Archivio per Barbara D’Urso

Democristiani 2.0

Posted in Masters of Universe with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 26 ottobre 2014 by Sendivogius

Partito Democratico CristianoAl netto di battutacce da trivio e risposte scontate… dove va la “nuova sinistra” del premier più figo che ci sia?!?
SELFIE-MAN (3)Mentre a Roma sfilava un milione di persone sotto le bandiere rosse della CGIL, un migliaio di sottopanza del boss e aspiranti tali si davanoOLYMPUS DIGITAL CAMERA appuntamento in un vecchio capannone abbandonato, di quelli adibiti a deposito per rottami post-industriali, per celebrare i fasti ed i trionfi del renzismo più garrulante che trionfante, tra slides e masturbazioni collettive, ansimando 41% e aaancoraaah 80 eurooh!!!
Finalmente, un ventata di aria nuova!
Renzi il FichissimoNon più gli stanchi rituale di una “sinistra” antica: la dignità del lavoro; la difesa dei diritti; l’estensione delle tutele; gli operai (in mobilità); i precari ed i parasubordinati; i pensionati, che con la loro pensione mantengono IL MOSTRO ROSSOfigli e nipoti disoccupati; e poi c’è il sindacato… Per non parlare di tutti quei pallosissimi fossili improduttivi di una società triste, che una certa Sinistra si ostina a voler difendere e rappresentare alla luce del giorno, mostrando quelli che un tempo si sarebbero chiamati i più deboli.
Che roba, Contessa! Che noia, signora mia!
Vuoi mettere i salottini patinati di una Barbara D’Urso, in equilibrio coi trampoli ai piedi?
La DifferenzaO le conventicole raccolte al chiuso di un garage, trasformato in una sorta di sala bingo, coi tavolini numerati, ad appiccicare post-it su una lavagna e stilare pensierini minimalisti su come fabbricare l’acqua calda.
Shunya Yamashita (detail) Va in onda la Leopolda.5: il raduno delle cheerleaders adunate alla convention del Capo, per il nuovo lancio promozionale degli annunci, nella campagna di televendite al netto della fuffa smerciata finora.
Soprattutto, la Leopolda segna la schiusa completa per gli ambiziosi pulcini dell’ultima covata democristiana, rimasta in caldo nella pancia del partito bestemmia, dopo la lunga incubazione dalle parti della “Margherita”, per una rinascita finalmente completa della Democrazia Cristiana, nella sua variante peggiore: quella demagogica e populista di Fanfani, in aggiunta all’apparato affaristico-industriale dei dorotei, col suo potere sotterraneo fatto di relazioni e lottizzazioni. Il puzzo di sagrestia è lo stesso, ma con quel pizzico in più di berlusconismo, che ancora mancava ad insaporire l’immondo pastone.
heikkileis_mould11Ma la Leopolda, creatura personalistica del Bambino Matteo per l’epifania di se medesimo, costituisce anche la passerella d’onore dei fighetti rampanti, approdati alla corte del piccolo principe fiorentino. Ovviamente, all’appello non mancano mai i ruffiani compiacenti: fiutano l’odore del potere, come le mosche quello della merda. E ci vivono appiccati addosso, tanto non ne possono fare a meno.
Proprio come vuole l’antica concordia ordinum nell’applicazione di 02 - Charles_Mansondemocristiana memoria, la Leopolda è occasione di incontro e negazione: Lavoratori e Padroni insieme, come una Grande Famiglia (Manson). Perché siamo tutti sulla stessa barca: nel senso che la maggioranza dell’equipaggio rema, fermo al suo posto e legato alla panca del vogatore, come nelle galee di una volta, mentre pochissimi impartiscono gli ordini, all’occorrenza usano la frusta per farsi ubbidire, e se ne stanno comodamente nella cabina di poppa. Se la nave affonda, hanno sempre la scialuppa pronta per sé, mentre tutti gli altri vengono lasciati ad affogare.
Siamo tutti sulla stessa barca (Liberthalia'13)Ad aprire la sfilata dei ricchi e schifosi, si segnala in prima fila Davide Serra, consigliere e gran finanziatore del Telemaco alla rivoluzione dei tweets. Intervistato, lo Davide Serraschizzatissimo Serra, ad essere cattivi, sembrava un cocainomane fresco di tiro, per una sniffata consumata in fretta nei cessi della Leopolda. È lo stesso che vuole proibire il diritto di sciopero, ma è anche un esperto di politica salariale e tutela del potere d’acquisto dei lavoratori, come sanno bene alla Elettrolux.
Il NegrieroDi questo passo, proporrà la reintroduzione del lavoro servile, l’uso delle frusta e l’eliminazione dell’inutile riposo notturno (perché la gente ha bisogno di dormire?) per incrementare la produttività.
Tuttavia, oltre al sostanzioso contributo di Davide Serra (175.000 euro), nel suo complesso la kermesse renziana ha raccolto in pochi giorni due milioni di euro di finanziamenti privati. A maggior ragione, a riempirne la pancia e ad alimentarne gli ‘ideali’ c’è un po’ di tutto: speculatori con volto e portafoglio bello pieno; imprenditori della delocalizzazione a sfruttamento estero; padroni delle ferriere ed i negrieri di Confindustria, in orgasmo multiplo da licenziamento facile; boiardi di Stato e arrivisti rampanti, in cerca di nomine e poltrone.
Insomma, si tratta proprio della tipica “Italia che lavora”.

