Archivio per Decreto Gelmini

Il Moschettiere del Re

Posted in Stupor Mundi with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 9 novembre 2008 by Sendivogius

 

moschettiereLA NERA CICALA

 

A Roma in queste ore campeggiano manifesti firmati dal Pd con la mia foto e su scritto ‘vergogna’. E’ uno stile più da Brigate Rosse che da partito democratico. Indicare un obiettivo con una foto in un momento in cui nelle piazze ci sono tensioni è irresponsabile. Sono più stupito che preoccupato da questi allievi di Goebbels e Stalin

(Maurizio Gasparri, Capogruppo PdL al Senato)

 

Infatti l’indignato Gasparri si attiene ai rigori della tradizione: lui è fedele solo alla memoria del Duce quale modello d’ispirazione, giacché “Il fascismo non è la parentesi oscura della storia” (2002).

Tra i nostalgici del glabro Mascellone, l’incontenibile Gasparri è solito distinguersi per i suoi preziosi contributi alla dialettica democratica e per l’attenta sensibilità che da sempre tempera la sua infiammante verbosità. Moralizzatore tra i moralizzatori, è finalmente pronto a colmare un antico trittico mussoliniano, rimasto troppo a lungo incompiuto, tra le sbiadite figure di Achille Starace “il cretino obbediente” e Giovanni Giuriati “l’austero fesso”. Purtroppo, Maurizio Gasparri non è austeroobbediente e, come tutti i dipendenti troppo zelanti, tende a strafare. Avvezzo alla mannaia più che al fioretto, la sua spada è la lingua che proprio non riesce a tener ferma. Instancabile imperversa con la persistenza molesta di uno sciame di zanzare. Esteta dell’invettiva, il Gasparri-pensiero travolge ogni ramo dello scibile come un torrente in piena, scorrendo in libertà con un profluvio di parole che sembra non conoscere limiti né pudori. Pronto ad esplodere fragoroso con la grazia di un peto ad un pranzo di gala, è l’ossesso indefesso dell’oltranzismo presenzialista. Nell’esercito dei portavoce a stipendio, è il mazziere che guida la fanfara dei cicisbei all’unto Cavalier serventi, insieme all’immarcescibile Fabrizio Cicchitto suo alter ego alla Camera. flicfloc-gasparricicchitto

Indimenticato Sottosegretario agli Interni nel 1994, Gasparri dà il meglio di sé nel 2004 quando, in qualità di Ministro delle Comunicazioni, regala a padron Silvio (ed al Paese tutto) la sua omonima legge. Vagliata con procedura di infrazione alle regole comunitarie, la Legge Gasparri è stata bocciata dalla bolscevica Unione Europea (alla quale l’Italia ancora aderisce), per l’occupazione abusiva delle frequenze di Stato da parte di Rete 4. La stessa UE, a luglio 2007 dà 2 mesi di tempo all’Italia per correggere le presunte storture della legge Gasparri sulla parte relativa al digitale terrestre. La richiesta di proroga del governo italiano è stata respinta, ciò vuol dire che con le regole in vigore lo Stato Italiano (e cioè noi tutti) dovrà pagare, a partire da gennaio 2009 e con effetto retroattivo al 2006, una multa di 300-400 mila euro al giorno. La stima iniziale di questa sanzione è tra 328,5 e 438 milioni di Euro. Non che la cosa abbia suscitato grandi preoccupazioni nel successivo governo Prodi o nella sua scalcinata maggioranza. E meno che mai nel Democratic Party de’ Noantri.

Coerentemente, declassato a capogrullo al Senato, Maurizio Gasparri invita a non pagare il canone RAI “che impedisce la libertà e la democrazia”. Uomo del fare, promette l’avvio di “una campagna contro la Rai delle guardie rosse che ha avuto un comportamente inaccettabile e che dovrà essere immediatamente stroncata dai vertici dell’azienda(24 Ottobre 2008 – Agi).

Oggetto dell’indignazione del Gasparri furioso è lo “stalinista” Santoro, reo di aver impedito il solito comizietto dell’ennesimo replicante del verbo berlusconiano, il solo realmente consentito (oltre, naturalmente, ai dispacci dei questurini: la voce della libertà).

