Dinanzi alla recrudescenza emergenziale creatasi attorno alle legittime aspirazioni del meraviglioso paese delle meraviglie ‘sharaitiche’ nella terra di Daesh e del magico Califfo di Baghdad, nella miope visione etnocentrica dei miscredenti d’Europa, ben pochi si sono interrogati sui tormenti e sui terribili patimenti che troppi spiriti puri, integralmente devoti alla legge del profeta, devono subire quotidianamente nella loro cattività europea, costretti come sono a subire le indicibili tentazioni dell’Occidente bieco e corrotto, vivendo nel terrore (quello vero) di poter essere in qualche modo contaminati da tanta empietà.
Per questo girano in ‘rete’ da tempo manualetti pratici con le fondamentali istruzioni su come “sopravvivere in Occidente”, riservati ai pii musulmani deportati a forza nelle terre degli infedeli per essere sottoposti ad ogni forma possibile di oppressione, in attesa di una prossima reconquista islamica.
Gli esperti di settore e specialisti in counter-insurgency vi diranno che si tratta di materiale difficilmente reperibile, abilmente nascosto nelle pieghe del “deep-web”. Infatti a noi ci sono voluti ben 45 secondi per trovare in blocco tutta la collezione al gran completo.
Si tratta di pubblicazioni propagandistiche, redatte a cura del sedicente “Stato Islamico”, e riservate ai propri militanti o aspiranti tali che si trovano a vivere per chissà quale alchimia del caso nelle nazioni popolate dai kuffar, ovvero chiunque (indistintamente dall’appartenenza religiosa) non sia abbastanza fanatico da rispondere con gioia ed abnegazione al grido di libertà che si leva alto da Raqqa. Ne esistono per tutti i gusti, confezionate con l’inconfondibile copertina nero catrame, e personalizzate per i mujaheddin fai-da-te a seconda del luogo di provenienza. Tra queste, la più gettonata sembra essere la premiata serie a puntate che va sotto il nome di “Black Flags” e che attualmente si compone di sei volumetti con tendenza alla crescita:
Black Flags from Khurasan (from the East)
Black Flags from Palestine
Black Flags from Syria
Black Flags from Arabia
Black Flags from Persia
Black Flags from Rome
Tutte insieme costituiscono opuscoletti imbarazzanti che raramente raggiungono il centinaio di pagine. Scritti in un inglese tanto approssimativo quanto elementare, sono un incredibile condensato di puttanate allucinanti, intrise di deliri mistici e profezie apocalittiche, speziate con qualche interpretazione coranica estrapolata dalla tradizione hanbalita e inzeppata nel mucchio con citazioni buttate ad cazzum di Ibn Taymmyya. Insomma, è un segno tangibile della modernità che avanza all’ombra della Mezzaluna..!
Avvincenti come un grappolo di emorroidi infiammate, narrano la storia futura e fantastica del prodigioso Dawla al-Islamiya, “la nazione più forte del mondo”, che non appena avrà vinto la sua guerra in Siria e conquistato lo Yemen, sommergerà coi propri vessilli neri e milioni di guerrieri la penisola arabica, per annunciare il ritorno del Mahdi ed instaurare il califfato mondiale: il Khilafah (l’aspetti). La proclamazione del lieto evento è prevista per il 2020 (segnatevelo sul calendario). E sostanzialmente dovrebbe coincidere con l’anno dello scontro finale, culminante nella grande battaglia di Dabiq quando un’armata di 100.000 ‘Romani’, unita sotto le bandiere di ottanta nazioni alleate coi persiani, affronterà l’esercito del Califfo dando inizio al Malhama al-Kubra (il Grande Armageddon) e terminerà con la conquista di Roma.
Le modalità di invasione, che dovrà partire dalla costa nordafricana, prevedono l’uso esclusivo di un’enorme flotta navale (senza alcuna forza aerea), che non risalirà la Penisola via terra ma si muoverà unicamente per mare prima del grande sbarco. Non sapendo bene dove sia collocata la città e ignorando tutto o quasi della geografia italiana, i nostri barbuti saraceni hanno cercato di farsene un’idea su Google Earth, scovando altresì una formidabile ridotta strategica dove allestire una solida testa di ponte da cui far partire l’offensiva finale. Come base per l’attacco è stata quindi scelta (immaginiamo dopo attenta valutazione) una imprecisata isoletta dell’Arcipelago toscano che sembrerebbe essere Giannutri, in quell’inespugnabile bastione difensivo che è il “Vecchio Faro”, con supporto di artiglieria direttamente dalla costa tunisina.
