Archivio per Governissimo

(53) Cazzata o Stronzata?

Posted in Zì Baldone with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 30 luglio 2013 by Sendivogius

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Classifica LUGLIO 2013″

Se il sedicente “governissimo” è una scelta più subita che perseguita, nonostante le recriminazioni e i distinguo, sono in molti a volere le “larghe intese”
Le Tavole della Legge - da roselouise1 Indubbiamente, piacciono a Mario Monti, quello che spergiurava di non volersi candidare (Lui infatti governa solo su divina investitura del “mercato”); quello la cui rilevanza rappresentativa è inconsistente: per contenere tutto il suo elettorato, basterebbe il salotto della casa con vista Colosseo regalata al conte Patroni Griffi, ex ministro e attuale sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
L’Uomo di Berlino, dopo aver schiantato il tessuto sociale e produttivo di un intero Paese, devastato i conti dell’INPS, introdotte a dismisura forme di tassazione indiretta in aperto contrasto con l’Art.53 della Costituzione, era stato gentilmente accompagnato all’uscita salvo rientrare dalla porta principale del governo. E si trova nella formidabile condizione di influire sull’attuale esecutivo, in modo assolutamente non proporzionale al proprio peso effettivo. In prospettiva, il Governo Letta costituisce la continuazione ottimale di politiche economiche e finanziarie già poste in essere, con l’ulteriore svendita all’ingrosso del patrimonio pubblico, insieme all’auspicato taglio delle ali alle estreme e, una volta insediato, con l’opportuna messa al riparo da ogni processo elettorale, in ossequio alle direttive impartite dalle elite oligarchiche delle tecnoburocrazie brussellesi. Ce lo chiede l’Europa!
FARE I COMPITI A CASA (Liberthalia 2013)A maggior ragione, le Larghe Intese piacciono ai “mercati” e ancor di più agli “speculatori senza volto” (fin troppo noti: QUI). Costituiscono infatti una situazione straordinaria per disgregare e ridisegnare la Società, in funzione del nuovo mercantilismo neo-monetarista, assurto a ideologia dominante, scardinando le ultime resistenze e scaricare i costi della crisi finanziaria su terzi, al riparo da ogni regola e responsabilità etica.
OCP - JP MORGAN Ed i principali “operatori” del credito strutturato, che di tale shock economico sono causa e sostanza, hanno le idee chiarissime su quali siano gli ostacoli da eliminare dietro il mantra delle “riforme”… Perciò, quando non inviano i loro revisori o ex amministratori delegati ad occupare posti chiave nei governi e cassare le istituzioni democratiche, le grandi banche d’affari stilano direttamente i loro rapporti riservati, con l’elenco delle cose da fare, ad ostensione del nuovo Credo universale. È il caso degli ideologhi della JP Morgan, nella consacrazione del culto liberista:

«Le Costituzioni e i sistemi politici della periferia meridionale dell’Europa, sorti in seguito alla caduta del fascismo, hanno caratteristiche non adatte al processo di integrazione economica […] Queste Costituzioni mostrano una forte influenza socialista, riflesso della forza politica che le sinistre conquistarono dopo la sconfitta del fascismo. Perciò questi sistemi politici periferici hanno, tipicamente, caratteristiche come: governi deboli rispetto ai parlamenti, stati centrali deboli rispetto alle regioni, tutela costituzionale del diritto del lavoro, diritto di protestare contro ogni cambiamento. […] Test essenziale sarà l’Italia, dove il nuovo governo può chiaramente impegnarsi in importanti riforme politiche.»

  Rapporto del 28/05/13

Il problema sono dunque: la fine delle dittature; l’anti-fascismo; le tutele del lavoro; i diritti delle minoranze; l’equilibrio dei poteri… e quindi le Costituzioni che garantiscono contro l’arbitrio dei governi (preferibilmente “tecnici” e non eletti). Probabilmente, lo scopo principale è la creazione delle condizioni ottimali per il recupero crediti, con la garanzia delle relative condizioni a strozzo [QUI].
Dal Feticismo delle merci al Capitalismo come religione, dove il verbo della finanza si incarna nel corpo vivo dei popoli per l’espiazione del Debito attraverso la passione del Rigore:

«In primo luogo, il capitalismo è una religione basata interamente sul culto; forse la più estrema che sia mai esistita prima. Non riconosce alcun dogma particolare, nessuna teologia. Da questo punto di vista, l’opportunismo prevale sulla sua colorazione religiosa.
A questa concezione del culto si ricollega un secondo aspetto del capitalismo: la durata permanente del culto. Il capitalismo è la celebrazione di un culto senza tregua né pietà, in cui non è previsto un solo giorno alla settimana, che non sia un giorno di ‘festa’ (nel senso terribile dello sviluppo di tutta la pompa sacrale) che costituirà lo sforzo più evidente dei suoi adoratori.
Tale culto è, in terzo luogo, colpevolizzante. Probabilmente, il capitalismo è il primo caso di culto fondato sulla colpa, piuttosto che sulla remissione. Questo sistema religioso viene risucchiato da una corrente gigantesca. Un monumentale senso di colpa che non conosce redenzione e si trasforma in culto, non per espiare in questo la sua colpa, ma per renderla universale, forzarla a introdurla nella coscienza e, soprattutto, coinvolgere Dio stesso nella colpa affinché si interessi all’espiazione

  Walter Benjamin
Gesammelte Schriften
Vol.6 – Frammento 74 (1921)

Di conseguenza, il principale problema del Governo Letta non è l’immediata approvazione di una nuova legge elettorale, che ponga termine all’anomalia della grosse koalition all’italiana, garantendo l’alternativa democratica su programmi certi e definiti, bensì la riscrittura della Carta costituzionale evidentemente non confacente alle richieste del ‘mercato’ ed al nuovo corso unipolare. È interessante notare che il 31 Luglio, scade il termine ultimo che l’esecutivo presieduto dal nullatenente Enrico Letta si era prefissato per cambiare la nota legge porcata.
Silvione RidensAltresì, le ‘Larghe Intese’ piacciono fuor di dubbio al Pornocrate di Arcore, che del governo di Letta nipote è il massimo beneficiario, detenendo con un pacchetto di azioni minoritario la golden share della maggioranza più immonda che ‘strana’. Alla ricerca di un possibile salvacondotto dalle sue condanne, si trova nella situazione unica e irripetibile di essere governo e opposizione allo stesso tempo: condizione e paralizza l’azione di governo, incassando i dividendi e logorando i suoi nemici, incredibilmente diventati “alleati” incapaci di orientare alcunché ma pronti a subire tutto.
Borghezio saluto i suoi fansTuttavia, le Larghe Intese piacciono pure ai nazisti della padania, che in tal modo possono dare libero sfogo ai loro istinti animali, dedicandosi senza intoppi istituzionali alla caccia al negro ed alla “lobby sodomita”, senza oneri di governo e senza doversi preoccupare di fare opposizione, in attesa di rientrare dalla finestra.
Beppe Grillo Soprattutto piace al Capo-Grullo ed ai miracolati della sua setta nazi-maoista, che la nascita del famigerato “governissimo” avevano auspicato e propiziato fin dal primo istante, per poter giocare felici ai montagnardi, senza correre il rischio di assumersi alcuna responsabilità decisionale, ma correndo ad occupare ogni scranno disponibile, salvo trincerarsi nel limbo incontaminato della anime belle, quanto mai immacolate dalle tentazioni della Ka$ta, alternando esibizioni circensi davanti Piazza Montecitorio e maratone notturne a Parlamento vuoto. Risultati ottenuti: ZERO.
TafazziL’unico che sembra subire passivamente le Larghe Intese è invece il sempre più imbarazzante partito bestemmia, che delle intese allargate rischia di diventare l’agnello sacrificale. Immolato sull’altare del falso mito della “governabilità”: moloch totemico al quale tutto è sacrificabile, negoziabile, dilazionabile… Il Partito Democratico pare non rendersi conto di essere diventato un compiacente ostaggio dei papiminkia, collaborativo a tal punto da rasentare la Sindrome di Stoccolma. Perennemente alla ricerca di una Sintesi al suo interno, lasciando indefinite sia la Tesi che l’Antitesi, il PD rischia la scissione (e sarebbe una liberazione!), diviso com’è in tre partiti a loro volta pervasi da dozzine di sotto-correnti: ex-DC (margheriti, popolari, fioroniani, lettiani…); ex DS, sostanzialmente dalemiani di osservanza migliorista ai quali aggiungere i “diversamente dalemiani” (giovani turchi, bersaniani..); tutti contro Matteo Renzi. E nel frattempo imbastiscono un teatrino miserabile secondo un copione collaudato: ad ogni proposta indecente, di solito sotto forma di emendamento dall’altra metà della maggioranza (PdL), che con cadenza quasi giornaliera giunge al e dal Governo Letta, nel PD si aprono le cataratte con un profluvio scrosciante di dichiarazioni l’una in contraddizione con l’altra, in totale disaccordo cacofonico, tra le quali si contraddistinguono le abbondanti minzioni di quel pattuglione osceno di diversamente dalemiani che si fanno chiamare “Giovani Turchi” (un po’ come se i socialisti francesi scegliessero come nome “Gioventù hitleriana”). Solitamente, le divisioni vengono ricomposte al momento del voto parlamentare, dove qualsiasi rospo viene ingollato per “senso di responsabilità” in nome della “governabilità”: il sacro feticcio a cui tutto sacrificare. In caso contrario, immancabile e fulmineo arriva il vibrante monito del Colle. A quel punto, tutte le divergenze, i distinguo, le fronde rientrano prima di subito, con l’eccezione di qualche dissidente di bandiera (sono ‘democratici’) tipo un Pippo Civati, una Laura Puppato, e magari un Felice Casson, che oltre l’astensione non si spingono. E il provvedimento, anche il più infame, passa. Il governo è salvo. Evviva la pacificazione!

