Il Risorto

ALIEN_EggDi tutte le ricorrenze religiose, la “pasqua” è di certo la più incredibile.
Nata sulla falsariga della Pesach ebraica, si innesta sui più antichi miti (pagani) di rinascita e rigenerazione, in un millefogliebricolage di tradizioni sovrapposte a strati (come un millefoglie) che il Cristianesimo riadatta alle proprie esigenze liturgiche, trasformandole in “verità rivelate”.
Più che un “mistero della fede” costituisce uno scherzo dell’intelligenza ed una negazione costante della medesima, a dimostrazione di quanto l’illogico prevalga sul razionale nella prevalenza dell’assurdo. Non per niente, la “resurrezione della carne” costituisce uno dei fondamenti della Paolodottrina cristiana, perché come dice l’apostolo Paolo nella sua prima Lettera ai Corinzi: Se Cristo non è risorto allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la nostra fede.
E dunque non è dato comprendere come un cadavere tumulato in un sepolcro, vigilato a vista da un nutrito corpo di guardia, possa resuscitare con gran fragore, annunciato da un terremoto percepito in mezza Giudea, ma non tale da svegliare Zombie Jesusle guardie che se la dormono di grossa. Quindi, quello che prosaicamente è un morto vivente, se ne va tranquillamente a spasso tra i mortali e incontra i suoi discepoli che sulle prime non lo riconoscono (!), salvo scomparire del tutto quando tra gli scettici viene richiesta la riprova dell’avvenuta resurrezione, di cui ogni anno si celebra la ricorrenza in un giorno sempre diverso.

«Ora, nella versione originale del più antico Vangelo canonico, e cioè in Marco, la resurrezione… non c’è! Semplicemente, il racconto dice che tre pie donne si recarono al sepolcro la domenica mattina presto e “videro un giovane seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura”. Il giovane disse loro che Gesù era risorto “ed esse fuggirono via dal sepolcro perché erano piene di timore e di spavento, e non dissero niente a nessuno perché avevano paura”.
CarnevaleSecondo la stessa edizione ufficiale della CEI (Conferenza episcopale italiana) i dodici versetti successivi che raccontano frettolosamente le apparizioni del risorto e la sua assunzione in cielo “sono un supplemento aggiunto in seguito” (di cui esistono almeno nove versioni): il che, tradotto, significa che l’unico “fatto”, che in origine veniva riportato, era che il sepolcro era vuoto. Ammesso naturalmente che non lo fosse sempre stato.
[…] Quanto all’interpretazione che la gente dava al fatto che il sepolcro fosse vuoto, così come l’interpretazione che i cristiani diedero a questa interpretazione, esse sono entrambe riportate dal Vangelo di Matteo:

guardieAlcuni della guardia giunsero in città e annunziarono ai sommi sacerdoti quanto era accaduto. Questi si riunirono allora con gli anziani e deliberarono di dare una buona somma di denaro ai soldati dicendo: ‘Dichiarate che i suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato mentre noi dormivamo. E se mai la cosa verrà all’orecchio del governatore noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni noia’.
Quelli, preso il denaro, fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questa diceria si è divulgata tra i Giudei fino ad oggi.

 Matteo (XXVIII, 11-15)

In altre parole, la gente pensava che se un sepolcro era vuoto, qualcuno doveva aver portato via il corpo

Piergiorgio Odifreddi
“Perché non possiamo essere cristiani”
(Longanesi, 2007)

Ovviamente, tra la maggior parte dei contemporanei (e non La vedovella di Efesosolo), la storiella del Risorto provocava ilarità e sarcasmi a non finire, tanto da costituire argomento conviviale da trivio; soprattutto tra i ben più smaliziati Romani che, in anticipo sui tempi, si attenevano pragmaticamente alle evidenze del Rasoio di Occam, secondo cui la spiegazione più semplice è sempre la migliore: se un cadavere scompare, è ovvio che qualcuno abbia trafugato la salma, comprando la complicità dei custodi.
Zombie ChristIl fatto che sia stata scelta invece l’ipotesi più assurda e improbabile dimostra invece come la scala dell’evoluzione segua percorsi niente affatto lineari; così come lascia pensare su quanto un eccessivo consumo di sale e una dieta carente di proteine abbiano effetti drammatici sullo sviluppo delle capacità cognitive.

Sinedrio«I Cristiani credevano invece che quest’ovvia e sensata interpretazione dovesse per forza essere il risultato di un’opera di disinformazione prezzolata: come se di norma i cadaveri si alzassero e lasciassero il sepolcro da soli, e non ci volesse semmai un’opera di informazione fattuale e circostanziata per convincere qualcuno al proposito. E invece su questo evento non solo straordinario, ma cruciale per il Cristianesimo, l’informazione evangelica è estremamente fantasiosa e confusa.
Anzitutto, Gesù aveva infatti annunciato che “come Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra”.
E invece i racconti evangelici sono concordi nel dire che egli morì il venerdì e risorse la domenica: dunque rimase nella tomba soltanto un giorno intero e due notti.
Evidentemente, è più facile fare miracoli e risorgere che essere in grado di contare correttamente.
Inoltre, non ci sono nei Vangeli testimoni oculare della resurrezione, né ci sono resoconti storici del “gran terremoto” che secondo Matteo avrebbe accompagnato l’apertura della tomba: tra l’altro nel suo racconto le tre donne di Marco diventano due, che invece di scappare impaurite “corsero con gioia grande a dare l’annuncio ai discepoli”.
ResurrezioneIn Luca il loro numero è cresciuto in maniera imprecisata, ma certo pari almeno a cinque (tre individuate per nome, più “altre” al plurale) e pure l’angelo si è sdoppiato. Ad aumentare la confusione, Giovanni dice che la donna era una sola […] Sulle apparizioni del Risorto, la confusione è, se possibile, ancora più grande….»

