libero, facendo dello sfruttamento capillare il metro di misura del proprio profitto; che ha fomentato e poi coccolato l’integralismo islamico, creando di fatto il jihadismo come strumento armato da impiegare nelle guerre coloniali per procura di quell’Impero di fatto, che ama definire se stesso la “patria delle libertà”. E peccato solo che, una volta esaurita la sua funzionalità d’uso, questa armata ausiliaria di askari a buon mercato, come i foederati della tarda antichità romana, non abbia tardato a dissaminare i frutti perversi (e giunti ormai a maturazione) di un patto scellerato con il diavolo.
Dall’altra parte abbiamo invece uno dei più oppressivi e oscurantisti despotati del pianeta, che ha trasformato il fondamentalismo islamico in un’ideologia politica di dominio e di infiltrazione radicale, rifornendola di mezzi e risorse. Collaterale quanti altri mai a quel terrorismo che finanzia alla luce del giorno e che esporta in una rete di protezioni globali, nella diffusione del wahabismo che ne sottende il corpo dottrinario inteso nell’interpretazione più cupa e reazionaria di un islam medioevale. Il regime degli al-Saud dovrebbe in pratica combattere la propria ombra, che si distende dalla longa manus della sua proiezione geopolitica. La sostanziale differenza che intercorre tra l’ISIS e l’Arabia Saudita, per dirla con le parole dello scrittore algerino Kamel Daoud, risiede nel fatto che l’Arabia Saudita è un Daesh realizzato, un ISIS che ce l’ha fatta.
Va da sé che dopo aver distrutto l’Iraq, polverizzato lo Yemen, e smembrato la Siria, sia adesso la volta dell’Iran, che evidentemente non ha ancora aperto le sue frontiere ad una siffatta “esportazione di democrazia”, vista la sua impermeabilità alle “rivoluzioni arancioni” a marchio CIA e le sedicenti “primavere” presto trasformatesi nell’inverno artico della ragione.
È la democrazia ai tempi di Trump (as usual): un energumeno fascista che ci spiega cosa sia la libertà, col suo codazzo di dittatori amici, entrando a gamba tesa come terzo incomodo nello scontro millenario che oppone sunniti contro sciiti, nella nostalgia dei tempi belli di un Reza Pahlavi: assai più fotogenico di un truce Khomeini e sempre meglio di un Mossadeq.

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EMBEDDED

Posted in Kulturkampf, Risiko! with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 20 agosto 2016 by Sendivogius

Titoli

In Siria i “ribelli moderati” stanno perdendo la guerra. O quantomeno le cose non vanno esattamente secondo le aspettative dei principali sponsor di questi fieri guerrieri della libertà, che giocano al medioevo in una pletora di formazioni monotematiche: da Jaysh al-Islam (“Esercito dell’Islam”) a Jaysh al-Jihad (“Esercito della Jihad”); dalla “Armata dei Mujahedeen” alla “Unione islamica dei combattenti del Levante” (Islami Ajnad al-Sham); da Fatah al Islam a Jabhat Ansar al-Islam; dal “Fronte islamico” a Sham al-Islam… convenuti in Siria (al-Sham appunto) sotto i bandieroni neri della sharia, finalmente ripristinata quale unica legge dello stato (islamico) e tutti generosamente finanziati da indefessi campioni della democrazia votati alla laicità, come le monarchie del Golfo arabico e la sempre prodiga Turchia di Erdogan che negli anni non ha certo lesinato le armi e la fornitura di ordigni chimici (a tutt’oggi gli unici ad essere stati usati). Ovviamente, tra i compagni di merende beneficiati da patenti democratiche, dispensate con estrema prodigalità, non vanno dimenticati i galantuomini di Jabhat Fatah al-Sham (“Fronte per la conquista del Levante”), meglio conosciuto come Fronte (Jabhat) al-Nusra, e già costola siriana di al-Qaeda, nella giostra di formazioni salafite che entrano ed escono dalla porta girevole del sedicente “califfato”, tramite il gioco trasversale delle alleanze di comodo. Evidentemente, il cambio di nome è funzionale alla ritrovata verginità “moderata” [QUI], nella fiducia di poter avere insospettabili protezioni sotto cui agire.

A sinistra, miliziano di Jabhat al-Nusra. Al centro, miliziano Isis. A destra, miliziano del Fronte IslamicoLa nuova Siria democratica:
A sinistra, miliziano di Jabhat al-Nusra.
Al centro, miliziano dell’Isis.
A destra, miliziano del Fronte Islamico.
Trova le differenze…

Trattasi di quella sincera opposizione democratica, mediaticamente impresentabile, e che quindi bisogna rilanciare in qualche modo presso il grande pubblico che giustamente ne diffida con ragioni più che fondate.

La libera opposizione siriana si batte per la democrazia, per i diritti delle donne, per la libertà e una società più laica.

Questo perché fortunatamente tra le opinioni occidentali esiste ancora una sana repulsione verso chi taglia teste, come neanche nella Francia di Robespierre, distrugge i monumenti islamicamente non conformi e devasta con gusto gli antichissimi monasteri cristiani; imburqa le donne nei territori ‘liberati’ e ostenta i cadaveri dei nemici maciullati in compiaciuta esibizione di sé.

ALERT

L’arrivo dell’ISIS nella città curda di Kobane

Pertanto, bisognava assolutamente rilanciare l’appeal di simili La libera la città di Idlibfiguri in seria crisi di immagine, confezionando per loro un qualche pedigree accettabile… operazione già disperata di suo… infine ammansire gli scettici che ne biasimano le gesta e magari giustificare la prossima “ingerenza umanitaria” (a suon di bombe) nel conflitto siriano, per sostituire il regime nazionalsocialista di Assad con uno persino peggiore, purché sia in funzione anti-russa, secondo le linee guida della nuova guerra fredda e che ha in quella Hillary Clinton in corsa alla Casa Bianca il suo alfiere più convinto.
Nell’attesa, c’è già chi parla di “intervento umanitario” come in Bosnia o in Kosovo… E peccato solo per il fatto che i due staterelli artificiali precocemente falliti si siano trasformati in campi di addestramento terroristici a cielo aperto, per la penetrazione salafita in Europa; ampiamente conosciuti e tollerati, nella sostanziale acquiescenza della NATO che pure dovrebbe presidiarne il territorio.
NATOChe l’ISIS non sia mai stato un vero problema dell’Amministrazione USA è reso evidente dalla leggerezza con cui il fenomeno è stato ampiamente sottovalutato e lasciato crescere a dismisura, fintanto che poteva tornare utile nel great game mediorientale e ridisegnare le sfere geopolitiche di influenza. Adesso che il Dipartimento di Stato sta approntando i preparativi per la prossima guerra, bisogna predisporre il terreno emotivo per rendere più digeribile il nuovo conflitto, presso un’opinione pubblica quanto mai perplessa, data la natura dei nuovi “alleati”.
CucùE quindi cosa c’è di meglio dell’uso strumentale dell’ennesimo infante flagellato dagli orrori della guerra?!?
Omran DaqneeshPerché va da sé che i bombardamenti non sono tutti uguali. Per esempio, quelli perpetrati sullo Yemen, meglio se contro scuole e ospedali eletti ad obiettivi privilegiati dell’aviazione saudita, opportunamente rifornita di bombe dalle grandi democrazie occidentali (Italia in primis), non fanno assolutamente notizia. bombe-sardegna-arabiaLo Yemen è lontano; scarseggiano le coperture mediatiche; non produce flussi di profughi a getto continuo (e dove mai potrebbero fuggire, chiusi come sono tra il deserto arabico e l’Oceano Indiano?). La sua popolazione poi è scarsamente fotogenica (forse) e non interessa agli specialisti del pietismo telecomandato.
YEMENL’attacco sistematico delle strutture sanitarie costituisce d’altronde l’ultima grande novità delle guerre asimmetriche del nuovo millennio. A tutt’oggi resta insuperata la distruzione dell’ospedale di Kunduz in Afghanistan, gestito da “Medici senza frontiere”, e spazzato via dalle bombe intelligenti della USAF che, compiuta la missione, ha subito assolto se stessa, salvo preoccuparsi dei raid russi in Siria e non perdendo mai occasione di denunciare i crimini di guerra (degli altri).
Edward LuttwakAl netto delle ipocrisie, l’ineffabile Edward Luttwak, con tutta la consueta simpatia che ne contraddistingue le apparizioni pubbliche, ha sciolto ogni equivoco ribadendo come un ospedale che cura tutti i feriti senza distinzioni di fronte si configura come un legittimo obiettivo militare, con buona pace degli ultimi duecento anni di convenzioni belliche comunemente accettate, che mai avevano messo in discussione il ruolo universale delle strutture sanitarie in zona di guerra.
Anno 1904. Il corpo medico militare della Croce Rossa giapponese soccorre i feriti russi dopo la battaglia di Port ArthurIl dio biblico degli eserciti benedica dunque quest’uomo, che ha la capacità di dire le più ciniche abnormità, senza che nulla sfiori mai la sua spietata imperturbabilità!
LuttwakPertanto, il cannoneggiamento degli ospedali si configura come crimine variabile, a seconda di chi distrugge cosa, della latitudine, e degli schieramenti di appartenenza, nell’ambito assai flessibile dei “danni collaterali”.
Anche l’uso di bombarde improvvisate da parte del “libero esercito siriano”, che sparano a casaccio bomboloni caricati a mitraglia nei quartieri alawiti (e cristiani) delle città siriane, rientra nell’alveo delle operazioni militari moralmente corrette e strategicamente ineccepibili.
syrian-rebels-fire-mortarCi sono inoltre immagini ‘crude’ che possono essere mostrate, sbattute in prima pagina su tutti i quotidiani, ed altre invece no. Altrimenti bisognerebbe gettare nel pastone mediatico anche i neonati seppelliti vivi sotto le macerie di Gaza, i bambini devastati dalle schegge, durante i “bombardamenti chirurgici” dell’esercito israeliano. Ma non sarebbe opportuno…

Palestinian Children killed by Israeli raids (1)

Luglio 2014. Operazione “Margine di protezione”.
Israele bombarda i ‘terroristi’ di Hamas.

