Archivio per Giornalisti

MEDIACRAZIA

Posted in Kulturkampf, Risiko! with tags , , , , , , , , , , , on 15 aprile 2022 by Sendivogius

C’era una volta il “giornalismo d’inchiesta”… brillante invenzione di una stampa del tutto ideale (e per questo irreale), che aspira ad essere qualcosa d’altro e di più, rispetto ad una cassa di risonanza di poteri consolidati; o ridursi a mero strumento di manipolazione delle coscienze, per la promozione di interessi particolari su diffusione propagandistica.
Da noi, dove il giornalismo libero non è mai stato, nell’imprescindibilità di un’atavica vocazione cortigiana, le inchieste si limitano più che altro a tirar di conto nelle tasche altrui, con indignazione variabile in base alle appartenenze di scuderia. Oppure finiscono nel vuoto cosmico del disinteresse generale su ottundimento di massa. Più che i fatti, prevalgono i teoremi. E tutto si riduce ad appendice di un romanzo criminale senza fine, da tirare avanti fino ad esaurimento dei lettori disponibili.
Questo quando va bene, nel minimo di approfondimento che ne consegue, perché di preferenza il giornalista italiano riporta opinioni, di solito le proprie (meglio se mutuate da quelle del suo interessato padrone editoriale), elette ad imprescindibile verità di fede disciplinata in dogmi apodittici, da circostanziare al limite con poche battutine su twitter e condensabili in slogan rifritti, riassumibili in una mezza dozzina di parole vuote. “Altrimenti il pubblico non capirebbe”.
Per questo predilige i sensazionalismi della comunicazione emozionale, che lo dispensano dalla confutazione critica nell’onere della prova su verifica indotta, nella prevalenza dei patetismi mediatici su base regressiva, attraverso la delineazione dei fronti di appartenenza su divisione manichea. Il giornalista non deve mediare un’informazione verificata, ma creare un “animus” particolare e soprattutto funzionale ad altro…
Il fenomeno era già in essere da tempo, ma il conflitto in Ucraina scatenato dall’invasione russa ha ingenerato in un sistema mediatico embedded una sorta di catechesi propedeutica alla pedagogia di guerra. Più che formare coscienze, si preparano i futuri soldati alla guerra di domani, che ormai viene data quasi per certa, considerata accettabile… E per questo va resa desiderabile nell’ineluttabilità della stessa.
È una narrazione mitopoietica, che aborre la complessità; né tollera dubbi o esitazioni di sorta: nel migliore dei casi sono intesi come cedimenti al Nemico e nella peggiore delle ipotesi come un atto di tradimento della patria (ucraina, per proiezione).
L’addestramento è affidato ad un battaglione di invasati 50/60enni, con contorno di supponenti bimbiminkia in carriera e figlie di papà, preferibilmente parcheggiate sul seggiolone di qualche consiglio d’amministrazione a mantenimento pubblico. Che più che altro, sembrano i servi sciocchi di una compagnia di giro per l’intrattenimento ed indottrinamento delle reclute, mentre si infervorano come un Tirteo redivivo e leggono le veline della propaganda eletta a verità incontrovertibile, giacché nessuna panzana dal fronte ucraino pare loro abbastanza grande né assurda, da non essere esaltata o dal dover essere confutata, senza che mai ombra di dubbio alcuno sfiori le loro granitiche certezze.
Si distinguono per foia guerriera una mandria assortita di pasciuti e panciuti maschi adulti in fase senescente, che hanno superato la crisi di mezza età sostituendo i pruriti erotici di ritorno con le fregole di guerra in orgasmo surrogato, dopo aver riscoperto i soldatini con mezzo secolo di ritardo, per giocare alla guerra sul divano di casa travestiti da grandi strateghi, in un ritrovato vitalismo su eccitazione bellica.
E che ora imperversano a tempo pieno su reti unificate diffondendo il Verbo, mentre si passano la staffetta e randello per la bastonatura collettiva su pestaggio in gruppo dell’Orsini di turno.
A loro tempo imboscati, dopo essere ricorsi a qualsiasi espediente utile per sfangare il servizio militare di leva (“obbligatorio” per tutti, ma non per loro), oggi si sentono tutti generali, promossi sull’aia dei pollai televisivi per meriti di corte, mentre piantano bianderine e spostano carrarmatini di plastica sul tabellone del Risiko!, con l’aria tronfia e compiaciuta di ogni citrullo ingallonato che giochi alla guerra senza mai averne vista una.
Sono gli emuli contemporanei di quel giornalismo parolaio ed interventista che condusse l’Italia al mattatoio della prima guerra mondiale, in un’epifania sanguinaria di nazionalismo sciovinista ed esaltazione bellicista contro i “panciafichisti” di allora. All’epoca, le voci critiche o diffidenti erano bollate così. Oggi possiamo contare su un maccartismo di ritorno, molto più consono all’american spirit che pervade i nostri concionanti guerrafondai da salotto. Ma a differenza dei nostri eccitabili rambo da tastiera, gli “interventisti” di un secolo fa almeno ebbero la compiacenza di arruolarsi volontari in prima linea e farlo con convinzione, spesso rimanendoci secchi. Qui invece abbiamo solo un commando di indecenti pennivendoli d’assalto, che in guerra preferiscono mandarci gli altri, per spacciare qualche copia in più dei loro insulsi giornaletti in crisi di vendite e credibilità, appagando il proprio narcisismo da salotto e magari riciclarsi con un ingaggio da zerbino sull’uscio di qualche panel NATO.

