
Sono più di otto mesi che la giunta fascista di Kiev prova a trascinare il resto del mondo nella Terza Guerra Mondiale, col coinvolgimento della NATO (già ampiamente invischiata), in un conflitto diretto contro la Federazione russa, mentre detta l’agenda politica (e ora anche culturale) alle supine cancellerie europee prostrate passivamente, dinanzi alle pretese di questo arrogante dittatorello da operetta nel Quarto Reich degli ukronazi.
Attenderemo invano che salivanti orde di pennivendoli a contratto, ci spieghino come un missile di rigorosa fabbricazione russa, tra le migliaia di ordigni made in USA forniti all’Ucraina, venga lanciato nella direzione esattamente opposta rispetto alla linea del fronte (lontana qualche centinaio di chilometri) e vada a schiantarsi oltre confine, in territorio NATO, durante lo svolgimento di un bel vertice internazionale, onde avere la massima rilevanza possibile e innescare una reazione incontrollata secondo i protocolli dell’Alleanza atlantica. Almeno secondo la furbesca interpretazione del regime di Kiev, che prima si offre di dimostrare l’inoppugnabile attacco deliberato della Russia alla Polonia. E poi si offende pure, perché ai suoi “esperti” balistici viene impedito di recarsi sul luogo del fattaccio, onde dare il loro fondamentale contributo. Infine, una volta colti (e sputtanati) con le zampe nella marmellata, parlano di errore accidentale per un ‘incidente’ del tutto involontario. Del resto funziona così: qualsiasi cosa succeda in Ucraina è sempre colpa dei russi, mentre ad ogni pié sospinto i nostri foreign fighters da salotto ci recitano il Credo per professione di fede (“C’è un aggressore e c’è un aggredito”… amen!).
Vale per Zaporizhia, dove per settimane i russi che controllavano la centrale nucleare si sono sparati addosso da soli, cannoneggiando gli edifici che occupavano.
Vale per i fatti di Bucha, in concomitanza di un’altra trattativa diplomatica (in cui i negoziatori vengono ammazzati dalle “forze di sicurezza”), dove nessuna vera inchiesta è stata effettuata e le “indagini” sono state affidate agli ausiliari della Brigata Azov, promossi ad ufficiali di polizia.
Vale per l’omicidio di Darya Dugina, la figlia 30enne di un intellettuale fasciosovranista fallito (che la nostra propaganda ha elevato ad “ideologo di Putin” LOL!), sgradito però ai nazisti di Kiev, che in perfetto stile mafioso ne ammazzano la figlia, farneticando di una resa dei conti all’interno dell’establishment del Cremlino, ovviamente seguiti come pappagalli all’imbocco da tutti i nostri media da riporto che ne rimbalzano la tesi, salvo poi scoprire che si trattava di un omicidio su commissione, portato a termine dai nazisti dell’Azov.
Vale per l’esplosione sul Ponte di Kerč che collega la Russia alla Crimea, subito indicato dall’ineffabile giunta di Kiev come un boicottaggio, da parte di una non meglio specificata rete clandestina russa. Poi però s’è scoperto che si trattava di un camion bomba, guidato da un ignaro autotrasportare usato come kamikaze involontario dai servizi segreti dello SBU, la Gestapo ucraina, in quelle che a tutti gli effetti sarebbero operazioni terroristiche. Ma se le organizza Kiev, vuoi mettere?
Vale per il sabotaggio del gasdotto North Stream 2, fatto saltare in aria (per imponderabili ragioni) ovviamente dai russi che ne sono comproprietari con la Germania. In quel caso, il solitamente conciliante segretario Stoltenberg, facente feci per la NATO, parlò di atto di guerra dalle gravissime conseguenze. Poi, siccome tutti i sospetti conducevano ad un’operazione coperta, organizzata di concerto tra Gran Bretagna e Polonia su mandato USA, della cosa non si parlò più.
Il fatto è che dalla boccuccia di Zelensky, ostaggio a sua volta di una cricca nazi-mafiosa che governa per suo tramite, può uscire qualsiasi cosa nelle sue consuete omelie serali, con le quali ormai ci ammorba da mesi, narrandoci le sue storie fantastiche dalla terra di Rohirrim contro gli orchi di Mordor. E nessuna bugia sarà abbastanza grande da essere smentita, potendo contare sull’immediato supporto organico dei nostri ascari, incantati per esigenze di copione dal guitto-statista in tenuta verde oliva.
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This entry was posted on 17 novembre 2022 at 14:23 and is filed under Masters of Universe with tags Guerra, Guerra in Ucraina, Liberthalia, Media, Nazisti, Ucraina, Volodymir Zelensky. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
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17 novembre 2022 a 16:35
A proposito di Aggressore e aggredito, ho notato che questa logica dicotomica vale solo nei riguardi dell’imputato russo, altrimenti si preferisce risalire alle cause per attribuire la responsabilità delle conseguenze (nel caso del missile ucraino finito in Polponia “comunque è colpa della Russia perché il fatto è conseguenza della guerra che la Russia ha scatenato”).
18 novembre 2022 a 09:00
Oramai il livello di isteria russofoba ha raggiunto livelli paranoici che trascendono il patologico, per entrare in una dimensione mistica di vero e proprio fanatismo ideologico, espresso a tutti gli effetti in termini da “crociata”.
Ma l’ossessione anti-russa è qualcosa di molto più antico e radicato di quanto si possa sospettare… Ed ha motivazioni tutt’altro che ‘nobili’.
In proposito, mi permetto di consigliare un ottimo saggio di Orlando Figes, sulla Guerra di Crimea del 1853.
https://www.ibs.it/crimea-ultima-crociata-libro-orlando-figes/e/9788806224240
E’ emblematico come le dinamiche, le ipocrisie e le mistificazioni di allora, possano essere perfettamente sovrapponibili all’oggi, senza soluzione di continuità, e quanto poco sia cambiato.
Mancano ovviamente gli Stati Uniti, ma l’approccio anglosassone a dimensione imperiale è praticamente invariato.