Archivio per IMU

CIALTRONITE

Posted in Stupor Mundi with tags , , , , , , , , , , , on 19 luglio 2015 by Sendivogius

cialtrone

Consumata in fretta la mancetta degli 80 euri, ci si chiedeva da tempo cosa mai avrebbe tirato fuori dal cilindro sfondato questo televenditore di fuffa a domicilio, per risalire nei sondaggi che lo danno in caduta libera di consensi con l’indice sempre variabile del gradimento degli italiani.
renzi Strabordante nel suo enorme faccione da girello bollito (per non dire da culo), col solito sorriso ebete incorporato a marchio dop, eccolo gattonare il vitello tonnato che si crede d’oro con addosso il doppiopetto riciclato del Pompetta pazza, mentre ne rilancia e raddoppia le balle potenziate. Come un piazzista di pentole usate, ri-annuncia il taglio dell’IMU (già ICI) dai baracconi deserti dell’Expo milanese, trasformata in location del partito bestemmia per la propaganda di governo, con la claque precettata a pagamento per il contorno coreografico attorno alla pappa riscaldata.

aboliremo IMUPer noi la prima casa è sacra come è sacra la famiglia. Per questo aboliremo l’Ici. Avete capito bene: aboliremo l’Ici su tutte le prime case, e quindi anche sulla vostra. Avevamo detto: ‘la forza di un sogno, cambiare l’Italia’. E lo stiamo facendo.”

Silvio Berlusconi
(03/04/2006)

pentole-08Non si tratta di plagio, bensì di un tributo in omaggio al Papi putativo, da cui discende come il figlio e lo spirito santo. All’epoca si parlò di “esperimento di demagogia”, “boutade elettorale”, “populismo mediatico”… Oggi invece si chiama “rivoluzione copernicana”; ovvero: prendete una menata conclamata, fissatela al centro di un vuoto cosmico, e vedrete che ogni cialtrone comincerà a girarci attorno in moto perpetuo, passando sempre per il punto di partenza senza arrivare da nessuna parte.
Missione compiutaEvidentemente, il Bomba deve aver pensato che nell’imminenza delle prossime elezioni, il modo migliore per conquistare gli elettori consiste nel comprarseli. E cosa c’è di meglio che rimettere mano alla tassa sulla casa, promettendo di eliminarla del tutto, senza distinzioni, senza coperture, senza tenere in alcun conto gli scaglioni di reddito, per un ennesimo regalo ai ricchi ed ai grandi proprietari immobiliari (il Gruppo Caltagirone ringrazia).
Renzi il CazzaroOrmai il passaggio di testimone tra Papi e Figlio può dirsi completato, tanto sono complementari ad eccezione del codazzo di bagasce a carico, che rende inconfondibile quell’altro fior di ‘statista’ da Arcore. D’altronde, ogni Wanna Marchi ha il suo Mago do Nascimento, nell’impossibilità di distinguere oramai l’uno dall’altra, tanto le reciproche smarronate sono sovrapponibili tra loro in assenza di discontinuità. Tra cazzari, l’intesa è totale per affinità elettiva. Nella guerra dei peti, vince chi la spara più grossa, tanto una stronzata tira l’altra. 

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Bagno di Sangue

Posted in A volte ritornano, Kulturkampf, Stupor Mundi with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 20 febbraio 2013 by Sendivogius

CARRIE - Lo sguardo di Satana

In uno dei suoi film più significativi, Nanni Moretti, esasperato dalla terrificante sequenza di idiomatismi della sua intervistatrice, la congeda a schiaffoni (“ma come parla?!?”). Perché le parole sono importanti.

“Chi parla male, pensa male e vive male.
Bisogna trovare le parole giuste:
le parole sono importanti!”

Palombella rossa (1989)

Oggi, dinanzi alla crisi neo-weimariana di partiti con scarso o nessun appeal, ci ritroviamo nuovamente a discettare sulla discesa in campo dell’ennesimo miliardario, che arringa le folle con invettive da bar sport e metafore bellicose dalle gocciolature grandguignolesche.
Il Giullare - di William Merritt ChasePer gli strani ricorsi della storia, inconsapevoli se ci tocchi di vivere in sorte la farsa o la tragedia, a segnare lo zeitgeist di un tempo imperfetto è la staffetta tra il monarca che si fece buffone ed il giullare che volle farsi re, a ruoli interscambiabili, nell’imprescindibilità del cialtrone come figura immanente della politica italiana e per il sollazzo della plebe plaudente.
Dopo lunghi anni trascorsi a bandire ed esorcizzare ogni forma di dissenso organizzato, dopo la remissione sociale di una generazione dimenticata prima ancora che “perduta” (difficile smarrire qualcosa che non si è mai cercato), di rancore da parte di chi ansioso più che altro di omologarsi al “sistema” se ne è sentito respinto, di rabbia sopita e sempre inespressa, gli italiani hanno finalmente riscoperto il gusto per la “protesta”, che nella Penisola ha sempre assunto di preferenza le forme delle recriminazione, erroneamente scambiata per ‘rivoluzione’…
In un’altra crisi altrettanto devastante (quella del 1929), Camillo Berneri, che evidentemente conosceva bene la malapianta del populismo, ebbe a dire con la lucidità che ne contraddistingueva le analisi:

La rivolta non sarà morale. Sarà lo scoppio di un generale malcontento egoistico, di una esasperazione di ventri vuoti.

Attualmente, in Italia il meglio che la protesta ha saputo produrre è Beppe Grillo e la sua alba dorata a cinque stelle: specchio di una nazione, in grado di dirla lunga sul livello di maturità democratica e coscienza civile di un popolo che, con ogni evidenza, non riesce proprio ad affrancarsi dal mito del demiurgo risolutore e dalle pagliacciate ad effetto nella fiera dell’arcitaliano. Attilio RegoloE per fortuna che al fianco del profeta ha preso posizione anche Adriano Celentano! Adesso sì che siamo davvero in una botte di ferro (proprio come quella di Attilio Regolo).
Capita così che un’ordinaria campagna elettorale (la più scialba e vuota che si sia mai vista!) diventi un “bagno di sangue”, ignorando evidentemente il significato del termine, con parlamenti da bombardare e rastrellamenti da fare, per galvanizzare le scalcinate sturmtruppen alla “terza guerra mondiale”.
Mai come oggi è stato facile inveire contro i partiti. Oggettivamente sono indifendibili. Di questi si può ormai dire di tutto e di peggio. Ma una protesta è destinata ad essere senza futuro, se è priva di idee concrete. E non è che il Paese si può fermare, fintanto che gli ensiferi se ne facciano venire qualcuna su suggerimento del misterioso “Staff” ed elaborazione della Casaleggio Associati.
Se è semplicissimo criticare e denigrare i programmi dei partiti in lizza, si dimentica però che ciò è possibile per il semplice motivo che le proposte e l’offerta elettorale è arcinota e dunque confutabile.
Per questo possiamo rigettare le ricette monetariste di un Monti, arenato nell’indecenza della sua arroganza accademica.
Rifiutare l’inconsistenza dell’elusivo partitone bersaniano che nella sua “Carta di intenti” riesce a non pronunciare quasi mai la parola ‘sinistra’, ma ha la disarmante onestà intellettuale di vendere anima e culo “per un accordo di legislatura con le forze del centro moderato” (pag.8), con esplicita ammissione, a prescindere da qualunque sia il risultato elettorale:

«I democratici e i progressisti s’impegnano altresì a promuovere un “patto di legislatura” con forze liberali, moderate e di Centro, d’ispirazione costituzionale ed europeista, sulla base di una responsabilità comune di fronte al passaggio storico, unico ed eccezionale, che l’Italia e l’Europa dovranno affrontare nei prossimi anni.»
 (pag.14)