È un processo meccanico che ogni volta si ripete immutato su trazione automatica.
E che si ripeterà intatto qualora la condanna di Silvio Berlusconi dovesse essere confermata in Cassazione. Perché un partito non si sputtana salvando l’Angelino Alfano ministro, per dilazionare la caduta dell’Esecutivo di soli dieci giorni, votando poi la decadenza del senatore Berlusconi per manifesta incompatibilità. In nome della “governabilità”, animato dalla sua inestirpabile vocazione suicida, non è da escludere che il partito bestemmia opti: per la dilazione del voto; libertà di coscienza; astensione. In ogni caso, decreterebbe la sua fine.

“Il pelato automatico”
di Alessandra Daniele
(14/07/13)

«Ogni mattina una sentenza si sveglia, e sa di dover correre più della prescrizione se vuole beccare Berlusconi. Ogni mattina una prescrizione si sveglia, e sa di dover correre più della sentenza se vuole salvare Berlusconi. Ogni mattina Enrico Letta si sveglia, sbadiglia, e si riaddormenta tranquillo: niente di quello che succede in Italia può davvero influenzare il suo governo, perché il suo governo non è stato deciso in Italia.
Interdire Berlusconi dai pubblici uffici adesso è come chiudere la stalla dopo che i buoi, anzi i maiali, siano scappati tutti.
Vent’anni dopo.
Nel caso però, ci toccherà comunque vedere starnazzare furiosamente interi stormi di santanchè come se la sentenza stroncasse una nobile carriera sul nascere, mentre tutti i miracolati della corte berlusconiana si produrranno in pittoresche e melodrammatiche difese d’ufficio del boss, specialmente quelli che più aspettano e sperano di potergli finalmente fare le scarpe.
Quasi certamente però il governo Letta non cadrà, e se cadrà sarà presto sostituito da un altro drone identico. “Abbiamo il pilota automatico”, parola di Mario Draghi.
Da vent’anni abbiamo anche il Pelato automatico. Dal suo appuntamento del 30 luglio m’aspetto esattamente quello che m’aspetto dall’ultima stagione di Dexter: che finalmente riescano a beccarlo. Una sentenza però non basterà a liberarcene, e farà spazio a chi aspira a rilevarne la nicchia di mercato: Alfano, Santanchè, Matteo Renzi, il cast d’un film dei Vanzina. Ognuno a suo modo, tutti figli del berlusconismo, e la ghianda non cade mai lontano dall’albero, né dal maiale.
Intanto colui che finora ha avuto più successo nel recuperare voti berlusconiani, cioè Grillo, sostiene d’essere ormai l’unico baluardo contro l’insurrezione violenta. Per la verità è un po’ difficile immaginare che qualcuno intenzionato a darsi alla lotta armata possa farsi dissuadere dalle proposte del M5S:
– Lo Stato si abbatte, non si cambia!
– Restituiamogli i nostri stipendi!
Le allusioni di Grillo somigliano più ad avvertimenti del genere “se non ci fossimo noi a proteggere il tuo negozio, qualcuno potrebbe dargli fuoco”. Anche così però sono poco credibili, ancora meno delle minacce di secessione armata leghista.
La distanza fra la violenza verbale del M5S e le sue azioni concrete è abissale.
– Il governo è uno zombie golpista mutante ninja, il paese è sull’orlo della catastrofe economica e della guerra civile, ci vuole un’iniziativa di protesta veramente forte!
– Togliamoci la cravatta!
Il M5S avrebbe potuto scegliere la via del compromesso, e cercare d’impedire il secondo governo PD-PdL. Oppure la via dell’intransigenza, e cercare di far saltare il parlamento come Guy Fawkes. Ha scelto la Via di Mezzo, una strada molto trafficata e piena di vetrine illuminate, che non porta da nessuna parte.
Dopo essersi sistematicamente lavato le mani dalle responsabilità assegnategli dagli elettori – come un Pilato automatico – ora Grillo s’affanna inutilmente cercando di dimostrare di contare ancora qualcosa. In realtà, in quest’Italia post-democratica telepilotata dalla BCE, ormai conta più o meno quanto gli altri leader nazionali, cioè un cazzo.
Non è casuale che l’unico leader contento dell’attuale situazione sia Pierferdinando Casini, il suo antico sogno s’è alla fine avverato, anche se in modo beffardo: invece d’essere lui ad assurgere al livello di potere degli altri, sono stati gli altri a precipitare al suo livello d’irrilevanza.»

Ad ogni modo, a prescindere, il sentimento prevalente, più che di “schifo”, è di disgusto morale.

Hit Parade del mese:

01. BUONGUSTO

[07 Lug.] «Il Restitution Day è l’evento politico più rivoluzionario dagli omicidi di Falcone e Borsellino.»
  (Carlo Sibilia, riVoluzionario 5 stelle)

 

Stefano Esposito01.bis PESTAGGI DEMOCRATICI

[21 Lug.] «Quella ragazza no-tav è stata giustamente manganellata. S’è pure inventata dei palpeggiamenti. Quel giorno in Val di Susa c’era la feccia anarco-insurrezionalista di mezza Europa, ma io non ho paura di loro, venghino, venghino pure a prendermi! Questi sono buoni solo dietro una maschera antigas, in 200, a fare il tiro al poliziotto»
  (Stefano Esposito, il cekista del PD)

 

fASSINA (2)02. COSE TURCHE

[25 Lug.] «Senza voler strizzare l’occhio a nessuno, senza ambiguità, ma dico che esiste un’evasione fiscale di sopravvivenza»
  (Stefano Fassina, il Fulminato)

 

Letta03. SIAMO DOROTEI O FIGHETTE?

