Archivio per Gruppo Anemone

Gli Amici degli Amici

Posted in Business is Business, Masters of Universe with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 25 giugno 2010 by Sendivogius


I favori li ho fatti come persona, non come ministro. Io sono una persona corretta
Pietro Lunardi
(14/06/2010)

RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI:
 Diego Anemone è un giovane imprenditore romano in odore di sagrestia, che controlla una rete di imprese edili a conduzione familiare. In breve tempo, il Gruppo Anemone riesce ad estendere il suo giro di affari lungo tutta la Penisola, attraverso un ‘sistema’ che gli inquirenti non esiteranno a definire gelatinoso. Il Sistema è spalmato in realtà su tre strati di potere: Politici, Prelati, Funzionari pubblici, che interagiscono in comunanza di interessi a beneficio di poche aziende private, con la costituzione di vere e proprie “cricche”, garantendo le coperture istituzionali e le necessarie protezioni. In tale ambito, l’intesa prevede appalti e agevolazioni in cambio di favori: ristrutturazioni immobiliari; assunzione di figli e congiunti nelle imprese del gruppo; appartamenti in regalo… A questi si aggiungono regali di lusso e prostitute d’alto bordo, per rabbonire la ‘concorrenza’.
Disposti i pezzi sulla scacchiera, l’intraprendente Anemone crea quindi un asse di ferro con
Angelo Balducci, (ex) “Gentiluomo di Sua Santità” (come Gianni Letta) e soprattutto (ex) presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, per conto del Ministero delle Infrastrutture. E nella sua veste di referente privilegiato l’imprenditore riesce ad aggiudicarsi il grosso delle commesse pubbliche e degli appalti di Stato, legati alla gestione dei “Grandi Eventi” e rimessi alla discrezionalità decisionale del dipartimento di Protezione Civile a guida Bertolaso-Letta.
[Per coloro che volessero approfondire la vicenda, consigliamo la lettura delle precedenti puntate: QUI, e QUI, e ancora QUI.]
Al contempo, intorno alle attività di Anemone viene predisposto uno speciale cordone di sicurezza, pronto a disinnescare la minaccia di eventuali controlli e verifiche…
Oltre agli interventi del fidato Balducci per l’assegnazione degli appalti, in caso di revisioni contabili sugli stanziamenti pubblici, si può sempre sperare sull’interessamento di
Mario Sancetta e Antonello Colosimo, entrambe giudici della Corte dei Conti, ai quali i malevoli sostengono che Anemone abbia ristrutturato appartamenti e ville a costo zero. Ma la cosa (peraltro difficilmente dimostrabile) non costituirebbe reato, in assenza di comprovate “utilità”. Ad ogni modo, Mario Sancetta diventerà pure capo dell’ufficio legale di Pietro Lunardi (altro beneficiato dalle ristrutturazioni di Anemone) quando questi era ministro alle infrastrutture.
A Roma, per le variazioni sul piano regolatore e revisioni urbanistiche, come per la costruzione del Salaria Sport Village (famoso per certi massaggi), c’è invece il commissario delegato alle opere pubbliche Claudio Rinaldi.
In caso di indagini da parte della magistratura, si può sempre richiedere una consulenza ad Achille Toro, il procuratore con delega ai reati contro la Pubblica Amministrazione, tramite i buoni auspici del figlio Camillo.
Per disinnescare i ricorsi ostili al TAR, si potrebbe forse chiedere una piccola cortesia al presidente Pasquale De Lise, magari chiedendo consiglio all’avv. Patrizio Leozappa nonché genero di De Lise.
Per eventuali controlli fiscali della Guardia di Finanza, c’è poi il generale Francescu Pittorrru, che per il disturbo si è fatto intestare un paio di appartamenti oltre all’assunzione della figlia. Ma le positive ricadute sull’occupazione, hanno riguardato tra gli altri anche i figli di Angelo Balducci; Francesco e Gloria Piermarini, rispettivamente cognato e moglie di G. Bertolaso; e Paolo Palombelli, cognato di Francesco Rutelli.
Poi ci sono quelli che intervengono a puro titolo di amicizia, come il banchiere Denis Verdini, responsabile PdL. C’è chi si fa comprare gli appartamenti a “sua insaputa” come il dimissionario ministro allo Sviluppo economico, Claudio Scajola. E quelli che si fanno ristrutturare ville ed immobili a gratis, come l’ex ministro alle Infrastrutture: il leghista Pietro Lunardi (quello del “bisogna convivere con la mafia”)…
È una saga criminale che sembra non conoscere fine né decenza. E proprio dall’incontenibile espandersi dell’inchiesta, nasce l’impellenza della Legge Bavaglio contro le intercettazioni (e non solo), che tanto preme al gangster di Palazzo Grazioli.

LA MESSA PER FARLI CONOSCERE
La fortunata ascesa degli Anemone è riconducibile al “Grande Giubileo” del 2000: l’anno magico che sancisce il sodalizio tra alcuni dei principali protagonisti dell’intricata vicenda. Nella più classica tradizione simoniaca che caratterizza le indulgenze giubilari, dove il ‘Sacro’ lascia ben presto il posto al ‘Profano’, la celebrazione si risolse in una alluvione di miliardi pubblici piovuti a foraggiare la greppia del grande evento religioso, conformemente alla laicità dello Stato.
Per l’occasione, l’allora sindaco di Roma, Francesco Rutelli, fu nominato commissario straordinario del Governo per il coordinamento operativo degli interventi e dei servizi di accoglienza. Er Cicoria, l’ex radicale che di lì a poco si sarebbe convertito sulla via di Damasco, elevò Guido Bertolaso al ruolo di vice commissario vicario. La controparte vaticana era invece monsignor Crescenzio Sepe, segretario del Comitato per l’organizzazione del Giubileo.
Gli interventi infrastrutturali rientravano infine nelle competenze di Angelo Balducci, all’epoca Provveditore alle opere pubbliche per Roma e per il Lazio, ma con ottime entrature in Vaticano. Prima di cadere in disgrazia, Balducci è stato infatti membro dell’esclusiva “famiglia pontificia” (dal 1995) su nomina di Giovanni Paolo II ed in ottima amicizia con monsignor Francesco Camaldo, il chiacchierato cerimoniere pontificio già segretario particolare del cardinale Ugo Poletti (fino al 1997), recentemente diventato Prelato d’onore di Sua Santità.
Inoltre, la collaborazione con l’ex sindaco Rutelli deve rivelarsi particolarmente proficua, perché ancora nel Dicembre del 2006 Er Piacione, in qualità di vicepremier e ministro dei Beni Culturali, nomina Balducci commissario straordinario per la ricostruzione del Teatro Petruzzelli di Bari, sulla quale la locale procura ha aperto tre indagini separate e ancora in corso.

