Tra i grandi acquisti che la NATO ha fatto alla fiera del Nord, ci sono le tre repubblichette baltiche (Lituania, Estonia, Lettonia)… Militarmente irrilevanti (hanno forze armate irrisorie e meno che simboliche), strategicamente indifendibili, costituiscono un saliente naturale per una linea del fronte avanzata, facilmente isolabile (la cosiddetta “Breccia di Suwałki”, lungo l’omonimo corridoio che conduce all’enclave russa di Kaliningrad) e pronta per essere trasformata in una sacca di annientamento in caso di resistenza. A tutti gli effetti, sono il vero ventre molle della NATO ed un incubo difensivo per l’Alleanza. Non presentano alcun vantaggio reale, se non per il fatto di essere delle satrapie americane incuneate contro la Russia, tanto per mantenere costante il livello di pressione (e provocazione) su Mosca. E ne costituiscono idealmente la testa di ponte, con l’illusione di poter dominare (anche) lo spazio baltico, nella politica di accerchiamento che gli USA perseguono scentemente da oltre 20 anni, su rivificazione velleitaria del “Rimland” che domina da sempre la geopolitca anglosassone, insieme alla pretesa di egemonia talassocratica su primato unipolare, ritenendo che ciò non comporti conseguenze. O più semplicemente facendone pagare ad altri il prezzo. In compenso, le repubblichette baltiche sono utilissime per rompere i coglioni all’orso russo, creare il casus belli perfetto per la terza guerra mondiale e trascinarvi dentro gli alleati più refrattari, loro malgrado. È il vecchio vizio (secondo elegante metafora) di fare il frocio col culo degli altri: pratica particolarmente in voga ad Est dell’Alleanza. Altrimenti non si spiega l’atteggiamento iper-aggressivo e ottusamente provocatorio di una pulce politica e militare come la Lituania (esempio a caso) che, giusto per allegerire l’escalation in corso, si mette a bloccare i flussi commerciali con la base navale di Kaliningrad, dicendo di applicare le sanzioni UE ma in realtà violandone i trattati bilaterali. E credere che la cosa non abbia ritorsioni (gravi) a livello continentale. O (peggio!) farlo apposta. Ci sarebbe pure molto da dire, sull’ideona di far entrare queste colonie atlantiste su protettorato USA nell’Unione europea col ruolo di guastatori informali. Qui più che altro, si tratta di essere non solo degli imbecilli integrali… diciamo che molte guerre sono scoppiate per infinitamente meno… ma anche degli aspiranti suicidi per sindrome autolesionista, visto che la Lituania ed il resto del villaggio baltico dei puffi cesserebbero di esistere nell’arco di un nanosecondo sotto una nube atomica. Nella fattispecie, l’esercito lituano ammonta alla strabiliante forza armata di ben 3.500 soldati in organico regolare, suddivise in due “brigate” motorizzate e soltanto una meccanizzata, in realtà ciascuna con la consistenza di un reggimento in qualunque altro paese munito di un esercito degno di questo nome. A queste si aggiunga una forza navale di ben 600 marinai, oltre a circa 5.000 gendarmi tra poliziotti e guardie di frontiere ed un numero imprecisato di riservisti a riposo (ex coscritti di leva).
Comprenderete quale formidabile potenziale deterrente possieda una simile armata, a sostegno degli atti di forza posti in essere dal propio governo (ennesimo esecutivo turboliberista di banchieri), nel gusto perverso di cercare guai e peggio ancora crearne di enormi, mentre bulleggiano dietro le spalle degli ‘amici’. Domandina semplice-semplice: appurata in tutta la sua evidenza l’inconsistenza armata dei baldanzosi nani baltici, indovinate un po’ chi dovrebbe fare la guerra al posto loro, secondo i furbetti dell’alleanza?!?
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«…conto su pochi lettori e ambisco a poche approvazioni. Se questi pensieri non piaceranno a nessuno, non potranno che essere cattivi, ma se dovessero piacere a tutti li considererei detestabili…»
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«Riempi i loro crani di dati non combustibili, imbottiscili di “fatti” al punto che non si possano più muovere tanto sono pieni, ma sicuri di essere “veramente bene informati”. Dopo di che avranno la certezza di pensare, la sensazione di movimento, quando in realtà son fermi come un macigno. E saranno felici, perché fatti di questo genere sono sempre gli stessi. Non dar loro niente di scivoloso e ambiguo come la filosofia o la sociologia affinché possano pescare con questi ami fatti ch’è meglio restino dove si trovano. Con ami simili, pescheranno la malinconia e la tristezza»
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«Nel sogno c’è sempre qualcosa di assurdo e confuso, non ci si libera mai della vaga sensazione ch’è tutto falso, che un bel momento ci si dovrà svegliare»
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“Io non sono mai stato un giornalista professionista che vende la sua penna a chi gliela paga meglio e deve continuamente mentire, perché la menzogna entra nella qualifica professionale. Sono stato giornalista liberissimo, sempre di una sola opinione, e non ho mai dovuto nascondere le mie profonde convinzioni per fare piacere a dei padroni manutengoli.”
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“Io non ho alle mie spalle nessuna autorevolezza, se non quella che mi proviene paradossalmente dal non averla o dal non averla voluta; dall’essermi messo in condizione di non aver niente da perdere, e quindi di non esser fedele a nessun patto che non sia quello con un lettore che io considero degno di ogni più scandalosa ricerca”
(P.P.Pasolini)
“Nulla potrebbe essere più irragionevole che dare potere al popolo, privandolo tuttavia dell’informazione senza la quale si commettono gli abusi di potere. Un popolo che vuole governarsi da sé deve armarsi del potere che procura l’informazione. Un governo popolare, quando il popolo non sia informato o non disponga dei mezzi per acquisire informazioni, può essere solo il preludio a una farsa o a una tragedia, e forse a entrambe”
(J. MADISON - 4 Agosto 1822. Lettera a W.T. Barry)
“Un’opinione pubblica bene informata è la nostra corte suprema. Perché ad essa ci si può sempre appellare contro le pubbliche ingiustizie, la corruzione, l’indifferenza popolare o gli errori del governo; una stampa onesta è lo strumento efficace di un simile appello.”
(Joseph Pulitzer)
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