La Noia

A Clockwork Orange artwork

Capita. Che si tratti delle polemiche più che pletoriche, ancorché inutili, sui “mondiali” e la Nazionale prandelliana, con le prestazioni più che miserrime del simpaticissimo Balotelli… O delle desolanti chiacchiere da bar: lo specchio dell’intelligenza media di una ‘nazione’…
O delle “riforme” parcellizzate a cadenza settimanale, dal capo del governo più amato dai tempi di Benito buonanima… O delle vibranti difese d’ufficio pro domo sua (nonché ad culum parandi) del papi costituente: l’interdetto part-time, temporaneamente prestato ai servizi sociali… O delle consuete scariche diarroiche del Grullo latrante e dei suoi manipoli parastellati…
Che si tratti di indennità, impunità, indennità, ka$te e stipendi, insieme a tutti gli –ismi tramite i quali viene declinata la stupidità applicata all’idiozia in politica, come nella vita quotidiana, a volte capita di annoiarsi.
Per questo esistono i libri…

Moravia - LA NOIA «Penso che, a questo punto, sarà forse opportuno che si spenda qualche parola sulla noia…. Dunque, per quanto io mi spinga indietro negli anni con la memoria, ricordo sempre di aver sofferto della noia. Ma bisogna intenderci su questa parola. Per molti la noia è il contrario del divertimento; e divertimento è distrazione, dimenticanza. Per me, invece, la noia non è il contrario del divertimento; potrei dire, anzi, addirittura, che per certi aspetti essa rassomiglia al divertimento in quanto, appunto, provoca distrazione e dimenticanza, sia pure di un genere molto particolare. La noia, per me, è propriamente una specie di insufficienza o inadeguatezza o scarsità della realtà. Per adoperare una metafora, la realtà, quando mi annoio, mi ha sempre fatto l’effetto sconcertante che fa una coperta troppo corta, ad un dormiente, in una notte d’inverno: la tira sui piedi e ha freddo al petto, la tira sul petto e ha freddo ai piedi; e così non riesce mai a prender sonno veramente. Oppure, altro paragone, la mia noia rassomiglia all’interruzione frequente e misteriosa della corrente elettrica in una casa: un momento tutto è chiaro ed evidente, qui sono le poltrone, lì i divani, più in là gli armadi, le consolle, i quadri, i tendaggi, i tappeti, le finestre, le porte; un momento dopo non c’è più che buio e vuoto. Oppure, terzo paragone, la mia noia potrebbe essere definita una malattia degli oggetti, consistente in un avvizzimento o perdita di vitalità quasi repentina; come a vedere in pochi secondi, per trasformazioni successive e rapidissime, un fiore passare dal boccio all’appassimento e alla Polvere.
Alberto Moravia (1934)Il sentimento della noia nasce in me da quello dell’assurdità di una realtà, come ho detto, insufficiente ossia incapace di persuadermi della propria effettiva esistenza. Per esempio, può accadermi di guardare con una certa attenzione un bicchiere. Finché mi dico che questo bicchiere è un recipiente di cristallo o di metallo fabbricato per metterci un liquido e portarlo alle labbra senza che si spanda, finché, cioè, sono in grado di rappresentarmi con convinzione il bicchiere, mi sembrerà di avere con esso un rapporto qualsiasi, sufficiente a farmi credere alla sua esistenza e, in linea subordinata, anche alla mia. Ma fate che il bicchiere avvizzisca e perda la sua vitalità al modo che ho detto, ossia che mi si palesi come qualche cosa di estraneo, col quale non ho alcun rapporto, cioè, in una parola, mi appaia come un oggetto assurdo, e allora da questa assurdità scaturirà la noia la quale, in fin dei conti, è giunto il momento di dirlo, non è che incomunicabilità e incapacità di uscirne. Ma questa noia, a sua volta, non mi farebbe soffrire tanto se non sapessi che, pur non avendo rapporti con il bicchiere, potrei forse averne, cioè che il bicchiere esiste in qualche paradiso sconosciuto nel quale gli oggetti non cessano un solo istante di essere oggetti. Dunque la noia, oltre alla incapacità di uscire da me stesso, è la consapevolezza teorica che potrei forse uscirne, grazie a non so quale miracolo.
Ho detto che mi sono annoiato sempre; aggiungo che soltanto in tempi abbastanza recenti sono riuscito a capire con sufficiente chiarezza che cosa sia realmente la noia

  Alberto Moravia
  “La noia”
   Bompiani (1960)

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5 Risposte to “La Noia”

