Archivio per Franco Panzironi
UNDERWORLD
Posted in Roma mon amour with tags AMA, ATAC, Banda della Magliana, Carlo Pucci, Corruzione, Cronaca, Eversione Nera, fascio-mafiosi, Fascisti, Franco Panzironi, Gennaro Mokbel, Gianni Alemanno, Italia, Liberthalia, Lorenzo Cola, Massimo Carminati, Municipalizzate, Politica, Riccardo Mancini, Roma, Unire on 2 dicembre 2014 by SendivogiusUna Sin City marcia e cupissima, a prova di redenzione. Ecco a cosa è ridotta Roma, col suo mondo sotterraneo di sottopanza e capi-bastone, “amministratori (profittatori) pubblici” e feudatari del mefitico politicume capitolino (il più corrotto, amorale, e trasversale possibile), faccendieri e intrallazzatori, fascisti di borgata e arnesi mai disarmati dell’eversione neo-nazista, emissari delle ‘ndrine calabresi e vecchie ‘batterie’ della Banda della Magliana in libera dispersione… Sono i protagonisti assoluti di un romanzo criminale che dipana il suo intreccio nerissimo, all’ombra di una gigantesca holding organizzata intorno al malaffare istituzionalizzato a strumento di sub-governo. È l’esplosione di una neoplasia tumorale, incistata tra i gangli di una macchina amministrativa intrinsecamente corrotta e parassitaria, che in assenza di anticorpi naturali è cresciuta incontrastata ed abnorme, permeando l’intero tessuto sociale di una città, sfilacciata nel reticolo osceno di gruppi di potere criminale e cosche affaristico-clientelari su base para-mafiosa.
ALEMANNO CONNECTION
I RACCOMANDATI
IL MARCIO SU ROMA
IL SACCO DI ROMA
LA SOCIETÀ DEI MAGNACCIONI
BELLA GENTE
IL POLIPO
Aggiungi un posto a tavola, che c’è un amico in più…
I PREDATORI DELL’INDUSTRIA PERDUTA
IL POLIPO
Posted in Roma mon amour with tags ACEA, AGEA, Antonio Lucarelli, Aziende municipalizzate, Breda-Menarini, Carlo Pucci, Cisal, Comune di Roma, Corrado Zunino, Daniele Autieri, Dario Panzironi, Edoardo D'Incà Levis, Emilia Fiorani, ENAV, EUR S.p.A., Fascisti, filobus, Fondazione Nuova Italia, Franco Panzironi, Gianni Alemanno, Liberthalia, Lorenzo Cola, Paolo Ielo, PdL, Riccardo Mancini, Roberto Ceraudo, Roma, Roma Metropolitane, SIN, SoGe.Ri on 26 marzo 2013 by SendivogiusA Roma, con Gianni Alemanno non ci si annoia mai. Il personaggio è una garanzia.
Abbarbicato come una piovra sugli scogli del potere, il podestà barese prestato alla Capitale, vi resta disperatamente attaccato, peggio di una cozza e più coriaceo di un lichene, mentre il cerchio marcio dei suoi fedelissimi gli si restringe attorno, più simile ad un cappio che ad una cordata. Spesso si
rimprovera ad Alemanno di essersi contorniato di elementi impresentabili, ripescati direttamente dalle latrine dello squadrismo post-fascista e altri rigurgiti in disarmo dell’eversione nera, con l’aggiunta di fossili borbonici del clericalismo sanfedista, come se il sindachetto dallo sguardo spiritato fosse altro. In fondo (molto in fondo) da lì proviene e quello è il suo mondo di riferimento, con l’innesto di vecchi arnesi rimasti orfani del potere democristiano. Inutile aspettarsi qualcosa di migliore e soprattutto di diverso dalla sua natura.
Con l’arresto di Riccardo Mancini, amministratore delegato di EUR S.p.A, la personale parabola del camerata Gianni segna un altro punto tutto al ribasso, nel saccheggio indiscriminato e reiterato delle società partecipate dal Comune di Roma che, con ogni evidenza, Alemanno ritiene una sorta di preda bellica da spartire tra i propri vassalli.
In prospettiva, del sacco delle aziende municipali avevamo parlato in dettaglio QUI.
Tuttavia, se le società comunali costituiscono da sempre il giocattolo prediletto che la ‘politica locale’ usa per costruire e consolidare il proprio apparato di potere su base territoriale, per il collocamento delle clientele elettorali ed il controllo degli appalti pubblici, nell’ambito delle municipalizzate capitoline la EUR S.p.A. si colloca su di un piano differente e giuridicamente anomalo rispetto all’ordinaria amministrazione.
Dotata di una sua struttura societaria a gestione separata e capitalizzazione mista, con una rilevante autonomia di spesa e capacità decisionale, la EUR S.p.A. è una sorta di moloc dalle partecipazioni multiple e di grandi opportunità, come a suo tempo ebbe modo di sottolineare il giornalista Corrado Zunino in una sua lunga inchiesta…
«L’Eur è un quartiere spa – esperienza unica in Italia – dove non governa la giunta del XII municipio, amministrativamente responsabile, né, di fatto, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, che pure questi signori ricchi e di estrema destra ha nominato alla guida di Eur spa (è questo il nome dell’ente padrone). Governa, appunto, Eur spa, società pubblica e privata insieme, in mano al ministero delle Finanze (al 90 per cento) e al Comune di Roma (il 10 per cento). Con i bilanci esausti che si ritrova, oggi Alemanno può solo approvare ciò che i ricchi padroni del quartiere deliberano.
“Pubblico e privato insieme, l’esistenza di Eur spa è un’anomalia totale”, dice l’economista Giorgio Ruffolo ricordando come la società per azioni controllata dallo Stato abbia ereditato dall’Esposizione universale del 1942 un ben di dio di palazzi e musei, strade e marciapiedi, parchi e innaffiatoi e che, forte della sua potenza economica (645 milioni di euro a bilancio), si muove sul territorio come farebbe un feudatario dell’undicesimo secolo che deve rispondere solo al monarca e alla sua corte.»
Corrado Zunino
“Eur, il quartiere d’oro dove comanda Parentopoli”
La Repubblica (20/05/2010)
È ovvio che, con una simile struttura e con risorse strategiche virtualmente illimitate, la EUR S.p.A. si sia rapidamente trasformata in una formidabile centrale di potere…
«E chi c’è nell’ultima Eur spa, quella protetta da Alemanno, dove sono stati mandati via i tecnici qualificati e sono entrati i tabaccai di estrema destra? Sono stati esautorati i dirigenti storici per far posto a Dario Panzironi figlio di Franco, (ex) amministratore delegato di Ama, la società pubblica che pulisce le strade della capitale. Per la Parentopoli romana, l’assunzione di uomini vicini al sindaco nelle aziende municipalizzate, Panzironi senior è indagato per abuso d’ufficio. Il manager è consigliere della società Marco Polo satellite della potente Eur spa e suo figlio Dario, già portaborse in Comune, ora è funzionario proprio dell’Eur Spa con un contratto a tempo indeterminato. Mancini ha estratto il suo nome tra sessanta curriculum ricevuti.
La filiazione ad libitum di nuove realtà pubblico-private figlie di Eur spa ha portato nei ruoli di controllo delle società “a cascata” sempre agli stessi uomini. Antonio Mastrapasqua, presidente dell’Inps, manager fedele a Gianni Letta, è presidente del collegio sindacale in sette “Eur-qualcosa” su sette. Controlla lui che sia tutto in ordine. E presidente della ‘Marco Polo spa’, fino a poche settimane fa, è stato Paolo Togni, sistemato da Alemanno in Comune alla direzione delle Politiche ambientali, nuclearista per convinzione ed estrazione professionale, coinvolto nel 2007 nelle inchieste sulla ricostituzione della loggia P2. Togni ha lasciato “Marco Polo” accusando la società di fare gli interessi di terzi. Infine, del “gruppo Mancini” fa parte Angelo Jacorossi, la Tangentopoli del 1992, un miliardo e mezzo (in lire) pagate per riscaldare le case IACP di Roma. L’imprenditore oggi amministra una società, la SACCIR, di cui è stato a lungo consigliere il nostro ingegner Mancini. Ma Jacorossi è anche l’amministratore di Eur Power: sta lanciando la “smart grid”, l’autosufficienza energetica del quartiere. Come dice Riccardo Mancini, avanguardista nero della prima ora: “Noi dell’Eur siamo una macchina guerra“.»
