Archivio per Agenzia delle Entrate

Amore a 5 Stelle

Posted in Kulturkampf, Muro del Pianto with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 3 settembre 2012 by Sendivogius

Con la consueta modestia confacente al personaggio, Beppe Grillo rilegge “1984” di Orwell, in una parodia narcisista dove i contenuti sono riadattati a propria immagine e somiglianza, come si conviene a chi è convinto di trovarsi al centro dell’universo, iscritto in un macrocosmo dove tutto ruota attorno al proprio Ego, nello splendido isolamento del suo autismo autoreferenziale, con la personalissima interpretazione dei “due minuti d’odio”.
Chi volesse può trovare il testo originale, e senza manipolazioni, QUI.
Ma attingiamo direttamente dalla parabola del Profeta:

«Il rito quotidiano dell’Odio da parte di aizzatori di professione nei miei confronti, nei confronti degli appartenenti al MoVimento 5 Stelle e dei miei collaboratori sta diventando fragoroso, insopportabile, indecente. Lo scopo è quello, chiaro, di creare dei mostri da abbattere per mantenere lo status quo. Non discutono mai nel merito (ad esempio del Programma del M5S), insultano, fomentano con l’obiettivo di isolare, infamare, distruggere. E dopo? Cosa verrà dopo? Dal tiro al bersaglio metaforico, si passerà a quello reale? L’informazione sta sconfinando in molti casi in istigazione a delinquere come avvenne negli anni di piombo. Li diffami, li isoli e poi qualcuno li elimina. Ci vediamo in Parlamento. Sarà un piacere.»

 I due minuti d’odio (02/09/2012)

Così parlò il Messia dei Carruggi.
Qui entriamo direttamente nella sfera delle psicopatologie, trovandoci dinanzi a quello che assomiglia ad un transfert negativo.
Grillo ha fatto dell’insulto reiterato nella coprolalia compulsiva l’estetica del proprio movimento, che non conosce altra rivoluzione lessicale oltre al “vaffanculo”, tramite lo sdoganamento di ogni possibile volgarità. In proposito, il suo blog è lo sfogatoio rancoroso delle frustrazioni di una plebe rabbiosa e fomentata ad arte, millantando processi ‘popolari’, epurazioni, punizioni esemplari…
Alimenta una cappa plumbea da resa dei conti, di scontro finale da armageddon politica tra “noi e loro”. Delinea i contorni apocalittici di un mondo oscuro dove non esistono avversari, ma “nemici” privi di ogni valore e finanche fuori dalla razza umana. Non per niente, la metafora più usata, ed abusata, per indicare ogni possibile avversario (disumanizzato) è lo zombie: creatura immonda che può essere fermata solo con una fucilata alla testa. Per l’appunto, un mostro da abbattere.
Provate a sostituire la parola “casta”, alla quale viene addebitata in un tutto indistinto e confuso ogni sorta di nefandezza possibile, con il termine “ebrei” e cercate le analogie storiche..!
Si avverte nelle parole del Grillo Furioso quasi un’ansia da attentato, nell’inconfessabile pulsione dell’opportunismo referenziale… Emblematica è stata l’interpretazione della bomba esplosa davanti la scuola di Brindisi, subito additata come un tentativo per fermare il “cambiamento” di cui il M5S sarebbe il portatore (insano).
Confonde le critiche e le domande, alle quali Grillo si sottrae con sequele di insulti a spruzzo continuo, come una “istigazione a delinquere”
Maliziosamente, si potrebbe ricordare come Grillo abbia fomentato per mesi la protesta anti-tributi contro “Equitalia”, incanalando poi le contestazioni opportunamente alimentate contro l’Agenzia delle Entrate, per intercettare il voto leghista in libera uscita. I toni fuori dalle righe si sono concretizzati in atti violenti direttamente contro i dipendenti delle agenzie medesime, fatti oggetto di pacchi bomba, invio di buste contenenti escrementi, minacce e atti intimidatori. L’apice è stato (per ora) raggiunto dall’immancabile psicopatico armato fino ai denti, che si è presentato alla sede di Bergamo prendendo in ostaggio gli impiegati. Non risulta che alcuno abbia mai chiamato in causa Beppe Grillo per “istigazione a delinquere”, attribuendogli una qualche responsabilità morale:

«Continuano gli attentati contro gli uffici di Equitalia, nelle ultime ore sono avvenuti aFoggia e Modena. Si può dire tranquillamente che stiano per sostituire i tradizionali botti di San Silvestro con la differenza però che durano tutto l’anno. Se Equitalia è diventata un bersaglio bisognerebbe capirne le ragioni oltre che condannare le violenze.»

 “I botti di fine anno di Equitalia”
 (01/01/2012)

Come i bambini capricciosi in cerca di attenzioni, urla e lancia il sasso tanto per vedere l’effetto che fa. Se rimproverato, mette il muso atteggiandosi a vittima. É il piccolo incompreso della provocazione politica. Appartiene a quella tipologia di narcisi che, dopo il primo controllo della prostata, si mettono a parlare di “complotti”

  “C’è una campagna di odio contro di me…
Quando prendi di mira una persona, come fanno con me, e dici che è peggio di Nerone, Hitler e Saddam, che pensa solo ai suoi interessi, non meravigliarti se qualche mente fragile pensa che se la elimina fa il bene del Paese.”