ALERT  ALERT

ALERT  ALERT

Se volete vedere una vera galleria degli orrori, disgustarvi sarebbe fin troppo facile…

ALERT   ALERT

Ma è assai sconveniente per i media embedded proporre immagini non compatibili con le loro narrazioni funzionali.
In fondo, la strategia di propaganda aveva già ripagato nel caso del piccolo Aylan: il bimbo curdo adagiato cadavere tra i flutti del bagnasciuga dai solerti gendarmi turchi ad usum fotografi, appositamente fatti convenire sul luogo dello scempio.

ALERT

Il corpicino di Aylan sulla spiaggia di Bodrum

L’immagine, una volta introiettata in ‘Occidente’ e oltre, è stata subito trasformata da tragedia in farsa, che gli istrionici coglioni non mancano proprio mai…
coglionidatemi un bulldozer!A Moroccan man adopts the position of the lifeless body of Syrian three-year-old Aylan Kurdi, who drowned while fleeing the Syrian war, during a rally to pay tribute to the tiny boy on September 7, 2015 on a beach in the capital Rabat. Aylan's body was photographed lying face down in the sand with red and blue clothing on a Turkish beach, in a bleak image that rapidly went viral on social media. AFP PHOTO / FADEL SENNA

Datemi un cazzo di bulldozer!!

In compenso, accesi i riflettori sul caso, la cosa ha permesso al sultano di Ankara, tra le altre, di intascare a fondo perduto i miliardi di una UE supina ai ricatti di un infame dittatorello asiatico, che ormai usa la Germania come il suo personale parco giochi, mentre nei distretti orientali dell’Anatolia (gli stessi che un secolo fa videro il genocidio degli Armeni e degli Assiro-Caldei) continua indisturbata la spietata repressione delle popolazioni curde (come il piccolo Aylan e la sua famiglia).
Al contempo, notizie come questa QUI non conquistano la prima pagina dei giornali, sempre per quella questione di opportunità, alleanze, e presentabilità.
È la stampa bellezza. E tu puoi fare molto più di niente…

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No More Tears

Posted in Kulturkampf with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , on 23 marzo 2016 by Sendivogius

tintin

Niente lacrime, per favore. Soltanto le esibizioni melense dei bimbi buoni del politicamente corrotto, meglio se insufflato nello zucchero filato del sentimentalismo all’ingrosso, nella loro indigesta ipocrisia, riescono a risultare più insopportabili degli sciacallaggi mediatici di un Matteo Salvini.
Matteo SalviniPer contro, onde non turbare le animelle belle del buonismo militante ed i loro pendants testicolari, che tanto s’erano risentiti per l’assenza di peli nel trattare la precedente tournée parigina degli Isl’Amici in trasferta europea, non pronunceremo mai la parola “guerra”… Che altrimenti finirebbe col turbare una certa “Generazione Erasmus”, come ebbe a chiamarla una volta il più improbabile dei Telemaco improvvisati.

Scusa al cazzo!SCUSA AL CAZZO!

Ed eviteremo ogni riferimento esplicito ai boia in nero; come in un cluedo dove tutti sanno benissimo le modalità di azione, così come si conoscono altrettanto bene identità e substrato ideologico (e complicità) dei principali ‘indiziati’.

Intervallo - paesaggio con capreIntervallo: Paesaggio belga con capre

Molto meglio le faccine colorate ed impersonali da usare per il Paris-Bruxellesprossimo hashtag in condivisione ‘virale’, oppure un Tintin piagnucoloso (siamo in Belgio!) da utilizzare per i cordogli di facciata, inutili quanto e più dei precedenti.

Je suis BruxellesJe suis Bruxelles

E peccato solo per il fatto che i personaggi di Hergé avessero un approccio molto più concreto con i diretti interessati…

Le Avventure di TinTin

A proposito di retorica applicata alle domande, bisognerebbe chiedersi piuttosto come interi quartieri di una (bellissima) capitale europea siano potute diventare enclaves al di fuori della legge nazionale (legibus solutae), E ci si chiede altresì come simili enclaves abbiano potuto trasformarsi in qasbah Fouad Belkacemsottratte ad ogni controllo, diventando il recinto per l’allevamento di repellenti caproni che hanno fatto del parassitismo sociale a carico della comunità ospitante per pubblico scrocco una vocazione professionale, magari sostituendosi alle autorità legittime. Per spirito d’integrazione, s’intende!

La Shariah Police a Wuppertal in GermaniaLa Shariah Police a Wuppertal in Germania

«Bruxelles è la capitale islamica d’Europa. E’ da decenni la sede logistica per la rete degli attentatori e per lo smistamento degli imam salafiti nel resto del continente. E’ il centro di reclutamento e di finanziamento delle “cellule dormienti” e dei “lupi solitari”.

Sono anni che i dati statistici documentano che nell’area francofona della capitale, enclave della regione fiamminga, il 30% circa della popolazione su un milione e 200 mila abitanti è arabo-islamica: tra i 250 mila e i 350 mila, in maggioranza di origine Sharia 4 Belgiummarocchina (70%) e turca (20%). Quasi tutti hanno utilizzato le leggi che favoriscono la riunificazione familiare, facendo arrivare mogli e figli. Per quanto riguarda i celibi, oltre il 60% dei giovani marocchini e turchi si sposano esclusivamente con persone della loro stessa origine. Un’ottantina tra moschee e minareti, Bruxelles è anche la capitale europea per la presenza massiccia di donne velate, frequenti in burqa o in niqab. E’ qui che si svolgono le manifestazioni più numerose e anche violente a favore dei palestinesi, quando Israele attacca per ritorsione i territori occupati dagli integralisti di Hamas. Una nota di “colore” è il record raggiunto dal 2008 dei nomi dei neonati di qualsiasi religione: il più diffuso è Mohammed. Secondo alcune fonti, opererebbero 200 organizzazioni di assistenza e indottrinamento, per lo più rifacentesi al fondamentalismo salafita, oggi ritenuto il più violento e predominante tra gli adepti dell’ISIS.

Fouad Belkacem a spasso coi suoi amichetti per le vie di BruxellesFouad Belkacem, creatore di “Sharia 4 Belgium”, a spasso coi suoi amichetti per le vie di Bruxelles.

La generosa politica di accoglienza e l’inclusività del welfare ha incrementato l’arrivo degli islamici arabi a Bruxelles. Arrivano prima i maschi celibi o da poco ammogliati, che si rifugiano nei quartieri a preponderanza islamica e vengono subito edotti sul sistema di assistenza belga, permettendo così di usufruire per molti anni dello “chomage”, il sussidio di disoccupazione, sui 600/800 euro nette al mese, compresa la sanità quasi gratuita. Molti si danno al lavoro nero (anche se vietato per chi si trova in “chomage”) per incrementare lo “stipendio sociale”. A Bruxelles, che ultimamente i media hanno ribattezzato Charlie Hebdola capitale del Belgistan, sono quasi del tutto intrivabili le normali macellerie, mentre pullulano quelle “Halal” secondo la macellazione tradizionale araba. Le pescherie sono in mano a marocchini e algerini, i negozi di alimentari-frutta e verdura al dettaglio sono quasi tutti gestiti da arabi. Sono scomparse le boulangeries e il pane è di fattezze turche (per quello tradizionale belga ci si deve rivolgere ai supermercati). Solo i mercati rionali settimanali custodiscono ancora cibi e bevande di tradizione belga, francese e fiamminga.
New kids on the block[…] Su un nostro blog del 20 gennaio scorso mettevamo in guardia dall’affrontare il problema con gli occhi e i comportamenti dettati dal “politically correct”, in quanto così si alimentava lo “scontro di civiltà”, anziché diminuirne l’estensione e scaraventarci inesorabilmente verso una “guerra spezzettata” su più fronti: quello interno, in Europa, e quello al di là del Mediterraneo, tra Siria, Turchia curda, Iraq e Maghreb, Libia compresa. Non sono in discussione concetti come accoglienza, inclusione, generosità, scambio culturale. In discussione è l’arrendevolezza nella difesa dei nostri valori, dei nostri stili di vita in nome di un “melting pot”, di un concetto di globalizzazione acriticamente solo positiva e innovativa.
Sharia controlled zone[…] Durante e dopo l’arresto della “primula nera” Salah Abdeslam, le forze dell’ordine belghe sono state fatte oggetto di rimostranze e contestazioni plateali da parte degli abitanti arabi di Moellebeck, sintomo dell’odio antieuropeo e della frustrazione sociale e religiosa che lì vi albergano. Ma è stato anche un fenomeno di lotta “resistenziale” contro le “forze di occupazione”, come se si fosse in un territorio occupato palestinese.
Isl'Amiche[…] Occorre un’opera di dissuasione presso la popolazione islamica e anche di persuasione affinché escano allo scoperto, si ribellino allo stato di soggezione e di falsa identità comune da “nazione panaraba”, per tutelare le origini, i costumi e la fede in Maometto. Non basta più che alcuni rappresentanti religiosi e civili delle loro comunità partecipino alle rituali manifestazioni di solidarietà e alle onoranze funebri. L’Occidente, gli stati europei, devono affrontare questa emergenza con tutti i mezzi di intelligence e di polizia, senza sconfinare nella repressione selvaggia. E difendendo i nostri valori secolari, senza paura di sentirsi definire “neocolonialisti” o “razzisti”. Ma le comunità islamiche devono, da parte loro, anche “liberarsi da sole”: scendendo in piazza, magari togliendosi i veli; manifestando contro i loro stessi “cattivi maestri” e gli imam ultraortodossi; facendo “terra bruciata” ai terroristi nei loro stessi quartieri; non respingendo un’integrazione che in alcuni settori della borghesia e dell’intellighenzia arabe già si va facendo strada. Ne va della nostra esistenza pacifica di Europei (cristiani, ebrei e islamici). Altrimenti, ci si avviterà nel tunnel dello scontro militare fine a se stesso, foriero di fantasmi del passato razzista, antisemita, reazionario, dittatoriale e oscurantista: la fine stessa del grande sogno di un continente libero e inclusivo come l’Unione Europea

Gianni Rossi
(22/03/2016)

Marsiglia - Un tempo FranciaSempre che nel frattempo le “risorse” non decidano di castigare un po’ di kuffars, i quali per giunta hanno il gravissimo torto di non volersi proprio sottomettere ai rigori della “religione della pace”, nonostante le invitanti rassicurazioni…
kenya_islam_is_coming_to_denmarkMa noi avanti tutta come Lemmings, su per la collina dei conigli..!

