Archivio per Funzione Pubblica

Giovani di talento

Posted in Kulturkampf, Muro del Pianto with tags , , , , , , , , , , , , , , on 6 ottobre 2011 by Sendivogius

Vi ricordate il famoso comunicato sulla realizzazione della super galleria Ginevra-Gran Sasso, dove correrebbero i neutrini in libertà?!? Inutile dire che ogni tanto bisognerebbe far scontrare anche due neuroni…! Tra i prodotti migliori dell’ufficio propaganda del Ministero alla Pubblica Istruzione (MIUR), la “dichiarazione” costituisce l’ultima fatica intellettuale di un notevole Massimo Zennaro che, come portavoce (e gobbo) del ministro, tra note e comunicati ci aveva già regalato buone performance nell’ultimo biennio (un esempio: QUI).
In seguito allo spiacevole equivoco, il rampante dott. Zennaro, tipico prodotto berlusconiano, si dimette dall’incarico ma non dallo stipendio, visto che continua a percepire la retribuzione riservata ai dirigenti di I^fascia del MIUR, che per l’esattezza ammonta 174.591 euro lordi all’anno. Lo potete verificare QUI (è l’ultimo nome nella prima pagina dell’elenco!)*.

* Dal momento che Massimo Zennaro, in virtù di una nomina tutta politica, non è più in forza al MIUR, la sua posizione retributiva è stata stralciata dai dati del ministero e quindi non più reperibile on line. Poco male! Per la gioia dei più curiosi, alleghiamo copia del documento originale (cliccare sull’immagine per ingrandire): 

L’Autore del noto comunicato, non contento dell’eccezionale ritorno d’immagine, lascia e raddoppia!
 Infatti è fresca di queste ultime ore la notizia di un’altra brillante iniziativa ministeriale, attribuibile allo zelante funzionario, in qualità di “Direttore Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione”. Proprio all’intraprendente direttore generale sembrerebbe riconducibile la scelta di non rendere noti i dati, relativi agli esiti degli esami di Stato dell’anno scolastico appena concluso. Si tratta di una pubblicazione che, dopo il caos del famigerato “test invalsi”, costituirebbe un altro tassello a riprova della fallimentare gestione del ministro Gelmini: l’avvocatessa di Leno ingaggiata alla pubblica d-Istruzione.
Se non puoi falsicare i dati, puoi sempre nasconderli… E in tal modo censurare la diffusione delle notizie sgradite: una vera specialità della casa delle libertà tutte littorie.
Il bravo Massimo Zennaro è evidentemente un’esponente privilegiato di quell’Italia migliore, che prospera a carico della Funzione Pubblica e che tanto piace al ministro Renato Brunetta. Appartiene a quell’Italia laboriosa e silente che si presta ad ogni impiego pur di lavorare e mai si lamenta, trovando ottime e abbondanti le gioie di una flessibilità estrema e sottopagata, che eccita i desideri del ministro Maurizio Sacconi, l’altro residuato veneto-craxiano promosso al dicastero della Disoccupazione. Come i due residuati socialisti, anche l’efficiente Zennaro proviene infatti dal Veneto laborioso e industrioso, tanto bistrattato da Roma ladrona