 Silvio Berlusconi
 (24/06/2009)

Oramai sono sovrapponibili come due fogli di carta velina. E non si riesce più a distinguere quale sia la copia e quale invece l’originale, tante sono le somiglianze che accomunano i due malinconici istrioni, prossimi al tramonto senile.
Se continua di questo passo, tempo qualche mese, si farà tirare addosso statuette del duomo di Milano o inscenerà finti attentati sull’androne di casa, scimmiottando un Belpietro.
Vedrete che non appena si sgonfierà la bolla mediatica pompata da giornali e tv, senza i quali il fenomeno Grillo NON esisterebbe, se le prossime elezioni inchioderanno (come probabile) il M5S ad un 7-8% dei voti reali, il tribuno ligure inizierà a sproloquiare di brogli contro di lui.
In quanto al sedicente “Programma del M5S”, discutere del merito quanto prima, se i Lettori avranno la pazienza di seguirci, sarà un piacere.
Ma ora sarà il caso di lasciare la parola ai diversamente fascisti a 5 stelle, che vivacizzano le pagine del Profeta, per avere un saggio della loro concezione dell’amore universale, contrapposto a coloro che “insultano, fomentano con l’obiettivo di isolare, infamare, distruggere” attraverso il “fragoroso, insopportabile, indecenteRito quotidiano dell’Odio

 Il 28/08/2012 l’ingenua Marianna Madia, evanescente deputata PD, ha la sventurata idea di dichiarare, durante un’intervista per conto di una nota trasmissione radiofonica:

I grillini hanno dei metodi antidemocratici, sono violenti. Piuttosto che votare Grillo, voterei PdL. La violenza non è solo quella fisica. Non direi fascisti, ma hanno un modo violento di fare politica e la violenza può anche essere verbale.

Il giorno dopo, sulle pagine del blog del Guru, con apposito post dedicato (La certezza di Madia) si scatena il linciaggio in effigie, a dimostrazione di quanto la critica della Madia sia fondata e di quale sia la concezione, nonché il livello di dialettica democratica, prossimo più alle latrine che ai “fascisti”.
Gli epiteti più gettonati sono le definizioni di genere, con particolare attenzione alle prestazioni sessuali predilette dai commentatori, che sanno entrare nel merito delle questioni con raffinato acume intellettuale. Ve ne offriamo una interessante selezione:

se la trompa il figlio del rincoglionito del quirinale……una meretrice politica istituzionale. forse sceglie il nano di arcore perche’ come tutti i nani ha un membro enorme , con o senza pompetta, con senza viagra, ……siamo alla indecenza. si definiscono del pd ma sono solo degli avventuriei politci, senza cultura democratica e senza orizzonte, intenti solo a salvare il loro fondoschiena…….e poi lo offrono al nano per farselo rompere.

ANDREA FORGIONE64, AVELLINO – 30.08.12 16:46

Questa cloaca vivente, non sapremmo definirlo diversamente, discetta di “cultura democratica” e di “indecenza” mentre elecubra di copule anali con nani superdotati.
Ma l’equazione Donna = Puttana = Stupro punitivo è il tema dominante delle pacate riflessioni a 5 stelle, argomentate da una componente predominante di maschi impotenti…

Hanno riaperto i bordelli per caso?
Alessio B. – 30.08.12 09:29|

Ansiosa di participare a qualche bel festino??? 🙂
Boris Crippa, Desio (MB) – 30.08.12 09:08|

Questa donna, viste le condizioni pietose in cui versa il PD e sentito che il vecchio pedofilo ha intenzione di ricandidarsi, evidentemente aspira ad ottenere un posto nel suo harem…
Massimo Minimo – 30.08.12 09:06|

Io questa lurida troia non la scoperei nemmeno con l’uccello di un altro. Vergognati puttana.
Mauro Agnoli, Castel San Giovanni (PC) – 30.08.12 07:52|

Eppoi, immancabile, come si conviene ai replicanti della setta che parlano come il loro guru virtuale:

questa è una bambina…
una bambina zombie.
JimmyJoeJimBob ±∑ – 29.08.12 18:35|

Abbiamo altresì gli esperti di fisiognomica, quelli che con una sola occhiata capiscono tutto di te… che pesterebbero una donna a sangue ma mica sono violenti, per carità!

Dalla faccia si vede che è la tipica italiota figlia di papà, viziata e raccomandata che nella vita non ha fatto mai nulla. Diviene incredibilmente stupida quando dice che voterebbe PDL piuttosto che il M5S. Un’affermazione assolutamente assurda detta da una rappresentante del PD e che fa capire in modo ufficiale che ormai PD e PDL sono la stessa cosa. Non sono assolutamente un violento e rispetto le donne ma se avessi tra le mani una cosi’ squallida, senza dignita’ e senza vergogna, la prenderei a cazzotti in faccia e a ginocchiate nelle gengive.
Marc Pioli, Bologna – 29.08.12 15:46|

Infine c’è la nutrita casistica di voyuer e guardoni virtuali della masturbazione compulsiva che si eccitano sulle hot-line, fantasticando su gangbang e stupri di gruppo:

Madia una che dice che piuttosto che il Movimento voterebbe il partito del nano puttaniere la dice lunga su quello che rappresenta.
Il silvio le sue zoccole le ha gia’ devi metterti in coda e poi fare uno provino.
Sei brava a fare i soffoconi????
Tommaso De Palma – 29.08.12 15:43|

Una visita medica?
Una visita delicata?
Appena esci da Montecitorio una visita “delicata” te’ la facciamo noi.
Sabrino Di Renzo, Gradara – 29.08.12 13:55|

Ma chi è questa ? la pompinara di turno del pd ? perchè adesso bersani è incazzato e non gli tira più rompi i coglioni ai Grillini ? mavaffanculo
Silvestro C. – 29.08.12 13:28

07/08/2012. A corto di argomenti, Beppe Grillo non sa come attirare l’attenzione su di sé. Quindi non trova niente di meglio che sparare una delle sue inutili bordate (“lo spread olimpico”) contro le olimpiadi londinesi.
 Josefa Idem, campionessa mondiale di origine tedesca ma naturalizzata italiana, osa pronunciare l’indicibile: “Grillo è una patacca”. E cade nel consueto trappolone organizzato ad uso dei veri ‘Due Minuti d’Odio’ targati 5 stelle.
Il 10 agosto si scatena il fuoco di sbarramento dei pasdaran della riVoluzione, già mobilitati in massa per la Strafexpedition, con uno sgangherato post intitolato “Josefa, targata pdmenoelle”, a firma di Giovanni Favia: il replicante che si agita a vuoto nel consiglio regionale emiliano…
Il trend dominante è ‘l’Italiano nella sua Nazione’:

Ma quanti cazzo sono gli atleti stranieri nazionalizzati italiani per poter accedere ai super premi e alle agevolazioni dati in Italia?
pensavo si chiamasse Idem per un errore all’anagrafe, quando registrarono prima il suo gemello e poi lei, e quando le hanno chiesto il cognome il padre ha detto “Idem”
e invece risulta che è tedesca!!
viva l’Italia!
Ashoka il Grande, Mexico – 11.08.12 00:50|

In sintesi,i nostri ragazzi devono abbandonare il proprio paese,la famiglia,per cercare opportunità che il proprio paese destìna a stranieri come Josefa…le nostre istituzioni politico/sportive accolgono,non chi necessita veramente di nuove opportunita di vita,perchè dovuto scappare da paesi devastati da guerre,malattie,povertà,ma bensì una tedesca,regalandole un favoloso stipendio come politico…eppure nessuno l ha votata!Evviva l italia dei furbi e degli stranieri furbi!!!
Massimiliano F., Cervignano del Friuli – 11.08.12 19:03|

Naturalmente, non poteva mancare il solito, squallido, conto delle spesa, di gentucola troppo abituata a fare i conti nelle tasche altrui e la cui disamina sociale non va mai oltre la ragioneria contabile di bassa lega. Ce ne fosse uno che si sia mai posto domande sui redditi milionari del Profeta che negli ultimi anni, da quando gioca al castigatore, ha visto schizzare i suoi introiti sopra i quattro milioni di euro, grazie ai gonzi che gli reggono il moccolo.

Non bastava mantenere a vita i nostri(si fa per dire nostri,miei no)politici,ora oltre a cicciolina,anche una tedesca di nome josefa idem dobbiamo mantenere…insomma è proprio vero che per certi gli stranieri furbi,l italia è l america!!!! P.S. Ultime notizie dicono che la JOSEFA avrebbe tanto piacere a poter lavorare per la rai,per poter raccontare le storie degli atleti che non vincono…non vorremo mica negargli questo desiderio all atleta tedesca?!
Massimiliano F., Cervignano del Friuli – 11.08.12 18:52|

C’è l’immancabile parola d’ordine; ovvero, quanto di più sofisticato il MoVimento abbia mai prodotto:

ma quindi anche questa (che di italiano non ha nemmeno il nome) si becca la pensione da 40 mila euro al mese a spese mie?
jos:VAFFANCULO!
Mimmo G., Cardito (NA) – 10.08.12 21:20|

si lei parla e in tanto a noi le olimpiadi ci costa una finanziaria di euro, per dare premi hai buffoni dei atleti. come i stra pagati calciatori.
Roberto S – 10.08.12 20:00|

E l’irrinunciabile allusione sessuale:

e fra poco scopriamo anche che si fa sbattere da berlusconi espetta e vedi
Antonello Sepe, Monte San Biagio (LT) – 10.08.12 19:07|

Il must dominante di questi squadristi da tastiera è sempre il solito: “è una vecchia”…

Ha più rughe lei di una tartaruga
George R., Roma – 10.08.12 14:27|

hai capito la 48 enne che basta vederla in faccia per capire che ha preso ormoni da 20 anni … esponente del pd e che attacca il nazionalismo di grillo… ma pensa
Alessandro Bardi – 10.08.12 14:01|

anche i controlli antidoping alle olimpiadi sembrano una patacca, a meno che non vogliamo credere che si può arrivare quinti a 50’anni…
Gianni Frascogna – 10.08.12 10:10|

L’irrinunciabile sigillo di garanzia 5 stelle:

Un’altra zombie della partitocrazia di cui non c ne può fregare un cazzo !!!!
Gennaro Giugliano, Napoli – 10.08.12 11:45|

..Ed il solito meritocratico da bar sport:

josefa è ipocrita, perchè non dice come stanno le cose invece di pensare alla politica. C’erano brave atlete giovani che avrebbero meritato più di lei il posto per le olimpiadi, ma si sà che bisogna farsi belli sennò il contratto con la kinder viene scisso!
Giovanni Pispisa – 10.08.12 10:16|

Fortuna che tutti i commenti presenti nel blog di Beppe Grillo sono filtrati e opportunamente moderati dallo staff della Casaleggio Associati..!
È difficile trovare uno strato così infame di umanità. Per trovare una roba tanto indecente, bisogna scorrere i commenti dei lettori di “Libero” e “Il Giornale” ai tempi d’oro del berlusconismo dominante. Nemmeno la nazi-community di Stormfront, che qualcuno ha definito “il più grande portale d’odio presente in rete”, riesce a raggiungere neanche lontanamente simili livelli. Persino quel santuario dell’amore sanfedista conosciuto come Pontifex, con le sue truppe di fanatici analfabeti crucesignati, fatica ad arrivare a tanto.
Quando si ha a che fare con le performance di Beppe Grillo e dei suoi adepti invasati, invece delle 5 Stelle, sembra di avere a che fare con una parodia delle “5 fasi dello sviluppo psicosessuale”, elaborate da Sigmund Freud
C’è la “fase orale”, rapportata all’età adulta:

«Da un punto di vista comportamentale, l’individuo potrebbe manifestare un’inclinazione al vittimismo, regredire verso uno stato di dipendenza e/o sviluppare pratiche oralmente dipendenti (tabagismo,alcolismo, logorrea o manifestando una forte dipendenza dal cibo) costituendosi una personalità sarcastica o pungente (caratteristiche queste indicate come qualità sadico-orali)

Alla quale segue sempre una “fase anale”:

«Durante questo periodo, gli interessi del bambino si spostano dalla zona orale a quella anale, in concomitanza con l’acquisizione del controllo delle funzioni sfinteriche. Il bambino trae appagamento dal controllo autonomo degli sfinteri; Il controllo e l’espulsione dei prodotti del proprio corpo costituiranno, oltre che una forma di gratificazione, uno strumento di regolazione delle relazioni con l’ambiente circostante. Il bambino nutre interesse verso i propri escrementi; spesso l’espulsione è accompagnata dalla paura di una perdita e da un senso di incompletezza.»

E proprio i prodotti fecali sembrano essere la materia che il bambino Grillo manipola meglio.