Tale è l’assatanato manipolo di ringhiosi cagnetti da riporto, pronti a scondinzolare dietro a Padron Sam (nei panni di un vecchio rincoglionito, che non riesce a trattenere le sue flatulenze) in cambio di qualche croccantino, ridotti come sono a sbavanti mascottine da CCS di caserma.

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Adventum Domini

Posted in Stupor Mundi with tags , , , , , , , , , on 20 marzo 2021 by Sendivogius

«Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a un vestito vecchio; altrimenti egli strappa il nuovo, e la toppa presa dal nuovo non si adatta al vecchio. E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spacca gli otri, si versa fuori e gli otri vanno perduti. Il vino nuovo bisogna metterlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: il vecchio è buono!»

(Vangelo di Luca 5,36-39)

In quei giorni, dopo la grande tribolazione, venne dalla BCE un Profeta per mostrarsi alle genti; quindi se ne andò sopra al colle del Quirinale a meditare. E seguendo il suo astro giunsero i magi, i due Mattei, l’Enrico II, l’Unto e bisunto dal cerone, insieme agli scribi ed ai farisei tutti, per adorarlo ed annunciare l’avvento del Messia venuto a mondare i peccati dei porci, laggiù raccolti attorno alla greppia del fondo perduto.
E allora le genti videro il Figlio dell’euro venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e gloria e radunare tutti gli eletti dai quattro venti, da un estremo all’altro del parlamento, che come nei giorni del diluvio mangiavano, bevevano, e si battevano il petto alla venuta di Mario, signore e salvatore. E ad ognuno di loro distribuiva monete d’oro, moltiplicando i bonus e i pegni.
C’è chi l’abbia visto camminare sulle acque, guarire gli ammalati e resuscitare i morti… sicuramente quelli tumulati nel cimitero di Montecitorio, rianimati alla loro garrula esistenza.
È Mario la toppa venuta a coprire le magagne di Giuseppi il peccatore, senza che ad un mese dall’annunciazione del messia salvatore, se ne noti minimamente la differenza, se non nel fatto che nel frattempo il buco s’è persino allargato, mentre già spuntano pendule le vergogne del nuovo corso…
Ma ovviamente questo non si può dire, giacché ben altri dubbi assillano gli agiografi convenuti in massa a stilare la vita illustrata del messia monetario, già in odore di santità per futuri autodafé.
È l’uomo che da “istituzione”, s’è fatto “culto” e “sacerdote” del culto medesimo. Di lui interessano soprattutto le cravatte, mentre si susseguono gli interrogativi (indosserà oppure no, la maglia della salute per resistere tanto bene al freddo), nell’ansia condivisa di conoscere la Verità sull’annosa questione…

“Draghi, il cui solo nome vale cento punti di spread. Perché c’ è sempre il guaio del debito pubblico, ma adesso anche il disastro Covid e il Recovery da pianificare. Draghi, che dove va, ogni occasione diventa più importante; Draghi ubiquo e multifunzionale, una quantità di lauree honoris causa, accademico pontificio, sintesi vivente di creatività italiana, rigore tedesco, understatement britannico; Draghi che Trump prima lo prese di petto, poi dovette fare marcia indietro, «ah, ci servirebbe un Draghi alla Federal Reserve!».
Draghi, che chi parla con lui prende a emanare una luce speciale. Vissuto come mito, a 360 gradi: viaggia in economy e in seconda ferroviaria, si nutre di barrette energetiche, non sente né caldo né freddo (il futuro suocero, temendo non potesse permetterselo, gli voleva comprare un cappotto), si organizza pure il sonno. Amen.”

