Archivio per Affari Esteri
The Peacemaker (IV)
Posted in Stupor Mundi with tags Affari Esteri, Bimbiminkia, Guerra in Ucraina, IAE, Italia, Liberthalia, Mass Media, Nathalie Tocci, Piddume on 26 marzo 2022 by SendivogiusAnche i bimbiminkia della “Generazione Erasmus” crescono. E, una volta diventati ‘grandi’, scambiano i privilegi di censo e di casta per titoli di merito, validi per ottenere cadreghe di “prestigiosi” istituti di studio impegnati in attività di lobbying più o meno sfacciate, ed occupare le poltroncine profumatamente remunerate di qualche consiglio di amministrazione, in cui vengono improvvidamente fatti imboccare su cooptazione, per benemerenze politiche su appartenenza di partito, nell’accumulo compulsivo di cariche e stipendi.
TRUMPIST LEGACY
Posted in Kulturkampf, Stupor Mundi with tags Affari Esteri, Alt-Right, Capitol Hill, Cobra, Donald Trump, Esteri, Fascismo, Leader psicopatico, Liberthalia, Narcisismo maligno, Police, Società, Sovranismo, USA, Washington on 9 gennaio 2021 by SendivogiusIn sintesi, ora che questo tumore maligno della democrazia si prepara a fare finalmente le valige per entrare nella pattumiera della storia (rigorosamente a lettere minuscole), insieme al suo clan di abusivi incistato alla Casa Bianca, non è che ci sia molto da dire su Donald J. Trump: è un fascista. E la parola in sé già basterebbe in sopravanzo a riassumere il personaggio, nell’espressione più compiuta del termine.
Il leaderismo messianico… il culto della personalità… l’ego smisurato… le smargiassate dal machismo esasperato… l’ostentata volgarità plebea del bifolco ripulito… le pose volitive e aggressive… la violenza intrinseca nel compiacimento perverso della stessa… i continui richiami alla (sua) legge e ordine, da imporre agli altri nella presunzione di ritenersi al di sopra di ogni regola… la polarizzazione manichea del confronto, attraverso la continua distorsione della realtà… il ricorso sistematico alla menzogna… il razzismo viscerale, insieme alla vigliaccheria congenita di un uomo meschino…… sono solo alcuni dei dettagli di contorno che confluiscono nella “triade oscura“ e che definiscono un narcisista patologico in pieno delirio di onnipotenza, facendone un sociopatico di successo. Soprattutto, rivelano i suoi modelli di riferimento, come si trattasse di un marchio di fabbrica, tramite il connubio tra politica e psicologia clinica.
Trump appartiene a quella numerosa e nefasta genia tossica di leader psicopatici che di tanto in tanto spuntano nei periodi di crisi, per fare del disagio delle masse smarrite il trampolino del proprio successo, cavalcandone la rabbia sociale per afferrare il potere, che intendono come esclusivo ed assoluto. Bruciano in fretta, come il fuoco che li consuma da dentro, nell’assoluta assenza di empatia e di qualsivoglia principio, ma di solito lasciano danni enormi, prima di essere scrostati via.
A volte, ma è raro, c’è una grandezza tragica negli autocrati (o aspiranti tali)… Quasi sempre prevale l’aspetto cialtronesco di macchiette pericolose, come nel caso di questo bullo di twitter dal senso grandioso di sé. Qui più che altro siamo dalle parti del Supercafone: più eccessivo di un villain da fumetto pulp, trascende i confini del grottesco e pare la parodia nazi di Jabba the Hutt, con la sua cosca di nostalgici in camicia nera che si salutano tra loro al grido di “heil!” in un trionfo kitsch-sovranista.