Pro Domo Sua
Tuttavia, l’esperienza giubilare sembra portare fortuna anche a Crescenzio Sepe, che nel 2001 viene elevato da papa Woytila al rango di cardinale e promosso Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, meglio conosciuta come ‘Propaganda Fide’, dove il porporato rimane fino al 2006.
De Propaganda Fide è la principale immobiliare del Vaticano, con un patrimonio stimato intorno ad un miliardo e 300.000 euro, per un totale di 761 fabbricati, di 445 terreni e 2.325 alloggi. Soltanto a Roma e Provincia, la “sacra congregazione” di Propaganda Fide possiede qualcosa come 725 fabbricati, 325 terreni e 2.211 vani, per un valore di mercato di un miliardo e 267 milioni. In massima parte si tratta di immobili di pregio, in pieno centro storico capitolino. La stima approssimativa è stata fatta da “Libero”: noto quotidiano bolscevico.
E pare sia stimata per difetto, poiché l’importo esatto sembra ammontare a 1.287.390.675 di euro (20 milioni in più).
A queste andrebbero poi aggiunte le proprietà vaticane distribuite nel resto d’Italia, per esempio: a Rovigo (valore di mercato 7,3 milioni); a Napoli (quattro milioni); a Mantova, con terreni per un valore di 2,7 milioni. Nel complesso, la Santa Sede possiede circa il 23% del patrimonio immobiliare italiano, affidato in prevalenza alla APSA (Amministrazione Patrimonio Sede Apostolica): una controllata dello IOR. Per non parlare delle infinite attività commerciali o messe a profitto. Tutte, naturalmente, esenti dal pagamento dell’ICI, in virtù dell’esenzione fiscale introdotta dal Governo Amato con il decreto legislativo n°506 del 30/12/1992 e successivamente estesa con un nuovo decreto legge (17/08/2005) dal Governo Berlusconi III.

«Varato nel ’92, bocciato da una sentenza della Consulta nel 2004, resuscitato da un miracolo di Berlusconi con decreto del 2005, quindi decaduto e ancora recuperato dalla Finanziaria 2006 come omaggio elettorale, il regalo dell’Ici alla Chiesa è stato in teoria abolito dai decreti Bersani (sempre nel 2006). Molto in teoria, però. Di fatto gli enti ecclesiastici (e le onlus) continuano a non pagare l’Ici sugli immobili commerciali, grazie a un gesuitico cavillo introdotto nel decreto governativo e votato da una larghissima maggioranza (…) Basta insomma trovare una cappella votiva nei paraggi di un cinema, un centro vacanze, un negozio, un ristorante, un albergo, e l’Ici non si paga più. In questo modo la Chiesa cattolica versa soltanto il 5 o 10 per cento del dovuto allo Stato italiano con una perdita per l’erario di almeno 400 milioni di euro ogni anno, senza contare gli arretrati.»

  Curzio Maltese
  (25/06/2007)

Nella Città che di eterno ha soprattutto l’emergenza abitativa, gli appartamenti sono locati a prezzo di favore, o messi a disposizione a titolo gratuito, a potenti e ricchissimi, mentre per i comuni mortali l’affitto di un bilocale in periferia può arrivare anche a 900 euro mensili.
Nel 2001, a gestire l’immenso patrimonio dell’ente benefico, il cardinale Sepe chiama il pio Angelo Balducci come Consultore della Congregazione.

«Con Balducci, che ha competenza per la parte strutturale del patrimonio immobiliare, siedono nel comitato il manager Francesco Silvano, ex presidente dell’ospedale Bambin Gesù (per la parte economica) e l’avvocato dello Stato Ettore Figliolia (sarà capo dell’ufficio legislativo del vicepremier Francesco Rutelli nel secondo governo Prodi e lo si ritroverà a presiedere in almeno tre circostanze arbitrati che decidono le sorti di contenziosi su grandi opere pubbliche).»

  Carlo Bonini
La Repubblica
  (07/05/2010)

Alla gestione patrimoniale degli immobili della Congregazione partecipano anche Pasquale De Lise (da poco nominato presidente del Consiglio di Stato) e suo genero, l’avv. Fabrizio Leozappa. Francesco Silvano (memores domini di Comunione e Liberazione) è colui che avrebbe consegnato, le chiavi dell’appartamento di Via Giulia a Guido Bertolaso, secondo la testimonianza da lui resa e smentita nei fatti dal legittimo proprietario dell’immobile.
Alla manutenzione e ristrutturazione degli alloggi provvedono come sempre le ditte del solito ANEMONE, che per la bisogna si avvale come progettista dell’architetto Angelo Zampolini.
Zampolini è l’uomo che stacca gli assegni per gli affitti di Bertolaso; è colui che contribuisce alle spese per l’acquisto del mega-appartamento di Claudio Scajola, con vista Colosseo, in Via del Fagutale, erogando un piccolo contributo di soli 900.000 euro. Naturalmente ad insaputa del ministro. Del resto, per le spese correnti ed i pagamenti cash in pronta consegna, Diego Anemone può sempre contare su don Evaldo Biasini, economo della Congregazione del Preziosissimo Sangue di Gesù, le cui casse funzionano come deposito personale (ed in nero) della famiglia Anemone. Sembra che attraverso la congregazione siano transitati nelle tasche dell’imprenditore di Settebagni qualcosa come un milione di euro: 400 mila in assegni circolari intestati a società variamente riconducibili ad Anemone, più altri 600 mila euro in contanti.
L’istituzione religiosa di don Biasini è collegata alle Opere missionarie pontificie che fanno capo alla potentissima Propaganda Fide, il cui dicastero tra le sue numerose ramificazioni sembra riesca a rastrellare entrate annuali per 50 milioni di dollari.
Inflessibile sulla riscossione dei canoni di locazione, la Congregazione per l’Evangelizzazione si rivela incredibilmente generosa con il leghista Pietro Lunardi, che per 14 mesi viene ospitato gratuitamente in una appartamento, a Roma, nella centralissima Via dei Prefetti. Si direbbe a “titolo di prova” visto che nel 2004 Lunardi compra tutto lo stabile per la cifra di 4 milioni e 160.000 euro: tre piani per un totale di 720 mq. Si tratta di un prezzo completamente fuori mercato per il centro storico romano, dove i prezzi possono arrivare ad 8.000 euro per mq.