SELFIE-MANLa velocità, l’informalità, la struttura a rete, che fa della Leopolda, ancora più del Movimento 5 Stelle, la versione politica di Facebook. Un gigantesco social network, senza gerarchie, almeno in apparenza. Che negli ultimi otto mesi, da quando Renzi ha conquistato Palazzo Chigi, convive con l’antica materialità del potere, da conquistare e da spartire secondo le regole di sempre. La fedeltà e l’obbedienza al Capo.
«Lo schema è molto semplice», spiega uno dei mediatori, alla frontiera tra la politica e l’economia, neppure tanto desideroso di auto-definirsi renziano «perché tanto tutti giurano di esserlo». «Basta vedere come sono stati composti i consigli di amministrazione nell’ultima infornata di nomine. La presidenza spetta a una donna, per simboleggiare la novità. In ogni cda c’è un uomo della Leopolda che deve fare da sentinella, uno vicinissimo al premier e un amministratore delegato che gli deve la promozione». Una nuova forma di lottizzazione rispettata alla lettera. La regola aurea del nuovo potere. Non più il manuale Cencelli. Il manuale Leopolda.”

Marco Damilano
“Leopolda, raduno della nuova classe dirigente
Qui nasce la lottizzazione made in Renzi”
L’Espresso (23/10/14)

Il servizio assistenza catering è invece affidato a qualche attempato boyscout, che a trent’anni suonati girano ancora in bermuda e patacche colorate appuntate sulla camicia a maniche arrotolate, e disperati in cerca di raccomandazione per un posto di lavoro.
ditinoSono i nuovi “giovani”, quelli che non si sporcano mai con le manifestazioni in piazza per la difesa dei diritti, e meno che mai con l’odioso sindacato, perché sono troppo impegnati a compiangersi ed ingraziarsi il “datore di lavoro”, e perché loro le tutele non ce l’hanno (quindi meglio negarle a tutti), ma che finalmente possono aspirare ad un ruolo da “protagonista”: dalle coreografie sceniche a comparsa per le celebrazioni del Grande Capo.

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VERITA’ SUPPOSTE

Posted in Kulturkampf, Stupor Mundi with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 13 novembre 2009 by Sendivogius

Supposta

 A dispetto di un certo femminismo che vede nell’introduzione delle cosiddette “quote rosa” la remissione di ogni pubblico male, una buona politica non è questione di genere, poiché gli idioti (ancorché utili) non hanno sesso.
E tutti hanno bisogno di un padrone presso cui accucciarsi…

AlessandraMussolini “TORNA A CASA LASSIE
Lo sanno bene le pasionarie nere della diaspora neo-fascista, le ‘spirituali’ Alessandra Mussolini e Daniela Santanché, le ‘figliole prodighe’ smarritesi nella selva oscura, che alfine ritrovano la diritta via verso la Casa del Fascio, accolte al cospetto del Papi.
Certi pellegrinaggi, seppur brevi, ricordano gli eroi popolari del nostro passato presente, che tutto sopportano pur di tornare a casa, come Lassie: la cagna fedele, protagonista di zuccherosi filmetti che hanno funestato l’infanzia di intere generazioni.
Naturalmente, c’è un prezzo da pagare…

