Archivio per Autocrazia

COLPO DI SOLE (II)

Posted in Masters of Universe, Stupor Mundi with tags , , , , , , , , on 19 luglio 2022 by Sendivogius

Innamorarsi dei villain dei propri romanzi è una distorsione sentimentale niente affatto rara, tra gli scrittori che fanno del main evil character l’oggetto principale del loro studio, lasciandosi irretire dal suo fascino perverso, a tal punto da sovrapporre e confondere i piani di realtà, e finendo con l’ammirare ciò che prima si biasimava in una trasposizione di ruoli, in una sorta di vero e proprio transfert affettivo su identificazione proiettiva.
 È il caso di Antonio Scurati, scrittore pregevole ed autore di una tetralogia in fieri sulla biografia romanzata di Benito Mussolini (M). Ci sono due modi per intendere il fascismo: o lo si vede in ogni dove anche quando non c’è; oppure si finisce con l’introiettarlo su condizionamento inconscio, tanto da farne canone estetico (seppur involontario) del proprio metro di giudizio.
Che poi siamo umani, uno capisce livori e passioni, almeno finché qualcosa non si rompe a livello di meccanismi cognitivi nella mirabilia della metamorfosi, mentre all’incanto subentra il disincanto. E siccome a noi pare di essere rimasti sempre gli stessi, con ogni evidenza non avevamo capito nulla dell’Autore. Oppure è l’Autore stesso ad essere diventato altro da sé; tanto dal non riconoscerlo più, o non averlo mai conosciuto davvero.
Quanto meno, qualche sospetto ci sovviene nel leggere simili pezzi di lirismo in pieno delirio estatico da adorazione mistica, che perfidamente si potrebbe scambiare per un monumento adulatorio in pieno carme littoriale. O totale perdita di lucidità, dinanzi all’avvento dell’avatar divino che si è fatto carne e verbo, immolandosi per noi…
Domine non sum dignus!

«Qualunque cosa si voglia pensare di lei, non si può negare che la sua sia la storia di un uomo di straordinario successo. Durante tutta la sua vita, lei ha bruciato le tappe di una carriera formidabile. Prima da Governatore della Banca d’Italia e poi da Presidente della Banca centrale europea, lei ha retto le sorti di una nazione e di un continente; le ha tenute in pugno con il piglio del dominatore, sorretto da una potente competenza, baciato dal successo, guadagnando una levatura internazionale, un prestigio globale, un posto di tutto rispetto nei libri di storia. Ha conosciuto il potere, quello vero, ha conosciuto la fama degli uomini illustri, la vertiginosa responsabilità di chi, da vette inarrivabili, decide quasi da solo della vita dei molti.»

 Per chi non l’abbia ancora capito, Antonio Scurati sta parlando di Mario Draghi (il Dominator!) dalle ineffabili pagine del “Corriere della Sera”. Il testo integrale lo trovate QUI, per una di quelle letture più esilaranti e devastanti, dove di “inarrivabile” c’è solo il delirio declamatorio dello Scurati, in pieno orgasmo da estasi mistica dinanzi alla divina apparizione, mentre porge la corona per l’elevazione imperiale.
E la parabola continua!

«Poi, però, è sceso in politica. Non che in precedenza le fosse estranea, tutt’altro. Però, quando ha accettato di presiedere il consiglio dei ministri, per lei è, in un certo senso, cominciata la fase discendente della sua parabola. Dall’empireo della più importante istituzione monetaria europea – dove immagino che le lotte di potere siano comunque feroci ma combattute ad altezze olimpiche – ha accettato di battersi nelle fosse della politica politicante dove il combattimento è quasi sempre brutale, rozzo, sleale e meschino. A capo di un Governo di unità nazionale, sostenuto e, al tempo stesso, ostaggio di numerosi partiti e di ancor più numerosi leader e leaderini, lei, all’età di 73 anni, ha acconsentito a scendere in quell’arena dove la politica è “sangue e merda”»

Delineati tratti dell’eroe assurto ad entità metafisica, in comunione mistica con noi sordidi peccatori, dopo essere disceso dalle altezze olimpiche dell’empiero bancario per mescolarsi con l’ignobile volgo, non poteva certo mancare la descrizione disumanizzata e disumanizzante dell’antagonista. Così come ogni Bellerofonte ha bisogno della sua Chimera per la propria mission impossible, allo stesso modo ogni eroe (fosse anche un semidio) ha bisogno di un mostro da sconfiggere… nemico senza onore, rozzo, brutale, sleale e meschino, fatto di “sangue e merda”.
Fino a prova contraria, Scurati sta parlando del Parlamento e dei partiti politici, nell’ordinaria attività di quella che in fondo rientra nella dialettica democratica costituzionalmente prevista nelle assemblee rappresentative del “popolo sovrano”. Nell’Arena del Dominatore non so invece bene come funzioni.
Una cosa è certa: Antonio Scurati deve aver capito molto bene la differenza che intercorre tra Rappresentanza e Autoritarismo, Democrazia e Fascismo, mentre sull’orologio cerca l’ora fatale nel giorno più lungo. A noi non resta che trattenere a fatica le risate, nonostante la (immensa) delusione per lo Scrittore che si fece Cantore di regime.