[24 Lug.] «Ora basta applausi facili, o cercare di darvi un tono su twitter! Insomma, smettetela di fare i fighetti»
  (Enrico Letta, la Culetta)

 

miccicché e silvione04. L’ETICA AL GOVERNO

[24 Lug.] «Nella mia vita ho fatto un sacco di raccomandazioni, assolutamente sì. Anche alla Regione, in una terra come la Sicilia dove vive una quantità infinita di gente che non campa e ti chiede aiuti di tutti i tipi. Non c’è nulla di male nel fare raccomandazioni.»
  (Gianfranco Micciché, sottosegretario alla Funzione Pubblica)

 

Casaleggio05. SCONFITTA SCIENTIFICA

[20 Lug.] «Alle elezioni amministrative era tutto previsto, abbiamo voluto perdere»
  (Gianroberto Casaleggio, lo Stratega)

 

'Ngoio tutto!06. IN GOLA AL PITONE

[05 Lug.] «Io voglio essere amata dai miei e odiata dagli altri. State attenti, perché io sono la pitonessa. E la pitonessa stritola, avvolge, ingoia.»
  (Daniela Santanché, Ingoiatrice)

 

crimi07. BUON COMPLEANNO, NO?!?

[21 Lug.] «65 anni fa nacque una persona speciale, che 8 anni fa ha cambiato le nostre vite, che ha dato il LA ad una rivoluzione culturale inarrestabile e ineluttabile. Grazie di cuore Beppe, grazie»
  (Vito Crimi, Poeta di corte)

 

Barbareschi08. CERVELLI IN FUGA…

[03 Lug.] « Ma quale compravendita!? La verità è che in Silvio ho ritrovato la luce perduta. La politica mi ha ridotto alla fame. Sa a quanto ammontava la mia dichiarazione dei redditi prima di entrare in politica? Un milione e mezzo di euro. Sa dopo? 200 mila euro… Due-cen-to-mi-la! Sono dovuto andarmene a trovare lavoro in Cina! Si rende conto? In Cina!»
  (Luca Barbareschi, l’Emigrante)

 

Razzi08.bis …IN MISSIONE SPECIALE…

[25 Lug.] «Con Kim Jong-Un ci sono spiragli di dialogo per far rientrare la minaccia atomica. Io non sto cercando il Nobel per la Pace, anche se mi dicono che potrei farcela. Ora il primo passo sarà organizzare un incontro tra i diplomatici di Nord e Sud Corea, a cena. La Corea del Nord è un paese di persone socievoli e perbene: se perdi un portafoglio con 100 euro, lo ritrovi e ce ne sono 200.»
  (Antonio Razzi, il Coreano)

 

Le vacche fuori dalle stalle08.ter …E AL GOVERNO!

[09 Lug.] «Ragazzi, ma quanto è figo fare il contadino?»
 (Nunzia De Girolamo, braccia rubate all’agricoltura)

 

 

faccia da cazzo09. FROCI, PECORAI E… STATISTI!

[24 Lug.] «Priebke fu solo un esecutore, lui è una persona gentile, carina e cortese, molto colta. Sono stato invitato alla festa dei suoi 100 anni e ho dato la mia disponibilità. Meglio la festa di Priebke che il Bunga Bunga. E comunque non ci saranno gay, per fortuna. noi siamo persone normali… Il fascismo è alla radice della nostra storia moderna, di Mussolini penso solo bene, a parte la solita questione della guerra. E poi volete mettere Mussolini in confronto ai pecorai di oggi? E’ stato un grande statista!»
 (Carlo Taormina, il camerata del foro)

 

porco della padania09.bis SODOMA E PADANA

[22 Lug.] «Se andiamo avanti così fra un poco esiterà il reato di eterofobia. È ridicolo e penoso questo continuo vittimismo da parte di una lobby di sodomiti che ha in testa esclusivamente le nozze e le adozioni tra persone dello stesso sesso»
  (Gianluca Buonanno, nazista della padania)

 

Il Bello10. ARTICOLAZIONI

[15 Lug.] «Ho parlato in un comizio, ho fatto una battuta, magari infelice, ma da comizio. Non volevo offendere e se il ministro Kyenge si è offesa me ne scuso, ma la mia battuta si è inserita in un ben più articolato e politico intervento di critica al ministro e alla sua politica»
  (Roberto Calderoli, il Bello della politica)

 

Serenella Fuksia10.bis SENZA MALIZIA

[23 Gen.] «L’orango non è mica brutto, non penso che nelle sue parole ci fosse malizia. Può anche darsi che le volesse fare un complimento»
 (Serenella Fuksia, Intelligenza 5 stelle)

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Doppelgänger

Posted in Muro del Pianto, Stupor Mundi with tags , , , , , , , , , , , , , , , , on 26 luglio 2013 by Sendivogius

Soskashining - Soska Sisters

Secondo un’antica leggenda tedesca, ognuno di noi avrebbe un “doppio”: non un semplice sosia, ma una copia uguale e contraria della quale ignoriamo l’esistenza, pure inscindibilmente connessa alla nostra. Il doppelgänger ci assomiglia come un’immagine riflessa nello specchio, ma la sua natura è antitetica alla nostra. A volte costituisce una sorta di nemesi dispiegata sulle nostre azioni, come nel “William Wilson” di E.A.Poe. Più spesso rappresenta una proiezione demoniaca del nostro inconscio, incarnando in una controparte maligna le nostre paure più recondite… Come entità soprannaturale è assai simile ad una larva spettrale. È malizioso… e in quanto tale guarda con invidia il suo gemello ‘umano’, al quale anela sostituirsi. La sua presenza è immanente ed il suo influsso sempre perturbante. In ogni caso, secondo il tenebroso folklore teutonico, nessuno dovrebbe mai incontrare il proprio doppelgänger, se non vuole essere travolto dalla sventura e quindi condotto alla rovina…
Nella psicanalisi, il tema del doppelgänger è funzionale alla spiegazione dei fenomeni di straneamento e dissonanza cognitiva, collegati alla riconfigurazione strutturale di una identità in crisi, in una sorta di insanabile dualismo che spesso si risolve nell’inazione.

L'Isola dei morti - Arnold Böcklin

Dalle brumose contrade mitteleuropee ed anglosassoni, l’inquietante doppelgänger sembra essersi trasferito da tempo nelle più solari terre latine. Essi vivono e sono tra noi! Destinati a non incontrarsi mai, copia e originale si sovrappongono e agiscono ognuno all’insaputa dell’altro, in un connubio così stretto da essere ormai impossibile distinguere l’originale, sempre più esangue, dal suo doppione, incredibilmente intraprendente…
Stefano Fassina A livello prosaico, un tipico esempio di italico doppelgänger è Stefano Fassina: entità vuota e ciarliera, dove gli opposti convivono e si annullano indistintamente in un vorticoso susseguirsi di doppie negazioni, nella conciliazione impossibile degli ossimori, senza che vi sia mai una affermazione stabile di principi e di pensiero. In perenne dissociazione con se stesso, vive alimentandosi delle proprie contraddizioni senza apparente soluzione di continuità. Come per il terzo principio della dinamica, ad ogni atto di Fassina corrisponde una azione uguale e contraria del suo doppelgänger, con il medesimo risultato: la confusione che genera il Nulla e alimenta le fortune di effimeri cialtroni come il Grullo pentastellato ed i suoi ensiferi. 
D’altronde, la vicinanza prolungata al governo coi papiminkia del postribolo berlusconiano non aiuta il povero Fassina ed anzi ne acutizza il disturbo dissociativo, aggravato da una probabile ansia di approvazione, che lo spinge ad allinearsi in fretta su pressione esterna su qualsiasi questione: da anti-liberista ad alfiere del rigorismo più estremo; da critico intransigente del governissimo a vice-ministro del medesimo… Nell’applicazione pratica, le sue idee vengono cambiate più rapidamente di un paio di mutande usate, per aderire in fretta alla nuova situazione cogente: anti-militarista coi pacifisti e militarista coi generali; più berlusconiano di Brunetta; bottegaro tra i bottegari
Per questo, in un Paese dove l’evasione fiscale ha raggiunto i 257 miliardi all’anno, bisogna comprenderlo quando all’assemblea di Confcommercio dichiara che si tratta prevalentemente (l’avverbio è tutto) di una “evasione di sopravvivenza”.
Del resto, con Fassina non si capisce mai se parli lui o il suo doppelgänger, nell’impossibilità di distinguere l’originale ormai sbiadito nella sua copia:

S.Fassina 14/01/13. È tempo di elezioni ed il prof. Fassina, nelle vesti di responsabile economico del PD, dopo aver criticato per mesi le (catastrofiche) politiche monetariste del Governo Monti, chiosa serafico quant’altri mai:

«Se il nostro partito andrà al governo non rinegozieremo il Fiscal Compact, né abrogheremo il pareggio in bilancio in Costituzione.»

Fassina doppelgängerPoi però ci ripensa e, incurante della contraddizione, il suo ‘doppio’ o chi per lui rettifica a debita distanza (il 12 Marzo):

«Gli elettori italiani, dopo quelli di tanti altri Paesi europei, hanno confermato una valutazione che è da tempo sotto gli occhi di tutti, prevedibile e prevista: la moneta unica, dato l`assetto di governance dell`euro e le politiche mercantilistiche prevalenti, è insostenibile. Lo scenario per larga parte dell`euro-zona è di depressione, aumento della disoccupazione e innalzamento del debito pubblico. Austerità autodistruttiva e svalutazione del lavoro aggravano la questione sociale e, inevitabilmente, la questione democratica. Gli elettori italiani a stragrande maggioranza hanno detto no all`Agenda Monti, ossia all`agenda dell`euro-zona, non a causa dei sacrifici enormi e iniqui ma in quanto consapevoli che, al di là di singole misure utili, la rotta seguita dall`euro-zona è senza prospettive.»
  (12/03/13)

fASSINA (7) Il 15 gennaio del 2013, riferendosi a Mario Monti candidato ed al suo direttorio tecnocratico di automi telecomandati, il Fassina, contemporaneamente all’opposizione e nella maggioranza di governo, tuona inflessibile più che mai:

«Chi offre soluzioni tecniche sotto la bandiera di un supposto interesse generale unico, declinato a prescindere dalla volontà popolare, faccio fatica a non pensare che voglia solo la difesa dei più forti.»
  (15/01/13)

Fassina doppelgänger (7)A distanza di nemmeno 24h, interviene subito il suo doppelgänger:

«Noi collaboreremo con Monti, anche se dovessimo vincere al Senato. Si apre una stagione durissima, in cui tutti i riformisti sono chiamati a un lavoro comune»
  (16/01/13)

 fASSINA (3) Tuttavia, il meglio di loro stessi Stefano Fassina ed il suo inquieto doppione lo danno durante la campagna elettorale e nel periodo convulso, che precederà il varo del governissimo dalle larghe intese:

26/02/2013. «Le risposte alle emergenze sociali, economiche, e morali di questo Paese sono incompatibili con un accordo con il PDL.»

03/03/2013. «Sarebbe grave tornare al governo tecnico, a qualcuno che non si è misurato con il consenso e che provi ad imporre una agenda astratta. Allontaneremmo ancora di più i cittadini dalla politica. Dobbiamo ascoltare il messaggio che è arrivato che riguarda noi, le capitali europee, che riguarda Francoforte.
[…] Si deve consentire a chi è arrivato primo alle elezioni di poter offrire una prospettiva di governo al Parlamento, verificare il risultato del voto. Se non ci sono le condizioni si deve tornare rapidissimamente alle elezioni perché la democrazia funziona così. Non ci sono alternative. I cittadini hanno dato indicazioni chiare, se non c’è la maggioranza si torna alle urne per verificare la possibilità di costruire una soluzione alternativa.
[…] Credo che vada ascoltato il messaggio degli elettori. Deve stare a Palazzo Chigi chi ha ricevuto il consenso. Se non è possibile si deve tornare a chiedere il consenso agli elettori, se vogliamo salvare oltre che l’economia anche la democrazia. Altrimenti veniamo travolti da questa disattenzione

07/03/2013. «Non siamo disponibili ad alcun accordo con il Pdl. Se non ci sono le condizioni per fare un Governo di cambiamento con il M5S si deve tornare alle elezioni.»

10/04/2013. «C’è troppa differenza tra destra e sinistra, tra progressisti e conservatori. Abbiamo visioni e prospettive alternative. Berlusconi non è affidabile, è uno che ha comprato uno o più senatori per far cambiare la maggioranza. Discutiamo di moralità della vita pubblica e non possiamo affrontare questi problemi con chi ha piegato le regole a suo uso e consumo. Anche Renzi fuori dalla propaganda deve riconoscere questa distinzione.»

Fassina doppelgänger (3)E infatti Matteo Renzi la grande ammucchiata non la vuole affatto. Ma secondo Fassina la sua posizione è troppo defilata e la sua opposizione non così netta.
Al contrario, l’intransigenza del “giovane turco” è senza se e senza ma e non ammette cedimenti:

21/03/2013. «Siamo il partito di maggioranza e Bersani chiederà di essere incaricato. Al Senato non ci sono i numeri? Non sarebbe una novità successe già nel ’94 con Berlusconi.
Berlusconi non ha né credibilità politica né programmi condivisibili, quindi non se ne parla.
[…] Noi un governo con un partito che convoca i parlamentari davanti al tribunale, che compra i deputati non lo faremo mai!»

fASSINA (2)Se il concetto non fosse abbastanza chiaro, Stefano Fassina ribadisce ripetutamente:

24/03/2013. «È grave che, in ore decisive per la costruzione di un governo adeguato alle sfide di fronte all’Italia, una parte del PD intervenga per indebolire il tentativo del Presidente incaricato Bersani, prospettando una possibile maggioranza con il PdL per un “governo del presidente”. I cittadini italiani alle elezioni hanno chiesto inequivocabilmente un cambiamento, sia sul terreno dell’etica pubblica sia sul terreno della politica economica. Un partito guidato da chi per venti anni ha praticato un uso proprietario e personalistico delle istituzioni non può essere interlocutore di un governo del cambiamento. Qualunque compagine governativa, in qualunque forma presentata, sarebbe impossibilitata dal sostegno del PdL a realizzare il cambiamento. Non sarebbe tanto un problema del PD. Sarebbe un danno enorme per la residua credibilità delle istituzioni democratiche perché non si riuscirebbe ad affrontare le emergenze politiche e economiche. Gli obiettivi di parte, di una parte del PD, non dovrebbero essere anteposti all’interesse del Paese.»

25/03/2013. «Un esecutivo con il Pdl è impensabile e non risponde a quanto detto ai cittadini»

26/03/2013. «Noi al governo con Berlusconi ed il partito della compravendita parlamentare, di Ruby, delle ad personam, non ci andremo mai!»

09/04/2013. «Oggi non vedo le condizioni per poter fare un’alleanza di governo PD-PDL…. Ritengo che non ci sia nessuna possibilità di fare un governo insieme.»