LA SOCIETÀ DEI MAGNACCIONI
La Curia pontificia è rigidissima nell’applicazione del principio di territorialità insieme alla sua totale autonomia gestionale e fiscale. Tuttavia, quello stesso principio così gelosamente rivendicato, decade ogni qualvolta si profili qualche onere a carico delle finanze vaticane che, se da una parte rivolgono i propri sospiri al cielo, hanno gli occhi ben piantati sui denari di Cesare… Se è vero che non c’è limite alla Provvidenza, non c’è ritegno nella rapacità con cui la Chiesa drena le risorse dello Stato italiano, considerato alla stregua di una sussidiaria della Camera Apostolica.
Del resto, quando si tratta di reperire e stanziare fondi a totale beneficio della Santa Sede, i governi italiani non conoscono né crisi, né recessione, né tagli. Perciò, visto lo status di profonda indigenza in cui versano le finanze vaticane, ed in particolar modo quelle della Congregazione di Propaganda Fide, non poteva certo mancare l’intervento ordinario dello Stato che, non contento di destinare il 44,64% del gettito proveniente dal proprio 8 per mille nella conservazione beni culturali legati al culto cattolico (contro il 23,03% stanziato per la conservazione beni culturali civili), elabora sempre nuove forme di finanziamento…
Tra i carrozzoni inutili che il ministro Tremonti si guarda bene dall’eliminare, funzionali però all’elargizione della questua, c’è l’ARCUS, Società per lo sviluppo dell’arte, della cultura e dello spettacolo. Si tratta di una S.p.A. costituita nel Febbraio 2004, dall’allora ministro Giuliano Urbani, con atto del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, ai sensi della Legge 291 del 16/10/03.
Come recita lo statuto, “il capitale sociale è interamente sottoscritto dal Ministero dell’Economia, mentre l’operatività aziendale deriva dai programmi di indirizzo che sono oggetto dei decreti annuali adottati dal Ministro per i Beni le Attività Culturali – che esercita altresì i diritti dell’azionista – di concerto con il Ministro delle Infrastrutture. Arcus può altresì sviluppare iniziative autonome”.
Fedele alla filosofia mercantilista che la ispira, all’ARCUS spetterebbe il compito di valorizzare il patrimonio culturale attraverso la sua capitalizzazione, in base al potenziale d’uso e consumo ed in “connessione con le infrastrutture, perseguendo la visione di contribuire a tradurre i beni e le attività culturali da oggetto passivo di osservazione a soggetto attivo di sviluppo”. La Cultura ridotta a fast food. Per questo abbiamo Bondi ministro e Mario Resca come consulente generale.

“Arcus si muove anche nell’ottica di aggregare attorno ai progetti i possibili stakeholders potenzialmente interessati. Di volta in volta, pertanto, vengono contattate fondazioni di origine bancaria e non, enti locali, esponenti delle autonomie e della società civile, università e anche soggetti privati, al fine di coagulare attorno alle iniziative risorse crescenti e finanziamenti coordinati.”

Il direttore generale della società è Ettore Pietrabissa, un passato all’IRI e quindi all’ABI. Il Presidente è invece Salvatore Italia, antico democristiano di scuola andreottiana. Entrambi guidano un CdA di sei consiglieri, per un’entità che conta 4 dipendenti e 6 “consulenti” con contratto a termine. Più generali che soldati. Come tutti i carrozzoni politici, nemmeno l’ARCUS poteva rinunciare ad una sede prestigiosa. La folla di dipendenti necessitava di ampi spazi di bivacco e dunque  l’amministrazione ha optato per 350 mq, in Via Barberini 86, a Roma, al modico affitto di 16 mila euro al mese. Tra annessi e connessi, ARCUS costa all’erario circa 2 milioni di euro all’anno. Arcus in 6 anni di vita ha speso mezzo miliardo di euro.
 Dal 2004-2008, hanno fatto parte del CdA anche l’archeologa Elena Francesca Ghedini, sorella del più famoso Niccolò (avvocato-deputato-inquisito), che si è ritrovata nella duplice veste di erogatrice e fruitrice dei finanziamenti, per il suo dipartimento di Archeologia dell’Università di Padova. La dott.ssa Ghedini, per le istituzioni sotto il suo patronato è riuscita ad incassare 3.200.000 euro: più di quanto la ARCUS abbia stanziato per la messa in sicurezza del patrimonio culturale abruzzese nei prossimi tre anni. Interessante anche la partecipazione di Ercole Incalza, attuale responsabile della struttura di missione del ministro Altero Matteoli, e beneficiario di 520.000 euro pagati dal solito architetto Zampolini, in conto Anemone, per l’acquisto casa della figliola.

Excusatio non petita…
Tra gli addetti ai lavori, molti devono essersi interrogati sull’effettiva utilità di ARCUS e sulla necessità della sua esistenza. Per questo, con una irresistibile ironia del tutto involontaria, i suoi inventori hanno inserito questa pietra miliare nello statuto della società, confermando un vecchio adagio medioevale (…accusatio manifesta):

«E’ importante che venga ben compresa la specificità operativa di Arcus, così come emerge da quanto precede: la Società interviene a sostegno organizzativo e finanziario su progetti di rilievo, mentre in nessun modo è assimilabile un’agenzia di erogazione di fondi, né può essere annoverata fra i “distributori a pioggia” di fondi pubblici o privati.»

Forse è per questo che gli stanziamenti sono discrezionali, non soggetti a verifica preventiva. I suoi decreti operativi vengono adottati dal ministero per i Beni culturali di Sandro Bondi, di concerto con le Infrastrutture di Altero Matteoli, senza alcun controllo parlamentare, giacché mai nessun atto di ARCUS è mai stato sottoposto al vaglio delle Camere. Tra le “distribuzioni” oculate e specifiche su “soggetti di rilievo” operate da Arcus, di sicuro livello culturale, ci sono i 500 mila euro vengono destinati alla «partecipazione dell´Italia all´Expo di Shangai 2010».
I più malevoli scrivono che:

“Nella prassi Arcus è la cassaforte dove i ministri che si sono succeduti alla cultura e alle infrastrutture hanno attinto per operazioni di facciata, disinvolte e talvolta anche opache. Tanto che nel 2007 Arcus è stata commissariata, e si scoprì che i soldi venivano erogati perfino per una tappa del giro d’Italia. Ancora una volta la disinvoltura non manca: si finanziano teatri commissariati come il Carlo Felice di Genova o il San Carlo di Napoli, Mario Resca l’uomo assunto dal ministro Bondi alla Valorizzazione del patrimonio museale per attirare i capitali dei privati, per ora si prende quelli di Arcus, cioè dello stato, per la sua Direzione Generale e per l’Expò di Shanghai. I 16 milioni per Cinecittà vanno a un generico progetto di «Valorizzazione e rilancio della attività», senza considerare i 500 mila euro per la Fondazione Pianura Bresciana, in passato promotrice dell’indimenticabile Convegno sulle cinque razze autoctone dei suini. Ultimo paradosso, attraverso Arcus foraggia anche la Fondazione Banco di Napoli, vale a dire una di quelle fondazioni bancarie private che avrebbero per statuto quello di finanziare la ricerca, la cultura e così via. Altro che intervento dei privati nella cultura: questa è una pioggia gelatinosa di danaro pubblico.”

 L’Unità – “Il segreto di Arcus”
Luca Del Fra
28/02/2010

Ma ARCUS sembra soprattutto concepita come l’ennesimo collettore di indebiti finanziamenti, a tutto beneficio delle strutture ecclesiastiche ed extraterritoriali, dal momento che il grosso delle sue erogazioni ha per oggetto immobili di proprietà vaticana, per un importo superiore ai 20 milioni di euro che comprende arcidiocesi, diocesi, parrocchie, conventi ed ordini religiosi.
Sarà il caso di riportare qualche esempio…

LA MANNA
 Le erogazioni dell’ARCUS, non diversamente motivate forniscono un eloquente informativa sui capitoli di spesa che caratterizzano gli interventi della SpA e che, con poche eccezioni, hanno un’unica finalità strategica. Ecco alcuni degli interventi più sostanziosi:

– ANNO 2004 –
Arcidiocesi di Napoli: € 1.000.000 “Progetto museo diocesano”.
Diocesi di Palestrina (RM): € 40.000 per il recupero del percorso giubilare di Paliano; rifinanziato nel 2005 con altri 300.000 euro.
Comunità di S.Patrigano: € 500.000

 – ANNO 2006 –
Pontificia Università Gregoriana di Roma: € 1.000.000 per il restauro dei Palazzi Lucchesi e Frascara. Rifinanziata con altri 800.000 euro nel 2007. In seguito all’intervento del ministro Bondi, la ARCUS avrebbe stanziato per il restauro dei cortili interni della Pontificia università gregoriana di Roma altri 1,5 milioni tra il 2010 ed il 2011. E questo nonostante lo Stato fosse già intervenuto con 899.944 euro presi dai fondi dell’8 per mille: € 457.444 nel 2009 ed altri € 442.500 nel 2007.