 (La Repubblica, 31/01/21)

«Non sente freddo ed è puntuale, Draghi è l’opposto di Conte. Chi ha mai visto Mario Draghi indossare un cappotto? Il freddo non impaurisce il nuovo presidente del consiglio, come da antica tradizione: alla Banca d’Italia c’era chi lo aveva soprannominato “l’atermico”, per la sua capacità di resistere alle basse temperature senza indossare altro che una classica giacca, e privandosi pure di un maglione sopra la camicia. Molto meglio di “glaciale”.
È da sottolineare che l’arrivo di Draghi ha reso felice il Quirinale anche per l’attitudine svizzera dell’ex numero uno della Bce di arrivare puntualissimo, anzi in anticipo, agli appuntamenti.
Non si contavano più, sul colle presidenziale, le proteste per i continui ritardi di Giuseppe Conte, tanto che all’avvocato del popolo era stato appioppato un soprannome certo non elogiativo: “levantino”. Tra l’altro, si risparmierà molto grazie alla puntualità di Draghi e alla sua idiosincrasia per le riunioni notturne: niente più straordinari da pagare.»

 (Gianfranco Ferroni, su “Il Tempo” del 15/02/21)

Intanto vidima decreti in serie, con quella firma e quella “M” così inconfondibile ed accentuata, che è “segno di forza interiore ed intelligenza” (!), mentre i fiumi di saliva colano copiosi ad ungere le sacre terga del povero Messia del tutto involontario, vittima dello zelo di legioni di lacchè, quanto mai ansiosi di indossare la livrea…

«Nulla sembra eccedere sia negli atteggiamenti sia nella manifestazione delle personali doti politiche che lo hanno reso uomo della “polis” più che della casta. La praticità e la competenza acquisite sul campo, hanno formato una coscienza e una cultura che, congiunte all’essenzialità di un pensiero fatto di poche parole, ma di molti fatti, si colgono chiaramente sia nella scrittura che nella firma. Ciò è favorito anche da un carattere riservato ma non chiuso, per cui sa controllare e verificare tutto attorno a sé senza peccare di complessi di superiorità né d’inferiorità; risulta che egli, molto probabilmente, in età adolescenziale può aver sofferto di timidezza e d’insicurezze esistenziali. Ciò non gli ha però impedito una scalata prestigiosa e sempre in un ambito di correttezza.
Per Erich Fromm gli uomini politici sono tutti presi da forme narcisistiche più o meno forti. Ebbene in Draghi, proprio per l’essenzialità del carattere, espresso da una scrittura parca e priva di ogni sproporzione, ciò non sembra emergere, a vantaggio quindi di una progressiva crescita sociale e professionale che, pur gratificandolo, non lo ha spinto ad alcun eccesso. Il bagaglio energetico appare robusto e ben costruito per cui egli riesce a tollerare bene la fatica, anche in condizioni di stress, e ciò gli permette di sopportare una certa dose di frustrazioni. In definitiva, possiamo dire che, essendo la scrittura un mezzo di comunicazione, in Draghi mette in evidenza una personalità dotata di discrezione, di abilità mentali e di concretezza che gli evitano voli di Icaro e falsa umiltà.
[…] Ma sono soprattutto il discernimento, la riflessione e l’armonia interiore che fanno di lui un personaggio dotato di equilibrio anche a livello morale (vedi scrittura scorrevole e sobria).»

 (Evi Crotti, su “Il Giornale” del 06/02/21)

A cotanto è ridotta la stampa italiana nella sua inestirpabile vocazione adulatoria e cortigiana, anche se travisata da articoli salottieri pernsati per l’intrattenimento estatico.
In attesa del miracolo dell’Avvento prossimo venturo per grazia ricevuta, a 45 giorni dall’insediamento del ‘gabinetto’ (nel senso di WC proprio) di salvezza nazionale, è scomparso ogni riferimento al famigerato MES, che pure era stata causa indefettibile della caduta di Giuseppi. Se prima era indispensabile, ora non è più essenziale (Carlo Cottarelli),  giacché adesso è “Mario Draghi il nostro MES” (Davide Faraone), nella proteiforme strumentalizzazione di un premier che assume tutte le forme i suoi ” custodi” vogliano.
Dopo aver puntato tutto sul vaccino sbagliato, che manco viene fornito dopo essere stato pagato in anticipo, la campagna di immunizzazione continua a non decollare, direttamente ferma al palo per la sospensione delle somministrazioni e delle forniture di siero. Senza che alcuno se ne adonti più.
Continuano le serrate degli esercizi commerciali e della ristorazione, in attesa dei “ristori” e altre mancette, ma Capitan Sugna ha preso a grufolare altrove (delivery food?), rinunciando a pompare la protesta. Ora c’è Super-Mario, mica Giuseppi! E LVI è di nuovo al governo con tutti gli annessi e connessi.
Le scuole di ogni ordine e grado ovviamente restano chiuse fino a data da destinarsi. E quello non frega a nessuno.
Continua la distribuzione di massa di soldi e bonus ad libitum, molto meglio se dispensati alla cazzo di cane, senza uno straccio di progetto (o controllo), nella totale assenza di coperture a debito illimitato.
Ovviamente, è stata rinnovato la farsa tutta italiana dei Mississipi Navigators, senza colpo ferire.
Continua a non esserci un vero piano per il Recovery fund, inteso più che altro come un’immensa estensione della “legge mancia” in tempi di vacche magre, dove attingere denari a man bassa per i propri collegi elettorali ad uso clientele. Fondamentale è il nuovo stadio della Fiorentina Calcio.
Si aggiunge in compenso l’introduzione dell’immancabile condono fiscale per i soliti furbetti, con la cancellazione delle cartelle esattoriali inevase tra il 2000 ed il 2015: anni durante i quali la pandemia notoriamente infuriava in tutta la sua virulenza; nonché regalino simbolico, per coccolare i ladri tanto amati dall’ineffabile destra italiana, che sembra fare del malaffare la propria vocazione politica, quando non è troppo presa a rievocare i fasti littori.
In attesa di vedere cos’altro cuoce nel calderone del gran bollito con fritto misto, sarà meglio continuare un salutare digiuno, onde non incorrere in probabili intossicazioni.
Perché con simili ingredienti a disposizione, un cuoco non può far miracoli. Anche se si chiama Mario Draghi.

