GOVERNABILITÀ

Olanda 2017: crescita del PIL oltre il 3% e disoccupazione al 4,3%, con risultati economici superiori a quelli della stessa Germania.
Spagna 2016: balzo del PIL al 3,2% e crescita dell’occupazione di quasi il 4% (in termini di posti di lavoro, si tratta di mezzo milione di nuovi occupati), con rilancio dei consumi di oltre il 3,5% ed aumento del reddito pro-capite (che infatti ha superato quello italiano).
Belgio 2011: crescita del prodotto interno lordo al 2% e disoccupazione al 7,4%.
Si tratta di alcune delle migliori performance economiche di un’eurozona avvitata in una crisi ormai strutturale. Cosa accomuna dunque paesi pur diversissimi tra di loro, a parte la peculiarità di essere tutti e tre delle monarchie?!?
Be’, curiosamente il fatto di essere dispensati per un prolungato periodo di tempo dalla presenza di un governo: Belgio, 351 giorni senza esecutivo; Paesi Bassi (208 giorni); Spagna (4 mesi). Come se avere un governo fosse diventato più un problema che la soluzione, in tempi di post-democrazia e piloti automatici..!
E uno potrebbe pure porsi interrogativi più o meno inquietanti, preoccupandosi (ma anche no!) della tenuta del “sistema-paese”, se non fosse che poi si imbatte in ‘sti cosi buffi qua…
Un Matteo Renzi proposto in ribollita, asserragliato con la sua banda di pretoriani in un partito-bunker ormai decotto, dopo l’avvelenamento dei pozzi prima della cacciata, con l’imposizione di una legge elettorale al cui confronto il “Porcellum” di Calderoli sembra un capolavoro di fair play istituzionale.
Una setta digitale di pizzaioli part-time, laureati al CEPU e bachelor maltese conseguito on line (e c’era chi si scandalizzava della laurea albanese del Trota), con a capo una applicazione mobile teleguidata a distanza: il cicciobello napoletano, ripulito e vestito a festa negli scantinati della Casaleggio Associati per il casting mediatico.
Una mummia incartapecorita (e più pittata di una drag-queen), con codazzo di badanti dal lifting fatto male, che sembra fuggita dal museo delle cere. In pratica, una barzelletta che cammina, quando non ruzzola, e che ormai fa fatica ad articolare persino frasi di senso compiuto, al netto delle cazzate che snocciola da sempre per propensione naturale. Reperto prebellico di archeologia politica, rispunta sempre fuori. Perché in Italia il passato ritorna ogni volta. E non teme il ridicolo.
Il Castiganegri del nuovo populismo identitario, il quale ha ben capito che coccolare le fascisterie di ogni antro d’Italia, vezzeggiandone le pulsioni nazistoide, gli avrebbe portato molti più consensi che non le sagre celtiche di Pontida e le ampolle degli dei padani per la coltivazione di streptococchi in vitro.
Decisamente, non ci perdiamo nulla. Perciò, siamo davvero sicuri di volerlo un governo con questi qui?!?

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2 Risposte a “GOVERNABILITÀ”

  1. FrancoG Says:

    Non necessariamente, se ci fosse una soluzione alternativa. Può piacere o meno ma sono proprio questi “personaggi” che rappresentano il banco e che danno le carte, ed il banco vince sempre… QUASI sempre. Resta solo da vedere in una partita a 4, fatta di proclami, minacce ed ammiccamenti, chi avrà il sangue freddo per arrivare fino in fondo e chi dovrà gioco forza accettare qualsiasi soluzione, nuove elezioni comprese. A mio parere proprio questa ultima opzione fungerà da deterrente, vedrai quanti “attori e comparse” cambieranno casacca in fretta e furia. Ed il porno corruttore, esperto in materia, si farà paladino di questo nuovo vento di responsabilità ed attaccamento al dovere. Ce lo chiedono gli Italiani!| (leggasi col piffero che mollo la poltrona). Scenario terribile ma dannatamente possibile, anche con l’incognita Mattarella. Solo un appunto, mettere sullo stesso piano Di Maio con Renzie e Berlusconi mi sembra una forzatura non da poco.
    Con cordialità

    • “Mettere sullo stesso piano Di Maio con Renzie e Berlusconi mi sembra una forzatura non da poco.”

      E infatti proprio di forzatura si trattava, più che altro per gusto della provocazione, e per una naturale idiosincrasia per la Banda dei Quattro (desperados), impantanati in questa sorta di mexican standoff tutto politico.
      Poi, come te, resto assolutamente convinto che alla fine dei giochi (e della recita) un drappello di “responsabili” si troverà eccome, per mettere insieme un qualche governo destinato a sciogliersi come neve a primavera. Magari accorpando elezioni europee e politiche, previo scioglimento anticipato delle Camere. Perché è ovvio che qualunque maggioranza venisse messa insieme per un “governo di scopo” sarebbe assolutamente precaria, per un connubio incestuoso che rischia di travolgere elettoralmente i contraenti di un contratto di comodo.
      Mi permetto di dissentire sul ruolo del Porno-Corruttore: ormai il vegliardo ha 81 anni più che suonati e sotto il maquillage non si intravede nemmeno più l’ombra del Berlusconi che fu. Questo è semplicemente terrorizzato dai Cinque Stelle; crede davvero che possano espropriarlo della “robba”. Vorrebbe un’alleanza (organica) col PD, o con quello che ne resta. E peccato per lui che i numeri siano assolutamente insufficienti per formare un qualsiasi esecutivo, sempre tenendo conto che, comunque vada, il PD rischia la sua seconda scissione in meno di un anno, non riuscendo a disintossicarsi dal renzismo.
      Il Pornonano è un po’ come quei prozii capricciosi e rincoglioniti (epperò ricchi), che ti fanno fare figure miserabili in pubblico, ma che i nipoti ‘furbi’ si tengono in casa e tollerano in attesa della dipartita, sperando di poterne arraffare l’eredità. Nel caso di Salvini è il pacchetto di voti che B. porta con sé e pronto per essere travasato nella Lega, una volta scomparso dalla scena il papi della patria. Non era proprio Lui a sostenere che “la patonza deve girare”?!?

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