10/04/2013. «Berlusconi è inaffidabile. Nessun governo è possibile con il PdL»

Fassina doppelgänger (2)Finché non si giunge al fatidico 29 Aprile 2013, con l’insediamento dell’esecutivo PD-PDL-Monti, per la prosecuzione pedissequa delle politiche economiche di quest’ultimo, a completamento del servizietto cominciato altrove:

“È un governo al servizio del Paese. E questo è un dato importante”

fASSINA (5) Del governo di larghe intese, Stefano Fassina diventa viceministro dell’economia, sottoscrivendo scelte che, a parole, sembrava non aver mai condiviso…
Fassina doppelgänger (5)Nella sua nuova veste istituzionale, non troverà niente da eccepire sull’etica pubblica di chi “ha praticato (e continua a praticare) un uso proprietario e personalistico delle istituzioni” e sul “danno enorme per la residua credibilità delle istituzioni democratiche”…

Il dubbio che qualcosa non sia andato proprio per il verso giusto viene definitivamente fugato il 28 Maggio, a conferma di una metamorfosi (sostituzione?) ormai completa:

«Il governo Letta non è il governo dell’inciucio, il senso politico dell’operazione Letta è stato compreso e apprezzato»

fASSINA (1)Perché se non suscita più alcun imbarazzo condividere gli scranni di governo, al fianco di chi spergiurava che una certa Ruby fosse la nipote di Mubarak, ancor meno ne crea la difesa sperticata e ad oltranza dell’inventore dell’omonimo Lodo Alfano, Fassina doppelgänger (1)promosso ministro degli Interni e vicepremier, del quale peraltro non si preavvisa  “responsabilità oggettiva” circa la deportazione di dissidenti e relativi familiari presso un dittatore asiatico, previa presentazione di prove false. Né suscita indignazione la confezione di nuove leggi ad personam per la depenalizzazione o il ridimensionamento dei reati che interessano i soliti noti…
Stefano & FassinaEvidentemente, Fassina & Stefano si muovono separatamente: l’uno all’insaputa dell’altro.

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LETTA FOREVER

Posted in Kulturkampf, Masters of Universe with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 18 luglio 2013 by Sendivogius

LA PACIFICAZIONE

In un’orgia di scandali veri (il Caso Shalabayeva, con la moglie e la figlia del principale dissidente kazako deportate e ‘vendute’ al dittatore Nazarbaev) e presunti (le solite calderolate), c’è un’altra questione che dovrebbe preoccupare l’ambizioso premier del “governo di servizio”, fondato sul rinvio, e che mette a nudo la rete di relazioni trasversali su cui si basa il Gianni Lettapotere del Giovane Letta; in sinergia con l’ossidata immanenza di Gianni il Vecchio: il conte zio delle relazioni pericolose nel sottobosco delle intese allargate…
In tempi di post-democrazia, le decisioni (quelle che contano) ovunque passano fuorché nei parlamenti, rigorosamente “al riparo dal processo elettorale” e da tutti quei fastidiosi condizionamenti che un sistema democratico impone per potersi definire realmente tale.
Ovvio che i centri decisionali esulano dal loro tradizionale alveo istituzionale, per assurgere a dimensione privata come intreccio di rapporti particolari, progressivamente estromessi dai controlli della cittadinanza e sottratti alla sovranità popolare, trovando la loro legittimazione e ossatura nei circoli ristretti del nuovo potere oligarchico.
Umbrella Corporation by SuchtIl modello di riferimento è il think-tank di matrice anglosassone (nelle sue derivazioni “net”), declinato nelle forme e nelle modalità delle “fondazioni” private le quali hanno il duplice vantaggio di essere ottimi collettori di contatti coi grandi gruppi economico-finanziari e correnti di potere personale. Strutturate all’interno dei vecchi partiti, permettono altresì di costruire leadership politiche, convogliando finanziamenti privati e consensi clientelari a fini elettorali.
La creazione dei think-tank, col progressivo fiorire di fondazioni e centri studi omologhi ai loro corrispettivi statunitensi, è speculare alla cosiddetta “crisi della politica” ed al tracollo delle ideologie che, a livello di massa, hanno lasciato il passo a ‘movimenti’ populistici su base demagogica e nessuna prospettiva di lungo periodo.
La preghierina del buon democristo Sempre al passo coi tempi, anche l’intraprendente Enrico Letta (peraltro in copiosissima compagnia) non poteva non crearsi la sua bella fondazione personale ad uso politico, per la promozione in sordina delle sue smisurate ambizioni presso i salotti che contano davvero.
Il principale pensatoio di Enrico Letta si chiama “VeDrò – L’Italia al Futuro” e costituisce una tipica filiazione politica del nipote d’arte prestato alle Istituzioni. Per disinteressato “servizio”, s’intende!
Nata nel 2005, sotto i buoni auspici del tenero Enrico e dell’avv. Giulia Buongiorno (la finiana divenuta celebre per la difesa di Giulio Andreotti al processo per mafia), l’associazione riflette il cazzeggio fintamente giovanilista dei suoi promotori:

«VeDrò è un think-net nato per riflettere sulle declinazioni future dell’Italia e delineare scenari provocatori, ma possibili, per il nostro Paese.
Sulla scena dal 2005, la nostra è una rete di scambio di conoscenza formata da più di 4.000 persone: professori universitari, imprenditori, scienziati, liberi professionisti, politici, artisti, giornalisti, scrittori, registi, esponenti dell’associazionismo.
I vedroidi, oltre che dal dato generazionale, sono accomunati dalla disponibilità ad apprendere costantemente, a mettersi in discussione, ad analizzare temi e fenomeni senza barriere ideologiche o tesi precostituite, secondo una chiave interpretativa lungimirante che vada oltre la contingenza dei dibattiti in corso.
veDrò ha fatto dell’informalità la propria cifra e tutti gli eventi organizzati sono costruiti sull’interazione paritaria e de-gerarchizzata, dove l’ibridazione di competenze diverse diventa progetto e dove l’incontro è tra persone, non tra ruoli

Meno enfaticamente, VeDrò è una creatura personale a partecipazione trasversale, ripartito in 17 working group, per la cooptazione allargata: un po’ di berlusconiani e un po’ di ex democristiani confluiti nel PD, con un nutrito contorno di industriali e boiardi di Stato al gran completo. E con finalità che, ad essere maliziosi, è facile intuire…
L’associazione è inserita in un network molto più ampio di organizzazioni private, dove il minimo comun denominatore è sempre lui: Enrico Letta.
Tra aderenti, semplici sostenitori, partecipanti agli incontri, ad animare la struttura ci sono personaggi di tutte le tendenze e orientamenti, pescati nei settori che contano: dai Media allo Sport; dalla Politica all’Industria, dalla Cultura alla Magistratura (Raffaele Cantone, Nicola Gratteri, Stefano Dambruoso).
NuclearePer dire, del mazzo pare facciano parte anche il leghista Flavio Tosi e Adolfo Urso, presidente della fondazione FareFuturo, già viceministro allo Sviluppo economico nell’ultimo Governo Berlusconi e grande fautore del ritorno al nucleare.
Renata Polverini Tra gli altri, vi partecipano a vario titolo pure Mara Carfagna e Mariastella Gelimini (il ministro che ha smantellato la Scuola pubblica); Renata Polverini, dimenticabile governatore del Lazio costretta alle dimissione per lo scandalo dei rimborsi regionali [QUI]. Ci sono inoltre Angelino Alfano, Maurizio Lupi, e Josefa Idem, opportunamente messi agli Interni, alle Infrastrutture, e alla Pari Opportunità (dimissionata) dell’attuale “governo di servizio”, presieduto dall’ineffabile Enrico e contraddistinto dalle notevolissimi prestazioni.
C’è da chiedersi da quanto tempo fossero già in incubazione le “larghe intese”, prima che si consumasse il falso psicodramma della rielezione di Giorgio Napolitano a Presidente della Repubblica.
Da questo punto di vista, Enrico Letta è una sorta di precursore, mentre VeDrò è soltanto la naturale evoluzione di un lungo percorso cominciato altrove…
Nino AndreattaPer esempio nella AREL, Agenzia di Ricerche e Legislazione, fondata nel lontano 1976 da Beniamino Andreatta: grande protettore e sponsor politico di Letta junior, che infatti nel 1994 ne diventa il segretario generale.
E continuata successivamente presso la filiazione italiana dell’onnipresente Aspen Institute, di cui Enrico Letta è vicepresidente dal 2003, al fianco di Giulio Tremonti che ne detiene invece la presidenza. D’altronde, proprio alla struttura ed all’organizzazione dell’Aspen Institute il Letta nipote si ispira apertamente, mosso com’è da incondizionata ammirazione, tenendo i fili dei contatti con l’influente amico americano ed il suo imprescindibile patrimonio di relazioni trasversali con l’establishment finanziario d’Oltreoceano.
Aspen