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PROSTITUTI

Posted in Muro del Pianto with tags , , , , , , , , , , , , on 12 novembre 2018 by Sendivogius

Nella sua monumentale opera dedicata alla propaganda del regime fascista durante il ventennio (“La fabbrica del consenso: fascismo e mass media”), Philip V. Cannistraro distingue tra propaganda di agitazione e propaganda di integrazione, intese come due fasi strettamente interconnesse per la costruzione del consenso, attraverso l’allineamento dei mezzi di informazione, nella progressiva fascistizzazione degli organi di stampa e conseguente compressione di ogni dissenso critico.
Integrazione ed Agitazione non seguono un percorso ordinario, ma sono interscambiabili e con una struttura dinamica. Quest’ultima varia a seconda della necessità cogente del momento ai fini della propaganda, che per essere davvero efficace deve essere innanzitutto ‘fluida’.
 La sbracata odierna di un Alessandro Di Battista (si parva licet) contro i soliti “giornalisti”, amabilmente chiamati “pennivendole puttane”, con tutta l’eleganza che contraddistingue l’eloquio gentile del personaggio in questione, potrebbe sembrare una forma di propaganda di agitazione, volta più che altro a fomentare la base fidelizzata di riferimento, particolarmente sensibile alle facili eccitazioni…
Tuttavia, a ben vedere, l’ennesima intemerata contro la stampa in generale (antica ossessione della setta a cinque stelle che li disprezza da sempre, parimente ricambiata) nasconde in realtà il senso di frustrazione di una propaganda che, al di fuori degli adepti di stretta osservanza, non buca; non raggiunge l’obiettivo prefissato, mancando sistematicamente il bersaglio. Si tratta del fallimento più evidente in termini mediatici di un movimento che è diventato ‘sistema’, ma che non riesce ad assorbire nella propaganda di integrazione le espressioni non allineate al nuovo assetto di potere di cui è espressione. E tanto meno riesce a modellare le coscienze, nella costruzione di un consenso allargato che penetri nella società, per riplasmarla dall’interno a propria immagine e somiglianza. Perciò, dove non funziona l’integrazione ritorna l’agitazione, che poi è rimestaggio torbido di livori e rancori di chi davvero crede che l’opinione pubblica si formi e possa essere eterodiretta da una piattaforma web. E per questo si rivolge ad un pubblico sempre più ristretto di analfabeti funzionali, nella spoliticizzazione crescente delle grandi masse del tutto indifferenti alla propaganda di agitazione.
Perché come ben sintetizzava il sociologo anarchico Jacques Ellul in un suo lontano studio sulla propaganda, già alla fine degli Anni ’60:

«Gli individui attivi nell’ambito della propaganda, sono nello stesso tempo soggetti e oggetti di propaganda e, costituendo quasi un circuito chiuso, non raggiungono la massa della popolazione e rinforzano in vitro opinioni estreme. La propaganda diventa allora una forma di autoconsumo. Si scelgono le notizie che possono alimentare la convinzione; le si elabora in modo che possano effettivamente servire per la propaganda; le si consuma nel gruppo venendo così fortificati nelle proprie convinzioni, mentre ci si distacca progressivamente da una massa che si vorrebbe raggiungere e convincere ma che si allontana sempre più, proprio nella misura in cui questa propaganda diventa più intensa.
Esiste tuttavia un modo attraverso cui il contatto avviene o dovrebbe avvenire: stabiliscono la relazione alcuni mezzi di comunicazione di massa, come quei giornali di larga informazione che prestano un’attenzione continua a questi movimenti e gruppi e riprendono questo tipo di propaganda; in effetti è solo in questo modo che accade qualcosa. Così, non può verificarsi una manifestazione di gruppi estremisti, per quanto ridotta, senza che immediatamente la grande stampa la riprenda e la ponga in primo piano, e lo stesso dicasi per certe emittenti radiotelevisive