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BOOTS ON THE GROUND

Posted in Risiko! with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 18 dicembre 2015 by Sendivogius

Estate 2014 (Iraq). Ricordate la spietata pulizia etnica contro i cristiani di wpid-nunMosul?!? La distruzione delle ultime comunità nestoriane ed assiro-caldee, marchiate, depredate di ogni loro avere, scacciate via dalle loro case, costrette ad un esodo di massa nelle terre di nessuno e lì abbandonate ad una scomparsa silenziosa da consumarsi in lenta agonia?
marchioRammentate il massacro indiscriminato degli Yazidi (il primo vero etnocidio del XXI° secolo)?!? La caccia selvaggia agli ultimi sopravvissuti, perseguitati, inseguiti e braccati fin sulla cima delle montagne come bestiame da macellare; la riduzione in schiavitù delle donne e delle bambine, incatenate e rinchiuse nei bordelli del sedicente “Stato Islamico” per appagare le fregole sessuali dei boia del califfo, prima di finire interrate nelle fosse comuni?
daesh-girls-slaves-isisEppoi il genocidio culturale, la cancellazione sistematica, maniacale, ossessiva, di ogni vestigia o reperto archeologico su cui mettano le zampe; la Isl'Amici a Berlinodistruzione compiaciuta delle opere d’arte; il saccheggio delle biblioteche, con le pile di libri dati alle fiamme… perché non in linea coi furori iconoclasti dell’infervorata orda di capre mannare?
Distruzione dei cimiteriAll’epoca le cancellerie occidentali non mossero un dito, troppo impegnate come erano nel golpe greco e nel pretendere lo scalpo del refrattario Varoufakis. Le frontiere rimasero ermeticamente chiuse; a partire da quelle turche, così porose quando si tratta invece di lasciar filtrare armi e mujahidin per l’ISIS. E altrettanto chiuse rimasero quelle tedesche. Se ne deve dedurre che la carenza di copertura mediatica dei profughi di Mosul evidentemente contribuì allora al mancato scioglimento dei cuoricini teutonici.
Cristiani iracheniCon quell’impeto di orgoglio che sempre nei momenti più drammatici contraddistingue quel mercato degli affari globali che chiamano ‘Occidente’, tutti si affrettarono a dichiarare che MAI avrebbero inviato le proprie truppe Missione compiuta!nel ginepraio siro-iracheno (che Mosul valeva il requiem ma non la messa). E che le rogne seminate dalla Famiglia Bush se le grattassero via i Curdi arrangiandosi in proprio. L’Italia se la cavò, con ampio ritardo, rispolverando e quindi spedendo col contagocce dei vecchi residuati bellici della guerra in Jugoslavia, da tempo dimenticati nei suoi depositi militari e chissà se ancora funzionanti.
bootsongroundGli unici a mobilitare qualche elicottero per caricare sparuti gruppi di fuggiaschi (e strombazzare l’effimera “missione di salvataggio”) fu la tergiversante Amministrazione Obama, assai più interessata a sostenere i nazisti dell’Ucraina in funzione anti-russa e rifornire i tagliagole diversamente moderati del fronte anti-Assad in Siria, ma al contempo indecisi se bombardare o meno l’esercito regolare del governo legittimo, vista l’impresentabilità dell’alternativa al momento disponibile…

 Grigliata moderata - Ribelle arrostisce la testa di un elicotterista abbattuto a Maraat NoomanBarbecue tra amici a Maraat Nooman
“Ribelli moderati” del Free Syrian Army grigliano la testa di un elicotterista abbattuto

A pensar molto male, viene da sospettare che il cannibalismo tra i “ribelli moderati” del FSA (Free Syrian Army) sia più di un’illazione…

ALERT

Khalid al-Hamad, alias Abu Sakkar e meglio conosciuto come Abu The Cannibal, comandante delle Brigate Farouk, considerate “moderatamente islamiste” e responsabili dell’espulsione della popolazione cristiana di Homs. A seguire, altri schifosi a cui piace giocare con le frattaglie umane.

Con la frittata ormai fatta e più che imputridita, dopo le prime decapitazioni in mondovisione di ostaggi statunitensi, gli USA si sono decisi a condurre una campagna di attacchi mirati, rigorosamente dall’alto, contro obiettivi riconducibili al famigerato Califfato; peraltro con risultati assai contenuti nell’evidente difficoltà di distinguere il bersaglio giusto, visto il continuo cambio di casacche e l’ottima scelta degli “alleati” da finanziare…
radical_and_moderate_syrian_rePer dire, in poche settimane è riuscita ad ottenere più risultati la Russia di syria-rebelsPutin, calata in guerra con la mano pesante, piuttosto che il Pentagono dopo un anno trascorso grosso modo a sparacchiare contro le dune di sabbia, in un costosissimo tiro a segno, giusto per sollevare un po’ di polvere. Soprattutto, i (veri) raid russi sembrerebbero aver scoperchiato i fragili altarini, mostrando con evidenza chi finanzia lo Stato del Califfo e quali sono i suoi “misteriosi” protettori.
l'amico turcoE tutti giù a negare l’impegno diretto con l’invio di forze di terra contro l’orda nera. Che gli scarponi sul terreno ce li mettesse qualcun altro. Almeno fino a qualche giorno fa…
INSERT COINPer esempio, si distingue il formidabile contributo del governo italiano presieduto dall’ineffabile Matteo Renzi; quello che, non avendone alcuna, andava blaterando fino a qualche settimana fa come servisse “una strategia ed un approccio complessivo” contro l’ISIS, perché certe cose non si improvvisano in giorni ma si pianificano in mesi. Salvo cambiare repentinamente idea dalla sera alla mattina. Fu così che il Presidente del Consiglio per caso decise di mandare nella provincia di Mosul un primo contingente di 450 soldati (a cui se ne aggiungeranno altri 750!) in una delle Renzi e Vespazone più calde del conflitto. L’annuncio è stato fatto in diretta al “Porta a Porta” di Bruno Vespa, considerata da molti la “terza camera” del parlamento. Pertanto, non si è ritenuto necessario coinvolgere ed informare della decisione quello vero (e non sia mai!), mettendo piuttosto deputati e cittadini a fatto compiuto. Cosa ha convinto l’Esecutivo di Laide Intese a così impegnativa decisione nello scoccare dell’ora fatale, a diciotto mesi di nuundistanza dai fatti menzionati? Ovviamente non l’emergenza umanitaria (seee vabbé!).. non la pulizia etnica a spazzolata già bella che fatta.. meno che mai la tutela di patrimoni universali già polverizzati (che la “cultura” non si mangia; al massimo la si compra con 500 euro)…

distruzione epigrafe

La chiamata alle armi è arrivata direttamente da Mr O’Banana, che ha fatto contattare il grasso porcello di Rignano per interposta persona, comunicandogli telefonicamente (traduttore permettendo) la “call of duty”. Tanto è bastato a farlo scattare sugli attenti, uso a obbedir tacendo (è stato messo lì per questo) dopo la conferma della permanenza del contingente italiano in Afghanistan, senza che nemmeno ci fosse bisogno di agitare il ‘bastone’.
Sbrodolino e O'BananaCosa è cambiato a Mosul rispetto all’Agosto del 2014, quando ben più impellente sarebbe stato un qualche intervento per contenere la catastrofe? Be’ innanzitutto c’è la ‘carota’… Una ghiottissima commessa per la manutenzione e messa in sicurezza della diga di Mosul, che potrebbe portare tra i 250 milioni ed il mezzo miliardo di dollari nelle casse del Gruppo Trevi di Cesena, che s’è “aggiudicato” l’appalto, parrebbe, con l’intermediazione più che interessata del Dipartimento di Stato a stelle e strisce. Alla lieta novella, la TreviFin (la società finanziaria del gruppo) s’è vista sospendere le azioni in borsa per eccesso di rialzo.
Ne consegue che l’Italia sarà in pratica il primo paese occidentale ad inviare in via ufficiale i suoi soldati, boots on the ground, nel nuovo conflitto iracheno con un contingente di tutto rispetto, per una missione confezionata su misura, da inquadrarsi nell’ambito della già avviata e ben poco conosciuta operazione di contrasto pomposamente chiamata Prima Parthica.
logo_ktccAlla Difesa leggono i classici. E qualcuno deve aver scoperto Dione Cassio; o più probabilmente Edward Luttwak. Ogni riferimento alla Legio I Parthica dell’imperatore Settimio Severo è assolutamente voluto.
roman power emblemsSorvoliamo (per ora) sul fatto di mettere a disposizione un’intera brigata dell’esercito italiano e anche più, per tutelare gli interessi commerciali di Boba Fett.jpguna compagnia privata, alla stregua di mercenari non in affitto bensì in conto pubblico. L’Italia non è nuova a questo tipo di iniziative con soldati professionisti delle Forze Armate, utilizzati alla stregua di contractors per la tutela di gruppi privati. E la vicenda, tutt’altro che risolta, dei due fucilieri di Marina accusati di omicidio in India sta lì a dimostrare quanto ibride siano certe avventure e ambigue le regole di ingaggio.
Enrica LexieNaturalmente, l’iniziativa del premier in mimetica (armiamoci e partite) Capitan Pirlanon ha suscitato particolari clamori, subito liquidata dalla maggior parte degli italiani come l’ennesima fanfaronata di un pagliaccio in sovresposizione mediatica. Né si sono date troppa pena di approfondire la questione le opposizioni parlamentari, col dramma che Mario Michele Giarrussoin tal caso bisognerebbe poi relazionarsi con ben altri idioti a tutto tondo e pure dall’aspetto sudicioso, ma certificati col bollino, per meglio dare la misura di un’imbecillità persistente. E meno che mai hanno pensato di farlo gli onorevoli deputati, nonostante siano stati così clamorosamente scavalcati e messi a fatto compiuto. Intendiamoci bene: l’ISIS è quanto di più si avvicina all’essenza del male incarnato sulla terra; la negazione estrema di tutto ciò che dona bellezza alla vita e la rende degna di essere vissuta. Spazzarlo via con ogni mezzo possibile non è un’opzione; è un dovere morale. Tuttavia, se l’Italia proprio deve entrare in guerra (o meglio: fornire vigilantes per aziende in zona di guerra), che almeno non avvenga ad insaputa degli italiani.