Di Riccardo Mancini, rampollo di una ricca famiglia di imprenditori romani, con passati burrascosi nell’estrema destra movimentista (da Avanguardia Nazionale a Terza Posizione) e amicizie pericolose nella Banda della Magliana, avevamo già parlato con dovizia di particolari QUI, in riferimento alla coorte di pretoriani che ha legato la propria fortuna alle sorti di Gianni Alemanno e che dunque lo segue ovunque.
Tra i miracolati che hanno vinto la lotteria alla corte di Alemanno, c’è sicuramente il sig. Carlo Pucci, tabaccaio di Viale Europa nel quartiere Eur, che Riccardo Mancini ha fatto imboccare all’ente, nominandolo nientemeno che direttore marketing… Forse perché Pucci, tra i suoi titoli di merito, può vantare soprattutto la propria relazione con Emilia Fiorani: presidente del CdA della SoGeRi (Società Generale Rifiuti) che, nel complicato sistema di scatole cinesi messo insieme da Mancini, ha partecipazioni congiunte tanto con la EUR spa che con l’ACEA.
Tuttavia, piuttosto che essere usata come una immensa agenzia di collocamento, la società dell’EUR si è dimostrata funzionale alla costituzione di una rete di relazioni, insieme al consolidamento dei legami di appartenenza politica e di fedeltà personali, alla stregua di una cricca massonica che trova il suo fulcro (in)naturale nella “Fondazione Nuova Italia”: la creatura privata di Gianni Alemanno, con le infinite variabili e intrecci che questo implica, a partire da una struttura ibrida di interconnessioni, e che a suo tempo avevamo analizzato in dettaglio QUI.
Istituita l’11/03/2003, la Fondazione Nuova Italia è il perno sul quale si regge il sistema di potere feudale di Gianni Alemanno e del suo deus ex machina Franco Panzironi: vecchio volpone di provenienza democristiana, campione di clientelismo di massa e nepotismo estremo, specialista in tracolli finanziari (dall’AMA all’UNIRE), che lo segue ovunque insieme agli altri barracuda di corrente…
«In tutto 449 soggetti: uomini noti, affaristi, dirigenti pubblici, imprenditori, politici ed esponenti della destra estrema. Anime diverse riunite da un collante potente: Gianni Alemanno.
Prima di tutto lui, Riccardo Mancini, vicino al sindaco dai tempi del MSI. Ufficialmente Mancini non compare nell’organigramma, ma il suo nome è scritto nero su bianco nell’atto istitutivo della fondazione.
(…) Ma Riccardo Mancini non è l’unico personaggio illustre ad aderire alla Fondazione. Insieme a lui, fin dagli inizi, c’è Daniele Anemone, fratello di Diego Anemone e principale azionista della società di famiglia costituita nel 2004, la Anemone Costruzioni. L’azienda è tra le imprese vincitrici del maxiappalto del G8 della Maddalena e finisce al centro delle inchieste dei magistrati sulle attività della Cricca, costituita proprio da Diego Anemone, da Angelo Balducci (l’ex presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici) e forte della sponda dell’allora capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso. Sempre nel business dei grandi eventi è un altro aderente della prima ora: Paolo Marziali, il costruttore emergente che ha realizzato il polo notatorio di Ostia, ha lavorato per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia oltre ad ottenere importanti commesse da alcuni municipi romani.
A sostenere la “Nuova Italia” figurano anche Guido Puglisi, ex dipendente Enav finito sotto inchiesta per concorso in finanziamento illecito ai partiti. E Fabrizio Franco Testa: quest’ultimo nel novembre del 2009 è stato nominato presidente di Techno Sky, una controllata Enav. Interrogato dagli inquirenti, il braccio destro di Tremonti, Marco Milanese, ha dichiarato che sarebbe stato Gianni Alemanno a favorire la nomina del manager.
Tanti sono invece i sostenitori che hanno visto fiorire fortunate carriere dentro il Comune di Roma: Alessandro Cochi è diventato delegato alle politiche sportive di Roma Capitale; Marco Cochi, collaboratore del sindaco per la cooperazione decentrata; l’avv. Mauro Lombardo, oltre alla poltrona di vicesindaco di Guidonia-Montecelio in quota PdL, ha ottenuto la carica di dirigente all’ufficio acquisti di ATAC.
Una rappresentanza importante riguarda il Ministero dell’Agricoltura, guidato dal 2003 da Gianni Alemanno. In questa famiglia i personaggi più significativi sono Paolo Gulinelli e Riccardo Diofebi, cresciuti dentro l’AGEA, la società che si occupa delle quote latte, e finiti nella SIN, l’azienda informatica controllata dall’Agricoltura ma con un capitale misto pubblico/privato. Le loro carriere hanno compiuto un notevole salto di qualità dopo la nomina di Alemanno al ministero, al punto che anni dopo Gulinelli è riuscito a strappare a SIN un contratto blindatissimo che, in caso di licenziamento del manager, prevede per l’azienda il pagamento di 144 mensilità.
Tra i fondatori compare anche Fabrizio Mottironi, con un passato vicino alla formazione di estrema destra “Terza Posizione”, nominato da Alemanno presidente di Buonitalia, la società pubblica che si occupava di promuovere il made in Italy alimentare. E ancora il defunto leader della destra radicale romana Giuseppe Dimitri, il coordinatore del PdL Vincenzo Piso, e Gioacchino Camponeschi. Una carriera come autista all’ATAC la sua prima di diventare segretario della Faisal-Cisal, quello che da molti è definito il “sindacato del sindaco”.»Daniele Autieri
La Repubblica
(26/03/2012)
Per la cronaca, Riccardo Mancini (l’ex ad di EUR SpA) è indagato per concussione, corruzione e frode fiscale dalla Procura di Roma, in virtù di
una presunta tangente da 800.000 euro versata dall’azienda bolognese Breda Menarini, relativamente all’appalto per conto di “Roma Metropolitane” (ma gestito da Eur spa), circa la fornitura di 45 filobus destinati al trasporto pubblico urbano, per il collegamento dei quartieri Laurentina e Tor Pagnotta nell’ambito del cosiddetto “corridoio della mobilità”. Il problema è che il corridoio in questione, con la predisposizione delle corsie speciali riservate ai nuovi filobus, non è stato a tutt’oggi ultimato ed i nuovi mezzi giacciono inutilizzati nei depositi.
Sostanzialmente, la tangente si configura come una forma di aiutino, un “local help” per agevolare gli affari (con una provvigione supplementare di 7.000 euro per ognuno dei 45 filobus)…
A gestire la transazione in linea diretta sono Roberto Ceraudo ex amministratore della Breda-Menarini, ed il faccendiere Edoardo D’Incà Levis, che gestisce intermediazioni d’affari nella Repubblica Ceca e provvede materialmente a predisporre la dazione in denaro.
Ad ogni modo, nell’inchiesta ritornano tutti i bei nomi del magico mondo di Finmeccanica e del suo sottobosco di intraprendenti faccendieri, dei quali ci siamo già occupati in dettaglio QUI.
C’è Lorenzo Borgogni, ex responsabile delle relazioni esterne di Finmeccanica, ma soprattutto c’è Lorenzo Cola ed il suo sodale Marco Iannilli…
Secondo quanto riportato nell’ordinanza del Tribunale del Riesame:
«Un primo step per intervenire, attraverso le controllate di Finmeccanica, nella costruzione della metropolitana di Roma, un affare che poteva valere 2 miliardi di euro per Finmeccanica (…) La promessa da parte della società rappresentata da Ceraudo era necessaria a far sì che l’ATI che nel novembre del 2008 si era aggiudicata l’appalto, fosse indotta a subappaltare la fornitura dei filobus alla Breda per effetto delle pressioni operate da Mancini, il quale era espressione della società appaltante, Roma Metropolitane. Ciò costituiva il primo passo per accedere ai lavori della costruzione della metropolitana di Roma, affare ben più lucroso e appetibile.