In altri termini, i propagandisti come Di Battista (e tutta l’esaltata combriccola coltivata in provetta nei laboratori della Casaleggio Associati) hanno bisogno dei mass media per veicolare i propri messaggi (le idee sono un’altra cosa), attraverso i meccanismi di comunicazione mainstream; ben consapevoli che un messaggio, per essere davvero “virale” in assenza di reali contenuti, ha bisogno di essere propagato attraverso canali ufficiali più accessibili al grande pubblico. La polemica si traduce in realtà in un espediente per assicurarsi la visibilità. E per questo si autoalimenta in una escalation di provocazioni crescenti ed inversamente proporzionali ad ogni coerenza.
Parlare della doppia morale di questa setta di esaltati è assolutamente superfluo; sono gli stessi che ad ogni tintinnar di manette si presentavano in massa a conferenze di stampa autoconvocate, con tanto di arance in bella vista “in onore agli arrestati”, per reclamare le dimissioni coatte e l’arresto dei reprobi.

I parlamentari del M5s durante la conferenza in Campidoglio sugli arresti avvenuti al comune di Roma, 03 dicembre 2014. ANSA/ANGELO CARCONI

Quando un Di Battista, che davvero è convinto di essere un giornalista, mentre cerca di vendere un tanto al chilo i patetici reportage della sua lunghissima vacanza sudamericana nelle vesti di voyeur della misera altrui, parla di “pennivendoli” (facendo il verso a Giovanni Papini che il termine lo inventò) e di “prostituzione”, dal fondo del guazzabuglio di incoerenze e contraddizioni che ne contraddistinguono l’agire, sostanzialmente descrive se stesso nello specchio della propria inconsistenza.
Finora l’eccezionale risultato raggiunto è stato quello di essere scaricato persino dall’unico giornale ‘amico’ che ancora offriva il beneficio di una qualche credibilità a questa oscena banda di pagliacci, tanto da finire folgorati in un fulminante editoriale di Ferruccio Sansa, giornalista, che finalmente ha capito di quali umori sia fatto il fetido impasto da cui trae linfa la Setta del Grullo ed i suoi fanatici accoliti:

“Cari Di Maio e Di Battista, chi sono le puttane?”

«C’è soprattutto disprezzo in quella parola, “puttane”, usata da Di Battista. Per i giornalisti, ma anche per le prostitute. Per le persone in generale. Un modo di esprimersi misero e inadeguato. Prima ancora che grave. Non voglio difendere i giornalisti. Abbiamo le nostre colpe. Tanti sono stati servili in questi anni, invece che vigili. Hanno preferito la dipendenza alla libertà. Come gli italiani, del resto, che hanno osannato prima Berlusconi, poi Monti, poi Renzi e ora Salvini e Di Maio. Come la nostra classe politica peraltro. E qui verrebbe da fare qualche domanda al duo di statisti Di Maio-Di Battista.
Sono puttane solo i giornalisti o anche quelli che per anni hanno soltanto detto “sì”, piegando il capo agli ordini del grande capo?
Sono puttane solo i giornalisti oppure anche i politici che per tenersi una poltrona sotto le chiappe tacciono di fronte alle dichiarazioni razziste del loro alleato?
Sono puttane soltanto i giornalisti oppure anche chi dopo aver difeso a parole l’ambiente propone condoni per prendersi quattro voti?
Sono puttane solo i giornalisti oppure anche quelli che approfittano perfino delle tragedie come il ponte di Genova per cercare voti e consenso?
Sono puttane solo i giornalisti oppure anche quelli che dopo aver criticato per anni un politico vanno a scrivere libri per le sue case editrici?
Povere puttane, in fondo, usate per esprimere disprezzo. Almeno loro si sporcano le mani. Fanno un lavoro. Non stanno a pontificare dal Guatemala. Non governano un Paese con un curriculum che alla gente comune magari non basta per fare il corriere

Ferruccio Sansa
(11/11/18)

Il dramma (per noi) è che ora tocca loro pure governare… E non sanno nemmeno da che parte cominciare.