 – ANNO 2007–2008 –
Diocesi di Torino: 2 milioni di euro per la realizzazione di un Auditorium.
Diocesi  di Ancona: € 900.000 per il restauro dell’Istituto Colle Ameno.
Diocesi di Terni: € 100.000 per il FilmFestival Interreligioso “Popoli e Religioni”, a cura dell’Istituto Studi Teologici e Storico-Sociali.
Arcidiocesi di Urbino: € 400.000 per il Museo diocesano “Albani”- ampliamento e riqualificazione funzionale.
Arcidiocesi di Pesaro: € 250.000 per il Polo museale diocesano, con stanziamento successivo di altri € 600.000.
Frati Minori (Osimo-AN): € 75.000 per il restauro della Basilica di San Giuseppe da Copertino.
Pontificio Istituto Maestre Pie Filippine: € 400.000 per il Restauro Chiesa di (S. Caterina) S.Benedetto.
Chiesa S.Maria Assunta di Mogliano Veneto (TV): € 490.000 per il recupero dell’Abbazia Benedettina di Mogliano Veneto.
Parrocchia di Maria S.S. Annunziata di Tuglie (Lecce): € 165.000 per il restauro del Santuario Madonna del Monte Grappa.
Parrocchia di San Giovanni Elemosiniere  (Morciano di Leuca – Lecce): € 400.000 per il restauro della parrocchia (!)
Vicariato di Roma: € 500.000 per il restauro degli affreschi del Gesù Nazareno all’Argentina.
Compagnia di Gesù all’Argentina: € 200.000 per la costituzione del Museo della Compagnia di Gesù.
Compagnia di Gesù: € 300.000 per il restauro di Palazzo Cariati, sede dell’Istituto Pontano (Napoli).
Santuario della Basilica di Pompei (che ha ben poco di artistico): € 1.000.000 solo per i progetti di restauro in Basilica.
Abbazia Cistercense di Chiaravalle della Colomba: € 2.700.000
Comune di Salerno: € 150.000 per il progetto “Restauro Campanile Chiesa SS. Annunziata”.
Comune di Tredozio (Forlì): € 200.000 per il restauro del Monastero della SS. Annunziata.
Comune di Orvieto: € 300.000 per il restauro del Convento San Francesco.
Comune di Pellezzano (SA): € 100.000 per il restauro della Chiesa di Santa Maria delle Grazie.
Comune di Sulmona (AQ): € 2.000.000 per il Restauro dell’Abbazia Celestiniana.
Comune di Messina: € 400.000 per il restauro della Chiesa di Gesù e Maria del Buon Viaggio.
Comune di Camerano (AN): € 185.000 per il restauro della Chiesa di San Francesco.
Basilica di Santa Cecilia in Trastevere a Roma: € 350.000 per il restauro superfici decorate delle navate.
Missionari dei Sacri Cuori (Beato Gaetano Errico): € 185.000 per il restauro del Santuario dell’Addolorata.
Basilica dei Santi Quattro Coronati a Roma (Monache Agostiniane): € 300.000 Restauro del chiostro.
Pontificio Istituto Maestre Pie Filippine: € 400.000 per il Complesso monumentale ex convento delle Benedettine (TEGGIANO).
Basilica Parrocchiale di S.Andrea delle Fratte a Roma: € 700.000 per consolidamento strutturale e restauro della basilica.
Casa di Sant’Agnese dell’Ordine dei Canonici Regolari Lateranensi: € 250.000
Arcivescovo metropolita di Napoli: € 650.000 per il museo diocesano.
Convento dei Cappuccini di Frascati (RM): € 1.000.000 per il restauro della chiesa San Francesco dei Cappuccini.

Non mancano poi le spese ‘esotiche’ come € 3.500.000 per il “Progetto sale cinematografiche Schermi di qualità”.
Da notare che tra i maggiori beneficiari ci sono regioni come il Lazio, le Marche (terra d’origine del pesarese Angelo Balducci) e, da quando il card. Sepe è diventanto arcivescovo di Napoli, la Campania.
Le procedure di assegnazione seguite da ARCUS sono così cristalline e circostanziate, da provocare anche il duro intervento della Corte dei Conti che lamenta l’assenza di un regolamento attuativo che, seppur previsto, non è mai stato redatto. Nel 2007, criticando l’arbitrarietà dell’Istituzione, la Corte dei revisori denuncia:

«Il soggetto societario in mano pubblica è stato trasformato in un organismo che in concreto ha assolto prevalentemente una funzione di agenzia ministeriale per il sostegno finanziario di interventi, decisi in via autonoma dai ministri e non infrequentemente ed a volte anzi dichiaratamente, indicati come integrativi di quelli ordinari, non consentiti dalle ridotte disponibilità correnti del bilancio (…) che avrebbe portato a decisioni apparentemente non ispirate a principi di imparzialità e trasparenza».

In particolare, la stesura del regolamento dell’ARCUS era stato in origine affidato a Mario Sancetta, già beneficiato dalle premurose attenzioni della cricca Balducci-Anemone ed attualmente indagato per corruzione.
Ci sarebbe da aggiungere che tra gli affittuari d’elite della case di Propaganda Fide risultano essere anche funzionari ricollegabili ad ARCUS ed al Ministero dei Beni Culturali, che la società controlla. Ed in tale ambito, hanno usufruito dei restauri delle imprese di Diego Anemone il sub commissario di protezione civile in Abruzzo per i Beni Culturali, Luciano Marchetti (anno 2005). E  Cecilia Mencarelli, figlia della compagna dell’ingegnere Francesca Nannelli, funzionaria del ministero dei beni culturali di Firenze, anche lei distaccata all’ARCUS.