La somma complessiva ammontava a 650/700mila euro, parte dei quali, circa 500mila sarebbe andata al Mancini. Marco Iannilli (commercialista di Lorenzo Cola, uomo di fiducia dell’allora presidente Finmeccanica, Pierfrancesco Guarguaglini) aveva quindi messo in contatto Mancini con Cola, il quale lo aveva poi incontrato a colazione, certamente nel 2009»
Per la bisogna Ceraudo crea una società off-shore con conto corrente a Londra; dunque emette una serie di false fatturazioni per un totale da 500mila euro. La provvista così creata viene trasferita su un conto svizzero gestito da D’Incà Levis e quindi rigirata su c/c gestito da Ceraudo, con una serie di triangolazioni estero vestite su conto terzi: 233.360 euro (16/03/09); 312.000 euro (24/09/09); 204.100 euro (17/07/09).
Mancini costituisce un interessante caso, non nuovo nel suo genere, di mazzetta a suo insaputa… Interrogato dal pm Paolo Ielo, (03/02/2013), avrebbe ammesso di aver percepito infatti un emolumento di 60.000 euro per il disturbo da parte di Roberto Ceraudo e dall’imprenditore Edoardo D’Incà Levis, il quale avrebbe predisposto materialmente il versamento in nero.
“Il compenso di tutto il lavoro da me svolto per la fornitura dei 45 filobus ammontava all’1% della fornitura di competenza della Breda Menarini. Poco dopo, sempre nel 2008, Ceraudo mi manifestò la necessità di ‘aiutare’ la commessa nel senso che andavano reperite risorse per un milione 200 mila euro da destinare a persone della De Santis Costruzioni in grado di influire sull’assegnazione dell’appalto.”
Mancini non ha capito bene perché gli fosse stata consegnata la cifra in questione, ma in ogni caso avrebbe reputato cosa più che normale trattenerla nelle sue personali disponibilità, anche perché secondo le dichiarazioni dell’imprenditore D’Incà Levis, la provvista in nero era destinata, molto genericamente e senza alcun riscontro, alla “segreteria di Alemanno”.
“Ceraudo mi disse che la politica voleva ancora soldi e che erano destinati alla segreteria di Alemanno. Non precisò né io chiesi se la segreteria di Alemanno fosse destinataria di tutto o di parte delle risorse.”
Segreteria dove per inciso siede un altro galantuomo come Antonio Lucarelli: classe 1965, già portavoce di Forza Nuova e poi folgorato sulla via di Alemanno. Tra gli ex consulenti della segreteria del sindaco c’è inoltre da ricordare Dario Panzironi (figliol prodigo di papà Franco), prima che fosse assunto in pianta stabile all’EUR spa.
Nella santissima trinità al Campidoglio, Lucarelli sta al ‘figlio’ così come Riccardo Mancini sta alla ‘spirito santo’, entrambi alla destra di Alemanno.
> Per ulteriori approfondimenti,
Sul sistema Anemone-Balducci e la gestione appalti nell’ambito dei “Grandi Eventi”:
1) Gli Schifosi
2) L’Uomo con la tuta
3) Compagni di merende
4) Gli Amici degli Amici
Sulla rete di potere nella Roma di Alemanno ed il sistema delle municipalizzate:
1) Alemanno Connection
2) Il Sacco di Roma
3) La Società dei Magnaccioni
Sullo scandalo Finmeccanica e affini:
1) I Predatori dell’Industria perduta
Il Sindaco nella neve
Posted in Roma mon amour with tags ACEA, Antonio Lucarelli, Fascisti, Franco Morelli, Franco Panzironi, Gabriele Paolini, Gianni Alemanno, Giorgio Magliocca, Incompetenza, Liberthalia, Mario Andrea Vattani, Paolo Frajese, PdL, Politica, Politicanti, Protezione Civile, Roma, Ruggero Conti, Sindaco di Roma, Stefano Andrini, Unire on 5 febbraio 2012 by SendivogiusLa politica italiana ridonda di boriosi cazzoni, la cui perniciosa incompetenza è pari soltanto alla svergognata protervia con la quale imperversano a reti unificate, in un’orgia presenzialista da dichiarazioni compulsive e nell’assoluta miseria di soluzioni amministrative.
Esempio limite nella pur numerosa collezione è sicuramente Gianni Alemanno: l’imbarazzante sindachetto barese prestato alla Capitale.
Nella fattispecie concreta, questo rigurgito del post-fascismo di ritorno, sputato direttamente sul più alto scranno del Campidoglio, sembra costituire, con le sue clamorose inefficienze, la controprova vivente a dimostrazione scientifica della cosiddetta ‘Legge di Godin’:
“La generalizzazione dell’incompetenza è direttamente proporzionale all’altezza nella gerarchia”
Assioma che a sua volta si può applicare al noto ‘Principio di Peter’ ed ai suoi corollari:
In una gerarchia ogni membro tende a raggiungere il proprio livello d’incompetenza.
1) Col tempo, ogni posizione tende ad essere occupata da un membro che è incompetente a svolgere quel lavoro.
2) Il lavoro viene svolto da quei membri che non hanno ancora raggiunto il proprio livello d’incompetenza.
Minchiomanno li trascende tutti, raggiungendo vette inarrivabili per una nuova classificazione della categoria.
Il risultato è una città che sembra abbandonata a se stessa, dove ognuno si arrangia come può; la risoluzione dei problemi è rimessa alla buona iniziativa dei singoli e ad una generale improvvisazione.
Diventato sindaco, sfruttando cinicamente a proprio vantaggio elettorale alcuni fattacci di cronaca nera e alimentando apposta lo spettro della paura, Alemanno perde presto il controllo dell’interruttore e vede esplodere sotto la sua amministrazione un’ondata di criminalità predatoria come a Roma non si vedeva dai tempi della Banda della Magliana, salvo negare il problema ed imputare la colpa alla serie televisiva “Romanzo criminale”. Per una strana alchimia del caso, Roma che era considerata una delle più sicure metropoli al mondo si è trasformata in una città con record nazionale di crimini violenti: 5 omicidi nel solo mese di Gennaio 2012 e ben quattro rapine a mano armata soltanto nella giornata del 1° Febbraio.
Dell’amministrazione Alemanno si ricordano soprattutto le iniziative strampalate degli esordi [QUI]; la ragnatela di interessi clientelari [QUI]; gli scandali, che sembrano eruttare a ciclo continuo dagli sventurati banchi di una giunta impegnata unicamente a soddisfare gli appetiti insaziabili di vecchi camerati, insieme ad una pletora smisurata di clientes e famigli, provenienti dai feudi elettorali della provincia e premiati con un’infornata di massa nelle aziende municipalizzate del Comune. Per una panoramica approfondita, potere cliccare a vostro consumo e disgusto QUI e ancora QUI.
Si ricordano inoltre i personaggi improponibili che fanno parte del più stretto entourage del Sindaco, tutti ricompensati con incarichi di rilievo nell’ambito dell’amministrazione capitolina.
Tra i troppi precedenti, sarà il caso di ricordare:
Giorgio MAGLIOCCA, giovane avvocato casertano e sindaco di Pignataro Maggiore (CE), al contempo super-dirigente del Comune di Roma da 87 mila euro all’anno, col record assoluto di assenze. In virtù del suo indefesso spirito di servizio, nel Dicembre del 2010 il 37enne Magliocca viene promosso dal sindaco Alemanno che lo chiama a far parte della sua segreteria politica, al fianco di Antonio Lucarelli che è vicinissimo agli ambienti di “Forza Nuova”, del resto in buona compagnia con Stefano Andrini ed il raccomandatissimo Mario Andrea Vattani.
A Giorgio Magliocca viene affidata la gestione patrimoniale dei beni sequestrati alle organizzazioni criminali e mafiose che operano nella Capitale. Peccato che una manciata di mesi dopo il promettente amministratore venga arrestato per concorso esterno in associazione camorrista, in quanto referente della famiglia Ligato-Lubrano, prossima al Clan dei Casalesi.