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IL GRILLUSCONI

Posted in A volte ritornano with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 7 dicembre 2013 by Sendivogius

Il Grillusconi - by Liberthalia'13

L’Italia è la patria delle eccezioni: ogni defumigante liquame di fogna, sia esso un’anomalia costituzionale o il rigurgito eversivo di un populismo becero qualunquista, qui trova subito diritto di cittadinanza e piena rappresentanza, tra le mute rabbiose di cani da riporto opportunamente aizzati dal demagogo di turno.
Finalmente, anche noi italiani abbiamo la nostra ‘Alba Dorata’. Rigorosamente a 5 Stelle!
Nato per essere “oltre”, dopo i vari avvitamenti del suo cincischiare a vuoto, il M5S sceglie decisamente la destra nella sua versione più estrema e squadrista per colpire recisamente a sinistra.
Non per niente, il duce barbuto della setta pentastellata ricorda per molti versi i contorcimenti ideologici di Jacques Doriot: l’inventore del fortunato slogan “né destra né sinistra” (ni droite ni gauche), che a scanso di equivoci scelse di schierarsi coi nazisti, aderendo con entusiasmo al regime collaborazionista di Vichy nella Francia occupata, che nell’antisemitismo trovò una delle sue ragion d’essere.
I grillini e gli ebreiSiccome nel grillismo delirante non v’è nulla che non si sia già visto nelle cloache della storia, il vecchio motto “né destra né sinistra” costituisce da sempre il marchio di garanzia di qualsiasi protestarismo populista (dal Poujadismo all’Uomo Qualunque) abbia fatto capolino dalle discariche delle frustrazioni del cetomediume più reazionario.
In tempi più recenti, lo slogan è stato fatto proprio dal “Fronte Nazionale” della famiglia Le Pen, grazie all’iperattivismo di Samuel Marèchal: responsabile dell’organizzazione giovanile del Fronte.
NiDroiteNiGauche_BAT“Né destra né sinistra” è stato il tema dominante al quale fu dedicato il decimo raduno estivo del Front National Jeunesse (FNJ) del 1995.
D’altra parte, l’anno precedente, Marèchal aveva già avuto modo di pubblicare (Settembre 1994) un enfatico resoconto sulle attività del FNJ dal titolo inequivocabile:

“Populista e orgoglioso di esserlo!”

Attualmente, è il motto di battaglia di… Marine Le Pen! E non solo…
D’altronde, sulla natura di Beppe Grillo e del suo “moVimento”, i cugini d’Oltralpe non sembrano nutrire alcun dubbio…
Le Monde - Courrier InternationaleCome un mostro a due teste, il grillismo si innesta sul corpaccione catatonico del berlusconismo, nutrendosi della medesima carica eversiva in sinergia comune. È il Grillusconi: il mostro nato dall’incrocio ibrido di due populismi a trazione fascistoide.
Del resto, ogni Mussolini ha il suo Hitler: l’allievo che supera il maestro. Ma gli invasati seguaci (The Following) del Grillo furioso possiedono in più una componente violentemente nazistoide, che il fascismo berlusconiano non ha mai avuto.
Per il resto sembrano condividere tutto o quasi, con pesanti iniezioni di leghismo militante…
Dal “Metodo Boffo” al linciaggio in effigie, con tanto di gogna virtuale per la celebrazione dei quotidiani “due minuti d’odio” (e oltre!) della setta, come nelle peggiori distopie orwelliane.

Squadrismo a 5 Stelle

Presso le dimore del brigante di Arcore, il prof. Paolo Becchi sembra ormai essere di casa e gradito ospite del Pornocrate, di cui l’ideologo del moVimento apprezza la freschezza e l’incredibile carica innovativa, oltre a concordare le strategie comuni. Strategie che nell’ordine contemplano:
L’impeachment (ovvero la messa in stato d’accusa per “alto tradimento”!?) del presidente Napolitano, su presupposti giuridici peraltro inconsistenti;
L’attacco alla RAI e contro qualsiasi giornalista o media non dedichi peana elegiaci ai due ducetti (Grillo e Berlusconi) da mane a sera;
La distruzione dei sindacati e delle rappresentanze dei lavoratori;
Il boicottaggio dei lavori parlamentari, con indecenti gazzarre in aula che manco la Lega della prima ora..!
Il Capo politicoLa richiesta di immediate dimissioni dei parlamentari “abusivi” di un parlamento “illegittimo”. Eccetto i 5 Stelle, è ovvio! Loro mica sono stati eletti con la famigerata legge di Calderoli (col quale peraltro intessono ottimi rapporti), in liste bloccate e senza preferenza. Chissà cosa succederà quando qualcuno dovrà spiegare loro che di “abusivo” in Parlamento ci sono solo le sortite del “Capo politico”, che non ha titoli per gironzolare a piacimento tra Camera e Senato, peraltro col cipiglio di un boss mafioso, e l’occupazione manu militari del 90% delle commissioni parlamentari da parte dei pentastellati, che presto dovranno dividere le poltrone di presidenza coi loro nuovi alleati di “Forza Italia”. Ma nel copioso mazzo andrebbero elencati anche i continui ammiccamenti agli evasori fiscali, l’uscita dall’euro, il neo-protezionismo e la richiesta demenziale di introdurre dazi doganali… Tutte cose che rendono indistinguibile il grillino medio da un Brunetta qualunque. Ci sono poi gli attacchi quotidiani a Laura Boldrini, agli organi istituzionali dello Stato, alla Magistratura, alla Corte costituzionale…

BELLA FRESCA!