Del M5S invece si ignora tutto, dal programma reale agli obiettivi, dai Whocandidati alle proposte. Non male per chi a parole predica la massima trasparenza. Ammantato dall’alone catartico del Nuovo (la formula di successo che in Italia ci ha regalato prima il fascismo, poi il leghismo ed il berlusconismo) è un pacchetto a scatola chiusa, che si accetta per mistero L'Urlo del Merdonedella fede, impermeabile com’è ad ogni verifica sul concreto. A meno che non si intendano davvero come proposte alternative e anti-sistema i frizzi, i lazzi, e le scemenze di un saltimbanco che strepita e gigioneggia, sproloquiando su di un palco.
Del fenomeno Grillo non ci dilungheremo oltre, avendone già parlato in abbondanza (per esempio QUI, ma anche QUI e QUI).
Si possono (e si devono) disprezzare le televendite elettorali del Pornonano, finte come i suoi capelli; schifarne le promesse, false come il fondotinta che ne colora il volto cadaverico.
Ma la strombazzata restituzione dell’IMU, con tanto di lettera patacca, in perfetto stile Cetto La Qualunque, non è molto diversa da quella del Grullo a cinque stelle, che fanfaroneggia di “sussidio di cittadinanza” promettendo a tutti gli italiani 1.000 euro al mese. A occhio, è una cifra ricompresa tra i 35 ed i 40 miliardi di euro all’anno. Al confronto, pare un’inezia quanto incassato in un anno di IMU, peraltro da cancellare senza spiegare come compensare. E sempre ammesso che i beneficiari del sussidio siano ‘solo’ tre milioni di persone. E di fanfaluca in fanfaluca assicura che reperirà un simile importo dai rimborsi elettorali.
Certo. E Cicciolina è vergine!
DON'T SAY BULLSHITS! - Ergo Proxy Render by Margoth64In fondo, l’obiettivo del guru ligure e dei suoi adepti in estasi è semplice: prendere il controllo della nave e buttare a mare tutti coloro che attualmente ed in passato sono stati sulla plancia di comando. Senza distinzioni. Non importa l’ordine e grado, le responsabilità e le mansioni. Canada mutiny on Hudson's ship - antique-print-c1880Dal comandante all’ultimo degli ufficiali, dal cartografo al radiotelefonista, vanno tutti scagliati fuoribordo, per il semplice fatto di essere stati lì nella sala di regia. Per Grillo e la sua folla osannante sono tutti Schettino, nessuno escluso. E poco importa se i mozzi ora al comando nulla sanno di navigazione e strumentazione di bordo, mentre il vascello se ne va allegramente alla deriva, senza che alcuno si preoccupi di stabilire una rotta né scegliere una destinazione, perché prima o poi da qualche parte arriverà.
La nave dei folliGrillo riempie la piazza e tanto basta. Fa tendenza. E la “protesta” è liquida nella finzione scenica di chi scambia la coreografia per mobilitazione, nella rassicurante anomia collettiva. Due battute, applausi, e tutti a casa, contenti di cotanto impegno per il “cambiamento”.
Se le piazze fossero l’esclusivo metro di misura della democrazia, e fosse sufficiente riempirle per amministrare al meglio un Paese, allora tanto valeva tenerci gli inventori delle “adunate oceaniche”
La folla saluta il duce a Piazza VeneziaSe i sondaggi fossero una scienza esatta (e non lo sono), sarebbe facile tracciare una mappa dei flussi di consenso al bacino potenzialmente eterogeneo dei “cinque stelle”, mentre tutti piazzano la propria bandierina nella grande enclave degli ‘indecisi’… Nonostante tutto, il PD non flette, mentre il SEL di Vendola perde consensi a favore della lista di Ingroia. Quindi, se la matematica non è (ancora) un’opinione, il sedicente M5S attinge il grosso dei suoi consensi tra l’ex elettorato dipietrista. E soprattutto da quello leghista e burlusconiano (già democristiano e fascista), oggi certamente molto indignato contro quel ‘sistema’ e quella ‘politica’ che, causa crisi economica, ha smesso di elargire prebende dispensando assunzioni e favori. Nella flagranza dei loro piccoli egoismi provinciali, rivogliono indietro i “soldi”, che non sono sottratti in senso lato alla comunità tutta ma a se stessi. Per questo amano tanto fare i conti in tasca alla “casta”, che ebbra di ricchezze sembra essersi dimenticata di loro.
A buon ragione, si obietterà su come il M5S prenda voti anche a sinistra… Ovviamente. Ogni parrocchia ha i suoi preti spretati.
Sembra che al dotto Gianroberto Casaleggio piacciano i francesismi dei monarchi inglesi, in omaggio alla tradizione degli ordini cavallereschi (honni soit qui mal y pense). Ebbene, gliene regaliamo uno…
Edoardo I In merito a certe perdite, nel 1296, un vecchio re, Edoardo I Plantageneto, informato della defezione degli scozzesi che giammai avrebbero voluto sottostare ai voleri della Corona inglese, preferendo la frusta dei rozzi lords di puro sangue highlander, senza preoccuparsene troppo chiosò sprezzante: Bon bisoigne fait que de merde se delivre.”
È superfluo ricordare come William Wallace che aveva guidato la defezione, di lì a pochi anni finirà squartato vivo sul patibolo a Londra, tra gli sghignazzi divertiti della più infima plebaglia.
Né destra né sinistra, il Grillismo è una religione e come tale richiede verità di fede. Il bisogno di un “nemico”, la denuncia di complotti inesistenti, il vittimismo da finte persecuzioni… tutto fa brodo nella costruzione mitopoietica di una proiezione tutta personale. La “casta”, i “partiti”, le “larve della politica”, il “parlamento”, sono un obiettivo perfetto da dare in pasto alle masse che chiedono idee semplici e bersagli facili. Pronte a bersi ogni panzana, anche la più assurda purché ben confezionata e, soprattutto, urlata.
L'amante pelosoPeccato che nel momento in cui si varca la fatidica soglia di Montecitorio, le distinzioni si elidano fino a scomparire ed il predatore si trasformi in preda per gli appetiti convulsi della folla aizzata a comando, ai cui occhi sono “tutti uguali” a prescindere. Ma, almeno per ora, il nemico è chiaro…

Parlamento «Si pensi di quali pietosi elementi siano composti, in generale, i cosiddetti “programmi di partito”, e come di tempo in tempo vengano spolverati e rimessi alla moda! E’ necessario porre sotto la lente d’ingrandimento i motivi essenziali delle “commissioni per il programma” dei partiti, per bene intendere il valore di questi aborti programmatici. Una sola preoccupazione spinge a costruire programmi nuovi o a modificare quelli che già esistono: la preoccupazione dell’esito delle prossime elezioni. Non appena nella testa di questi giullari del parlamentarismo balena il sospetto che l’amato popolo voglia ribellarsi e sgusciare dalle stanghe del vecchio carro del partito, essi danno una mano di vernice al timone. Allora vengono gli astronomi e gli astrologhi del partito, i cosiddetti “esperti” e “competenti”, per lo più vecchi parlamentari che, ricchi di esperienze politiche, rammentano casi analoghi in cui la massa finì col perdere la pazienza, e che sentono avvicinarsi di nuovo una minaccia dello stesso genere. E costoro ricorrono alle vecchie ricette, formano una “commissione”, spiegano gli umori del buon popolo, scrutano gli articoli dei giornali e fiutano gli umori delle masse per conoscere che cosa queste vogliano e sperino, e di che cosa abbiano orrore. Ogni gruppo professionale, e perfino ogni ceto d’impiegati viene esattamente studiato, e ne sono indagati i più segreti desideri. Di regola, in questi casi diventano maturi per l’indagine anche “i soliti paroloni” della pericolosa opposizione e non di rado, con grande meraviglia di coloro che per primi li inventarono e li diffusero, quei paroloni entrano a far parte del tesoro scientifico dei vecchi partiti, come se ciò fosse la cosa più naturale del mondo.
Scatola di tonno(…) Ogni mattina, il signor rappresentante del popolo si reca alla sede del Parlamento; se non vi entra, almeno si porta fino all’anticamera dove è esposto l’elenco dei presenti. Ivi, pieno di zelo per il servizio della nazione, iscrive il suo nome e, per questi continui debilitanti sforzi, riceve in compenso un ben guadagnato indennizzo. Dopo quattro anni, o nelle settimane critiche in cui si fa sempre più vicino lo scioglimento della Camera, una spinta irresistibile invade questi signori. Come la larva non può far altro che trasformarsi in maggiolino, così questi bruchi parlamentari lasciano la grande serra comune ed, alati, svolazzano fuori, verso il caro popolo. Di nuovo parlano agli elettori, raccontano dell’enorme lavoro compiuto e della perfida ostinazione del altri; ma la massa ignorante, talvolta invece di applaudire li copre di parole grossolane, getta loro in faccia grida di odio. Se l’ingratitudine del popolo raggiunge un certo grado, c’è un solo rimedio: bisogna rimettere a nuovo lo splendore del partito, migliorare il programma; la commissione, rinnovata, ritorna in vita e l’imbroglio ricomincia.
(…) Quindi, se oggi al nostro movimento viene fatto, da parte soprattutto dei cosiddetti ministri nazionali borghesi, ed anche del centro cattolico lo spiritoso rimprovero di tendere ad una “rivoluzione”, a questo politicantismo da burla si può dare una sola risposta: “Si, noi cerchiamo di ricuperare ciò che voi, nella vostra criminale stoltezza, avete perduto”.»

Non è Beppe Grillo che sbraita in uno dei suoi comizi, ma Adolf Hitler nel primo capitolo del Mein Kampf.
Adunata nazista allo stadio di NorimbergaE del resto, nei modi e nei toni, con l’isterico caporale di Braunau l’arruffapopolo ligure sembra condividere parecchio…

Se le parole sono importanti, non meno lo è la gestualità e l’uso del linguaggio.

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Silvio La Qualunque

Posted in Stupor Mundi with tags , , , , , , , , on 4 febbraio 2013 by Sendivogius

PROPOSTA CHOCK:
 Delibereremo la restituzione dell’IMU. Le famiglie saranno rimborsate in contanti e per la prima volta sorrideranno, ricevendo una lettera dal fisco. I rimborsi potranno essere su C/C o cash.
Taglieremo i costi della politica, dimezzeremo il numero dei parlamentari, aboliremo del tutto il finanziamento pubblico per i partiti. In cinque anni possiamo ridurre le spese dello Stato di 80 miliardi.
Meno tasse su imprese, famiglie e lavoro…

…E ovviamente il “condono tombale”, che si aggiunge al milione e mezzo di posti di lavoro, la sconfitta del cancro, il ponte sullo Stretto e altre boiate assortite, che spara così come gli vengono nella testa… per la gioia dei papiminkia nel Paese dei coprofagi, mai paghi di tante stronzate…

È insuperabile!!! Il gangster che prevale sul cialtrone! Solo il Pornonano poteva promettere soldi “cash”, in contanti, ossessionato com’è dai controlli anti-riciclaggio, tanto è abituato a trafficare in mazzette e compravendita di voti…

 

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LE PAROLE E I FATTI

Posted in Business is Business, Masters of Universe with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 20 novembre 2012 by Sendivogius


Ci sono due modi per smantellare l’impalcatura sociale di un Paese:

1) Da una parte, l’impeto fracassone e la cialtroneria ducesca delle nuove oclocrazie populiste, che si alimentano dell’esibizionismo pornografico e dell’arroganza pacchiana dei provinciali arricchiti, attraverso il saccheggio compulsivo della respublica.
2) Dall’altra, il mondo fluttuante della finanza globalizzata, il verbo liberista sceso ad ispirare i teatrini della post-democrazia, che diventa carne geneticamente modificata nell’austerità tecnocratica di distinti signori borghesi, provenienti delle aristocrazie timocratiche e dalle sagrestie della finanza bianca d’ispirazione confessionale.
In entrambe i casi, a perderci è la Democrazia.
Solitamente, il primo sistema si nutre del gigionismo esasperato di vecchi avanzi da cabaret. Spesso, la loro eccitazione istrionica attira troppe attenzioni e viene reputata sconveniente nei salotti che contano: gli utili idioti hanno in genere tempi di scadenza ravvicinati. Perciò, la tendenza a strafare e l’eccessiva sovraesposizione finiscono quasi sempre con l’annullare gli effetti desiderati. Nei casi più estremi, si rischia di mandare a puttane intere nazioni. E mai metafora fu interpretata alla lettera come in Italia!

