VITE DISORDINATE

La ‘modernità’ è una roba terribilmente complicata. Specialmente se  si siede all’estrema destra del papa. Fortunatamente, esistono portali che tengono le più alte gerarchie ecclesiastiche al passo coi tempi… Non perdetevi http://www.pontifex.roma.it/ col suo effervescente mese di Febbraio: una finestra aperta su un mondo interessantissimo, che alcuni ingenui  credevano scomparso. Una vera camera con vista… sul Medioevo!

 «Tutte le convivenze more uxorio ovvero fuori del vincolo sacramentale del matrimonio, infrangono la legge di Dio e per questo motivo si tratta di pubblici peccatori. Lo sono sia i gay che gli etero che convivono e a queste categorie, specialmente se il fatto per il celebrante é notorio, non si amministri la comunione»
 Cardinale Michele Giordano, arcivescovo emerito di Napoli

 «Le leggi contro l’omofobia io non le ritengo giuste  in quanto non é mai assimilabile, dunque omologabile, ciò che é la normalità, ovvero la famiglia eterosessuale fondata da uomo e donna e quella omosessuale che famiglia non é, per la semplicissima ragione che non é in grado di ottemperare alla riproduzione. L’atto sessuale é volto a questo e non alla ricerca di lussuria»
 Monsignor Francesco Zerrillo, vescovo emerito di Lucera-Troia.

 «Mi fa ribrezzo parlare di queste cose e trovo la pratica omosessuale aberrante, come la legge sulla omofobia che di fatto incoraggia questo vizio contro natura. I vescovi e i pastori devono parlare chiaro, guai al padre che non corregge suo figlio. Penso che dare le case agli omosessuali, come avvenuto a Venezia, sia uno scandalo, e colui che apertamente rivendica questa sua condizione dà un cattivo esempio e scandalizza»
 Monsignor Giacomo Babinim, vescovo emerito di Grosseto

 «La convivenza tra persone cattoliche more uxorio e non sposate é peccaminosa e comunque un atto impuro e come tale non permette al sacerdote di dare la comunione al convivente.
(…) L’Islam é per natura violento in quanto ciò che a noi cristiani sembra aberrante per loro é naturale e persino giusto.
(…) La pratica conclamata della omosessualità é un peccato gravissimo, costituisce uno scandalo e bisogna negare la comunione a tutti coloro che la professino, senza alcuna remora, proprio in quanto pastori di anime. Io non darei mai la comunione ad uno come Vendola»
 Monsignor Simone Scatizzi, vescovo emerito di Pistoia

Ahhh mò ho capito tutto!

LASCIATE CHE I PARGOLI VENGANO A ME…
  Si sa, da sempre molti casti uomini di Chiesa devono confrontarsi col fardello del sesso, optando per soluzioni alternative, all’insegna della più spregiudicata ipocrisia, tramite il ricorso a pratiche omoerotiche consumate con sofferente colpevolezza. E mentre l’omosessualità (pur essendo una specialità della casa) suscita pubblico orrore, un po’ meno sembrano preoccupare le disgustose inclinazioni alla pedofilia: una perversione sessuale (o “disturbo” come amano dire nell’ambiente) assai diffusa tra i pastori della vera Fede…
Don Marco Dessì è un missionario cagliaritano molto attivo in Nicaragua. La sua passione sono gli orfanelli ed i bimbi abbandonati. Infatti i suoi rifugi si trasformano presto in un harem personale: dei recinti di allevamento per piccole prede sessuali. Nel 2007, in Italia, don Marco viene condannato a 14 anni di carcere.
Don Ruggero Conti è il parroco della chiesa ‘Natività di Maria Santissima’, nella zona di Selva Candida, a Roma. Impegnato politicamente è il ‘garante elettorale’ del sindaco Gianni Alemanno per le periferie e per la famiglia.
Nel tempo libero, don Ruggero colleziona materiale pedopornografico e adesca bambini in oratorio. Una passione alla quale il sacerdote è fedele da almeno 30 anni. Del resto, don Ruggero proviene dai Legionari di Cristo e già il fondatore dell’ordine,
Marcial Maciel Degollado, insaziabile sessuomane, sembra avevesse il vizietto di molestare chierichetti e seminaristi, quando non era impegnato a sedurre ricche signore in giro per il mondo, secondo uno strano concetto di missione pastorale…
Molto da fare si è dato pure don Pierangelo Bertagna, il 46enne parroco di Farneta (AR), che nel 2005 ha confessato abusi su almeno 38 bambini. Per gli stupratori in tonaca, la ‘giustizia’ ha sempre un occhio di riguardo: 8 anni di reclusione. Una pena esemplare, nonché un ottimo deterrente.
Poco lontano, nella provincia di Firenze, era invece molto attivo
don Lelio Cantini: 10 anni di abusi sessuali pluriaggravati su minori, dal 1975 al 1980. Data l’età, 85 anni, difficilmente Cantini verrà processato. E c’è voluto l’intervento di papa Ratzinger (nel 2008), affinché Cantini venisse almeno deposto allo stato laicale!
Contro il prete stupratore però pesa la durissima condanna del tribunale ecclesiastico, su severa indicazione del
cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, che il 17 gennaio 2007 rende noto il provvedimento:

«Il priore non potrà né confessare, né celebrare messa in pubblico, né assumere incarichi ecclesiastici, e per un anno dovrà fare un’offerta caritativa e recitare ogni giorno il Salmo 51 o le litanie della Madonna»

Il comprensivo cardinale Antonelli così spiega tanta inusitata severità:

Il male una volta compiuto non può essere annullato, ma occorre rielaborare in una prospettiva di fede la triste vicenda invocando a Dio la guarigione della memoria

SOPIRE… TRONCARE
 Tuttavia, più che l’aberrazione del delitto, l’accertamento delle responsabilità, la punizione dei colpevoli, a preoccupare il Vaticano sembra siano soprattutto gli oneri economici e l’ammontare dei risarcimenti per le vittime delle violenze.
Il 7 Luglio 2004, tramite patteggiamento,
don Bruno Puleo viene condannato a 2 anni e 6 mesi di reclusione per abusi sessuali nei confronti dei ragazzi che  frequentavano il seminario di Agrigento. Una delle giovani vittime si chiama Marco Marchese che a 12 anni, appena entrato in seminario, diventa oggetto sessuale delle morbose attenzioni di don Bruno. Il ragazzo subisce le violenze per i successivi 4 anni, quando decide di confidarsi col vice-rettore don Silvano Castronovo, ed il rettore del seminario, don Gaetano Montana, che gli impongono il silenzio. Ma Marco non si arrende e nel Novembre del 2000 si appella direttamente all’arcivescovo della città, monsignor Carmelo Ferraro, che come da tradizione evita ogni provvedimento in merito. Finalmente, Marco Marchese decide di rivolgersi alla magistratura. A questo punto, si smuove dal suo torpore pure il vescovo Ferraro, che interviene prontamente e fa causa contro il ragazzo, chiedendo 200.000 euro di risarcimento per il danno di immagine subito dalla curia..!

Che si faccia, ma che non si sappia in giro! Giacché in questi casi la discrezione è un obbligo, ma il silenzio è meglio. Lo sanno bene 67 ex studenti sordomuti dell’Istituto Antonio Provolo di Verona (QUI), impossibilitati fisicamente alla parola. Un’occasione unica per almeno 25 religiosi operanti nella struttura d’eccezione, fino al 1984. Del resto la scuola resta l’ambito privilegiato dell’azione pastorale e non solo…

