Archivio per Famiglia Agnelli

Cucciolo di Agnelli

Posted in Masters of Universe with tags , , , , , , , , , , , , , on 16 febbraio 2014 by Sendivogius

Lupo_travestito_da_pecora

Per capire la crisi economica che sta soffocando l’Italia, a volte basta guardare alla sua sedicente classe ‘imprenditoriale’: gli arroganti padroni delle ferriere, con la loro miseria morale, col loro borioso trionfalismo d’accatto, che non investono e non innovano, in venti anni di politiche industriali inesistenti, ma che pontificano dall’alto delle loro rendite di posizione a trasmissione ereditaria e trazione parassitaria, al sicuro nel loro protezionismo corporativista.
Sono i magnaccia del capitale che guardano alle forme di sfruttamento semi-schiavista del XIX secolo, come una condizione ideale da ripristinare per il rilancio del Lavoro. Che considerano la Democrazia e le sue forme rappresentative come un costo da tagliare, un lusso opzionale che “non possiamo permetterci”.
È il capitalismo straccione, senza capitali e senza idee, che socializza le perdite e privatizza i profitti; meglio se esportati alle Cayman. Che prospera all’ombra delle commesse pubbliche e degli aiuti di Stato. Che discetta di “produttività” e “privatizzazioni”, salvo saccheggiare e condurre al tracollo finanziario le società pubbliche immesse sul mercato, per poi riaccollare il “risanamento” e gli oneri sociali ai contribuenti che pagano le tasse.
Sono i nuovi signori del vapore, che spesso si muovono e si nascondono dietro il profilo caprino di sciacalli travestiti da Agnelli.

Molti giovani non colgono le tante possibilità di lavoro che ci sono o perché stanno bene a casa o perché non hanno ambizione. I giovani devono essere più determinati nel trovare il lavoro, perché ci sono molte opportunità, spesso colte da altri, proprio perché loro non hanno voglia di coglierle. Questo stimolo, legato al fatto che o non ne hanno bisogno o non c’è la condizione di fare certe cose. Ci sono tantissimi lavori da fare, c’è tantissima domanda di lavoro, ma manca proprio l’offerta. Certo, io sono stato fortunato ad avere molte opportunità, ma quando le ho viste ho saputo anche coglierle.”

  John Philip Jacob Elkann
(14/02/2014)

John'Jaki'  ElkannÈ solo l’ultimo di una lunga schiera di saccenti imbecilli che, nati nella bambagia e cresciuti nel privilegio, si sente in dovere di dispensare le proprie lezioncine di vita, nella spudorata strafottenza di chi evidentemente è abituato a flatulare parole in libertà, tra schiere di plaudenti cicisbei a libro paga. Si tratta della prolifica genia di rampolli del “capitalismo” italiano, a dimostrazione che la madre dei cretini, oltre ad essere sempre incinta, non discrimina certo per censo.
Sarebbe curioso sapere di quali sacrifici blatera e quali “opportunità” abbia mai saputo cogliere quest’effeminato fighettino miliardario, che per esclusivi meriti di nascita si è ritrovato unico erede dell’impero finanziario della famiglia Agnelli; rappresentando la Laposcelta obbligata di quart’ordine, dopo la dipartita degli altri concorrenti del clan. E pensando alle alternative in famiglia, non infieriremo sul povero Lapo, che tra i due è sicuramente il fratello ‘normale’ e soprattutto con parvenze umane…
Ci sarebbe da chiedersi quando mai il giovane Jaki, tra le privazioni e gli stenti del suo villone svizzero, si sia confrontato col duro mondo del lavoro, afferrando al balzo le “possibilità” che via via gli planavano sul vassoio d’oro massiccio per privilegio dinastico:
Consigliere di amministrazione nel board della FIAT a 21 anni, fresco di maturità scientifica e nessuna esperienza. Perché la “meritocrazia” vale sempre per gli ‘altri’, che evidentemente non si impegnano mai abbastanza.
Del prodigioso Elkann, uno con più nomi che cervello, si ricorderanno soprattutto la raffica di soprannomi e cariche che va accumulando a velocità della luce, e una possibile segnalazione a Telefono Azzurro per la traumatizzante scelta dei nomi coi quali va martoriando la sua prole: Leone Mosé; Oceano Noah; Vita Talita..! Ma è probabile che la scelta ad cazzum dei nomi per i propri figli, possibimente sotto un trip di acidi, debba essere una prerogativa diffusa tra i ricchi e potenti, per sentirsi originali.
Certe gente dovrebbe continuare ad occuparsi di tartine con la scelta dei vini da accompagnare al foie gras, tra una comparsata al Billionaire ed una puntata all’Aspen Institute, avendo almeno il pudore di risparmiarci i loro ‘consigli’ non richiesti.

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