Ad ogni modo, noi siamo estremamente riconoscenti nei confronti di Beppe Grillo, perché col suo comportamento ci ha insegnato il senso del limite; ci fa apprezzare le buone maniere e ci ricorda quanto le parole siano importanti e con esse l’uso del linguaggio. Ci rammenta, se ancora ce ne fosse bisogno, come la democrazia vada difesa ogni giorno da cialtroni e demagoghi senza scupoli. E quanto l’ignoranza possa essere pericolosa.

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Dramma a Cortina

Posted in Muro del Pianto with tags , , , , , , , , on 6 gennaio 2012 by Sendivogius

L’improvvida ispezione dell’Agenzia delle Entrate durante i baccanali natalizi di Cortina D’Ampezzo, sembra aver scatenato uno psicodramma collettivo tra tutti coloro evidentemente convinti che “fottere” sia un diritto divino.
Un normale controllo fiscale nel Paese dell’evasione record e delle truffe finanziarie, viene percepito come un abuso insopportabile; si tratta di una disgrazia peggiore delle piaghe bibliche giunte a funestare i giorni spensierati dei ricchi e cafoni, che hanno eletto a loro ideale meta invernale le desolate lande dolomitiche.
Si è sfiorata la tragedia! Scene di panico tra i burini acquisiti del volgarissimo generone romano in transumanza alpina… Fuga con le braghe ancora calate dei bauscia brianzoli, con mignottone slavo d’ordinanza legato ai lombi… Crisi isteriche tra i rampolli analfabeti dei mezzadri arricchiti del vicentino…
Sono stati davvero momenti drammatici che i comuni mortali non potranno mai capire: bottiglioni di Crystal abbandonati nell’evacuazione di massa… escort disoccupate…
Cessi a 5 stelle di hotel super-lusso, improvvisamente intasati da bustoni di cocaina…
Attempate vaccone farcite al botulino, che stringevano tremanti la loro pelliccia di zibellino, trincerate in villa contro l’esproprio proletario…
Ingorghi di suv intergalattici, gigantesche Bentley, Maserati e Ferrari, guidati da nullatenenti miliardari, braccati da sanguinari funzionari del Fisco…
Bottegari in lacrime, ancora sotto chock per aver battuto il primo scontrino fiscale di tutta la loro vita (una violenza terribile!)…  
Sembra che a Fabrizio Corona, per la paura, siano scoloriti i tatuaggi da galeotto.
È stato davvero uno scandalo intollerabile; infierire così crudelmente sui poveri frequentatori di Cortina, noto epicentro della crisi economica, invece di concentrare i controlli su ricchissimi centri come Crotone o la provincia nissena. È stato un blitz assolutamente ingiustificato, un’inutile esibizione di forza… che poteva essere invece indirizzata verso insospettabili luoghi d’evasione come, per esempio, Diano Castello?

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BELLA GENTE

Posted in Business is Business, Roma mon amour with tags , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , on 1 marzo 2010 by Sendivogius

C’è del marcio in Danimarca
(W.Shakespeare – Amleto: atto I, scena IV)

In termini inversi, c’è da chiedersi se in Italia esista ancora qualcosa di sano…
Se la corruzione è una sciagura antica, senza bandiere di appartenenza, nel cosiddetto Belpaese ha assunto dimensioni tali da diventare strutturale, quale elemento endogeno nel carattere identitario di un’intera nazione, che ha fatto del malcostume diffuso il proprio tratto distintivo. E, come il vaso di Pandora, non smette di riversare i suoi mali nella sfacciata presunzione di impunità.
È un circolo vizioso, innestato su di un sistema economico già amorale per sua intrinseca natura e per questo più propenso a delinquere. Ciò che stupisce è la ribalta degli stessi personaggi, la riproposizione delle solite facce di sempre, legate con doppio filo ad un passato che non vuole passare, secondo un copione fin troppo noto.

LA ‘FRODE CAROSELLO’
 L’ultima (ma non definitiva) della serie, è l’ennesima truffa finanziaria che ha tra i principali protagonisti due delle principali compagnie di telefonia italiane: FASTWEB e TELECOM Italia tramite la propria controllata SPARKLE.
Sembra che i due colossi delle tlc si fossero specializzati nella compravendita fittizia di servizi telefonici, tramite un’intricata serie di triangolazioni societarie e finte fatturazioni, finalizzata alla creazione di falsi crediti IVA.
Il giochino contabile, conosciuto nell’ambiente come “Frode Carosello”, andava avanti almeno dal 2002 ed ha comportato un danno di 365 milioni di euro, per mancati introiti, alle esangui casse di uno Stato, particolarmente prodigo quando c’è però da favorire i ladroni amici…
Nella sua estensione, la natura della frode è molto più complicata. Tuttavia, una delle varianti più semplici consiste nella vendita di traffico telefonico ad aziende estere in ambito europeo, esenti dal pagamento dell’IVA secondo la normativa comunitaria. Per la transazione internazionale, ci si avvale di intermediari commerciali: sono società di comodo per il transito di capitali, con sede nazionale ed estera (Panama; USA; Svezia).
Le Limited straniere (chiamiamole Beta) acquistano i pacchetti telematici dalle grandi compagnie italiane (Alfa). Questo tipo di transazioni, in quanto esportazioni estere, non sono soggette al pagamento dell’IVA, per mancanza del presupposto territoriale.
A loro volta, le stesse aziende estere rivendono il pacchetto appena acquisito ad una o più società terze (denominate ‘cartiere’), con sede in Italia, che rigirano nuovamente il prodotto alle compagnie originarie (sempre Alfa). Queste ultime versano in anticipo il pagamento dell’IVA sul prodotto riacquistato, direttamente nelle casse della società cartiera. In questo modo, Telecom Sparkle (o chi per lei) vanta un credito d’imposta nei confronti del Fisco italiano; si tratta di un rimborso che può scorporare in fase di bilancio dal resto delle somme da versare all’erario.
La ‘cartiera’ (Gamma) non solo si guarda bene dal versare l’IVA dovuta, ma viene altresì posta in liquidazione (o fallimento) a transazione avvenuta, per rinascere sotto altro nome e pronta a ricominciare il giro, con i suoi flussi di cassa virtuali.
Il cosiddetto mobile phone supply (traffico di schede prepagate; accesso a servizi internet…) è totalmente inesistente, così come è fittizia la compravendita di servizi in realtà mai forniti, tramite le ‘cartiere’ che erogano false fatture, incrementando i rimborsi e creando fondi neri.
È più o meno, quanto avveniva in SPARKLE, sotto la famigerata amministrazione TELECOM di Marco Tronchetti Provera. Grossomodo, sembra sia il caso della FASTWEB guidata da Silvio Scaccia.