Bimbiminkia di tutto il mondo, unitevi!

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MAL DI TEST

Posted in Kulturkampf with tags , , , , , , , , , , , , , , , on 10 agosto 2013 by Sendivogius

The Riddler

Particolarmente consigliato a chi non accende il proprio cervello per più di 10 secondi al giorno, e per i vostri spensierati momenti di relax estivo, vi proponiamo un piccolo quiz a tema, eventualmente da alternare alla settimana enigmistica, per testare le vostre capacità intuitive senza dovervi impegnare troppo la mente. Cosa c’è infatti di meno impegnativo, inconsistente, eppur divertente nella sua fanfaronesca demenzialità, del grillismo militante?!?
Come nelle peggiori barzellette, ci sono tre cialtroni: un tedesco e due italiani… Quella che segue, è una piccola selezione di ‘frasi notevoli’ di personaggi altrettanto celebri. Provate ad indovinare gli autori.
Per la serie: dimmi come parli e ti dirò chi sei…

Surprise!

1. “Io vi dico che, quando avrò conquistato legalmente il potere, istituirò, nel quadro di un ordinamento legale, tribunali di stato i quali saranno chiamati a giudicare secondo le leggi i responsabili della rovina del nostro popolo, ed è probabile in tal caso che alcune teste cadano del tutto legalmente.”

Surprise! (1)2. “Abbiamo delegato dei truffatori che dovranno rispondere di quello che hanno rubato […] ce lo ricordiamo come siamo finiti nella crisi. Quindi i responsabili saranno giudicati da un giudizio pubblico.”

Surprise! (3)3. “Io so benissimo che cosa quei signori hanno in mente: vorrebbero concederci alcune poltrone, e così metterci a tacere. Ma non potranno percorrere ancora molta strada, a bordo di quel loro decrepito carrozzone […] Credete forse che io sia disposto a lasciarmi adescare da un paio di poltrone ministeriali? Io non ho nessuno intenzione di entrare a far parte della vostra combriccola!

Surprise! (2)4. “Come si è risposto a questo mio principio? ….Con una campagna giornalistica durata nei mesi di giugno, luglio, agosto, campagna immonda e miserabile che ci ha disonorato per tre mesi. Le più fantastiche, le più raccapriccianti, le più macabre menzogne sono state affermate diffusamente su tutti i giornali! C’era veramente un accesso di necrofilia! Si facevano inquisizioni anche di quel che succede sotto terra: si inventava, si sapeva di mentire, ma si mentiva.”

Surprise! (4)5. “Come si può parlare di alleanze con dei partiti la cui distribuzione di forze sul territorio é assolutamente diseguale. […] Accoglieremo quindi, al di fuori, al di sopra e contro i partiti, nelle nostre file.”

Surprise! (5)6. “Non è il caso di fare delle discussioni. Noi ci troviamo oggi di fronte a due coalizioni: conservatori e rivoluzionari. Gli uni che hanno tutto da conservare, gli altri che debbono tutto demolire. Noi non intendiamo di costituire un partito: dobbiamo semplicemente raggiungere un obiettivo. Dopo faremo, se sarà possibile un’altra tappa insieme e ci separeremo.”

Surprise! (6)7. “Ogni mattina, il signor rappresentante del popolo si reca alla sede del Parlamento; se non vi entra, almeno si porta fino all’anticamera dove è esposto l’elenco dei presenti. Ivi, pieno di zelo per il servizio della nazione, iscrive il suo nome e, per questi continui debilitanti sforzi, riceve in compenso un ben guadagnato indennizzo […] Come la larva non può far altro che trasformarsi in maggiolino, così questi bruchi parlamentari lasciano la grande serra comune ed, alati, svolazzano fuori, verso il caro popolo.”

Surprise! (7)8. “Deputati e senatori servono solo a prendere lo stipendio e a obbedire agli ordini di partito votando sì a qualunque porcata. Bisogna prenderne atto e licenziarli, approfittarne mentre trascorrono un agosto dorato […] Chiudete il Parlamento, sgombrate i loro uffici. Camera e Senato sono ormai ridotti peggio dell’ aula sorda e grigia evocata da Mussolini. I parlamentari a larve di democrazia ben pagate.

Igor Beppe e Benito

SOLUZIONE:
1. Adolf Hitler (25/09/1930)
2. Beppe Grillo (01/06/2012)
3. Adolf Hitler (04/09/1932)
4. Benito Mussolini (03/01/1925)
5. Benito Mussolini (18/01/1924)
6. Benito Mussolini (Milano, 11/12/1914)
7. Adolf Hitler (in Mein Kampf)
8. Beppe Grillo (12/08/2012)

SIEG HEIL BEPPE

E infine, per concludere in bellezza, un test facile-facile per scoprire il grillino che è in te e quanto sono avanzati i sintomi del contagio…
Segna ogni risposta e, in base alla prevalenza delle lettere, scopri qual’è il tuo profilo ideale.