Con la creazione di VeDrò, il dinamico Letta mette a frutto un’esperienza a lungo meditata, in vista della sua investitura finale come candidato premier alle prossime elezioni politiche. E con buona pace di Matteo Renzi (pure lui dentro ‘VeDrò’), il quale infatti ha mangiato la foglia e ora scalpita irrequieto.
Il think-net lettiano agisce in sordina, ma ha entrature importanti…
Per i fondamentalisti “anti-casta” ossessionati dai rimborsi elettorali, c’è da dire che “VeDrò” non costa un centesimo alle casse pubbliche. Infatti si regge esclusivamente su finanziamenti e donativi privati, che ovviamente sarebbe ingenuo considerare a fondo perduto.
Tra gli sponsor privati che elargiscono i fondi sui quali si regge l’intera baracca, c’è infatti tutto il gotha industriale che conta: gli energetici ENEL ed ENI, ma anche Edison; i colossi delle tlc come Telecom Italia e Vodafone. Ci sono poi i giganti come Sky, ma anche Lottomatica e Sisal, Autostrade per l’Italia. Ci sono i colossi agro-alimentari come Nestlé ed il Gruppo Cremonini (quello della carne Montana). C’è il settore farmaceutico con l’intera associazione di categoria: Farmindustria.
Tra i nomi che spiccano, vale inoltre la pena ricordare: Ivan Lo Bello, vicepresidente di Confindustria; Luisa Todini (Costruzioni e Acciaio), già eurodeputata per Forza Italia. Nonché, Anna Maria Artoni, amministratrice unica dell’omonimo gruppo, con incarichi alla SAIPEM, alla PIRELLI, e nel gruppo RCS, nonché componente del comitato investimenti delle “Credem Private Equity” per la gestione del risparmio privato e membro del consiglio direttivo di Confindustria. 
E certamente non poteva mancare l’onnipresente Corrado Passera, già amministratore delegato del Gruppo Intesa-SanPaolo, nonché ministro ‘tecnico’ dell’ex esecutivo Monti. Nell’estate del 2010, in occasione del convegno di VeDrò sulla mobilità elettrica e le smart cities, organizzato presso la centrale idroelettrica di Fies di Dro (Trento), Passera fu tra i massimi finanziatori insieme ad ENEL. Oltre ad essere uno dei principali sponsor, ENEL è anche la protagonista del working group che VeDrò dedica al settore ‘Energie’. A dimostrazione che i sostenitori attivi non si limitano solo a finanziare le iniziative, ma altresì orientano anche l’indirizzo dei lavori.
Mose E, a conferma del vecchie detto secondo il quale il denaro non ha odore, tra i finanziatori di VeDrò giunge fresco dalla ribalta delle cronache il caso del Consorzio Venezia Nuova, concessionario unico dei lavori per la realizzazione del contestatissimo (e costosissimo) sistema di dighe artificiali, chiamato Mose, per la salvaguardia (tutta da verificare) della Laguna di Venezia. L’ex presidente del Consorzio, l’ing. Giovanni Mazzacurati, è finito agli arresti insieme ad altre 14 persone tra imprenditori e amministratori per una presunta serie di illeciti che, come hanno avuto modo di circostanziare gli investigatori della Guardia di Finanza insieme al nucleo di Polizia tributaria, contemplano:

«..la distorsione del regolare andamento degli appalti di Giovanni Mazzacurati, che predeterminava la spartizione delle gare allo scopo di garantire il monopolio di alcune imprese sul territorio veneto, di tacitare i gruppi economici minori con il danaro pubblico proveniente da altre Pubbliche amministrazioni e quindi di conservare a favore delle imprese maggiori il fiume di danaro pubblico destinato al Consorzio Venezia Nuova

Con un simile intreccio di interessi, partecipazioni e (nel caso) collusioni opache, ci sarebbero tutti gli estremi per un colossale conflitto inerente la posizione di personaggi con ruoli istituzionali e di governo, che si trovano ad essere contemporaneamente controllori, controllati, e beneficiari di elargizioni liberali e donazioni da parte di gruppi imprenditoriali, ex monopoli dello Stato, coinvolti in appalti e concessioni pubbliche, di importanza strategica per miliardi di euro.
GodzillaÈ quantomeno discutibile che un premier ed esponente politico di punta si faccia alfiere delle privatizzazioni, al contempo incassando (legalmente) i finanziamenti privati per la sua associazione da quei settori (come ENI ed ENEL), che dovrebbero essere oggetto della (s)vendita, ed al contempo dai gruppi interessati all’acquisto del patrimonio pubblico, come se la cosa fosse esente da possibili ripercussioni o condizionamenti. Basterebbe una semplice dose di buonsenso, per comprendere l’inopportunità di simili legami.
Ma tutto questo non sembra certo turbare i sonni dell’imperturbabile Enrico e della sua “strana maggioranza”, nel silenzio reiterato del Monitore che dall’alto del Colle pare non abbia niente da dire, a partire dalla vergognosa rendition kazaka.
ERGO PROXYFortunatamente, a vigilare sulla regolarità dei conti di VeDrò c’è il tesoriere Riccardo Capecchi. A meno che non si tratti di una omonimia, Capecchi divenne famoso per essere il funzionario di Palazzo Chigi, immortalato nel 2007 mentre si accingeva a salire sull’aereo di Stato che conduceva il Mastella ministro e figlio al Gran Premio di Monza. Nella circostanza, ebbe il raro buongusto di dimettersi senza clamori né polemiche.
Com’è ovvio, Capecchi non si pone troppo domande circa i motivi e la provenienza dei finanziamenti. Lui, da bravo ragioniere, incassa e registra. Ma non domandategli dettagli sui benefattori perché, per motivi di riservatezza, non vi risponderà.

«Noi per ovvie ragioni di privacy non diffondiamo l’entità delle contribuzioni. Quello che posso dire, è che la contribuzione media è di circa 30 mila euro. Anche se poi, ovviamente c’è chi dà meno e chi dà molto di più»

