Solitamente non uso la ‘prima persona singolare’, ma in questo caso farò un’eccezione…
In merito all’ultima pubblicazione (“Il Sugo della Storia”), come spesso capita, ho ricevuto un’interessante commento da parte di Midhriel, autrice di un ottimo blog che seguo spesso e con particolare piacere:
Proprio l’altro giorno parlavo con un amico che conosco dai tempi del liceo (praticamente *nta anni) e che ha una figlia ventenne come mio figlio. Mi diceva: “noi a vent’anni non eravamo così: gli effetti rincitrullenti della televisione si vedono!”.
Sono d’accordo con lui, fatte salve le debite eccezioni individuali. Per il resto, è vero sicuramente che l’italiano vuole ammantarsi di apparenze e nascondere il suo status reale, è vero che non si possono leggere le parole di Curzio Maltese senza un sussulto di indignazione, è vero anche che il popolo italiano ha una essenza da baciapile che lo rende servile e che queste sono probabilmente le ragioni per cui siamo nella situazione socio-politica attuale… tuttavia la lettura del tuo post mi ha richiamato anche scenari più complessi, che secondo me sono ben riassunti in un articolo di Furio Colombo sul Fatto Quotidiano:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/07/04/l%E2%80%99opposizione-sonnambula/36367/.
Grazie alla segnalazione di Midhriel, ho avuto modo di leggere un irrequieto editoriale di Furio Colombo, pubblicato su Il Fatto Quotidiano del 04/07/2010, (QUI) che diversamente sarebbe sfuggito alla mia attenzione.
Inutile dire che la lettura dell’articolo, mi ha ispirato alcune considerazioni che riporto qui di seguito, in una risposta che desidero rendere maggiormente pubblica:
Non avendo il dono della divinazione, quando cerco di intuire il futuro dell’Italia guardo sempre all’Argentina di Juan Domingo Peron e soprattutto al successivo “Processo di Riorganizzazione nazionale”, che tanto ricorda il nostrano “Piano di Rinascita nazionale” redatto a cura della Loggia P-2 del venerabile Licio Gelli: organizzazione massonico-eversiva alla quale risulta iscritta una parte consistente dell’attuale Governo Berlusconi, premier incluso.
E se ogni fenomeno storico resta unico ed irripetibile nel suo genere, certe analogie danno da pensare:
«In Argentina (1976-1983), la giunta prese il potere in un contesto di crisi politica e violenza sempre più aspra nel paese. Dopo la frattura in destra e sinistra del movimento peronista, i gruppi terroristici e paramilitari anticomunisti e di destra crearono un clima di instabilità ed insicurezza nel paese, a cui risposero le organizzazioni guerrigliere e sovversive clandestine di sinistra. L’inasprimento del clima ed il continuo innalzamento del livello dello scontro erano finalizzati a creare un terreno di paura ed insicurezza sul quale poi l’esercito avrebbe posto le basi della propria brutale autocrazia.
[…] La politica economica era finalizzata al contenimento dell’inflazione e all’incoraggiamento degli investimenti stranieri, tramite la privatizzazione delle industrie nazionali, l’abbassamento delle tasse sulla produzione industriale e la garanzia di manodopera a buon mercato. In conformità con quella che è la dottrina economica liberista statunitense, lo smantellamento dei sindacati e l’abolizione dei diritti civili e dei lavoratori, contribuì a garantire ampi margini di profitto alle aziende straniere, che accorsero numerose durante la dittatura. I salari furono congelati, e, nonostante la recessione e la crescita dell’inflazione, rimasero uguali, facendo precipitare il potere d’acquisto della maggior parte delle categorie lavorative. Nessuno poteva scioperare o organizzarsi in sindacati, poiché l’esercito interveniva puntualmente facendo sparire gli “scontenti”. Le aziende straniere e le alte gerarchie della dittatura si arricchirono a dismisura, mentre il paese ed i suoi lavoratori si impoverirono.»