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SURVIVAL HORROR

Posted in Kulturkampf, Masters of Universe with tags , , , , , , , , , , , , , on 26 novembre 2015 by Sendivogius

Sharia_The

Dinanzi alla recrudescenza emergenziale creatasi attorno alle legittime aspirazioni del meraviglioso paese delle meraviglie ‘sharaitiche’ nella terra di Daesh e del magico Califfo di Baghdad, nella miope visione etnocentrica dei miscredenti d’Europa, ben pochi si sono interrogati sui tormenti e sui terribili patimenti che troppi spiriti puri, integralmente devoti alla legge del profeta, devono subire quotidianamente nella loro cattività europea, costretti come sono a subire le indicibili tentazioni dell’Occidente bieco e corrotto, vivendo nel terrore (quello vero) di poter essere in qualche modo contaminati da tanta empietà.
72VirginsPer questo girano in ‘rete’ da tempo manualetti pratici con le fondamentali istruzioni su come “sopravvivere in Occidente”, riservati ai pii musulmani deportati a forza nelle terre degli infedeli per essere sottoposti ad ogni forma possibile di oppressione, in attesa di una prossima reconquista islamica.
Gli esperti di settore e specialisti in counter-insurgency vi diranno che si tratta di materiale difficilmente reperibile, abilmente nascosto nelle pieghe del “deep-web”. Infatti a noi ci sono voluti ben 45 secondi per trovare in blocco tutta la collezione al gran completo.
black flagSi tratta di pubblicazioni propagandistiche, redatte a cura del sedicente “Stato Islamico”, e riservate ai propri militanti o aspiranti tali che si trovano a vivere per chissà quale alchimia del caso nelle nazioni popolate dai kuffar, ovvero chiunque (indistintamente dall’appartenenza religiosa) non sia abbastanza fanatico da rispondere con gioia ed abnegazione al grido di libertà che si leva alto da Raqqa. Ne esistono per tutti i gusti, confezionate con l’inconfondibile copertina nero catrame, e personalizzate per i mujaheddin fai-da-te a seconda del luogo di provenienza. Tra queste, la più gettonata sembra essere la premiata serie a puntate che va sotto il nome di “Black Flags” e che attualmente si compone di sei volumetti con tendenza alla crescita:

Black Flags from Khurasan (from the East)
Black Flags from Palestine
Black Flags from Syria

Black Flags from Arabia
Black Flags from Persia
Black Flags from Rome

Tutte insieme costituiscono opuscoletti imbarazzanti che raramente raggiungono il centinaio di pagine. Scritti in un inglese tanto approssimativo quanto elementare, sono un incredibile condensato di puttanate allucinanti, intrise di deliri mistici e profezie apocalittiche, speziate con qualche interpretazione coranica estrapolata dalla tradizione hanbalita e inzeppata nel mucchio con citazioni buttate ad cazzum di Ibn Taymmyya. Insomma, è un segno tangibile della modernità che avanza all’ombra della Mezzaluna..!
mahdiAvvincenti come un grappolo di emorroidi infiammate, narrano la storia futura e fantastica del prodigioso Dawla al-Islamiya, “la nazione più forte del mondo”, che non appena avrà vinto la sua guerra in Siria e conquistato lo Yemen, sommergerà coi propri vessilli neri e milioni di guerrieri la penisola arabica, per annunciare il ritorno del Mahdi ed instaurare il califfato mondiale: il Khilafah (l’aspetti). La proclamazione del lieto evento è prevista per il 2020 (segnatevelo sul calendario). E sostanzialmente dovrebbe coincidere con l’anno dello scontro finale, culminante nella grande battaglia di Dabiq quando un’armata di 100.000 ‘Romani’, unita sotto le bandiere di ottanta nazioni alleate coi persiani, affronterà l’esercito del Califfo dando inizio al Malhama al-Kubra (il Grande Armageddon) e terminerà con la conquista di Roma.
Ikramah during the Battle of YarmukLe modalità di invasione, che dovrà partire dalla costa nordafricana, prevedono l’uso esclusivo di un’enorme flotta navale (senza alcuna forza aerea), che non risalirà la Penisola via terra ma si muoverà unicamente per mare prima del grande sbarco. Non sapendo bene dove sia collocata la città e ignorando tutto o quasi della geografia italiana, i nostri barbuti saraceni hanno cercato di farsene un’idea su Google Earth, scovando altresì una formidabile ridotta strategica dove allestire una solida testa di ponte da cui far partire l’offensiva finale. Come base per l’attacco è stata quindi scelta (immaginiamo dopo attenta valutazione) una imprecisata isoletta dell’Arcipelago toscano che sembrerebbe essere Giannutri, in quell’inespugnabile bastione difensivo che è il “Vecchio Faro”, con supporto di artiglieria direttamente dalla costa tunisina.

the-fuck-is-going-on-with-isis_o_4552391

Il nome dell’isola non viene divulgato per ovvi motivi ‘strategici’..!

«Case study: Let’s take a look at Italy, it is likely that some Islamic fighters will depart from Tunis and go onto the Western islands neighbouring Italy. From there, they will enter the sea port….The picture of the il vecchio faro building is useful because it would give the fighters knowledge of the area/terrain, the building type, and how to use the building to their advantage etc. Once they capture that building, they can move forward deeper into Italy with more Google Earth satellite knowledge of the territory ahead

Sono letture demenziali, alla stregua dei Diari di Turner per intenderci, e costituiscono il frutto perverso di una mente gravemente disturbata, pervasa com’è da una arcana imbecillità. Al confronto, l’opera di Fratello Mahdi sulle magnifiche sorti del Califfato in Siria costituiscono un raffinato capolavoro promozionale. E infatti il marocchino El Madhi Halili (questo il suo vero nome) è stato subito scarcerato e opportunamente premiato con il conferimento della cittadinanza italiana. Perché l’Italia sa come rintuzzare la minaccia “jihadista” confezionata in casa.
Uccidi i pagani. E' un dovere per ogni musulmanoIl complesso di castronerie abissali, baggianate da citrullo esaltato, insieme alla totale assenza delle più elementare nozioni geografiche ed alla desolazione culturale che contraddistingue l’ignoranza assoluta di questi invasati caproni analfabeti, farebbe pensare ad una sorta di “fake”, perché una qualunque mente dotata di un minimo di raziocinio tende a dubitare che possano esistere davvero simili mandrie di imbecilli; almeno finché non li vedi all’opera…
Salah AbdeslamPer quanto riguarda la messa in pratica di un così avvincente quadro profetico, insieme a tutto l’armamentario per la sopravvivenza della perfetta “cellula dormiente”, esistono poi altre pubblicazioni di natura più pratica, raccolte nella nuova serie How to survive in the West, con istruzioni su come organizzarsi, mimetizzarsi, e “sopravvivere” in Occidente. Si segnala allo scopo la fondamentale Guida del Mujahid fresca di pubblicazione (2015).
How to survive in the WestAd una prima sfogliata, ci si rende conto che molto probabilmente i testi sono stati redatti in Gran Bretagna o comunque destinati ad un pubblico lì residente. La particolare attenzione che viene prestata ai media britannici, con ritagli e commento dei giornali inglesi, insieme ai continui riferimenti ai London’s riots del 2011 sembrerebbe confermarlo. L’autore dovrebbe essere di origine africana, non foss’altro per la cura con cui ama distinguere tra “bianchi”, “neri”, e “marroni”, con pignola degradazione di colore quando parla di “razze”. Ordunque, per conquistare l’Europa (che il misterioso autore percepisce come un blocco unico) e dunque la sua capitale (che viene identificata con Roma), il segreto risiede nella costituzione di gangs di soli musulmani, che ovviamente sono the most peaceful citizens of the world.
gli-islamici-e-la-democrazia-3 La premessa è delle più accattivanti… Siccome molti cittadini di fede islamica hanno speso svariati milioni di euro per propagandare la propria religione con pacifici inviti alla conversione (Da’wah), e poiché questi impenitenti di europei miscredenti (imboccati dai loro leader e dai media) di convertirsi alla vera fede proprio non ne vogliono sapere, un simile diniego ha costretto ogni vero musulmano a radicalizzarsi. E questo rifiuto alla conversione, nonostante la generosa offerta, è il motivo per cui gli infedeli verranno sconfitti e Roma conquistata. L’autore ama utilizzare anche la parola “liberata” (?!?).