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BLINDFOLD GAME

Posted in A volte ritornano, Stupor Mundi with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 21 marzo 2013 by Sendivogius

In regione caecorum rex est luscus
Erasmo da Rotterdam
Adagia (III, IV, 96)


Nella selva oscura delle (im)probabilità dove ogni via sembra smarrita, tra giocate e scommesse alla cieca, la posta in gioco è un bel Governo al buio con tanto di ménage à trois.
Accantonati i preliminari tecnici con Robo-Monti, immerso in pieno autoerotismo referenziale, il risultato è un imbarazzante threesome: Bersani in mezzo, con Grillo e il Pornonano fermamente intenzionati a fotterlo senza soluzione di continuità, rivendicando per se stessi il ruolo dominante.
Nel valzer delle consultazioni quirinalizie, le posizioni non sono ancora state attribuite con certezza. In compenso, le intenzioni sono chiarissime… E per nulla rassicuranti!
threesomeAd essere sinceri, il claudicante Silvione sembra essere uscito dall’incontro presidenziale un po’ ammaccato e più mesto del solito…
Il Cieco di Arcore - by GianBoyFresco di recita ad usum impedimenti, ripiegati nel taschino gli occhialoni neri da mandrillo stupratore, il Cieco di Arcore gareggia in bassezza con un Brunetta silente, mentre dolente implora la concessione di un salvacondotto che gli garantisca l’impunità perenne, nella sua proverbiale statura da statista bananiero.
La vera novità ‘politica’ del momento è invece il Grullo pentastellato, oramai in aperta competizione con le performance del vecchio nano sporcaccione.
 Ripulito per l’occasione, il Profeta delle cinque stelle si presenta all’appuntamento in Quirinale, travestito da boss della mala moldava su forgoncino minivan.
Come un giocatore professionista, rilancia continuamente la posta pretendendo l’impossibile.
Tuona contro ogni forma di finanziamento pubblico, ma poi corre a registrare dal notaio lo statuto del (non?) partito, accompagnato dal proprio avvocato di fiducia. Si auto-nomina “presidente” (senza interpellare nessuno) e richiesto di eleggere un vicepresidente, per la bisogna affida l’incarico al nipote. Perché se uno vale uno (o l’altro?), Lui decide comunque per tutti.
E a cosa serve la registrazione notarile di uno statuto ufficiale, se non all’ottenimento degli esecrati rimborsi elettorali?
Protagonista unico ed indiscutibile, all’uscita dal palazzo presidenziale richiama i suoi due ubbidienti cagnolini da compagnia, occasionalmente nominati “capigruppo”, e gli intima di risalire in auto con un cenno della mano. E davvero il quartetto zingaro dei cinque stelle assomigliava più che altro ad una delegazione della banda dei Casamonica, venuta a riscuotere una specie di pizzo, che per qualche misterioso motivo ritiene gli sia dovuto, minacciando di sfasciare tutto qualora gli sia negato.
A metà strada tra una confraternita massonica ed una gruppo integralista di ispirazione maoista, con inquietanti richiami nazisteggianti, è difficile relazionarsi col M5S ed il suo “capo politico”.
wahlplakat-nsdap-1929In Italia avevamo già visto associazioni a delinquere costituite in movimento politico; agenzie pubblicitarie convertite in partiti padronali; gruppi di interessi privati istituzionalizzati in “governi tecnici”, ma una setta intrisa di messianismo millenarista, con velleità rivoluzionarie e pretese di governo dalle pulsioni totalitarie, sinceramente, ancora ci mancava…
Deputati costretti a fare outing di gruppo, con atto di contrizione e pubblica umiliazione.
Elogio dell’incompetenza (e dell’ignoranza), con tutto l’armamentario vittimista e ossessioni vetero-complottiste al gran completo.
Un gruppo parlamentare non ancora avviato e di fatto già sotto tutela, con l’invio di due commissari politici.
Sistematica negazione di ogni forma di confronto, con rapporti a dir poco problematici con la libera informazione.
Misurazione dei rapporti istituzionali in termini di contaminazione e purezza ascetica.
Fedeltà assoluta ed incondizionata al “Capo”, con culto devozionale della personalità.

E però sarà bene ricordare che, di solito, terminato il ciclo temporale, alla fine di ogni rivoluzione segue sempre la restaurazione…
PSYKO - papi buonoVuoi vedere che alla fine del moVimento ci attende il ritorno in pompetta magna del ritrovato Papi Nazionale?

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AUTOCRAZIA

Posted in A volte ritornano with tags , , , , , , , on 9 dicembre 2009 by Sendivogius

 Dillo con parole semplici…

Quand’è che una democrazia’ si trasforma in autocrazia’. Come nasce un governo dispotico?
A rispondere ci provano i teutonici liceali de “L’Onda“… Occhio (e orecchio) all’algida ‘rossa’!
Nel filmato, da noi rimontato, eventuali riferimenti a fatti, persone e circostanze reali, sono del tutto volute.

 Vi ricorda qualcosa?!?

L’Onda è un dignitoso filmetto tedesco che, ispirandosi all’omonimo romanzo di Todd Strasser, ben illustra i meccanismi sociali che conducono al famigerato Effetto Lucifero, a dimostrazione che le democrazie sono fragili costruzioni politiche e che dietro ogni buon cittadino benpensante, rispettoso dell’ordine e delle gerarchie, si può nascondere un potenziale fascista

Sono cose che i sociologi d’oltreoceano sanno bene… Tuttavia, gli esperimenti di Stanley Milgram (1961) sull’obbedienza all’autorità riconosciuta; l’esperimento di Ron Jones sull’autoritarismo (1967) e quello, famosissimo, di Philip Zimbardo sulla deindividuazione (1971), comprovano essenzialmente un fatto: l’americano medio è un imbarazzante deficiente, dalle inquietanti pulsioni sadiche, che può essere trasformato in perfetto nazista con un tirocinio di appena 48 h.
In Europa, solitamente, ci vuole molto più tempo… Ma da noi, in Italia, ci stiamo attrezzando abbastanza in fretta.

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