“In regione caecorum rex est luscus” Erasmo da Rotterdam Adagia (III, IV, 96)
Nella selva oscura delle (im)probabilità dove ogni via sembra smarrita, tra giocate e scommesse alla cieca, la posta in gioco è un bel Governo al buio con tanto di ménage à trois. Accantonati i preliminari tecnici con Robo-Monti, immerso in pieno autoerotismo referenziale, il risultato è un imbarazzante threesome: Bersani in mezzo, con Grillo e il Pornonano fermamente intenzionati a fotterlo senza soluzione di continuità, rivendicando per se stessi il ruolo dominante. Nel valzer delle consultazioni quirinalizie, le posizioni non sono ancora state attribuite con certezza. In compenso, le intenzioni sono chiarissime… E per nulla rassicuranti! Ad essere sinceri, il claudicante Silvione sembra essere uscito dall’incontro presidenziale un po’ ammaccato e più mesto del solito… Fresco di recita ad usum impedimenti, ripiegati nel taschino gli occhialoni neri da mandrillo stupratore, il Cieco di Arcore gareggia in bassezza con un Brunetta silente, mentre dolente implora la concessione di un salvacondotto che gli garantisca l’impunità perenne, nella sua proverbiale statura da statista bananiero. La vera novità ‘politica’ del momento è invece il Grullo pentastellato, oramai in aperta competizione con le performance del vecchio nano sporcaccione. Ripulito per l’occasione, il Profeta delle cinque stelle si presenta all’appuntamento in Quirinale, travestito da boss della mala moldava su forgoncino minivan. Come un giocatore professionista, rilancia continuamente la posta pretendendo l’impossibile. Tuona contro ogni forma di finanziamento pubblico, ma poi corre a registrare dal notaio lo statuto del (non?) partito, accompagnato dal proprio avvocato di fiducia. Si auto-nomina “presidente” (senza interpellare nessuno) e richiesto di eleggere un vicepresidente, per la bisogna affida l’incarico al nipote. Perché se uno vale uno (o l’altro?), Lui decide comunque per tutti. E a cosa serve la registrazione notarile di uno statuto ufficiale, se non all’ottenimento degli esecrati rimborsi elettorali? Protagonista unico ed indiscutibile, all’uscita dal palazzo presidenziale richiama i suoi due ubbidienti cagnolini da compagnia, occasionalmente nominati “capigruppo”, e gli intima di risalire in auto con un cenno della mano. E davvero il quartetto zingaro dei cinque stelle assomigliava più che altro ad una delegazione della banda dei Casamonica, venuta a riscuotere una specie di pizzo, che per qualche misterioso motivo ritiene gli sia dovuto, minacciando di sfasciare tutto qualora gli sia negato. A metà strada tra una confraternita massonica ed una gruppo integralista di ispirazione maoista, con inquietanti richiami nazisteggianti, è difficile relazionarsi col M5S ed il suo “capo politico”. In Italia avevamo già visto associazioni a delinquere costituite in movimento politico; agenzie pubblicitarie convertite in partiti padronali; gruppi di interessi privati istituzionalizzati in “governi tecnici”, ma una setta intrisa di messianismo millenarista, con velleità rivoluzionarie e pretese di governo dalle pulsioni totalitarie, sinceramente, ancora ci mancava… Deputati costretti a fare outing di gruppo, con atto di contrizione e pubblica umiliazione. Elogio dell’incompetenza (e dell’ignoranza), con tutto l’armamentario vittimista e ossessioni vetero-complottiste al gran completo. Un gruppo parlamentare non ancora avviato e di fatto già sotto tutela, con l’invio di due commissari politici. Sistematica negazione di ogni forma di confronto, con rapporti a dir poco problematici con la libera informazione. Misurazione dei rapporti istituzionali in termini di contaminazione e purezza ascetica. Fedeltà assoluta ed incondizionata al “Capo”, con culto devozionale della personalità.
E però sarà bene ricordare che, di solito, terminato il ciclo temporale, alla fine di ogni rivoluzione segue sempre la restaurazione… Vuoi vedere che alla fine del moVimento ci attende il ritorno in pompetta magna del ritrovato Papi Nazionale?
Quand’è che una ‘democrazia’ si trasforma in ‘autocrazia’. Come nasce un governo dispotico?
A rispondere ci provano i teutonici liceali de “L’Onda“… Occhio (e orecchio) all’algida ‘rossa’!
Nel filmato, da noi rimontato, eventuali riferimenti a fatti, persone e circostanze reali, sono del tutto volute.
Vi ricorda qualcosa?!?