Il nome dell’isola non viene divulgato per ovvi motivi ‘strategici’..!
«Case study: Let’s take a look at Italy, it is likely that some Islamic fighters will depart from Tunis and go onto the Western islands neighbouring Italy. From there, they will enter the sea port….The picture of the il vecchio faro building is useful because it would give the fighters knowledge of the area/terrain, the building type, and how to use the building to their advantage etc. Once they capture that building, they can move forward deeper into Italy with more Google Earth satellite knowledge of the territory ahead.»
Sono letture demenziali, alla stregua dei “Diari di Turner“ per intenderci, e costituiscono il frutto perverso di una mente gravemente disturbata, pervasa com’è da una arcana imbecillità. Al confronto, l’opera di Fratello Mahdi sulle magnifiche sorti del Califfato in Siria costituiscono un raffinato capolavoro promozionale. E infatti il marocchino El Madhi Halili (questo il suo vero nome) è stato subito scarcerato e opportunamente premiato con il conferimento della cittadinanza italiana. Perché l’Italia sa come rintuzzare la minaccia “jihadista” confezionata in casa.
Il complesso di castronerie abissali, baggianate da citrullo esaltato, insieme alla totale assenza delle più elementare nozioni geografiche ed alla desolazione culturale che contraddistingue l’ignoranza assoluta di questi invasati caproni analfabeti, farebbe pensare ad una sorta di “fake”, perché una qualunque mente dotata di un minimo di raziocinio tende a dubitare che possano esistere davvero simili mandrie di imbecilli; almeno finché non li vedi all’opera…
Per quanto riguarda la messa in pratica di un così avvincente quadro profetico, insieme a tutto l’armamentario per la sopravvivenza della perfetta “cellula dormiente”, esistono poi altre pubblicazioni di natura più pratica, raccolte nella nuova serie “How to survive in the West“, con istruzioni su come organizzarsi, mimetizzarsi, e “sopravvivere” in Occidente. Si segnala allo scopo la fondamentale “Guida del Mujahid“ fresca di pubblicazione (2015).
Ad una prima sfogliata, ci si rende conto che molto probabilmente i testi sono stati redatti in Gran Bretagna o comunque destinati ad un pubblico lì residente. La particolare attenzione che viene prestata ai media britannici, con ritagli e commento dei giornali inglesi, insieme ai continui riferimenti ai London’s riots del 2011 sembrerebbe confermarlo. L’autore dovrebbe essere di origine africana, non foss’altro per la cura con cui ama distinguere tra “bianchi”, “neri”, e “marroni”, con pignola degradazione di colore quando parla di “razze”. Ordunque, per conquistare l’Europa (che il misterioso autore percepisce come un blocco unico) e dunque la sua capitale (che viene identificata con Roma), il segreto risiede nella costituzione di gangs di soli musulmani, che ovviamente sono the most peaceful citizens of the world.
La premessa è delle più accattivanti… Siccome molti cittadini di fede islamica hanno speso svariati milioni di euro per propagandare la propria religione con pacifici inviti alla conversione (Da’wah), e poiché questi impenitenti di europei miscredenti (imboccati dai loro leader e dai media) di convertirsi alla vera fede proprio non ne vogliono sapere, un simile diniego ha costretto ogni vero musulmano a radicalizzarsi. E questo rifiuto alla conversione, nonostante la generosa offerta, è il motivo per cui gli infedeli verranno sconfitti e Roma conquistata. L’autore ama utilizzare anche la parola “liberata” (?!?).
«Le persone che detengono il controllo dei media hanno tenuto l’Europa ed il mondo occidentale come loro roccaforte per oltre 1000 anni. E non vogliono che l’Islam prenda il sopravvento. Pertanto vogliono continuare ad avere la loro autorità, il loro adulterio, vino e denaro, e non vogliono perderli. Così stanno facendo una campagna mediatica con miliardi di dollari per contro lo Stato islamico in Medio Oriente, per fermare l’ascesa del vero islam in Occidente. Tutte i principali produttori di alcol, gioco d’azzardo e le aziende di prodotti proibiti (haram) stanno finanziando questo progetto, perché se l’islam sorgerà in Occidente sanno che perderanno qualsiasi cosa. È una questione di vita o di morte per entrambi, perché solo uno potrà sopravvivere.