È nato a Padova il 25 Aprile del 1973 (ironia delle date!), ma presto arriva a Milano dove si laurea in Scienze Politiche, nell’Università privata della famiglia imperiale, la Cattolica del Sacro Cuore, nel cui consiglio d’amministrazione attualmente siede come rappresentante del governo.
Iscritto all’albo dei giornalisti, militante di “Forza Italia”, cresce sotto l’ala protettiva di Marcello Dell’Utri e di Tiziana Maiolo che gli spianano l’ingresso al Comune di Milano, dove comincia la sua brillante carriera da “dirigente”…
Dal 2001 al 2006, è responsabile della comunicazione presso l’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune.
Dal 2006 al 2008, diventa Direttore Vicario del settore Presidenza del Consiglio comunale di Milano.
Dal 2008, cumula una serie di incarichi direttivi, presso alcune pubblicazioni periodiche della Le Monnier-Mondadori (la casa editrice della famiglia imperiale), finché non viene affiancato (come “portavoce”) a Maria Stella Gelmini, la quale il 07/08/2008 se lo porta con lei al ministero dell’Istruzione, premurandosi di nominarlo “direttore generale” per nomina esterna. Con chiamata diretta e senza nessun concorso o verifica delle competenze professionali. Tanto paghiamo noi..!
I meriti straordinari di Massimo Zennaro sono così evidenti, che il 10/12/09 (ad oltre un anno dalla nomina ad personam) viene presentata una interrogazione parlamentare alla Gelmini ministro, per ottenere la pubblicazione del curriculum del dott. Zennaro sul sito del MIUR, come impone il cosiddetto decreto Brunetta. Il neo-direttore generale infatti è l’unico dirigente del MIUR a non aver fornito i suoi requisiti professionale, a fronte di uno stipendio che sfiora i 175mila euro annuali.
E, a leggerlo il curriculum vitae di Massimo Zennaro, si capisce bene il perché…
Una paginetta scarna, quasi imbarazzante nella fumosità dei requisiti, dove le “esperienze professionali” sono riconducibili unicamente alla collocazione politica di un portaborse in carriera. Un curriculum dove i riferimenti alle collaborazioni editoriali “che il dirigente ritiene utile pubblicare” sono vacue e rigorosamente prive di date di riferimento.
Il curriculum integrale lo potevate leggere QUI… Finché, una manina assai solerte ha provveduto a rimuovere ogni traccia del c.v. del miracolato, ma non disperate. Previdenti come sempre, ne abbiamo salvato una copia che potete leggere QUI!
A noi la lettura ci ha depresso. E il pensiero è corso subito a quelle centinaia di migliaia di giovani talenti… di laureati col massimo dei voti, costretti ad estenuanti tirocini gratuiti e corsi a pagamento, senza alcuna reale prospettiva occupazionale… ai precari della P.A. umiliati da un Brunetta bilioso e arrogante… a tutti quei ricercatori universitari con rimborsi da fame, costretti ad elemosinare il rinnovo dei contratti e ad emigrare all’estero per assenza di alternative…
Abbiamo pensato con sconforto ad una intera generazione, consumata nel limbo della precarietà più estrema, umiliata da decine di lavoretti infami e sottopagati…
E ai vari Zennaro Massimo, per i quali è sempre Natale e che prosperano nel ventre della politica per professione…
La “meritocrazia” secondo il berlusconismo.

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Decreti e Grimori

Posted in Business is Business, Kulturkampf with tags , , , , , , , , , , , , , on 15 dicembre 2008 by Sendivogius

 

letavoledellaleggeLa Tavola della Legge

 

Se fosse possibile dare una forma al Geist, lo spirito vitale che anima le decisioni e le scelte del Berlusconi IV, questa troverebbe la sua incarnazione ideale nel Decreto-Legge 112.

Madre e fucina delle politiche governative, il DL n° 112 del 25/06/08 è una sorta di breviario d’indirizzo che nei suoi 85 articoli traccia le linee programmatiche in tema di “sviluppo economico, semplificazione, competitività, stabilizzazione della finanza pubblica e perequazione tributaria”, stabilendo le finalità ed i relativi ambiti di intervento “unitamente agli altri provvedimenti indicati nel Documento di programmazione economica e finanziaria per il 2009 [Art. 1].