Per spiegare il mondo di Trump… quell’America piccola piccola che si
masturba sui suoi mitismi estemi… basterebbe ricordare la sua reazione isterica alle proteste per l’omicidio di George Floyd, che ha tolto ogni velo residuo alla narrazione fantastica e grettamente reazionaria del presidente più amato dal Ku Klux Klan dai tempi di Barry Goldwater e George Wallace, con le città militarizzate e lo schieramento di legioni di robocop in tenuta da guerra, a presidiare una capitale blindata contro i terribile cortei antifascisti, tale era l’entità della minaccia sovversiva…

Protesters rally in front of Pennsylvania National Guard soldiers, Monday, June 1, 2020, in Philadelphia, over the death of George Floyd, a black man who was in police custody in Minneapolis. Floyd died after being restrained by Minneapolis police officers on May 25. (AP Photo/Matt Slocum)
DC National Guard Military Police officers and law enforcement officers stand guard during a protests against the death in Minneapolis custody of George Floyd, near the White House in Washington, D.C., U.S., June 1, 2020. REUTERS/Jonathan Ernst
Così serrati, da trascendere l’ammucchiata nell’ostentazione di potenza..!

National Guard troops were deployed to the Lincoln Memorial on June 2, 2020, during protests held in Washington, DC, over the death of George Floyd.
Più che altro, sembra di assistere ad una parata dei Cobra, tanto è notevole la somiglianza e surreale l’effetto!
WASHINGTON, UNITED STATES- National Guard troops deployed to the Lincoln Memorial on the eighth day of protests in Washington DC, United States on June 2, 2020. Protests continue for the death of George Floyd at the hands of a policeman in Minnesota last Monday (25). Several people pointed out that in that same place Martin Luther King Jr. gave his “I have a dream” speech in 1963.
Poi è successo che il Mussolini ossigenato ha perso le elezioni presidenziali. E non potendo scappare via con la palla, ha pensato bene di bucarla pur di non mollare il giocattolo.
Si è messo ad inseguire il vecchio mito liberamente reinterpretato della “vittoria mutilata”, dopo aver candidamente dichiarato con svariati mesi di anticipo che non avrebbe accettato alcuna sconfitta, né avrebbe consentito una transizione pacifica, come se fosse la cosa più normale del mondo. E infatti, coerentemente, si è messo a coccolare la galassia dei complottisti più estremi e delle milizie armate, denunciando “brogli” a due mesi dal voto (della serie: se vinco io è tutto regolare, ma se perdo è perché le elezioni sono truccate), giusto per non lasciare indietro nulla. Quindi ha aizzato i suoi squadristi all’assalto del Campidoglio il giorno della certificazione dell’elezione del nuovo presidente, trasformando le aule del Parlamento in un bivacco di manipoli.
Nell’ora fatale, il Palazzo del Congresso si presentava così…




A malapena piantonato da un drappello della Capitol Police con caschetto da ciclista, circondati da una fauna di sedicenti “patrioti”, come piace loro chiamarsi, secondo le mistificazioni semantiche del neo-nazismo militante, dietro la neo-lingua sovranista, in un tripudio di bandieroni per tutti i gusti,
dalla bandiera di Gadsden fino a quella dell’immaginario Kekistan, insieme agli immancabili vessilli confederati di chi evidentemente pensa che la guerra civile non sia mai finita e la reinterpreta in farsa, neanche fosse una sceneggiatura scartata della Marvel, dimenticando che Capitan America li odia i nazisti. Non solo quelli dell’Illinois…
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I SOLITI IGNOTI
Posted in Masters of Universe with tags Affari Esteri, Afghanistan, Alfredo Mantica, Calunnie, Emergency, Gino Strada, Ignazio La Russa, Il Giornale, Libero, Liberthalia, Marco Garatti, Matteo Dell'Aira, Matteo Pagani, Maurizio Belpietro, Maurizio Gasparri, Partito dell'Amore, Procura di Roma, Vittorio Feltri on 24 aprile 2010 by Sendivogius
In virtù dell’obbligatorietà dell’azione penale, che qualcuno suggerisce di abolire, la Procura di Roma “ha disposto il procedersi nei confronti di ignoti per il reato di calunnia aggravata e continuata ai danni di Marco Garatti, Matteo Dell’Aira, e Matteo Pagani”, i tre operatori umanitari di Emergency impegnati in Afghanistan. I volontari furono sequestrati il 10/04/2010 dai servizi segreti afghani e detenuti illegalmente, per 8 giorni, in una prigione sconosciuta, senza alcuna assistenza legale né formalizzazione ufficiale dei capi d’accusa. In proposito, la violazione delle procedure d’arresto e di carcerazione avrebbero dovuto suscitare una certa riprovazione delle autorità italiane, dal momento che all’Italia, tra i vari compiti, è stata demandata anche la riorganizzazione del sistema penale (QUI). In alternativa, se avete problemi a visualizzare il contenuto del link, potete cliccare QUI.