Al contrario, il secondo sistema punta all’esatto opposto del primo: liquidata la volgarità dei servi, concentra tutto sulla sobria austerità della nobiltà padronale, travestita da buon fattore. Se il trucco riesce, si finisce con lo scambiare la tutela di una serie di interessi proprietari per interessi comuni. La prassi ordinaria rifugge da gesti eclatanti e da ignobili pagliacciate. Piuttosto, si nutre di imperativi categorici, quasi sempre provenienti da entità astratte di eterea collocazione: Ce lo chiede l’Europa… Bisogna assecondare le percezioni dei mercati… Ce lo chiedono gli investitori
È un po’ come Mosé che sente le voci e convince il popolo a seguirlo nella “Terra Promessa”, salvo girare a vuoto per 40 anni in un deserto inospitale!
Il paradosso più eclatante di una situazione surreale, che la dice lunga sulla maturità democratica di un popolo e l’intelligenza politica degli italiani, è di aver considerato come una cosa assolutamente normale la presenza in cucina di un pornomane che grufola, mangia con le mani e flatuleggia, mentre si ingozza insieme alla sua vorace corte dei miracoli. Secondo i moderati nostrani, non c’era niente di meglio disponibile sulla piazza. Invece, si è reputata un’eccezione la presenza di un’ospite che a tavola si serve di coltello e forchetta, sa come si usano e conosce le basi della buona educazione.
È il caso fortunato del prof. Mario Monti: antitetico nei modi e nell’aspetto al suo predecessore, ne eredita il programma di governo e la prassi emergenziale, insieme a certe estemporaneità promozionali: come il Pornonano, va in giro per il mondo a rilanciare l’immagine del Paese e la propria (fortunatamente con effetti diametralmente opposti!). Avido di complimenti e di riconoscimenti, ad un anno dal suo insediamento al governo, se li tributa da solo con manifesti celebrativi pubblicati on line sul sito del governo: 14 pagine di indulgente auto-sbrodolamento. Naturalmente, non perde occasione di incensare il suo operato, con un’opera dal titolo evocativo: Le Parole e i Fatti. Evidentemente, il magnifico professore non sa che chi si loda s’imbroda. E magnifiche sono state le circostanze di promozione editoriale: all’Università Bocconi, davanti una platea di privilegiati, mentre all’esterno dell’ateneo privato gli studenti della scuola pubblica in protesta contro i tagli del governo all’Istruzione venivano manganellati dalla polizia.
Raccoglie il copione dal passato, ma reinterpreta il tutto in maniera “sobria” all’insegna dell’Austerità. Ad un anno dall’insediamento del professore e del suo direttorio tecnocratico, così com’era comparsa inaspettata, come per incanto la famigerata crisi è svanita.
I risultati ci sono, ma non si vedono (è sempre un problema di percezione!). E dunque, ad un anno di distanza vediamoli questi risultati così eclatanti…
I dati sono desunti dalla Banca d’Italia ed elaborati dal Sole 24 Ore (noto foglio bolscevico). Giudicate da soli:

DER PROFESSOR
Dalla sua realtà parallela, Mario Monti interpreta il triplice ruolo di Commissione, Studente e Professore, si valuta da solo e ovviamente si promuove a pieni voti.
In un afflato rassicurante, ci fa sapere che l’Italia è una grande potenza industriale (ma va?!?) dai solidi fondamenti economici e sopratutto (udite! udite!):

L’Italia non è un paese debitore, non deve neanche un euro ai fondi ‘salva-Stati’ ed è il terzo contributore non solo dei bilanci Unione Europea, ma anche dei salvataggi verso Atene e il Portogallo.
 (18/11/2012)

Ad un anno dalla terapia ‘tecnica’ che sta stroncando il nostro tessuto produttivo e sociale, apprendiamo dunque che l’Italia non solo non è mai stata a rischio default e che, nonostante un debito pubblico nel frattempo lievitato a 2.000 miliardi (in massima parte pregresso), il Paese non è esposto verso i creditori esteri, ma si può altresì permettere di foraggiare gli anelli deboli della UE. E dunque la famosa emergenza?

«Il governo ha cercato di mettere in sicurezza i propri conti pubblici, come richiesto dall’Europa e dalla Banca Centrale Europea […] Per farlo si sono messe in atto politiche rigorose ma necessarie sia in termini di consolidamento di bilancio che di riforme strutturali. Il governo ha proseguito in questo senso l’impegno preso nell’estate del 2011 dal precedente esecutivo di portare il bilancio dello Stato in pareggio già nel 2013, cioè prima rispetto a tutti gli altri stati dell’Unione Europea

Praticamente, in base al necrologio celebrativo per la prossima dipartita di questa pestilenza tecnocratica, il direttorio bocconiano ci sta dicendo che ha guidato l’Italia verso la peggiore recessione degli ultimi 80 anni, con incipienti fenomeni di stagflazione e depressione economica, per fare bella figura con la BCE ed i tecnoburocrati di Bruxelles, quando poteva negoziare condizioni meno draconiane?!?
E se al contrario la crisi congiunturale del Paese era così grave, perché non si è intervenuto in anticipo per la rimozione del Pornocrate e la sua banda di predoni? Perché non si è intervenuti finché la situazione era ancora recuperabile, nel lontano Dicembre 2010, quando il governo del pornonano fu salvato con la più scandalosa compravendita di voti della storia parlamentare e grazie ai temporeggiamenti del Monitore dall’alto del Colle, che nulla ebbe a dire sulla circostanza, né prima, né durante, né dopo?!?
In compenso, è consolante sapere cheforse alcuni errori sono stati commessi, ma che tutte le misure prese, a partire dalla fantomatica ‘riforma del lavoro’, sono state finalizzate “a superare le segmentazioni che tendono a escludere o marginalizzare i giovani”. E la differenza si nota! Sarà per questo che, da quando i tecnici sono arrivati al governo, sono aumentati i pestaggi legalizzati della polizia?

UN ANNO DI SUCCESSI
 Ad ogni modo, usando le “parole”, vediamoli in sintesi questi “fatti” del Governo Monti, i cui fautori millantano la prosecuzione ad libitum, in una sorta di monarchia tecnocratica per investitura oligarchica.

1. CREDIBILITÀ
Gli ostensori del direttorio tecnico sottolineano come l’Italia avesse un problema di “credibilità” in ambito internazionale… Succede, quando hai un gangster plurinquisito come premier, che fa cambiare le leggi in parlamento dai suoi avvocati-deputati, per mandare in prescrizione i processi che lo riguardano; si circonda di una corte di lenoni, papponi, faccendieri e mafiosi che gli riempiono le ville di mignotte, ripagandoli con commesse pubbliche e creste milionarie sugli appalti di Stato. E ciò è avvenuto senza che peraltro l’opinione pubblica, né stampa benpensante, né vertici istituzionali se ne scandalizzassero più di tanto.
Forse, i ‘mercati internazionali’ più che ai vizi privati del caligola brianzolo, erano molto più interessati alla solvibilità creditizia dell’Italia ed alla quantificazione del suo debito strutturato in prodotti derivati, da parte di amministrazioni locali (Regioni e Comuni) completamente fuori da ogni controllo contabile. Al contrario che da noi, gli investitori stranieri il problema se l’erano posto eccome. E cercavano rassicurazioni in proposito. Bastava sfogliare la stampa specializzata in questioni finanziarie per comprenderlo, così come certi provvedimenti scaturivano più da una ideologia neo-mercantilista del capitale finanziario, che non da un’esigenza dell’economia reale.
Noi ne avevamo parlato QUI e ripreso il discorso QUI.

2. Lo SPREAD impazzito
 Protagonista indiscusso delle disamine economiche degli ultimi mesi, è praticamente scomparso dalle valutazioni dell’agenda del Governo Monti.
Se pensate che la febbre degli spread sia stata debellata da una massiccia cura di antibiotici e dall’inoculazione di un valido vaccino, vi sbagliate di grosso.
La cura approntata per placare l’esplosione dei differenziali dei titoli di Stato assomiglia un po’ ai rimedi medioevali in caso di influenza: qualche pannicello caldo, brodo di pollo, e tante preghiere confidando nella guarigione per intercessione divina.
Una ‘ricaduta’ è possibile in qualsiasi momento…
Innanzitutto, perché le armi di distruzione di massa in dotazione alla speculazione finanziaria non sono state affatto disinnescate, o messe in condizioni di non nuocere, da chi avrebbe potuto e dovuto. Per farvi una piccola idea sull’argomento, potete leggere QUI.
E poi perché al momento c’è una sorta di tregua in armi da parte dei famigerati speculatori senza volto, i quali tutto sono tranne che sconosciuti, travolti per troppa ingordigia e attualmente in attesa (non si uccide la pecora che si vuole tosare).
Se volete avere una piccola panoramica sulle loro identità e la potenza di fuoco a loro disposizione, potete dare un’occhiata QUI.
Valutate quindi quale sia il reale potere di contrasto dei raffazzonati provvedimenti, messi in piedi dalla UE e sistematicamente boicottati da Berlino.

3. Le RIFORME EPOCALI
 Ovvero come produrre fuffa, ma venderla bene spacciandola per oro colato…
Un prodotto di marketing, per essere vendibile, richiede sempre un nome ad effetto. Nella pioggia di decreti-leggi, che ha fatto del ricorso alla decretazione d’urgenza la prassi ordinaria del Governo Monti, ci sono certamente il “Salva-Italia” ed il “Cresci-Italia”.