La contestata Legge 133 ne è un diretto surrogato, mentre molte delle iniziative legislative che caratterizzano l’attuale maggioranza costituiscono la diretta attuazione di quanto contenuto nel Decreto 112. Tra le tante, le disposizioni riguardano l’installazione di reti e impianti in fibra ottica per la banda larga, il sostegno all’internazionalizzazione delle imprese, liberalizzazioni e privatizzazioni, programmazione economica e contenimento della spesa pubblica, strategie energetiche e ritorno al nucleare… Ma ci si occupa pure degli Enti Locali e della Pubblica Amministrazione (praticamente una sorta di Taglia-Tutto), passando per le modifiche alla disciplina dei contratti di lavoro, fino alla riforma dell’Istruzione e della Ricerca (Capo V del DL) che ispira la filosofia e la sostanza della cosiddetta riforma Gelmini, in una esposizione di intenti per progetti presenti e futuri.

Data la sua natura onnicomprensiva, il D.L. 112 meriterebbe un’analisi molto più attenta ed approfondita di quanto sia possibile fare nei limiti di questa sede. Sarà tuttavia il caso di esaminare un paio di articoli presi a campione, in quanto evocativi dell’ideologia e delle ipocrisie che ne permeano la sostanza.

 

PETROLIO. Dall’Iraq all’Adriatico…

veneziaChe la tutela dell’ambiente e la preservazione del territorio siano spariti dalle agende politiche dei partiti, è un fatto oramai assodato da tempo. In materia l’Italia vanta un pessimo primato. Non meraviglia quindi la stesura di una Legge obiettivo per lo sfruttamento di giacimenti di idrocarburi, auspicata nell’art. 8 del DL 112, direttamente nel cuore della Laguna di Venezia, riconvertita a fabbrica per l’imbottigliamento di spremuta di dinosauro.

A dire il vero, ci sarebbero dei “divieti di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi nelle acque del golfo di Venezia”. Da notare l’uso del termine ‘coltivazione’; il petrolio non si estrae, si coltiva. E si semina lungo le coste, aspettando la nera germinazione. Ora, il decreto prevede che il Ministro dell’Ambiente, nelle vesti della tenera Giovannina Prestigiacomo, accertata “la non sussistenza di rischi apprezzabili di subsidenza sulle coste” potrà dare il nulla osta per l’allegra coltivazione in serre d’alto mare. A scanso di equivoci, gli accertamenti saranno effettuati dai “titolari dei permessi di ricerca e delle concessioni di coltivazione”, ossia dalle stesse società private interessate alla trivellazione e all’estrazione del greggio.

 

FANNULLONI. Il Bastone e la Carota…

belli-capelli1La personale crociata di Renato Brunetta contro i “fannulloni” della P.A. è un capolavoro surrealista al servizio della propaganda populistica. Una pantomima governativa dove l’esagitato ministro strepita e scalpita agitando il bastone punitivo, minaccia provvedimenti draconiani, e intanto nicchia indicando le ceste piene di carote, perché certe clientele tornano sempre utili a scadenze elettorali…

Ad esempio, nell’art. 47 si gridano controlli a tappetto contro il cumulo di incarichi e loro incompatibilità per gli impiegati della P.A. Un Licurgo redivivo promette una bella strigliata ai malaticci, imboscati e parassiti della funzione pubblica: esclusione di trattamenti economici aggiuntivi per infermità dipendente da causa di servizio (Art. 70) e un più stretto controllo sulle assenze per malattia (Art. 71). E mentre il ministro lotta per l’aumento dell’età pensionabile e l’estensione degli oneri lavorativi alle donne, ecco il formidabile regalo: la prebenda ghiotta e privilegiata per i soliti ignoti… Con una circolare a firma Brunetta nel mese di Ottobre, è in arrivo l’azzurro regalo di Natale per il fortunato paraculato.

brunetta-appallato-mosaico1 

Art. 72 – Personale dipendente prossimo al compimento dei limiti di età per il collocamento a riposo

1. Per gli anni 2009, 2010 e 2011 il personale in servizio presso le amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, le Agenzie fiscali, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, gli Enti pubblici non economici, le Università, le Istituzioni ed Enti di ricerca (…) può chiedere di essere esonerato dal servizio nel corso del quinquennio antecedente la data di maturazione della anzianità massima contributiva di 40 anni. La richiesta di esonero dal servizio deve essere presentata dai soggetti interessati, improrogabilmente, entro il 1° marzo di ciascun anno a condizione che entro l’anno solare raggiungano il requisito minimo di anzianità contributivo richiesto e non e’ revocabile. La disposizione non si applica al personale della Scuola.