Democrazia è:
a) Se c’è qualcuno che reputa io non sia democratico, allora prende e se ne va fuori dai coglioni!
b) Avere il 100%
c) La peggior forma di governo, ad eccezione di tutte le altre che sono state sperimentate di volta in volta.
d) Vaffanculo!

Il Parlamento è:
a) Un scatola di tonno, oltretutto vuota!
b) Un’aula sorda e buia.
c) È un organo costituzionale, di natura collegiale e con funzioni legislative.
d) Vaffanculo!

Partiti politici:
a) Vedo i partiti morti.
b) Noi non siamo un partito, siamo un movimento.
c) Libere associazioni con finalità politiche, per la promozione di propri candidati alle cariche elettive.
d) Vaffanculo!

Dissenso é:
a) Traditore, chiedi perdono in ginocchio!
b) Il Movimento è un organismo grande e vivo che rifiuta, che allontana da se stesso le cose che gli fanno male. Se io prendo un virus, il mio corpo lo rifiuta e mi viene un attacco di diarrea o di vomito.
c) Il sale delle democrazia
d) Vaffanculo!

Cultura:
a) Abbiamo sottolineato che nel nostro Movimento non ci sono intellettuali.
b) Quando sento la parola cultura tolgo la sicura alla mia pistola.
c) Il sonno della ragione genera mostri.
d) Vaffanculo!

L’Euro è:
a) La mossa massonica di un gruppo di banchieri, guidati dal Bilderberg e la Trilateral, per la conquista del mondo.
b) Un bieco strumento del signoraggio bancario.
c) Una moneta.
d) Vaffanculo!

Media e Giornalisti:
a) I giornalisti sono dei parassiti, che non possono infestare Camera e Senato e muoversi a loro piacimento. Vanno disciplinati in spazi appositi.
b) Pagherete tutto. Io non dimentico nulla.
State molto attenti… Non è un consiglio, è proprio una minaccia.
c) Metro di misura delle opinioni e strumento di informazione
d) Vaffanculo!

Imparzialità:
a) Il Blog del capo politico.
b) Il Capo ha sempre ragione.
c) non esiste, ma ci si può sforzare di essere obiettivi.
d) Vaffanculo!

Cancro é:
a) Un’invenzione delle lobbies farmaceutiche: si cura con urina e aloe, aspirina e dicloroacetato, e soprattutto… eiaculare 21 volte al mese.
b) Un segno zodiacale
c) Una forma tumorale
d) Vaffanculo!

Minacce globali sono:
a) Microchip segretamente impiantati nel cervello per il controllo a distanza.
b) Le scie chimiche
c) I milioni di fanatici imbecilli, che credono ad ogni boiata.
d) Vaffanculo!

Star Wars Deleted Scene 6 Beetle Volfswagon

GIANT DORK Profilo A.
Abile e arruolato!
Sei pronto per l’interconnessione col magico reame di Gaia ed un Grillo per amico, contro la tirannia dei “poteri forti” e degli uomini malvagi della “casta”.
Il mondo così come crediamo di conoscerlo è in realtà una dittatura occulta, segretamente dominata dalla regia globale degli Illuminati. Ma sotto la guida di “Beppe”, diventerai uno jedi del wired e potrai finalmente combattere il lato oscuro della forza, respingendo l’invasione degli agenti rettiliani che si celano dietro al Bilderberg ed alla Trilateral.
Peccato però! Se ti iscrivevi al blog del Capo politico prima del Capodanno 2011, magari potevi vincere un fantastico seggio in parlamento. In compenso, potrai acquistare a prezzi scontati i meravigliosi gadget ed i dvd con le ispirate immagini del Maestro Grullo.

Ultimatum alla Terra Profilo B.
Sei un purista della tradizione.
Nonostante una certa affinità ideale, continui a diffidare delle imitazioni… Non c’è niente di meglio del vecchio complotto demo-pluto-giudaico-massonico: il solo che sia unico e originale!
Eppoi, una simile compagnia di citrulli tanto svitati è troppo da sopportare pure per te.

MISFITS 4 - Rabbit Profilo C.
Sei sicuramente un troll infiltrato dalla Ka$ta e pagato dai partiti.
Morto-zombie-che-cammina-pd-meno-elle sei vecchio! Sei finito!
E presto verrai spazzato via dallo tsunami della riVoluzione che avanza.

MILF Profilo D.
Complimenti! Sei un vero coglione.
Certificato a 5 stelle

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