Il SALVA-ITALIA arriva in tempi di spread alle stelle, una voragine di discredito internazionale grazie al Grande Statista di Arcore, ed il totale fallimento della finanza creativa targata Tremonti. Quindi si concede al Governo Monti il beneficio delle buone intenzioni, sotto le pressioni fortissime del momento, con l’urgenza di mettere in sicurezza i conti pubblici.
E infatti, per non far torto a nessuna delle elite cooptate al governo nazionale, si provvede subito a garantire le banche, con la presa in carico del loro debito privato da parte dello Stato. Innanzitutto, si proroga e si amplia la concessione di garanzie dello Stato sulle passività degli Istituti di Credito. Quindi con la scusa della lotta all’evasione fiscale, si riduce il limite della tracciabilità dei pagamenti a 1.000 euro per far impazzire gli uffici di tesoreria delle grandi aziende e spingere i correntisti a usare la carta di credito (il miglior strumento di indebitamento individuale che esista). Ma ci si guarda bene dall’introdurre il registro clienti-fornitori, che permetterebbe invece di tracciare qualunque flusso ingente di denaro.
Quindi, si provvede a fare cassa, aumentando il gettito delle entrate…
In ossequio alla conformazione classista di tipo ottocentesco di un esecutivo, che sembra uscito fuori tempo massimo da un gabinetto sabaudo, NON vengono toccati i costosissimi giocattolini dell’ammiraglio Giampaolo Di Paola, nel frattempo transitato alla Difesa.
Stipendi ed emolumenti dei super-manager e boiardi di Stato vengono appena lambiti dalla riforma, mentre tutte le politiche fiscali del governo vengono modulate in segno restrittivo, con il ricorso ad un fiscalismo bizantino che ha il suo punto di forza nella tassazione indiretta e, contro ogni principio di equità, è completamente sbilanciato a carico dei ceti medi e medio-bassi. Soprattutto, colpisce i consumi delle famiglie piuttosto che i redditi e meno che mai le rendite di posizione, innescando una micidiale spirale recessiva, ulteriormente aggravata dalla perdita di potere d’acquisto e contrazione salariale.
Anni di studi e ricerche specializzate nell’olimpo accademico della teoria economica, hanno prodotto risultati eclatanti e provvedimenti altamente tecnici come l’aumento delle accise sui carburanti, l’aumento di due punti dell’IVA, delle sigarette e degli alcolici.
Sono queste alcune delle riforme epocali che hanno stupito il mondo!
Al contempo, il Governo Monti esclude categoricamente ogni forma di ‘patrimoniale’ o di reale contributo da parte dei redditi più alti, con prelievi sui patrimoni mobili e finanziari. La motivazione ufficiale è che una patrimoniale, sui valori mobiliari e non, in realtà è stata già introdotta.
La tutela castale dei ceti sociali di riferimento è talmente evidente nella protervia di salvaguardia di classe, da risultare quasi provocatoria nell’irrisorietà degli atti…
 TASSAZIONE IMMOBILIARE. Si introduce l’IMU, con la tassazione della prima casa e delle proprietà immobiliari, ma si rimanda ad un secondo momento la revisione degli estimi catastali, col risultato che gli immobili vengono tassati a prescindere dal reddito, dalla composizione del nucleo familiare e di eventuali persone a carico, senza alcuna progressività nel calcolo delle aliquote né la possibilità di esenzioni. Si tassano i vani, ma non l’estensione in mq. In compenso, fino ad ora è escluso dal pagamento dell’IMU l’immenso patrimonio immobiliare del Vaticano, beneficiato da anacronistiche guarentigie.
In pratica, un disoccupato che ha perso il lavoro, ma con il mutuo da pagare e una famiglia da mantenere, deve versare la tassa di proprietà sulla casa in cui vive. Un convento trasformato in albergo extralusso invece non paga nulla.
 RENDITE FINANZIARIE. Dopo molte insistenze, il Governo Monti ha introdotto una tassazione sui cosiddetti “capitali scudati”, ovvero sui soldi riciclati all’estero da delinquenti ed evasori fiscali, rientrati in Italia grazie al condono di Giulio Tremonti [QUI].
L’aliquota aggiuntiva di bollo è fissata al 10 per mille (avete letto bene!) per l’anno 2012, al 13,5 per mille per l’anno 2013 e al 4 per mille a decorrere dall’anno 2014 dei capitali, che rimangono così anonimi. Ma per coloro che decidono di rinunciare all’anonimato non è dovuto alcun importo!
Viene introdotta la revisione del bollo su titoli, strumenti e prodotti finanziari, con la strabiliante aliquota dell’1,5 x mille. È un’imposta di tipo regressivo: più soldi hai e meno paghi.
In pratica, per un conto titoli di 50.000 euro si pagano circa 50 euro. Ma in ogni caso la tassa non può superare un importo massimo di 1.200 euro: sia che si abbia un patrimonio da un milione di euro, o da dieci o da cento milioni, il contribuente continuerà a versare sempre lo stesso importo per non più di 1.200 euro.
Al contrario, l’imposta sui conti deposito (in pratica i libretti postali al risparmio) sale allo 0,15% col risultato che i risparmiatori si trovano a pagare più tasse di chi specula in Borsa.
Quantomeno, è stata reintrodotta l’addizionale erariale per i veicoli oltre i 185 kw. Il Pornocrate aveva circoscritto il pagamento ai veicoli superiori a 225 kw. Ma l’imposta diminuisce sensibilmente in base all’anno di immatricolazione.
 Ed è stata ripristinata altresì l’imposta erariale su aerei ed elicotteri privati e barche. Berlusconi l’aveva abolita nel 1994 con un occhio alla sua flotta privata e l’altro a quella dei suoi amici. E’ ovvio che in assenza di controlli supplementari ed una migliore definizione della norma, la tassa può essere facilmente elusa, registrando aerei e yacht all’estero. E quindi è inefficace
Ci si richiama genericamente ad una lotta senza quartiere contro gli evasori fiscali, ma a tutt’oggi non è stato ancora approntato lo strombazzato “redditometro”, per la verifica incrociata dei dati tra reddito dichiarato e patrimonio posseduto. Né è stato firmato, nonostante le profferte della controparte elvetica, il patto con la Svizzera per la consegna dei nominativi degli evasori che nascondono i soldi nei caveau d’oltralpe. In compenso, si lanciano messaggi in codice agli evasori: forse, non so quando, dovrò fare una patrimoniale o scovare i vostri capitali anonimi… perciò, fate sparire il malloppo finché siete ancora in tempo! In ogni caso, il povero evasore può sempre contare sul pagamento di una aliquota ridotta al 25% e comunque trattabile

 Nel cosiddetto Decreto CRESCI-ITALIA si ravvisano tanti buoni propositi, ma nel concreto risultati risicati. A meno che non si voglia credere davvero che la soluzione alla disoccupazione giovanile consista nell’improvvisarsi tutti imprenditori, con capitale sociale di un euro, ma 45 giorni per aprire un C/C alle Poste e 5.000 euro o più da versare in contributi annuali, a prescindere dalle entrate e dal ritorno economico dell’attività commerciale, anche se a gestione unica.
Le liberalizzazioni delle tariffe e la revisione degli Ordini professionali rimangono nel novero delle buone intenzioni e più che altro si esplicano in una presa in giro che rasenta la farsa.
In merito alla crescita, più che intravedere la luce alla fine del tunnel, sembra di osservare la luna dal fondo di un pozzo… Freschi di giornata sono gli ultimi dati ISTAT, su fatturato e ordinativi dell’industria, in riferimento al Settembre 2011. Nell’ordine, rispetto al mese di Agosto (un periodo di solito fiacco), l’industria registra una riduzione del 4,2% dei fatturati, con una diminuzione del 3,7% sul mercato interno e del 5,3% su quello estero.
Gli indici destagionalizzati del fatturato segnano cali congiunturali per l’energia (-9,6%), per i beni strumentali (-4,7%), per i beni intermedi (-4,5%) e per i beni di consumo (-1,5%).
La diminuzione più pesante si verifica nel settore della metallurgia, con un devastante -15,5%. Che nei fatti si traduce in licenziamenti di massa per un’industria in via di dismissione. Fino a pochi anni fa, prima dei vincoli UE, eravamo uno dei principali produttori europei, in concorrenza con la Germania. Coincidenze?
Da notare che il crollo della fabbricazione di lavorati in metallo comporta una flessione delle nostre esportazioni (che costituiscono ormai la voce più importante del nostro PIL), con un abbassamento delle vendite di macchinari e apparecchi in Cina, Francia e Germania (a tutto vantaggio di quest’ultima). La diminuzione tendenziale di tali esportazioni comporta un punto in meno del PIL.
Prodotto Interno Lordo che in alternativa si è pensato di incrementare con una serie di proposte demenziali, tipiche dei nostri ‘economisti’ da salotto, che nulla hanno capito della crisi ma hanno le idee chiarissime su chi debba pagarne le conseguenze: più ore lavorate a parità di salario, riduzione della pausa pranzo; eliminazione delle pause da 10 minuti in catena di montaggio dopo 4 ore di lavoro; cancellazione delle feste nazionali, ma solo quelle laiche! Si elimina la celebrazione di fondazione della Repubblica, la Festa dei Lavoratori (che di questi tempi hanno poco da gioire)… In compenso si festeggia la Befana, per non dispiacere il Vaticano.
Altri bagliori nel buio hanno illuminato in tempi recenti l’operato dei professoroni di finanza e governo [QUI].
Sulla famigerata controriforma del lavoro, fatta per rispondere ad una percezione dei mercati piuttosto che ad una serie di problematiche e distorsioni oggettive, che spaccia per nuove alcune normative e tutele già esistenti, ma cancella tutte le altre senza minimamente incidere sulla precarietà lavorativa, abbiamo già parlato diffusamente QUI e anche QUI.
Tuttavia, la parola d’ordine è sempre la stessa: “Monti ha salvato l’Italia”.
C’è da chiedersi chi salverà gli italiani…

