Archivio per Finanziaria

EXPERTISE

Posted in Stupor Mundi with tags , , , , , on 11 febbraio 2017 by Sendivogius

padoan-edoardo-baraldiQuando la crisi si fa dura, gli economisti cominciano a giocare. Fu così che l’Italia assemblò la sua squadra speciale, per gli “esami” europei da superare, che manco Pierino il Terribile!

Per la bisogna abbiamo dunque: un ministro dell’economia dotato (così dicono) di prestigio scimmiainternazionale e considerato un grande economista (!); un “consiglio tecnico scientifico degli esperti” per la programmazione economica e la definizione degli indirizzi di politica finanziaria, un ufficio per la “pianificazione strategica e gestione del bilancio”; una direzione centralizzata per l’analisi economico-finanziaria, nonché un intero dipartimento abilitato agli studi ed alla definizione delle ricerche economico-fiscali; uno staff aggiuntivo di consiglieri economici e di bilancio, con dozzine di consulenti esterni tra “docenti universitari ed esperti dotati di una specifica e comprovata specializzazione professionale”; legioni di bocconiani a contratto, professori di Economia industriale e politica, master in business administration, imprenditori di successo e specialisti nelle strategie di impresa e management
clownsIn attesa della nuova “Legge Finanziaria”, intanto quella appena licenziata per il 2016 necessita di un aggiustamento di bilancio (non chiamatela manovra correttiva, per carità!) da 3,5 miliardi di euro, perché il governo italiano ha sballato tutte le previsioni. Per fortuna, dinanzi a così strabilianti risultati, non ci siamo affidati mica ad una pletora di babbei qualunque…
John Kenneth Galbraith Tuttavia, se è vero che “la sola funzione delle previsioni in campo economico è quella di rendere persino l’astrologia un po’ più rispettabile”, quali soluzioni innovative e straordinari provvedimenti sono scaturiti da un simile brain-storming di blasonati cervelli in spremuta permanente di idee, onde poter incrementare il flusso delle entrate e consolidare i conti pubblici con provvedimenti di ampio respiro?!?
dr-evilPilastro della manovra aggiuntiva: aumento delle accise su tabacchi e benzina.
laughteraudienceC’è da chiedersi come avremmo mai fatto, senza l’apporto di simili “esperti” che il resto del mondo (non) ci invidia!?!
Tutti col pedigree certificato, come cani di razza.

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Articolo 45 MAGNUM

Posted in Masters of Universe with tags , , , , , , , , , , , , , , on 17 novembre 2014 by Sendivogius

Automag 44 by GypsFulvus

Spacciata in pompa magna come la prima “Legge di stabilità” che riduce le tasse, la manovra economica per l’anno 2015 è il frutto congiunto, scaturito dalla spremuta di meningi degli economisti del nuovo corso renziano: un’assortita squadretta di bocconiani e fondomonetaristi, col gravoso compito di trasmutare la fuffa leopoldiana in “articolato” finanziario, passando per l’annuncite di governo. A corto di coperture complete, tra mance elettorali, pezzi spaiati e componenti riciclati, la “legge di stabilità”, come una gioiosa macchina da guerra, rischia di incorrere in una rottamazione precoce, ancor prima della sua messa a collaudo…
Kharkov Ukraine Tank Depot OverhaulCoi suoi 18 miliardi in meno di mancate entrate fiscali, (non) compensate da provvedimenti aleatori ancor prima che incerti, Merkelsfoggia dimensioni imponenti, e che Angelona Merkel ha definito “impressionanti”; magari fatte per stupire nell’immediato, ma incapaci di reggere sul lungo periodo, nell’ansia di una prestazione assai lontana dagli standard sperati.
Enlarge your penisSostanzialmente, senza intaccare minimamente le sacche del privilegio parassitario, l’intera manovra (che poi è una operazione contabile di marketing elettorale) si regge su un assioma basilare: prendi oggi e paghi domani, con gli interessi raddoppiati. Proprio come avviene nelle offerte trappola degli acquisti a credito, che rateizzano il saldo su pagamento posticipato. Non serve essere esperti di macroeconomia monetaria per comprenderne le dinamiche; sarebbe bastato leggere il Costo della vita(1952) di Robert Sheckley!
IncendiarySe poi le cose non dovessero andare per il verso sperato, se le previsioni di crescita non venissero rispettate e la tenuta lasciasse a desiderare, è sempre pronto il Piano X per tamponare l’emergenza e rispettare i sacri “parametri”. Per questo, insieme all’immancabile aumento dell’accisa su carburanti e tabacchi e alcolici (il modo più rapido e controproducente di fare cassa), esiste l’Articolo 45 con le sue “ulteriori misure di copertura” per la legge di stabilità. Si tratta di provvedimenti aggiuntivi spalmati su base triennale e che, se davvero venissero messi in atto, sono in grado di stroncare ogni ripresa economica da qui al 2050!
Letale come una calibro 45 magnum, micidiale con un proiettile ad espansione sparato a bruciapelo contro un corpo inerte, l’Articolo 45 è la ciliegina esplosiva sopra la torta avvelenata degli 80 euro.