Piergiorgio Odifreddi
“Perché non possiamo essere cristiani”
(Longanesi, 2007)

Michelangelo Paolo di Tarso, che scrive una sessantina di anni dopo gli eventi narrati, senza avervi mai neanche lontanamente preso parte, si premura di informare i posteri sulle modalità ed il numero delle apparizioni, dinanzi ai dodici apostoli (che evidentemente includevano anche Giuda Iscariota miracolosamente risorto dopo il suicidio e riammesso nella banda) e, non si capisce bene a che titolo, allo stesso Paolo che verrà concepito soltanto dieci anni più tardi.
A scanso di equivoci la moderna catechesi fornisce una prova inoppugnabile, a sostegno dell’intera fiaba: Oltre al segno essenziale costituito dalla tomba vuota, gli apostoli non hanno potuto inventare la resurrezione, perché questa appariva loro impossibile.
L’immacolata concezione da madre vergine rientra invece nelle ordinarie categorie del possibile, insieme ad una divinità padre e figlia di se medesima, che transustanzia la propria essenza in un atto di cannibalismo simbolico.
Perché nel laico “Occidente” i testi ‘sacri’ vengono da sempre interpretati in senso metaforico e mai letterale, come invece sono soliti fare integralisti e fanatici religiosi.
Buona Pasqua.

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23 Risposte to “Il Risorto”

  1. “Credo quia absurdum” scriveva Tertulliano … ma, personalmente preferisco “La verita’ vi fara’ liberi” perche’ chi ha inserito questa frase nelle Scritture probabilmente non immaginava che sarebbe diventata un caso di eterogenesi dei fini … come ben dimostra il post qui sopra. Mi si perdoni il postmodernismo, ma mi piace concludere il mio intervento con due pezzi di due grandi bands che hanno un titolo e delle strofe molto attinenti all’argomento trattato nel post. 1) The Silencers – This is Serious / John the Revelator https://www.youtube.com/watch?v=4dDAK2KQ4qc 2) Jethro Tull – When Jesus Came to Play https://www.youtube.com/watch?v=_muNKrpCZ3A

  2. vorrei sottolineare quello che tu accenni soltanto e cioe` che la parte finale del Vangelo secondo Marco che parla esplicitamente di apparizioni di Jeshu risorto manca nei codici piu` antichi del testo ed e` pacificamente una aggiunta del IV secolo.

    la resurrezione manca anche nei due antichi Vangeli apocrifi di Giuda Tommaso (il fratello Gemello) e di Filippo; il primo e` chiaramente fondato su un nucleo piu` antico dei vangeli sinottici, che invece chiama Jeshu Il vivente.

    ora se la versione originaria del Vangelo secondo Marco che viene (a torto, secondo me) considerato il vangelo piu` antico mancava completamente della storia della resurrezione, il semplice motivo e` che essa nell’anno 80 circa (data presumibile della sua composizione) non si era ancora formata.

    la spiegazione del sepolcro vuoto che correva originariamente era che la morte di Jeshu fosse stata apparente (narcotizzato con la spugna imbevuta di aceto, ma anche di un potentissimo sedativo) e che il corpo vivente (nel vangelo secondo Matteo sfugge il termine greco che indicava il corpo vivo, al posto di quello che indicava il cadavere) di Jeshu fosse stato deposto nel sepolcro messo a disposizione e successivamente fosse stato sottratto per trasportarlo in Galilea, sede del suo movimento.

    questa tradizione sopravvive nel Corano e lo ha influenzato.

    ovviamente la vera e unica prova contraria starebbe nelle cosiddette Lettere di Paolo: cresce il numero degli studiosi che le considera un falso della meta` del secondo secolo di Marcione, ufficialmente il loro scopritore.

    ho dedicato l’anno scorso una serie di post al tema e spero di essere riuscito a dimostrare in maniera convincente che si tratta proprio di un falso.

    a questo punto non resta che concludere che la storia della resurrezione venne a formarsi non prima della fine del primo secolo, se non piu` tardi ancora, quando il cristianesimo usci` dalla sfera culturale ebraica e divenne a tutti gli effetti una nuova religione che si confrontava nell’impero romano con i culti misterici o con la religione isiaca, di origine egiziana, nelle quali il tema della resurrezione era presente, mentre esso era semplicmente inconcepibile nel mondo culturale ebraico.

    • Innanzitutto bentornato..;) Mi fa piacere abbia sbollito l’inkazzatura, che davvero non aveva ragione di essere.
      Ovviamente apprezzo e condivido l’integrazione. Non mi sono dilungato troppo sull’argomento, perché avendo a disposizione praticamente tutti i vangeli apocrifi, con una raccolta completa delle eresie del II-V secolo, avrei scritto un articolo chilometrico; mentre ero a corto di disponibilità di tempo, volendo pubblicare qualcosa di leggero ed estemporaneo come lettura pasquale.

      Paolo di Tarso è un mitomane egocentrico, che praticamente inventa il cristianesimo inteso come religione organizzata.
      Che le lettere paoline siano un ‘falso’ l’ho sempre pensato anch’io; o quanto meno credo siano una rielaborazione postuma, su influsso marcionita, come giustamente sottolineato…

      Del resto, a mettere in dubbio l’effettiva crocifissione, e quindi a maggior ragione la resurrezione, furono molti degli stessi “cristiani” delle origini, che poi erano gnostici intrisi di neo-platonismo, a tal punto da intendere la vita stessa di Gesù l’espressione metafisica di una rappresentazione metaforica.
      L’affermazione del “docetismo” ne costituisce sicuramente l’interpretazione più importante. E del resto il medesimo concetto è ripreso e fatto proprio dal mondo islamico.
      D’altronde è nota è dibattuta la credenza che il Nazareno, riparando in India, abbia poi messo su famiglia. O, a scelta, sia sbarcato dalla parte opposta, in Provenza, insieme con Maria Maddalena, secondo un’altra mitologia di indubbio successo commerciale.