“Io credo che ormai ci sia l’impunità perché i processi non vengono celebrati. Io ho visto ieri la Finocchiaro che mi sembrava un’attrice di una soap opera brasiliana con questo fiore nero, che ha lanciato il fascicolo contro il muro. Mi meraviglio che non abbia lanciato il fascicolo quando in Campania noi abbiamo Antonio Bassolino che governa con avvisi di garanzia che gli piovono anni e anni, da 20 anni. Quindi questo vuol dire non avere la possibilità né per le vittime avere il processo né, per chi delinque, di andare in galera. Attualmente è così. Quindi io credo che questo sia un atto giusto (…) Quindi io credo che avere il diritto ad un processo breve sia una cosa sacrosanta. Perché non si indigna la Finocchiaro per tutti quelli che non hanno un processo e intanto stanno a governare?!?”

 Alessandra Mussolini (12-11-09)
 La video-intervista integrale la potete ascoltare qui.

C’è da chiedersi se la Ducia redenta creda davvero alle stronzate che va seminando in giro senza onta né vergogna.
In pratica, la soluzione ai processi troppo lunghi consiste nel non celebrarli affatto. Azzerare entro due anni i tempi di prescrizione, vuol dire infatti estinguere il reato a carico degli indagati che avranno la garanzia dell’impunità, nonché la fedina immacolata, e non andranno MAI “in galera”. Invece, per le vittime che hanno subito la violenza, oltre al danno si aggiungerà la beffa, dal momento che con l’annullamento del processo verrà negata loro ogni forma di giustizia legale, ma saranno comunque costretti a pagare le spese.
“Avere diritto ad un processo breve è una cosa sacrosanta”. Ma se i tempi si allungano, eliminare il processo è meglio. Anzi! “È un atto giusto”.
Siccome una cazzata chiama l’altra, la Ducia tuona giustamente contro Antonio Bassolino, il pluri-avvisato governatore campano, ma trova assai normale sostenere come candidato alternativo Nicola Cosentino contro il quale, oltre agli “avvisi di garanzia” legati alla sciagurata gestione rifiuti, è stato chiesto l’arresto per associazione camorrista. Figuriamoci poi se desta imbarazzo il fatto che Cosentino, in qualità di sottosegretario all’Economia, possa indirizzare i fondi ministeriali per gli appalti pubblici in Campania.
Dulcis in fundo, la Mussolini sì che si indigna “per tutti quelli che non hanno un processo e intanto stanno a governare”. Dice ‘Berlusconi’, ma pensa ‘Bassolino’.     

santanche_dito “COME TI SISTEMO L’ISLAMICO
La paura porta voti. In tempi di crociata, la costruzione di uno spirito identitario è imprescindibile dalla individuazione del Nemico: il suo rogo in effige rassicura e rafforza il senso di ‘comunità militante’.

  Ingredienti per l’uso:
1) Prendete un musulmano o anche più. Soprattutto, fate in modo che sia presente almeno uno di quelli barbuti, magari con posizioni di matrice fondamentalista. Meglio ancora se non parla bene l’italiano.
2) Invitateli in una di quelle trasmissioni d’intrattenimento, dove tra i culi e le tette delle vallette si trova anche un angolino per l’approfondimento. Preparate con cura la trappola.
3) Assicuratevi che al “dibattito” partecipi indisturbato qualche professionista della provocazione… Ce ne sono tanti; Sgarbi; Mussolini; Santanché; leghisti di contorno come Bricolo e Salvini.

Adesso, non vi resta che scegliere il livello di cottura:

Livello Estremo. L’ospite è irritante, intrinsecamente antipatico, irriducibilmente insopportabile. In tal caso, il pestaggio virtuale non basta. Al saraceno bisogna impartire una lezione vera, in nome della catarsi collettiva del popolo fattosi Nazione.
Ne sa qualcosa Adel Smith. È l’11 gennaio 2003 e l’indisponente “presidente dell’Unione Musulmani d’Italia” partecipa ad una trasmissione della padana TeleNuovo, con sorpresa finale. Dietro le quinte c’è una trentina di squadristi di Forza Nuova, ansiosi di dare il loro contributo alla discussione. Entrano in studio; pestano Smith ed il suo collaboratore; indisturbati se ne vanno.
Mission accomplished! La Cristianità è salva.
 (I dettagli potete leggerli qui)