Franco MORELLI, consigliere regionale calabrese e amico fraterno di Alemanno, che lo premia con un posto da dirigente all’ACEA (la S.p.A. che controlla le forniture di acqua e luce della Capitale) e un ulteriore incarico come membro nel CdA del nuovo polo tecnologico. Già dirigente dell’UNIRE (l’Ente ippico portato al fallimento) ai bei tempi di Franco Panzironi, nel Novembre 2011 il miracolato Morelli viene arrestato nell’ambito di una vasta operazione contro le ‘ndrine del reggino.
Ma c’è anche il caso di don Ruggero CONTI, il prete pedofilo di Selva Candida, fortissimamente voluto da Alemanno a “garante per la famiglia” e recentemente condannato a 15 anni e 4 mesi di reclusione per violenza sessuale aggravata contro minori ed induzione alla prostituzione minorile.
Incurante del ridicolo, ancor prima che della decenza, Gianni Alemanno ignora la propensione della gente comune a dimenticare in fretta, nonostante l’apoteosi di minchiate da guinness che il sindachetto va collezionando senza tregua. E dunque cerca di rinvedirne costantemente il ricordo con una serie ininterrotta di dichiarazioni e note stampa, facendo capolino ovunque col suo profilo da civetta allucinata in ogni TG disponibile, sempre pronto a ricordare al mondo quant’è coglione.
In concorrenza con l’instancabile Gabriele Paolini, sembra alla perenne ricerca di un Paolo Frajese che lo prenda finalmente a calci nel culo, per la liberatoria soddisfazione di noi tutti.
Fresca di giornata, è l’ultima polemica inaugurata dall’ineffabile sindachetto col prefetto Gabrielli, responsabile per la Protezione Civile, giacché il solito Gianni dinanzi all’abnormità dei danni che va combinando con la sua spaventosa inadeguatezza è sempre alla ricerca di qualcuno cui scaricare le proprie responsabilità.
Bastano infatti pochi centimetri di neve per far piombare la metropoli nel caos più totale. Del resto era già successo con le piogge in autunno, che avevano trasformato le consolari della città in canali veneziani, giacché il sindachetto in questi anni non si è mai preoccupato della manutenzione ordinaria dei tombini e canali di scolo.
Colta completamente alla sprovvista nonostante la nevicata fosse stata preannunciata con ampio anticipo, a Roma mancava tutto. Tra le iniziative di Alemanno, spicca la circolare con cui si ordinava la sospensione delle lezioni, ma non la chiusura delle scuole: gli istituti rimangono aperti, ma voi potete rimanere a casa se volete. Per il resto, null’altro è stato fatto. Come sindaco, Alemanno è anche “commissario straordinario per l’emergenza traffico”. È per questo che il traffico della Capitale è impazzito, dal momento che non è stato predisposto uno straccio di informazione per gli automobilisti rimasti bloccati per dieci ore su tangenziali e circonvallazioni, mentre le sparute pattuglie di vigili urbani spediti alla sbaraglio slittavano con le auto sul ghiaccio e ripulivano le strade, usando come improvvisate ramazze i rami caduti dagli alberi. Gli autobus rimanevano bloccati nei depositi, perché nessuno aveva pensato di munirsi in precedenza di mezzi spargi-sale, o dotare le vetture pubbliche di pneumatici adatti.
Il sindachetto se la prende comoda e saltella da una telecamera all’altra, esibendosi per quei filmini Luce che tanto devono piacergli e con i quali viene atrocemente sbeffeggiato…
Salvo poi svegliarsi a frittata ormai fatta e reclamare interventi straordinari, fossero anche i marines! Polemizza con Gabrielli, convinto che la miglior difesa sia l’attacco. E perde l’ennesima occasione per tacere.
Non contento, evoca come esempio di efficienza il fantasma di Guido Bertolaso alla Protezione Civile: altro bel tomo specializzato in esibizionismo catodico e per l’eccezionale probità nella gestione degli appalti gestiti in combutta con la cricca Anemone-Balducci & Co. e la grande cuccagna dei mondiali di nuoto.
Se volete, potere ripassare le loro imprese nei links riportati:
1) Gli Schifosi
2) L’Uomo con la tuta
3) Compagni di merende.
Evidentemente, una cazzata al giorno non basta a togliere l’Alemanno di torno!
La Società dei Magnaccioni
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Fresca per la benedizione papale, il podestà di Roma tiene a battesimo [14/01/11] la sua nuova giunta capitolina, dopo gli strabilianti successi della prima fase di governo tra i quali ricordiamo:
Il sostanziale azzeramento del piano regolatore con conseguente cementificazione selvaggia (nella Capitale il vero assessore all’urbanistica è la famiglia Caltagirone);
Lo scandalo degli appalti gonfiati per i mondiali di nuoto (Roma2009);
Le gesta declamatorie (dal gran premio dell’EUR alle demolizioni futuriste) in un profluvio di annunci roboanti e promesse solenni, che sono tra i numeri preferiti di Alemanno.
E naturalmente non manca il rilancio occupazionale, all’insegna della famiglia con oltre 2500 assunzioni più o meno pilotate nelle aziende municipalizzate in meno di 3 anni.
Il mini-rimpasto di (non) governo inaugura il secondo tempo della giunta Alemanno e, dopo la grande abbuffata di “Parentopoli”, segna un ridimensionamento dell’onnivoro clan De Lillo; il provvisorio accantonamento di Laura Marsilio, sorella dell’on. Marco; la definitiva rimozione di Sergio Marchi, (ex) assessore alla mobilità e recordman delle assunzioni per raccomandata all’azienda dei trasporti urbani (ATAC).
Peccato che la liquidazione dei ‘parenti stretti’ in giunta non presupponga altrettanto per le migliaia di raccomandati che a vario e più spesso senza alcun titolo sono imboccati ad libitum nelle numerose società controllate del Comune, con una particolare predilezione per l’ATAC di cui abbiamo già parlato diffusamente [QUI], così come all’AMA infeudata dal famelico Franco Panzironi [QUI].
Nella grande famiglia allargata delle libertà, questi sono intoccabili e soprattutto irremovibili… con Alemanno è per sempre… peccato che non parliamo di diamanti!
Ad integrazione di quanto scritto in passato, ricapitolamo:
AMA (Azienda Municipalizzata Ambiente)
A partire dall’Agosto 2008 sono stati assunti quasi 1500 dipendenti per mansioni, in massima parte, di basso profilo (operatori ecologici), ma in ogni caso posti di lavoro a tempo indeterminato: circa 900 euro mensili per 18 ore di lavoro settimanali. Di questi tempi è una manna, specialmente se paragonati ai nuovi contratti dei metalmeccanici!
Il reclutamento risponde in pieno al famoso “metodo Panzironi” già collaudato con esiti disastrosi durante la sua presidenza all’UNIRE di cui abbiamo parlato qui e ancora qui… in pratica, assunzioni per chiamata diretta, o con selezioni discrezionali, affidate a società private ed esterne, senza alcuna gara di assegnazione.
Tra le infornate più cospicue:
Nell’anno 2009 abbiamo 544 nuovi assunti selezionati dal Centro ELIS, consorzio integrato nella “Opera Apostolica della Prelatura dell’Opus Dei” che svolgerebbe le sue “iniziative di carattere civile senza scopo di lucro e con una finalità apostolica e di servizio”. E Cristo è morto di freddo!
Nell’anno 2010 le selezioni di altri 766 dipendenti vengono affidate alle agenzie interinali ‘Quanta’ e all’immancabile ‘Obiettivo Lavoro’, legata con doppio filo a Panzironi.
Naturalmente, gli impieghi amministrativi sono appannaggio esclusivo degli amici di famiglia, passando per Armando Appetito ovvero il genero dell’ad Panzironi.