IL PALAZZO DEL CARDINALE
La casa, si sa, è un bene prezioso. Trovare appartamenti nel pieno centro di Roma e per di più a prezzi stracciati, con tanto di ristrutturazioni agevolate, è un po’ come vincere un terno a lotto. Se poi, più o meno indirettamente, posso addebitare le spese dei miei lussi allo Stato, è meglio. Molto meglio. A maggior ragione se controllori e controllati sono la stessa persona.
Il sistema di gestione degli appalti, che aveva uno dei sui perni nella distribuzione di immobili di pregio riconducibili a Propaganda Fide, era così collaudato nella sua certezza di impunità da essere sfacciato. Uno degli stanziamenti più clamorosi, messi in atto dalla straordinaria ARCUS S.p.A. è proprio il restauro del palazzo romano in cui ha sede la congregazione di Propaganda Fide, affacciato su Piazza di Spagna a Roma. Il problema dell’extraterritorialità viene ovviato con la scusa che l’edificio “aveva subito infiltrazioni e si era deteriorato a causa delle vibrazioni per il passaggio della metropolitana”, cosa che invece non sembra minimamente riguardare né giustificare alcun tipo di intervento per il resto dei palazzi confinanti.
 I “lavori di restauro e manutenzione provvisoria” vengono affidati alla supervisione dell’architetto
Angelo Zampolini (una garazia!) con l’allestimento dei ponteggi esterni e messa in sicurezza.
Nel 2005 arriva il primo finanziamento di ARCUS. Con un decreto ministeriale (20/07/05) a firma congiunta di Pietro Lunardi (Infrastrutture) e Rocco Buttiglione (Beni Culturali) vengono stanziati 2.500.000 euro. L’intervento contempla “il ripristino delle coperture e del sottotetto, restauro architettonico delle facciate, adeguamento statico delle murature verticali, restauro dei serramenti, la pinacoteca prevista al terzo piano, l’impianto antincendio e quello di rilevazione fumi.” E verrà definito dalla Corte dei Conti come “incongruo” e “non motivato”.
Nello stesso anno, il ministro Lunardi avvia le pratiche per l’acquisto agevolato del palazzetto in Via dei Prefetti, di proprietà della stessa congregazione.
Nel 2006 cambia il governo, ma i favori continuano. Al ministero dei Beni Culturali c’è ora Francesco Rutelli che rinnova lo stanziamento statale, sempre per decreto, con altri 2 milioni e mezzo di euro, giustificando il raddoppio con l’apertura di una pinacoteca ed un percorso museale, insieme alla biblioteca lignea del Bernini e l’archivio storico della congregazione. A tutt’oggi le sale restano chiuse al pubblico, almeno fino ad Ottobre 2010.
Ma i ‘tesori’ del Palazzo della Congregazione sono ben altri e destinati a riservare ancora interessanti sorprese….

 Continua.

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L’UOMO CON LA TUTA

Posted in Business is Business, Kulturkampf with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 17 febbraio 2010 by Sendivogius

Forse ho avuto troppa fiducia nei confronti di certe persone e qualche cosa può essere sfuggita…
E’ chiaro che abbiamo dovuto correre e quindi non sono forse stato in grado di controllare puntualmente, giorno per giorno, tutte quelle che erano le attività che dovevano essere portate avanti…
In questo contesto qualcosa può anche essere stata fatta male
…”
  Guido Bertolaso (12/02/2010)

Ciò accade perché il dott. Bertolaso, nel duplice ruolo di capo-dipartimento della Protezione Civile e sottosegretario di Governo, è stato sovraccaricato da una serie infinta di mansioni talmente vaste che, per essere espletate tutte, richiederebbero come minimo un esercito di cloni, o un Eracle redivivo ed un aedo per declamare in versi cotali gesta.
Si tratta di un’investitura totale, su tutti i fronti dell’emergenza (vera o presunta tale) dilatata a prassi organica di governo e di intervento, senza limiti di spesa né di azione: “dalle leggi sulla trasparenza, sui requisiti dei contratti, sulla concorrenza, sugli appalti, sulla pubblicazione dei bandi, sugli avvisi, sugli inviti, sulle verifiche archeologiche, sulle varianti, sui termini, sulla selezione delle offerte, sull’adeguamento prezzi, sulla progettazione”.
Si parte dalle calamità naturali (terremoti, frane, alluvioni) per arrivare alla mondanità dei “Grandi Eventi”, attraverso l’uso e l’abuso del carattere d’urgenza: dagli eventi sportivi alle celebrazioni religiose, fino ai viaggi del papa; dalla viabilità stradale ai trasporti… Sono ‘eventi’ ampiamente previsti che poco o nulla c’entrano con la gestione dell’emergenza, ma che molto hanno a che fare con i cordoni della borsa, con l’immancabile corollario di piccole e grandi opere da realizzare.
Dalla  nomina di Bertolaso a capo della Protezione Civile, fino al gennaio del 2010, la presidenza del Consiglio ha emesso 620 “ordinanze emergenziali”, di cui solo una parte riferita a calamità naturali, con una spesa complessiva intorno ai 10 miliardi di euro.
Nel solo 2009, le opere d’emergenza sono state 78.
Non male per un Paese in recessione, che lascia milioni di disoccupati senza nessuna copertura economica, che distrugge la scuola pubblica e privatizza anche l’acqua pur di fare cassa!
Facciamo alcuni esempi…

Cerimonie religiose:
 19 Aprile 2002. Canonizzazione di Padre Pio
 24 Luglio 2002. Canonizzazione di José Maria Escrivà de Balaguer, fondatore dell’Opus Dei
 1 Ottobre 2003. Beatificazione di Teresa di Calcutta
 22 Aprile 2008. Anno giubilare Paolino
A questi si aggiungono l’incontro nazionale dell’Azione cattolica a Loreto con il papa (2004), i funerali del papa nel 2005 e l’incontro a Loreto (nel 2007) col nuovo papa Benedetto XVI. le celebrazioni per il 400° anniversario della nascita di San Giuseppe da Copertino, in provincia di Lecce, avvenute recentemente. La relativa copertura finanziaria per i capitoli di spesa è stata affidata alla Protezione Civile, con un apposita ordinanza “emergenziale” (la n.3356) data l’eccezionalità dell’evento. E sempre alla Protezione Civile verranno affidati i fondi per il Congresso Eucaristico nazionale, previsto ad Osimo (Ancona) dal 4 all’11 settembre 2011, che costerà al pubblico erario l’esborso di qualche altro centinaio di milione di euro, tramite i soliti appalti riservati e senza gara, come sempre a cura della Protezione Civile.
Per la serie “libera Chiesa in libero Stato”..!

Competizioni sportive:
Torino, 19 Giugno 2005. Giochi Olimpici invernali.
Roma, 14 Ottobre 2005. Campionati di nuoto.
Inoltre ci sono stati i mondiali di ciclismo (Varese 2008), i “Giochi del Mediterraneo” a Pescara (2009), i mondiali di nuoto per “Roma 2009”, le regate della “Vuitton Cup” in Sardegna (2009-2010) ed a Trapani (2007).
Sono previsti interventi futuri nel caso delle eventuali Olimpiadi a Roma e  per  quella grande pagliacciata della F.1 nel neo-circuito dell’EUR.

Viabilità ordinaria:
 Cantieristica per l’ammodernamento dell’autostrada A3 Salerno-ReggioCalabria
 Asfaltatura delle strade e costruzione delle rotonde a Varese e dintorni per i mondiali di ciclismo nel 2008
 Regolazione del traffico a Napoli e, dulcis in fundo, del transito di gondole e vaporetti a Venezia

Il dipartimento della Protezione civile è impegnato anche nella gestione degli appalti per l’Expo di Milano nel 2015 e competente per il cosiddetto “Piano carceri” con la realizzazione di nuovi edifici di edilizia carceraria, senza dimenticare le costruzioni per le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia (2011).