«Le persone che detengono il controllo dei media hanno tenuto l’Europa ed il mondo occidentale come loro roccaforte per oltre 1000 anni. E non vogliono che l’Islam prenda il sopravvento. Pertanto vogliono continuare ad avere la loro autorità, il loro adulterio, vino e denaro, e non vogliono perderli. Così stanno facendo una campagna mediatica con miliardi di dollari per contro lo Stato islamico in Medio Oriente, per fermare l’ascesa del vero islam in Occidente. Tutte i principali produttori di alcol, gioco d’azzardo e le aziende di prodotti proibiti (haram) stanno finanziando questo progetto, perché se l’islam sorgerà in Occidente sanno che perderanno qualsiasi cosa. È una questione di vita o di morte per entrambi, perché solo uno potrà sopravvivere.
L’ultimo messaggero di Allah, Muhammad (che la pace sia su di lui) ci ha promesso che vinceremo e, alla fine prenderemo la capitale d’Europa (Roma), ma solo dopo che avremo conquistato la Persia (Iran).»

Che dire?!? Viene in mente la battuta meglio riuscita di Jessica Rabbit

jessica rabbit“Non sono cattiva… è che mi disegnano così”

Peccato che riguardo all’aspetto, il paragone non sia esattamente lo stesso…
islamicoPer sopravvivere alle insopportabili persecuzioni che opprimono i credenti della “vera fede”, bisogna pertanto organizzarsi nell’attesa dell’inevitabile guerra che ne scaturirà.
ISIS GOATÈ inutile dire che le fanfaronate dello stupracapre di turno raggiungono livelli unici, tanto è perso nella sua minchioneria senza speranza. Il Mujahid in incognito, prima della sua chiamata alle armi, dovrà agire alla stregua di un “agente segreto dalla doppia vita” al servizio della jihad globale. A suo modo costituisce una variante demente del mitico 007, ridotto ad una macchietta caprina che spreca il suo tempo a pregare col culo per aria; che non beve, non fuma, è votato al suicidio (il momento migliore della sua inutile esistenza) e che soprattutto non tromba mai. Il perfetto “agente” è un lupo solitario, un potenziale sociopatico senza amicizie né legami di sorta; più è giovane e meglio è (recruiting teenagers and children) perché più facile da indottrinare.
21 URITuttavia, alla luce dei recenti eventi parigini, qualche elemento può risultare interessante…

La tua sola connessione con lo Stato islamico sarà di tipo ideologico…
Imparerai come diventare una cellula dormiente pronta per essere attivata in ogni momento, non appena la Umma avrà bisogno di voi… dimostrandoti molto più amichevole e di mentalità aperta col pubblico occidentale…”

Allo scopo sarà bene tenere la propria vera identità segreta e scegliersi un soprannome, meglio se occidentalizzato, camuffando il proprio aspetto. Tingersi i capelli, usare parrucche e lenti a contatto… può tornare utile. Ovviamente la parte più esilarante riguarda come acquisire tutte le competenze necessarie, riguardo alle tecniche di combattimento e su come usare le armi. Il nostro esperto in jihad consiglia di addestrarsi giocando a GTA e Modern Warfare della serie “Call of Duty”; sorvoliamo sul fatto che in quest’ultimo videogame il cattivone da annientare in giro per il mondo sia un gruppo integralista islamico, alleato con una fazione di ultra-nazionalisti russi.

Non mancano consigli su come fabbricare ordigni in casa, cinture esplosive per l’aspirante “martire”, ed autobombe. Le istruzioni sono talmente approssimative, che c’è il concreto rischio di saltare in aria con tutto il garage.
Un po’ più complesse sono invece le modalità per la conquista delle metropoli europee. Dopo attenta spremuta di meningi gli autori del manuale hanno trovato la soluzione, attraverso la costituzione di gang islamiche (usbah), poste sotto il comando di un capo che abbia il controllo di una specifica città o di un quartiere e sia in grado di assicurarsi la fedeltà e la crescita della banda. L’autorità ed il potere del capobanda verranno cementate dalla sua capacità di imporre la “protezione” su una data porzione di territorio, garantendo assicurando servizi e tranquillità ai suoi “protetti” dai quali pretenderà il pagamento di una tassa in denaro, mentre fornirà lavoro e benefici agli affiliati della gang in cambio di fedeltà. Il leader deve essere rispettato e temuto da tutta la società. Deve dimostrare di saper controllare il suo territorio, da amministrare come un’entità autosufficiente ed in grado di funzionare come uno stato nello stato. Il leader dovrà inoltre attrarre quante più persone nel circuito della propria organizzazione, al fine di aumentarne il sostegno e le coperture.
Muslim-Gangs-copIn pratica, il mujahid di casa nostra ha inventato la MAFIA. Sarà per questo che il principale ostacolo alla conquista di Roma, viene identificato proprio con l’esistenza della mafia italiana quale pericolosa rivale.
Poi certo il riferimento ideale è sempre il medioevo in un deserto popolate di capre consenzienti, nell’evoluto mondo dei clan tribali…

A leader like this might be called a Tribal elder, a King, a President or a Caliph, while others will call him a Gang leader. The title doesn’t matter, what matters is he has Authority to enforce his commands over people.”

L’obiettivo è quello di creare una comunità chiusa ed isolata, che renda più difficile l’intervento della polizia o il controllo del territorio da parte delle istituzioni statali. La costituzione di quartieri ghetto a definizione etnica sarebbe l’ideale. L’autore li chiama Tawahhush e devono essere basati su una rigida segregazione in modo da non avere “nessuna misericordia per gli esterni“, in quello che deve essere un lento processo di separazione con l’assunzione diretta del controllo del territorio. In altri frangenti si chiamerebbe razzismo, e pure della specie peggiore, in una totalitaria volontà di dominio (peraltro in casa altrui) e nel rigetto incondizionato di ogni forma di integrazione. Perché, secondo il principio alla base del Tawahhush, ogni patto, legge o convenzione, stipulata al di fuori della legge coranica e che non riconosca la sharia, non ha alcun valore ed è nullo agli occhi di allah. Ma non ditelo agli ostensori assoluti dell’accoglienza ad oltranza… potrebbero rimanerne sconvolti.

Muslims-calling-for-Shariah-in-UK

Allo stesso modo, tra persone di sano buonsenso (a prescindere dal credo e dalla provenienza), non dovremmo mostrare alcuna comprensione né “tolleranza” per le pretese di questi idioti pericolosi.

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L’ennemi intérieur

Posted in Kulturkampf with tags , , , , , , , , , , , , , , , , on 19 novembre 2015 by Sendivogius