      Scherzi a parte, il dogma come noi lo conosciamo si struttura assai tardi ed è assolutamente funzionale al sistema di potere imperiale a cui la Chiesa è speculare, attraverso l’organizzazione di concili eterodiretti dall’imperatore in persona, per mettere ordine ad un guazzabuglio incredibile di sette, liturgie strampalate, e le dozzine di vangeli in circolazione. Almeno fino al Concilio di Nicea del 325, indetto e presieduto dall’imperatore Costantino (che propriamente ‘cristiano’ non era). Al primo concilio niceno dobbiamo l’invenzione della pasqua e l’adozione dei quattro vangeli canonici, l’identità tra Padre e Figlio nella stessa sostanza, nonché la ritrovata verginità della Madonna (ad oltre tre secoli di distanza dal divino concepimento).

      Ma questa è roba troppa ‘complessa’… Quello che a me lascia sbalordito è che ci sia gente che in pieno XXI secolo, ancora si beve (il verbo calza a pennello) la favoletta dell’acqua trasmutata in vino e altrettanto improbabili camminate sulle acque.
      Andiamo! l’illusionista Dynamo riesce a fare di molto meglio e nessuno s’è mai sognato di gridare al miracolo.

      • conservo naturalmente tutte le mie valutazioni sulle discussioni passate e anche qualche riserva sul tuo modo di afforntare alcuni argomenti, ma non mi pare il caso di trasformarle in una scomunica permanente.

        qui il tema mi ha interessato e mi pareva di poter avere qualcosa da dire (che ora ho sviluppato piu` a fondo, grazie all’input, in un post di poco fa, che cerca anche di dare una risposta al quesito che lascia te e anche me basito sulle radici di fedi tanto stupide).

        vedrai anche, se lo leggerai, quel che sostengo, dopo un’analisi durata un anno, sul carattere pseudoepigrafico delle cosiddette Lettere di Paolo, esclusa proprio la Lettera agli Ebrei, che lettera poi non era.

        questo e` un punto cruciale, perche` se le Lettere di Paolo fossero anche solo parzialmente autentiche, allora la fede nella resurrezione sarebbe effettivamente alle origini del cristianesimo e non una invenzione del secondo secolo come tutto tende a dimostrare.

        le raccolte di Lettere pseudoepigrafe erano un genere letterario tipico del periodo; ne so qualcosa perche` mi ci sono laureato, facendo lettere classiche, quasi cinquant’anni fa; chi le scriveva, del resto, neppure pensava che potessero essere considerate autentiche, in genere.

  3. Caro Sendivogius, mi fa molto piacere che tu abbia dedicato questa giornata a sfatare uno dei tanti miti sorti in un’età pre-scientifica, e quindi da relegare nel cestino delle pure invenzioni. Però, se me lo permetti, vorrei suggerirti che a mio modesto parere tu stai sfondando delle porte aperte. Io invece preferirei risalire a monte: all’opera di un creatore che (perché si annoiava?) decide di creare un Cosmo tanto vasto che fra certe galassie passa una distanza di MILIONI di anni luce. Poi crea e colloca su un puntolino insignificante (il nostro pianeta) due individui talmente ottusi che disobbediscono ai suoi ordini (va detto, piuttosto peregrini) ecc.ecc. (E i loro discendenti sono condannati a una vita breve, grama, piena di preoccupazioni e tragedie). Ma non poteva, essendo onnipotente, produrre delle creature più perfette? Dopo non si sia quanti eoni, spedisce un figlio (figlio? che senso ha?) che si sacrifica per il bene dell’umanità, e la “colpa” viene data a coloro (gli ebrei – TUTTI gli ebrei di tutti i secoli!) che, crocifiggendolo, avevano esaudito il diktat di trucidarlo per la salvezza di noi tutti (e i milioni/miliardi che erano vissuti prima? e quelli che non sono stati raggiunti dal kerygma per secoli e secoli?).
    Comunque, tornando alla risurrezione, a me sembra più logico postulare che sia stata tutta un’invenzione (sepolcro, pietra tombale, pie donne ecc.), anche perché non vedo a che cosa possa servire l’idea della “risurrezione” di uno che era già eterno! Comunque sia, ci possono dire gli esperti in materia dove si trova il corpo del risorto? Sta roteando nello spazio intorno a qualche stella? Mangia, beve, dorme ecc.?
    Un’ultima osservazione: se il creatore è davvero onnipotente, perché non ci ha lasciato dei documenti più attendibili e meno pieni di contraddizioni? E perché non distrugge Satana? È perché si diverte a giocare con gli esseri umani come il gatto col topo?

  4. Rimprovera il " saggio " perché ne verrà del bene. Says:

    =:) Non avere di questi pregiudizi…

    Ma è il libro della Natura quello che più di ogni altro mi ha ispirato. Guardato come si deve, esso eleva l’anima alla consistenza del Creatore, perchè l’irradiazione di bellezza nelle cose create rimanda alla incommensurabile perfezione di chi le ha create.

    Non è in potere dell’uomo la sua via [ Geremia 10:23 ]. I doni di Dio e le ricchezze lo sono, sono lame a due tagli, perchè l’uomo possa sempre scegliere chi servire. Epulone finì all’inferno e Lazzaro nel seno di Abramo.

  5. Un Dio onnipotente può fare questo è altro. Fra i creazionisti americani c’è chi sostiene perfino che ha disseminato il mondo di reperti fossili per mettere alla prova la fede del credente (con tanti saluti alla preghiera di non indurci in tentazione..). :/
    Dio non è un’ipotesi falsificabile, quindi attorno a lui si possono costruire quelle incongruenti narrazioni che sono .alla base di ogni religione. Oltretutto è anche un’ipotesi superflua (Lassalle docet) se non per dare un senso proprio alle religioni. E alle festività religiose.
    A proposito: buona pasqua 🙂

  6. ahah, buona Pasqua anche a te carissimo!
    personalmente mi ha sempre affascinato l’aspetto direi proprio macabro della passione e morte di Yeshua il nazareno, un macabro che in varie forme si ritrova praticamente in tutte le religioni e relative narrazioni (sacrifici, teofagia, uccisione dei figli, trasformazioni etc – sarebbe molto interessante esplorarne natura e ragioni).
    In definitiva credo che davvero pochi, soprattutto se con un minimo di cultura / raziocinio e soprattuto oggi, credano con tutto il cuore alla possibilità di una persona che riacquista la vita (anche se non come la intendiamo noi) dopo la morte – probabilmente è sempre stato una sorta di velo di Maya durante le varie epoche per celare la vera paura della morte e della sua ineluttabile eternità. E qualcuno con queste paure ci sguazza, come si suol dire.
    Comunque io alla Pasqua ho sempre preferito qualche bel rito liberatorio pagano dell’antica Roma.