Si è recentemente giustificato il gentile Riccardo. E d’altra parte, da Renzi a Grillo, il segreto su bilanci e finanziatori sembra essere una costante in comune a tutti.
Informalmente, pare che VeDrò disponga di un budget oscillante attorno al milione di euro. Di per sé, non è una grande cifra, mentre interessanti restano i sottoscrittori.
Benedetta RizzoInsieme a Capecchi, alla presidenza dell’organizzazione c’è la 44enne Benedetta Rizzo, mentre la 35enne MonicaMonica Nardi Nardi (soprannominata “la Letta di Letta”) si occupa delle relazioni coi media. Ma le cariche come le sedi sono interscambiabili, perché la VeDrò condivide lo stesso indirizzo romano (Via del Tritone 87) insieme all’associazione “Trecentosessanta” che, nata nel 2007, funziona un po’ come comitato elettorale permanente di Enrico Letta.
Boccia Soprattutto, tra i “vedroidi” c’è Francesco Boccia: altro bocconiano prestato al PD, rigorista alfiere ad oltranza dell’austerity contabile, convinto che gli F-35 siano elicotteri destinati allo spegnimento degli incendi boschivi (salvo smentita a posteriori); l’eterno rivale (perdente) di Vendola, ripetutamente candidato alla presidenza della Regione Puglia e sistematicamente sconfitto. Uomo d’apparato, e pretoriano del governissimo, Boccia è il presidente della commissione Bilancio della Camera. Una carica questa che gli permette di gestire per conto del Presidente del Consiglio (Enrico Letta) i rapporti con l’industria parastatale dei colossi energetici e della difesa: da Finmeccanica ad ENI, passando per ENEL.
Insieme a Letta, l’amico Boccia condivide la comune origine democristiana e la provenienza dall’AREL sotto l’ala protettiva di Andreatta e poi di Prodi, che si sospetta non abbia esitato a sacrificare sull’altare delle “larghe intese”. Peraltro, prima di convolare a felici nozze con Boccia, anche Nunzia De Girolamo (PdL) pare abbia frequentato a lungo la comunità dei “vedroidi”. E infatti, non si sa con quali competenze ma per sicure parentele, è diventata l’attuale ministro alle Politiche Agricole nell’accogliente governo dell’amico Letta (Enrico). Ça va sans dire!

Il giovane Enrichetto

Sono i primi passi di una nuova razza padrona, che certo non ci farà rimpiangere la vecchia ma al contempo non promette nulla di buono: Post-Democrazia, Oligarchie, Tecnocrazia, Liberismo spinto e Monetarismo rigorista. Ma in veste ggggiovane.
Allegria!!!

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(50) Cazzata o Stronzata?

Posted in Zì Baldone with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 30 aprile 2013 by Sendivogius

Classifica APRILE 2013

Lo ScudofaggioNel 1994, in concomitanza con l’insediamento del primo governo Berlusoni, un eccezionale Paolo Rossi dava lettura della lista dei ministri, sulle note della marcetta del 7° Cavalleggeri del gen. Custer

Dopo un ventennio trascorso pessimamente, abbiamo un nuovo esecutivo che non ha davvero nulla da invidiare al lontano predecessore… Governo democristianissimo per la DC che verrà, con un Letta presidente. L’uno o l’altro è indifferente, poiché nel gioco delle parti sono assolutamente complementari. Il piatto è servito: una manciata di tecnocrati per gli affari che contano e una raffazzonata selezione per contorno con quarte scelte di partito, tra i quali si distinguono le papi-girls e nullità come lo stralunato Andrea Orlando (di cui a suo tempo avevamo già parlato QUI), con la Nunzia De Girolamo (PdL) famosa più che altro per essere la moglie di Francesco Boccia (PD), bocconiano di Letta e di governo. Tutti in ostaggio del Pornonano, che mira all’impunità ed allo scranno di senatore a vita.
Per la fondamentale gestione della cosa pubblica, l’importante è che i nuovi ministri siano “giovani” e “donne”, variabili relative assurte a requisito essenziale di governo, che qualche buontempone aveva pure la spudoratezza di chiamare “del cambiamento”..!

Era meglio morire da piccoli,
suicidarsi col tappa-turaccioli,
soffocarsi con tanti batuffoli,
che vedere ‘sto schifo da grandi!
Era meglio morire da piccoli,
soffocati da un bacio di Muccioli,
era meglio morire da piccoli
che vedere ‘sto schifo da grandi!
Era meglio morire da piccoli
con la testa tutta piena di riccoli
soffocati da tanti turaccioli
che vedere ‘sto schifo da grandi!

Complimenti vivissimi invece a Beppe Grillo che è riuscito finora non solo a rianimare il papi Silvio, risorto all’ennesima potenza, ma ha anche ottenuto l’incredibile miracolo di resuscitare addirittura la DC, a 20 anni dalla sua scomparsa.
Dopo aver rigettato ogni possibile responsabilità di governo, per mesi ha spinto con tutte le sue forze il resto del Parlamento verso il governo delle larghe intese, da lui fortissimamente auspicato, per poter continuare a campare di rendita dall’alto della sua torre d’avorio, nel proprio splendido isolamento. Come un santo stilita, in questi mesi ha sputazzato addosso a chiunque abbia osato avvicinarsi alla sua colonna, insultando tutto e tutti. In quanto, nella sua manichea visione del mondo, “contaminarsi vuol dire sporcarsi di merda”, anche se in tutta sincerità sarebbe difficile notare la differenza.
Dopo aver umiliato in tutti i modi possibili l’impacciato Pierluigi Bersani (l’unico davvero contrario al “governissimo”), dopo aver usato la candidatura di Stefano Rodotà come un ariete per provocare l’implosione del centrosinistra, facendo leva sulle spaccature interne del partito bestemmia, tuona ora contro l’inciucio gridando al “golpettino”. Perché, cos’altro si aspettava?!?
E si lamenta che gli adepti della sua setta siano (parole sue) “disprezzati e trattati come dei coglioni”. Non immagina quanto ciò sia vero… e mai abbastanza! Alla prova dei fatti, non si capisce perché la considerazione ed il trattamento riservato ai suoi boots animati dovrebbe poi essere diverso.
Almeno questa piccola soddisfazione.
In compenso, gli ensiferi non avranno più scuse per non presentare i loro disegnini di legge. E per questo dovranno usare carta e penna, al posto dell’apriscatole (ammesso che poi sappiano come funziona). Soprattutto, adesso che c’è una maggioranza e opposizioni definite, potranno essere costituite le tanto invocate commissioni parlamentari, così potremo finalmente vedere i pentastellati all’opera, nell’avventurosa scoperta dei “segreti della casta”. In proposito, dopo aver rifiutato ogni confronto e dialogo con qualsivoglia controparte parlamentare additata al pubblico disprezzo, non si capisce a che titolo il Grullo ed i suoi replicanti pretendano per sé, come fosse un atto dovuto, la presidenza delle commissioni sulla vigilanza RAI e sui Servizi segreti… Forse perché Grillo è simpatico, è intelligente, è educato e rispettoso degli interlocutori istituzionali. Così, alla fine della giostra impazzita, pare proprio che sarà il “capo politico” ad andare affanculo.
E con ciò chiudiamo (per ora) questa lunga parentesi sul fenomeno grillista, al quale abbiamo dedicato fin troppo del nostro tempo e delle nostre attenzioni.
Invece, è tempo di dare la parola ai protagonisti assoluti della classifica (ricca come non mai!), se ancora ci fossero dubbi sullo stato confusionale del partito bestemmia, la cui “sinistra” (si fa per dire) sembra fare persino più schifo dell’area clericale… Ma zitti proprio no, eh?!?