La stessa sobrietà e ossequioso rispetto democratico si può naturalmente ravvisare nei confronti di tutti quei facinorosi irriducibili che si ostinano a manifestare contro l’intoccabile Decreto Gelmini: Quanto sta accadendo a Roma e in tante altre città d’Italia è vergognoso”, precisando che “non si è mai vista contestazione più ridicola, più bugiarda, e più manovrata dai partiti”. Altro? Sì certo! Si tratta di provocatori “istigati dai mestatori del Partito Democratico” e con coraggio denuncia i “vergognosi episodi di intolleranza”. Ovviamente Gasparri non si riferisce ai bastonatori fascisti di Piazza Navona, ma a “questa sinistra delle menzogne e della violenza fisica e verbale” che si augura sia definitivamente smascherata”. Presupponiamo che stia parlando della “natura criminogena della sinistra” (Ansa – 18 Ottobre 2008). Soprattutto non poteva mancare l’immancabile definizione di “coglioni” rivolta ai giovani contestatori, in omaggio allo stile aulico e raffinato del Cavaliere Nero di Arcore.

Del resto, Gasparri ha una predilezione particolare per il mondo accademico, il libero pensiero, ed il diritto di critica: “Dopo lo sconcio della Sapienza di Roma ci attendiamo che vengano assunte iniziative per allontanare dall’ateneo i professori ancora in servizio che hanno firmato quel vergognoso manifesto. Questa dimostrazione di intolleranza non può restare priva di conseguenze” (16/01/08 – in occasione dell’opposizione universitaria al monologo papale per l’inaugurazione dell’anno accademico). Uomo d’ordine, il democraticissimo Gasparri consiglia sempre la stessa ricetta: “Epurare”; “Reprimere”; “Rimuovere”; “Punire”.

Ma Gasparri è altresì padre responsabile e genitore amorevole, perciò è molto comprensivo nei confronti dei ragazzi di sinistra, vittime innocenti di “genitori sconsiderati”. Si tratta dei “figli intossicati da cattivi genitori dal cervello bruciato dalla droga e dalle bugie” (18 Ottobre ’08 – Ansa).

Uomo delle Istituzioni, è anche un attento cerimoniere di corte: “Il CSM è una cloaca!” (18 Luglio 2008 – Intervistato su Radio Radicale).

Perciò proprio non si capisce la barbarie leninista con cui è stato attaccato il raffinato Maurizio Gasparri. che in fondo aveva semplicemente alluso ad una presunta collusione del nuovo presidente USA (l’è un negher!) con i terroristi di Al Qaeda. Su tutte, riportiamo la solidarietà del compagno Cicchitto:

Un manifesto incredibile con tanto di fotografia per indicare un bersaglio da colpire. Un manifesto di autentica barbarie che può provocare pericolosissime conseguenze. Il Pd deve solo vergognarsi e dovrebbe chiedere scusa”.

gasparri-on-liberthalia Nel 1296 Edoardo I Plantageneto, re d’Inghilterra, a chi gli faceva notare i rischi connessi con una guerra contro gli scozzesi, rispose: bon besoigne fait qy de merde se delivrer.  

Non prendiamocela perciò col suscettibile Gasparri, La quantità delle sue dichiarazioni è inversamente proporzionale alla qualità dei contenuti, dove le idee (poche e confuse) si perdono in un chiasmo crescente, crepitando nel calderone ribollente dell’iperbole linguistica e della provocazione semantica in una cacofonia inesauribile di castronerie, rumorose esternazioni e imbarazzanti puntualizzazioni. Un trionfo futurista.

Perciò sarà il caso di salutare virilmente lo scoppiettante Maurizio Gasparri con un futuristico vaffanculo.

 

La Difesa della Razza

Posted in A volte ritornano with tags , , , , , , , , , , , , , , , on 17 ottobre 2008 by Sendivogius

 

“La via dolce verso l’APARTHEID”

 

 

16 Ottobre 1943. La Deportazione degli Ebrei romani.

La comunità ebraica romana ha radici antichissime: con una presenza ininterrotta che risale ai tempi dell’imperatore Tiberio, gli ebrei sono i veri cittadini storici dell’Urbe.