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Art. 45
(Ulteriori misure di copertura)

strangled 1. L’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 50, comma 6, del decreto-legge n. 66, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 giugno 2014, n. 89, relativa al Fondo destinato alla concessione di benefici economici a favore dei lavoratori dipendenti è ridotta di 1.930 milioni di euro in termini di saldo netto da finanziare e di fabbisogno e di 2.685 milioni di euro in termini di indebitamento netto per l’anno 2015, di 4.680 milioni di euro per l’anno 2016, di 4.135 milioni di euro per l’anno 2017 e di 1.990 milioni di euro a decorrere dall’anno 2018.
Nooooooo2. L’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 1, comma 431, della legge 27 dicembre 2013, n. 147, relativa al Fondo per la riduzione della pressione fiscale è ridotta di 331,533 milioni di euro per l’anno 2015, 18,533 milioni di euro a decorre dall’anno 2016.
3. Fermo restando quanto previsto dall’articolo 18 e fatti salvi i provvedimenti normativi di cui al comma 4:
a) l’aliquota Iva del 10 per cento è incrementata di due punti percentuali a decorrere dal 1° gennaio 2016 e di ulteriori un punto percentuale dal 1° gennaio 2017;
b) l’aliquota Iva del 22 per cento è incrementata di due punti percentuali a decorrere dal 1° gennaio 2016, di un ulteriore punto percentuale dal 1° gennaio 2017 e di ulteriore 0,5 punti percentuali dal 1° gennaio 2018;
c) a decorrere dal 1° gennaio 2018, con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, l’aliquota dell’accisa sulla benzina e sulla benzina con piombo, nonché l’aliquota dell’accisa sul gasolio usato come carburante, di cui all’allegato 1 del Testo Unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative approvato con il decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504 e successive modificazioni, sono aumentate in misura tale da determinare maggiori entrate nette non inferiori a 700 milioni di euro per l’anno 2018 e ciascuno degli anni successivi; il provvedimento è efficace dalla data di pubblicazione sul sito Internet dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
che palle4. Le misure di cui al comma 3 non sono adottate o sono adottate per importi inferiori a quelli indicati nei medesimi commi ove, siano approvati provvedimenti normativi che assicurino, in tutto o in parte, i predetti importi attraverso il conseguimento di maggiori entrate ovvero di risparmi di spesa mediante interventi di razionalizzazione e di revisione della spesa pubblica.
5. Il Fondo per la compensazione degli effetti finanziari non previsti a legislazione vigente conseguenti all’attualizzazione di contributi pluriennali, di cui all’articolo 6, comma 2, del decreto-legge 7 ottobre 2008, n. 154, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 2008, n. 189, e successive modificazioni, è ridotto di 35 milioni di euro per il 2015.
6. All’articolo 7, comma 1, del decreto legislativo 21 aprile 2011, n. 67, e successive modificazioni e integrazioni le parole “383 milioni di euro a decorrere dal 2013” sono sostituite dalle seguenti: “383 milioni di euro per gli anni 2013 e 2014 e 233 milioni di euro a decorrere dall’anno 2015”. Il Fondo di cui all’articolo 1, comma 3, lettera f), della legge 24 dicembre 2007, n. 247 è ridotto di 150 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2015.
chiavi7. Con effetto dall’anno 2015 è disposto il versamento all’entrata del bilancio dello Stato, da parte dell’Inps, di 20.000.000 euro per l’anno 2015 e di 120.000.000 euro a decorrere dall’anno 2016 a valere sulle risorse derivanti dall’aumento contributivo di cui all’articolo 25 della legge 21 dicembre 1978, n.845, a decorrere dall’anno 2015; tali risorse gravano sulle quote destinate ai fondi interprofessionali per la formazione continua.