«..Anche nell’organico dell’Azienda Municipalizzata Ambiente spuntano assunzioni “eccellenti” non certo per ricoprire il ruolo di operatore ecologico: una lunga lista di chiamate dirette per parenti e fidanzate, collaboratori di politici ed esponenti del “partito del Cavallo” ovvero i fedelissimi di Panzironi arrivati al galoppo dall’Unire (Unione nazionale incremento razze equine). Qualche esempio? Il segretario di Roberta Angelilli, la candidata PdL non eletta Irene Lo Prete e il figlio di Ranieri Mamalchi.
[…] Nel 2009 viene assunto all’Azienda municipalizzata Ambiente Fabio Magrone segretario dell’eurodeputata Roberta Angelilli: è lui l’assistente che prende parte a incontri e vertici nell’europarlamento. Poco prima è entrato Fabrizio Mericone, uomo vicinissimo a Fabio Rampelli. C’è poi Edoardo Mamalchi che entra in Ama a soli 23 anni. Avrà senza dubbio un ottimo curriculum vitae ma ha anche un papà che si chiama Ranieri Mamalchi che è stato presidente provinciale dei probiviri dell’ex Alleanza Nazionale.
Come per Atac anche l’Ama diventa la consolazione dei trombati alle elezioni: Irene Lo Prete, 36 anni, candidata per il Pdl al XV municipio, viene assunta in Ama nel 2009. E, proprio come in Atac, spuntano anche le “fidanzate eccellenti” come Francesca Frattazzi, compagna di Dario Rossin oggi capogruppo capitolino de La Destra ma nel 2008 a capo dei consiglieri del PdL. All’Ama oggi il partito che conta di più è quello del cavallo, ovvero quello di tutti gli uomini fidatissimi di Panzironi che li ha portati dall’Unire. C’è Giancarlo Santinelli e c’è anche Laura Rebiscini che si occupava della tanto discussa Unire Tv (il canale satellitare voluto all’epoca da Panzironi).»Davide Cesario
Il Messaggero
09/12/2010
A proposito di Ranieri Mamalchi, c’è da aggiungere che in passato è stato capo della segreteria di Gasparri e poi di Alemanno al ministero dell’Agricoltura, altresì consigliere della fondazione del sindaco ‘Nuova Italia’ (e soliti vizi antichi). Durante la sua permanenza all’UNIRE, Mamalchi impose la costituzione di un ufficio stampa di fiducia da 100.000 euro all’anno. Ultimamente, è diventato responsabile degli affari istituzionali di ACEA.
In merito alla lottizzazione dell’AMA, i sindacati emettono una dichiarazione durissima… contro ogni ipotesi di rescissione dei nuovi contratti o verifiche sulle assunzioni clientelari.
Forse perché tra i nuovi assunti ci sono i figlioli di prodighi sindacalisti della CISL, della UIL, della UGL e della FIADEL. Tra i firmatari del comunicato sindacale si distinguono:
Stefano Cantarini, segretario provinciale della UGL Ambiente, che ha piazzato il figlio Alessandro;
Luigi Palmacci, vice-segretario della UGL Ambiente, che perora l’assunzione del figlio Alessio;
Massimo Cicco, segretario della FIADEL, che ha sistemato il figlio Dario.
Ma anche i delegati di zona si danno parecchio da fare:
Enzo Masia, delegato CISL e caposquadra AMA per il XV Municipio, che si è visto assumere entrambe i pargoli. Ma c’è anche il figlio di Antonio Lotti, anch’egli delegato CISL, insieme con quello di Fernando Marturano, capo operaio degli autisti. E pure Claudia Gennari, figlia della signora Francimara, altra delegata CISL e capozona AMA.
Più travagliata l’assunzione del rampollo di Cantarini, sindacalista UGL. Suo figlio è stato scartato nella selezione del 2009 fatta dalla Elis, e poi ripescato grazie ad Obiettivo Lavoro.
Sono i nuovi sindacati gialli, specialisti in accordi sottobanco, sempre pronti a fare tabula rasa dei diritti: quando non firmano contratti capestro sotto dettatura padronale (come nel caso FIAT), passano il tempo a sistemare il parentado e rastrellare tessere sindacali a maturazione di crediti politici. Del resto, i venduti hanno i loro privilegi… Sembra che all’AMA solo chi prende la tessera della CISL abbia diritto ai premi di produttività [QUI]. E non è un caso che dei circa 1.400 assunti nella gestione Panzironi, solo in 2 abbiano preso la tessera della CGIL.
ACEA
È l’azienda municipalizzata, quotata in borsa e di prossima privatizzazione, che gestisce le reti idriche e (con Electrabel) l’erogazione elettrica della Capitale, ma controlla anche gran parte delle forniture idroelettriche del Centro Italia e non solo…
Sicuramente è il fiore all’occhiello delle società controllate dal Comune di Roma.
Solo nel corso del 2009, le spese di gestione del personale sono cresciute di ben 65 milioni di euro rispetto al biennio precedente. Infatti, in questi ultimi due anni, il costo del personale è passato dai 230 milioni del 2007 ai 295 milioni del 2009, con un aggravio del 33% delle spese sul valore aggiunto dell’azienda. Al contempo, l’ACEA ha visto un crollo dei rendimenti azionari con una perdita superiore al 40% con una sospensione dei dividendi. In compenso, le assunzioni schizzavano a 600 nuove unità, progressivamente con la perdita di quote di mercato.
Tuttavia, se il buongiorno si vede dal mattino, il nuovo andazzo s’era già capito nel 2008, al momento dell’insediamento di Alemanno a sindaco:
«Ne aveva mandati via 31, ne ha già assunti 33. Saranno anche le regole dello spoils system, ma il dato salta all’occhio: Alemanno, che appena insediato non aveva rinnovato il contratto ai nominati da Veltroni (tra i quali Danilo Eccher del Macro, Stefano Mastrangelo del Servizio Giardini e Eugenio La Rocca sovrintendente ai Beni Culturali) ha già battuto il suo predecessore. Le ultime nomine, deliberate dalla giunta il 20 dicembre, hanno sancito il sorpasso: 33 dirigenti di fresca nomina, compresi gli ultimi 12.
E così qualcuno, anche dentro il centrodestra, comincia a storcere la bocca: “Forse sono un po’ troppi…” si dice tra i corridoi del Campidoglio. In principio, per Alemanno, fu Antonio Lucarelli, capo della sua segreteria politica, ex militante dell’estrema destra. Poi, in ordine temporale, arrivarono gli altri fedelissimi: il capo ufficio stampa Simone Turbolente, il politologo Luigi Di Gregorio, il “fido” Raffaele Marra trasferito dall’Unire ed oggi responsabile dell’emergenza abitativa.
Poi mano a mano sono arrivati gli altri: il nuovo sovrintendente Umberto Broccoli (118mila euro lordi), Alex Voglino alle Biblioteche comunali e alcuni capi di dipartimento come Paolo Togni all’ambiente (ex Waste Italia ed ex capo di gabinetto di Altero Matteoli) e Alessandro D’Armini alla Mobilità (già alla Regione con Storace e Marrazzo). Tutta gente con stipendi tra i 108 e 118 mila euro lordi all’anno.
A fine settembre è toccato al generale Mario Mori, che si è portato due dirigenti (Giuseppe Italia e Mario Redditi) e alla responsabile della segreteria organizzativa del sindaco Laura Mangianti. E dopo l’addio di Sergio Santoro, ecco il nuovo capo di gabinetto Sergio Gallo (210mila euro lordi). Finita? Non è finita. Perché a ridosso delle festività natalizie, è arrivata la nuova ondata: altri 12 nomi, tutti con ruoli sub-apicali e retribuzioni da 96mila euro lordi all’anno.
Tra questi c’è anche il successore di Eccher al Macro: Luca Massimo Barbero, classe ‘63, critico e curatore di mostre. E poi Orazio Campo, architetto, professore a Valle Giulia, già in predicato di fare l’assessore all’urbanistica, l’ex dirigente del ministero dell’ambiente Fabio Tancredi, Alessia Petruzzelli, già responsabile della comunicazione dell’assessorato al commercio, e Luciano Lorenzini che va a rimpolpare l’ufficio extradipartimentale per la sicurezza.