    Ah, è da tantissimo che desidererei mettere le mani sui vangeli apocrifi, almeno qualche testo. Quali trovi più interssanti?

  7. @ Bortocal
    Ovviamente, ho letto la tua “pasqua critica” (per una buona rinascita di primavera), che ho molto apprezzato per taglio stilistico e contenuti. Ma ho fatto anche di più, cominciando a leggere la tua antologia analitica sulle origini storiche del Cristianesimo…
    Solitamente, riservo le letture teologiche durante il periodo estivo, ma stavolta credo che dovrò riporre l’attenzione con ampio anticipo ai Vangeli sinottici ed al corpus degli apocrifi, per una più approfondita lettura filologica. E chissà non se non possa cavar fuori qualche altra considerazione stimolante, per una prossima pubblicazione (più specifica da parte mia) sull’argomento….
    Anche se, come chiosa magnificamente @ Dino, è come sfondare delle porte aperte..;)
    Peraltro, a proposito del fardello dei corpi (in putrefazione) da trascinarsi dietro in improbabili resurrezioni ed ascensioni celesti, per ancor più assurdi “giudizi universali”, come se l’esposizione di questi orridi cadaveri animati avesse un qualche valore confutativo in sede ‘processuale’, mi ha molto divertito la vostra comune prospettiva al riguardo:

    DINO: “Comunque sia, ci possono dire gli esperti in materia dove si trova il corpo del risorto? Sta roteando nello spazio intorno a qualche stella? Mangia, beve, dorme ecc.?

    BORTOCAL: “..In che parte esatta del cielo sarebbero finite corpo ed anima, immateriale! e dunque non localizzabile?

    Chapeau!

    @ Rimprovera il Saggio…
    Tendo sempre a decantare nel dubbio e, se possibile, a suffragare i miei pregiudizi, dai quali ovviamente non sono immune..:)
    Non entro mai nel merito dell’esistenza metafisica della “divinità”; pascalianamente mi rimetto al principio della “canna pensante” e liberamente scelgo di non credere, nel rispetto delle diverse sensibilità…

    Tutta la nostra dignità sta dunque nel pensiero. E’ in virtù di esso che dobbiamo elevarci, e non nello spazio e nella durata che non sapremmo riempire. Lavoriamo dunque a ben pensare: ecco il principio della morale.”

    Se la Fede è un dono, non comprendo perché bisogna svilirla (e ridicolizzarla) sotto una crosta di insulse storielle che offendono l’intelligenza dei credenti più assennati. Anche perché tra gli effetti collaterali ci sono per l’appunto certi irriguardosi sarcasmi di noi miscredenti. A tal proposito, sarebbe interessante sapere come Luca abbia avuto modo di documentare la nuova vita ultraterrena del trapassato Epulone… Non credo fosse presente all’evento 😉

    @ Mauro
    Il perfido Laplace, nello scartare l’esistenza della divinità creatrice come una “ipotesi non necessaria” (je n’ai pas eu besoin de cette hypothèse), nel suo incondizionato determinismo fece di peggio, finendo col liquidare l’intero apparato religioso costruito attorno al Cristianesimo come una serie di superstizioni mitologiche.

    @ LadyLindy
    Carissima! Proprio in riferimento alla Pasqua ed il modo migliore per celebrarla, io sono reduce da un pranzo+cena luculliano, innaffiato in abbondanza da vini toscani e piemontesi… Credo che manco Trimalcione..!
    Per contro, in merito alla questione dei riti cristiani, è proprio questo insistere morboso su patemi e trapassi, con la malata inclinazione necrofila del cattolicesimo nel collezionare e venerare pezzi di cadavere (reliquie), ad incrementare la mia già più che naturale repulsione.
    Riguardo ai vangeli apocrifi ne esiste(va) una buona edizione, a cura dell’ottimo Alfonso Maria Di Nola, edita dalla TEA.
    Ma credo sia ormai fuori catalogo.
    In compenso, puoi facilmente ovviare, scaricando una copia digitale degli stessi da QUI.

  8. Rimprovera il " saggio " perché ne verrà del bene. Says:

    In generale per la ” Aut fides aut ratio ” ti rimando alla lettera enciclica ” Fides et ratio “.

    Pascal, tra le altre cose un grande teologo, diceva anche che….
    ” La grandezza dell’uomo è grande in questo: che si riconosce miserabile.”

    ” che cos’è l’uomo nella natura? Un nulla in confronto all’infinito, un tutto in confronto al nulla, un qualcosa di mezzo fra nulla e tutto…”

    coincide quasi perfettamente con il Salmo 8.

    Di nuovo …

    ” L’antitesi scienza-fede e la più grande mistificazione di tutti i tempi. La scienza studia l’immanente, le cose che si toccano. Come ha già detto Galilei, l’immanente non entrerà mai in conflitto con il trascendente che appartiene alla fede. Mondo materiale e mondo spirituale hanno la stessa origine dal Creatore ”

    Concludo:

    nella scrittura c’è scritto: il giusto vivrà della Fede (fiducia cieca) – Galati 3.