Questo avviene perché le prerogative della Protezione Civile sono state estese a tal punto da diventare onnicomprensive, con l’accorpamento delle competenze e l’abuso delle deleghe straordinarie, nella figura unica del capo-dipartimento. A quest’ultimo sono stati attribuiti enormi poteri decisionali, rimessi a criteri discrezionali svincolati da ogni controllo, secondo il principio di necessità regolato in esclusiva dall’emergenza del momento cogente.
E in nome dell’eccezione permanente ci si immunizza dalla legge… Si firmano ordinanze, si fanno scelte inderogabili, si impongono direttive in deroga alla normativa vigente nell’eccezionalità della regola.

«Oltre alle frane, agli incendi, ai terremoti e alla “monnezza” napoletana, furono emergenziali nei mesi scorsi i lavori per oltre 300 milioni affidati in molti casi a imprese «amiche» per il G8 della Maddalena, alfine trasferito a L’Aquila. E lo furono anche i mondiali di nuoto, insieme alle gare calcistiche, ai party di Stato, ai viaggi del Papa, alle regate veliche, al traffico di gondole in laguna, agli alberghi di lusso, agli scenari di cartapesta, come quello che approntò personalmente il premier con reminiscenze dell’antica Roma e che a Pratica di Mare lasciò interdetta l’intera diplomazia internazionale convenuta al vertice Nato-Russia.
Nel paese di B&B, la perfetta coppia Berlusconi & Bertolaso benedetta da Gianni Letta, tutto è ormai emergenza…
(…) Negli anni del berlusconismo, dalla cultura dell’emergenza è scaturita una sorta di scienza del potere incontrollato in deroga a tutte le norme di legge, un blocco di potere indistruttibile, segreto, libero da regole, che in meno di un decennio ha speso come ha voluto qualcosa come 10 miliardi di euro e che si appresta a spenderne molti altri per la “Louis Vuitton World Cup”, prevista la prossima primavera alla Maddalena per tentare di giustificare i 327 milioni già bruciati, per il piano straordinario delle nuove carceri lanciato dal ministro della Giustizia Angelino Alfano, per gli ospedali calabresi e chissà per quale altra opera emergenziale che si aggiungerà alle 78 deliberate per decreto nel corso del 2009.»

  Il Grande Regno dell’Emergenza
  Alberto Statera
  La Repubblica (11-02-2010)

Il commissario straordinario dell’eterna emergenza è sempre lui, Guido Bertolaso.
Super-Guido vanta una parentela importante col cardinale Camillo Ruini, che lo introduce nel sottobosco del potere democristiano… dal divo Giulio, fino a mettersi sotto la cappella protettiva di Gianni Letta: gentiluomo di Sua Santità e ombra intrigante del Cavaliere. Sacro e Profano.

«Fu Giulio Andreotti a mettere gli occhi su di lui. Mentre l’Unicef gli proponeva di ritornare in Somalia, il ministro degli Esteri gli offrì di entrare nel settore della cooperazione come capo dell’assistenza sanitaria dei Paesi in via di sviluppo. Bertolaso restò alla Farnesina finché vi rimase il divo Giulio (‘un maestro’). Un passaggio agli Affari sociali come capo di gabinetto. Poi lo chiamò la giunta di Roma guidata da Francesco Rutelli: doveva far girare la macchina dell’ospedale Spallanzani. Tempo un anno e il sindaco Rutelli gli mise in mano l’organizzazione del Giubileo del 2000.
(…) Fu la sua grande vetrina. Gianni Letta lo prese sotto la sua ala. E nonostante avesse collaborato alla campagna elettorale di Rutelli, nel 2001 Silvio Berlusconi lo piazzò a capo del Dipartimento della protezione civile. Dal Divo al Piacione al Cavaliere: un tragitto pieno di svolte a “U” destinato a proseguire, perché Bertolaso continuò a indossare la tuta con gli stemmi tricolori anche sotto Romano Prodi. E il regista delle emergenze diventa un personaggio popolare.
(…) Le forze dell’ordine, i vigili del fuoco, l’esercito di volontari gli obbediscono compatti. Un uomo-ovunque, un giocatore a tutto campo»

  Stefano Filippi – 8 aprile 2009

Medico specializzato in malattie tropicali, il dott. Bertolaso sembrava avviato ad una brillante carriera tra la Farnesina e l’Unicef. Infatti, le sorti progressive e magnifiche di Guido alla Protezione civile cominciano tardi, nel 2001, ad eccezione di una breve parentesi sotto il governo Prodi (1996-1997). La sua grande occasione arriva con l’indulgenza plenaria dell’anno 2000, quando viene nominato vice Commissario vicario per il Grande Giubileo. In tale circostanza, il super-Guido si conquista l’appoggio interessato dell’allora sindaco di Roma: Francesco Rutelli, l’ex tutto all’epoca conosciuto come “Er Piacione” prima che in seguito ad una dieta radicale venisse ribattezzato “er Cicoria”.
Sempre durante il Giubileo del 2000, Bertolaso conoscerà un altro compagno di viaggio che lo affiancherà a lungo negli anni felici alla Protezione civile; si tratta di Angelo Balducci, anche lui Gentiluomo di Sua Santità, nelle grazie del cardinale Crescenzio Sepe.

URBI ET ORBI
  Chiamato a fronteggiare le più svariate calamità per conto della Protezione Civile, tanto per non restare indietro, il supercommissario Bertolaso monitorizza pure l’attività lavica dei vulcani delle Eolie e controlla le aeree marittime di Lampedusa, fino ai rischi connessi all’inquinamento bio-nucleare. A tempo perso, dovrebbe occuparsi altresì di archeologia e patrimonio culturale…
Su proposta dell’evanescente ministro-poeta Sandro Bondi, nel 2008 super-Guido viene nominato commissario straordinario per l’area archeologica di Pompei e, già che c’era, pure per quella romana: dagli scavi di Ostia antica al complesso dei Fori, contro l’opinione delle soprintendenze di competenza, del Consiglio superiore dei beni culturali, e di quattromila fra professori universitari e studiosi italiani e stranieri. Lo zio Fester-Bondi capisce di arte come un criceto di elettrotecnica… e questa non è una colpa. Il dramma è quando i lacché di Palazzo diventano ministri per i servigi prestati nel boudoir di corte.
A dire il vero, al mitico Guido è stata delegata anche la messa in sicurezza degli edifici scolastici, specialmente dopo il crollo della scuola di Moncalieri. Ma poi i fondi stanziati pare abbiano prese altre direzioni… Evidentemente la vita degli studenti non è una priorità.

PROTEZIONE CIVILE S.p.A.
  La vastità degli incarichi conferiti a Bertolaso deve esser sembrato ancora troppo poco perché insieme a Gianni Letta, gran ciambellano di corte e suo principale protettore politico, si fa promotore (per interposta persona) dell’ennesimo decreto-legge (DL 195 del 30/12/09) di marca governativa, che estende a dismisura i poteri già ampiamente concessi al capo della Protezione Civile.
Salvo le annunciate modifiche, l’Art.16 prevede la costituzione di una super-struttura alle dirette dipendenze del Presidente del Consiglio (Silvio Berlusconi), che in sacra trimurti col suo Segretario generale (Gianni Letta) e col Capo Dipartimento (Guido Bertolaso), nomina il consiglio di amministrazione della nuova S.p.A e decide insindacabilmente sulle politiche di indirizzo e sugli interventi strategici, come se la Protezione Civile fosse una sua personale creatura aziendale.