Hit Parade del mese:

01. NON TROMBATE MIA MOGLIE!

[25 Apr.] «Fuori chi non vota la fiducia al governo»
 (Francesco Boccia, il Marito)

Pornonano02. LARGHE INTESE

[18 Apr.] «L’Associazione Nazionale Magistrati è come la P2, agisce segretamente, tenendo nascosti i nomi dei loro associati.»
 (Silvio Berlusconi, il Piduista)

03 - Enrico Letta (1)03. LETTA FOREVER (I)

[08 Apr.] «Pensare che dopo 20 anni di guerra civile in Italia, nasca un governo Bersani-Berlusconi non ha senso. Il governissimo come è stato fatto in Germania qui non è attuabile.»
 (Enrico Letta, l’Incaricato)

03 - Enrico Letta (2)03.bis LETTA FOREVER (II)

[22 Apr.] «Io premier? Tutte balle dei giornalisti»
 (Enrico Letta, il Premier)

04 - Andrea Orlando04. MAI DIRE PD

[22 Apr.] «Sono contrario a un governo Pd-Pdl»
 (Andra Orlando, ministro del governo Pd-Pdl)

Dario Franceschini04.bis MAI DIRE PD (II)

[23 Apr.] «Non si può riproporre qui una grande coalizione come in Germania. Non ci sono le condizioni per avere in uno stesso governo Bersani, Letta, Berlusconi e Alfano»
 (Dario Franceschini, ministro del governo Pd-Pdl)

Cesare Damiano04.tris MAI DIRE PD (III)

[18 Apr.] «Non c’è nessun inciucio: se questa elezione fosse il preludio per un governissimo io non ci sto e non ci starebbe neanche il PD»
 (Cesare Damiano, granitico)

Fausto Raciti04.quater MAI DIRE PD (IV)

[24 Apr.] «Serve un governo di cambiamento vero ed è impensabile farlo con chi in questi anni ha sempre dimostrato di avere idee opposte alle nostre»
 (Fausto Raciti, Coerente)

Rosi Bindi04.quinter MAI DIRE PD (V)

[21 Apr.] «Abbiamo sempre escluso le larghe intese e le ipotesi di governissimo»
 (Rosi Bindi, la Pasionaria)

Roberto Speranza (I)05. MAI DIRE PD: Senza Speranza (I)

[07 Apr.] «Non dobbiamo avere paura di confrontarci con gli altri, ma non significa fare un governo con ministri del Pd e del Pdl. La prospettiva non è una formula politicista come il governissimo, è quel governo di cambiamento di cui l’Italia ha bisogno»
 (Roberto Speranza, il Politicista)

Roberto Speranza (II)05.bis MAI DIRE PD: Senza Speranza (II)

[08 Apr.] «Serve un governo del cambiamento che possa dare risposta ai grandi problemi dell’Italia. Nessun governissimo Pd-Pdl»
 (Roberto Speranza, Impossibilista)

Roberto Speranza (III)05.ter MAI DIRE PD: Senza Speranza (III)

[26 Apr.] «Il PD sosterrà convintamente il governo Letta»
 (Roberto Speranza, Governista)

Matteo Orfini06. MAI DIRE PD: l’importanza di chiamarsi Orfini (I)

[20 Apr.] «Renzi premier? Una follia. Ma fa bene ad andare da Maria de Filippi, ad Amici, spero almeno che dica cose di buon senso.»
 (Matteo Orfini, l’Intransigente)

Matteo Orfini (2)06.bis MAI DIRE PD: l’importanza di chiamarsi Orfini (II)

[24 Apr.] «Domani in direzione proporrò Matteo Renzi alla presidenza del Consiglio»
 (Matteo Orfini, il Moderato)

Matteo Orfini (1)06.ter MAI DIRE PD: Orfini alla mattina…

[22 Apr.] «Ho sostenuto e continuo a sostenere la mia netta contrarietà a un governo basato su un accordo politico fra PD e PdL. Su questa linea insisterò anche nella riunione della direzione di domani. Il voto di fiducia al governo che si presenterà alle Camere avrà un valore decisivo per quello che il PD sarà nei prossimi anni. Si tratta quindi di una scelta politica e spero che il PD non decida di cambiare la propria natura»
 (Matteo Orfini, Contronatura)

Matteo Orfini (3)06.quater MAI DIRE PD: …e alla sera

[22 Apr.] «Io sono contrario ma se il gruppo decide di sì, seguo»
 (Matteo Orfini, fedele alla linea)

Corradino Mineo07. MAI DIRE PD: Corradino anche tu

[25 Apr.] «Se ci fosse una squadra decente, cioè senza provocazioni esplicite, darei la fiducia a un governo presieduto da Enrico Letta, ma leggo di Schifani alla Giustizia o all’Interno. Un senatore siciliano non può votarlo.»
 (Corradino Mineo, l’Indisponibile)

Corradino Mineo (1)07.bis MAI DIRE PD: Corradino in cerca di senso

[30 Apr.] «Voterò la fiducia, perché il partito con il quale sono stato eletto ha commesso gravi errori. Non ha avuto il coraggio di sostenere Stefano Rodotà né Romano Prodi, ha chiesto a Napolitano di ricandidarsi pur sapendo che il Presidente della Repubblica voleva per 2013 lo stesso schema del 76, quelle “larghe intese”, che suonano radicale sconfessione di tutto quello per cui la “Coalizione Italia Bene Comune” ha chiesto i voti.»
 (Corradino Mineo, senatore siciliano)

Rocco Casalino08. The Others: ABBASSIAMO I TONI

[22 Apr.] «Se mi è piaciuto il discorso di Napolitano? Ma non hai sentito? Ci ha attaccato! Una cosa da Ancien Régime… ma arriverà una decapitazione!»
 (Rocco Casalino, esperto in comunicazione del M5S)

Matrangeli08.bis The Others: SENZA PAROLE

[23 Apr.] «Io sono il senatore Bruce Lee, io non ho paura di niente, io ne atterro 50 alla volta! Avete fatto caso che durante il mio processo la qualità dello streaming era bassa? Questo per non far ascoltare le mie parole, le parole di Bruce Lee!»
 (Marino Mastrangeli, Espulso a 5 stelle)

Manlio Di Stefano08.ter The Others: AMPLESSI SOLITARI

[03 Apr.] «L’analisi demografica delle adesioni alla mia pagina facebook mi da un segnale chiaro: le donne non sono attratte dal mio messaggio politico. Perché?»
 (Manlio Di Stefano, Onorevole Onanista a 5 stelle)

Roberto Ciotti08.quater The Others: I COSTI DELLA POLITICA

[09 Apr.] «Io ho dovuto chiedere un prestito, perché sennò non ce la facevo. Finora me li ha prestati mia sorella, ora ho dovuto chiedere un prestito alla banca per arrivare fino alla fine del mese. Perché comunque vivere a Roma costa»
 (Roberto Cotti, povero senatore a 5 stelle)

Luca Zaia09. PREVISIONI PADANE

[04 Apr.] «Si oscurino le previsioni meteo per il Veneto o procederemo per danni! Lanciamo un appello perché questi signori ci cancellino dalle previsioni del tempo: che facciano un’area tutta nera, non ci importa nulla. Meglio tornare a Bernacca e alle sue previsioni per macro aree. Con i nostri legali stiamo valutando ipotesi di richieste danni se i gestori dei siti internet continueranno sulla loro strada. Torniamo alla semplicità, come il Papa che dice “buonasera”. Pensiamo di essere meglio di Dio?»
 (Luca Zaia, il Gauleiter del Veneto)

Micaela Biancofiore09.bis LA MIA DROGA SI CHIAMA SILVIO

[22 Apr.] «Silvio Berlusconi sarebbe uno straordinario Presidente della Repubblica, nessuno più di lui sarebbe vero Garante dell’Unità dello Stato, vero padre della Patria, vero paladino dell’Italia e degli italiani. Ha confermato di avere l’Italia nel cuore e una non comune levatura di statista. Se si è onesti bisogna dirlo: lui al Quirinale migliorerebbe il Paese»
 (Micaela Biancofiore, Inconfondibile)

Cane morto10. E ‘STI CAZZI!?!

[20 Apr.] «Tra i nuovi contenuti che sto preparando c’è anche un reality-dog che è dedicato al mio cane»
 (Simona Ventura, la Canara)

Lidia Ravera10.bis SPIRITO DI SACRIFICIO

[23 Apr.] «Ho rinunciato alla mia libertà e alla mia vita da privilegiata per impegnarmi alla Regione Lazio. Il mio è un grande sacrificio: il primo maggio di ogni anno parto per Stromboli e ci rimango sei mesi, fino alla fine di ottobre, da dove produco reddito seduta sul mio terrazzo»
 (Lidia Ravera, Sacrificabile)

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