Uno spot elettorale ha sempre una componente imbarazzante, soprattutto per chi presta la propria faccia alla farsesca sceneggiata e subito dopo se ne pente, confidando invano nell’oblio… Sono come le immagini compromettenti, imprudentemente postate in rete: prima o poi rispuntano sempre fuori. Ne esiste persino una raccolta storica, con tanto di archivio tematico [QUI]: se amate il trash più estremo, guardateveli! Sono una roba devastante. E meditate sull’uso che avete fatto del vostro voto.
Sostanzialmente, sono monumenti a peritura memoria, (s)consacrati alla minchioneria politica di uomini (donne) e candidati allo sbaraglio, nell’arena girevole del kitsch elettorale.
Come sempre, la realtà supera anche le migliori finzioni. E quasi mai è un bene.
Il M5S, nell’ingenuità dei neofiti, non fa eccezioni e nella sua pretesa di cambiamenti epocali finisce col riciclare strumenti di propaganda vecchissimi, con risultati non proprio eccelsi… In questa prospettiva, i profili dei candidati alle cosiddette “parlamentarie” (le primarie del M5S), presentati in rete con tanto di filmino amatoriale, sono qualcosa di imperdibile (o quasi)… Non raggiungono l’esilaranza comica dei casting del “Grande Fratello”, ma lo straniante effetto demenziale è lo stesso. Ed è ancor più riuscito, perché involontario.
Tra i 1.400 candidati alle “parlamentarie” del M5S spicca l’assenza quasi totale di donne. In compenso, abbondano le profusioni di fedeltà a ‘Beppe’ e la ripetizione compulsiva degli slogan del MoVimento, che si presuppone i votanti già conoscano.
Qualche profilo interessante indubbiamente c’è… Non vi diciamo quale. Per il resto, sono un concentrato di ovvietà e di improvvisazioni da far tenerezza, quando non si ride di gusto.
Sono una mamma… Sono felicemente sposato… Ho uno, due, cinque figli… (e sti caxxi, no?!?)
Tra i requisiti fondamentali di questi aspiranti legislatori, che vorrebbero spazzar via la “la casta” (auguri!), vengono rivendicati con orgoglio:
– Leggere con assiduità il blog di Beppe Grillo (fin dal 2009!)
– Aver creato loro stessi un blog (mei cojoni!)
– Aver partecipato al V-Day (1 e 2), nonché alla Woodstock 5 Stelle
– Aver aderito a un qualche meet-up, diffondendo i proclami di Beppe su facebook
E tanto basta!
La carrellata (quasi) completa dei fenomeni la trovate QUI, nel pieno fulgore delle loro declamazioni oratorie.
Si vota rispettando gli orari di ufficio della Casaleggio Associati, che gestisce server e software e sito e votazioni delle “parlamentarie”. Non sono previsti “garanti”, né modalità di certificazione o verifica dello sfoglio elettorale. È la famosa trasparenza a 5 stelle.
Al contempo, sono escluse domande, contraddittori, e qualsiasi forma di incontro pubblico coi candidati, che sono scelti esclusivamente tra i trombati delle precedenti tornate elettorali e possono interagire con i loro potenziali elettori (tutti rigidamente iscritti al MoVimento), nell’unica forma evidentemente consona agli adepti del grillismo militante: il monologo autoreferenziale.
Gettonatissima per le location improvvisate è la presenza del mascherone sorridente di Guy Fawkes, con l’immancabile richiamo a “V per Vendetta”. Ovviamente si tratta della mediocre versione cinematografica e non certo della ben più feroce e complessa graphic novel di Alan Moore, da cui il film è tratto.
Nel complesso, è forte la prevalenza di sinistrati in cerca di Autore (o padrone).
Sarà l’emozione; sarà la poca dimestichezza con le telecamerine, che si pretende però di puntare contro la faccia di chiunque altro, ma a visionare le centinaia di filmini da autodidatta la sensazione prevalente è quella di trovarsi dinanzi ad un deprimente concentrato di nerds e di sfigati, come è difficile trovarne perfino negli imbarazzanti casi umani che dimorano abitualmente in certe sezioni di partito.
C’è quello che osserva con fissità bovina l’obiettivo della telecamera… l’altro che invece non riesce a stare fermo per due secondi di fila.
C’è quello che se ne sta irrigidito sul divano di casa, come un pugile suonato a bordo ring… E chi invece se ne rimane quasi rannicchiato in cantuccio, tutto rattrappito, temendo quasi di disturbare.
C’è il Piacione…
C’è quello che osserva l’Infinito e non riesce a fissare l’obiettivo, manco se glielo punti in faccia [QUI]
C’è quello che si fa intervistare dal figlio, mentre legge il canovaccio sul ‘gobbo’ [QUI]
C’è l’Imbavagliato che parla per cartelli. E bisogna dire che (non) ci mancava un po’ di colore in Parlamento.
C’è il piccolo professionista di provincia, che magari dice cose degnissime, ma lo fa con una flemma esasperante, dai processi di attivazione rallentati [QUI].
C’è il Pendolo, nonché macchietta comica che sembra uscita da una sceneggiatura di Verdone…
La somiglianza con la folla di anonimi esauriti che chiunque, almeno una volta nella vita, ha avuto la ventura di incontrare su un autobus è forte:
E d’altra parte delle anonime “parlamentarie”, pochissimo pubblicizzate, non si parla nemmeno sul blog del Profeta: troppo concentrato com’è con le solite contumelie anti-sistema e sopratutto troppo impegnato nella sua personalissima guerra contro il Partito Democratico, sostanzialmente colpevole di non essersi sciolto nel calderone del grillismo, come avvenuto per l’IdV dello sprovveduto Antonio Di Pietro che a forza di corteggiare Grillo ne è finito fagocitato.
È curioso che il PDmenoElle, con la sua organizzazione così obsoleta e arcaica da ‘vecchia politica’, sia riuscito a mobilitare per le sue “primarie” qualcosa come quattro milioni di elettori (senza chieder loro l’iscrizione al partito), che si sono mossi fisicamente per mettersi pazientemente in fila ai seggi improvvisati, mentre l’alfiere della Democrazia 2.0 con la sua rete del futuro ha racimolato appena 100.000 iscrizioni alle votazioni per le “parlamentarie”, tra gli aderenti al suo sedicente MoVimento. Tant’è la sensibilità democratica, che ai grillini risulta difficile persino completare un’iscrizione on line, senza nemmeno dover spostare le natiche dal proprio salotto. Molto meglio continuare a postare insulti anonimi, contro chiunque osi pronunciare il nome del Grillo invano, con insufflate di basta! e vergogna! e vaffanculo! che fanno tanto gggente inkazzata.
3.900.000 di votanti vs 100.000 (scarsi): la differenza che separa un successo da un flop; il divario che intercorre tra partecipazione democratica e propaganda populista…
Alla seconda, di solito basta un tribuno ambizioso, con una dose in eccesso di narcisismo, ed una folla sensibile ai facili entusiasmi. E alla pagliacciate.
Con pochi ritocchi, la strategia è la stessa di sempre: l’attesa spasmodica del Conducator; il pathos costruito dell’uomo della provvidenza, che tutto promette e quasi nulla risolve; le aspettative della folla, pronte ad esplodere in entusiasmo collettivo; un po’ di machismo, culto della gioventù e dell’energia fisica esibita dal risolutore, contro le logore forze decadenti delle vecchie cariatidi demo-pluto-massoniche…
“Per tenermi in forma correrò davanti al camper per qualche chilometro tutti i giorni, come Forrest Gump. Chi vuole potrà correre con me.”