knockoutIn soldoni, tradotto dal burocratese in italiano, ciò vuol dire che in caso di mancate coperture per la tenuta del bilancio dello Stato la legge di stabilità prevede tutta una serie di aumenti che andranno a colpire indiscriminatamente i consumi e la capacità di spesa delle famiglie italiane, con una drastica riduzione del loro potere d’acquisto. L’arma prediletta per distruzione di massa dei redditi è l’aumento progressivo dell’IVA, a scaglioni crescenti e con tutto quello che ne consegue.
E se l’imposta sul valore aggiunto può essere aggirata dai cosidetti “soggetti passivi”, venendo scaricata sugli acquirenti finali con un ricarico sui costi dei beni e dei servizi, il consumatore è colui che ne sopporta tutto l’onere, nell’impossibilità di qualunque detrazione. Cosa che tra i vari effetti collaterali costituisce davvero un ottimo incentivo contro l’elusione fiscale.

evasione-fiscaleGli incrementi previsti riguarderanno nell’ordine:
a) L’IVA ordinaria, che passa dall’attuale 22% al 24% a partire dal 01/01/2016, per crescere ulteriormente al 25% per l’anno 2017 e quindi al 25,5% per il 2018, con tutte le inevitabili ricadute (e aumenti) sul costo della vita ed accise su carburanti ed energia.
Si consideri che fino al 2011 l’imposta sul valore aggiunto non superava il 20%.
b) L’IVA ridotta, che passa dall’attuale 10% al 12% sempre a partire dal 01/01/2016, per poi salire fino al 13% nel 2017.

Legge di Stabilità 2015 - Aumento aliquote IVAPer intendere meglio di cosa parliamo e gli effetti che tali incrementi comporteranno in concreto, onde poter garantire le fondamentali “coperture” che attualmente difettano nella manovra finanziaria blindata dal governo del Figliol prodigo, l’attuale Aliquota IVA del 10%, interessata dagli aumenti, si applica al valore della manodopera soprattutto per le prestazioni di montaggio e messa in opera di beni significativi (tipo il montaggio e manutenzione caldaie) o agli operatori della ristorazione (personale di alberghi, bar, ristoranti..). Il suo eventuale aumento comporta un ovvio ritorno, in termini occupazionali e incisione sul costo del lavoro.
Ma l’aliquota del 10% comprende anche i “prodotti fitosanitari” (anti-parassitari) usati in agricoltura e si applica a moltissimi dei principali generi di consumo, alla base di un’alimentazione che non sia a base esclusiva di pane ed acqua.
130120-lgeRiguarda tutti i tipi possibile di carne (che sia fresca, surgelata, refrigerata, congelata, surgelata, essiccata sotto sale, conservata in salamoia, affumicata, in scatolame), inclusi i prodotti ittici, salumi ed insaccati, ma anche lo strutto, le frattaglie ed il lardo, budella e vesciche;
Dolciumi comunque confezionati (prodotti della panetteria fine, della pasticceria e della biscotteria, anche addizionati di cacao in qualsiasi proporzione);
Latticini (yogurt, kephir, latte fresco, latte cagliato, siero di latte, latticello o latte battuto, e altri tipi di latte fermentati o acidificati, crema di latte fresca, conservata, concentrata o non, zuccherata o non);
Piante e verdure (bulbi, tuberi, radici tuberose, zampe e rizomi, allo stato di riposo vegetativo, in vegetazione o fioriti, altre piante e radici vive, comprese le talee e le marze, fiori e boccioli di fiori recisi, per mazzi o per ornamenti, freschi, fogliami, foglie, rami ed altre parti di piante, erbe, muschi e licheni, per mazzi o per ornamenti, freschi);
Uva da vino e frutta di qualsiasi tipo (scorze di agrumi e di meloni, fresche, escluse quelle congelate, presentate immerse nell’acqua salata, solforata o addizionata di altre sostanze atte ad assicurarne temporaneamente la conservazione, oppure secche);
Riso e Frumento e Cereali (orzo destinato alla semina, avena, grano saraceno, miglio, scagliola, sorgo ed altri cereali minori destinati ad usi diversi da quello zootecnico; arine di avena e altri cereali minori; semole e semolini di orzo, avena, e di altri cereali minori; cereali mondati, perlati, in fiocchi; germi di cereali anche sfarinati);
Legumi (farine di legumi da granella secchi; farine e semolini di sago e di radici e tuberi; farina, semolino e fiocchi di patate);
Malto (anche torrefatto), amidi, glutine, spezie, basilico, rosmarino, salvia, cicoria, alghe (!), barbabietole da zucchero (anche tagliate in fettucce, fresche o disseccate);
Salse e condimenti composti (per la preparazione di zuppe, minestre, brodi; zuppe, minestre, brodi, preparati; preparazioni alimentari composte omogeneizzate), ovvero le conserve per condire la pasta.
E, dulcis in fundo, forniture di energia elettrica e gas per uso domestico, ma anche le locazioni di immobili per uso abitativo (quindi aumento degli affitti); nonché manifestazioni culturali e spettacoli teatrali, qualora abbiate ancora voglia di nutrire la mente a differenza di una pancia vuota.
L’elenco completo in tutte le sue voci e dettagli lo trovate QUI.
A conti fatti, tra un decreto legge ed una delega in bianco, questo potrebbe diventare il primo governo breathariano nella storia del Renzipianeta. Al premier che aveva deciso di far “dimagrire i politici” (mentre lui ingrassa a dismisura), per il momento bisogna riconoscere che è riuscito a mettere sotto dieta quaresimale gli italiani. Cosa poi abbia così tanto da ridere, lo sa soltanto lui…