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La matematica è un’opinione

Posted in Business is Business, Kulturkampf with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 6 giugno 2012 by Sendivogius

 3,5 miliardi di euro. Secondo la Ragioneria dello Stato, a tanto ammonterebbero i mancati introiti dalle entrate tributarie nei primi quattro mesi del 2012, con un differenziale del 2,9%.
Contrordine! Per il Ministero dell’Economia, nel primo quadrimestre di quest’anno il gettito fiscale è aumentato dell’1,3%.
Ovvero, le entrate sono inferiori rispetto a quanto preventivato dal DPEF (documento di programmazione economica e finanziaria), stilato a cura del Governo Monti, ma comunque superiori a quanto incassato dal Fisco nell’anno 2011 epperò minori a quanto previsto per il 2012.
In attesa che Governo e Ragioneria si mettano d’accordo per far quadrare i numeri e arrotondare la cifra da presentare a saldo finale, ci si chiede se i grandi professoroni del direttorio tecnico sappiano almeno tirar di conto..!
In ‘soldoni’ (perché proprio di questo si parla), vuol dire che il recupero dell’evasione fiscale è di gran lunga inferiore al previsto e quindi, al di là delle operazioni di facciata, non si sta davvero incidendo là dove l’evasione è più radicata e sostanziosa.
Vuol dire pure che, se il Governo ha sottostimato il mancato gettito erariale, di converso sta sopravvalutando le sue capacità di spesa, peraltro falcidiata dal patto di stabilità. E questo implica il rischio concreto di una mancata copertura fiscale per i progetti di rilancio della crescita economica e per lo sviluppo. In merito, è difficile capire dove si pensi di andare a pescare il “miliardo” per l’ennesima (e pessima) riforma dell’Istruzione… Il resuscitato Pornonano, con la lungimiranza che gli è consueta, ha proposto di stampare banconote direttamente in casa: “pazze idee” in pieno delirio senile.
Ma, se il Governo non incassa quanto stabilito, ciò vuol dire anche che verranno viste al rialzo le aliquote dell’IMU con un ulteriore aumento della tassa sulla casa, già priva di ogni requisito di progressività. A tal proposito, una suprema Corte più solerte avrebbe dovuto da tempo prendere in considerazione i possibili vizi di costituzionalità della norma che impone il tributo in questione.
E, con ogni probabilità, vuol dire altresì che sarà necessaria la famosa “manovra aggiuntiva”, così pervicacemente negata ma persistentemente evidente da mesi e nei fatti.
D’altra parte, gli innesti tecnici trapiantati al primo governo biodroide della repubblica non sono nemmeno sfiorati dall’idea che una eccessiva pressione fiscale possa comportare una pericolosa flessione del gettito fiscale ed un drammatico calo dei consumi, in conseguenza alla caduta del potere d’acquisto dei salari. A maggior ragione se una tassazione è tanto più iniqua, quanto più si fonda sulle imposte indirette, perché risparmiano le grandi rendite patrimoniali e gravano maggiormente sui lavoratori dipendenti e famiglie, erodendone capacità d’acquisto e livelli di vita.
Si tratta davvero di una cosa difficilissima da prevedere; specialmente dopo l’aumento esponenziale delle accise sui carburanti, in un paese dove le merci viaggiano prevalentemente su gomma ed ogni rincaro della benzina viene ricaricato inevitabilmente sui beni al consumo. Per questo, in una congiuntura fortemente recessiva, per calmierare l’aumento dei prezzi, in risposta alla stagnazione dei salari, al crollo dell’occupazione, ed alla contrazione dei redditi (integrati dal prosciugamento dei risparmi privati), il Governo tecnico sta pensando bene di elevare l’IVA al 23%.
La scusa ufficiale è il terremoto in Emilia. Infatti, per rilanciare l’economia delle zone colpite, il Governo si guarda bene dallo sbloccare i crediti alle aziende e cancellare i tributi agli abitanti, che però si vedranno sospendere le tasse per il momento fino a Settembre. Per consolazione, il prossimo inverno, quegli emiliani che rimarranno senza casa e senza lavoro, ma coi tributi da pagare, si scalderanno il cuore ripensando alle marcette militari del 2 Giugno.
Nella psiche contorta dei super-professori-tecnici, il nuovo aumento dell’IVA (che a sua volta incide sul prezzo della benzina) costituisce un fondamentale contributo per il rilancio dei consumi, che certo non mancherà di mostrare presto i suoi effetti tra gli italiani che stanno rinunciando a tutto, comprese le cure mediche. Coerentemente, avanzano le prime ipotesi di introdurre un’assicurazione integrativa parallelamente allo smantellamento del servizio pubblico. I grandi gruppi assicurativi, le cliniche private, e le fondazioni (esentasse) ringraziano sentitamente.
Con 28 milioni di persone a rischio povertà (parola del ministro-banchiere Corrado Passera), più difficile sarà capire dove gli italiani troveranno i soldi per potersi pagare l’assicurazione medica… 28 milioni di persone che indubbiamente hanno vissuto al di sopra delle loro possibilità, come ama ripetere l’ineffabile ministra Elsa Fornero, e che per questo vanno castigati senza remore; al massimo con una lacrimuccia!
Almeno moriremo col bilancio in pareggio ed i complimenti della Merkel per il brodetto dei crucchi.
 D’altra parte la professorina indemoniata, che mai avremmo creduto potesse farci rimpiangere un Maurizio Sacconi, sta finalmente portando all’incasso la sua controriforma del lavoro, dove la questione non è come creare più occupazione e più garanzie, ma come estendere i licenziamenti a tutti e renderli più facili, in nome di una percezione opportunamente incoraggiata e molto aleatoria dei ‘mercati’, dietro la quale si nasconde una più concreta rivalsa ideologica del peggiore padronato confindustriale. Ce lo chiede l’Europa… E soprattutto Marchionne! Il grande “innovatore” del quale si attendono ancora i 20 miliardi di investimento promessi, dopo l’estorsione dei contratti capestro con lo straordinario contributo di Cisl e Uil: i sindacati responsabili, al servizio del capitale ed al soldo del padrone.
È ovvio che a preoccupare gli investitori stranieri non sono certo i tempi biblici della nostra giustizia civile coi suoi tempi di prescrizione dimezzati, la corruzione endemica, la presenza di una criminalità organizzata profondamente infiltrata nel mondo imprenditoriale, la mancanza di tutele per le imprese oneste contro i concorrenti che falsificano i bilanci e truffano sulle forniture…
Di conseguenza, grazie al formidabile contributo Monti-Fornero ed alla loro riforma del lavoro fortissimamente voluta, già si registrano file di imprenditori esteri incolonnati ai confini, che scalpitano e sgomitano tra di loro per investire per primi in Italia, tanto che quest’anno la disoccupazione giovanile è arrivata al 36% sfondando al ribasso le peggiori statistiche europee. Evidentemente, anche il decreto ‘Cresci-Italia’ sta funzionando a pieno regime..!
Tra le novità epocali della sedicente “Riforma Fornero” vale la pena di ricordare:
a) L’introduzione di misure contro la pratica illegale delle cosiddette “dimissioni in bianco”, già sanzionate dalla Legge n.188 del 2007, e opportunamente abrogata del Governo Berlusconi l’anno successivo… Ad Emma non piaceva.
b) L’estensione dell’obbligo di reintegro dei lavoratori ingiustamente licenziati anche per le piccole imprese, o la concessione di indennizzi in assenza di reintegro.
I provvedimenti introdotti dalla Fornero sono in realtà già previsti dall’Art.3 della Legge 109 del 1990 ed integrati dal Decreto legislativo n.368 (del 06/09/2001), ai quali si aggiungono le ulteriori modifiche in materia di lavoro a tempo determinato, disciplinate dalla Legge n.247 del 2007 e dal Decreto Legge n.112 del 2008 (l’omnibus tremontiano).
In dettaglio,

 Sul reintegro dei dipendenti per le aziende sotto i 15 dipendenti:

Il licenziamento determinato da ragioni discriminatorie ai sensi dell’art. 4 della Legge 15 luglio 1966, n. 604, e dell’art. 15 della Legge 20 maggio 1970, n. 300, come modificato dall’art. 13 della Legge 9 dicembre 1977, n. 903, è nullo indipendentemente dalla motivazione addotta e comporta, quale che sia il numero dei dipendenti occupati dal datore di lavoro, le conseguenze previste dall’art. 18 della Legge 20 maggio 1970, n. 300, come modificato dalla presente legge”

  [Legge 109/90; Art.3]

 Sugli indennizzi corrisposti ai lavoratori, in assenza di reintegro:

“Con riferimento ai soli giudizi in corso alla data di entrata in vigore della presente disposizione, e fatte salve le sentenze passate in giudicato, in caso di violazione delle disposizioni di cui agli articoli 1, 2 e 4, il datore di lavoro è tenuto unicamente a indennizzare il prestatore di lavoro con un’indennità di importo compreso tra un minimo di 2,5 ed un massimo di sei mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto, avuto riguardo ai criteri indicati nell’articolo 8 della legge 15 luglio 1966, n. 604, e successive modificazioni.”

  [D.L. 112/08; Art.4bis]

 Dopo l’imbecille analfabeta che bruciava le leggi a pacchi, o il Governo Monti produce normative senza nemmeno conoscere la giurisprudenza pregressa, oppure c’è un’enorme malafede che confida nell’ignoranza collettiva. E questo vuol dire che la Fornero, ed il resto dei ‘tecnici’ e la grande stampa liberale che fa loro da sponsor, ci prendono compostamente per il culo.
Intanto l’Italia è in recessione, che è già bella che arrivata da almeno 8 mesi! E la cosa sarà lunga… Altro che ripresa nel primo trimestre del 2013!!
Se questi sono gli risultati dei “tecnici” e del loro decreto ‘Salva-Italia’, tanto valeva tenersi i partiti coi loro esecrati “professionisti della politica”… peggio di così non potevano fare.
E, d’altro canto, per noi profani condannati a lenta agonia, morire impalati non è una valida alternativa dall’essere bolliti vivi.