 Art. 16,1:  Al fine di garantire economicità e tempestività agli interventi del Dipartimento della Protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per lo svolgimento delle funzioni strumentali del medesimo Dipartimento è costituita una società per azioni d’interesse nazionale denominata: «Protezione Civile servizi S.p.A.», con sede in Roma.

 Art. 16,2:  Il capitale sociale iniziale della Società è stabilito in un milione di euro ed i successivi eventuali aumenti del capitale sono determinati con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze. Le azioni della Società sono interamente sottoscritte dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri che esercita i diritti dell’azionista e non possono formare oggetto di diritti a favore di terzi. 

 Art. 16,3:  La Società, che e’ posta sotto la vigilanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della protezione civile ed opera secondo gli indirizzi strategici ed i programmi stabiliti dal Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Capo del Dipartimento nazionale della protezione civile, ha ad oggetto lo svolgimento delle funzioni strumentali per il medesimo Dipartimento, ivi compresa la gestione della flotta aerea e delle risorse tecnologiche, e ferme restando le competenze del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, la progettazione, la scelta del contraente, la direzione lavori, la vigilanza degli interventi strutturali ed infrastrutturali, nonche’ l’acquisizione di forniture o servizi rientranti negli ambiti di competenza del Dipartimento della protezione civile, ivi compresi quelli concernenti le situazioni di emergenza socio-economico-ambientale

È un fiume inesauribile di denaro pubblico in libero deflusso. In nome della tempestività di intervento e sblocco dei cantieri, si svuotano progressivamente le funzioni dei Comuni e degli Enti locali. Si depotenziano gli organismi di vigilanza e si allentano i controlli. Si umiliano le Sovrintendenze archeologiche. Ci si sovrappone alle strutture di competenza già esistenti: ANAS; Capitanerie di Porto; Croce Rossa; Vigili del Fuoco; Esercito e forze di Polizia…
Tutto il possibile nelle mani di uno solo che dovrebbe valutare, decidere, assegnare, controllare e pagare… È Guido Bertolaso, il commissario straordinario pluridelegato che ogni cosa gestisce.
La Protezione Civile tramutata in protettorato personale del Presidente del Consiglio, sotto il proconsolato di Bertolaso, emanazione e braccio operativo dell’Imperatore.

“Bertolaso ha trasformato la Protezione civile in una macchina per creare consenso. Anche tra gli imprenditori. Basta leggere i bilanci della società privata che dal 2001 in poi ha vinto tutti i principali appalti per l’organizzazione finale dei grandi eventi. È una srl con appena 35 mila euro di capitale. Si chiama Gruppo Triumph e ha sede a Monte Mario a Roma.
A capo del gruppo c’è una ex interprete dell’ambasciatore Usa in Vaticano, Maria Criscuolo, 47 anni, ben addentro al potere. Dal centrodestra al centrosinistra. Da Gianni Letta a Walter Veltroni. E anche nella Santa Sede. Maria Criscuolo guadagnava bene già nel 1994, con un fatturato in lire equivalente a 632 mila euro. Spiccioli rispetto a quanto fattura ora: 28 milioni 32 mila 705 euro, secondo i bilanci 2008 delle sue società a responsabilità limitata. Guido Bertolaso non bada a spese quando c’è da fare bella figura. Per il vertice Nato-Russia del 27 maggio 2002 a Pratica di Mare, alle porte di Roma, la Triumph di Maria Criscuolo incassa dalla Protezione civile 7 milioni 45 mila euro soltanto per le attività connesse all’organizzazione, gli allestimenti, la ristorazione, le fotocopiatrici, gli interpreti. Per preparare i due giorni di incontri, a cui partecipano Vladimir Putin e George Bush, il dipartimento di Bertolaso firma contratti per 36 milioni 284 mila euro. E nel resoconto non mancano cifre curiose. Come i 74 mila euro per il «facchinaggio da Pratica a Castelnuovo e trasporto statue»: 69 chilometri al costo di 1.072 euro a chilometro. Oppure il milione di euro per il taglio di prato e siepi, i 662 mila per la «riqualificazione del circolo ufficiali», i 21 mila per la «pedana per giornalisti», i 457 mila per la «consultazione dei notiziari di agenzia», i 42 mila per gli «annunci viabilità», i 17 mila per la stampa di menù e inviti.”

Protezione civile Super SpA
Fabrizio Gatti
L’Espresso, n. 52 del 29 dicembre 2009

E mentre migliaia di volontari si spaccano la schiena su e giù per l’Italia, consumando le proprie ferie al servizio del prossimo, ai vertici del Dipartimento si lavora per trasformare la struttura in un bulldozer del consenso organizzato e della clientela strutturale, a servizio permanente dei ras della politica.
Le anomalie nella gestione del Dipartimento ed il relativo abuso delle ordinanze sono talmente abnormi da suscitare critiche spietate, persino dove meno te le aspetti…

«C’è una vera e propria dittatura in atto. Una dittatura senza un dittatore in carne e ossa, certo. Ma comunque pericolosa, invasiva, ossessiva, opprimente e asfissiante come tutte le vere dittature. È la dittatura dell’emergenza. Un potere totale che, come previsto da George Orwell, conquista le coscienze, ruba le speranze, annulla il futuro e incatena a un infinito presente senza storia, senza passato e senza prospettive. È una dittatura psicologica, tutta culturale, che prende il via dalle cronache quotidiane dei giornali e, soprattutto, dei telegiornali: emergenza caldo, emergenza freddo, emergenza umidità, acqua alta, siccità, emergenza stupri, emergenza scippi, criminalità, immigrazione, emergenza traffico, emergenza buche, influenza, inquinamento e così via.
Una dittatura che, come in uno stato totalitario, uniforma tutto a se stesso e fa diventare tutto emergenza, anche ciò che emergenza non è: anche se sono problemi atavici (c’è chi parla di emergenza mafia!) o al contrario, se sono piccoli preoccupazioni di tutti i giorni. Lo sanno bene gli uffici comunali che sono invasi dai fax della protezione civile: ogni giorno ha la sua emergenza, fosse anche quella della pioggia, o della nebbia…E le leggi si fanno solo in nome dell’emergenza.
(…) Non c’è dittatura che si rispetti senza l’esaltazione della DECISIONE. E non può esserci decisione senza EMERGENZA. Tutto si tiene, in un sistema di pensiero che annulla l’argomentazione, i dubbi, le proposte. In un sistema assolutista che con l’illusione della sicurezza fa sentire, in realtà, tutti più insicuri. Perché, sempre, in emergenza.
E allora corri… Scappi da un’emergenza che non ricordi più quale sia. Che non ricordi più se esista veramente. Corri dietro a un flauto maligno e magico che ti farà cadere dentro il burrone di una vita appaltata a un potere che non conosci, anche se vive dentro di te. A un potere che trasforma la vita in problema, il problema in paura, la paura in terrore. È un potere che, grazie al terrore, incatena gli individui senza che se ne rendano conto. Senza che nessuno possa più ribellarsi.»