 

Ovvero, ad eccezione del personale scolastico (sembra infatti che i cattivoni siano orientati prevalentemente a ‘sinistra’), coloro che abbiano maturato almeno 35 anni di contributi nella P.A. potranno rimanere a casa, o dove più gli aggrada, e continuare a percepire lo stipendio.

 

2. E’ data facoltà all’amministrazione, in base alle proprie esigenze funzionali, di accogliere la richiesta dando priorità al personale interessato da processi di riorganizzazione della rete centrale e periferica o di razionalizzazione o appartenente a qualifiche di personale per le quali è prevista una riduzione di organico.

 

Il provvedimento è per molti ma non per tutti. Solo se sei nelle grazie del capo e fai riferimento alla corrente ‘giusta’ potrai godere dello statale appannaggio da vero fannullone assistito a domicilio.

 

3. Durante il periodo di esonero dal servizio al dipendente spetta un trattamento temporaneo pari al cinquanta per cento di quello complessivamente goduto, per competenze fisse ed accessorie, al momento del collocamento nella nuova posizione. Ove durante tale periodo il dipendente svolga in modo continuativo ed esclusivo attività di volontariato, opportunamente documentata e certificata, presso organizzazioni non lucrative di utilità sociale, associazioni di promozione sociale, organizzazioni non governative che operano nel campo della cooperazione con i Paesi in via di sviluppo, ed altri soggetti da individuare con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze da emanarsi entro novanta giorni dall’entrata in vigore del presente decreto, la misura del predetto trattamento economico temporaneo è elevata dal cinquanta al settanta per cento. Fino al collocamento a riposo del personale in posizione di esonero gli importi del trattamento economico posti a carico dei fondi unici di amministrazione non possono essere utilizzati per nuove finalità.

 

A dire il vero, lo stipendio sarà dimezzato. Ma niente paura! Se ti dedichi a qualche ora settimanale di volontariato (anche il circolo per il gioco dello scopone può andar bene) il tuo stipendio schizza improvvisamente al 70%.

 

4. All’atto del collocamento a riposo per raggiunti limiti di età il dipendente ha diritto al trattamento di quiescenza e previdenza che sarebbe spettato se fosse rimasto in servizio.

 

Cioè: per cinque anni lo ‘Stato’ ti paga per non fare un cazzo (o meglio, per fare quello che più ti piace dove ti pare), dopo di che te ne vai in pensione col massimo dei contributi ed il massimo di stipendio. E questo vale pure se hai cominciato a lavorare (che so? Alla Presidenza del Consiglio curando la rassegna stampa) a 20 anni. A 55 a riposo pagato; a 60 in pensione col massimo. E tu co.co.co(glione) aspetta il prossimo rinnovo, sperando di cumulare 40 anni di contributi.

 

5. Il trattamento economico temporaneo spettante durante il periodo di esonero dal servizio è cumulabile con altri redditi derivanti da prestazioni lavorative rese dal dipendente come lavoratore autonomo o per collaborazioni e consulenze con soggetti diversi dalle amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 o società e consorzi dalle stesse partecipati. In ogni caso non è consentito l’esercizio di prestazioni lavorative da cui possa derivare un pregiudizio all’amministrazione di appartenenza.

 

Finalmente, il bravo pubblico impiegato si potrà dedicare al secondo o terzo lavoro, in piena libertà e senza più paura di essere beccato.

 

Non c’è che dire… Un’iniziativa davvero rivoluzionaria. Questo sì che vuol dire essere flessibili!