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(38) Cazzata o Stronzata?

Posted in Zì Baldone with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 1 Maggio 2012 by Sendivogius

Classifica APRILE 2012”

Sinceramente, era lecito aspettarsi in tempi di austerità coatta una ritrovata sobrietà istituzionale (si dice così?), convinti che la crisi avrebbe imposto un ridimensionamento a questa nostra modesta sottospecie di aforismario della stupidità… E invece!
Tanta è l’abbondanza che conviene andare per ordine, stilando una variante alla triade dell’ABC secondo il nuovo corso:

A. come austerity:
 Muovere obiezioni alla politica del Governo Monti, ed alla sua cura germanica (dagli effetti collaterali di tipo Weimar) imposta per indiretta procura dalla cancelleria del Reich, è ormai fin troppo facile. Per quanto, se sbagliare è umano, perseverare negli errori è quasi diabolico…
Che il salasso prolungato stia conducendo alla probabile morte del paziente anemico, è un’evidenza sempre più lampante, tanto che nel gabinetto geriatrico di riferimento già si pensa alla sostituzione del medico impietoso ed al possibile passaggio di consegne… Fino all’ultimo paradosso: dopo aver esautorato la ‘politica’ professionalizzata per manifesta incompetenza, l’esecutivo ‘tecnico’ ha chiamato in proprio soccorso un’ulteriore pattuglia di altri ‘tecnici’, per fare il lavoro da ‘tecnici’, in una vacanza programmatica dall’assenza di risultati che inizia a diventare seriamente imbarazzante.
Superfluo riportare le misure per la crescita presunta in nome di un’equità inesistente:
– L’assoluta mancanza di investimenti per la ricerca e per l’innovazione da parte di una classe  padronale che, quando non scappa all’estero con la cassa dopo aver intascato i finanziamenti di Stato, pensa di poter gareggiare con i mercati asiatici ribassando gli stipendi delle maestranze nella cancellazione di ogni tutela e nella regressione delle condizioni sociali.
– Le garanzie occupazionali sull’impiego ed i diritti dei lavoratori, cancellati in nome di una “percezione” dei mercati anglosassoni all’origine della crisi economica e che certo vanno assecondati in ogni loro pretesa, senza limiti né vergogna. Il Governo delle Finanza globalizzata non confuta la fondatezza o meno delle percezioni dei famelici barracuda di Wall Street; le asseconda! Meglio se con decreto.
– L’introduzione di forme di tassazione regressiva, con la cancellazione di fatto di ogni principio di progressività sul reddito, con lo spostamento dell’imposizione fiscale dalle imposte dirette a quelle indirette, interamente sbilanciata sui ceti medio-bassi e sui lavoratori dipendenti.
– Tagli lineari a beni e servizi pubblici, in nome di un rigorismo economico dagli effetti ampiamente recessivi, fino allo spostamento del debito pubblico a quello privato delle famiglie col prosciugamento dei risparmi.
– La demenziale gestione del problema degli “esodati”: lavoratori in uscita che hanno firmato un patto con lo Stato per il loro accesso alla pensione. Si tratta di un accordo pubblico che ora lo Stato non reputa più vincolante per esigenze di bilancio e che quindi ha rescisso unilateralmente, lasciando migliaia di persone senza prospettive di reddito e di riassunzione.
– Pur tuttavia il ‘Governo’ non si è sentito in dovere di rivedere il patto a sua volta stretto con ladroni matricolati e grandi evasori fiscali, rivedendo le aliquote addizionali (5%) stabilite con i delinquenti che hanno aderito allo scudo fiscale di tremontiana memoria [QUI]… Venire meno alle vergognose clausole dell’accordo stipulato coi LADRI, avrebbe infatti minato la credibilità dello ‘Stato’! Evidentemente, ogni organizzazione sceglie i propri referenti d’eccezione e li privilegia in base alle maggiori affinità.
– E poi ci sono le perle come l’eliminazione della tassa sugli yacht extra-lusso e l’esenzione degli immobili di proprietà della fondazioni bancarie dal pagamento della nuova IMU, insieme agli sgravi concessi ai palazzinari. A tal proposito, una lettrice ha scritto ad un noto quotidiano nazionale:

Ho comprato la mia casa sette anni fa, contraendo un mutuo ventennale con un istituto bancario. Attualmente, quindi, ne sono proprietaria per il 35% mentre il restante 65% è ancora di proprietà della banca. Mi chiedo: perché l’IMU deve essere a mio totale carico e non suddivisa tra me e la banca, a seconda delle rispettive proprietà? Non sono ancora il proprietario pieno dell’immobile, visto che c’è tanto di ipoteca e possono portarmela via. E allora lo Stato mi restituirà l’IMU? E poi perché nessuna progressività sulla base degli immobili realmente posseduti?

  Leda Perticone

Già, perché? Ce lo chiediamo anche noi.
E tuttavia il problema non è il direttivo tecnocratico del capitale finanziario al governo, ma la massa amorfa dei sudditi, ripiegati inerti nel loro intimistico viaggio al termine della notte, senza che mai si intraveda un’alba all’orizzonte lontano, e che a tutto acconsentono ed inerti subiscono. Esistenze consumate in un’attesa indefinita senza una reale prospettiva, aspettando forse il genio della lampada.. il Salvatore di turno.. la vincita alla lotteria.. la “botta di culo”.. che non arriva mai. E senza che alcunché possa smuoverli dal loro torpore comatoso.

B. come burlesque:
 Dalle cene eleganti alle gare di burlesque. È la parabola discendente alla corte di Re Pompetta coi suoi postriboli organizzati del meretricio mascherato, ispirato ai più triti stereotipi dell’immaginario erotico di provincia da anni ’50.

Naturalmente, parliamo dell’uomo che ha fottuto un intero paese (consenziente), mandandolo a puttane. E’ lo stesso Pornocrate che, come preannuncia il pupazzo animato, Angelino Alfano, dovrebbe presentare presto “la più grande novità politica di tutti i tempi”… A 75 anni suonati, difficilmente il Gran Puttaniere di Arcore potrà stupire più di quanto abbia già fatto fino ad ora.
Per il momento il più grande spettacolo dopo il big-bang è ridotto in concreto ai tristissimi spettacolini domestici di burlesque, mutuati dal Drive-In, con eventuale ammucchiata finale a pagamento e una candidatura alle elezioni.
Sulla visione di sconcertante modernità che il vecchio satrapo ha dell’universo femminile non ci sono dubbi:

«Le donne sono di loro natura esibizioniste. Se poi sono donne dello spettacolo, gli piace di montare degli spettacolini e si confrontavano; facevamo delle gare di burlesque… Io non facevo il giudice, ma guardavo molto interessato perché mi divertivo molto e continuo a divertirmi e continuerò a farlo.»

Non ne dubitiamo. A maggior ragione, per profilassi pubblica, di certe “novità” prossime e venture sarebbe opportuno fare a meno..!

C. come Comunione e liberazione:
Per gli estimatori di un Nord portatore di una superiore moralità pubblica, rispetto ad un Sud Italia considerato e disprezzato come familista, arraffone e parassitario, bisogna riconoscere che la Lombardia del Celeste Roberto Formigoni, con le sue armate di faccendieri, sanfedisti in affari, ed il record di consiglieri regionali inquisiti, ci sta regalando momenti davvero epici.
C’è lo scandalo senza eguali della Sanità lombarda, dalla clinica degli orrori al gigantesco crack del S.Raffaele, insieme all’onnipresente Piero Daccò, per non parlare del divino “principio di sussidiarietà” appaltato in esclusiva ai famuli di CL…
E davvero il governatore Formigoni, dopo anni di privazioni monastiche, nel suo coming out tra feste esclusive, gite in barca, abbuffate di aragoste, e vacanze a 7 stelle pagate a sua insaputa, sembra non rendersi conto dell’abnormità della situazione, mentre vecchi amici e sodali e porporati corrono a prendere le distanze, mollando il Celeste al suo destino molto terreno.
Da segnalare l’intervista [QUI] della signora Carla Vites, consorte di Antonio Simone: ennesimo arnese democristiano agli arresti per corruzione e devoto ciellino famoso per le pubbliche preghiere mattutine in ufficio. La signora Vites, indignata per le sorti del devoto consorte, ha avuto modo di esprimere il suo imbarazzo e fastidio mica per le (presunte) ruberie del marito e gli intrallazzi della camarilla ciellina, mica per le vacanze a scrocco ed il vertiginoso giro di soldi, ma per il topless in barca delle figlie del faccendiere Daccò, ignorando che nel nudo non c’è malizia se non in chi lo guarda. Evidentemente, per certe anime pie, scandalizza più una tetta che una tangente!
Non per questo vogliamo dimenticare la saga del clan Bossi, con traffici di diamanti e creste sui soldi della cassa, insieme alla gestione a dir poco allegra delle finanze del partito, le frequentazioni imbarazzanti, e le incursioni in Finmeccanica insieme ai soliti piranhas di Comunione e Lottizzazione.