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Regalo di Natale

Posted in Business is Business, Masters of Universe with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 6 dicembre 2011 by Sendivogius

A dispetto delle teorie tanto care ai ‘complottisti’, non servono cospirazioni globali e organizzazioni (nient’affatto segrete), per imporre un Ordine più o meno “mondiale” e tutt’altro che “nuovo”.
In realtà si tratta sempre delle stesse ricette, confezionate nei templi sacri del capitalismo più estremo, che dopo aver generato la ‘crisi’ propone ora la soluzione fino alla prossima ricaduta, perpetuando intatte le storture di sistema per auto-assoluzione. ‘Sistema’ che si vuole immutabile nella sua presunzione di perfezione, in nome del “Liberismo” e di quella astrazione divinizzata che chiamano “mercati finanziari”.
Gli ingredienti sono vecchi di almeno due secoli: dal sapore pessimo e dagli effetti collaterali sempre più devastanti. Muta il dosaggio, ma non la sostanza del prodotto scaduto.
Da questo punto di vista, il Governo Monti è solamente il Maître cuisinier, che si prepara a servire pietanze a cottura personalizzata di un ricettario comunque scritto altrove…
E, se la prima portata rischia di rimanere indigesta ai più, il secondo piatto su Lavoro & Licenziamenti potrebbe rivelarsi letale per molti.

THE SPIRIT OF CAPITALISM
Solitamente, in Italia, quando si cercano ‘tecnici’ per porre rimedio ai guasti irreparabili dei politicanti per professione, con salvataggi provvisori, si pesca sempre dalle parti della “Bocconi”: l’università privata, specializzata in business e management, dalla quale proviene il gotha delle elite confindustriali, dei grandi boiardi delle aziende di Stato, degli esperti governativi per le politiche finanziarie, degli amministratori pubblici, dei banchieri e degli stockbrokers, che la “crisi economica” non l’hanno prevista o, peggio ancora, l’hanno determinata, speculandoci sopra. È un gioco delle parti, tra soluzione e causa, dove non si tiene conto dei conflitti d’interesse, delle interscambiabilità di ruolo, delle entrature istituzionali e le responsabilità nella programmazione economica, di una compagine tecnocratica assai fluida e tutt’altro che distinta dalla controparte politica, con la quale condivide spesso interessi e prospettive di “riforma”. E riformismo è la parola magica, che spunta sempre in tempi di collasso economico e sociale, per puntellare le oligarchie al potere, opportunamente travestite da elite di ‘salvatori’.
A tempo di record, il neo-governo del prof. Monti ha sfornato l’ennesima manovra finanziaria (la quinta in pochi mesi), con unpacchetto di misure urgenti per assicurare la stabilità finanziaria, la crescita e l’equità, ma in continuazione ideale con i precedenti provvedimenti. A tal proposito:

«L’insieme degli interventi ammonta a circa 20 miliardi di euro strutturali per il triennio 2012-2014 con una forte componente permanente di risparmi conseguiti. La correzione lorda è di oltre 30 miliardi in quanto sono previsti interventi di spesa a favore della crescita, del sistema produttivo e del lavoro per oltre 10 miliardi. All’interno del pacchetto è inclusa e consolidata in norme la correzione dei saldi pari a 4 miliardi previsti quale “clausola di salvaguardia” nella manovra di agosto 2011.»

 Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri
 (04/12/2011)

L’ambizione esplicita è quella di avviare una riforma strutturale dell’economia italiana. Finora, bisogna dire che di “equità” se n’è vista pochina e anche le prospettive di “crescita” risultano piuttosto aleatorie.
Bisogna riconoscere che tra le finalità immediate c’è la necessità di puntellare i conti dello Stato contro le bordate della speculazione internazionale e gli isterismi delle Borse, e magari dare una ridimensionata al Gatto e la Volpe che giocano a rimpiattino sulla pelle dell’Europa, stilando pagelline di merito, prima della grande onda che rischia di travolgere l’euro.
Eppure, nell’ignoranza del profano, c’è da dire che da una squadra di esperti super-blasonati era lecito aspettarsi molto di più. E anche un qualche segnale di rottura con il passato, che invece non c’è stato, se non in minima parte.
Il complesso delle misure approntate, da varare in blocco tramite un maxi decreto-legge, sono imprescindibili per “salvare il Paese dal rischio default” (ovvero dalla bancarotta).
Se la situazione è davvero così grave, c’è da chiedersi cosa mai sia stato fatto prima di arrivare ad un simile ed irreversibile punto di rottura. E se non sia stato quanto meno criminale, aver permesso e tollerato per quasi tutto il 2011 il gozzovigliare di quel crogiolo di piduisti, affaristi, e mafiosi, colati in un unica lega attorno alla satrapia di Arcore. Soprattutto, c’è da chiedersi per quale assurda pazzia il novello Re Giorgio non sia intervenuto quando doveva (l’Ottobre del 2010), invece di predisporre il salvataggio del Pornocrate, e senza risparmiarci la vergogna della compravendita parlamentare dei vari Scilipoti d’Italia.

BASILISK (Iga di Tsubagakure)

UNA MODESTA PROPOSTA
 In merito alla manovra Monti, non si eccepisce sull’entità dei provvedimenti e sulle esigenze stringenti degli interventi. Tuttavia, stabilito il gettito delle entrate e la cifra da raggiungere, c’è modo e modo di fare cassa…
Se l’intento era quello di raggranellare subito risorse per 30 miliardi di euro, tramite tagli e imposte indirette (le più subdole), non serviva scomodare un professore di economia. Bastava chiamare un ragioniere.
D’altra parte, con provvedimenti a costo sociale zero si poteva mettere in piedi la stessa cifra. Per assurdo, proviamo dunque a stilare una contro-manovra; giocare non costa nulla.
Ad esempio, visto le necessità contingenti, si poteva:

1) Cancellare (o quantomeno ridimensionare) l’acquisto dei non indispensabili 131 caccia bombardieri F-35 JSF, velivolo multiruolo d’attacco a decollo verticale, che la nostra Aeronautica militare reputa “un’arma da combattimento economicamente sostenibile”. E così deve aver pensato l’allora Governo D’Alema che ne ha sottoscritto l’acquisto, senza ripensamenti da parte dei successori che hanno confermato la fornitura.
Prezzo base di ogni singolo aereo da guerra: 170 milioni di dollari; ai quali andrebbero aggiunti gli altri 8 milioni di dollari a seconda del tipo di propulsori da assemblare nel velivolo.
 Risparmio presunto: tra i 13 miliardi ed i 16 miliardi di euro.

2) Vendere all’asta o (meglio ancora) concedere in locazione le frequenze digitali terrestri previo pagamento di un canone adeguato e aggiornamento delle tariffe per le frequenze già assegnate. Attualmente, RAI e Mediaset pagano l’1% annuo del loro rispettivo fatturato per le frequenze già occupate. Per quanto riguarda invece l’assegnazione delle frequenze digitali, il precedente Governo Berlusconi le ha concesse a titolo gratuito all’azienda di famiglia (e alla RAI) fino al 2031, senza alcun corrispettivo.
Introiti presunti con regolare gara di assegnazione e canone di concessione: 16 miliardi di euro.

3) Annullare l’ordinativo delle 19 Maserati blindate e super-accessoriate per scorrazzare in giro gli alti funzionari (e famigli) del Ministero della Difesa, volute dall’ex titolare del dicastero (Ignazio La Russa).
Costo orientativo per ogni veicolo: 130.000 euro secondo listino, ma c’è da quantificare la blindatura, eventuali optional, bollo e assicurazione auto.
 Risparmio ipotetico: 3 milioni di euro.

Tirate un po’ voi le somme e calcolate la differenza sul debito pubblico tra ricavi e risparmi…

SALVATOR PATRIAE
Evidentemente, tali misure rischiavano di non essere comprese dall’Europa e dai mercati internazionali, risultando assai poco “liberali”… Molto meglio concentrare gli interventi là dove fa più male. Agli spiriti liberi della Finanza piace l’odore del sangue, specialmente se si tratta di quello altrui…
In pratica, nella manovra da 20 miliardi netti approntata dal direttorio Monti, a parte sporadiche contribuzioni, risultano sostanzialmente esenti dai provvedimenti più pesanti i principali sponsor del “governo tecnico”, per i quali sono previsti anche concreti vantaggi. E nessun sacrificio per la “casta” politica, che al massimo ha dovuto ingogliare una stretta sui vitalizi (che non verranno comunque aboliti). E se gli onorevoli di fatto non rinunciano a nulla, vengono azzerati gli stipendi dei consiglieri municipali che spesso, come nel caso di Roma, sono chiamati ad amministrare circoscrizione urbane con oltre 200.000 abitanti.
Intonsi rimangano pure gli emolumenti dei deputati siciliani o dei governatori di Regione che, come nel caso del Trentino Alto Adige, percepiscono stipendi superiori a quello del Presidente degli Stati Uniti.