«Abusi sessuali sugli studenti, pressioni per sedute di masturbazione, stupri segreti nei sotterranei degli istituti. Per anni, forse per decenni, alcune delle più prestigiose scuole superiori private cattoliche in Germania sono state il luogo dell’orrore, la stanza chiusa in cui forti della loro autorità sacerdoti, insegnanti, organisti hanno distrutto l’animo degli adolescenti che avevano il compito di istruire. Per anni le vittime hanno taciuto, chiuse nel pudore, nel dolore e nella vergogna, o piegate dalle pressioni dei loro carnefici. Adesso il muro d’omertà è caduto, e quella realtà celata per anni viene narrata ogni giorno dai media tedeschi. Per le scuole cattoliche e indirettamente per la stessa Chiesa, nel paese natale del Pontefice, è un colpo durissimo d’immagine, reputazione e credibilità. Il caso appare ogni giorno più grave, evoca quasi gli abusi sessuali compiuti dai religiosi negli Usa, in Irlanda o in altri paesi.
Lo scandalo è scoppiato dapprima al Canisius, il prestigioso ginnasio cattolico di Berlino Ovest, diretto dai gesuiti, un bellissimo palazzo nel quartiere delle ambasciate. Berliner Morgenpost (conservatore), Der Tagesspiegel (liberal), tra i quotidiani, poi i settimanali come Der Spiegel, hanno narrato tutto. Nel dicembre 2009, poi in gennaio, alcuni ex alunni, ormai adulti, non ce l’hanno fatta più a tenersi dentro dolore, incubi, ferite nell’anima. Hanno scritto lettere al rettore attuale, Klaus Mertes, chiedendogli di agire. Si è parlato dapprima di almeno sette casi, poi di decine.
Non è stato che l’inizio. Dopo le vittime del Canisius, si sono decisi a rompere il muro del silenzio anche ex studenti di scuole superiori cattoliche ad Amburgo, Hannover, Goettingen, a Hildesheim o nella Selva Nera. Un altro istituto superiore di prestigio, lo Aloisiuskolleg di Bad Godesberg (il quartiere meridionale di lusso di Bonn) sarebbe stato luogo di casi di abuso sessuale particolarmente gravi. Un avvocato delle vittime di violenze sessuali al Canisius si sta preparando a una causa collettiva presso la giustizia americana, nel caso che alcuni ex studenti abbiano attualmente la cittadinanza degli Stati Uniti.
I racconti delle vittime, che spesso chiedono l’anonimato, sono agghiaccianti. Allo Aloisiuskolleg, e in altri istituti, un giovane negli anni Sessanta fu violentato da un sacerdote. Altri furono costretti a masturbarsi davanti agli occhi dei presuli, o a carezzare i genitali dei sacerdoti mentre costoro si masturbavano guardando i giovani. Altri ancora furono brutalmente violentati.
(…) Die Welt ha pubblicato una lunga intervista con Norbert Denef, ex studente, allora vittima di abusi. “Lo schema è tipico”, ha detto. “Dapprima si cerca di coprire i casi col silenzio, se ne parla solo quando si è con le spalle al mure e ci si comporta come se ci si sforzasse di fare luce sui fatti”. Norbert Denef ha ricevuto un indennizzo di 25mila euro dalla diocesi di Magdeburgo, ma  –  scrive il giornale  –  solo perché la diocesi sperava di garantirsi così il suo silenzio. I carnefici dell’allora giovane Norbert Denef furono puniti solo con trasferimenti, ma mai denunciati alla giustizia.»

L’articolo integrale lo trovate cliccando QUI!

 In attesa che Dio provveda (e le vicende vengano insabbiate…), più che “guarire” sarà meglio rinfrescare la memoria:
 Brasile; nell’anno 2005 ci sono state oltre 1700 denunce (10% dei sacerdoti presenti nel Paese) per adescamento, abusi sessuali, uso di droga ed orge con bambini, come nel caso di padre Felix Barbosa Carreiro (QUI).
 Irlanda; centinaia di casi accertati, ma mai perseguiti.
Nel 2006 viene istituita una commissione di inchiesta presieduta dal magistrato Yvonne Murphy, per indagare sulle violenze pedofile nell’arcidiocesi di Dublino. Il copione segue la solita  recita collaudata, secondo uno schema universalmente valido (dagli scandali dello IOR ai delitti comuni) col quale i vertici del Vaticano lasciano cadere rogatorie e richieste di collaborazione.

«Il Vaticano, secondo il rapporto, non rispose, limitandosi a comunicare al ministero degli Esteri irlandese che “la richiesta non era andata attraverso gli appropriati canali diplomatici“. La commissione ha sottolineato però che era indipendente dal governo e quindi non aveva ritenuto opportuno usare canali diplomatici. Fu anche ignorata, secondo la Bbc, una richiesta di informazioni avanzata al nunzio apostolico a Dublino nel febbraio 2007, in cui la commissione chiedeva tutti i documenti rilevanti (gli abusi e la loro gestione toccati dall’inchiesta vanno dal 1975 al 2004) in suo possesso. Non ci fu risposta neanche alla richiesta di commento al rapporto, parte del quale fu inviato al Nunzio, visto che menzionavano il suo ufficio»

In compenso, c’è stata da parte delle gerarchie ecclesiastiche una grande profusione di “scuse” per le migliaia di abusi.
Australia; 107 condanne definitive contro preti e religiosi cattolici per violenze sessuali su minori.
Il 19 Luglio 2008, Benedetto XVI approfitta della “Giornata mondiale della gioventù” per lanciare la sua fiera condanna dei preti pedofili. Coerentemente, il papa si è guardato bene dall’incontrare i coniugi Foster, genitori delle sorelline Emma (morta suicida nel 2008) e Katherina (alcolizzata), ripetutamente violentate dal sacerdote
Kenin O’Donnell, tra il 1988 ed il 1993. O’Donnell pare godesse delle protezioni dell’arcivescovo di Sidney, George Pell, nel frattempo promosso cardinale.

I ‘risarcimenti’ sono una preoccupazione particolarmente sentita dalle gerarchie ecclesiastiche… Nel senso che è meglio non darli. Specialmente dopo la bancarotta delle diocesi statunitensi, travolte da uno scandalo di proporzioni immani.

