Archivio per Cambiamento
BLINDFOLD GAME
Posted in A volte ritornano, Stupor Mundi with tags Autocrazia, Beppe Grillo, Cambiamento, Capo politico, Consultazioni, Democrazia, Governabilità, Governo al buio, Instabilità, Liberthalia, M5S, Movimento, Pierluigi Bersani, Politica, Presidente della Repubblica, Quirinale, Rivoluzione, Silvio Berlusconi, Stato, Statuto, Threesome on 21 marzo 2013 by Sendivogius“In regione caecorum rex est luscus”
Nella selva oscura delle (im)probabilità dove ogni via sembra smarrita, tra giocate e scommesse alla cieca, la posta in gioco è un bel Governo al buio con tanto di ménage à trois.
E però sarà bene ricordare che, di solito, terminato il ciclo temporale, alla fine di ogni rivoluzione segue sempre la restaurazione…
Bagno di Sangue
Posted in A volte ritornano, Kulturkampf, Stupor Mundi with tags Adolf Hitler, Adriano Celentano, Beppe Grillo, Cambiamento, Camillo Berneri, Carta d'intenti, Casta, Centro, Cialtroni, Comunicazione, Democrazia, Elezioni, Elezioni 2013, IMU, Italia, Linguaggio, M5S, Mein Kampf, MoVimento 5 stelle, Nanni Moretti, Palombella rossa, Parlamento, Parole, Partiti, Partito Democratico, PD, Plebe, Politica, Populismo, Protesta, Sinistra, Sistema, Società, Sondaggi, Sussidio di cittadinanza on 20 febbraio 2013 by SendivogiusIn uno dei suoi film più significativi, Nanni Moretti, esasperato dalla terrificante sequenza di idiomatismi della sua intervistatrice, la congeda a schiaffoni (“ma come parla?!?”). Perché le parole sono importanti.
“Chi parla male, pensa male e vive male.
Bisogna trovare le parole giuste:
le parole sono importanti!”
Palombella rossa (1989)
Oggi, dinanzi alla crisi neo-weimariana di partiti con scarso o nessun appeal, ci ritroviamo nuovamente a discettare sulla discesa in campo dell’ennesimo miliardario, che arringa le folle con invettive da bar sport e metafore bellicose dalle gocciolature grandguignolesche.
Per gli strani ricorsi della storia, inconsapevoli se ci tocchi di vivere in sorte la farsa o la tragedia, a segnare lo zeitgeist di un tempo imperfetto è la staffetta tra il monarca che si fece buffone ed il giullare che volle farsi re, a ruoli interscambiabili, nell’imprescindibilità del cialtrone come figura immanente della politica italiana e per il sollazzo della plebe plaudente.
Dopo lunghi anni trascorsi a bandire ed esorcizzare ogni forma di dissenso organizzato, dopo la remissione sociale di una generazione dimenticata prima ancora che “perduta” (difficile smarrire qualcosa che non si è mai cercato), di rancore da parte di chi ansioso più che altro di omologarsi al “sistema” se ne è sentito respinto, di rabbia sopita e sempre inespressa, gli italiani hanno finalmente riscoperto il gusto per la “protesta”, che nella Penisola ha sempre assunto di preferenza le forme delle recriminazione, erroneamente scambiata per ‘rivoluzione’…
In un’altra crisi altrettanto devastante (quella del 1929), Camillo Berneri, che evidentemente conosceva bene la malapianta del populismo, ebbe a dire con la lucidità che ne contraddistingueva le analisi:
“La rivolta non sarà morale. Sarà lo scoppio di un generale malcontento egoistico, di una esasperazione di ventri vuoti.”
Attualmente, in Italia il meglio che la protesta ha saputo produrre è Beppe Grillo e la sua alba dorata a cinque stelle: specchio di una nazione, in grado di dirla lunga sul livello di maturità democratica e coscienza civile di un popolo che, con ogni evidenza, non riesce proprio ad affrancarsi dal mito del demiurgo risolutore e dalle pagliacciate ad effetto nella fiera dell’arcitaliano.
E per fortuna che al fianco del profeta ha preso posizione anche Adriano Celentano! Adesso sì che siamo davvero in una botte di ferro (proprio come quella di Attilio Regolo).
Capita così che un’ordinaria campagna elettorale (la più scialba e vuota che si sia mai vista!) diventi un “bagno di sangue”, ignorando evidentemente il significato del termine, con parlamenti da bombardare e rastrellamenti da fare, per galvanizzare le scalcinate sturmtruppen alla “terza guerra mondiale”.
Mai come oggi è stato facile inveire contro i partiti. Oggettivamente sono indifendibili. Di questi si può ormai dire di tutto e di peggio. Ma una protesta è destinata ad essere senza futuro, se è priva di idee concrete. E non è che il Paese si può fermare, fintanto che gli ensiferi se ne facciano venire qualcuna su suggerimento del misterioso “Staff” ed elaborazione della Casaleggio Associati.
Se è semplicissimo criticare e denigrare i programmi dei partiti in lizza, si dimentica però che ciò è possibile per il semplice motivo che le proposte e l’offerta elettorale è arcinota e dunque confutabile.
Per questo possiamo rigettare le ricette monetariste di un Monti, arenato nell’indecenza della sua arroganza accademica.
Rifiutare l’inconsistenza dell’elusivo partitone bersaniano che nella sua “Carta di intenti” riesce a non pronunciare quasi mai la parola ‘sinistra’, ma ha la disarmante onestà intellettuale di vendere anima e culo “per un accordo di legislatura con le forze del centro moderato” (pag.8), con esplicita ammissione, a prescindere da qualunque sia il risultato elettorale:
«I democratici e i progressisti s’impegnano altresì a promuovere un “patto di legislatura” con forze liberali, moderate e di Centro, d’ispirazione costituzionale ed europeista, sulla base di una responsabilità comune di fronte al passaggio storico, unico ed eccezionale, che l’Italia e l’Europa dovranno affrontare nei prossimi anni.»
(pag.14)