Operazione PHUNCARD-BROKER
 Nel 2004, su segnalazione dell’Agenzia delle Entrate di Roma, il Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza avvia una serie di indagini tributarie sui bilanci di TELECOM per sospetta elusione fiscale. I finanzieri scoprono una serie di ingenti movimenti contabili poco chiari, tra intermediari italiani ed esteri, con società finlandesi che fatturano miliardi per gestire traffici telefonici da Parigi a Roma. L’interesse delle Fiamme Gialle si concentra sulla concessione dei ‘servizi’ dial-up (la truffa dei numeri dialer) e, seguendo il groviglio delle società coinvolte, vira rapidamente verso FASTWEB in merito alla commercializzazione delle Phuncards: carte prepagate per l’accesso, tramite un sito internet, a contenuti tutelati dal diritto d’autore (royalties). Salvo scoprire che non esiste alcun sito né diritto tutelato, ma solo una massiccia produzione di fatture false per operazioni mai effettuate.
Al contempo, sempre a Roma, i Carabinieri del ROS indagano su un giro di usura ai danni di un imprenditore locale, taglieggiato da… un ufficiale della Guardia di Finanza del nucleo anti-estorsioni!
“L’11 febbraio 2004 la Procura di Roma chiede ai carabinieri dei Ros di riscontrare le dichiarazioni della denuncia presentata da Vito Tommasino, che accusava il maggiore Luca Berriola di averlo ricattato e di avergli prestato soldi a tassi d’usura incredibili.”
Berriola utilizza l’imprenditore Tommasino, per far rientrare dall’estero 1,5 milioni di euro su un suo conto corrente cifrato panamense e riconducibile alla Broker Management SA, i cui flussi finanziari sono risultati ricollegabili al traffico di carte telefoniche sulle quali stanno già indagando i militari del Nucleo valutario della GdF.
Agli inquirenti non serve molto per capire che le indagini sono strettamente collegate: tanto i militari della Finanza tanto quelli dell’Arma, stanno investigando sulla medesima banda criminale coinvolta in due diverse operazioni di riciclaggio.
Le due indagini vengono quindi riunite e poste sotto il coordinamento della Procura Distrettuale Antimafia di Roma, fino ai 56 arresti degli ultimi giorni per associazione a delinquere transnazionale pluriaggravata.

I BRICCONCELLI
A gestire l’immenso giro di denaro sporco è un’agguerrita cricca di riciclatori professionisti, che opera su dozzine di conti correnti. L’intraprendente gruppo traffica in diamanti e beni di lusso; non disdegna di investire i suoi proventi nel mercato delle armi e in forniture militari nel sud-est asiatico. In eccesso di liquidità, effettua compravendite immobiliari e cerca persino una partecipazione in FINMECCANICA. Inoltre, attraverso una galassia di piccole società, offre i propri servizi di intermediazione finanziaria ai manager di Fastweb e Telecom Sparkle.
Nell’organizzazione confluiscono neo-fascisti militanti, vecchi esponenti della Banda della Magliana e capibastone delle ‘ndrine crotonesi.
Ma nel mazzo ci sono pure consulenti finanziari e liberi professionisti, manager in carriera e specialisti in intermediazioni d’affari sui mercati esteri. Ognuno col suo soprannome, come si conviene nel bestiario della mala romana. È divertente notare come uno dei principali broker implicati nel riciclaggio internazionale, Marco Toseroni (detto er Pinocchio), presenti l’attività nel proprio curriculum vitae:

“In 21 investimenti, ho assunto il ruolo di consulente e successivamente di dirigente essendo coinvolto nel processo di selezione delle opportunità di investimento e negoziazione dei deal (operazioni commerciali n.d.r). Ho inoltre svolto attività di consulenza finanziaria e di pianificazione strategica rivolte ad imprese a conduzione familiare in ordine al perfezionamento di acquisizioni, allo sviluppo di canali commerciali all’estero, alla ristrutturazione del business”

Più che un clan mafioso, è un piccolo partito del malaffare organizzato che vanta persino un proprio rappresentante in Senato: Nicola Paolo Di Girolamo. Ma andiamo per ordine…

 Gennaro MOKBEL. È il Mister X di questa sorta di Spectre capitolina. Mokbel, madre napoletana e padre egiziano, 50 anni ben portati, è una vecchia conoscenza della DIGOS romana…
Vecchio fascistone dalle simpatie neo-naziste, in gioventù bazzica gli ambienti eversivi di Terza Posizione, entrando presto nella rete di fiancheggiatori dei NAR. Infatti, nel maggio 1992, viene arrestato durante un blitz dell’UCIGOS insieme ad Antonio D’Inzillo, un latitante che Mokbel nasconde in casa sua, e si becca tre mesi di reclusione. Con gli anni, si dedica al più lucroso traffico di stupefacenti, guadagnandosi a contorno una serie di condanne per ricettazione, detenzione di armi da fuoco, lesioni aggravate, e “usurpazione di titoli”, prima di riciclarsi come imprenditore criminale. Tuttavia, non dimentica i vecchi camerati (Mambro, Fioravanti, Pedretti) ai quali si vanta di pagare le spese legali. Ne parla al telefono con Carmine Fasciani, esponente della criminalità romana, legato ai resti della Banda della Magliana:

“Valerio e Francesca… Dario Pedretti…te li ricordi tutti?… Li ho tirati fuori tutti io …tutti con i soldi mia, lo sai quanto mi so costati Ca’?… un milione e due…un milione e due!”