Architettura islamica in Iran

«Caro mondo musulmano,
[…]  Ti vedo in una condizione di miseria e di sofferenza che mi rende tremendamente triste, ma che rende ancora più duro il mio giudizio di filosofo! Questo poiché vedo che stai mettendo al mondo un mostro che preferisce essere chiamato Stato islamico e al quale qualcuno preferisce dare il nome di demonio: DAESH. La cosa peggiore è che ti vedo perdere il tuo tempo e il tuo onore, rifiutando di riconoscere che questo l’hai fatto nascere tu, è frutto dei tuoi vagabondaggi, delle tue contraddizioni, della tua interminabile scissione tra passato e presente, della tua duratura incapacità a trovare un posto nella civiltà umana.
daesh (isis)Che cosa dici davanti a questo mostro? Qual è il tuo discorso? Tu urli “Non sono io!”, “Non è l’Islam”. Rifiuti che i crimini commessi da questo mostro siano commessi sotto tuo nome (hashtag #NotInMyName). Sei indignato davanti ad una tale mostruosità, insorgi quando il mostro usurpa la tua identità, e hai sicuramente ragione di farlo. È indispensabile che davanti al mondo proclami, ad alta voce che l’islam denuncia le barbarie. Ma è assolutamente insufficiente! Poiché tu ti rifugi nel riflesso dell’autodifesa senza assumerti anche, e soprattutto, la responsabilità dell’autocritica. Ti accontenti d’indignarti, quando invece questo momento storico sarebbe stata un’occasione incredibile per rimetterti in discussione! E come sempre, tu accusi invece di prenderti la tua responsabilità: “Smettetela, voi occidentali e tutti voi nemici dell’Islam, di associarci a questo mostro! Il terrorismo non è l’islam, il vero islam, l’islam buono che non vuole la guerra, ma la pace!”.
Islam (2)Sento questo grido di rivolta che sale dentro di te e ti capisco, oh mio caro mondo musulmano. […] Ma dalla mia posizione distante, vedo anche qualcos’altro, qualcosa che tu non riesci a vedere o che non vuoi vedere… E questo suscita in me una domanda, La grande domanda: perché questo mostro ti ha rubato il volto? Perché questo mostro ignobile ha scelto il tuo viso e non un altro? Perché ha preso la maschera dell’islam e non un’altra? La verità è che dietro quest’immagine del mostro si nasconde un immenso problema che tu non sembri pronto a guardare in faccia. Tuttavia è necessario, è necessario che tu abbia il coraggio.
Daesh - Lezioni di decollazioneQuesto problema è quello delle radici del male. Da dove provengono i crimini di questo cosi detto “Stato islamico”? Te lo dirò, amico mio. E questo non ti farà piacere, ma è mio dovere di filosofo. Le radici di questo male che oggi ti ruba il volto risiedono in te, il mostro è uscito dal tuo ventre, il cancro è nel tuo corpo. E cosi tanti nuovi mostri, peggiori di questi, usciranno ancora dal tuo ventre malato, fintanto che tu ti rifiuterai di guardare in faccia questa verità e che impiegherai del tempo a ammettere e ad attaccare finalmente questa radice del male!
daeshAnche gli intellettuali occidentali, quando dico loro questo, lo vedono con difficoltà: la maggior parte ha talmente dimenticato che cos’è la potenza della religione, nel bene e nel male sulla vita e sulla morte, che mi dicono ” no, il problema del mondo musulmano non è l’islam, non è la religione ma la politica, la storia, l’economia, etc.”. Vivono in società cosi secolarizzate che non si ricordano per niente che la religione può essere il cuore del reattore di una civilizzazione umana! E che nel domani il futuro dell’umanità passerà, non soltanto attraverso la risoluzione della crisi finanziaria e economica, ma in maniera più essenziale anche attraverso la risoluzione della crisi spirituale che attraversa tutta la nostra umanità, senza precedenti! Sapremo unirci tutti, a livello planetario, per affrontare questa sfida fondamentale? La natura spirituale dell’uomo ha paura del vuoto, e se non trova nulla di nuovo per riempirlo lo farà domani con delle religioni sempre più inadatte al presente e si metteranno quindi a produrre dei mostri, come fa l’islam attualmente.
Islam[…] Nella Umma ci sono delle donne e degli uomini civilizzati che sostengono l’idea di un futuro spirituale per l’essere umano. Ma questi uomini non sono ancora abbastanza numerosi e la loro parola non è ancora cosi potente. Onoro la lucidità e il coraggio di tutti loro, i quali hanno capito perfettamente che la nascita dei mostri terroristici dal nome di Al Qaida, Al Nusra, AQMI o dello “Stato islamico” è il risultato della condizione generale della profonda malattia del mondo musulmano. Hanno capito bene che risiedono là, su di un immenso corpo malato, i sintomi più gravi e più visibili delle seguenti malattie croniche: incapacità di istituire delle democrazie durature nelle quali la libertà di coscienza sui dogmi della religione, è riconosciuta come un diritto morale e politico; prigione morale e sociale di una religione dogmatica, idiomatica e ogni tanto totalitaria; fatiche croniche nel migliorare la condizione delle donne riguardo a uguaglianza, responsabilità e libertà; incapacità di distinguere a sufficienza il potere politico dal suo controllo da parte dell’autorità religiosa; incapacità d’istituire un rispetto, una tolleranza e un vero riconoscimento del pluralismo religioso e delle minorità religiose.
Tolleranza islamicaSarebbe pertanto tutto ciò un errore dell’Occidente? Quanto tempo prezioso, quanti anni cruciali perderai ancora, o mio caro mondo musulmano, a causa di questa accusa stupida alla quale tu stesso non credi più e dietro alla quale ti nascondi per continuare a mentire a te stesso? Se ti critico in modo cosi severo non è perché sono un filosofo “occidentale”, ma perché sono uno tra i tuoi figli consapevoli di tutto ciò che hai perduto, della grandezza sbiadita da cosi tanto tempo che è diventata un mito!
Sergio ToppiIn particolare dal XVIII secolo, è giunto il momento di confessartelo insomma, sei stato incapace di rispondere alla sfida dell’Occidente. O ti sei rifugiato nel passato in modo infantile e mortificato, con l’intollerante e cupa regressione del wahabismo la quale continua a fare dei danni praticamente ovunque all’interno dei tuoi confini, un wahabismo che tu diffondi a partire dai tuoi luoghi santi dell’Arabia Saudita come un cancro che partirebbe anch’esso dal tuo cuore. Oppure hai seguito il peggio di questo Occidente, producendo com’esso dei nazionalismi e un modernismo che è caricatura della modernità, voglio parlare di questa frenesia di consumo o meglio ancora di questo sviluppo tecnologico incoerente insieme ai loro arcaismi religiosi, che rende le tue ricchissime “élites” del Golfo soltanto delle vittime consenzienti della malattia oramai mondiale che è il culto del dio denaro.
WahabismeChe cos’hai di ammirevole oggi, amico mio? Che cosa rimane in te che sia degno di suscitare il rispetto e l’ammirazione degli altri popoli e civiltà della Terra? Dove sono le tue persone sagge? Hai ancora una saggezza da proporre al mondo? Dove sono i tuoi grandi uomini, chi sono i tuoi Mandela, i tuoi Gandhi, chi sono i tuoi Aung San Suu Kyi? Dove sono i tuoi grandi pensatori, i tuoi intellettuali i cui libri dovrebbero essere letti nel mondo intero come al tempo in cui i matematici e i filosofi arabi e persiani facevano riferimento dall’India alla Spagna? In realtà sei diventato cosi debole, cosi impotente dietro la certezza che risiede sempre in te…..
Islam (1)Hai scelto di considerare che Mohammed fosse profeta e re. Hai scelto di definire l’islam una religione politica, sociale, morale che deve regnare come un tiranno tanto sullo Stato quanto sulla vita civile, tanto per strada e in casa quanto all’interno di ciascuna coscienza. Hai scelto di credere e d’imporre che l’Islam significa sottomissione quando invece il Corano stesso proclama che “non c’è costrizione nella religione” (La ikraha fi Dîn). Tu hai fatto del suo Richiamo alla libertà l’impero della costrizione! Come può una civiltà tradire il suo testo sacro, fino a questo punto? Penso che sia il momento, nella civilizzazione dell’islam, di istituire questa libertà spirituale, la più sublime e difficile di tutte, al posto di tutte le leggi inventate da generazioni di teologici!
toppi-tarots-04[…] Troppi credenti hanno talmente interiorizzato una cultura della sottomissione alla tradizione e ai “maestri della religione” (imams, muftis, shouyoukhs, etc.), che non capiscono neanche che si parla loro di libertà spirituale e non ammettono che si osi parlare loro di scelte personali a proposito dei “pilastri” dell’islam. Tutto ciò costituisce per loro una “linea rossa”, qualcosa di troppo sacro perché possano dare alla loro coscienza il permesso di rimetterlo in discussione! E ce ne sono tante di queste famiglie, di queste società musulmane nelle quali tale confusione tra spiritualità e servitù è radicata nelle loro menti dalla più giovane età e nelle quali l’educazione spirituale è talmente misera che tutto quello che riguarda la religione, in un modo o nell’altro, rimane pertanto qualcosa su cui non si discute!
Foto ricordoAdesso questo non è sicuramente imposto dal terrorismo di qualche pazzo, da qualche gruppo di fanatici inviati dallo Stato islamico. No, questo problema è infinitamente più profondo e infinitamente più vasto! Ma chi lo vedrà e chi lo pronuncerà? Chi vuole ascoltarlo? C’è silenzio a questo proposito nel mondo musulmano e nei media occidentali si sente solo più parlare di questi specialisti del terrorismo che aumentano giorno dopo giorno la miopia generale! Bisogna fare in modo che tu, amico mio, non ti illuda credendo e facendo credere che quando si finirà con il terrorismo islamico, l’islam avrà risolto i suoi problemi! Poiché tutto quello che ho evocato, una religione tirannica, dogmatica, letteraria, formalista, maschilista, conservatrice, regressista, è troppo spesso, non sempre, ma troppo spesso, l’islam ordinario, l’islam quotidiano che soffre e fa soffrire troppe coscienze, l’islam della tradizione e del passato, l’islam deformato da tutti coloro i quali lo utilizzano politicamente, l’islam che riesce ancora a mettere a tacere le Primavere arabe e la voce di tutti i giovani che chiedono qualcos’altro. Allora quando farai la tua vera rivoluzione?
niqab[…] Sicuramente nel tuo immenso territorio ci sono degli isolotti di libertà spirituale: delle famiglie che trasmettono un islam di tolleranza, di scelta personale, di approfondimento spirituale; dei contesti sociali nei quali la gabbia della prigione religiosa si è aperta o semi-aperta; dei luoghi in cui l’islam da ancora il meglio di sé che corrisponde ad una cultura della condivisione, dell’onore, della ricerca di sapere e una spiritualità alla ricerca di questo luogo sacro dove s’incontrano l’essere umano e la realtà ultima chiamata Allah. In Terra islamica e ovunque nelle comunità musulmane del mondo ci sono delle coscienze forti e libere, ma esse sono condannate a vivere la loro libertà senza certezza, senza riconoscenza di un diritto veritiero, lasciate a loro rischio e pericolo di fronte al controllo comunitario o addirittura talvolta di fronte alla polizia religiosa. Fino ad ora non è mai stato riconosciuto il diritto di dire “Io scelgo il mio islam”, “Ho il mio proprio rapporto con l’islam” da parte dell’ “islam officiale” di coloro che hanno una dignità. Questi ultimi invece si ostinano a imporre che “la dottrina dell’islam è unica” e che “l’obbedienza ai pilastri dell’islam è la sola soluzione”.
Egyptian SalafistQuesto rifiuto del diritto alla libertà religiosa è una delle fonti del dolore di cui tu soffri, o mio caro amico mondo musulmano, uno dei ventri oscuri dove crescono i mostri che fai infuriare da qualche anno davanti ai volti spaventati del mondo intero. Poiché questa religione del fare impone una violenza insostenibile interamente a tutte le tue società. Questa rinchiude sempre troppe delle tue figlie e tutti i tuoi figli in una gabbia di un Bene e di un Male, di un lecito (halâl) e di un illecito (harâm) che nessuno sceglie ma che tutti subiscono. Imprigiona le volontà, condiziona gli spiriti, impedisce o ostacola qualsiasi scelta di vita personale. In troppi dei tuoi paesi tu associ ancora religione e violenza, contro le donne, contro i “cattivi credenti”, contro le minoranze cristiane o altre, contro i pensatori e gli spiriti liberi, contro i ribelli, in modo tale da arrivare a confondere questa religione e questa violenza , tra i più squilibrati e i più fragili dei tuoi figli, nella mostruosità del jihad!
jihadPertanto, ti prego, non ti stupire, non fare più finta di stupirti che dei demoni come il cosiddetto Stato islamico ti abbiano rubato il volto! Poiché i mostri e i demoni rubano solo i volti già deformi a causa di troppe smorfie! E se vuoi sapere come fare per non mettere più al mondo tali mostri, te lo dirò. È allo stesso tempo semplice e molto difficile. Devi iniziare dal riformare tutta l’educazione che fornisci ai tuoi bambini, è necessario che tu riformi ciascuna delle tue scuola, ciascuno dei tuoi luoghi di sapere e di potere. È necessario che le riformi per dirigerle secondo dei principi universali (anche se non sei il solo a non rispettarli o a persistere nella loro ignoranza): la libertà di coscienza, la democrazia, la tolleranza e il diritto di cittadinanza per ogni diversità nella visione del mondo e nelle credenze, l’uguaglianza dei sessi e l’emancipazione delle donne sotto tutela maschile, la riflessione e la cultura critica del religioso nelle università, la letteratura, i media. Non puoi più tornare indietro, non puoi più fare di meno di tutto ciò! Non puoi più fare meno della rivoluzione spirituale la più completa! È il solo modo per te per non mettere più al mondo tali mostri e se non lo fai sarai ben presto distrutto dalla potenza della distruzione. Quando avrai correttamente portato a termine questo compito colossale, invece che rifugiarti ancora nella malafede e nell’accecamento volontario, allora più nessun mostro spregevole potrà venire a rubarti il volto.
All'asilo del califfo[…] Non sarei mai stato cosi severo in questa lettera se non credessi in te. Come si dice in francese: “Chi ama profondamente, castiga bene”. Al contrario, tutti coloro i quali non sono abbastanza severi con te attualmente, che ti scusano sempre, che ti voglio considerare sempre una vittima, o che non vedono la tua responsabilità in quello che ti accade, tutti loro in realtà non ti fanno del bene! Credo in te, credo nel tuo contributo nel fare del nostro pianeta un universo più umano e allo stesso tempo più spirituale! Salâm, che la pace sia in te