Immancabili come sempre, coerenti con la filosofia che ispira le menti sublimi del nuovo Partito dell’Amore sottolio di ricino, sono subito arrivate le fragorose esternazioni dei nostri festaioli membri di governo, rivolte contro ben altro obiettivo…
Tra gli “ignoti”, sui quali la procura romana si guarderà bene dall’indagare, ci sono infatti gli specialisti della calunnia organizzata a mezzo stampa, raggrumati nelle più orride discariche della peggior stampa padronale. Parliamo, naturalmente, di ‘Libero’ e ‘Il Giornale’: le due cloache gemelle che si scambiano i liquami, secondo il principio dei vasi comunicanti; le due voci della fogna a direzione interscambiabile per omologhi, tramite il tandem Belpietro-Feltri uso a mazzolar diffamando.
Ma nell’affollato club dei soliti ignoti c’è pure mezza fascisteria di governo, con la partecipazione straordinaria del ministro Franco Frattini: lo stoccafisso surgelato agli Affari Esteri, che alla vigilia degli arresti ci delizia con una preghierina laica, ribadendo la sua “piena fiducia nelle autorità di Kabul”, impalato nel suo consueto (e innaturale) rigor mortis da zombie governativo:
«Prego con tutto il cuore da italiano che quelle accuse non siano vere, perché l’idea che possano esserci degli italiani per i quali anche una parte di quelle accuse siano vere, mi fa rabbrividire.
(…) Lo prego davvero di tutto cuore, perché sarebbe una vergogna per Italia.»(11 Aprile 2010 – Franco Frattini)
Ogni paese ha le sue vergogne nazionali… le nostre generalmente indossano gessati e proferiscono pensierini imbarazzanti, all’insegna di una retorica patriottarda da libro ‘Cuore’, nell’ostentazione compiaciuta della sua arci-italianità, senza inutili foglie di fico a coprir le pudenda.
Se il ministro Frattini prega, il suo sottosegretario è perplesso:
«Gli arresti devono far riflettere Gino Strada e la sua organizzazione, che forse da umanitario fa un po’ troppa politica. Il governo italiano deve accertare la verità e mi auguro che la verità dia ragione a Strada, ma ho delle perplessità»
Alfredo Mantica, sottosegretario agli Affari Esteri.
(11 Aprile 2010)
Chi invece non ha alcun dubbio è Ignazio Benito La Russa, il sempre loquace Ministro della Guerra con la perfetta conoscenza del caso:
«Gino Strada dovrebbe evitare di accusare il governo afghano, di gridare al complotto della Nato e di tirare dentro il governo italiano. Sarebbe più saggio se, in attesa di sapere come sono andate le cose perché non ha conoscenza del caso specifico, Strada prendesse le distanze dai suoi collaboratori, perché può sempre succedere di avere accanto, inconsapevolmente, degli infiltrati. Nel passato è accaduto tante volte. (…) La storia del complotto non sta in piedi»
(12 Aprile 2010)
E siccome i didimi vanno sempre a coppia, non potevano mancare le strombazzate dell’instancabile Maurizio Gasparri, detto ‘Il Merda’:
«Sul caso Emergency-Afghanistan il governo italiano deve intervenire, ma per le ragioni opposte a quelle citate da certi personaggi. Già in occasione di altre vicende emersero opinabili posizioni e contatti di questa organizzazione. Ora che ci fossero armi in luoghi gestiti da questa gente si è visto chiaramente su tutte le televisioni. Il nostro governo deve tutelare la reputazione dell’Italia che impegna le proprie Forze armate in Afghanistan e in altre parti del mondo a tutela della pace e della libertà minacciate dal terrorismo. Chi dovesse vigilare poco, e siamo generosi a limitarci a questo, crea un gravissimo danno. Ci riferiamo ad Emergency. L’Italia non può essere danneggiata da queste situazioni. La nostra linea è chiara. Quella di altri no!»