 CHI PRENDE La Confindustria di Emma Marcegaglia incassa il taglio dell’IRAP e le detrazioni sull’IREP. Cosa buona e giusta, se legata all’incremento delle assunzioni. Peccato che l’IRAP serva a foraggiare il gettito delle Regioni e degli enti locali, che nel 2012 conosceranno un’ulteriore sforbiciata di 3,1 miliardi di euro.
Questo vuol dire una riduzione esponenziale in termini di beni e servizi al cittadino, che però continuerà a pagare gli stessi tributi per avere meno asili, meno ambulatori, trasporti e servizi locali ancora peggiori.
Il Governo dice che compenserà i mancati introiti dell’IRAP con un aumento dei trasferimenti statali, ma non specifica né come né l’importo.
Al contempo, per i Comuni oltre i cinquemila abitanti sono previsti tagli per 1,450 miliardi nel 2012; della stessa entità, ma dal 2013, i tagli ai Comuni con popolazione superiore ai 1.000 abitanti. Per le Province, la riduzione dei trasferimenti sarà di 415 milioni a partire dal 2012.
In compenso verrà reintrodotta l’ICI sulla prima abitazione, opportunamente maggiorata con la revisione e l’aggiornamento degli estimi catastali. L’abolizione dell’ICI aveva suscitato grandi entusiasmi tra i glandicefali del berlusconismo militante, evidentemente ignoranti del fatto che l’imposta sulla casa foraggiava al 70% i bilanci comunali con relativi servizi alla cittadinanza, improvvisamente rimasti senza alcuna copertura fiscale.
La nuova imposta sugli immobili, accorpata nell’IMU, tuttavia non servirà a finanziare la spesa dei Comuni, giacché gli introiti verranno aggregati alle entrate del Tesoro. Pagare una tassa, e per giunta raddoppiata, sulla casa di proprietà (specie se si paga già il mutuo), magari in una zona di estrema periferia e in quartieri degradati, non fa mai piacere. Almeno, era consolante sapere che tali soldi avrebbero contribuito nell’insieme (e in teoria) a pagare l’illuminazione notturna, il rifacimento del manto stradale, la manutenzione degli impianti fognari, l’apertura di nuove strutture polifunzionali nel quartiere… Invece le entrate delle nuova tassa verranno sottratte alle casse comunali per essere incamerati dallo Stato, che però potrà potenziare il “fondo di garanzia per le imprese”, con almeno 20 miliardi di credito a disposizione di un’imprenditoria che non investe, non assume, non fa formazione, paga salari da fame, e spesso evade pure! Evasori che vengono premiati con l’ipotesi di una nuova fiscalità di favore, naturalmente per “far emergere il sommerso”.
 CHI PAGA In compenso, per i Comuni sono previsti ulteriori tagli per un miliardo e mezzo di euro, insieme ai 415 milioni detratti dai fondi per le Province. Però potranno aumentare le imposte locali per compensare le perdite, con un ulteriore aggravio di spesa per i contribuenti onesti.
Sicuramente, a NON pagare la nuova IMU, inclusa la tassa sui rifiuti, saranno gli immobili di proprietà del Vaticano, ad uso commerciale o meno che siano. L’esenzione costa alle casse dello Stato qualcosa come 500 milioni di euro all’anno ed è stata giudicata illegittima dalla UE, che infatti ha aperto una procedura di infrazione a carico dell’Italia. Ma, in questo caso, il parere dell’Europa non è assolutamente vincolante. A chi gli ha fatto notare l’anomalia, il devoto prof. Monti ha risposto: “non ci avevo pensato”. Be’ sarebbe ora di farlo!
 CHI GUADAGNA D’altra parte, non è prevista alcuna imposizione progressiva sulle grandi proprietà immobiliari. Una imposta sulle migliaia di appartamenti invenduti, che le grandi società di costruzioni usano come capitalizzazione bancaria per nuove lottizzazioni immobiliari, determinerebbe infatti un abbassamento dei prezzi alla vendita in risposta alla domanda inevasa di casa (per inaccessibilità al credito e per eccessività dei costi), riequilibrando il mercato secondo la più classica delle leggi.
Certo, ciò toccherebbe assai da vicino gli interessi di personaggi come Francesco Gaetano Caltagirone (il suocero di P.F.Casini che sostiene il governo “senza se e senza ma”). E questo non sta bene… non è cosa da farsi agli amici.
Non mancano nemmeno i regali per gli Istituti bancari. A partire dal 2012, lo Stato italiano fornirà (con fondi pubblici) nuova liquidità alle banche, prendendosi in carico passivi ed insolvenze:

“fino al 30 giugno 2012 è autorizzato a concedere la garanzia dello Stato sulle passività delle banche italiane, con scadenza da 3 mesi fino a 5 anni, o a partire dal 1° gennaio 2012 a sette anni per le obbligazioni bancarie garantite”

Di fatto, lo Stato diventa il garante delle banche e rifonde di proprio le perdite degli istituti privati, a causa di cattivi investimenti o speculazioni azzardate sul mercato dei derivati. E magari continuare a pagare ai vari Alessandro Profumo liquidazioni da 40 milioni di euro per lo splendido lavoro fatto all’Unicredit!
È evocativo che il ministro (e banchiere) Corrado Passera, in un lapsus quanto mai eloquente, faccia riferimento all’applicazione dei suggerimenti di ‘Emma’ (Marcegaglia?), riferendosi ufficialmente al ministro Elsa Fornero la quale si commuove (di gioia?) nel veder finalmente realizzata la riforma della previdenza, che va predicando da almeno dieci anni nelle aule universitarie.
Grande soddisfazione dei ministri tutti per aver esteso l’indicizzazione delle pensioni fino ad 936 euro mensili, recuperando i costi dell’inflazione. Ciò è stato possibile grazie alla fantasmagorica tassa dell’1,5% sui capitali (illeciti) rientrati in Italia grazie alla sanatoria del famigerato “scudo fiscale”. Per tutti gli altri assegni previdenziali invece non è previsto alcun agganciamento al costo della vita. Per le pensioni dai 1000 ai 1200 euro al mese (la quasi totalità delle restanti) si trattava di adeguamenti ricompresi tra i 2,5 ed i 4 euro. Una cifra davvero insostenibile per i bilanci dell’INPS. D’altra parte, non si poteva chiedere di più ai LADRI, che hanno fatto rientrare i soldi rubati nel totale anonimato in Italia e opportunamente “scudati”, liberi di gonfiare i costi del mercato immobiliare. In compenso, si era ipotizzato di elevare la tassazione ordinaria del 2% sui redditi tra i 55.000 ed i 75.000 euro, portando l’aliquota al 43% sull’imponibile.
Coerentemente, questa manovra finanziaria non prevede alcun reale provvedimento contro la (stratosferica) evasione fiscale, a meno che non si voglia reputare sufficiente la tracciabilità dei pagamenti in contanti (inizialmente prevista a partire da 300 euro e poi elevata a 1.000 euro) o la tassazione dei beni di lusso (senza però colpire i leasing o le intestazioni fittizie a società di comodo). Si tassano i natanti ed i posti barca, ma si dimentica che per sfuggire alla tassa questi ultimi possono essere ancorati nei porti adriatici della Croazia e del Montenegro oppure in Corsica.
E infatti i grandi patrimoni ed i grandi redditi sembrano completamente esentati dalla manovra finanziaria che invece falcidia gli imponibili medio-bassi.
LA SALVAGUARDIA DEL POTERE DI ACQUISTO.  In tempi di “recessione” (e noi ci siamo entrati da un pezzo), ci sono due cose da evitare assolutamente: l’aumento dell’inflazione e la stagnazione dei consumi, che innescherebbero la spirale perversa della stagflazione.
A tal proposito, i provvedimenti del Governo Monti sono eccezionali…
Dal 01/01/2012 le accise sui carburanti subiranno un nuovo rialzo, incrementando il prezzo già record della benzina. A questo va poi aggiunto l’aumento dell’IVA che inciderà ancora di più sui costi per il consumatore. Si prevede poi un ulteriore aumento dell’IVA dal 21% al 23% a partire dal 01/09/2012 qualora non fossero rispettati i saldi di bilancio.
In un Paese, dove il grosso delle merci si muove attraverso il trasporto su gomma, è chiaro che il rincaro dell’IVA e delle imposte sui carburanti verrà ricaricato sul prezzo dei prodotti al consumo, ricadendo sull’acquirente finale. In pratica, il cittadino comune a parità di salario pagherà più tasse locali e comunali e si troverà a pagare di più anche i beni primari, a scapito dei consumi e del potere d’acquisto. In compenso, le somme racimolate dal Tesoro andranno redistribuite tra famiglie, donne e giovani… A babbo morto!
Già, i “giovani”… ai quali verrà dedicato il prossimo piatto: la riforma del lavoro, che probabilmente non creerà nuova occupazione, ma falcidierà il posto dei “vecchi”: l’unico vero welfare a livello familiare che funzioni davvero.
Per il Governo Monti, il modello cardine a cui ispirarsi è il “piano Marchionne”, che così strabilianti risultati sta portando alla FIAT…
Dalla padella alla brace!