  1. Er... Poeta Says:

    – Ora, o mio cuore stanco, riposerai per sempre. Svanì l’ultima illusione che avevo creduto eterna. Svanì. Sento profondamente che in me e in te non solo la speranza ma anche il desiderio di care illusioni è spento. Riposa per sempre. Troppo hai sofferto . Non c’è nessuna cosa che valga i tuoi palpiti, né il mondo è degno dei [tuoi] sospiri. La vita non è altro che amarezza e noia; e spregevole fango è il mondo. Calmati ormai. Rinuncia definitivamente ad ogni speranza. Agli uomini il destino donò solo la morte. Ormai [o mio cuore] disprezza te stesso, la natura, il potere perverso che domina occultamente a danno di tutto e l’infinita vanità dell’universo.

    il poeta esprime più che altro la volontà di non lasciarsi più illudere da nulla e di affrontare il destino con dignità e fermezza, nella consapevolezza dell’assoluta vanità di tutto ciò che lo circonda. –

  2. guarda caso, stavo scartabellando in questi giorni proprio con degli scritti che hanno a che fare con la noia. Non posso che condividere il senso di averne abbastanza, di non poter più comunicare con molti aspetti della realtà che ben indichi nel post… soprattutto osservando certi ambienti. Tuttavia, più in generale, è interessante analizzare il modo in cui la noia è stigmatizzata, ritenuta negativa nella nostra cultura. La noia è vista come mancanza di “vita sociale”, di attività interessanti o produttive (la logica del produrre ad ogni costo qualcosa, anche l’inutile, è un altro tema importante), tanto che bisogna sempre essere occupati in qualche modo. Anche ciò che dovrebbe essere svago diventa occupazione. Dando un’occhiata a “On Kissing, Tickling, and Being Bored” di Adam Phillips ho riflettuto molto sul fatto che la noia, se lasciata scorrere in maniera sana – e non impedita come accade già dall’infanzia, per cui molti bambini vengono ritenuti problematici solo perché annoiati – può anche avere effetti positivi, aiutare la creatività.
    Nel caso descritto da te credo sia un sintomo di senso critico, è come essere già passati oltre qualcosa che gli altri intravedono in ritardo, o essere costretti a rivedere un film subito dopo la prima proiezione. E inevitabilmente ci si ritrova a sbuffare.

    • @ Lady Lindy
      Gli svantaggi di una ‘formazione’ prevalentemente umanistica conducono ad una considerazione di tutto riguardo nei confronti dell’otium, di cui la noia rischia di essere un effetto collaterale.
      Di per sé la noia nasce per un effetto di saturazione per eccesso di realtà, ma la sua valenza è neutra. E’ l’uso che se ne fa a conferirle un valore positivo e negativo, perché sempre la noia va in qualche modo intimizzata e dunque superata.
      Ma come sempre hai saputo spingerti oltre il profondo della superficie, cogliendo ogni aspetto possibile di ben più ampie riflessioni..:)
      Io invece per la bisogna attingo all’epistolario di Ugo Foscolo, perché in proposito credo renda benissimo il concetto:

      La noia è il più potente motore delle azioni umane […] La noia proviene o da debolissima coscienza dell’esistenza nostra, per cui non ci sentiamo capaci di agire, o da coscienza eccessiva, per cui vediamo di non poter agire quanto vorremmo. Da questo sentimento dell’inutilità delle nostre azioni, viene l’inazione, il silenzio delle passioni, l’oblio del passato, la noncuranza del futuro, l’immagine somma ed il preludio dell’ultima ed inevitabile tranquillità.”

      (29/09/1808)

      @ Er Poeta
      L’accostamento Jalisse-Leopardi mi sembra un po’ azzardato, ma personalmente apprezzo sempre i paradossi..:)

  3. Er... Poeta Says:

    Perchè nelle parole di Leopardi non si parla di cuore e di incomprensioni? Tanto quanto nella canzone dei Jalisse.

    In questa… pure

    ” È la malinconia

    che uccide a questa età,

    è il cuore che si scuoia

    cercando quel che ha già,

    e il cielo cade giù con la sua

    tenda buia e non esisti più nella malinconia ”

    Il tedio per i giovani sembra veramente uno scorticamento del cuore alla ricerca di ciò che già si ha o forse alla ricerca dei valori che si possiedono.

    Ancora di più…

    ” Esser tutto un momento,

    ma dentro di te

    Aver tutto ma non il domani. ”

    Oggi i giovani sanno quasi tutto, possiedono quasi tutto, ma non hanno il senso del valore.
    Il tedio dei giovani è spesso un vuoto non colmato dalla presenza degli adulti.

    Invece la noia adulta è spesso marcata dal rimpianto, dal confronto cocente tra le promesse iuvenilis che sembravano ad un passo dal compiersi e lo sconforto di un presente che le ha demolite.

    • Parole sante. E fai bene a ribadire il concetto… a volte, per un certo mio disinteresse riguardo alla cultura considerata più “pop” non colgo sempre appieno l’importanza di certi messaggi.
      E ti ringrazio per avermelo fatto notare, per giunta con garbo e intelligenza..

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