Pedofilia, 660 milioni di dollari a 508 vittime
Nello scandalo della pedofilia nella Chiesa si apre un nuovo capitolo.

È l’arcidiocesi di Los Angeles ha accettato di pagare la cifra record di 660 milioni di dollari a 508 vittime di molestie sessuali: «Alcune delle vittime hanno aspettato una soluzione per mezzo secolo», ha detto Boucher, avvocato secondo il quale la cifra pattuita nell’accordo extragiudiziario è «la prima rata di un debito da tempo scaduto». L’intesa pone fine a tutte le azioni legali nei confronti della arcidiocesi. La prima delle 15 cause intentate alla Chiesa di Los Angeles, avrebbe dovuto prendere il via domani. Chiudere la maratona legale prima di arrivare in corte era stato giudicato urgente per le gerarchie cattoliche perché, l’arcidiocesi, sarebbe andata incontro a danni punitivi. Nella storia dello scandalo scoppiato cinque anni fa a Boston, l’indennizzo di Los Angeles è da Guinness dei primati. Altri 114 milioni di dollari erano stati promessi dalla Chiesa di Los Angeles in accordi precedenti, portando a un totale di 774 milioni di dollari il totale che la diocesi californiana deve reperire. La cifra fa impallidire indennizzi precedenti. I 157 milioni di dollari di Boston e i 129 milioni di dollari di Portland in Oregon. Le azioni legali del clero sono già costati alla Chiesa cattolica Usa la cifra astronomica di 1,5 miliardi di dollari. Ogni diocesi deve vedersela da sola ma senza aiuti finanziari dal Vaticano. Cinque diocesi come San Diego, Davenport nell’Iowa, Portland, Spokane nello stato di Washington e Tucson in Arizona, hanno chiesto la protezione dalla bancarotta. L’avvocato della diocesi Henningham ha detto che, parte dei fondi, arriveranno da ordini religiosi: «Le parrocchie non saranno toccate». A ciascuna vittima andranno 1,3 milioni di dollari e c’è chi ha espresso riserve: «Una cifra enorme che dimostra un enorme senso di colpa. Ma io non avevo fatto causa per avere soldi. Non ci sono soldi abbastanza che mi possono ridare la mia infanzia», ha detto Mary Ferrell, che ha 59 anni. Alcuni casi affondano nella notte dei tempi. I 660 milioni di dollari metteranno la parola fine a 570 denunce di abuso da parte di 221 preti, frati e altri dipendenti laici della diocesi in un arco di 70 anni: nel 2002 – ed è una anomalia rispetto ad altre congregazioni – lo stato della California approvò una legge che creava una finestra di un anno durante la quale potevano essere presentate denunce senza limiti retroattivi di tempo”

  Il Tempo  (18/07/2007)

Dall’insaziabile orda arrapata non si salvano neppure gli eschimesi! La Diocesi di Fairbanks, in Alaska, nel febbraio 2008 ha dichiarato bancarotta, in seguito al risarcimento di 150 vittime del clero cattolico tra il 1950 e il 1980 (QUI). E la dichiarazione di bancarotta  continua ad essere il miglior modo per evitare di pagare.
Sulla costa orientale degli Stati Uniti, se possibile, le cose vanno persino peggio…

«Nel 2002 è occorso il primo scandalo con eco internazionale, scoppiato in seguito alla scoperta di abusi sessuali perpetrati da più sacerdoti nei confronti di minorenni nell’arcidiocesi di Boston.
Nel giugno 2002 la Conferenza episcopale americana ha nominato una commissione indipendente (National Review Board) per indagare sul fenomeno degli abusi sessuali su minori perpetrati da ecclesiastici cattolici. Il governatore dell’Oklahoma Frank Keating, cattolico praticante ed aderente al partito Repubblicano è stato chiamato alla direzione della commissione. Nel giugno successivo, dopo le critiche ricevute dall’arcivescovo di Los Angeles per aver paragonato alcuni leader della Chiesa americana alla Mafia, ha rassegnato le sue dimissioni, affermando che il non obbedire ai mandati di comparizione dei Gran Jury, sopprimere i nomi dei preti accusati, negare, confondere, non spiegare, è il modello di un’organizzazione malavitosa, non della mia Chiesa“.
Secondo una stima di Andrew Greeley, sacerdote dell’arcidiocesi di Chicago e professore di sociologia alle Università di Chicago e dell’Arizona, da 2.000 a 4.000 preti avrebbero abusato di 100.000 minori, spesso senza che alcun provvedimento venisse preso al riguardo.
Il rapporto commissionato dai vescovi americani allo studio legale John Jay esamina la situazione dei preti denunciati alla magistratura per reati sessuali. Dal 1950 al 2002 4.392 sacerdoti americani (su oltre 109.000, circa il 4%) sono stati accusati di relazioni sessuali con minorenni (comprendendo, quindi, casi di pedofilia e casi di rapporti sessuali con adolescenti).
La maggior parte delle vittime che hanno denunciato, il 50.9%, ha una età compresa tra gli 11 e i 14 anni, 27.3% hanno tra i 15 anni e i 17, il 16% sono bambini e bambine tra gli 8 e i 10 anni e circa il 6% hanno una eta sotto i 7 anni. Si noti che secondo la legislazione italiana atti di pedofilia sono compiuti sui minori di 14 anni.
Complessivamente circa il 73% delle vittime che hanno denunciato ha 14 anni o è un bambino.
L’81% delle vittime sono maschi e il 19% femmine. Le vittime maschili tendono ad essere più vecchie delle vittime femminili Oltre il 40% delle vittime sono maschi con una età compresa tra gli 11 e i 14 anni»