Ma altre nomine pesanti sono state fatte in alcune municipalizzate. All’Ama è andato, come dirigente, Luca Panariello, già responsabile dell’Ufficio relazioni col pubblico del Campidoglio, fedelissimo di Alemanno. Ed è cambiato il capo-ufficio stampa, con l’arrivo di Daniele Petraroli.
Sempre all’Ama, entrano Giovanni D’Onofrio, come vice amministratore delegato; Costanza Drigo, che viene spostata dal gabinetto del sindaco, e la figlia dell’assessore ai lavori pubblici del XIX Municipio Carlo Pietropaoli (PdL). All’Acea, invece, arriva Ranieri Mamalchi, ex capo segreteria di Alemanno al ministero dell’agricoltura, presidente provinciale dei probiviri di AN e consigliere dell’alemanniana Fondazione Nuova Italia.»
Ernesto Menicucci
Corriere della Sera
13/01/2009
Negli ultimi due anni l’ACEA è stata infarcita con altre 600 nuove assunzioni delle quali 343 sono a tempo indeterminato. La scelta politica dei neo-assunti appare evidente:
Alessandra Sabatini, cognata del deputato ex AN e ora PdL, Fabio Rampelli (grande sponsor di Laura Marsilio), appena assunta e subito distaccata presso il gruppo del PdL regionale.
Ranieri Mamalchi, di cui abbiamo già detto prima.
Pier Guido Cavallina, ex portavoce di Francesco Storace quand’era ministro della Sanità ed ex responsabile per gli appalti esterni di Rai2, diventato direttore ufficio comunicazione e relazioni esterne di ACEA.
Salvo Buzzanca, ex capo ufficio stampa dell’ACER (Associazione Costruttori Edili di Roma), insieme a Giancarlo Cremonesi che dell’ACER è stato presidente.
Last but not least, nell’assortito mazzo delle immissioni clientelari, c’è poi l’interessante caso della Roma-Eur s.p.a….
EUR S.p.A.
È la società che si occupa della gestione e della valorizzazione delle risorse patrimoniali del quartiere EUR di Roma. Con l’approvazione della legge per “Roma Capitale”, la EUR s.p.a. svolgerà un ruolo fondamentale, poiché ad essa verrà trasferita la gestione dei beni dismessi dallo Stato, come ad esempio le caserme.
L’azienda è controllata al 90% dal Ministero dell’Economia e al 10% dal Campidoglio che però determina le nomine. Pertanto, il 21/07/2009, opportunamente imbeccata, l’assemblea degli azionisti decide la composizione del nuovo Consiglio d’Amministrazione di quella che è una società strategica fondamentale.
I nuovi consiglieri di CdA sono dunque:
Luigi Lausi, un commercialista specializzato in gestione aziendale
Francesco Amato, un dirigente del ministero dell’Economia.
Roberto Sergio, in quota Udc, che già faceva parte del consiglio.
E rimane nella sua struttura di tre membri anche il collegio sindacale, dove il presidente è Antonio Mastropasqua con Nicandro Mancini e Alessandro Alessandrini come sindaci, oltre al delegato della Corte dei conti, Francesco Paolo Romanelli.
Il consigliere più interessante è sicuramente Roberto Sergio (Roma, 26/04/1960): giornalista, con un libera docenza in Scienze Politiche presso l’Università Internazionale di Studi Superiori Pro Deo; già direttore di Rai Nuovi Media e membro del CdA di RaiSat, RaiNet, RaiClick, ha assunto nel luglio 2007 l’incarico di presidente della Sipra S.p.A., la concessionaria per la pubblicità della RAI. Ha lavorato a lungo prima nella Sogei S.p.A. e poi al Gruppo Lottomatica, passando per vari consigli d’amministrazione (BNL; AMA; CIDIF fondi pensionistici; Fondazione Teatro Brancaccio; Federturismo…) ed è Commendatore dell’Ordine Ecumenico Ospedaliero Cavalieri di Malta.
Tuttavia, i personaggi sui quali vale davvero la pena di soffermarsi sono il nuovo Presidente e l’Amministratore delegato della società EUR…
Il presidente di EUR S.p.A. è Pierluigi Borghini (classe 1949), cattolicissimo, laureato in Scienze Matematiche a La Sapienza e specializzato in Ingegneria Elettronica, nel 1993 è stato presidente della Confindustria del Lazio. Nel 1997 si immola come candidato a sindaco per il centrodestra, contro Francesco Rutelli, venendo sonoramente battuto al primo turno.
Per gli estimatori, Borghini si presenta così:
“L’impegno privato e imprenditoriale non poteva che trovare lo sbocco naturale in un impegno civile, nella voglia fortissima di contribuire in prima persona al cambiamento, al raggiungimento, difficilissimo, del traguardo di una società più equa e solidale. un impegno che, nei quattro anni trascorsi in Consiglio Comunale come leader dell’opposizione, Pierluigi Borghini ha trasformato in atti concreti.”
All’atto pratico, in 4 anni di opposizione, dà vita alla fondamentale associazione “Orgoglio Roma” e al fantomatico “Laboratorio per la città”, attivando un frequentatissimo ‘sportello per il cittadino’. Ed in virtù di questi straordinari meriti promosso alla presidenza di una delle più importanti società partecipate dal Comune.
Amministratore delegato è invece Riccardo Mancini, con una laurea honoris causa in ingegneria meccanica alla ‘Pro Deo’ (la stessa università di Roberto Sergio). Mancini è un altro di quei camerati proveniente dai ranghi di Terza Posizione, che con Alemanno condivide legami ed interessi. I due si conoscono dai tempi della dirigenza nel Fronte della Gioventù.
Il suo è un curriculum notevole:
«Mancini, classe 1958, ha finanziato la campagna elettorale del 2006 e ha fatto da tesoriere durante quella del 2008.
È un imprenditore di successo: erede di parte del patrimonio della famiglia Zanzi (energia e riscaldamento), ha comprato nel 2003 la Treerre, società di bonifiche e riciclaggio che fattura oltre 6 milioni di euro l’anno. Anche lui, che ha sempre vissuto all’Eur, è stato vicino ai camerati di Avanguardia nazionale: nel 1988 è stato processato – insieme ai leader del movimento Stefano Delle Chiaie e Adriano Tilgher, che oggi lavora in Regione con Teodoro Buontempo – e la Corte d’Assise lo condannò a un anno e nove mesi per violazione della legge sulle armi. Ora, dopo vent’anni, Alemanno gli ha dato le chiavi di un quartiere che conosce bene, quello del “mitico” bar Fungo, dove un tempo si ritrovavano quelli di Terza posizione, i ragazzi di Massimo Morsello e il gruppo di Giusva Fioravanti.
Mancini e Panzironi, ovviamente, si conoscono bene. A novembre il capo dell’Eur Spa ha assunto Dario, il figlio di Franco, già portaborse al Comune e ora funzionario con contratto a tempo indeterminato.
Mancini, l’uomo che dovrebbe gestire la Formula 1, è infatti amico di Massimo Carminati, tra i fondatori dei NAR e leader della sezione dell’Eur, simpatizzante di Avanguardia nazionale e sodale della Banda della Magliana.»Corriere della Sera
[L’articolo lo trovate QUI]
Con la solita dovizia di particolari, Ugo Maria Tassinari (uno che conosce assai bene la fascisteria romana) scrive sempre a proposito di Mancini:
«Riccardo Mancini è un altro dei fedelissimi di Dimitri e si ritroverà imputato con lui nel processo per la ricostituzione di Avanguardia nazionale. Vent’anni dopo Peppe Dimitri diventerà consigliere politico di Alemanno e sarà lui a portargli in dote il rapporto con centinaia di militanti più o meno duri e puri della “piazza romana”. E il leader postfascista li trainerà con sé nella lunga marcia nelle istituzioni. A questo gioco è del tutto estraneo Carminati. Il “Nero”, a sua volta, quando è colpito da mandato di cattura per i Nar e decide di fuggire all’estero, è in compagnia di un altro avanguardista-rapinatore, Mimmo Magnetta, che delle “guardie runiche” era stato addirittura il capo. La polizia li aspettava al valico di frontiera e apre il fuoco a freddo, convinta che nell’auto ci fossero i capi superstiti dei Nar (Francesca Mambro, Giorgio Vale e Cavallini). Carminati perderà un occhio ma visto la pioggia di piombo scaricata dall’antiterrorismo se la caverà bene. Ma quell’esperienza lo segnerà per il resto della vita.»