All’alba di 65 anni fa, le SS di Herbert Kappler ed Eric Priebke scatenarono la caccia all’ebreo per i quartieri di Roma. Il blitz è doppiamente infame: per la sua intrinseca barbarie che non risparmia nemmeno i neonati o donne in stato di gravidanza, e per le menzogne spregevoli di Kappler. Il 26 Settembre, il Ten. Col. delle SS impone un riscatto con la consegna di 50 Kg di oro, a carico della comunità ebraica della città, in cambio della mancata deportazione. Per questo il successivo rastrellamento del 16 Ottobre coglie la comunità nello sgomento e completamente impreparata.

Fondamentale il contributo delle autorità fasciste, che hanno prontamente fornito gli elenchi aggiornati con i nominativi e gli indirizzi dei “residenti di razza ebraica”, a scrupolosa cura dell’Ufficio Demografia e Razza del Ministero dell’Interno. È il naturale epilogo delle Leggi Razziali di Mussolini e Bottai, promulgate in sintonia con l’alleato nazista.

Dei 1024 ebrei catturati, soltanto 16 hanno fatto ritorno dai campi di sterminio. Unica donna sopravvissuta è stata Settimia Spizzichino. Nessuno dei 207 bambini è sopravvissuto.

 

A proposito di discriminazione, sembra aver recepito bene la lezione il leghista Roberto Cota, promotore di un emendamento al contestatissimo Decreto Gelmini col quale (ne siamo certi) contribuirà ad aumentare l’efficienza della scuola italiana.

Purtroppo una faziosa minoranza di disfattisti ancora si ostina a denigrare l’intrinseca grandezza di certe proposte. Molti nemici molto onore. Così, il molto onorevole deputato Cota, preoccupato degli indici di apprendimento dei giovani studenti, ha presentato una mozione per l’istituzione di classi differenziate tra bambini italiani e stranieri. I figli di genitori immigrati saranno “temporaneamente” distribuiti in classi separate dagli altri alunni, dove un’apposita commissione valuterà la conoscenza della lingua italiana ed il grado di integrazione, previa somministrazione di test, “autorizzando l’inserimento scolastico” del piccolo straniero solo ad esito positivo.

È nota infatti l’attenzione che la Lega riserva da sempre ai problemi del mondo scolastico. Sarà perciò opportuno indicare alcune di queste iniziative di grande spessore e rigore didattico:

– La progressiva rimozione degli insegnanti meridionali dalle scuole del Nord, tramite l’introduzione di una sorta di quota d’ingresso (presupponiamo per requisiti “etnici”).

– L’insegnamento dei dialetti oltre all’Italiano (magari da inserire tra le lingue straniere insieme all’Inglese).

– Lo studio della storia dei popoli padani (Bossi ha leggicchiato Polibio e ne ha ricavato un polpettone mitologico-padano a consumo politico).

– Obbligatorietà per tutti dell’ora di Religione cattolica (intesa come catechesi ecumenica), in quanto momento condiviso di formazione identitaria.

– La ripetizione dell’esame di maturità per il ciuchino di papà: il pluri-ripetente Renzo Bossi (con simili requisiti lo avremo presto in Parlamento con un ruolo di prestigio).

La proposta di Cota si inserisce pertanto nel solco di una gloriosa tradizione. Si potrebbe obiettare che la scuola pubblica italiana, nasce come scuola post-unitaria per unire in un solo popolo una penisola frammentata in micro-entità separate da secolari barriere culturali e linguistiche, strutturate negli infiniti dialetti regionali. Si potrebbe sottolineare che i primi due anni dell’insegnamento elementare sono dedicati quasi esclusivamente allo studio della grammatica italiana dalla morfologia alla sintassi. È infatti opportuno ribadire che in prima elementare i bambini sono analfabeti integrali e si parte da zero (alfabeto, vocali, preposizioni, coniugazioni dei verbi, sostantivi e aggettivi, genere e numero), o si crede che un bimbo di 6 anni abbia le proprietà lessicali di un accademico della Crusca?!? Ma queste inezie non sfiorano quei Figli di Po, degni del loro dio leghista ristretto in un’ampolla come l’immaginifico dei suoi inventori. Loro sono spiriti pratici!