Livello Consigliato. L’ospite è cortese e bene educato. Risponde a requisiti politically correct, come si conviene ad un pubblico domenicale di famiglie… C’è un problema però! E qualora facesse bella figura, risultando persino convincente?!?
8 Novembre. La trasmissione è “Domenica Cinque”; conduce Barbara D’Urso e l’invitato di punta è Ali Abu Shwaima, imam di Segrate, al quale si contrappone la raffinata Daniela Santanché.
Tra gli altri, ci sarebbe pure la signora Isabella Cazzoli (Unione Atei e Agnostici Razionalisti), ma per lei è già pronto un Vittorio Sgarbi sbavante in solito eccesso di salivazione.
Nonostante tutto, esiste il rischio (remotissimo) che possa uscire fuori un qualche ragionamento di senso compiuto. Per questo la Santanché circoscrive subito il pericolo:

“Maometto aveva nove mogli, l’ultima era una bambina di nove anni. Maometto era un poligamo e un pedofilo!
(…) In Arabia Saudita danno le bambine agli sceicchi… Chi sposa una bambina di 9 anni nella mia cultura è un pedofilo e Maometto è un pe-do-fi-lo!”

Si potrebbe obiettare che la “poligamia” è soltanto un aspetto nell’ambito delle numerosissime prescrizioni, con le quali il Corano disciplina il diritto matrimoniale e di famiglia.
Si potrebbe aggiungere che tale opzione (non certo un obbligo) è prevista nel III° versetto della IV Sura coranica. È un verso particolarmente contorto che parla dell’assistenza agli orfani ed alle vedove, salvaguardando i diritti e gli assetti ereditari di entrambe.
E se temete di essere ingiusti nei confronti degli orfani, sposate allora due o tre o quattro tra le donne che vi piacciono; ma se temete di essere ingiusti, allora sia una sola o le ancelle che le vostre destre possiedono, ciò è più atto ad evitare di essere ingiusti.
L’interpretazione più semplice per la società beduina dell’Higiaz (parliamo del VII° sec. d.C.) consisteva nel contrarre più matrimoni regolari, in modo da assicurare alla nuova sposa una serie di diritti riconosciuti. Diritti rigorosamente specificati e riportati nei versetti successivi.
Storicamente, l’introduzione ufficiale della poligamia avviene in seguito alla Battaglia di Uhud (marzo del 625) in virtù del gran numero di vedove e per rinsaldare, tramite il matrimonio, una serie di alleanza tra clan familiari (in Oriente, come nell’Occidente cristiano).
Ne sa qualcosa lo stesso profeta Muhammad che sposa Aisha, la famosa bimba di 9 anni, sotto le pressioni del padre di lei, Abu Bakr, uno degli alleati più fedeli ed importanti.
DanielaSantanchéSull’effettiva consumazione delle nozze, dalla lettura del Corano, non si ricavano notizie certe. Per concludere, la poligamia serviva soprattutto per distinguere le donne maritate dalle concubine, nonché dalle cortigiane…
Ma le nostre sono considerazioni inutili. Tempo e fatica sprecata nell’Italietta integralista che gioca alle guerre di religione.
Tant’è che “Maometto è pedofilo! E in Arabia danno le bambine agli sceicchi!”. Il che è un po’ come dire che i preti cattolici sodomizzano i chierichetti in parrocchia, ma questo la Santanché crucesignata si guarda bene dal gridarlo.
Comunque, nella cristianissima Europa certi matrimoni non sono mai avvenuti. Infatti, tanto per dire, basta guardare alla civilissima Italia del Rinascimento…
Nell’anno del Signore 1473, la nobile Caterina Sforza (giusto 10 anni) sposa in prime nozze Girolamo Riario (che di anni ne ha 28), il quale pretenderà di esercitare da subito, e in più occasioni, i suoi ‘diritti coniugali’. Dall’arabico fattaccio è trascorso giusto un millennio. Girolamo è nipote del papa, Sisto IV, che evidentemente non ha nulla da eccepire. In più, nomina cardinale un altro suo nipote sedicenne. Meglio di Sisto faranno in parecchi… Il suo successore, Innocenzio VIII, non ha nipoti da sistemare, ma sette figli. In compenso è un amante fedele. Anche papa Alessandro VI (1492-1503) ha 7 figli ma da 3 donne diverse, e un’altra amante ufficiale, in più si sospetta un relazione incestuosa (del papa!) con un delle sue figliuole.
In fondo che male c’è? Come riporta la Bibbia, il saggio Loth non faceva forse le stesse cose con le proprie figlie.
Superiorità delle Radici Cristiane.

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