Un discorso a parte merita Antonio D’Inzillo, giovanissimo killer dei NAR passato alla Banda della Magliana. Per chi ha letto ‘Romanzo Criminale’ di Giancarlo De Cataldo, D’Inzillo è Il Pischello.
A.D’Inzillo, classe 1963, figlio di un noto ginecologo della Capitale, comincia la sua militanza politica nei CLA (Costruiamo l’Azione) d’ispirazione ordinovista.

Il 17/12/1979 a Roma un commando dei NAR uccide il 24enne Antonio Leandri [maggiori dettagli li trovate QUI]. I killer materiali sono Bruno Mariani e Giusva Fioravanti; l’autista alla guida di una Fiat 131 rubata è il 16enne D’Inzillo. Il gruppo di fuoco viene arrestato quasi subito, tranne Fioravanti che riesce a scappare.
Bruno Mariani ha 19 anni, una militanza studentesca in Avangurdia Nazionale ed amicizie con l’ala militare dei CLA, dove conosce D’Inzillo che si unisce alle sue scorribande squadriste. Dopo l’arresto per l’omicidio Leandri, il minorenne D’Inzillo viene condannato in primo grado a 15 anni di reclusione, ma nel marzo 1985 viene scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare.
Il 02/03/1989 viene nuovamente arrestato, insieme a due camerati di TP, presso il deposito bagagli della stazione Tiburtina di Roma, mentre ritira un borsone con le armi dei NAR. Nel gruppetto c’è anche Giorgio De Angelis, attualmente consigliere del sindaco Alemanno.
 In carcere D’Inzillo rimane poco anche stavolta, sempre per decorrenza dei termini di custodia, tuttavia fa in tempo a conoscere Marcello (Marcellone) Colafigli, uno dei boss della Magliana, ed a prendere contatti con l’omonima banda.
Cocainomane abituale, D’Inzillo viene successivamente accusato di aver provocato la morte, durante una lite, di Patrizia Spallone con la quale ha una relazione sentimentale. La ragazza è la nipote del chirurgo di Togliatti.
D’Inzillo fugge in Belgio, ma nel 1991 viene estradato in Italia per traffico di stupefacenti.
Nel 1993, nell’ambito della faida che vede coinvolti vari esponenti della Banda della Magliana, viene incriminato per l’assassinio di Enrico De Pedis, detto Renatino (è il Dandy di ‘Romanzo Criminale’), boss del gruppo dei ‘Testaccini’, ammazzato il 02/02/1990.
A questo punto, D’Inzillo si dà alla latitanza e di lui si perdono (apparentemente) le tracce. 
Ufficiosamente, D’Inzillo si trasferisce in Africa dove fa il mercenario per gruppi paramilitari, che gestisce in proprio ed affitta per servizi particolari in Kenya, Congo, Uganda… in quanto lavora “al servizio di apparati governativi come coordinatore militare di attività segrete, assolutamente illecite, quali la raccolta e il trasporto di legname rubato in territorio sudanese oltre al traffico di particolari risorse minerarie, come l’oro del Congo”. In Uganda si mette sotto la protezione del presidente Museveni, organizza squadre di autodifesa  contro i macellai dell’LRA, e si dedica al lucroso traffico internazionale di diamanti, che (guarda caso) costituiscono una voce importante negli investimenti di Gennaro Mokbel, che sembra procurarsi la materia prima con estrema facilità tramite dei canali privilegiati…
Rintracciato dalla magistratura italiana, nel 2008 D’Inzillo muore. Una scomparsa provvidenziale che però non produce cadaveri, visto che il corpo è stato cremato e, al di fuori del certificato, nulla attesta il decesso. Incredibilmente, la notizia la trovate QUI.

 Fabrizio RUBINI. Già rinviato a giudizio per omicidio aggravato  (QUI), è un nome noto alla Polizia: “nel 2005 è finito in carcere a Regina Coeli, accusato di aver ucciso il rivale in amore, un geometra di Ostia. Nonostante l’accusa grave e le intercettazioni che inchiodavano lui e l’amante, Rubini è stato scarcerato nel 2006. Sembra si sia rimesso subito in affari. Rubini, commercialista noto della Capitale, è stato socio con Di Girolamo in varie società (Wbc srl; Emmemarine srl; Progetto Ristorazione), ma secondo gli inquirenti ora mira in alto: sarebbe lui l’intestatario di un conto a San Marino dove vengono accreditati milioni di euro, soldi che la banda mandava dalle società di vari paradisi fiscali” (fonte La Repubblica).

 Paolo COLOSIMO. Avvocato vicino agli ambienti neo-fascisti della Capitale, è il difensore di Niccolò Accame, ex portavoce di Francesco Storace, nel processo Lazio-gate. È anche l’ex legale dell’immobiliarista Danilo Coppola: uno dei Furbetti del Quartierino. Coppola è indagato dalla Procura di Roma per sospette operazioni di reciclaggio per conto di Enrico Nicoletti, il cassiere della ‘Banda della Magliana’, Aldo De Benedittis ed i fratelli Ascenzi, a loro volta legati ad Enrico Terribile e tutti cresciuti sotto l’ombra protettiva della Bandaccia.
Nel maggio 2007, l’avv. Colosimo viene arrestato per associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta ed intestazione fittizia di beni, in seguito al crack del gruppo Coppola, quindi posto agli arresti domiciliari. Tra l’altro, l’avvocato aveva già all’attivo una condanna per porto abusivo di armi da sparo.
Ma Paolo Colosimo è anche il difensore di fiducia di Giuseppe Arena, affiliato all’omonima cosca calabrese, operante nella provincia di Crotone…

 Franco PUGLIESE. 53 anni, è stato condannato in via definitiva per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, violazione di sigilli, abusivismo edilizio, ricettazione, estorsione ed usura.
Nel maggio del 1997 il Tribunale di Crotone confisca a Pugliese beni per un valore di 12 miliardi di lire. Al presunto boss, in quell’occasione, fu applicata la sorveglianza speciale per tre anni.
Inoltre, Franco Pugliese è strettamente legato alla famiglia mafiosa degli Arena,
“in considerazione del fatto che la figlia Mery è la compagna del latitante Fabrizio Arena (il cui padre, Carmine, uno degli esponenti storici dell’omonima cosca di Isola Capo Rizzuto risulta ucciso in un eclatante agguato mafioso nel 2004, mediante l’esplosione di un colpo di bazooka) e la sorella PUGLIESE Vittoria risulta sposata con Nicoscia Pasquale, già inserito nell’omonima cosca e assassinato in data 11/12/04.” (Tribunale di Roma, 23/02/2010)

Roberto MACORI. Già condannato in via definitiva per bancarotta fraudolenta ed evasione fiscale, è l’inviato speciale di Mokbel nei rapporti di collaborazione con i calabresi.