Ugo Maria Tassinari (10/12/2010)
L’articolo completo lo trovate QUI.
A proposito di Beppe Dimitri, recentemente scomparso in un incidente d’auto, Tassinari ricorda:
«Dimitri ha militato al liceo in Avanguardia Nazionale e dopo lo scioglimento del gruppo ha trasportato la lezione delle “Guardie Runiche” (il “corpo scelto” del gruppo) in Terza posizione. Alla fine degli anni ’70 è il leader più noto e più amato della “piazza nera” romana. Nell’estate del 1979 decide di organizzare una batteria di rapinatori per liberarsi dalla necessità del lavoro e finanziare la latitanza dei suoi amici avanguardisti. Mette a frutto la sua rete di amicizie politiche, che comprende funzionari di banca e guardie giurate, per assicurarsi buone “basi”. Carminati e un altro giovane “guerriero” destinato a una tragica fine, Alessandro Alibrandi, cresciuti all’Eur nel mito di “Peppe”, fanno parte del gruppo di fuoco. In due mesi compiono quattro-cinque rapine impeccabili per organizzazione.»
Non per niente, per il sindaco Alemanno (un altro degli sceriffi della Law & Order) il problema sono gli studenti che protestano contro la riforma Gelmini..!
In quanto alle competenze dei nuovi vertici, c’è da dire che per la prima volta in 10 anni EUR S.p.A. chiude il suo bilancio in passivo, con pesanti perdite:
Esercizio 2003: il bilancio 2003 si chiude con utili di esercizio, al netto delle imposte, pari a circa 3 milioni di euro
Esercizio 2004: il bilancio 2004 si chiude con utili di esercizio, al netto delle imposte, pari a circa 8,2 milioni di euro
Esercizio 2005: il bilancio 2005 si chiude con utili di esercizio, al netto delle imposte, pari a circa 8,1 milioni di euro
Esercizio 2006: il bilancio 2006 si chiude con utili di esercizio, al netto delle imposte, pari a circa 20,1 milioni di euro
Esercizio 2007: L’esercizio si chiude con 21,9 milioni di utile
Esercizio 2008: utile pari a 3,5 milioni; al netto delle imposte pari a 3,9 milioni.
Esercizio 2009: il bilancio si è chiuso, a livello consolidato, con una perdita d’esercizio pari a 16,3 milioni di euro. Per quanto riguarda la Capogruppo EUR S.p.A. l’esercizio 2009 si chiude con una perdita d’esercizio, al netto delle imposte, pari a circa 12,7 milioni di euro.Fonte: http://www.romaeur.it/index.php?id=40
In merito alle perdite enormi in un solo anno, l’ad Mancini sostiene: “In ordine alla citata passività di bilancio, la perdita è stata pari a 12,7 mln euro e non a 16,3 mln/euro, come riportato dalla stampa. Ciò è derivato da fattori strutturali riferibili agli esercizi degli anni precedenti”.
E le perdite sarebbero legate agli investimenti inerenti l’apertura di tre nuove società legate al core business: Eur Power; Eur Congressi Roma; Eur Tel.
Secondo Borghini e Mancini, si tratterebbe “di investimenti produttivi, in grado di generare ricchezza per gli azionisti pubblici di riferimento”. Di sicuro, come società saranno ottime per piazzare qualche altro parente in attesa di stabile occupazione, come Dario (il figlio di Panzironi) rimasto provvisoriamente disoccupato dopo la scadenza del contratto presso il gabinetto del sindaco e subito assunto alla EUR S.p.A. per chiamata diretta.
“Ciò stante, le previsioni per il bilancio d’esercizio 2010 puntano a realizzare un utile di 6 mln/euro, grazie a nuove partnership e nuovi investimenti.”
Sarà… Però al momento non è dato sapere se le previsioni di recupero (e di utile netto) siano state davvero rispettate, dal momento che non è possibile visionare una copia del bilancio consolidato al 31/12/2010. Attendiamo fiduciosi…
È inutile dire che attualmente la stragrande maggioranza delle società partecipate dalla holding del Comune di Roma hanno chiuso l’anno 2010 in passivo e versano in pessime condizioni finanziarie, segnando il declino di una intera metropoli sempre più allo sbando…
Continua.
I RACCOMANDATI
Posted in Roma mon amour with tags Aggressioni razziste, AMA, AN, Franco Panzironi, Gianni Alemanno, Ikonaut software AB, Intolleranza, Ippica, Liberthalia, Luigi Pallaro, Meritocrazia, Mirko Tremaglia, neo-fascisti, Omofobia, Pestaggi, raccomandazioni, Roma, Roma Cambia, skinhead, Stefano Andrini, Stefano Delle Chiaie, Unire on 2 settembre 2009 by Sendivogius

Nella Roma Città Sicura, lo sport più diffuso sembra essere diventato la caccia all’asiatico (Pigneto; Trullo; Monteverde; Villa Gordiani; Tor Bella…) E quando non si trovano stranieri isolati da linciare, per fortuna c’è sempre qualche frocio da pestare.
È la “Roma che cambia” del sindaco Alemanno. Biasimo in pubblico, compiacimento in privato. A propria discolpa, si può sempre ostentare una finta tolleranza, grazie all’istituzione ufficiale di ghetti dove poter colpire impunemente. In sintonia col nuovo corso politico, la scialba Estate romana si chiude degnamente, in un crescendo omofobo da record:
22 Agosto, EUR. Accoltellamento di due omosessuali all’uscita del Gay-Village.
26 Agosto, Portonaccio. Incendio del Qube, locale solito organizzare serate omosex.
01 Settembre, S.Giovanni. Bombe carta lanciate tra i passanti (presumibilmente gay) in prossimità della cosiddetta gay-street.
Vaporizzata ogni opposizione, contro la risorgenza squadrista deve essere sembrata una risposta forte la recente promozione di Stefano Andrini ai vertici dell’AMA.
Stefano Andrini è un estremista di destra, con trascorsi giovanili piuttosto burrascosi nella galassia neofascista.
Nel 1988, invece del solito pellegrinaggio alla tomba del duce, previsto nella liturgia missina, Stefano Andrini, insieme al fratello Germano, va in gita a Wunsiedel in cameratesco omaggio a Rudolf Hess, gerarca nazista.
Il 10 Giugno 1989, i gemelli Andrini massacrano con tubi di ferro due ragazzi fuori il cinema Capranica. Uno degli aggrediti, Andrea Sesti, entra in coma con frattura della scatola cranica, riportando lesioni permanenti. Il raid costa ai due nazistelli in erba, che nel frattempo sono scappati in Svezia, una condanna per tentato omicidio e lesioni aggravate (4 anni e 8 mesi).
Negli anni successivi, secondo le informative della DIGOS romana, Stefano Andrini intensifica i suoi contatti coi gruppi skinheads, bazzicando il “Movimento Politico Occidentale” di Maurizio Boccacci. Soprattutto frequenta gli ambienti di “Alternativa Nazional-Popolare”, formazione fondata dall’ex ordinovista Stefano Delle Chiaie: l’allucinato Caccola con la passione per i golpe militari. E proprio grazie all’immarcescibile Caccola, il giovane Andrini avvia un’utile carriera da pubblicista.
Nel Febbraio 1994, tanto per tenersi in allenamento, Andrini viene arrestato insieme ad altri skins con tanto di elmo vichingo calato sulla testa, dopo una nuova spedizione punitiva alla facoltà di Giurisprudenza nell’Università ‘La Sapienza’ di Roma. Durante una perquisizione domiciliare, ad Andrini viene contestato anche il possesso di una pistola calibro 22 e di un tirapugni.
La notizia la potete leggere qui.
Naturalmente sono tutte “becere strumentalizzazioni” da parte di malevoli detrattori.