    • Forse il riferimento a Galileo Galilei, a sostegno di un riuscito connubio tra Fede e Ragione, non è esattamente una delle scelte più felici per un’enciclica papale..:)
      Per la cronaca, Galilei fu “riabilitato” soltanto nel 1992 (!), dopo un lunghissimo processo canonico, e pure con molte riserve. Evidentemente nell’epoca degli sbarchi sulla Luna e le sonde su Marte, all’interno della Chiesa c’erano ancora porporati convinti la Terra fosse ferma al centro dell’universo. In ogni altra parte del mondo, una simile riabilitazione postuma (solo 360 dopo) rappresenta la misura della retrività oscurantista di un clero reazionario; soltanto da noi viene indicata come segno della “modernità” della Chiesa.
      In compenso, la scelta di citare Galileo in una enciclica costituisce un perfetto esempio di come una struttura di potere (molto temporale), collaudata nelle forme paludate della gerarchia ecclesiastica, si perpetui intatta nel corso dei secoli, nell’immutabilità dei propri privilegi, attraverso la manipolazione degli eventi storici al colmo di un’ipocrisia senza eguali.
      In questo, la Fides et Ratio è un capolavoro pervaso da una sostanziale schizofrenia di fondo…
      Sostiene il ruolo fondamentale dell’intelletto umano, per l’elaborazione di una fede ragionata tramite i processi della conoscenza speculativa, salvo bocciare senza appello ogni ipotesi in contrasto con la ‘ortodossia’…

      La Chiesa non propone una propria filosofia né canonizza una qualsiasi filosofia particolare a scapito di altre. La ragione profonda di questa riservatezza sta nel fatto che la filosofia, anche quando entra in rapporto con la teologia, deve procedere secondo i suoi metodi e le sue regole; non vi sarebbe altrimenti garanzia che essa rimanga orientata verso la verità e ad essa tenda con un processo razionalmente controllabile. Di poco aiuto sarebbe una filosofia che non procedesse alla luce della ragione secondo propri principi e specifiche metodologie.”

      La Chiesa, e massimamente il papa, come notorio, è “infallibile” ed esente da errori… Suo è il compito di correggere e.. “reagire in maniera chiara e forte quando tesi filosofiche discutibili minacciano la retta comprensione del dato rivelato e quando si diffondono teorie false e di parte che seminano gravi errori.”
      Il caso di Galileo Galilei docet.

      Sostiene la dimensione sostanzialmente storica delle tradizioni religiose, che risentono dei contesti culturali di origine…

      Essendo in stretto rapporto con gli uomini e con la loro storia, le culture condividono le stesse dinamiche secondo cui il tempo umano si esprime. Si registrano di conseguenza trasformazioni e progressi dovuti agli incontri che gli uomini sviluppano e alle comunicazioni che reciprocamente si fanno dei loro modelli di vita. Le culture traggono alimento dalla comunicazione di valori, e la loro vitalità e sussistenza è data dalla capacità di rimanere aperte all’accoglienza del nuovo. Qual è la spiegazione di queste dinamiche? Ogni uomo è inserito in una cultura, da essa dipende, su di essa influisce. Egli è insieme figlio e padre della cultura in cui è immerso. In ogni espressione della sua vita, egli porta con sé qualcosa che lo contraddistingue in mezzo al creato: la sua apertura costante al mistero ed il suo inesauribile desiderio di conoscenza. Ogni cultura, di conseguenza, porta impressa in sé e lascia trasparire la tensione verso un compimento. Si può dire, quindi, che la cultura ha in sé la possibilità di accogliere la rivelazione divina.
      Il modo in cui i cristiani vivono la fede è anch’esso permeato dalla cultura dell’ambiente circostante e contribuisce, a sua volta, a modellarne progressivamente le caratteristiche. Ad ogni cultura i cristiani recano la verità immutabile di Dio, da Lui rivelata nella storia e nella cultura di un popolo
      .”

      E poi si scaglia con rara veemenza contro l’esecrato “relativismo”, in ogni sua forma (etica-culturale-religiosa), nel rigetto ed assoluto “rifiuto di ogni forma di relativismo, di materialismo, di panteismo“.

      A questa riserva non sfuggono neppure alcune concezioni di vita che provengono dall’Oriente; in esse, infatti, si nega alla verità il suo carattere esclusivo, partendo dal presupposto che essa si manifesta in modo uguale in dottrine diverse, persino contraddittorie tra di loro. In questo orizzonte, tutto è ridotto a opinione. Si ha l’impressione di un movimento ondivago: la riflessione filosofica mentre, da una parte, è riuscita a immettersi sulla strada che la rende sempre più vicina all’esistenza umana e alle sue forme espressive, dall’altra, tende a sviluppare considerazioni esistenziali, ermeneutiche o linguistiche che prescindono dalla questione radicale circa la verità della vita personale, dell’essere e di Dio. Di conseguenza, sono emersi nell’uomo contemporaneo, e non soltanto presso alcuni filosofi, atteggiamenti di diffusa sfiducia nei confronti delle grandi risorse conoscitive dell’essere umano. Con falsa modestia ci si accontenta di verità parziali e provvisorie, senza più tentare di porre domande radicali sul senso e sul fondamento ultimo della vita umana, personale e sociale. E venuta meno, insomma, la speranza di poter ricevere dalla filosofia risposte definitive a tali domande.”

      Per fortuna che a correggere la rotta c’è sempre Santa Romana Chiesa che vigila in tutta la sua infallibilità: Forte della competenza che le deriva dall’essere depositaria della Rivelazione di Gesù Cristo, la Chiesa intende riaffermare la necessità della riflessione sulla verità.”
      Ovviamente la propria “verità”, risiede nella predicazione di Cristo crocifisso e risorto.