Nicola DI GIROLAMO È il pezzo pregiato della collezione Mokbel: l’utile idiota posto a rappresentare gli interessi della banda in Parlamento, con la gentile collaborazione della ‘Ndrangheta calabrese.
Romano, avvocato, imprenditore, il 50enne Di Girolamo cura il giro di intermediazioni societarie per conto di Mokbel, si preoccupa di reinvestire i capitali illeciti e dell’esportazione di valuta all’estero (Panama e Hong Kong). Soprattutto, è coinvolto nelle intestazioni fittizie di beni e nel riciclaggio internazionale, con l’aggravante di rivestire il ruolo di promotore ed organizzazione dell’associazione a delinquere, secondo quanto riportato dai magistrati.
Vuoi perché Di Girolamo abbia ambizioni politiche… Vuoi perché Mokbel ritenga la rappresentanza parlamentare utile alla causa… Com’è, come non è, ad un certo punto la banda decide di candidare Di Girolamo alle elezioni.

BIRBANTELLI IN PARLAMENTO
Nel 2007 anche Gennaro Mokbel aveva tentato la via politica aderendo ad “Alleanza Federalista”, un movimento nato nell’ottobre 2003 come costola romana della LEGA NORD. Dopo aver assunto la carica di ‘segretario regionale’, Mokbel distribuisce le cariche tra moglie e parentado associato.

“Nell’ottobre 2007, a seguito dei contrasti con i vertici di Alleanza Federalista accusati di immobilismo ma soprattutto di non coinvolgere MOKBEL Gennaro nella condivisione/scelta delle strategie politiche, maturerà la decisione di costituire un autonomo gruppo politico a cui veniva dato il nome di Partito Federalista Italiano. Partito attraverso cui venivano avviati una serie di contatti con esponenti politici di primo piano, che culmineranno nella candidatura alle elezioni politiche del 13 e 14 Aprile 2008 di DI GIROLAMO Nicola, quale candidato al Senato.”

 (Atti dell’inchiesta)

È Mokbel che pensa a tutto: soldi, finanziamenti, appoggi politici, alleanze, strategie… Tanto che l’avv. Di Girolamo sembra quasi disinteressarsi alla sua campagna elettorale. E mal gliene incolse!
Le intercettazione telefoniche la dicono lunga su quale fosse la reale stima del suo capo e la considerazione di cui gode Di Girolamo nel resto del gruppo:

“Hai sbagliato però… a Nicò… ma tu ma dove cazzo… che me stai a pija per culo?!? A Nicò guarda che io… ti do una capocciata eh… Nicò?!? (…) Io me altero che tu me prendi per il culo… Io te indico come segretario politico… che so due giorni che me dice c’abbiamo una serie di incontri… col sindaco de Marino, con tutta gente… e tu non m’hai… non mi hai mai fatto una telefonata! Nicola io non so se tu sei capace a comportarte o sei non sei capace a fare delle cose. Tutti gli altri esistono per darte ‘na mano a farle ‘ste cose, non per essere trattati con sufficienza, con menefreghismo, con superficialità… Nicò, non stai facendo un cazzo, perdendoti nelle tue elucubrazioni, ti ho avvisato la prima, ti ho avvisato la seconda, e ti ho avvisato la terza volta… qui si tratta che tu stai sulla luna (…) e rimani ne a luna… perché io appresso a un coglione come te nun me ce ammazzo… Nicò… hai capito?!? Non ce perdo tempo, non ce perdo più soldi! Ti ho continuato a dire: tocca fare questo, tocca fare quello, tocca fare quest’altro… tu fai solo una confusione inutile, giri su te stesso, fai rodere il culo a tutti quanti… poi siccome non te dicono un cazzo a te, vengono da me… oh che dovemo fa?!? L’incontro tocca farlo, st’altra cosa tocca farla… e a un certo punto me so rotto i coglioni, capito caro Nicola?  Vai a fare il senatore, prendi i tuoi sette mila euro al mese, vattene affanculo a me non me rompe li coglioni sennò te metto le mani addosso!”

Vista la caratura del candidato, per la bisogna, Gennaro Mokbel si appoggia alla comprovata esperienza delle cosche calabre nel reperimento voti. E qui entra in gioco Franco Pugliese, che si accolla il disturbo in cambio del pagamento delle spese e di un prestanome a cui intestare uno yacht appena acquistato. Roberto Macori (l’uomo di Mokbel) e  Giovanni GABRIELE (il referente della cosca) volano subito in Germania, nella zona di Stoccarda, dove iniziano a rastrellare voti tra gli immigrati calabresi, procacciandosi schede elettorali in bianco da falsificare.
Di Girolamo viene eletto nelle liste PDL per la circoscrizione estera – collegio Europa e diventa senatore della Repubblica con 22.875 voti validi. Il 29/12/08 il sen. Sergio De Gregorio (Pdl) annuncia la nomina di Nicola Di Girolamo a vicepresidente della sedicente fondazione “Italiani nel mondo”. Diventa membro della III° Commissione Affari Esteri del Senato ed entra a far parte anche del Comitato per le questioni degli Italiani all’estero.
Tuttavia, a scanso di equivoci, subito dopo l’elezione Mokbel ricorda al neo-eletto senatore chi è che comanda davvero:

“Da ‘sto momento la vita tua è questa: senato, viale Parioli, viale Parioli, senato e a casa. Poi da viale Parioli si decide co’ chi devi sta a pranzo, con chi devi sta a cena, che devi incontra… chi dobbiamo vede’, i viaggi che se demo fa… Se lo capisci, bene! Sennò vattene per i cazzi tua, prendi un milione e cento e va a… Mettemo un altro… non c’ho tempo da perde”

E non perde occasione per ribadire il concetto al povero senatore pezza da piedi che, tra minacce e umiliazioni, fa quasi pena:

“Mò ricordati che devi paga’ tutte le cambiali che so state aperte e in più devi paga’ lo scotto sulla tua vita, Nicò perché tu una vita non ce l’avrai più.. ricordati che dovrai fare tutte le tue segreterie, tutta la gente sul territorio, chi te segue le Commissioni, il porta borse, l’addetto stampa, il cazzo che se ne frega… ma come ti funziona ‘sto cervello Nicò?”