Abdennour BidarAbdennour Bidar
(15/10/2014)
Lettera aperta al
mondo musulmano
(trad. Stella Punzo)

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UOMINI E CAPRE

Posted in Kulturkampf, Masters of Universe with tags , , , , , , , , , , , on 4 settembre 2015 by Sendivogius

Satyr fucking goat

Che le religioni siano un condensato di storielle mitologiche, decontestualizzate in verità rivelate e certezze apodittiche, nelle quali riversare i deliri misticheggianti di menti disturbate, rientra nelle manifestazioni cliniche di alienazioni consolidate secondo una prassi secolare che prende il nome di “fede”.
Un uomo è considerato ancora puro quando sfoga la sua lussuria con una pecora o una capra Ne consegue che affidare la confutazione di certe sottigliezze teologiche a serafici sociopatici in fuga da qualche centro di igiene mentale non è affatto salutare, ma può avere delle conseguenze assolutamente esilaranti nel concentrato di assurdità persistenti e convinzioni totalmente illogiche, alla base del delirio mistico. Tali sono le distorsioni (e le perversioni) che un’ansia trascendente di purezza in un turbinio psicotico di paranoie ossessive produce nella psiche malata dell’allucinato idiota di turno, con velleità messianiche da predicatore in trasferta.
La mia capretta (1)Cosa spinga poi una massa eterogenea di maschi adulti, ancorché dementi, a mortificare il proprio aspetto trasformandosi in emuli scimmieschi dalle sembianze caprine, è uno di quegli enigmi che per l’appunto sottende il “mistero della fede”.
Uomini e CapreLe mandrie fanatizzate di caproni esaltati, che pascolano felici nei mattatoi del desolante “stato islamico”, ne costituiscono l’espressione più opprimente nell’ambito delle degenerazioni estreme dell’integralismo salafita.
Francis il muloTuttavia, purgato dalle produzioni torture-porn che inebriano la mistica malata dell’ISIS, nel suo esibizionismo caricaturale, l’islamismo della salafiyya si presta più di ogni altro a considerazioni di immagine. Per sua natura, il radicalismo religioso non giova all’estetica…
Goat-fuckersSul perché uno debba conciarsi come un repellente coglione in piena metamorfosi zoomorfa, rientra invece nei gusti (discutibili) di una scelta volta a definirne l’identità ‘religiosa’.

**READ WARNINGS BOX** Abu Qatada at his North London home. PALESTINIAN CLERIC, ABU QATADA , WHO HAS HAD HIS SOCIAL SECURITY STOPPED AFTER 180,000 WORTH OF FOREIGN CURRENCY WAS FOUND IN HIS HOUSE, AND HE IS ALSO LINKED WITH OSAMA BIN LADEN. QATADA IS APPEALING AT THE HIGH COURT TODAY AGAINST THIS DECISION, AND IS ALSO BEING GIVEN LEGAL AIDE WHICH IS EXPECTED TO COST 30,000.28/11/01NATIONAL PICTURES.stock picture

Macchiette tragiche ed al contempo ridicole, seguono un preciso guardaroba, studiato apposta per il fantozzi fondamentalista nella sua ricerca di distinzione da disadattato patologico: sottana da notte della nonna (djellaba); zucchetto; braghe a “zompafosso”, tagliate sopra le caviglie come segno di parsimonia (niente stoffa in eccesso); immancabili ciabatte d’ordinanza così da scalzarsi più in fretta, appecoronati a bocconi cinque volte al dì, per menare sonore capocciate sul pavimento onde esibire l’irrinunciabile zebiba sulla fronte tumefatta.

zabiba

Ovviamente è d’obbligo barbaccia ispida ed incolta, possibilmente rasata all’altezza dei baffi, perché così (pare) usava portare il profeta. C’è da chiedersi se questi avrebbero fatto altrettante, qualora Maometto fosse andato in giro con una zeppa infilata nel culo.
salafitiNaturalmente, al netto delle più sofisticate analisi di tipo sociologico, se questi caproni perennemente incazzati e angry-muslim-for-debbiecostantemente ingrifati, nel loro stato di sovreccitazione permanente vengono poi emarginati, tenuti a debita distanza e schifati (giustamente!) contro ogni tentazione da qualsiasi donna che non sia cieca, mentre non riescono a trovare uno straccio di lavoro o integrarsi nelle società straniere che hanno la straordinaria fortuna di ospitare simili esemplari, la colpa non può che essere del solito Occidente bieco e corrotto.
Isl'AmiciDa lì scaturisce la fondamentale interrelazione con le capre, per evidente affinità elettiva.
got him a goat pigSe non fosse per certi effetti collaterali da esposizione prolungata all’oltranzismo integralista nelle sue forme più ottuse, ci sarebbe da ridere di gusto…
Libano - Salafi cleric Sheikh Ahmad al-AssirSostanzialmente estranei a tutto ciò che non sia immediatamente riconducibile al medioevo e non abbia una dimensione puramente teocratica, non si interessano ad altro se non alla religione piegata e piagata alla più truce interpretazione fondamentalista. Il massimo problema verte su come tornare quanto prima all’età della pietra (ma prima delle pitture rupestri e della tumulazione dei cadaveri; entrambe pratiche blasfeme), così affine al deserto che per loro sfortuna li ha defecati con qualche millennio di ritardo nel XXI° secolo, dove galleggiano in stato di dissociazione permanente.
Goat loveQuando questi montoni barbuti hanno la ventura di entrare in un qualche parlamento l’effetto è semplicemente surreale, tanto la cosa dev’essere straniante nel trauma di una simile esperienza istituzionale…

egyptian-parliament (1)

Quando invece si trovano a gestire una qualche forma di potere ‘politico’, gli effetti sono tragici.

Isis flagEd i milioni di profughi siriani in fuga lungo i Balcani da un Medio Oriente trasformato in un immane merdaio immerso nel sangue, sta lì a ricordarcerlo in tutta la sua drammatica realtà, al netto di un relativismo fuori luogo che nulla ha di ‘culturale’.

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GEHENNA

Posted in Masters of Universe with tags , , , , , , , , , , , , , on 22 agosto 2015 by Sendivogius

Gehenna by Irie-Stock

Scaduto il fatto, archiviato l’evento. È il destino triste della notizia liofilizzata e concentrata per il consumo veloce, da metabolizzare in fretta nella dimenticanza dell’oblio; finché il prossimo scempio o una nuova strage non giungerà a ricordare la persistenza della minaccia presente, che si vorrebbe credere lontana. E dunque estranea.
Khaled Al-AsaadC’è solo una cosa che indigna più della ‘passione’ dell’anziano Khaled al-Asaad, archeologo 82enne e direttore del sito Khaled Asaadarcheologico di Palmira in Siria, torturato, decapitato e infine crocifisso dalle belve barbute dello “Stato Islamico”, per aver difeso la blasfemia e diffuso il politeismo avendo messo al sicuro le pietre scolpite dell’antica città romana trasformata dal pio “Califfato” in un teatro per esecuzioni di massa ed altre perversioni collettive…
Esecuzioni nel teatro romano di PalmiraEsecuzioni nel teatro romano di Palmira (1)È la sostanziale pusillanimità di un “Occidente” distratto e assente, per un Europa china sulla sola quadratura contabile, che si consola con le bandiere a mezz’asta e qualche drappo a lutto nella sostanziale indifferenza del pubblico, che preferisce non vedere e non sentire…

Occidente

Piazza del Duomo a Milano (11-07-2004)

E lo fa nell’ipocrita illusione che ciò basti ad arginare l’avanzata dell’orda nera, o abbia una qualche funzione deterrente nei confronti del truce fondamentalismo che alimenta i sogni malati degli irsuti montoni dalle barbe caprine, confluiti nell’abisso senza fondo dell’ISIS.
Kindergarten a RaqqaCiò che questi inciabattati selvaggi regrediti ad uno stadio ferino di brutalità primordiale portano in dote è un mondo oscuro, senza arte, né cultura, né musica, né poesia, senza alcuna bellezza, e finanche senza alcuna memoria di sé, consacrato ad una divinità primitiva e crudele da compiacere nel sangue di un’orgia di distruzione iconoclastica, per un nuovo medioevo barbarico, ansiosi come sono di condividere col resto del mondo l’inferno che li ha vomitati sulla terra.
Lo SchiaccianociRaramente, il male si è manifestato in modo così radicale ed assoluto, a tal punto da rasentare tratti dalla natura demoniaca tanto è profonda la malvagità che ne esplica l’azione, come forse non s’era visto nemmeno durante il nazismo, in una sorta di unicum senza termini di paragone nella storia recente.