L’ultimo messaggero di Allah, Muhammad (che la pace sia su di lui) ci ha promesso che vinceremo e, alla fine prenderemo la capitale d’Europa (Roma), ma solo dopo che avremo conquistato la Persia (Iran).»
Che dire?!? Viene in mente la battuta meglio riuscita di Jessica Rabbit…
“Non sono cattiva… è che mi disegnano così”
Peccato che riguardo all’aspetto, il paragone non sia esattamente lo stesso…
Per sopravvivere alle insopportabili persecuzioni che opprimono i credenti della “vera fede”, bisogna pertanto organizzarsi nell’attesa dell’inevitabile guerra che ne scaturirà.
È inutile dire che le fanfaronate dello stupracapre di turno raggiungono livelli unici, tanto è perso nella sua minchioneria senza speranza. Il Mujahid in incognito, prima della sua chiamata alle armi, dovrà agire alla stregua di un “agente segreto dalla doppia vita” al servizio della jihad globale. A suo modo costituisce una variante demente del mitico 007, ridotto ad una macchietta caprina che spreca il suo tempo a pregare col culo per aria; che non beve, non fuma, è votato al suicidio (il momento migliore della sua inutile esistenza) e che soprattutto non tromba mai. Il perfetto “agente” è un lupo solitario, un potenziale sociopatico senza amicizie né legami di sorta; più è giovane e meglio è (recruiting teenagers and children) perché più facile da indottrinare.
Tuttavia, alla luce dei recenti eventi parigini, qualche elemento può risultare interessante…
“La tua sola connessione con lo Stato islamico sarà di tipo ideologico…
Imparerai come diventare una cellula dormiente pronta per essere attivata in ogni momento, non appena la Umma avrà bisogno di voi… dimostrandoti molto più amichevole e di mentalità aperta col pubblico occidentale…”
Allo scopo sarà bene tenere la propria vera identità segreta e scegliersi un soprannome, meglio se occidentalizzato, camuffando il proprio aspetto. Tingersi i capelli, usare parrucche e lenti a contatto… può tornare utile. Ovviamente la parte più esilarante riguarda come acquisire tutte le competenze necessarie, riguardo alle tecniche di combattimento e su come usare le armi. Il nostro esperto in jihad consiglia di addestrarsi giocando a GTA e Modern Warfare della serie “Call of Duty”; sorvoliamo sul fatto che in quest’ultimo videogame il cattivone da annientare in giro per il mondo sia un gruppo integralista islamico, alleato con una fazione di ultra-nazionalisti russi.
Non mancano consigli su come fabbricare ordigni in casa, cinture esplosive per l’aspirante “martire”, ed autobombe. Le istruzioni sono talmente approssimative, che c’è il concreto rischio di saltare in aria con tutto il garage.
Un po’ più complesse sono invece le modalità per la conquista delle metropoli europee. Dopo attenta spremuta di meningi gli autori del manuale hanno trovato la soluzione, attraverso la costituzione di gang islamiche (usbah), poste sotto il comando di un capo che abbia il controllo di una specifica città o di un quartiere e sia in grado di assicurarsi la fedeltà e la crescita della banda. L’autorità ed il potere del capobanda verranno cementate dalla sua capacità di imporre la “protezione” su una data porzione di territorio, garantendo assicurando servizi e tranquillità ai suoi “protetti” dai quali pretenderà il pagamento di una tassa in denaro, mentre fornirà lavoro e benefici agli affiliati della gang in cambio di fedeltà. Il leader deve essere rispettato e temuto da tutta la società. Deve dimostrare di saper controllare il suo territorio, da amministrare come un’entità autosufficiente ed in grado di funzionare come uno stato nello stato. Il leader dovrà inoltre attrarre quante più persone nel circuito della propria organizzazione, al fine di aumentarne il sostegno e le coperture.
In pratica, il mujahid di casa nostra ha inventato la MAFIA. Sarà per questo che il principale ostacolo alla conquista di Roma, viene identificato proprio con l’esistenza della mafia italiana quale pericolosa rivale.
Poi certo il riferimento ideale è sempre il medioevo in un deserto popolate di capre consenzienti, nell’evoluto mondo dei clan tribali…
“A leader like this might be called a Tribal elder, a King, a President or a Caliph, while others will call him a Gang leader. The title doesn’t matter, what matters is he has Authority to enforce his commands over people.”