L’Onda è un dignitoso filmetto tedesco che, ispirandosi all’omonimo romanzo di Todd Strasser, ben illustra i meccanismi sociali che conducono al famigerato “Effetto Lucifero”, a dimostrazione che le democrazie sono fragili costruzioni politiche e che dietro ogni buon cittadino benpensante, rispettoso dell’ordine e delle gerarchie, si può nascondere un potenziale fascista.
Sono cose che i sociologi d’oltreoceano sanno bene… Tuttavia, gli esperimenti di Stanley Milgram (1961) sull’obbedienza all’autorità riconosciuta; l’esperimento di Ron Jones sull’autoritarismo (1967) e quello, famosissimo, di Philip Zimbardo sulla deindividuazione (1971), comprovano essenzialmente un fatto: l’americano medio è un imbarazzante deficiente, dalle inquietanti pulsioni sadiche, che può essere trasformato in perfetto nazista con un tirocinio di appena 48 h.
In Europa, solitamente, ci vuole molto più tempo… Ma da noi, in Italia, ci stiamo attrezzando abbastanza in fretta.
«Ho sempre saputo che in questo paese è pericoloso avere delle opinioni. Un pericolo sottile ma controllabile... Almeno fin quando non ci inciampi»
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«…conto su pochi lettori e ambisco a poche approvazioni. Se questi pensieri non piaceranno a nessuno, non potranno che essere cattivi, ma se dovessero piacere a tutti li considererei detestabili…»
I commenti sono liberi, ma voi non ve ne approfittate o verrete trattati di conseguenza. E senza troppi complimenti.
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“Il coraggio di essere”
«Il bene di un libro sta nell’essere letto. Un libro è fatto di segni che parlano di altri segni, i quali a loro volta parlano delle cose. Senza un occhio che lo legga, un libro reca segni che non producono concetti, e quindi è muto»
(U.Eco – “Il Nome della Rosa”)
«I libri non sono fatti per crederci, ma per essere sottoposti a indagine. Di fronte ad un libro non dobbiamo chiederci cosa dica ma cosa vuole dire»
(U.Eco – “Il Nome della Rosa”)
«Riempi i loro crani di dati non combustibili, imbottiscili di “fatti” al punto che non si possano più muovere tanto sono pieni, ma sicuri di essere “veramente bene informati”. Dopo di che avranno la certezza di pensare, la sensazione di movimento, quando in realtà son fermi come un macigno. E saranno felici, perché fatti di questo genere sono sempre gli stessi. Non dar loro niente di scivoloso e ambiguo come la filosofia o la sociologia affinché possano pescare con questi ami fatti ch’è meglio restino dove si trovano. Con ami simili, pescheranno la malinconia e la tristezza»
(R.Bradbury – “Fahrenheit 451”)
«Nel sogno c’è sempre qualcosa di assurdo e confuso, non ci si libera mai della vaga sensazione ch’è tutto falso, che un bel momento ci si dovrà svegliare»
(D.Buzzati – “Il Deserto dei Tartari”)
«Un sogno è una scrittura, e molte scritture non sono altro che sogni…»
(U.Eco – “Il Nome della Rosa”)
«…Scrivere non è niente più di un sogno che porta consiglio»
(J.L.Borges)
“Io non sono mai stato un giornalista professionista che vende la sua penna a chi gliela paga meglio e deve continuamente mentire, perché la menzogna entra nella qualifica professionale. Sono stato giornalista liberissimo, sempre di una sola opinione, e non ho mai dovuto nascondere le mie profonde convinzioni per fare piacere a dei padroni manutengoli.”
(A.Gramsci - 'Lettere dal carcere')
“Io non ho alle mie spalle nessuna autorevolezza, se non quella che mi proviene paradossalmente dal non averla o dal non averla voluta; dall’essermi messo in condizione di non aver niente da perdere, e quindi di non esser fedele a nessun patto che non sia quello con un lettore che io considero degno di ogni più scandalosa ricerca”
(P.P.Pasolini)
“Nulla potrebbe essere più irragionevole che dare potere al popolo, privandolo tuttavia dell’informazione senza la quale si commettono gli abusi di potere. Un popolo che vuole governarsi da sé deve armarsi del potere che procura l’informazione. Un governo popolare, quando il popolo non sia informato o non disponga dei mezzi per acquisire informazioni, può essere solo il preludio a una farsa o a una tragedia, e forse a entrambe”
(J. MADISON - 4 Agosto 1822. Lettera a W.T. Barry)
“Un’opinione pubblica bene informata è la nostra corte suprema. Perché ad essa ci si può sempre appellare contro le pubbliche ingiustizie, la corruzione, l’indifferenza popolare o gli errori del governo; una stampa onesta è lo strumento efficace di un simile appello.”
(Joseph Pulitzer)
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