Ma è tempo di lasciare la parola ai protagonisti della Hit Parade del mese:


01. OTTIMISMO TECNICO

[19 Apr.] «In Italia la fase acuta della crisi è stata superata. Ci sono segnali di miglioramento, che suggeriscono una modesta ripresa a partire dal terzo trimestre di quest’anno.»
  (Vittorio Grilli, l’Allegro Contabile)

02. EGO ME ABSOLVO

[01 Apr.] «C’è gente non scelta da me (Massimo Calearo n.d.r), che non ha mai messo piede in Parlamento o che ha dato vita a comportamenti sui quali ha indagato la magistratura. Da tutti accetto critiche, ma non da chi in questi anni ha cadere governi di centrosinistra con i propri estremismi.»
  (Walter Veltroni, Water l’Africano)

03. MANCO I CANI

[29 Apr.] «Politici equiparati ai cani. A quando l’obbligo di girare con una stella gialla sulla giacca come gli ebrei sotto Hitler»
  (Luca Rodolfo Paolini, il Discriminato)

04. PROBLEMI SOCIALI…

[13 Apr.] «Potrebbe crearsi un problema sociale: si correrebbe il rischio che, per usufruire dell’agevolazione sull’Imu, i giovani, i familiari siano spinti a mettere gli anziani nella casa di riposo»
  (Gianfranco Conte, il Coraggioso)

04.bis …E FALSI PROBLEMI

[13 Apr.] «Non è vero che le fondazioni bancarie non pagano l’Imu, è un falso problema»
  (Gianfranco Conte, l’Equitario)

05. A SUA INSAPUTA

[03 Apr.] «Non sono mai stati spesi i soldi della Lega per ristrutturare casa mia. Denuncerò chiunque sostenga il contrario perché oltretutto non ho ancora finito di pagare le ristrutturazioni e quindi soldi della Lega non sono stati spesi»
  (Umberto Bossi, il Citrullo padano)

06. OMNIA MUNDA MUNDIS

[18 Apr.] «Io sono puro come l’acqua di fonte»
  (Roberto Formigoni, il Celeste)

07. AUSPICIO TECNICO

[27 Apr.] «Il nostro obiettivo è distribuire meglio la protezione su una platea più vasta di lavoratori»
  (Elsa Fornero, l’Auspicante)

08. THE SHOW MUST GO ON

[20 Apr.] «Io e Berlusconi annunceremo la più grossa novità che cambierà il corso della politica»
  (Angelino Alfano, il Ventriloquo)

09. ECONOMIA DOMESTICA

[18 Apr.] «Un partito può benissimo buttare i soldi dalla finestra»
  (Umberto Bossi, il Parsimonioso)

10. ESSI VIVONO

[01Apr.] «Sono emozionato»
  (Mario Monti, il Sentimentale)

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Regalo di Natale

Posted in Business is Business, Masters of Universe with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 6 dicembre 2011 by Sendivogius

A dispetto delle teorie tanto care ai ‘complottisti’, non servono cospirazioni globali e organizzazioni (nient’affatto segrete), per imporre un Ordine più o meno “mondiale” e tutt’altro che “nuovo”.
In realtà si tratta sempre delle stesse ricette, confezionate nei templi sacri del capitalismo più estremo, che dopo aver generato la ‘crisi’ propone ora la soluzione fino alla prossima ricaduta, perpetuando intatte le storture di sistema per auto-assoluzione. ‘Sistema’ che si vuole immutabile nella sua presunzione di perfezione, in nome del “Liberismo” e di quella astrazione divinizzata che chiamano “mercati finanziari”.
Gli ingredienti sono vecchi di almeno due secoli: dal sapore pessimo e dagli effetti collaterali sempre più devastanti. Muta il dosaggio, ma non la sostanza del prodotto scaduto.
Da questo punto di vista, il Governo Monti è solamente il Maître cuisinier, che si prepara a servire pietanze a cottura personalizzata di un ricettario comunque scritto altrove…
E, se la prima portata rischia di rimanere indigesta ai più, il secondo piatto su Lavoro & Licenziamenti potrebbe rivelarsi letale per molti.

THE SPIRIT OF CAPITALISM
Solitamente, in Italia, quando si cercano ‘tecnici’ per porre rimedio ai guasti irreparabili dei politicanti per professione, con salvataggi provvisori, si pesca sempre dalle parti della “Bocconi”: l’università privata, specializzata in business e management, dalla quale proviene il gotha delle elite confindustriali, dei grandi boiardi delle aziende di Stato, degli esperti governativi per le politiche finanziarie, degli amministratori pubblici, dei banchieri e degli stockbrokers, che la “crisi economica” non l’hanno prevista o, peggio ancora, l’hanno determinata, speculandoci sopra. È un gioco delle parti, tra soluzione e causa, dove non si tiene conto dei conflitti d’interesse, delle interscambiabilità di ruolo, delle entrature istituzionali e le responsabilità nella programmazione economica, di una compagine tecnocratica assai fluida e tutt’altro che distinta dalla controparte politica, con la quale condivide spesso interessi e prospettive di “riforma”. E riformismo è la parola magica, che spunta sempre in tempi di collasso economico e sociale, per puntellare le oligarchie al potere, opportunamente travestite da elite di ‘salvatori’.
A tempo di record, il neo-governo del prof. Monti ha sfornato l’ennesima manovra finanziaria (la quinta in pochi mesi), con unpacchetto di misure urgenti per assicurare la stabilità finanziaria, la crescita e l’equità, ma in continuazione ideale con i precedenti provvedimenti. A tal proposito:

«L’insieme degli interventi ammonta a circa 20 miliardi di euro strutturali per il triennio 2012-2014 con una forte componente permanente di risparmi conseguiti. La correzione lorda è di oltre 30 miliardi in quanto sono previsti interventi di spesa a favore della crescita, del sistema produttivo e del lavoro per oltre 10 miliardi. All’interno del pacchetto è inclusa e consolidata in norme la correzione dei saldi pari a 4 miliardi previsti quale “clausola di salvaguardia” nella manovra di agosto 2011.»

 Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri
 (04/12/2011)

L’ambizione esplicita è quella di avviare una riforma strutturale dell’economia italiana. Finora, bisogna dire che di “equità” se n’è vista pochina e anche le prospettive di “crescita” risultano piuttosto aleatorie.
Bisogna riconoscere che tra le finalità immediate c’è la necessità di puntellare i conti dello Stato contro le bordate della speculazione internazionale e gli isterismi delle Borse, e magari dare una ridimensionata al Gatto e la Volpe che giocano a rimpiattino sulla pelle dell’Europa, stilando pagelline di merito, prima della grande onda che rischia di travolgere l’euro.
Eppure, nell’ignoranza del profano, c’è da dire che da una squadra di esperti super-blasonati era lecito aspettarsi molto di più. E anche un qualche segnale di rottura con il passato, che invece non c’è stato, se non in minima parte.
Il complesso delle misure approntate, da varare in blocco tramite un maxi decreto-legge, sono imprescindibili per “salvare il Paese dal rischio default” (ovvero dalla bancarotta).
Se la situazione è davvero così grave, c’è da chiedersi cosa mai sia stato fatto prima di arrivare ad un simile ed irreversibile punto di rottura. E se non sia stato quanto meno criminale, aver permesso e tollerato per quasi tutto il 2011 il gozzovigliare di quel crogiolo di piduisti, affaristi, e mafiosi, colati in un unica lega attorno alla satrapia di Arcore. Soprattutto, c’è da chiedersi per quale assurda pazzia il novello Re Giorgio non sia intervenuto quando doveva (l’Ottobre del 2010), invece di predisporre il salvataggio del Pornocrate, e senza risparmiarci la vergogna della compravendita parlamentare dei vari Scilipoti d’Italia.

BASILISK (Iga di Tsubagakure)

UNA MODESTA PROPOSTA
 In merito alla manovra Monti, non si eccepisce sull’entità dei provvedimenti e sulle esigenze stringenti degli interventi. Tuttavia, stabilito il gettito delle entrate e la cifra da raggiungere, c’è modo e modo di fare cassa…
Se l’intento era quello di raggranellare subito risorse per 30 miliardi di euro, tramite tagli e imposte indirette (le più subdole), non serviva scomodare un professore di economia. Bastava chiamare un ragioniere.
D’altra parte, con provvedimenti a costo sociale zero si poteva mettere in piedi la stessa cifra. Per assurdo, proviamo dunque a stilare una contro-manovra; giocare non costa nulla.
Ad esempio, visto le necessità contingenti, si poteva:

1) Cancellare (o quantomeno ridimensionare) l’acquisto dei non indispensabili 131 caccia bombardieri F-35 JSF, velivolo multiruolo d’attacco a decollo verticale, che la nostra Aeronautica militare reputa “un’arma da combattimento economicamente sostenibile”. E così deve aver pensato l’allora Governo D’Alema che ne ha sottoscritto l’acquisto, senza ripensamenti da parte dei successori che hanno confermato la fornitura.
Prezzo base di ogni singolo aereo da guerra: 170 milioni di dollari; ai quali andrebbero aggiunti gli altri 8 milioni di dollari a seconda del tipo di propulsori da assemblare nel velivolo.
 Risparmio presunto: tra i 13 miliardi ed i 16 miliardi di euro.

2) Vendere all’asta o (meglio ancora) concedere in locazione le frequenze digitali terrestri previo pagamento di un canone adeguato e aggiornamento delle tariffe per le frequenze già assegnate. Attualmente, RAI e Mediaset pagano l’1% annuo del loro rispettivo fatturato per le frequenze già occupate. Per quanto riguarda invece l’assegnazione delle frequenze digitali, il precedente Governo Berlusconi le ha concesse a titolo gratuito all’azienda di famiglia (e alla RAI) fino al 2031, senza alcun corrispettivo.
Introiti presunti con regolare gara di assegnazione e canone di concessione: 16 miliardi di euro.

3) Annullare l’ordinativo delle 19 Maserati blindate e super-accessoriate per scorrazzare in giro gli alti funzionari (e famigli) del Ministero della Difesa, volute dall’ex titolare del dicastero (Ignazio La Russa).
Costo orientativo per ogni veicolo: 130.000 euro secondo listino, ma c’è da quantificare la blindatura, eventuali optional, bollo e assicurazione auto.
 Risparmio ipotetico: 3 milioni di euro.