Il cardinale Bernard Francis Law, all’epoca dei fatti, era l’arcivescovo di Boston: una delle diocesi maggiormente coinvolte nello scandalo dei preti pedofili. La massima preoccupazione di Law fu quella di coprire ed insabbiare i crimini perpetrati dai suoi sacerdoti, garantendo coperture ed omissioni. I religiosi coinvolti nello scandalo furono trasferiti altrove, dove continuarono le loro sordide pratiche nella sicurezza dell’impunità. I preti pedofili sembrano agire come un virus: ovunque arrivano infettano e distruggono il tessuto in cui si innestano. Le gerarchie cattoliche, invece di isolare e distruggere una simile peste, si sono limitate a trapiantare altrove i ceppi infetti, propagando il contagio.
Con estrema coerenza, Bernard Law attualmente fa parte del Pontificio Consiglio per la Famiglia, presieduto dal cardinale Antonelli.

I soliti scherzi da prete!

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7 Risposte to “VITE DISORDINATE”

  1. imparato molto

  2. Vi sono due aspetti di questo fenomeno universale che andrebbero approfonditi (si comincia finalmente a fare strada anche in Australia l’opportunità di indagare certe pratiche: non che sia probabile una vera ripulitura del marciume ecclesiastico!).
    Primo: come può permettersi la Chiesa di Cristo (di colui che predicava contro le ricchezze) di devolvere somme così ingenti per tacitare le vittime dei “preti sporcaccioni”;
    Secondo: per essere ordinato prete, il candidato deve pronunciare tre voti (povertà, castità, e obbedienza). Come mai i preti che mancano apertamente e visibilmente di osservare il secondo voto non vengono immediatamente laicizzati? Nasce il sospetto che non solo i preti peccatori, ma anche i gerarchi dei vescovadi non credano realmente a tutte le favole che predicano da quasi due mila anni…né alla punizione divina, altrimenti certe cose non le farebbero!

    • La Chiesa è interessata alla salvezza della anime.
      I corpi restano un bene materiale e dunque fruibile, come le ricchezze di Cesare che negli ambienti curiali ricevono molte più attenzioni di quanto non ne abbiano le cose di Dio.
      In quanto alla “punizione divina”, la Chiesa cattolica può contare sulla quella straordinaria invenzione che è il Purgatorio, in aggiunta alla storica pratica delle indulgenze: il denaro compra tutto, compresa l’assoluzione.
      Se si hanno i soldi e si fa l’offerta giusta, pagando chi di dovere: Omnia munda empiis.

  3. come si suol dire…”predicano bene..ma razzolano male!!!”
    fanno perdere la fede e dovrebbero essere puniti seriamente, non con una semplice lettura giornaliera di un salmo.
    per fortuna però non sono tutti così….ce ne sono tanti altri non ipocriti, ma altruisti che aiutano i più bisognosi, sia a livello economico che morale, magari con un sorriso o una battuta divertente..

    • Mah.. io più che altro mi accontenterei che rispettassero le leggi come chiunque altro, cominciando magari a pagare le tasse e pagarsi le spese invece di accollarle a “Cesare”.

  4. Beh…. non caschiamo dalle nuvole. In tutte le organizzazioni composte da uomini (intesi come esserei umani indipendentemente dal sesso) ci sono uomini e uomini e la chiesa, o meglio il clero, non fa eccezione. Si, perchè clero e chiesa sono due cose diverse. Comunque è importante non fare di tutta l’erba un fascio; una struttura non è marcia solo perchè alcuni elementi di essa lo sono. Concordo con xxx.

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