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LA CURA

Posted in A volte ritornano, Stupor Mundi with tags , , , , , , , , on 9 giugno 2010 by Sendivogius

 

“Cultura” è un concetto che presso certe latitudini politiche continua a rimanere inesorabilmente ostico. Sostanzialmente, è qualcosa di inutile. Altrimenti non si capirebbe come un Renzo Bossi, possa guadagnare (si fa per dire) 10.000 euro al mese come ‘consigliere regionale’. E comunque, non c’è competizione con Sandro Bondi, ministro per i Beni Culturali, che nomina l’amministratore delegato di McDonald’s alla direzione generale di Musei e Gallerie d’Arte, per la valorizzazione del Patrimonio Culturale. Tuttavia, l’incredibile ministro segna un record inarrivabile ponendo un parrucchiere 36enne, in odor di mafia, alla direzione dei lavori di restauro dei Grandi Uffizi.
Decisamente, si tratta di livelli ineguagliabili che nessun Gasparri, e tanto meno l’avv. Gelmini, per quanto dotati di tutti i numeri, potrebbero mai raggiungere.
Per usi e costumi, la Cultura resta minacciosamente aliena al ‘barbaricum’ di governo: le terre incolte dell’etno-nazismo padano e della cleptocrazia berlusconiana, dove la crapula si applica per decreto. In tempi non troppo remoti, simile feccia, al solo sentir nominare la parola cultura, metteva mano alla pistola. Oggi si limita ad un tratto di penna, ma il risultato non cambia…
 


«Ogni tanto il governo fa anche cose buone ed è giusto riconoscerlo. La Finanziaria, per esempio, ha identificato e punito la categoria che maggiormente danneggia il Paese, la più pericolosa per la democrazia. I lettori a questo punto penseranno agli evasori fiscali. Ma in quale paese vivete? Gli evasori sono brave persone, laboriose, creano reddito, soprattutto per se stessi, votano a destra. Per questo il governo li premia con un altro condono.
D’altra parte, è a favore dell’evasione fiscale che si fanno le manovre finanziarie.
Da quando Berlusconi è tornato a Palazzo Chigi, l’evasione è passata secondo i dati del ‘Sole 24 Ore’, da 100 a 120 miliardi l’anno. Venti miliardi in più. Che bisogna recuperare da altri. Anzitutto dagli insegnanti. Questi mascalzoni che riempiono la testa dei nostri figli di cognizioni inutili, culturame, latinorum e algoritmi. Quando potrebbero portare in classe un bello schermo ultrapiatto e sintonizzarlo per tutto il tempo della lezione sul “Grande Fratello”. Comunisti con il pallino dell’istruzione che rovina il popolo. A loro tocca giustamente il salasso peggiore della manovra: due miliardi di euro. Fra le nazioni del G-20 soltanto una ha capito che per uscire dalla crisi il passo decisivo è tagliare l’istruzione. Questa nazione siamo noi, è l’Italia. Lo diciamo con un brivido di orgoglio.
L’Italia ha un grande premier che ha fatto una montagna di soldi senza conoscere il Latino, Leopardi, e l’inglese, ma occupandosi in prevalenza di TV, donne e pallone. Senza contare l’altro genio della ministra Gelmini. Una che per tagliare ha un vero talento. Adesso vuole anche eliminare un paio di settimane a settembre e cominciare le scuole il primo ottobre, perché così, dice, si aiuta il turismo. Qualche azzeccagarbugli di sinistra potrebbe obiettare che nella nazione più turistica del pianeta, la Francia (una volta era l’Italia, ora quinta), le scuole cominciano a fine agosto. Altri potrebbero addirittura obiettare che in Italia ci vorrebbe un vero ministro dell’Istruzione. E perché mai? L’Italia ha già l’indice di scolarità tra i più bassi d’Europa. Basta ancora un piccolo sforzo per tornare alla felice condizione di analfabetismo di massa degli anni Cinquanta, gli anni che prepararono il boom economico.
L’unico ostacolo a questa straordinaria riforma è costituito da un milione e centomila insegnanti della scuola pubblica che si ostinano a fare il proprio mestiere.
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 Curzio Maltese
 04 Giugno 2010

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