Bene, da che cosa scaturisce l’urgenza di un simile provvedimento?

Esiste un rapporto approfondito e rigoroso a cura del Ministero della Pubblica Istruzione?

Sono state effettuate indagini conoscitive con valore statistico, da parte degli ex-Provveditorati agli Studi (o distretti scolastici che dir si voglia)?

Ci sono segnalazioni dettagliate e numerose da parte di insegnanti ed educatori didattici?

O si tratta piuttosto di un’iniziativa autonoma nel folclore della Lega? E come pensa l’onorevole Cota di strutturare le selezioni per i degni di inserimento? Non con quiz scritti a risposta multipla o patenti a punti, si spera! Ma non dovrebbe spettare ai singoli istituti, in nome dell’autonomia scolastica, scegliere (a seconda dei casi e delle singole realtà) le soluzioni ed i provvedimenti che riterranno più opportuni?

Ad essere sinceri, qualche perplessità l’ultima iniziativa dei Và Pensiero l’ha sollevata anche tra gli alleati di schieramento. Persino la ducia Alessandra Mussolini si è risentita. Comunque niente di grave, l’emendamento è passato con una solida maggioranza alla Camera. Ad afflosciare il turgore celodurista dei leghisti ha provveduto un Italo Bocchino che, ingoiato il rospo, ha cercato di indorare la pillola ai suoi riluttanti colleghi del PdL: è bastato scambiare il verbo “autorizzare” col più pragmatico “favorire” e le resistenze sono subito cadute. Sottigliezze semantiche. È sufficiente indicare le degenerazioni razziste di stampo nazistoide della Lega come forme di sensibilità partecipata alle peculiarità pedemontane, per dare ai suoi ostensori la rilevanza politica e lo spazio pubblico che nemmeno una cloaca sarebbe disposta a concedere. E non ci si allontana troppo dalla verità se si pensa all’emendamento leghista, come all’ennesima trovata per compiacere gli istinti beceri di un elettorato semplicemente osceno nella sua miseria umana e culturale.

In Italia, dove la frequenza scolastica è un obbligo, si ostacola l’ottemperamento della legge restringendo i requisiti d’accesso alla scuola pubblica. Si istituiscono ghetti scolastici dove parcheggiare gli alunni stranieri, affinché sia chiaro fin da subito che la loro diversità è reale, insanabile, e non integrabile. Probabilmente disturba questa discromia nel tessuto urbano, vissuta come contaminante e pericolosa. Era necessario un provvedimento urgente per ristabilire le giuste differenze. Era indispensabile istituzionalizzare per legge a livello nazionale le “classi ponte”. Simili classi sono un ponte verso il nulla. Perché mancano i fondi per gli insegnanti di sostegno e di recupero, per i corsi e le infrastrutture didattiche… Si è eliminata l’I.C.I per motivi elettorali e ora per recuperare il gettito fiscale si distrugge l’insegnamento pubblico.  In una scuola massacrata dall’avvocato Gelmini per esigenze di cassa, quale spazio può esserci per italiani di vecchia e nuova generazione? Soprattutto quale scuola e quali prospettive di apprendimento, se gli edifici scolastici vengono chiusi (e probabilmente cartolarizzati per la vendita immobiliare), se gli organici vengono drasticamente ridotti e le ore di lezione tagliate, le classi accorpate in stanze fatiscenti? Ah già! Ci pensano i privati… le fondazioni… certo come no?!?

 

P.S.  Hanno detto:

La principale impresa dei protofascisti e dei radicali di destra in Sudafrica non fu quella di creare un proprio movimento di successo, ma si spostare il Partito Nazionale, dopo il 1945, ancor più verso destra e il razzismo radicale e verso quella dottrina e quel sistema che, dopo il 1948, si trasformarono in apartheid, con la conseguenza di una riduzione del potere del Parlamento e dei diritti civili anche per i bianchi” (…) Nonostante una parziale revisione del sistema politico, il Sudafrica rimase una “democrazia razziale”, non un sistema autoritario”.

Stanley G. Payne – A History of Fascism, 1914-1945;

Newton Compton Editori, Roma 1999.