 Contro la dittatura dell’eterna emergenza
  di Filippo Rossi
  FareFuturo Webmagazine – 16/02/2010

È un immenso carniere, consacrato ai riti dell’abbondanza, prodigo di opportunità e appalti, per i quali la cassa dei finanziamenti è sempre piena.
Però, a caricare troppo la griglia, la carne cuoce male ed alla lunga puzza.
Poiché Guido Bertolaso non ha il dono dell’ubiquità per affrontare la pletora di responsabilità direttive accumulate ad libitum, è normale che nelle maglie di un sistema dalla natura ‘gelatinosa’ si introducano predatori di tutte le taglie, attratti dall’abbondanza di cibo.
Tuttavia, il mitologico Guido, sovrastimando il suo ruolo, deve essere davvero convinto di appartenere agli X-Men o di avere almeno qualche superpotere. E credendosi Coriolano proietta sé stesso nel pantheon degli eroi incompresi…

Rendere lo Stato efficiente non è un’anomalia (…) Per questa ragione non avevo proprio nulla da comunicare al Presidente del Consiglio. Avrei dovuto chiedergli che mi concedesse di rinunciare alle uniche norme che consentono di operare con efficacia, come ho dimostrato in questi anni. Per quale ragione? Per restare fermo a tempo indeterminato, in attesa che il Parlamento affrontasse il problema della capacità di decidere e fare delle Amministrazioni?
 Guido Bertolaso (15/02/2010)

In teoria, sarebbe la prassi prevista per la normale dialettica democratica, nell’equilibrio dei poteri istituzionali e nel rispetto delle regole… Ma tant’è!

Mi sono battuto sempre perché la competenza della Protezione Civile fosse propria del Presidente del Consiglio dei Ministri, risolvendo in questo modo il problema di evitare, nei tempi dell’emergenza, di affidarsi a forme di ‘coordinamento senza potere’ esercitate da un ministro pari grado di altri ministri.
Guido Bertolaso (15/02/2010)

Forse qualcuno dovrebbe spiegare a Guido Bertolaso che lui NON è la Protezione Civile, ma solo un funzionario della medesima.
Forse i suoi intimi dovrebbero consigliargli un bravo specialista, che lo aiuti a contenere le ipertrofie del suo Ego incontentabile ai limiti della mitomania.
Forse bisognerebbe convincere l’onnipotente sottosegretario che l’universo ha da tempo trovato il suo centro e, incredibilmente, continua ad espandersi anche senza il fondamentale contributo di super-Guido: il messia delle sciagure seduto alla destra del papi.

UNA GRANDE FAMIGLIA
  È un vero peccato che il povero Guido Bertolaso sia sempre oberato di lavoro e investito da così tante responsabilità, da non curarne nessuna. Altrimenti avrebbe potuto notare l’intraprendenza nepotista dei suoi più stretti collaboratori, a partire proprio da quell’Angelo Balduccisoggetto attuatore”. E scoprire che da 8 anni a questa parte gli appalti più golosi vanno sempre nelle tasche dello stesso risicato grumo di aziende.
Se avesse avuto più tempo (e meno fregole), invece di andare a dispensare pagelle ad Haiti, il superman prestato alla Protezione si sarebbe potuto interrogare sull’entità dei costi, sulle fatture gonfiate, e sull’effettivo valore delle opere realizzate in Italia.
Per esempio, avrebbe potuto porsi qualche piccolo interrogativo sulla ANEMONE Costruzioni, che sembra correre indisturbata su una corsia preferenziale di favori e prebende senza eguali…

In seguito all’ordinanza attuativa n.3275 del governo Berlusconi in data 23/03/2003, Guido Bertolaso diventa commissario ‘straordinario’ (of course!) per l’emergenza SARS e la minaccia Antrace.
Per fronteggiare gli ipotetici rischi di contaminazione, viene deciso il rafforzamento delle strutture dell’Istituto di Ricerca e Cura malattie infettive dell’ospedale “Lazzaro Spallanzani” di Roma. Il super-commissario Bertolaso dispone la realizzazione di un laboratorio per la messa in quarantena e per l’isolamento patologie ad elevatissimo contagio e le insidie bioterroristiche. L’appalto di costruzione viene affidato, senza gara, ad una oscura impresa di Grottaferrata: la ANEMONE Srl. Costo dell’opera: 80 milioni di euro. A tutt’oggi l’edificio non è mai stato consegnato.

Dal 2004 al 2009, fino al tripudio affaristico del mancato G-8 sardo, parte degli appalti fiduciari della Protezione Civile sotto il comando di Bertolaso vengono sistematicamente affidati alla: COGECAL; Maddalena scarl; Arsenale scarl; Imatec scarl; Nuove Infrastrutture Srl; REDIM 2000 srl… Sono tutte società riconducibili al gruppo Anemone.
Se il buon Guido aveva bisogno di lumi riguardo al groviglio societario che si spartisce la torta dei finanziamenti, poteva chiedere lumi direttamente a suo cognato: l’ing. Francesco Piermarini, impegnato nei cantieri della Maddalena per conto della Anemone srl. La stessa società è a sua volta coinvolta anche nel lucroso affare delle piscine dei mondiali di nuoto, dove non mancano i contatti per sbloccare pratiche in difficoltà…

«Nella gelatina del Sistema galleggiano i consiglieri della Corte dei Conti Antonello Colosimo e Mario Sancetta. Ma anche l’avvocato generale Giancarlo Mandò, cui Balducci chiede lumi su una “pratica di interesse” e il presidente del Tar Lazio, Pasquale De Lise. Per venire a capo della rogna del ricorso di Italia Nostra, che chiede di sospendere l’ordinanza salva-piscine e appalti per il Mondiali di nuoto 2009, Balducci pensa bene infatti di coinvolgere come avvocato Patrizio Leozappa, il genero di De Lise.
(…) È un fatto che, il 27 agosto 2009, Italia Nostra perda il suo ricorso.»
  Carlo Bonini – 16/02/2010
  La Repubblica

Nel Dicembre 2008, Bertolaso viene chiamato per gestire l’ennesima emergenza mediatica: le piogge invernali hanno gonfiato il fiume Tevere, che rischia di esondare allagando la città di Roma. Naturalmente non succede nulla. Ma il supercommissario che anticipa e sventa catastrofi non si accorge che la principale area di sfogo del fiume, prevista dai piani di sicurezza, e che si trova a nord di Roma, è oggetto delle speculazioni edilizia dell’accoppiata Balducci-Anemone: Filippo & Diego. Sono gli enfantes prodige dell’ormai famoso Salaria Sport Village, dove Bertolaso ama fare le sue “ripassate”. Il riposo del guerriero.
Filippo Balducci, un apprendista che costa 5500 euro al mese, è (come abbiamo già detto nella puntata precedente) l’erede di Angelo Balducci, ex vice di Bertolaso nei piani di attuazione dei Lavori Pubblici in carico alla Protezione civile. E presso il munifico gruppo Anemone ha trovato lavoro anche Paolo Palombelli, il cognato di Francesco Rutelli.
La greppia è ricca e la fame è tanta…

 Continua.

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