Pare infatti che Di Girolamo non sia stato poi un grande investimento politico… Preoccupato di cancellare le tracce che possano collegarlo alla sua passata attività di riciclatore, fa casino sui vecchi c/c e sull’allineamento dei ‘poteri di firma’. Soprattutto, prende iniziative autonome dal resto della banda e pasticcia con gli svizzeri della Egobank di Lugano. Il senatore infatti è preoccupato di finire come Coppola e Fiorani.
Di errore in errore, Di Girolamo continua a suscitare le ire del ras della Camilluccia, che non lesina complimenti alla sua creatura malriuscita:

MOKBEL: «Se t’è venuta la “candidite”, se t’è venuta la “senatorite” è un problema tuo, però stai attento che ultimamente te ne sei uscito 3-4 volte che io sò stato zitto, ma oggi mi hai riempito proprio le palle Nicò, capito?!? Se poi dopo te e metto tutte in fila e cose… abbozzo du volte… tre volte…»
DI GIROLAMO: «Comunque, guarda, mi dispiace…»
MOKBEL: «Devo aprì bocca Nicò? devo aprì a bocca mia? Io quando apro a bocca faccio male, a secondo del male che si fa, Nicò, hai capito? Vuoi che parlo io?
(…) Non me ne frega un cazzo, a me di quello che dici tu, per me Nicò puoi diventà pure presidente della Repubblica, per me sei sempre il portiere mio, cioè nel mio cranio sei sempre il portiere, non nel senso che tu sei uno schiavo mio, per me conti come il portiere, capito Nicò? Ricordati che io per le sfumature mi faccio ammazzà e faccio del male!»

In un’ampia scelta di casistiche, il senatore Di Girolamo può scegliere se essere lo schiavo, il portiere, o il pupazzo di Mokbel:

“lui è legato a me non da filo doppio, ma da cento fili… senza de me è finito, non può far nient’altro”

Tuttavia, non tutte le ciambelle riescono col buco…
Già alla vigilia della sua elezione a senatore, Di Girolamo viene sospettato di aver falsificato la sua residenza all’estero. Il Tribunale di Roma ne chiede l’arresto per attentato ai diritti politici, falso ideologico, false dichiarazioni, e falsificazione di atti pubblici.
 Settembre 2008; il Senato non concede l’autorizzazione a procedere l’arresto contro Di Girolamo e rinvia l’ipotesi di decadenza dal seggio senatorio alla Giunta delle Elezioni per il Senato.
 20 ottobre 2008; la Giunta delle Elezioni ordina l’annullamento della nomina, ma la decisione viene sospesa per l’intervento dal senatore Andrea Augello (Pdl), ventriloquo di Alemanno a Roma.
 29 Gennaio 2009; il Senato rimette la decadenza Di Girolamo come senatore, alla futura sentenza penale.
 Febbraio 2009. Si sveglia il ferale presidente del Senato, Renato Schifani, che promette tempi certi per la rimozione dell’imbarazzante senatore, avvertendo fortemente l’esigenza di eiattare il degno prodotto del ‘popolo delle libertà’…

“Sei una grandissima testa di cazzo… Nicò sei proprio sballato. Sei una grande delusione, lo sai Nicò?” 

(Gennaro Mokbel)

CAMERATA ANDRINI, PRESENTE!!
 Stando alle amabili definizioni del gran capo, se Di Girolamo è un “coglione” è pur vero che questi vanno sempre abbinati in coppia…
Che cosa è successo? Per essere candidati nella Circoscrizione Europa, bisogna innanzitutto risiedere all’estero. E non è il caso dello strapazzato Di Girolamo.
A falsificare i certificati di residenza, ci pensa un altro fenomeno da baraccone pescato tra i protetti di Gianni Alemanno. Si tratta dell’ormai famoso Stefano Andrini: un personaggio dagli interessanti contatti…
Andrini infatti conosce bene l’ambasciatore italiano in Belgio, Sandro Maria Siggia. Inoltre, entra in contatto con Aldo Mattiussi, un funzionario del Consolato italiano a Bruxelles, che provvede a certificare la falsa residenza dell’avv. Di Girolamo nella capitale belga.
Stefano Andrini si preoccupa pure di scegliere l’alloggio per l’aspirante senatore e non ha niente di meglio che indicare, nell’attestazione di residenza, un trilocale in uso a studenti fuori sede…
Andrini ha un amico suo pugliese che è “borsista” (mò si chiamano così) presso il Parlamento Europeo. Il borsista ha un appartamento in locazione, che sub-affitta ad altri ragazzi per pagarsi le spese. E si offre di ospitare pure Di Girolamo.
Persino gli inquirenti non resistono dall’ironizzare sulla brillante sistemazione offerta da Andrini:

«Ed è questa sistemazione che viene scelta a Bruxelles come “residenza” del futuro senatore della Repubblica. Si tratta di un appartamento evidentemente inidoneo, costituito da un salone, due stanze e servizi, in cui il professionista romano, avv. Di Girolamo Nicola Paolo, avrebbe dovuto risiedere dormendo sul divano-letto della sala, poiché le due camere erano già occupate da altri ragazzi»

Poi, come al solito, Di Girolamo ci mette del suo e sbaglia a trascrivere l’indirizzo, fino all’epilogo di questi giorni.
Alla luce dei fatti, visto l’enorme potere che la categoria ingiustamente sottovalutata può acquisire ed esercitare, la domanda nasce spontanea: quanto può essere pericoloso un coglione?

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