La nuova Siria liberata

C’è qualcosa di profondamente morboso e malato nelle distorsioni di un credo religioso e perverso, votato alla morte, che coltiva ed esalta gli istinti peggiori dei suoi adepti; che ne divora a tal punto l’animo e le menti, da condizionarne persino l’aspetto in una metamorfosi belluina che sembra cambiare persino fisicamente i suoi allucinati seguaci, tanto da deformarne i tratti in una sorta di animalesco ibrido umanoide e scimmiesco, che sembra richiamare certe mutazioni lovecraftiane.
Isl'Amici a BerlinoCome una neoplasia in espansione, si accumula nel grembo delle civiltà nella negazione delle stesse, spargendo le sue metastasi, mentre il chirurgo indugia pensando che certi carcinomi in crescita possano essere in qualche modo assorbiti e reintegrati nel riassorbimento del tessuto tumorale, tramite il ristabilimento dell’equilibrio omeostasico. Come se fosse possibile convivere con un cancro.

Members of a heavily armed militia group hold their weapons in Freedom Square in Benghazi February 18, 2014. The Morning Glory affair is one of the starkest symbols yet of how weak Libya's central authority is. Three years after a NATO-supported revolt toppled Muammar Gaddafi, Libya is at the mercy of rival brigades of heavily armed former rebel fighters who openly and regularly defy the new state. Picture taken February 18, 2014. To match Insight LIBYA-MILITIAS/ REUTERS/Esam Omran Al-Fetori (LIBYA - Tags: CIVIL UNREST POLITICS) - RTR3J62V

«Il male vince sempre grazie agli uomini dabbene che trae in inganno; e in ogni età si è avuta un’alleanza disastrosa tra abnorme ingenuità e abnorme peccato

Gilbert Keith Chesterton
“Eugenics and Other Evils”
(Londra, 1922)

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Vous êtes des CONS!

Posted in Kulturkampf with tags , , , , , , , , , , , , , , , on 27 giugno 2015 by Sendivogius

Je suis 'sto cazzo!Quando ci si approccia alle gesta sanguinarie dei sedicenti “martiri” dell’ISIS, si ha come l’impressione che si stia parlando di una sorta di agente patogeno sconosciuto, che contagia a loro insaputa degli ingenui sempliciotti che passano troppo tempo a pregare a culo per aria, sbattendo a ripetizione la testa sul pavimento (e gli effetti si vedono!).
zombie-apocalypseTutt’al più, vengono in mente quelle zombie apocalypse che tanto hanno fatto la fortuna di un certo filone cinematografico, tutto frattaglie estreme e niente sostanza per trame Abu Hamza al Masristereotipate, quasi si trattasse di una misteriosa contaminazione virale che infetta innocui cittadini, trasformandoli in rabbiosi psicopatici omicidi, con addosso almeno 5 paia di mutande, sottana bianca, e ciabattoni d’ordinanza ai piedi.

ragheads

E si finge di ignorare invece che lungi dall’essere un’epidemia occasionale, il fenomeno si muove su precise direttive d’onda; matura in uno specifico brodo di coltivazione, all’interno di un contesto socio-culturale ben definito e fin troppo esplicito nella sua matrice religiosa e fondamentalista, che ipocritamente si finge di ignorare per una distorta visione falsamente inclusiva.
Ban Democracy Implement islam In confronto, un “occidente” spaurito e fatalista non ha niente di meglio che esprimere il suo messaggino pronto selfie da rimbalzare in un tweet; auto-compiacersi di una sì grande capacità di mobilitazione e coesione al suo interno, con sfilate mediatiche che servano più a rassicurare le masse che a fornire soluzioni reali. Quindi ritornare in letargo, continuando ad ignorare l’evidenza del problema fino alla prossima ricaduta; ovvero, quei “gesti isolati”, che però si ripetono con cadenza ciclica regolare e tutta in crescendo, come se costituissero ormai una specie di ricorrenza fissa.
je suis hypocriteAd un anno dalla proclamazione dello “stato islamico in Iraq e Levante”, gli aspiranti seguaci del califfo hanno deciso a modo loro di festeggiare il lieto anniversario, in un corollario di stragi ed attentati su scala mondiale che fanno vibrare la libido di questi macellai in franchising. Evidentemente, il mese di ramadan non giova alla salute degli “infetti” ai quali il digiuno prolungato non fa che incrementare l’eccesso di tossine accumulate in cervelli già malati e devastati dalla sindrome psicotica che ne divora l’anima oscura.
Religione di paceSe c’è una cosa che questi ultimi attentati ci dovrebbero insegnare, è che concetti come “democrazia”, “libertà”, “tolleranza” non sono conquiste acquisite per sempre né intangibili, ma richiedono una vigilanza costante nella difesa delle stesse. A meno che non si voglia rimanere nell’ambito delle pure astrazioni intellettuali e con esse baloccarsi, nell’illusione che la Storia sia un’evoluzione lineare col progresso dei popoli e che nulla possa intaccare tali conquiste di civiltà, ridotte nei fatti a parole vuote.
Probabilmente, nell’accentramento sempre più oligarchico dei poteri e lo svuotamento della rappresentanza, le democrazie europee (o quel che ne rimane) stanno attraversano il loro periodo più buio dalla fine della seconda guerra mondiale, schiacciate come sono dalle nuove tecnostrutture burocratiche e l’insorgere dei populismi revanchisti, in un affastellarsi di problematiche che i governi non sembrano assolutamente attrezzati ad affrontare.
Ἐκβλόγγηθι Σεαυτόν Asocial NetworkPer la bisogna, rispolveriamo Karl Popper, filosofo tra i meno conosciuti ma tra i più citati, con estimatori ideologicamente trasversali, il quale nella sua lunga carriera non s’è occupato solo di televisione..! E, a proposito della società aperta e dei suoi nemici (1945), lo facciamo onde ribadire un concetto che dovrebbe essere lapalissiano tanto è elementare, ma che troppo spesso viene smarrito tra le pantomime di un potere sempre più autoreferenziale, nella pletorica esibizione di piccoli regoli repubblicani allo sbaraglio…

La società aperta «Sono le istituzioni democratiche e solo queste a costituire una società democratica. E le regole della democrazia possono venir fissate nei seguenti punti:
a) La democrazia non può compiutamente caratterizzarsi come governo della maggioranza, benché l’istituzione delle elezioni generali sia della massima importanza. Infatti una maggioranza può governare in maniera tirannica. La maggioranza di coloro che hanno una statura inferiore a 6 piedi può decidere che sia la minoranza di coloro che hanno statura superiore a 6 piedi a pagare le tasse. In una democrazia, i poteri dei governanti devono essere limitati ed il criterio di una democrazia è questo: in una democrazia i governanti – cioè il governo – possono essere licenziati dai governati senza spargimenti di sangue. Quindi se gli uomini al potere non salvaguardano quelle istituzioni che assicurano alla minoranza la possibilità di lavorare per un cambiamento pacifico il loro governo è una tirannia.
E io fò le orecchie da mercanteb) Dobbiamo distinguere soltanto fra due forme di governo, cioè quello che possiede istituzioni di questo genere e tutti gli altri; vale a dire fra democrazia e tirannide.
c) Una costituzione democratica consistente deve escludere soltanto un tipo di cambiamento nel sistema legale, cioè quel tipo di cambiamento che può mettere in pericolo il suo carattere democratico.
d) In una democrazia, l’integrale protezione delle minoranze non deve estendersi a coloro che violano la legge e specialmente a coloro che incitano gli altri al rovesciamento violento della democrazia.
Anjem-Choudarye) Una linea politica volta all’instaurazione di istituzioni intese alla salvaguardia della democrazia deve sempre operare in base al presupposto che ci possono essere tendenze antidemocratiche latenti sia fra i governati che fra i governanti.
Patriot Actf) Se la democrazia è distrutta, tutti i diritti sono distrutti, anche se fossero mantenuti certi vantaggi economici goduti dai governati, essi lo sarebbero solo sulla base della rassegnazione.
g) La democrazia offre un prezioso campo di battaglia per qualsiasi riforma ragionevole dato che essa permette l’attuazione di riforme senza violenza. Ma se la prevenzione della democrazia non diventa la preoccupazione preminente in ogni battaglia particolare condotta su questo campo di battaglia, le tendenze antidemocratiche latenti che sono sempre presenti […] possono provocare il crollo della democrazia. Se la comprensione di questi principi non è ancora sufficientemente sviluppata, bisogna promuoverla. La linea politica opposta può riuscire fatale; essa può comportare la perdita della battaglia più importante, che è la battaglia per la stessa democrazia
[…]
«Il cosiddetto “paradosso della libertà” è l’argomento per cui la libertà, nel senso dell’assenza di qualsiasi controllo restrittivo, deve portare ad un’enorme restrizione, perché rende i prepotenti liberi di schiavizzare i mansueti…..
radical-islamists-in-londonMeno noto è invece il “paradosso della tolleranza”: la tolleranza illimitata porta alla scomparsa della tolleranza. Se estendiamo l’illimitata tolleranza anche a coloro che sono intolleranti, se non siamo disposti a difendere una società tollerante contro gli attacchi degli intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti e la tolleranza con essi. In questa formulazione, io non implico che si debbano sopprimere le manifestazioni delle filosofie intolleranti; finché possiamo contrastarle con argomentazioni razionali e farle tenere sotto controllo dall’opinione pubblica, la soppressione sarebbe certamente la meno saggia delle fascismdecisioni. Ma dobbiamo proclamare il “diritto” di sopprimerle, se necessario, anche con la forza; perché più facilmente può avvenire che esse non siano disposte ad incontrarci a livello dell’argomentazione razionale, ma pretendano di ripudiare ogni argomentazione. […] Noi dovremmo quindi proclamare, in nome della tolleranza, il diritto a non tollerare gli intolleranti. Dovremmo insomma proclamare che ogni movimento che predica l’intolleranza si pone fuori legge e dovremmo considerare come crimini l’incitamento all’intolleranza e alla violenza

Karl R. Popper
La società aperta e i suoi nemici
Armando Editore (2002)

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