      Ogni legittimo dubbio in proposito si infrange sugli scogli di un esecrabile “nichilismo” in cui indulge la Ragione nel perseguimento della libera scelta e la legittimità del dubbio…

      Nell’ambito della ricerca scientifica si è venuta imponendo una mentalità positivista che non soltanto si è allontanata da ogni riferimento alla visione cristiana del mondo, ma ha anche, e soprattutto, lasciato cadere ogni richiamo alla visione metafisica e morale. La conseguenza di ciò è che certi scienziati, privi di ogni riferimento etico, rischiano di non avere più al centro del loro interesse la persona e la globalità della sua vita. Di più: alcuni di essi, consapevoli delle potenzialità insite nel progresso tecnologico, sembrano cedere, oltre che alla logica del mercato, alla tentazione di un potere demiurgico sulla natura e sullo stesso essere umano.
      Come conseguenza della crisi del razionalismo ha preso corpo, infine, il nichilismo. Quale filosofia del nulla, esso riesce ad esercitare un suo fascino sui nostri contemporanei. I suoi seguaci teorizzano la ricerca come fine a se stessa, senza speranza né possibilità alcuna di raggiungere la meta della verità. Nell’interpretazione nichilista, l’esistenza è solo un’opportunità per sensazioni ed esperienze in cui l’effimero ha il primato. Il nichilismo è all’origine di quella diffusa mentalità secondo cui non si deve assumere più nessun impegno definitivo, perché tutto è fugace e provvisorio
      .”

      E questo perché “Il nichilismo, prima ancora di essere in contrasto con le esigenze e i contenuti propri della parola di Dio, è negazione dell’umanità dell’uomo e della sua stessa identità.”
      Ohé!! Addirittura?!?

      E quindi alla fine si ritorna sempre al corollario di favolette mitologiche: la moltiplicazione dei pani e dei pesci… le passeggiate sulle acque… le guarigioni miracolose… le resurrezioni di cadaveri… e ambigui efebi vestiti di bianco e dai boccolanti riccioli biondi, scambiati per ‘angeli’…..

  9. Rimprovera il " saggio " perché ne verrà del bene. Says:

    – Si pregnans non potes salvari! –

    Nel libro della Genesi si ripete per ben sei volte che Dio esultò per quel che aveva fatto, vedendo che era cosa buona.

    Se si ha una fede cieca, secondo i precetti della Chiesa, si è sovente catalogati come reazionari. Invece il relativismo ondivago, appare ora l’unico comportamento all’altezza. Si va costituendo un dispotismo del relativismo che non ravvisa nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue debolezze.

    Absit iniuria verbis.
    Meglio non sapere nulla di Cristo che vedersene mostrare solo una subdola approssimazione.

    • 🙂 Il “relativista”, proprio perché tale, non impone nulla e rispetta le libertà di tutti.
      La “fede cieca” invece si nutre di assoluti, senza bisogno di spiegazioni o riscontri concreti. E dal momento che riconosce una sola “verità”, la sua, nei casi più gravi questa viene imposta a tutti nella sua pretesa di “universalità”.
      Solitamente, il dispotismo è sempre stata una componente fondamentale dell’assolutismo, e spesso si accompagna all’integralismo.

  10. Rimprovera il " saggio " perché ne verrà del bene. Says:

    Quale sarebbe questo “integralismo” nella pratica? Contrapporre la vita alla morte, il perdono all’odio, la misericordia alla crudeltà, il bene al male, la mitezza all’aggressività? Non serve un teorema di matematica per dimostrare la bontà di questo messaggio.

    *_* Comunque concludo con un paradosso e con una cosa meno frivola…

    – Le religioni muoiono quando è provata la loro veridicità. La scienza è il ricordo delle religioni morte. –

    Può essere forte l’odio che certi provano per Lui, quelli che non si rassegnano a una vita che è stata loro donata senza chiedere a loro il permesso, e che non si dipana secondo la loro volontà bensì secondo quella del Creatore; quelli a cui nulla importa di una beatitudine eterna solo vagamente promessa e mai pienamente descritta perchè, come dice l’Apostolo, è ineffabile e al di là di ogni comprensione, quelli che, non fidandosi delle promesse di Dio che per loro sono solo parole dei preti, preferiscono i piaceri di questa vita alla felicità dopo la morte; quelli che crocefissi a una sorte diversa da quella che sognavano, bestemmiano come il Cattivo Ladrone…

    • Quale sarebbe questo “integralismo” nella pratica? Contrapporre la vita alla morte, il perdono all’odio, la misericordia alla crudeltà, il bene al male, la mitezza all’aggressività? Non serve un teorema di matematica per dimostrare la bontà di questo messaggio

      «I cattolici che, presa la croce, si armeranno per sterminare gli eretici, godano delle indulgenze e dei santi privilegi che sono concessi a quelli che vanno in aiuto della Terra Santa»
      (Concilio Lateranense IV, 1215)

      «Noi, rafforzati dall’amore divino, spinti dalla carità cristiana, e costretti dagli obblighi nel nostro ufficio pastorale, desideriamo, come si conviene, incoraggiare ciò che è pertinente all’integrità e alla crescita della Fede, per la quale Cristo, nostro Dio, ha versato il suo sangue, e sostenere in questa santissima impresa il vigore delle anime di coloro che sono fedeli a noi e alla vostra Maestà Reale. Quindi, in forza dell’autorità apostolica, col contenuto di questa lettera, noi vi concediamo la piena e libera facoltà di catturare e soggiogare Saraceni e pagani, come pure altri non credenti e nemici di Cristo, chiunque essi siano e dovunque abitino; di prendere ogni tipo di beni, mobili o immobili, che si trovino in possesso di questi stessi Saraceni, pagani, non credenti e nemici di Cristo; di invadere e conquistare regni, ducati, contee, principati; come pure altri domini, terre, luoghi, villaggi, campi, possedimenti e beni di questo genere a qualunque re o principe essi appartengano e di ridurre in schiavitù i loro abitanti; di appropriarvi per sempre, per voi e i vostri successori, i re del Portogallo, dei regni, ducati, contee, principati; come pure altri domini, terre, luoghi, villaggi, campi, possedimenti e beni di questo genere, destinandoli a vostro uso e vantaggio, e a quelli dei vostri successori

      Niccolò V
      Dum Diversas
      (16/06/1452)