Sul finire degli anni ’90 si iscrive ad AN e si ritaglia una nuova veste istituzionale al fianco di Mirko Tremaglia, col quale scazza di brutto, pare, per questioni di denaro e gestione fondi. Tant’è che l’ex repubblichino lo caccia via in malo modo e senza troppi complimenti.
Poco male, perché nel 2007 Stefano Andrini si ricicla al fianco di Luigi Pallaro (nel frattempo passato a destra), aderendo al suo movimento “Associazioni italiane in Sud America”.
Andrini si candida alla Camera, ma senza successo. Tant’è che la parabola dell’ex squadrista sembrerebbe avviata ad un rapido tramonto. In apparenza.
Nell’Ottobre del 2008, a 39 anni Stefano Andrini viene assunto per chiamata diretta all’AMA come “dirigente”. Si tratta infatti dell’uomo giusto nel posto giusto: l’AMA è l’azienda municipalizzata che si occupa della raccolta rifiuti.
Il ragazzo deve avere delle doti inaspettate quanto nascoste, perché già a Maggio del 2009 si parla di una sua possibile promozione, “per le competenze dimostrate ed il possesso dei requisiti professionali adeguati e per il suo precedente curriculum lavorativo”. Infatti è prossima la sua nomina ad Amministratore delegato dell’AMA Ambiente: la branca aziendale responsabile dei servizi ambientali. Una carriera lampo!
Quali siano queste straordinarie competenze però non è dato sapere. La direzione dell’AMA si è concessa due giorni, prima di riuscire a presentare un curriculum accettabile del nuovo supermanager comunale, profumatamente stipendiato coi pubblici quattrini.
Sappiamo, per esempio, che dal 1997 al 2000 è stato amministratore unico della fantomatica Ikonaut software AB. Si tratta di un’azienda informatica che non ha un sito internet (!) Da nostre ricerche (incomplete) pare che abbia sede in Svezia, dalle parti di Malmö, e in passato si sarebbe occupata dello sviluppo di applicativi per la comunicazione mobile (probabile trasmissione dati in GSM). Ma sono solo supposizioni, perché sulle attuali (e passate) attività della Ikonaut, sui suoi profili gestionali, nulla di certo si conosce. Strano, perché Andrini in compenso pare abbia curato il sito web per gli Irriducibili della Lazio.
In altre parole, fuffa!
Dal 2002 al 2004 ha cumulato vari contratti di collaborazione in giro per patronati sindacali: UGL (Enas; Fast-Confsal) e CISL (Fit-Cisl). Cosa faceva il giovane Andrini? Compilava i CUD per i pensionati? Stava allo sportello utenti del CAF? Boh?!?
Ancora fuffa!
Dal 2003 al 2006 (sono gli anni fortunati trascorsi dietro all’on. Tremaglia) lavora come “esperto” presso il “Ministero degli Italiani nel mondo”.
Sempre fuffa!
Anni 2005-2006 collabora alla realizzazione di un “progetto per la classificazione dell’intermodalità del sistema trasporti presso la Fit-Cisl Trasporto Aereo”.
Ha per caso a che fare con la ricezione bagagli all’aeroporto di Fiumicino, che tanto ha fatto infuriare Alemanno di ritorno dalle vacanze? Non si sa! Perché ulteriori dettagli al momento scarseggiano.
Soprattutto è stato membro del “Dipartimento Esteri” di Alleanza Nazionale.
Altra fuffa.
Resta invece sconosciuto il titolo di studio di Andrini, evidentemente non considerato fondamentale.
Team Building a P.za Navona. Futuri manager?!?
Visti gli straordinari requisiti che hanno determinato l’assunzione per chiamata all’AMA, direttamente come “funzionario”, riportiamo anche gli eccezionali meriti per una carriera tanto fulminea. Leggiamo da “Libero”:
“Attualmente coordina il gruppo Affari europei e finanziamenti comunitari dell’azienda e si è distinto, in questi mesi, per aver condotto a buon fine in via stragiudiziale un contenzioso tra Ama spa e Fao che durava da 15 anni, permettendo all’azienda di recuperare 2,5 milioni di euro di mancato pagamento della Tariffa rifiuti e la ripresa del servizio”.
È arrivato Pensace! La causa giudiziaria che opponeva l’AMA alla FAO, in evidente morosità, si è finalmente conclusa dopo un quindicennio di pendenze legali ed il merito è tutto di Andrini, assunto in concomitanza con la sentenza definitiva.
“Andrini, inoltre ha guidato due commissioni straordinarie: una sugli impianti di lavaggio dei mezzi Ama, l’altra sulle aree destinate al deposito dei cassonetti le cui conclusioni hanno consentito all’azienda un risparmio di oltre mezzo milione di euro”.
Stronzata o Cazzata?!?
Commissione-straordinaria-impianto-lavaggi-veicoli… aree destinate al deposito dei cassonetti… risparmio mezzo milione di euri…
Vabbé che c’è gente che nella vita non ha mai fatto un beneamato cazzo e queste possono sembrare imprese epocali… però non scherziamo, suvvia!
Grande sponsor di Andrini risulta essere l’ingegner Franco Panzironi, amministratore generale dell’AMA.
Perciò sono assolutamente fuoriluogo gli appelli ed i richiami al povero sindaco Alemanno (alias Retromanno) che, dopo aver categoricamente smentito ogni promozione per Andrini (“è un’invenzione totale”), di fronte all’evidenza dei fatti ha rimesso il merito della scelta all’ad Panzironi, ed alla “sua esclusiva autonomia gestionale”.
Infatti, in virtù del noto principio di competenza ed autonomia, l’ingegnere Franco Panzironi è stato messo al comando dell’AMA proprio da Alemanno, del quale Panzironi è per l’appunto un fedelissimo. Prima di arrivare all’AMA, Panzironi presiedeva l’UNIRE, l’Ente che gestisce le agenzie ed i giochi ippici, guadagnandosi l’evocativo soprannome di Terminator.
“All’Unire Panzironi è riuscito a produrre in pochi anni un rosso di bilancio da far intervenire la Corte dei conti, ad affossare un settore vitale e produttivo come quello dei cavalli, a guadagnarsi un rinvio a giudizio, a sospendere per privacy (forse dei cavalli) la pubblicazione dei casi di doping”
(Economy – 2 Ottobre 2008)
La gestione Panzironi ha comportato il commissariamento dell’ente in seguito ad un pesante disavanzo patrimoniale, dissesti di bilancio, aggravati da sfortunate scelte gestionali relativi a diritti TV non pagati e canoni di concessione evasi.
“Gestione pessima, con bubboni come un grave disavanzo patrimoniale, l’antidoping da rifondare, un tentativo di scontare anche retroattivamente decine di milioni di euro alle agenzie ippiche per canoni relativi all’uso del segnale della Tv ippica non pagati ecc. Ebbene, tutti gli elementi con risvolti di carattere penale sono stati trasmessi sia alla Procura della Corte dei Conti, sia alla Procura delle Repubblica che ha fatto scattare il procedimento sfociato in un processo. Forse non l’unico. Dovrebbero infatti esistere altri atti trasmessi al vaglio della la giustizia. Quello relativo al prossimo giudizio riguarda la consulenza esterna assegnata, dal 2003 sino al marzo 2004, all’allora onorevole di An Alessandro Galeazzi presso l’area tecnica della Sella. Consulenza ritenuta illegittima, come sostenuto anche dalla Corte dei Conti per il Lazio, che aveva già notificato a Panzironi una citazione e una richiesta di risarcimento danni per oltre 155.000 euro. IMPROROGABILE Sulla stessa lunghezza d’onda anche Guido Melzi, che ha dedicato alla vicenda un capitolo della sua delibera di licenziamento, la cui applicazione dovrebbe diventare improrogabile anche per il ministro De Castro, che ha mostrato verso Panzironi atteggiamenti apparentemente più morbidi. * * * COSA RISCHIA Fino a sei anni di detenzione Franco Panzironi verrà processato in base a due articoli del codice penale. Il n° 323 riguarda l’abuso d’ufficio (chi procura intenzionalmente a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale) e prevede una pena da 6 mesi a 3 anni. L’altro è il 479, riguarda il falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico: da 1 a 6 anni.”