Chissà cosa mai passerà per la mente dell’arcigna suor Carla (ammesso che pensi), nel buio della sua clausura sanfedista, mentre davanti alle grate della sua camera inquisitoria sfilano vagonate di troie giulive, in transito verso il putiniano lettone del Nano della Provvidenza, per le esigenze postribolari del sultano, tanto caro a Santa Romana Casta… Chissà cosa penserà nel segreto del suo improvviso voto di silenzio, questo devoto difensore della famiglia tradizionale e flagello dei sodomiti, intransigente nemico di ogni droga, riguardo alle fregole compulsive del suo Unto dal Signore, che si fa rifornire di “patonza” fresca da un cocainomane fallito e si scambia le donnine in vendita con gli amici-papponi, come fossero figurine mancanti nel mazzo da collezionare. È il paradosso del povero Carlino: il moralista a gettone passato dai Carabinieri all’Inquisizione, solitamente così loquace quando si tratta di infierire gratuitamente contro omossessuali e tossicodipendenti; ma improvvisamente cieco e muto dinanzi agli squallidi baccanali di un vecchio pornocrate, che premia le sue favorite con incarichi di governo e piazza le cortigiane nelle grandi compagnie pubbliche (mica nelle sue aziende!) per meriti… di letto! Crocifisso tempestato in diamanti, affondato tra le poppe in mostra, e una naturale disponibilità “a vendersi la madre” se le convenienze del momento lo richiedono. In compenso, il truce inquisitore modenese è sempre pronto all’intervento feroce dell’integralista organico al potere: controStefano Cucchi, che ebbe l’indelicatezza di crepare dopo un pestaggio di polizia[QUI]; contro gli omossessuali, in senso lato, per il solo fatto che esistano; contro la maternità consapevole, la fecondazione eterologa e, di converso, contro ogni contraccezione per chi invece di gravidanze non ne vuole. Tuttavia, l’uomo (si fa per dire) delle crociate, e dei pellegrinaggi annunciati urbi et orbe, è pronto ad immolarsi per cause ancora più grandi… ad esempio, insieme a tutta la compagnia di giro, scatta per riflesso pavloviano contro la povera Madonna (la rockstar), che ha osato pronunciare il nome del Porco invano. Tra un invettiva e l’altra, suor Carla non perde però occasione per correre con le braghe calate a prostrarsi ai piedi del vescovo-conte di turno, giunto a corte per reclamare prebende e denari. Gli ultimi della serie sono il vescovo ausiliare per la città de L’Aquila, Giovanni D’Ercole, insieme all’arcivescovo Giuseppe Molinari, venuti a ciucciare 12 milioni di euro di finanziamenti pubblici, per progetti di ricostruzione inesistenti, a cura della Curia diocesana e dei relativi prestanome in affari.
I due porporati pare infatti che abbiano costituito una bella ‘onlus’ di scopo e una “Fondazione”, con tanto di sede nella curia arcivescovile, per accaparrarsi parte dei fondi della ricostruzione e correre subito a Palazzo Chigi, in cerca di raccomandazione presso l’Utilizzatore finale. E subito si rivolgono a suor Carla che prontamente obbedisce:
“io vengo lì con i soldi cash… Altro che carriole o non carriole.. scusami, altro che popolo delle carriole! Ce l’ho qua i soldi!”
Altro che famiglie e sfollati! Che infatti possono aspettare, continuando a marcire nelle dimenticate new towns berlusconiane, mentre nelle alcove istituzionali fervono le celebrazioni notturne del bunga-bunga, con l’interessata benedizione ecclesiastica in perenne indulgenza contro cassa. Date a Dio ciò che gli spetta, che a mungere Cesare ci pensano loro…
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«Riempi i loro crani di dati non combustibili, imbottiscili di “fatti” al punto che non si possano più muovere tanto sono pieni, ma sicuri di essere “veramente bene informati”. Dopo di che avranno la certezza di pensare, la sensazione di movimento, quando in realtà son fermi come un macigno. E saranno felici, perché fatti di questo genere sono sempre gli stessi. Non dar loro niente di scivoloso e ambiguo come la filosofia o la sociologia affinché possano pescare con questi ami fatti ch’è meglio restino dove si trovano. Con ami simili, pescheranno la malinconia e la tristezza»
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“Io non sono mai stato un giornalista professionista che vende la sua penna a chi gliela paga meglio e deve continuamente mentire, perché la menzogna entra nella qualifica professionale. Sono stato giornalista liberissimo, sempre di una sola opinione, e non ho mai dovuto nascondere le mie profonde convinzioni per fare piacere a dei padroni manutengoli.”
(A.Gramsci - 'Lettere dal carcere')
“Io non ho alle mie spalle nessuna autorevolezza, se non quella che mi proviene paradossalmente dal non averla o dal non averla voluta; dall’essermi messo in condizione di non aver niente da perdere, e quindi di non esser fedele a nessun patto che non sia quello con un lettore che io considero degno di ogni più scandalosa ricerca”
(P.P.Pasolini)
“Nulla potrebbe essere più irragionevole che dare potere al popolo, privandolo tuttavia dell’informazione senza la quale si commettono gli abusi di potere. Un popolo che vuole governarsi da sé deve armarsi del potere che procura l’informazione. Un governo popolare, quando il popolo non sia informato o non disponga dei mezzi per acquisire informazioni, può essere solo il preludio a una farsa o a una tragedia, e forse a entrambe”
(J. MADISON - 4 Agosto 1822. Lettera a W.T. Barry)
“Un’opinione pubblica bene informata è la nostra corte suprema. Perché ad essa ci si può sempre appellare contro le pubbliche ingiustizie, la corruzione, l’indifferenza popolare o gli errori del governo; una stampa onesta è lo strumento efficace di un simile appello.”
(Joseph Pulitzer)
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