      «Noi che nella nostra Alma Urbe di Roma e in altre città, paesi e terre sottoposte alla sacra Romana Chiesa, l’insolenza di questi ebrei è giunta a tal punto che pretendono non solo di vivere in mezzo ai cristiani, ma anche in prossimità delle chiese, senza distinguersi nel vestire; che anzi prendono in affitto case nelle vie e nelle piazze principali, acquistano e possiedono immobili, assumono balie, donne di casa e altra servitù cristiana, e commettono altri misfatti a vergogna e disprezzo del nome cristiano; considerando che la Chiesa romana tollera questi ebrei in quanto testimoni della verità della fede cristiana e affinché riconoscano alla fine i propri errori, spinti dalla pietà e benevolenza della Sede Apostolica, e compiano ogni sforzo per approdare alla vera luce della fede cattolica e così riconoscano di essere stati resi schiavi a cagione dei loro persistenti errori»

      Paolo IV
      Cum nimis absurdum
      (14/07/1555)

      «..riconciliarsi mai: non mai pietà; sterminate chi si sottomette, e sterminate chi resiste; perseguitate a oltranza, uccidete, ardete, tutto vada a fuoco e a sangue purché sia vendicato il Signore..»

      Pio V, papa e santo, in una letterina indirizzata a re Filippo II di Spagna (1570), su come relazionarsi coi luterani.

      AMEN!

  11. Ottime, e ben azzeccate, le citazioni dai documenti papali. La loro balordaggine (a livello non solo demenziale ma anche micidiale!) mi ricorda un seminario per studenti sull’immoralità degli anticoncezionali tenuto una cinquantina di anni fa da un prete cattolico all’Università di Birmingham dove allora insegnavo. A una studentessa che sollevava il problema della sovrappopolazione della Terra, l’erudito sacerdote rispondeva “Quando saremo in troppi, le eccedenze potranno eventualmente essere trasferite sul pianeta Giove”. Allora mi sono figurato una bilancia: su un piatto ci mettevo lo spermatozoo da salvare a tutti i costi (quello che feconda l’ovulo, gli altri milioni vanno sprecati), sull’altro piatto i miliardi di cosmonauti involontari in viaggio (obbligato?) verso Giove. A parte le lievi difficoltà tecniche e i costi alquanto elevati, ci sarebbe anche il piccolo inconveniente che, essendo Giove formato da gas, tutti quanti sprofonderebbero, uscirebbero dall’altra parte del pianeta e creperebbero entro pochi minuti. Tutto questo per arrivare alla triste conclusione che è purtroppo inutile ragionare con chi ha il cervello bacato….

    • E io che pensavo Birmingham fosse un’università seria..!
      D’altronde, nessuno riesce a raggiungere i livelli di comicità involontaria di certi figuri in abito talare, al massimo della loro mistica ispirazione. Inutile cercarne una qualunque coerenza logica. Il dramma semmai comincia quando pretendono di scrivere le leggi di uno Stato.
      Non per niente, si parla di “scherzi da prete”.

      Se mi si passa la divagazione, a proposito di “eccedenze”, visto che tutto ciò che ruota attorno ai genitali attira da sempre il massimo interesse dei casti chierici, è esilarante constatare come “l’adottabilità degli embrioni” (!) conservati in vitro (un’altra ossessione tutta cattolica), si accompagni ad una condanna ferma e senza appello della “fecondazione eterologa”. Evidentemente, i sofisticati teologi della Pontificia Accademia non hanno ancora capito che le due cose (embrioni in vitro e fecondazione eterologa) sono indissolubilmente connesse, ed una presuppone necessariamente l’altra.
      E questo è un problema, perché gli ovuli fecondati “abitualmente non sono trasferiti tutti nelle vie genitali della donna“, come si premura di informarci ufficialmente la “Congregazione per la dottrina della fede” (ovvero la vecchia Inquisizione). Che evidentemente si crede una donna possa accogliere tutto lo stock surgelato al completo e quindi portare a compimento dozzine di gravidanze multiple, avendo le capacità riproduttive di una formica regina.
      A scanso di equivoci, l’unica tecnica consentita e riconosciuta è quella “diretta a ottenere un concepimento umano mediante il trasferimento, nelle vie genitali di una donna sposata [OVVIAMENTE!], dello sperma precedentemente raccolto del marito“. Sic!
      Il resto delle raffinate riflessioni etiche si possono trovare QUI.
      Come si suol dire, mani provvisoriamente distratte dalla masturbazione.

  12. Rimprovera il " saggio " perché ne verrà del bene. Says:

    Errare humanum est.

    Se una pecora è malata, stermini il tuo gregge perchè la pastorizia è un’attività dannosa?

    Per i fatti a cui ti riferisci ed altri c’è già un mea culpa ufficiale, quello di Papa Woytila. Riporto qui solo l’inizio:

    “A nome dell’intero popolo cristiano, mai più offese contro qualsiasi popolo, mai più ricorsi alla logica della violenza, mai più discriminazioni, esclusioni, oppressioni, disprezzo dei poveri e degli ultimi, mai più divisioni fra i cristiani, mai più ostilità verso le altre religioni. “

    Nello stesso periodo “buio” a cui ti riferisci c’è stato un araldo della cristianità Francesco d’Assisi.
    Un alfiere di pace e forse primo di quel concetto moderno di dialogo intereligioso, incontrò il Sultano d’Egitto Malik al Kamil a Damietta.

    Non ultimo il “rabbi” Gesù Cristo pur sapendo del tradimento di uno dei suoi apostoli (Giuda Iscariota) lo ha tenuto con se fino alla fine, fino al giardino dei Getsemani…

    Infine ciò che lui predicava… vi rimando alla parabola della zizzania Matteo 13,24-30.

    • “Se una pecora è malata, stermini il tuo gregge perché la pastorizia è un’attività dannosa?”