Tirate un po’ voi le somme e calcolate la differenza sul debito pubblico tra ricavi e risparmi…

SALVATOR PATRIAE
Evidentemente, tali misure rischiavano di non essere comprese dall’Europa e dai mercati internazionali, risultando assai poco “liberali”… Molto meglio concentrare gli interventi là dove fa più male. Agli spiriti liberi della Finanza piace l’odore del sangue, specialmente se si tratta di quello altrui…
In pratica, nella manovra da 20 miliardi netti approntata dal direttorio Monti, a parte sporadiche contribuzioni, risultano sostanzialmente esenti dai provvedimenti più pesanti i principali sponsor del “governo tecnico”, per i quali sono previsti anche concreti vantaggi. E nessun sacrificio per la “casta” politica, che al massimo ha dovuto ingogliare una stretta sui vitalizi (che non verranno comunque aboliti). E se gli onorevoli di fatto non rinunciano a nulla, vengono azzerati gli stipendi dei consiglieri municipali che spesso, come nel caso di Roma, sono chiamati ad amministrare circoscrizione urbane con oltre 200.000 abitanti.
Intonsi rimangano pure gli emolumenti dei deputati siciliani o dei governatori di Regione che, come nel caso del Trentino Alto Adige, percepiscono stipendi superiori a quello del Presidente degli Stati Uniti.

 CHI PRENDE La Confindustria di Emma Marcegaglia incassa il taglio dell’IRAP e le detrazioni sull’IREP. Cosa buona e giusta, se legata all’incremento delle assunzioni. Peccato che l’IRAP serva a foraggiare il gettito delle Regioni e degli enti locali, che nel 2012 conosceranno un’ulteriore sforbiciata di 3,1 miliardi di euro.
Questo vuol dire una riduzione esponenziale in termini di beni e servizi al cittadino, che però continuerà a pagare gli stessi tributi per avere meno asili, meno ambulatori, trasporti e servizi locali ancora peggiori.
Il Governo dice che compenserà i mancati introiti dell’IRAP con un aumento dei trasferimenti statali, ma non specifica né come né l’importo.
Al contempo, per i Comuni oltre i cinquemila abitanti sono previsti tagli per 1,450 miliardi nel 2012; della stessa entità, ma dal 2013, i tagli ai Comuni con popolazione superiore ai 1.000 abitanti. Per le Province, la riduzione dei trasferimenti sarà di 415 milioni a partire dal 2012.
In compenso verrà reintrodotta l’ICI sulla prima abitazione, opportunamente maggiorata con la revisione e l’aggiornamento degli estimi catastali. L’abolizione dell’ICI aveva suscitato grandi entusiasmi tra i glandicefali del berlusconismo militante, evidentemente ignoranti del fatto che l’imposta sulla casa foraggiava al 70% i bilanci comunali con relativi servizi alla cittadinanza, improvvisamente rimasti senza alcuna copertura fiscale.
La nuova imposta sugli immobili, accorpata nell’IMU, tuttavia non servirà a finanziare la spesa dei Comuni, giacché gli introiti verranno aggregati alle entrate del Tesoro. Pagare una tassa, e per giunta raddoppiata, sulla casa di proprietà (specie se si paga già il mutuo), magari in una zona di estrema periferia e in quartieri degradati, non fa mai piacere. Almeno, era consolante sapere che tali soldi avrebbero contribuito nell’insieme (e in teoria) a pagare l’illuminazione notturna, il rifacimento del manto stradale, la manutenzione degli impianti fognari, l’apertura di nuove strutture polifunzionali nel quartiere… Invece le entrate delle nuova tassa verranno sottratte alle casse comunali per essere incamerati dallo Stato, che però potrà potenziare il “fondo di garanzia per le imprese”, con almeno 20 miliardi di credito a disposizione di un’imprenditoria che non investe, non assume, non fa formazione, paga salari da fame, e spesso evade pure! Evasori che vengono premiati con l’ipotesi di una nuova fiscalità di favore, naturalmente per “far emergere il sommerso”.
 CHI PAGA In compenso, per i Comuni sono previsti ulteriori tagli per un miliardo e mezzo di euro, insieme ai 415 milioni detratti dai fondi per le Province. Però potranno aumentare le imposte locali per compensare le perdite, con un ulteriore aggravio di spesa per i contribuenti onesti.
Sicuramente, a NON pagare la nuova IMU, inclusa la tassa sui rifiuti, saranno gli immobili di proprietà del Vaticano, ad uso commerciale o meno che siano. L’esenzione costa alle casse dello Stato qualcosa come 500 milioni di euro all’anno ed è stata giudicata illegittima dalla UE, che infatti ha aperto una procedura di infrazione a carico dell’Italia. Ma, in questo caso, il parere dell’Europa non è assolutamente vincolante. A chi gli ha fatto notare l’anomalia, il devoto prof. Monti ha risposto: “non ci avevo pensato”. Be’ sarebbe ora di farlo!
 CHI GUADAGNA D’altra parte, non è prevista alcuna imposizione progressiva sulle grandi proprietà immobiliari. Una imposta sulle migliaia di appartamenti invenduti, che le grandi società di costruzioni usano come capitalizzazione bancaria per nuove lottizzazioni immobiliari, determinerebbe infatti un abbassamento dei prezzi alla vendita in risposta alla domanda inevasa di casa (per inaccessibilità al credito e per eccessività dei costi), riequilibrando il mercato secondo la più classica delle leggi.
Certo, ciò toccherebbe assai da vicino gli interessi di personaggi come Francesco Gaetano Caltagirone (il suocero di P.F.Casini che sostiene il governo “senza se e senza ma”). E questo non sta bene… non è cosa da farsi agli amici.
Non mancano nemmeno i regali per gli Istituti bancari. A partire dal 2012, lo Stato italiano fornirà (con fondi pubblici) nuova liquidità alle banche, prendendosi in carico passivi ed insolvenze:

“fino al 30 giugno 2012 è autorizzato a concedere la garanzia dello Stato sulle passività delle banche italiane, con scadenza da 3 mesi fino a 5 anni, o a partire dal 1° gennaio 2012 a sette anni per le obbligazioni bancarie garantite”

Di fatto, lo Stato diventa il garante delle banche e rifonde di proprio le perdite degli istituti privati, a causa di cattivi investimenti o speculazioni azzardate sul mercato dei derivati. E magari continuare a pagare ai vari Alessandro Profumo liquidazioni da 40 milioni di euro per lo splendido lavoro fatto all’Unicredit!
È evocativo che il ministro (e banchiere) Corrado Passera, in un lapsus quanto mai eloquente, faccia riferimento all’applicazione dei suggerimenti di ‘Emma’ (Marcegaglia?), riferendosi ufficialmente al ministro Elsa Fornero la quale si commuove (di gioia?) nel veder finalmente realizzata la riforma della previdenza, che va predicando da almeno dieci anni nelle aule universitarie.
Grande soddisfazione dei ministri tutti per aver esteso l’indicizzazione delle pensioni fino ad 936 euro mensili, recuperando i costi dell’inflazione. Ciò è stato possibile grazie alla fantasmagorica tassa dell’1,5% sui capitali (illeciti) rientrati in Italia grazie alla sanatoria del famigerato “scudo fiscale”. Per tutti gli altri assegni previdenziali invece non è previsto alcun agganciamento al costo della vita. Per le pensioni dai 1000 ai 1200 euro al mese (la quasi totalità delle restanti) si trattava di adeguamenti ricompresi tra i 2,5 ed i 4 euro. Una cifra davvero insostenibile per i bilanci dell’INPS. D’altra parte, non si poteva chiedere di più ai LADRI, che hanno fatto rientrare i soldi rubati nel totale anonimato in Italia e opportunamente “scudati”, liberi di gonfiare i costi del mercato immobiliare. In compenso, si era ipotizzato di elevare la tassazione ordinaria del 2% sui redditi tra i 55.000 ed i 75.000 euro, portando l’aliquota al 43% sull’imponibile.
Coerentemente, questa manovra finanziaria non prevede alcun reale provvedimento contro la (stratosferica) evasione fiscale, a meno che non si voglia reputare sufficiente la tracciabilità dei pagamenti in contanti (inizialmente prevista a partire da 300 euro e poi elevata a 1.000 euro) o la tassazione dei beni di lusso (senza però colpire i leasing o le intestazioni fittizie a società di comodo). Si tassano i natanti ed i posti barca, ma si dimentica che per sfuggire alla tassa questi ultimi possono essere ancorati nei porti adriatici della Croazia e del Montenegro oppure in Corsica.
E infatti i grandi patrimoni ed i grandi redditi sembrano completamente esentati dalla manovra finanziaria che invece falcidia gli imponibili medio-bassi.
LA SALVAGUARDIA DEL POTERE DI ACQUISTO.  In tempi di “recessione” (e noi ci siamo entrati da un pezzo), ci sono due cose da evitare assolutamente: l’aumento dell’inflazione e la stagnazione dei consumi, che innescherebbero la spirale perversa della stagflazione.
A tal proposito, i provvedimenti del Governo Monti sono eccezionali…
Dal 01/01/2012 le accise sui carburanti subiranno un nuovo rialzo, incrementando il prezzo già record della benzina. A questo va poi aggiunto l’aumento dell’IVA che inciderà ancora di più sui costi per il consumatore. Si prevede poi un ulteriore aumento dell’IVA dal 21% al 23% a partire dal 01/09/2012 qualora non fossero rispettati i saldi di bilancio.
In un Paese, dove il grosso delle merci si muove attraverso il trasporto su gomma, è chiaro che il rincaro dell’IVA e delle imposte sui carburanti verrà ricaricato sul prezzo dei prodotti al consumo, ricadendo sull’acquirente finale. In pratica, il cittadino comune a parità di salario pagherà più tasse locali e comunali e si troverà a pagare di più anche i beni primari, a scapito dei consumi e del potere d’acquisto. In compenso, le somme racimolate dal Tesoro andranno redistribuite tra famiglie, donne e giovani… A babbo morto!
Già, i “giovani”… ai quali verrà dedicato il prossimo piatto: la riforma del lavoro, che probabilmente non creerà nuova occupazione, ma falcidierà il posto dei “vecchi”: l’unico vero welfare a livello familiare che funzioni davvero.
Per il Governo Monti, il modello cardine a cui ispirarsi è il “piano Marchionne”, che così strabilianti risultati sta portando alla FIAT…
Dalla padella alla brace!

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