      Invero, c’è chi lo fa..!
      Di certo, non è il mio caso… Per quanto possa sembrare il contrario, ho un profondo rispetto per la sostanza del messaggio cristiano che, depurato dalle “verità rivelate”, e dalle sue manipolazioni ‘temporali’, se ridotto all’essenziale, a me non dispiace affatto.
      Diversamente, non vi dedicherei tante attenzioni, benevolmente critiche.
      Ciò detto io vengo in pace: non sono un “nemico”, né “zizzania da estirpare” (o peggio “bruciare”)..;)

  13. Rimprovera il " saggio " perché ne verrà del bene. Says:

    😉 E’ sempre un piacere con te, anche solo leggerti…

    Una curiosità bello il fumetto sopra, chi le ha disegnate?

    Concedimi un’ultima cosa, con buona pace del filosofo con cui hai aperto questo 3d…

    A proposito di filosofi… Erasmo da Rotterdam nel suo “Elogio della Follia” gli dedica un paragrafo dove dice, tra le altre cose:

    ” I filosofi si vantano di essere gli unici a capire qualcosa e considerano tutti gli altri come ombre che non hanno requie. Ma la loro è una dolce follia, quando costruiscono infiniti mondi e sembra che misurino con il pollice ed il filo il sole, la luna, le stelle e tutti i corpi celesti e danno la spiegazione di tutti i fenomeni inesplicabili, compresi i fulmini, i venti, le eclissi, come se loro avessero potuto penetrare nei segreti della natura fin dalla creazione, o se giungessero a noi dal gran consiglio degli Dei ” mi fermo qui…

    La religione può diventare un’idea, è scivolata… lentamente sepolta dalle incombenze di tutti i giorni, trasformandosi inavvertitamente in questione di principio, in bandiera di parte. Se l’intenzione è retta di solito il Cielo corregge questa deriva e fa accadere qualcosa che scuote, che sveglia che induce a porsi, prima che sia troppo tardi, la domanda: quel che ho fatto, quel che faccio, è davvero per Dio o è solamente per me?

    Quando è attuale questo quesito…

    • “E’ sempre un piacere con te, anche solo leggerti”

      Ovviamente la cosa è reciproca..;)
      In merito alle vignette riportate…

      Si tratta di Don Zauker, il cialtronesco esorcista, scaturito dalla perfida fantasia di Emiliano Pagani e Daniele Caluri (gli stessi autori lo descrivono così), che imperversa sulle pagine de Il Vernacoliere livornese.

      😉 Odifreddi, più che filosofo, ama definire se stesso un matematico (e per giunta “impertinente”). Come noi, credo che apprezzi anche lui il buon Erasmo ed il suo “Elogio della Follia”, che è sempre una lettura a doppio taglio come una lama ben affilata:

      [40-41] «E’ senza dubbio della mia pasta, invece, la schiera di quegli uomini che si divertono ad ascoltare o narrare storie di miracoli o di prodigi fantastici e non si stancano mai di ascoltare favole in cui si parla di eventi portentosi, di spettri, di fantasmi, di larve, degl’inferi, o di altre innumerevoli cose del genere. Quanto più la favola si scosta dal vero, tanto più volentieri ci credono, tanto più voluttuosamente le loro orecchie ne sono solleticate. Di qui, non solo un apprezzabile passatempo contro la noia, ma anche una fonte di guadagno, specialmente per i sacerdoti ed i predicatori.
      Sono della stessa razza quanti nutrono la folle ma piacevole convinzione di non essere esposti a morire in giornata, se hanno visto il simulacro ligneo o l’immagine dipinta di un gigantesco san Cristoforo (il nuovo Polifemo); o credono di tornare sani e salvi dalla battaglia, se hanno rivolto le debite preghiere alla statua di santa Barbara; o di arricchirsi in breve rendendo omaggio a sant’Erasmo in certi giorni, con speciali moccoli e determinate formulette. In san Giorgio hanno scoperto una specie di Ercole e hanno anche un secondo Ippolito. Quasi adorano il suo cavallo dopo averlo adornato con la massima devozione di falere e di borchie, né risparmiano offerte di ogni sorta per accaparrarsi la benevolenza del santo; giurare per il suo elmo di bronzo, secondo loro, è proprio degno di un re.
      Che dire poi di quelli che, nella dolcissima illusione di immaginarie indulgenze accordate ai loro peccati, computano quasi con l’orologio alla mano il periodo da passare in purgatorio, numerando secoli, anni, mesi, giorni, ore, secondo una sorta di tavola matematica sicura al cento per cento. O di quelli che fidando in segni magici o in giaculatorie inventate da qualche pio ciurmadore, o per naturale disposizione, o a scopo di lucro, non pongono limiti alle loro speranze: ricchezze, onori, piaceri, abbondanza di tutto, una salute costantemente ottima, una lunga vita, una vecchiaia vegeta, e, alla fine, nel regno dei cieli, un seggio proprio accanto a Cristo. Questo, però, senza fretta, per carità; ben vengano le delizie dei beati, ma quando, con disappunto, dovranno lasciare i piaceri della vita a cui sono abbarbicati con le unghie e coi denti
      .
      […] Infine, che cosa chiedono gli uomini a questi santi, se non cose che sanno di follia? Fra tanti ex-voto di cui sono zeppe le pareti, e persino le volte di certe Chiese, ne avete mai visti di chi fosse guarito dalla follia, o che fosse diventato, sia pure uno zinzino, più saggio?»

  14. Rimprovera il " saggio " perché ne verrà del bene. Says:

    Visto che non ti è piaciuta la metafora della pecora e del gregge… ti aggiungo…

    Se ti ferisci un dito il “ buon senso ” ti dice di curarlo o di tagliarti il braccio e sostituirlo con un pezzo di legno?

    ” Nemmeno i preti, i teologi, i vescovi e i cardinali sono riusciti a sradicare la religione dal cuore degli uomini. ”

    Con buona pace di Erasmo e del moderno Don Zauker (divertente e super premiato) il cui modus vivendi ricalca il celebre:

    ” La religione… è l’oppio dei popoli.”

    At salut!

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